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Guido Mazzoni
possibile muoversi in entrambi. L'elenco dei progetti di Leopardi diviso da una faglia,
le opere di cui parla appartengono a due idee di letteratura inconciliabili tra loro: una
moderna, e una premoderna. Benjamin, suggerisce, in uno dei suoi grandi saggi, che le
strutture narrative si evolvono con lentezza perch esprimono le trasformazioni profonde
della storia umana, il loro lungo tempo. I sistemi culturali coevi, tendono ad intersecarsi
tra loro e a subire l' influenza dei grandi sistemi materiali che li sorreggono come l'
economia, la politica, ecc..e a produrre una specie di sintesi. Non possiamo credere che
pochi testi, di cui parliamo, possano rappresentare un periodo storico interno. Le opere
dominanti non si impongono perch prevalgono nella lotta interna al sistema ma perch si
adattano meglio al cambiamento storico complessivo. Le forme dell' arte registrano la
storia degli uomini meglio dei documenti. Possiamo affermare, utilizzando una
similitudine geologica, che lo spazio letterario di un epoca corrisponde alla superficie
terrestre e che i generi sono le zolle che danno forma con i loro movimenti alla crosta del
pianeta. Cosa sono i generi letterari non chiaro. Goethe formula il suo dubbio sui
confini dei generi in alcune note del Divan occidentale-orientale (1819), e afferma che
classificare sistematicamente i generi poetici produce non poche difficolt. Nel senso
comune, il concetto di genere indica famiglie di testi del tutto disomogenee, come l'
allegoria, la ballata, la cantata, il dramma, l'elegia, l' epigramma, l' epopea, l'epistola,
l'eroide, la fiabe, l' idillio, il poema didascalico, il romanzo..ecc.. Quindi entit
completamente diverse ricadono sotto lo stesso nome di genere letterario. Goethe,
propone, di distinguere dalla massa dei generi poetici le tre grandi forme naturali della
poesia: l' epica, la lirica e il dramma. Goethe ritiene anche che alcune famiglie di generi
siano in un rapporto paritario, mentre altre, in un rapporto di subordinazione come ad
esempio tra il romanzo di fantascienza, il romance, il romanzo e la narrativa: il primo
un sottoinsieme del secondo, il secondo del terzo e il terzo del quarto. Ma l'ipotesi di
questa catena deduttiva offre molte difficolt, perch rimanda ad un paragone tra le
famiglie letterarie e le specie animali che non coglie la logica complessiva delle nostre
categorie.
I generi nono rispecchiano l' essenza della letteratura, ma disegnano degli insiemi di testi
storicamente imparentati fra di loro da alcune somiglianze. Evidenti rapporti di parentele
giustificano l' esistenza di un genere. I generi sono tenuti insieme da due elementi
diversi: un' oggettiva somiglianza di stile e argomento tra i testi che li compongono e gli
schemi mentali che consentono ai lettori di percepire la continuit tra le opere. I generi
letterari sono delle costruzioni estetiche che rappresentano immagini del mondo
condensate in una forma plastica e destinate ad un certo pubblico. La nascita, la morte e
la metamorfosi di generi letterari rispecchiano la nascita, la morte e la metamorfosi di una
visione della realt e dei ceti che vi si riconoscono. Se, come abbiamo detto, chiamiamo
spazio letterario l' insieme delle opere a cui ragionevole dedicarsi in una certa epoca, i
generi sono le strutture trascendentali che ordinano questo spazio, scegliere di dedicarsi
ad un genere piuttosto che ad un altro, significa adottare un'immagine del mondo e della
vita.
La poesia moderna nasce da una metamorfosi che dura molti secoli e che culmina fra la
seconda met del Settecento e la prima met dell'Ottocento. In questo periodo due dei
generi che la poetica antica e classicista ritenevano migliori, l' epos e la tragedia,
declinano in favore della novel e del dramma borghese, che mettono in scena, in modo
serio e problematico, le storie delle persone ordinarie e i conflitti della vita quotidiana.
