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IL ROMANZO FRANCESE DEL 900

CAPITOLO 1 – UNO SPAZIO LETTERARIO COMPOSITO

Crisi del romanzo e nuovi orizzonti


Il romanzo entra nel Novecento in condizioni di salute precarie. Mentre la poesia e le arti figurative
adeguavano senza fatica i rispettivi linguaggi alla modernità, il romanzo sembra condannato a ripetere
stancamente moduli superati del realismo e naturalismo. In questo quadro un ruolo di primo piano è svolto
dalle riviste letterarie, che promuovono e ospitano inchieste, dibattiti o articoli.
Tra le diverse voci spicca quella della “Nouvelle Revue Française”, rivista fondata nel 1909 e destinata a
diventare il più prestigioso luogo di incontro e dibattito intellettuale del ‘900.
Proprio sulle pagine della NRF, esce nel 1913 un penetrante articolo di Rivière intitolato “Le roman
d’aventure”. Rivière è convinto che per la narrativa si prospetti un nuovo corso e, secondo lui, il romanzo
nuovo non assomiglierà a nessuno di quelli prodotti dalla letteratura francese fino a quel momento. Nel
romanzo nuovo atteso da Rivière si perde di vista la direzione, il filo della storia e prevale l’inutile, il
superfluo, quello di cui si sarebbe potuto fare a meno.

Gide: dalla crisi del romanzo al metaromanzo


L’ampio arco cronologico abbracciato dalla produzione narrativa di André Gide, a cavallo tra i due secoli,
rappresenta la crisi del modello ottocentesco del romanzo e la ricerca di soluzioni innovative. Le
problematiche esistenziali emerse nella produzione precedente, saranno raccontate attraverso la narrazione
del récit, genere di matrice classica, con il quale Gide designa un racconto retrospettivo in prima persona,
dalla struttura lineare e unitaria, fortemente centrato sul protagonista e con pochi altri personaggi. Il récit
gidiano segna la definitiva emancipazione dall’estetica simbolista che si realizzerà compiutamente in
apertura di secolo con l’Immoraliste e con La porte étroite. I personaggi di Michel (Immoraliste) e Alissa
(La porte étroite) incarnano i rischi di scelte di vita opposte: abbandonandosi senza freni alle gioie dei sensi,
il primo finisce per provocare la morte della moglie, mentre la seconda, prigioniera di una concezione divina
e perfetta dell’amore.

Proust e la ricerca del romanzo


È noto che quando, nel 1912, Marcel Proust pubblicò à la Recerche du temps perdu, ricevette inizialmente
dei rifiuti, dallo stesso André Gide, che dovette successivamente scusarsi.
D’altronde non era facile, ai primi del novecento, valutare e comprendere la scrittura Proustiana, in quanto
era segno di una ricerca espressiva innovatrice. Nell’opera il tempo è un tempo psichico e non cronologico,
che si apre a improvvise intermittenze in cui il protagonista si pone degli interrogativi. L’opera è composta
da 7 volumi; l’impianto si fonda interamente su un sistema di opposizioni binarie. Le due tematiche
principali sono, da una parte, quella dell’amore e della gelosia e, d’altra parte, quella delle fantasticherie del
Narratore bambino intorno al prestigio della nobiltà. Che siano pienamente sviluppate, accennate o soltanto
annunciate, le tematiche dell’intera opera sono tutte già presenti nel primo volume.
I cinque dei sei volumi che seguono hanno da una parte la funzione di arricchire il quadro di nuovi
personaggi e avvenimenti, e d’altra parte quella di dilatare le tematiche già introdotte nel primo volume.

Adolescenza e “récit poétique”


Dando uno sguardo alla vasta produzione narrativa dei primi decenni del secolo emerge lo spiccato interesse
dei romanzieri per l’adolescenza. Sullo sfondo del conflitto con il mondo adulto e l’ordine borghese,
l’adolescente incarna il nuovo, la purezza, la libertà, il sogno e l’avventura.
In un’epoca di ricerca di nuove soluzioni per il romanzo, il récit poétique si propone come possibile
soluzioni.
ALAIN FOURNIER – LE GRAND MEAULNES
L’opera che inaugura questo genere è Le Grand Meaulnes di Alaian Fournier. i temi prediletti dall’autore
riescono a prendere forma narrativa senza tuttavia perdere spessore poetico, grazie soprattutto alla scelta di
presentare la realtà attraverso lo sguardo sognante e straniato dell’infanzia, capace di cogliere il meraviglioso
anche nel quotidiano.

