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Il tema principale del sonetto la vanit della vita.

In questo sonetto Petrarca molto turbato


e sconfortato. Laura morta ed egli nota con sgomento la fugacit della vita. Sente dietro di s il
passo della morte. Non lo confortano i ricordi del passato, anzi lo tormentano. Non intravede alcuna
speranza nel futuro perch non ci sar Laura. Riprende il motivo della vanit del tutto che gi
annunciato nel sonetto introduttivo (quanto piace al mondo breve sogno 1).
Nella prima quartina la vita e la morte sono personificate. Petrarca vede la vita cio il tempo
come una cosa materiale che fugge e non sarresta 2 mentre la morte si presenta nellimmaginazione
del poeta come un pauroso fantasma che vien dietro a gran giornate 3. Vi sono le metafore che
riguardano la guerra (a gran giornate, mi danno guerra). Queste metafore descrivono langoscia
nel presente e nel passato, che ormai non sono pi capaci di dare alcuna consolazione al poeta.
Sottolinea il sentimento della caducit delle cose mondane, per non pu sostenere che nel
presente sia pi forte. La ragione e i suoi sentimenti sono in contrasto. Ancora c la passione che
soltanto mitigata nel lungo pensare. Egli cosciente che non potr superare le sue debolezze neanche
nel futuro. Questo conosce anche nel Secretum dove nel terzo libro SantAgostino gli consiglia di
rinunciare le sue passioni. Petrarca gli d ragione per dice che non sa come rinunciarci. Per quello
che caduco si perde lanima e per questo gli fanno paura il passato, il presente e anche il futuro. Gli
tormentano i ricordi, la vita nel presente, anche lattesa del futuro nel quale non vede alcuna
speranza.
Nella seconda stanza con una perifrasi allude al suicidio (s che n veritate, se non chi di
me stesso pietate,i sarei gi di questi penser fra) 4. Lo lacera un dissidio interiore, per c ancora
dentro di lui piet per se stesso. Nella terza stanza si ricorda delle gioie che ha provato nel passato e
non sicuro che sia mai stato felice (salcun dolce mai ebbe l cor tristo5).
Alla fine, c la metafora del navigare che la metafora di base e poi ci sono le pi piccole
metafore nautiche. La vita paragonata ad un viaggio per mare. Tramite la metafora di navigare il
poeta ci dice che la sua vita futura gli appare come una navigazione in un mare in tempesta. Questo
una antica metafora. I provenzali paragonavano lamore al nave che viaggia sul mare. Invece, la
1

Francesco Petrarca, Canzoniere, Introduzione di Roberto Antonelli, saggio di Gianfranco Contini, note al testo di
Daniele Ponchiroli, Giulio Einaudi editore, Torino, 1964, p. 3.
2
Ibidem, p. 346.
3
Ibidem, p. 346.
4
Ibidem, p. 346.
5
Ibidem, p. 346.

metafora del porto rappresenta il tramonto della vita nel quale si dovrebbe trovare sollievo. Petrarca
rappresenta anche il porto in tempesta e ne possiamo concludere che egli ha una visione tormentata
della morte. Il suo nocchiere cio lAmore lo conduce verso il porto, cio verso la morte. I venti
squassano le sartie e gli alberi della nave, come le sue passioni squassano la sua mente, la sua anima
e la sua vita. Qui, i bei lumi sono gli occhi belli di Laura che un tempo erano oggetto di
ammirazione e illuminavano la sua navigazione cio la vita. Adesso non sono pi luminosi, ma privi
di luce, spenti, sono gli occhi di una persona morta.
Il polisindeto domina tutto il sonetto e gli d un ritmo faticoso (La vita fugge et non si
arresta; et la morte et le cose presenti et le passate; et le future anchora; veggio fortuna in porto et
stanco omai et rotte arbore; e i lumi).
Anche luso di apostrofi e forme elise e tronche presenta questo profondo dolore interiore. Gli
altri strumenti con cui Petrarca descrive questo suo tormento interiore sono laffollamento di verbi di
movimento, che dimostrano affanno (fugge, vien, tornami) e le antitesi (vita-morte, fuggesarresta,dolce-tristo).
Le figure retoriche presenti sono per lo pi anastrofe e iperbati ( e le future anchora;
veggio al mio navigar turbati i venti; e i lumi che mirar soglio, spenti). Ci sono anche
enjambement ( et le cose presenti et le passate/mi danno guerra; salcun dolce mai/ebbe l cor
tristo; e poi da laltra parte/veggio al mio navigar turbati i venti; et stanco omai/il mio nocchier).
La metafora di un mare in tempesta che lo spaventa e lo fa dubitare del navigare futuro la
metafora che Petrarca usa in Passa nave mia colma doblio cio la metafora del mare aspro in
tempesta e della nave in difficolt, per in quello sonetto il porto rappresenta la salvezza e la morte
rappresenta una conciliazione. Nota che con il tempo la sua situazione non pu migliorare e che il
disaccordo tra spirito e cose materiali rester intrinseco nella sua anima. La stessa situazione notiamo
nel sonetto Erano i capei doro a laura sparsi.
Quindi, in questo sonetto la morte gli si presenta come uno spettro e non come approdo di
tranquillit, non come meta che deve raggiungere per la pace in eterno, a differenza del sonetto
Quanto pi mi avicino al giorno estremo dove la morte, invece, vista come liberazione. La vita
segnata da tormenti continui, della sua vicenda d'amore ma anche delle domande di ogni uomo sul
suo destino e sulla fugacit della vita. Petrarca presenta questo dramma universale attraverso la sua
storia.

Bibliografia
Francesco Petrarca, Canzoniere, Introduzione di Roberto Antonelli, saggio di Gianfranco Contini,
note al testo di Daniele Ponchiroli, Giulio Einaudi editore, Torino, 1964.

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