Quello che ci sorprende dei Disegni di Leopardi, che lo stesso autore dell' Infinito pensi
ancora di dedicarsi ad un poema didascalico sulle selve, un tema cos convenzionale e
cos distante dall' uomo del diciannovesimo secolo. Il terreno della poesia moderna,
composto sopratutto da opere in versi, ma arrivata anche ad inglobare testi in prosa che
si distinguono per il contenuto autobiografico e per la densit formale. Il centro della
poesia moderna occupato da componimenti brevi o di media lunghezza, quasi sempre
in versi, che parlano di tempi personali in uno stie personale. E' per questo che il
progetto leopardiano di usare i versi per raccontare o spiegare un tema convenzionale e
distante dall' esperienza vissuta. La poesia didascalica da almeno due secoli che none
esiste pi, ma presente solo in forma parodica o sperimentale come in Gozzano. Anche
la narrativa versificata subisce una netta crisi. Il prestigio dei poemi narrativi lunghi
decrebbe nel diciannovesimo secolo, mentre, a lirica conquistava l' egemonia sulla
scrittura in versi. La lirica, la poesia soggettiva non esaurisce l' intero spettro della poesia
moderna, alla periferia del genere troviamo anche testi non lirici, come i poemetti, opere
in versi che affrontano contenuti narrativi o saggistici, che rinunciano alla forma
tendenzialmente breve, opaca e soggettiva della lirica moderna, e testi che hanno la
pretesa di abolire la prima persona, di eliminare ogni contenuto manifesto, e di ridurre la
poesia ad un gioco di pure suggestioni formali ( Mallarm). La poesia soggettiva degli
ultimi secoli ha esasperati l' egocentrismo. raccontando al pubblico esperienze personali
che in altre epoche sarebbero state giudicate ininteressanti oppure non adatte ad un'opera
seria. Adorno, filosofo del ventesimo secolo in un saggio del 1950 intitolato Discorso su
lirica e soggettivit, afferma che il contenuto di una poesia pi di un moto dell' animo
perch i contenuti diventano universali. Il poeta non mosso solo dal desiderio di parlare
di s perch il poeta sente qualcosa prima degli altri e attraverso la lirica lo rende
universale, quindi, secondo Adorno, la creazione lirica mira all' universale. Se ci
riflettiamo un p un paradosso, perch il poeta spera di raggiungere l'universalit, ma lo
fa dicendo IO.
discorso cinque secoli fa era condiviso solo d una minoranza di lettori specialisti. Nella
cultura antica la lirica, era la poesia cantata al suono della lira, mentre nella nostra cultura
la lirica uno dei tre grandi generi teorici in cui la letteratura si divide, quello che
accorpa i testi dove un io espone dei contenuti fortemente soggettivi come passioni, stati
d'animo, riflessioni personali. Questa divisione dei tre grandi generi della letteratura
avviene tra il 1750 e il 1800 e viene fatta ad opera dei romantici i quali distinguevano la
letteratura in tre generi: lirico, epico, drammatico.
autobiografici si combina con uno stile costruito per attirare l' attenzione sull' io dello
scrittore che esprime se stesso nel testo. Come abbiamo detto per le teorie antiche, la
poesia era mimesi della realt e non libera creazione di un io. I primi a dare uno statuto
teorico alle categorie antiche furono i grammatici e i filologi alessandrini, infatti la parola
lyrikoi compare in epoca alessandrina per distinguere i nove poetici che componevano il
canone dei lirici arcaici; Alcmane, Saffo, Alceo, Anacreonte, ecc.. Successivamente
chiamarono poesia lirica, la poesia cantata al suono della lira. Gli alessandrini fanno una
rigida divisione in sottogeneri di quella poesia che dal romanticismo in poi avrebbe fatto
parte di una grande categoria sintetica. Quintiliano ne decimo libro dell' Istituitio oratoria
nomina vari generi e li associa ad un preciso atteggiamento esistenziale che dimostra
inconcepibile l' idea che un giorno questi sottogeneri avrebbero potuto far parte di un
genere allargato. La categoria unitaria di lirica e il sistema moderno dei generi si
affermano intorno alla met del Cinquecento in Italia. Minturno fa una distinzione tra l'
epica, epica scenica e l' epica lirica e le forme minori vennero interpretati come varianti
delle tre classi principali. L' idea che i componimenti in versi di argomento soggettivo
appartengono a un grande genere sintetico nasce gi un decennio prima di Minturno. La
partizione abbastanza moderna di Minturo nasce da un criterio aristotelico, cio dall'
analisi dei mezzi che il poeta usa per mimare la realt: l' epica ha bisogno solo della
parola, la scenica si serve della rappresentazione teatrale e la lirica della parola
accompagnata dal ballo e dal canto. Nella met del Cinquecento per, la maggior parte
delle poesie erano scritte per la lettura silenziosa e quindi iniziarono a legittimarsi dalla
musica. Ci che teneva insieme le poesie liriche non era pi tanto il legame con il canto,
