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MODULO 6: LA SITUAZIONE POLITICA EUROPEA TRA 1400 E 1500

QUARTA PARTE: Filippo II e i suoi nemici

Filippo II d’Asburgo era figlio di Carlo V e di Elisabetta di Portogallo.


Nel 1556, al momento dell’abdicazione del padre, divenne re di Spagna. Il suo regno durò dal 1556
al 1598, anno in cui morì.
Del suo regno facevano parte anche il ducato di Milano, il Regno di Napoli, le ricchissime Fiandre
(= i Paesi Bassi) e tutte le colonie americane della Spagna. Nel 1581, alla morte del nonno materno,
Filippo II divenne anche re di Portogallo e delle sue colonie in Africa e nelle Indie.
Si trattava di una sterminata estensione di terre che, per essere difese, richiedevano spese
astronomiche. Nonostante l’oro e l’argento delle Americhe, infatti, Filippo II si trovò costretto a
chiedere prestiti a vari finanziatori (specialmente genovesi). Si potrebbe pensare che prestare soldi
alla corona spagnola fosse un ottimo affare; in realtà Filippo II dovette più volte dichiarare
bancarotta con il risultato che i suoi creditori rimasero con un pugno di mosche e andarono in
rovina.
Filippo II dovette combattere principalmente su due fronti: quello mediterraneo (contro i turchi) e
quello settentrionale (contro i ribelli dei Paesi Bassi e l’Inghilterra che li appoggiava).
Il successo gli arrise solo contro i turchi, poiché questi ultimi erano nella sua stessa situazione:
dovendo combattere contro i persiani a Sud, non potevano riversare contro la Spagna la loro
intera potenza.
Anche Filippo, però, trovandosi a combattere su più fronti, non riuscì mai (come suo padre) a
sferrare il colpo decisivo contro nessuno dei suoi nemici.
Se contro i turchi ottenne il successo (vinse, in alleanza con i veneziani, la battaglia di Lepanto del
1571), Filippo venne sconfitto dai ribelli protestanti dei Paesi Bassi. Nel 1566, infatti, i calvinisti del
Nord si ribellarono alla Spagna e nel 1581 dichiararono la nascita della Repubblica delle Province
Unite. La guerra per l’indipendenza dalla Spagna continuò fino al 1609, quando si stabilì una pace
provvisoria di 12 anni. Allo scadere della tregua i due contendenti avrebbero deciso se riprendere
o meno le ostilità.
La vera grande nemica di Filippo II, però, fu l’Inghilterra della regina Elisabetta I Tudor.
Elisabetta era la seconda figlia di Enrico VIII Tudor. Pur essendo una donna poté assurgere al trono
d’Inghilterra poiché in quel regno non vigeva la legge salica (che prevedeva che solo i maschi
potessero salire al trono) e alle donne era consentito di assumere personalmente i pieni poteri.
Nata nel 1533, Elisabetta divenne regina d’Inghilterra e d’Irlanda nel 1558, alla morte della sorella
maggiore, Maria. Quest’ultima era figlia di Enrico VIII e della prima moglie, Caterina d’Aragona. Di
religione cattolica come la madre spagnola, Maria si era sposata proprio con Filippo II, il figlio di
suo cugino Carlo V, e aveva perseguitato i protestanti inglesi. Per quest’ultimo motivo è passata
alla storia con l’appellativo dispregiativo di Bloody Mary (Maria la Sanguinaria).
Elisabetta non si sposò mai e non ebbe figli. Alla sua morte, avvenuta nel 1603, il regno passò a
Giacomo Stuart, il figlio di sua cugina Maria Stuart, regina di Scozia, che era stata la sua più
acerrima rivale e che Elisabetta stessa aveva condannato a morte.
In ambito religioso Elisabetta dovette barcamenarsi tra il cattolicesimo e il protestantesimo: il
cattolicesimo le era utile per ribadire la sua maestà (i re inglesi si definivano da secoli taumaturghi
e guarivano le scrofole, dimostrando così che il loro potere derivava direttamente da Dio); d’altra
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parte, per la Chiesa di Roma la sua nascita era illegittima in quanto suo padre, Enrico VIII Tudor,
l’aveva generata in seconde nozze con Anna Bolena, senza il consenso del papa (ricordiamo che
aveva dovuto fare un vero e proprio scisma per sposarla). Elisabetta quindi non ebbe molta scelta
e dovette per forza scegliere la religione protestante.
Sostenne quindi la Chiesa Anglicana, ma fu sempre convinta che essa dovesse rimanere
strettamente legata al trono (i vescovi venivano nominati dal monarca). Nonostante questo,
Elisabetta non smise mai di toccare le scrofole, cosa che faceva rabbrividire i suoi sudditi
protestanti e infuriare il papa.
In politica estera, Elisabetta appoggiò la rivolta dei Paesi Bassi contro la Spagna. Questi ultimi
impiegavano contro gli spagnoli l’arma della pirateria: i corsari olandesi attaccavano i galeoni
spagnoli, rubando i beni preziosi che essi trasportavano in Spagna.
Dal 1581, Filippo II divenne anche re del Portogallo e gli olandesi iniziarono ad attaccare anche le
navi e le basi portoghesi in Africa e in Oriente, riuscendo presto a sostituirsi a questi ultimi in
quella parte del globo.
Gli inglesi davano rifugio alle navi corsare olandesi e ben presto ne armarono di proprie
(ricordiamo ad esempio le scorrerie del corsaro inglese Francis Drake). Inoltre, Elisabetta mandò
dei contingenti armati in aiuto dei ribelli olandesi.
Per questi motivi, nel 1585 Filippo II decise di invadere l’Inghilterra e organizzò una grande flotta
forte di ben 130 navi e di 30.000 soldati (la cosiddetta Invincibile Armata) l’attacco, portato
nell’estate del 1588, fallì completamente il bersaglio poiché le navi inglesi, più leggere e
maneggevoli, e altrettanto ben armate, riuscirono a bloccare l’attacco spagnolo. La serie di scontri
marittimi che si svolse lungo le coste inglesi in quel 1588 fu la prima vera battaglia navale
moderna, combattuta con l’artiglieria e costituì per la Spagna, oltre che una gravissima sconfitta,
anche una catastrofe economica.

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