La Francia nel corso del XVI secolo si era affermata come uno degli stati più indipendenti e stabili d’Europa, agli inizi del nuovo secolo, dopo alcuni anni di lotte interne tra nobili e monarca, la Francia interviene in modo diretto nella “Guerra dei 30 anni” che vedeva scontrarsi il Sacro romano Impero contro le fazioni protestanti presenti nel continente europeo. Nel 1643 sale al potere Luigi XIV, ma avendo solamente cinque anni, viene affiancato da diverse figure politiche, tra cui il cardinale Mazzarino, che gestirà il regno francese negli anni successivi, fino a quando nel 1660, il sovrano prese il pieno controllo del paese e cominciò a governare in prima persona. Luigi XIV applica una politica di accentramento del potere, una delle mosse attuate fu la creazione dell’imponente Villa di Versailles, costruita per ospitare il maggior numero di nobili in modo da controllare il loro operato. Era infatti noto il problema della riscossione delle tasse, da parte dei nobili, nei confronti dei mercanti; queste costringevano il venditore ad un rialzo dei prezzi dei prodotti, che variava in base alla tassa richiesta dal proprietario del terreno. L’allontanamento dei nobili dai loro territori, permette al sovrano di forgiare una nuova figura amministrativa, gli intendenti: funzionari fedeli solamente al re, che vennero inviati nei territori lasciati incustoditi, per far rispettare i decreti emanati dal monarca. Per quanto riguarda l’aspetto economico, Luigi XIV si affida al suo ministro delle finanze Colbert, da lui nascerà il colbertismo, che consiste sostanzialmente in una forma di mercantilismo evoluta: Colbert riteneva che ciò che determinasse la ricchezza di un paese fosse la quantità di oro presente al suo interno, e che la quantità di risorse monetarie nel globo fosse finita. Per aumentare gli introiti e diminuire le spese, Colbert attua un piano economico per favorire l’acquisto di prodotti francesi: impone tasse doganali su prodotti provenienti dall’estero, in modo da disincentivare gli acquirenti da questi prodotti, questo avrebbe portato una maggior richiesta di manodopera e avrebbe garantito lavoro ad un maggior numero di persone. Tutto ciò però solamente a livello teorico, infatti questo circolo virtuoso presenta diverse falle: gran parte della popolazione si rivolgeva al mercato estero solamente perché non poteva economicamente permettersi altro. Le conseguenze di questa mossa furono opposte a quelle desiderate. Sempre sul piano economico rimosse i dazi interni, e favorì la crescita della flotta per fronteggiare anche dal punto di vista navale nazioni come l’Inghilterra, e l’Olanda. Luigi XIV agì anche sul piano militare: incaricò l’architetto Vauban di creare un sistema di fortificazioni lungo il perimetro Est del paese, in modo da difendersi da eventuali attacchi nemici. Queste fortificazioni dovevano essere in grado di resistere ad assedi con armi da fuoco, per questo motivo dovevano differire dal tipico modello medievale di fortezza: non era necessario che le mura fossero alte, bensì, dovevano essere molto spesse e soprattutto “spigolose”, in modo da attenuare i colpi di cannone e impedire la caduta dell’intera protezione. Questa costruzione comportò delle spese economiche altissime, e i guadagni non furono mai al livello dei costi affrontati, tuttavia queste fortezze non vanno solamente considerate degli avamposti difensivi, bensì anche come dei luoghi in cui l’esercito poteva rifornirsi vicino ad un territorio nemico. Luigi XIV dota anche l’intero esercito di un equipaggiamento uniforme, tuttavia, i piani espansionistici del sovrano erano alquanto ambiziosi: prima si dedica agli spagnoli, e in un secondo momento al suo obiettivo primario: le Fiandre. La Spagna era in decadenza, e quindi facilmente conquistabile, mentre l’Olanda era un paese ancora in via di sviluppo, però questa conquista non va solo vista come una possibile espansione, ma anche come la possibilità di eliminare un concorrente sul piano