ma la capacit di evocare gli effetti dell' animo, cosa sulla quale Minturno ne L' arte
poetica si soffermava a lungo. Ma secondo la teoria antica, il poeta doveva parlare il
meno possibile, doveva solo raccontare i fatti, essendo la poesia mimesi della realt , il
poeta quindi doveva creare una trama e non esporre la sua vita interiore. I teorici italiani
del Cinquecento, introdussero un nuovo sistema di generi per coprire un vuoto
intollerabile nato da le Lezioni intorno alla poesia di Segni. Quest' opera di Angelo Segni,
nasce dall' invito dell' Accademia fiorentina che era solita chiedere ad un letterato, di
commentare alcune poesie di Petrarca. Segni analizza la lirica di Petrarca In quella parte
dove Amor mi sprona, e riflette sulla poesia secondo i principi aristotelici e platonici. Il
poeta, dice Segni, quando parla in prima persona, non imitatore, e la mimesi autentica
inconciliabile con l' autobiografia. Quindi, seguendo i criteri aristotelici e platonici,
Petrarca, non potrebbe essere definito poeta, in quanto non crea una mimesi della realt,
ma esprime la sua autobiografia in prima persona. Ma ovviamente, non si poteva togliere
il titolo di poeta a Petrarca. Nel sistema della poetica antica, quindi non c'era posto per
un opera come il Canzoniere di Petrarca, bisognava dunque trovare un compromesso:
Petrarca doveva diventare conforme alle regole canoniche antiche, ma la sua autorit fu
talmente forte che si decise di pensare alla poesia lirica come un genere unitario, nozione
estranea alla cultura greca e latina, che deve la propria origine al peso che il Canzoniere
aveva nella letteratura volgare europea. In Petrarca convivono metri diversi e temi
diversi, in cui l' unit complessiva assicurata solo dall' unit dell' io che scrive. La
poesia, quindi non sembrava degna di figurare accanto all' epica e alla tragedia come
forma canonica e perfetta. Tasso, nei Discorsi sull' arte poetica, afferma che il primato
della lirica non la costruzione di una trama o la mimesi di azioni, ma l' espressione di
concetti, cio di contenuti della vita interiore. Bench gli argomenti a favore della lirica
fossero consistenti,la maggior parte dei trattatisti, continu ad interpretare Aristotele e
Platone alla lettera. Solo tra la fine del Seicento e l' inizio del Settecento la divisione
della poesia in epica, lirica e drammatica si diffuse in tutte le grandi letterature europea. Il
predominio di un sistema sull' altro, dipendeva anche dalla nazionalit di chi l'
interpretava, ad esempio i letterati italiani, mettevano sullo stesso piano l' epica della
tragedia e della commedia, mentre i letterati francesi separavano l' ode dalle altre forme.
In Italia, possiamo affermare, che la lirica stata legittimata dal Canzoniere, perch dove
di esso, i letterati italiani non poterono dubitare che la poesia soggettiva di stile grave
abbia una dignit pari a quella dei grandi generi classicista, mentre in Francia manc un
poeta come Petrarca, capace di conferire con la sua opera lo stesso prestigio di cui
godevano l' epica , la tragedia e la commedia alla lirica.
tripartizione dei generi in epica, lirica e dramma, viene fatto dai romantici.
Castelvetro, afferma che la poesia complicata perch scissa in tante categorie poco
affini: Commedia, epopea, tragedia e una quarta categoria in cui confluisce tutto ci che
non definito con precisione. Leopardi quando pensa ai propri versi le pensa alla vecchia
maniera lirica, pensa alla quarta categoria di Castelvetro, ma dopo il 1826, qualcosa in lui
cambia e aderisce alla partizione del genere romantico (epica, lirica, dramma). Leopardi
si pone il problema di entrare in una categoria, si riconosce nel genere lirico definito il
pi nobile e il pi poetico perch il genere che muove le corde dell' io.
Nello
e il
primogenito. Nell' edizione delle poesie di Leopardi del 1826, tutte le poesie vengono
divise in sottogeneri, elegie, epistole morali, satirici, successivamente alla svolta
romantica nel 1831, tutte le liriche vengono inglobate sotto un unico titolo. Questa
vicenda dimostra che chi dice Io un poeta perch rivendica la propria soggettivit. I libri
scritti prima della svolta moderna hanno solo una funzione civile, mentre, quelle
successive alla svolta moderna presentano la rivendicazione del soggetto. Questo
possibile solo dopo la rivoluzione francese, perch prima, era possibile narrare solo l'
autobiografia di persone illustri che avevano un messaggio morale, mentre in epoca postrivoluzionaria assistiamo alla rivendicazione del soggetto e la legittimazione a narrare la
propria esperienza. La rivoluzione francese, dunque uno spartiacque fortissimo. La
biografia nasce con la rivoluzione, quando nasce l' identit dell' uomo, ogni vita, diventa
degna di essere narrata. Il libro di poesia, dunque, una garanzia di esistenza in cui si
legittima la propria vita. La lirica, quindi, non pi una guida con funzione morale.