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La storia si incentra sull’arrivo di un nuovo allievo nel paesino di Sologne, Augustin Meaulnes e del suo
amore per Yvonne de Galais. L’atmosfera incantata dell’infanzia si rivela continuamente minacciata da
immagini e presagi di morte, prima che questa trionfi nel finale strappando l’eroina alla vita.
Meaulnes, dopo le nozze con Yvonne, scappa e ritornerà in seguito scoprendo che Yvonne è morta e gli ha
lasciato una figlia. Iniziato con l’arrivo di Meaulnes al Sologne, il romanzo si richiude circolarmente su se
stesso con il ritorno di Meaulnes a Sologne.
VALERY LARBAUD
Bambini e adolescenti popolano anche i brevi romanzi di Valery Larbaud, raffinato intellettuale cosmopolita
e attento conoscitore delle letterature straniere.
Il suo primo romanzo, Fermina Màrquez, mette in scena i turbamenti amorosi di un gruppo di adolescenti
all’arrivo di una giovane colombiana nell’universo chiuso del collegio.
JEAN GIRAUDOUX
Un altro autore da inserire in questo filone è Jean Giraudoux, noto soprattutto per la sua produzione teatrale.
L’opera che inaugura la sua carriera di romanziere è Suzanne et le Pacifique. Abbandonata la natia Bellac
per un viaggio intorno al mondo, la bella Suzanne fa naufragio su un isola deserta. Per vincere la solitudine,
Suzanne fa appello alla scrittura, così il viaggio dell’eroina finisce per trasformarsi in un viaggio attraverso il
linguaggio e la scrittura, quindi in un’avventura soprattutto letteraria.
JEAN COCTEAU
Anche la produzione di Jean Cocteau può essere definita con due parole: adolescenza e poesia. Il romanzo
rappresentativo di questo filone è Thomas l’imposteur, che assomiglia a un racconto di guerra, ma qui la
guerra è trasfigurata attraverso lo sguardo infantile del protagonista che, troppo giovane per arruolarsi, veste i
panni del soldato fingendosi nipote del generale e vive la guerra come un gioco fino alla morte finale, dove
ancora realtà e finzione si confondono.

Il romanzo di guerra
Erano poco più che adolescenti i soldati chiamati al fronte nel 1914, e tra essi vi erano molti scrittori. Per
loro la realtà avrebbe assunto le tinte fosche della tragedia e l’avrebbero riversata nelle loro opere. Tra le
opere di guerra abbiamo tra le più d’impatto Le Feu di Henri Barbusse, la quale offre una commovente
lezione di concordia, invita alla fede nell’avvenire e interpreta la distruzione bellica come un massacro.
Soltanto nel corso degli anni Trenta la narrativa fondata sul ricordo delle trincee e della tragedia bellica
abbandonerà sia le forme troppo documentarie che i toni troppo forti.

Il romanzo fiume
La denominazione di romanzo fiume nasce con i dieci volumi del primo ciclo narrativo del Novecento, il
JeanChristophe di Romain Rolland. Dopo il periodo bellico, egli inizia a pubblicare l’opera che gli varrà il
premio Nobel, Les Thibault, otto volumi sul destino di Antoine e Jacques, fratelli di diverso temperamento:
l’uno in apparenza più conformista, l’altro votato a ideali socialisti. Se gli altri volumi dipingono un quadro
realista della vita borghese di inizio secolo, il settimo segna
l’interruzione della Storia nella vita quotidiana dei protagonisti. Da romanzo sentimentale l’opera si converte
in romanzo ideologico. La morte catastrofica dei protagonisti è un messaggio palese: se il vecchio mondo
conservatore è ormai in declino, il mondo giovane non ha messo ancora a fuoco i propri ideali e i propri
obiettivi.