economico, infatti nonostante fossero ancora poco estese, le Fiandre invadevano il mercato francese con una grande quantità di prodotti. La prima guerra del regno di Luigi XIV si svolse nel 1668 contro la Spagna: il sovrano francese accusò la famiglia della moglie Maria d’Asburgo, figlia di Filippo IV di Spagna, di non avergli concesso la dote al momento del matrimonio, così, decide di ottenerla in modo indipendente occupando i Paesi Bassi. Tuttavia, questa guerra detta di “devoluzione” portò alla conquista di poche città del paese, poiché Luigi XIV dovette accettare la pace di Aquisgrana nel 1668. Infatti dinanzi ai suoi piani militari si opposero l’Inghilterra, la Svezia e le Province Unite. Nel 1670 Francia e Inghilterra si allearono segretamente per attaccare i Paesi Bassi; due anni dopo Luigi XIV diede l’ordine di attacco al suo esercito, ma gli olandesi si difesero rompendo le dighe e allagando il paese, in questo modo il campo di battaglia si trasformò in un’enorme palude, e i francesi furono obbligati ad indietreggiare. Nel 1674 gli olandesi formarono la Grande Alleanza contro il regno di Francia, e nel mentre l’Inghilterra si vide costretta ad abbandonare i loro alleati. Gli scontri continuarono per diversi anni fino al trattato di Nimega firmato da entrambe le parti nel 1678, all’interno del quale gli olandesi concedono alla Francia alcuni dei loro territori nella Guayana e nel Senegal. L’ultima grande guerra combattuta da Luigi XIV, fu la Guerra della lega d’Augusta: a partire dal 1688 Francia e Svezia si scontrarono con un elevatissimo numero di stati Europei oltre che con l’Impero. Nonostante la Francia fosse numericamente parlando inferiore rispetto ai nemici, riuscì a difendersi e addirittura ad avanzare nel cuore dell’Europa, questo mise in evidenza la grande capacità bellica dell’esercito francese, capace di affrontare un cospicuo numero di battaglie che si protrassero per 9 anni fino alla pace di Rysmyck nel 1697. La Francia, così come tutti, dovette affrontare ingenti spese per mantenere sul campo un numero di soldati mai visto prima, e fu proprio la mancanza di risorse economiche che portò a trattare le condizioni di pace. Le conseguenze di questa lunga guerra si notarono fin dall’inizio del XVIII secolo, nel quale il paese francese affronterà un periodo di crisi. In Inghilterra invece, nel 1603, cade la dinastia dei Tudor e sale al potere quella degli Stuart che già da tempo regnava sulla Scozia. Il primo sovrano fu Giacomo I, che si ritrovò in un ambiente completamente diverso rispetto al suo paese. Fin dal primo momento venne disprezzato sia dai cattolici che dagli inglesi: inizialmente i cattolici ignorarono la sua politica di tolleranza nei loro confronti, e organizzarono anche diversi complotti per allontanarlo dal trono, ma questi fallirono. Gli inglesi invece lo vedevano come un barbaro, esattamente come definivano gli scozzesi, e non erano intenzionati a farsi governare da uno straniero. Anche il parlamento dovette scontrarsi contro Giacomo I, infatti in Scozia i limiti del potere regio erano definiti solo formalmente, mentre in Inghilterra era presente la “Magna Carta” che imponeva al re di rivolgersi al parlamento per qualsiasi sua mossa politica, economica o militare. Tuttavia, Giacomo I abituato al parlamento scozzese, tenta di introdurre in Inghilterra una politica assolutistica, e allo stesso tempo attua una politica di grandi spese. Tutti questi elementi portarono ad uno scontro inevitabile tra monarchia e parlamento, ma questo avvenne solamente durante il regno del suo successore Carlo I. Carlo I, durante i primi anni del regno, non convocò mai il parlamento, ma per risanare le casse dello stato, reintrodusse la cosiddetta “Ship Money”: una tassa, in favore della flotta, istituita dalla regina Elisabetta Tudor per difendersi dagli attacchi via mare degli spagnoli; tuttavia il regno di Carlo I non era in guerra, ciò rende questa tassa solamente un’opportunità da parte del sovrano di