Esiste perch c' qualcuno che dice io. La lirica nell' Ottocento si specializza in senso
lirico e la lirica, diventa sempre pi soggettiva, diventa il genere dell' autobiografia
interiore e dell' autoespressione. Il sistema di generi, totalmente diverso da quello
antico. Con il romanticismo nascono degli schemi di storia letteraria che si fonda su delle
fratture epocali. In alcuni casi ci si limita a contrapporre la lirica moderna cio quella
romantica a quella antica e classicista, oppure ci si riferisce ad uno schema tripartito: un
epoca primitiva in cui la lirica era voce spontanea delle passione seguita dall epoca
premoderna in cui la lirica dominata dall artificio. L epoca premoderna termina con l
arrivo dei romantici che riportano la lirica alla sua forma primitiva. Secondo Francesco
de Sanctis, nella sua Storia della Letteratura, la poesia moderna inizia con Foscolo e
Leopardi. Nei Sepolcri, come ci dice De Santis, appare luomo nella sua intimit, nei
delicati sentimenti della natura civile. Foscolo quindi, annuncerebbe i tempi nuovi, in
primis perch nella sua poesia parla una persona vera e non una maschera convenzionale
come nella poesia arcaica. Soggetto poetico e persona biografica coincidono, si annulla
quindi la distanza tra il personaggio che dice Io e che mette la firma sulla copertina. Il
secondo motivo per cui Foscolo, secondo De Sanctis, un annunciatore nei tempi nuovi,
risiede nello stile: Foscolo elimina da ogni verso la musicalit settecentesca, e inventa
uno stile nuovo al contempo semantico e personale. La nuova poesia lascia parlare i
pensieri e le passioni di un io biografico concreto, rinunciando le convenzioni artificiose.
Concludendo, possiamo affermare che la letteratura si divide in tre grandi generi, due dei
quali, lepica e il dramma sono definiti da tratti formali incontestabili, mentre il terzo, la
lirica, deve la propria identit alla combinazione di un elemento tematico, cio, l
autobiografia e un elemento formale e cio l auto espressione. La lirica ha una storia
discontinua e divisa in due o tre stagioni: una remota e quasi mitologica e cio lepoca
della poesia primitiva, una premoderna dominata dalla convenzione, dalle regole e dall
artificio,e la poesia moderna che riporta la lirica alla sua funzione autentica, lasciando
che l io si esprima liberamente nel testo con immediatezza e sincerit.
relazione didentit che sussiste tra io empirico e io lirico: tale identit non si dava n in
quella che Mazzoni chiama lirica di societ n nella grande tradizione lirica romanza,
laddove un io fungibile vive esperienze individuali (perch dettate da una prima
persona singolare) ma non individuate (perch indistinte ed emblematiche), dando
luogo a quello che Mazzoni definisce autobiografismo trascendentale. Assumendo
Petrarca come autore esemplare per ci che riguarda questo tipo di rapporto tra io
empirico e io poetico e, nel solco dunque degli studi del Santagata, Mazzoni scrive sul
Canzoniere alcune delle pagine pi chiare fra quante siano state dedicate allargomento. I
caratteri pi vistosi della poesia di Petrarca soppressione dei dettagli circostanziali, la
censura linguistica, il carattere esemplare della fabula- vengono giustificati nel quadro di
un ideale poetico che consegue luniversalit non attraverso unestrema individuazione
bens attraverso la proiezione sull io di parole e concetti universali.
LInfinito invece prossimo al terzo modello di lirica che Mazzoni individua definendolo
autobiografismo empirico. In esso, il poeta pu, attraverso un linguaggio privato,
mettere in forma frammenti di autobiografia che non ambiscono n a rappresentare
lintero della biografia stessa n a presentare la propria privata esperienza come
esperienza comune. Ci tanto pi evidente quanto pi si consideri la poesia successiva a
Leopardi. Il secondo testo esemplare che Mazzoni osserva rapidamente il celebre
componimento di MontaleLa speranza di pure rivederti. Con Montale il lirismo
autobiografico che Fiubiniriconosceva in Leopardi giunge al grado estremo, sostituendo
alla retorica sovrapersonale dei poeti moderni un codice del tutto privato. Rispetto a
Petrarca ed questa losservazione decisiva- sembra cambiata la logica stessa del
genere letterario: perch la lirica abbia un valore universale, perch lio significhi noi
non pi necessario che la prima persona sublimi la propria accidentalit.
