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La quiete dopo la tempesta

1) La canzone si apre con una descrizione della ripresa della vita quotidiana dopo il superamento della
tempesta, riferendosi sia all’aspetto umano che a quello animale. Nella parte successiva invece
Leopardi pone delle domande al lettore facendo riflettere sulla grandezza del piacere che emerge al
cessare di un’angoscia, tuttavia questa gioia rimane fittizia, in concordanza con il pessimismo
cosmologico, sul quale si basa tutta la sua produzione letteraria. Nell’ultima strofa, invece, Leopardi
si sofferma sulla personificazione della Natura, ringraziandola paradossalmente per il dolore da lei
provocato in noi; questo però genera all’uomo un senso di gratitudine non concreto.
2) Durante la lettura dell’opera abbiamo notato un forte parallelismo tra la tempesta e il suo cessare,
rispettivamente con il dolore e il piacere. Come la tempesta può generare nell’uomo un’angoscia
interiore, il suo cessare e la conseguente quiete ristabilisce una situazione di serenità e calma
momentanea.
3) Leopardi ci suggerisce, attraverso il parallelismo da noi sopra descritto, che ciò che consente di
riprendere la propria attività lavorativa al massimo delle proprie forze è la sensazione provata a
causa di un sentimento di angoscia e dolore.
4) Il ritorno della quiete dopo la tempesta è descritto dal poeta attraverso elementi che ritroviamo
nella prima parte della canzone: lo splendere del sole, il canto degli uccelli, il fiume che scorre
placido nella valle
5)

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