arricchirsi, inoltre, estende questa tassa a tutte le città del paese e non solo a quelle costiere. Nel 1628, Carlo I scioglie il parlamento e governa da solo fino al 1639, anno in cui necessita di essere finanziato dall’organo legislativo per sedare la nascente rivolta in Scozia, scaturita per motivi religiosi, però questo si rifiuta di sostenerlo e passa alla storia come “Short Parliament” poiché venne sciolto dopo solo tre settimane di attività. Sempre lo stesso anno convoca nuovamente il parlamento, che al contrario del precedente, prende il nome di “Long Parliament”, anch’esso ostile al monarca. La disputa tra parlamento e Carlo I sfociò in guerra civile che vide la fine solamente nel 1645 con la battaglia di Naseby. Analizzando i due schieramenti, l’esercito del monarca, nonostante fosse poco numeroso, era qualitativamente superiore, poiché era composto dai nobili conservatori, che avevano appunto mantenuto una tradizione militare. L’esercito parlamentare invece, comandato da Oliver Cromwell reclutò più uomini possibili, inclusi contadini poco avvezzi alla guerra e alle armi, ma questi videro il reclutamento come la possibilità di un cambiamento sociale. Quest’ultimo schieramento, nonostante fosse inesperto, riuscì ad attaccare le truppe di Carlo I su tre lati e obbligò la loro ritirata. Il re d’Inghilterra, tornato a Londra, cercò di allearsi con gli scozzesi, ed egli in cambio avrebbe imposto il presbiterianesimo come religione ufficiale del paese. Questo portò ad un nuovo scontro con il parlamento, ma pochi anni dopo, nel 1649 venne accusato di alto tradimento e condannato a morte. Dopo la morte di Carlo I, Oliver Cromwell si autoproclama Lord Protettore di Inghilterra, Scozia e Irlanda, questo concetto è racchiuso all’interno del termine “Commonwealth”. Sempre lo stesso anno, Cromwell dà origine al “Rump Parliament”, sciogliendo il parlamento con l’intenzione di “ripulirlo” dagli oppositori. Cromwell durante il suo regno, attua una manovra puramente economica definita “Navigation Act”: le merci che arrivano nei porti inglesi dovevano essere trasportate solamente da navi inglesi, in questo modo le navi estere dovevano pagare un supplemento per far arrivare la loro merce in porto. Sostanzialmente è una ripresa del mercantilismo, ma presentava una falla nell’atto pratico: succedeva che le navi olandesi arrivassero in un porto inglese e corrompendo la guardia che presidiava il molo riuscivano a vendere la merce guadagnando più del previsto. Questa condizione però, non poteva protrarsi a lungo, così Cromwell nel 1652 dichiarò guerra ai Paesi Bassi, non per conquistare territori, bensì per piegare la loro economia, in quanto erano una grande potenza commerciale. L’Inghilterra ottiene la vittoria in due guerre su tre, e in questo modo ottiene l’egemonia sull’economia navale. Il dominio sul mare portò all’aumento degli scambi con le colonie in America che consentirono l’arrivo anche di nuovi prodotti come il tabacco, lo zucchero e il caffè. L’economia del paese era stabile e anche le annate poco produttive non provocarono carestie come invece successe in Francia: la revoca dell’editto di Nantes nel 1685 da parte di Luigi XIV, fece migrare circa 200'000 ugonotti, ma la maggior parte di loro erano artigiani e contadini che alimentavano l’economia del paese. La diffusione della lingua francese è anche dovuta a questa migrazione di massa. Alla fine del XVII secolo, Francia e Inghilterra sono due paesi ben diversi: il primo dispone dell’esercito di terra più numeroso al mondo, ma sta affrontando un periodo di crisi a livello economico, nonostante le mosse di Colbert riuscirono ad accrescere l’economia interna del paese. Dall’altro lato l’Inghilterra ha il pieno controllo del commercio marittimo e di conseguenza un’economia interna ottimale, tuttavia dal punto di vista politico l’Inghilterra dovette più volte affrontare dispute interne legate anche a problemi di successione, mentre in Francia quest’ultima era piuttosto lineare.