Il récit surrealista
L’abolizione dei confini tra sogno e realtà, ricerca del meraviglioso quotidiano, negazione delle coordinate
spazio temporali e scoperta di un senso nascosto, sono tratti presenti nel movimento surrealista e anche nel
récit poétique. Il primo gesto del Surrealismo è la critica al realismo, infatti nel primo Manifesto del
Surrealismo, André Breton accusa gli atteggiamenti realistici e l’ideologia razionalista. Breton intende
sostituire al romanzo forme narrative in cui la parola discorsiva venga spezzata, interrotta dall’improvvisa
intrusione distrattiva di elementi: pensieri improvvisi e folgorazioni di immagini. Sotto questa nuova
concezione, Nadja costituisce un modello esemplare di récit surrealista.
Il testo è di natura autobiografica e spesso redatto sotto forma di diario, che fa parte di un trittico in cui sono
compresi anche Les Vases communicants e L'Amour fou.

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CAPITOLO 2 – TRA DUE GUERRE

Dal cosmopolitismo all’internazionalismo


Fin dal primo dopoguerra scoppia in Europa una frenesia dei viaggi alimentata da un’inquietudine e dalla
speranza di evasione. Tale frenesia è accompagnata dalla pubblicazione di opere che la testimoniano. Il più
prolifico e acclamato autore di racconti di viaggio è Paul Morand.
PAUL MORAND
Paul Morand riproduce ovunque l’immagine della propria inconsistenza; alla descrizione dello spazio
geografico si sostituisce una duplice esplorazione: da una parte, l’esplorazione dello spazio interiore , d’altra
parte, lo spazio della scrittura e delle tecniche narrative. Le raccolte di novelle garantiscono a Morand un
grande successo di pubblico e di critica. Due raccolte successive saranno inserite in un ambizioso progetto di
cronaca del XX secolo che comprenderà anche i romanzi Bouddha vivant e Champions du monde,
ambientato in America.
Ricorrendo a una scrittura che mischia la finzione con il reportage, la guida turistica e qualche squarcio
lirico, Morand persegue l’intento di offrire immagini di interi continenti, alternando novelle e romanzi.
BLAISE CENDRARS
Nel 1913 Blaise Cendrars intraprende il lungo poema dal titolo Prose du Transibérien et de la Petite Jehanne
de France, epopea dei grandi treni intercontinentali e del mondo moderno. Dopo la crisi della guerra decide
di passare alla forma romanzesca con l’Or, meravigliosa storia del generale Johann August Suter, scritto in
poche settimane al ritorno da un soggiorno in Brasile. È la vita di un uomo, fondatore della Nuova Elvezia in
California e rovinato dalla scoperta dell’oro sulle sue terre che gli costerà invidie, rivalità, conflitti di
interesse. All’uscita dalla seconda guerra mondiale, Cendrars si lancia in un’altra e diversa impresa narrativa,
una quadrilogia che intreccia personaggi e luoghi, ricordi autobiografici e riflessioni sulla scrittura . questa
quadrilogia – o tetralogia – comprende: L’Homme foudroyé, La Main coupée, Bourlinguer e Le Lotissement
du ciel.
ANTOINE DE SAINT-EXUPÉRY
Ridisegna lo spazio geografico Antoine de Saint-Exupéry nella sua epopea dei primi voli aerei. I personaggi
dei romanzi di Antoine di Saint Exupéry, uniti dal senso di responsabilità, vivono per assolvere a un dovere
superiore. La coesione dei personaggi è garantita dalla figura del capo, che di questi uomini è il responsabile
della lucida coscienza. Il piacere del racconto lo scrittore lo ritrova con una favola destinata a un enorme
successo, Le petit Prince, storia dell’incontro del protagonista, nel deserto del Sahara, con un piccolo
principe, evaso da un fantastico pianeta.
ANDRÉ MALRAUX
André Malraux elimina il pittoresco legato al racconto di viaggi e avventure e ancora i personaggi e le azioni
nell’attualità della storia. I due viaggi in Asia lo renderanno un romanziere di successo e prestigio e
porteranno alla pubblicazione di tre romanzi ispirati all’esperienza asiatica, che smuovono in profondità le
convenzioni letterarie e si impongono nella scena. Un nuovo Oriente entra nella letteratura europea e fa la
storia. Les Conquérants racconta e analizza l’innesto dei valori della vecchia Europa, delle energie
dell’uomo occidentale ravvivate dall’appello della Cina rivoluzionaria. Le componenti che si fronteggiano
sono incarnate dai tre personaggi principali: Garine, uomo d’azione dalla coscienza lucida ma fisicamente
malato e incapace di leggere la realtà; Il vecchio Theng-Daï, che rappresenta l’élite culturale locale; il
terrorista Hong figura emblematica degli effetti diabolici che può produrre la cultura occidentale.
La Condition humaine è caratterizzato da conversazioni, nelle quali si affrontano le diverse
concezioni della storia. Il conflitto tra colonizzati e colonizzatori passa in secondo piano rispetto alle tensioni
interne al fronte rivoluzionario. Appena sbozzata nel primo romanzo, la figura del terrorista diventa qui
riferimento degli interrogativi più importanti.
L’assurdo domina invece la vicenda raccontata in La voie royale, in cui il romanzo di avventura
è incentrato sul tema del tempo e della morte ed è ambientato in un’Asia che appare una giungla, che erode
tutto, antichi templi e uomini.

