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PARAFRASI DI ALLA SERA di FOSCOLO

Ecco la parafrasi  della poesia verso per verso con la spiegazione del significato:

1-2: forse perché sei l’immagine di quella quiete a cui tutti siamo destinati (cioè della morte) mi sei così cara
quando sopraggiungi
3: o sera! (La sera è personificata e il poeta le si rivoge direttamente)
3-4: sia quando ti circondano, accompagnandoti, le nuvole estive e i miti zefiri che non portano la tempesta
5-6: sia quando dal cielo gonfio di neve porti sul mondo ombre agitate e lunghe
7-8: ti attendo sempre (“sempre scendi invocata”) e dolcemente ti impadronisci della parte più intima del
mio cuore
9-10: mi guidi, di pensiero in pensiero, come seguendo delle tracce, a riflettere sul nulla eterno
10-12: e intanto questo tempo colpevole, cattivo, fugge e insieme a lui si allontanano le schiere di
preoccupazioni nelle quali il tempo stesso si consuma insieme con me
13-14: e mentre io contemplo la pace che tu porti, si placa quello spirito combattivo che freme e fa sentire
la sua voce fiera nel mio animo.

ANALISI DEL TESTO ALLA SERA: FIGURE RETORICHE

Di seguito l’analisi più dettagliata delle figure retoriche presenti nella poesia.

 Anafore vv. 3 e 5: “e quando…e quando”

 Enjambements vv. 5-6; vv. 7-8; vv. 10-11; vv. 13-14: “inquiete / tenebre”; “secrete / vie”; “fugge /
questo reo tempo”; “dorme / quello spirto guerrier”Apostrofe v. 3: “o sera”

 Metafore v. 14: “fatal quiete”; “spirto guerrier ch’entro mi rugge”

COMMENTO DI ALLA SERA

La sera, nella buona come nella cattiva stagione, non è solo il momento di tranquillità in cui cessano le
occupazioni e gli affanni della giornata, è soprattutto l’immagine della morte: il poeta ce lo dice nei primi
due versi e riprende poi l’accostamento nella prima terzina sottolineando che per questo motivo ogni
giorno attende questo momento della giornata.
È la sera stessa a condurre con sé il pensiero della morte, confondendosi con quella. Quanto è desiderata e
amata la sera, altrettanto lo è la morte, riposo finale dei dolori della vita. Nella visione materialistica di
Foscolo, la morte è nulla eterno: se questo pensiero sgomenta il poeta, prevale comunque la convinzione
che con la morte cessino le passioni, che tormentano inutilmente la vita umana

Parafrasi

Forse perché sei l’immagine della morte, arrivi a me così gradita, o sera.
Sia quando ti accompagnano le nubi estive e in calmi venti tiepidi, sia quando dal cielo invernale, carico di
neve, porti le tenebre sull’universo. In ogni situazione, sempre sei invocata da me e occupi le zone più
segrete del mio animo dandomi dolci sensazioni.

Mi fai errare sulle orme che vanno verso la morte e intanto questo tempo malvagio scorre, e con esso
vanno via anche i numerosi affanni in cui quest’epoca si sta logorando insieme con me.
E mentre io contemplo la tua quiete, si placa quello spirito guerriero che rugge nel mio cuore.

Analisi

Alla sera è una rielaborazione del sonetto classico petrarchesco. Nelle quartine vi sono le premesse di ciò
che verrà detto nelle terzine.

Nelle due quartine (vv. 1-8) vengono presentate tutte le circostanze che accompagnano l’arrivo della sera:
sia che essa arrivi in una stagione calma, sia nella stagione invernale. Qui prevalgono quindi le sensazioni
descrittive. Il primo verso, inoltre, inizia con forse, come se il poeta volesse continuare in questo
componimento un suo ragionamento iniziato precedentemente.

Nelle due terzine (vv. 9-14) prevalgono invece le sensazioni meditative e riflessive: l’autore racconta gli
effetti dell’arrivo della sera nel suo animo. In particolare l’arrivo di questo momento della giornata, in cui
riesce finalmente a domare il suo spirito di ribelle, che raggiunge un po’ di quiete.

Dal punto di vista stilistico, è importante notare l’utilizzo delle metafore perché in esse vengono espressi i
nodi concettuali più importanti (v. 9: la sera lo fa vagare sulle orme che portano al nulla eterno).

Il sonetto è poi caratterizzato dall’utilizzo di molti enjambements, che spezzano il ritmo dell’endecasillabo
(v. 2, v. 3, v. 5, v. 6 etc).

Dal punto di vista del lessico, nel sonetto sono presenti sia parole auliche e termini poetici (imago, aere) sia
parole comuni (cara, estive, vieni).

Ugo Foscolo

Commento

Il tema centrale della lirica è quindi la contemplazione della pace che porta la sera. Finalmente in quest’ora
della giornata il poeta riesce a calmare il suo spirito romantico e a riflettere sulla propria vita. La riflessione
diventa poi generale e si sposta sulla vita, sul tempo moderno che è pieno di affanni, come viene qui
definito.

Il tema della sera e della sua quiete è un topos letterario, perché utilizzato sin dall’antichità da numerosi
autori: per definizione, la sera è infatti il momento della giornata in cui ci si più fermare a pensare.
Soprattutto, alla sera si cerca un po’ di pace dopo i problemi affrontati durante la giornata.

Foscolo, a causa della sua vita travagliata, esalta in questo sonetto il suo desiderio di ritrovare la pace
spirituale. Essa per lui può essere raggiunta in maniera definitiva solo con la morte, il nulla eterno che,
però, non lo spaventa.

L’autore ci regala così un capolavoro della letteratura italiana, improntato su un tema classico ma rivisto in
chiave moderna, attraverso l’esaltazione degli ideali illuministi che hanno sempre contraddistinto il
pensiero foscoliano.
COMMENTO

Ugo Foscolo ci mostra la sera come immagine della morte, totale annullamento dell'esistenza ma anche
pace per l'anima, e per questo molto cara al poeta. I versi lasciano chiaramente trasparire il sofferto
rapporto tra il desiderio di pace e la negatività del presente storico, che provoca nel poeta un sentimento
angoscioso di sofferenza per la vita. Sia quando si mostra con i suoi tramonti estivi, accompagnata da venti
leggeri, sia quando è accompagnata da lunghe e inquietanti tenebre invernali, la sera è sempre desiderata
da Foscolo, perché essa ispira i suoi più intimi pensieri e le più segrete aspirazioni. 
L'autore confida infatti che l'apparizione della sera lo induce a meditare sulla vita e sulla morte, vista come
«nulla eterno», un annullamento totale e definitivo dell'esistenza. A questa dimensione indefinita ed
infinita si contrappone il tempo, che passa rapido portando con sé preoccupazioni. Solo quando il poeta
contempla il silenzio e la pace della notte, la sua anima ribelle e guerriera, attanagliata dalla rivolta
interiore, si placa e per un attimo il poeta riesce a liberarsi dal dolore e dalla tristezza della sua condizione.
La poesia esprime tutto pessimismo e tutta la preoccupazione del poeta, intristito dalle avversità della sua
condizione, ma anche tutta la sua volontà di allontanarsi dal presente per immergersi in una dimensione
fuori dal tempo, nella morte, che è totale annullamento ma anche pace, in cui riuscire a placare il tumulto
interiore.
La sera è anche la confidente del poeta; è il momento in cui il poeta riflette sulla propria vita e sulla morte
chiarendo a se stesso la sua visone di vita.

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