Il decadimento economico
Il XIV secolo in Europa è stato un periodo di grave crisi economica, sociale e demografica. Gli
elementi principali che determinarono la crisi sono le carestie dovute a cattive annate agricole e
l’epidemia di peste del 1348. La crisi causò un grave crollo demografico e il generale
impoverimento della popolazione europea, sia nelle campagne che nelle città.
Il Trecento, oltre che un secolo di crisi e miseria, è stato anche un periodo di grandi cambiamenti,
soprattutto nel settore produttivo e nella divisione del lavoro nelle città. Tanto che alcuni storici
dell’Otto e Novecento l’hanno interpretato come una fase di transizione dal sistema feudale a quello
capitalistico.
Il 1313 e il 1317 furono due pessime annate per l’agricoltura, con raccolti molto scarsi, insufficienti
per sfamare l’ormai numerosa popolazione europea. Soprattutto nelle città, si soffriva la fame. Ad
aggravare la situazione contribuì un ulteriore afflusso di persone dalle campagne. Chi lavorava
sulle terre di più recente coltivazione, duramente colpite dalle cattive annate, si trasferiva in città
aumentando ulteriormente la dimensione della miseria urbana.
Su una popolazione indebolita dalla fame, nel 1348 si abbatté una terribile epidemia di peste. La
peste del Trecento arrivò in Europa attraverso le vie commerciali con l’Oriente, prima a
Costantinopoli, poi in Sicilia e da lì in tutto il continente.
Non sappiamo con esattezza quante persone morirono nella prima e più terribile epidemia – quella
del 1348 – ma gli storici stimano che, soprattutto nelle città, la peste abbia ucciso circa un terzo
della popolazione.La società dell’epoca fu del tutto impreparata al morbo; la rabbia e l’ignoranza si
manifestarono in reazioni incontrollate, sommosse, accuse ai nobili e persecuzioni contro gli ebrei,
ritenuti rei dell’ecatombe. Si diffuse, infatti, la convinzione che la peste fosse una forma di
punizione divina rivolta a qualche sorta di peccatori, perciò nacque il movimento
dei flagellanti che andavano di città in città infliggendosi continue punizioni (e diffondendo il
contagio). Nel Trecento, la crisi e le trasformazioni nella divisione del lavoro produssero diversi
moti di rivolta e rivendicazioni in tutta Europa. I più celebri sono: la jacquerie francese, esplosa fra
i contadini dell’Ile-de-France nel 1358, la rivolta inglese contro la poll-tax nel 1381 e la rivolta dei
Ciompi a Firenze.
Tra il XIV e il XV secolo si manifestò il decadimento dei poteri universali che avevano finora
dominato la scena politica in Europa.
Paradossalmente, la crisi del Papato ebbe inizio nel periodo della sua supremazia: con Bonifacio
VIII la Chiesa si apprestava a celebrare il primo giubileo della storia (1300), che avrebbe
affermato l’autorità papale sull’Impero. Alle porte dell’evento si innescò, però, la controversia
tra il Papato e la Francia di Filippo IV, detto il Bello. egli organizzò l’arresto del pontefice,
mentre questi risiedeva nella sua villa di Anagni. Umiliato e provato dall’età, Bonifacio VIII morì
poco dopo; Il successore di Bonifacio, il francese Clemente V, fu il primo dei sette papi che
preferirono Avignone alla tradizionale residenza romana. Nel tempo della cattività
avignonese del Papato, Roma attraversò decenni di crisi e disfacimento e solo nel 1377 il papa vi
fece ritorno, accogliendo le richieste di personaggi illustri come Caterina da Siena.
La crisi dell’Impero
Con l’ascesa delle monarchie locali l’autorità imperiale venne lentamente meno: i feudi che pur
formalmente componevano l’Impero si distinsero in città libere o in stati nazionali, sottraendosi in
pratica al suo controllo. Con la Dieta di Francoforte del 1338, l’Imperatore Ludovico il Bavaro
prese atto dei cambiamenti in corso, rinunciò all’investitura papale ed ammise che l’autorità
imperiale fosse eletta dai feudi sottoposti ad essa.
La nascita degli Stati nazionali
La crisi dei poteri universali fu causa ed effetto del processo che, nel Trecento, portò alla
formazione di poteri nazionali centralizzati ed in particolare delle monarchie di Francia, Spagna e
Inghilterra. L’ascesa dei tre regni ebbe caratteri comuni: le guerre, che affermarono la posizione
dominante dei sovrani, l’istituzione di eserciti permanenti e indipendenti dalla nobiltà feudale, la
nascita di un sistema amministrativo interno, il consolidamento dei rapporti tra i re e la borghesia
emergente.
Tra il 1337 e il 1453, Francia e Inghilterra combatterono l’interminabile Guerra dei Cent’anni: gli
inglesi contendevano ai francesi alcuni territori continentali di cui, inizialmente, erano beneficiari.
Il conflitto si risolse a favore della Francia, infiammata da Giovanna d’Arco. L’Inghilterra affrontò
una grave crisi dinastica (Guerra delle Due Rose), al termine della quale assunse lentamente i tratti
della potenza commerciale che sarebbe diventata.
La Spagna combatté la guerra per l’unificazione della penisola iberica. Con il matrimonio di
Ferdinando d’Aragona e Isabella di Castiglia (1469) fu finalmente un solo regno. La vittoria di
Granada (1492) completò il processo della Reconquista, eliminando l’ultimo possedimento
musulmano in Europa.
POLICENTRISMO ITALIANO
Dal Comune alla Signoria
o Tra XIV e XV secolo si formarono nella penisola cinque Stati territoriali, nessuno dei quali
abbastanza forte da imporre la propria egemonia sugli altri.
o Tale assetto territoriale viene definito policentrismo.
o In questo periodo avvenne una graduale trasformazione delle istituzioni comunali in
signorie e principati.
o Nel 1311 la famiglia Visconti divenne assunse il potere politico a Milano, avviando un processo di
trasformazione da comune a signoria e una politica di espansione territoriale.
Nel 1395 Gian Galeazzo Visconti ottenne il titolo di Duca di Milano.
Nel 1454 Francesco Sforza venne riconosciuto come nuovo duca di Milano nella pace di Lodi,
che sancì anche un equilibrio tra gli Stati italiani che durò fino alla fine del Quattrocento.
o Nel 1434 Cosimo de Medici si impadronì del potere a Firenze, e pur rispettando formalmente le
istituzioni repubblicane della città, la trasformò in una signoria.
Sotto la dinastia medicea Firenze conobbe un periodo di sviluppo economico e culturale, in
particolare durante il governo di Lorenzo il Magnifico.
Stato della Chiesa e Meridione
o Nel XV secolo anche il papato, tornato a Roma dopo il periodo avignonese, costituì un vero e
proprio Stato territoriale nell’Italia centrale
o Il Regno di Napoli governato dagli angioini dal 1302 era caratterizzato da una profonda
arretratezza economica e politica, alla quale si aggiunse una lunghissima crisi dinastica che durò un
secolo.
Nel 1442 Alfonso V d’Aragona riunì le corone di Napoli e di Sicilia, dando avvio ad un’opera di
ammodernamento, ma alla sua morte nel 1458 il Regno di Napoli e quello di Sicilia furono
nuovamente divisi.