Coscienze Inquiete
Rivolgono lo sguardo su quel mondo degli affetti e su quella prigione dell’io da cui fuggono gli uomini
d’azione, alcuni grandi romanzieri cattolici. Questi scrittori vivono la fede in maniera intransigente; nella
creazione romanzesca esplorano il mistero del male e mettono in scena i conflitti e i tormenti interiori legati
alla religione e nella vita pubblica intervengono a criticare costumi e comportamenti ecclesiastici. I romanzi

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del dopoguerra, di un rinnovato fervore religioso, saranno segnati dal dramma, dall’incompatibilità tra
sessualità e fede cristiana e dal tentativo di esorcizzare i propri fantasmi. Inizialmente influenzato dal
pensiero e dall’opera di Romain Rollan, Pierre Jean Jouve, in seguito a una crisi spirituale, rinnega i suoi
precedenti scritti. L’incontro con Blanche Reverchon, traduttrice di Freud in Francia, costituisce per lui
un’iniziazione alla psicoanalisi che offre una risposta ai suoi dubbi religiosi. Se infatti aveva trovato nelle
Scritture la rivelazione dello spirito, la psicoanalisi gli rivelerà il “fuoco” della carne.

Verso il reale
La grande depressione conseguente al crollo delle borse di Wall Street del 1929, l’avvento del nazismo in
Germania e del fascismo in Italia, fanno intravedere la possibilità, in tempi ravvicinati, di una nuova guerra
mondiale. La drammaticità della storia apre un dibattito su senso e funzione della letteratura e gli intellettuali
si sentono nuovamente in diritto e in dovere rappresentare le vicende della polis nelle proprie opere. Già da
qualche anno, dunque, si riscopre il Naturalismo, si fa appello al popolo, si invoca una scrittura diretta e
trasparente e tendenzialmente accessibile a tutti. Questo movimento viene etichettato come “populista”. Si
sottrae a ogni riduttiva etichetta ideologica Louis Guilloux, il cui primo romanzo La Maison du peuple
precede la nascita del populismo. Ciò che invece rientra in questa corrente è il libro Le Pain des rêves.
Assai limitato appare in Francia il successo del realismo socialista, sancito come estetica ufficiale del
comunismo. Il solo scrittore di rilievo che propugni il realismo socialista è Louis Aragon. Egli, a partire dagli
anni Trenta, dopo la sua adesione al Partito comunista, realizza un vero e proprio ciclo narrativo intitolato Le
Monde réel. Il personaggio è un giovane borghese sopravvissuto agli orrori della Grande Guerra, che
racconta in un unico grande fallimento l’impossibilità di amare la donna della sua vita e la disfatta militare
francese del ’40.