Levoluzione dei generi risulta ancora pi chiara se misurata sul piano dello stile, che
Mazzoni illustra nel terzo capitolo.
Il terzo capitolo dedicato alla forma della poesia e alle due soglie storiche che essa ha
attraversato negli ultimi due secoli.
Prima, tra la fine del Settecento e linizio dellOttocento, lespressivismo romantico ha
rifiutato le regole classicistiche e ha cessato di considerare la poesia come una
variazione ornamentale della prosa (Barthes). Il documento che meglio di qualsiasi
altro certifica questo passaggio la prefazione di Wordsworth alle Lyrical Ballads, nella
quale una scrittura naturale, originale, individuale, autentica, capace di tradurre in forma
senza mediazioni il traboccare spontaneo di sentimenti potenti, opposta alla poetic
diction tradizionale e al suo canone di decorum metrico, retorico, tematico che genera
uno stile artificioso e meccanico. Lo stile del poeta moderno personale e solitario,
perch riflette una passione individuale e autentica, mentre la poetica diction
convenzionale e collettiva. Wordsworth e Barthes dunque descrivono gli effetti di una
metamorfosi che incomincia nel corso del Settecento inaugurando unepoca nuova della
storia letteraria e una concezione dello stile ancora largamente egemone. Solo nel corso
del Settecento dopo una metamorfosi durata un secolo si afferma lidea secondo la quale
le figure retoriche non sono degli abbellimenti scelti a freddo per rispettare alcune
consuetudini, ma i sintomi di una passione, di un modo di fare esperienza, di un pensiero.
La seconda soglia storica, tra Ottocento e Novecento. Mazzoni chiama la teoria dello stile
che si afferma allinizio dellOttocento espressivistica ripredendo laggettivo da Taylor,
che definisce in questo modo latteggiamento, romantico e moderno, di chi ripone il
senso della vita nella manifestazione della propria differenza soggettiva. I poeti traggono
le estreme conseguenze dalla libert romantica e alla lingua e alle forme ancora
socializzabili e condivise dei loro predecessori (fino a Hugo e a Baudelaire) sostituiscono
un loro proprio idioletto (Rimbaud, Mallarm) Le conseguenze di pi ampia portata di
questa nuova teoria dello stile sarebbero per state percepite nel Novecento, con la
liberazione e il rinnovamento della forma poetica nelle componenti del metro, del lessico,
della sintassi e dei tropi. Possiamo dunque dire che come se la lirica moderna
dovesse la propria origine a due metamorfosi parallele che tendono entrambe
allindividuazione:
Alla domanda quando nasce la poesia moderna occorre rispondere che la poesia
moderna uno spazio letterario che si forma lentamente. Fra la fine del Settecento e
let delle avanguardie storiche questo spazio acquista progressivamente nuove
dimensioni, e chi lo occupa si trova davanti possibilit inedite: pu parlare di s, usare
qualsiasi parola, andare a capo quando vuole, servirsi di figure retoriche cos originali da
risultare oscure.
linizio
dellOttocento.
Potremmo
chiamare
questo
archetipo
assoluta del poeta trova lultima riserva di verit e di autenticit rimasta in un mondo
inautentico. I paragrafi 5 e 6 descrivono le periferie antiliriche che nello spazio della
poesia moderna si dispongono attorno a questo nucleo lirico:
- Da un lato il long poem o il poemetto narrativo che tende al recupero delloggettivit.
Eliot forse il pi famoso e influente tra gli autori che, nel corso del Novecento, hanno
cercato di rinnovare la scrittura in versi rifiutando la centralit dellio. Questa periferia
antilirica si combina con il centro lirico in molti modi.
- Dallaltro lato opposto della poesia moderna troviamo unaltra periferia antilirica, nata
con il simbolismo francese attorno allutopia di una poesia pura. Mallarm ritiene che sia
inutile che i poeti esprimano se stessi con immediatezza, presuppone la scomparsa
elocutoria del poeta e, sul piano degli effetti, un solipsismo che rinuncia a ogni legame
con le strutture pubbliche del mondo della vita, finendo per generare unoscurit
impenetrabile Nei paragrafi 7 e 8 Mazzoni inizia una riflessione che si sviluppa pi
ampiamente nellultimo capitolo, e che abbandona il piano della ricostruzione storica per
affrontare il problema del significato attuale della poesia tanto in s, per la visione del
mondo che essa sottende e veicola, quanto nei suoi rapporti con gli altri generi letterari.