La realtà in giallo
Nato nella seconda metà dell’ottocento, il genere del romanzo poliziesco si sviluppa tra gli anni Trenta e
Cinquanta e trova la sua voce più originale e potente in Georges Simenon che inaugura la sua produzione più
nota con Pietr-le-Letton e l’invenzione del commissario Maigret. Sotto forma di romanzi o di racconti brevi,
Simenon mette in sena autentiche tragedie moderne: nella vita più
banale irrompe un elemento di tensione, in un drammatico crescendo fino alla crisi. Ambientati
prevalentemente in Francia tra gli anni Trenta e Cinquanta, i racconti non alludono mai alla situazione socio-
politica della Francia e la mancanza di agganci alla storia probabilmente è il motivo per cui la produzione di
Simenon è stata sottovalutata.

Oltre i limiti della parola


Verso la fine degli anni Trenta comincia a profilarsi in alcuni autori una linea di scrittura senza precedenza,
che si interroga sull’ambiguità del linguaggio, al tempo stesso strumento di divulgazione sociale e strumento
letterario. Le opere di questa linea si rivelano difficili ma di notevole impatto sull’estetica del Novecento.
Uno dei principali autori di questo filone è Georges Bataille che, nel suo primo romanzo Histoire de l’oeil,
sposta la funzione della visione ad un significato metafisico. Tra le sue opere principali ricordiamo Madame
Edwarda, in cui con una serie di immagini a forte contenuto erotico si indaga sul senso sacrificale dello stato
d’estasi.

L’ombra della morte e il senso della vita


Nel periodo dell’entre deux guerre il romanzo continua a essere il mezzo privilegiato per esprimere la perdita
delle illusioni, l’impatto con una società frustrante, la scoperta del non senso dell’esistenza. Il mutamento
delle problematiche e le nuove prospettive sull’uomo producono un profondo rinnovamento della scrittura
narrativa. Henry de Montherlant rappresenta uno dei personaggi più discussi della Francia postbellica. La sua
scrittura propone alcuni temi dominanti: l’amore per le civiltà mediterranee e per le vestigia eroiche del
mondo greco e latino e una forte passione per sport che implicano il mettere in gioco se stessi. Altro autore
da poter inserire in questo filone è Robert Brasillach; nei suoi romanzi, a minacciare la consistenza del reale
e dell’io è il tempo, percepito come un passato divorante che annulla la possibilità di vivere il presente.

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CAPITOLO 3 – NUOVE VIE DEL ROMANZO

La guerra e il Lager
Dopo la liberazione dei campi di concentramento ad opera degli eserciti sovietico e americano, si avverte
l’esigenza di testimoniare l’esperienza vissuta. L’Europa esce dalla guerra in rovina, tutta da ricostruire, con
ferite aperte che coinvolgono anche la letteratura. Coloro che hanno scelto di non collaborare sospendono le
pubblicazioni; altri si uniscono alla resistenza armata e danno vita a pubblicazioni clandestine; altri, infine,
collaborano con i tedeschi, con responsabilità e conseguenze più o meno gravi.
Tra gli scrittori impegnati attivamente nella resistenza, il più conosciuto è Vercors per il suo racconto Le
Silence de la mer. Il racconto narra l’intensa e silenziosa relazione che si stabilisce tra un ufficiale tedesco,
colto e raffinato, e un vecchio signore e la sua giovane nipote, che lo ospitano durante l’inverno. Con
Éducation européenne, Romain Gary, anche lui impegnato nella resistenza, scrive – secondo Sartre – il
miglior romanzo su questo tragico periodo della storia francese. Ambientato in polonia, narra l’educazione di
due adolescenti, Janek e Zosia, nascosti nel bosco per sfuggire alla ferocia nazista.

Intorno a -Les temps modernes-


Dopo la Liberazione, in questo clima così acceso, si assiste a un vero rinnovamento editoriale, grazie anche
al dinamismo di alcune case editrici che offrono ai loro scrittori posti dirigenziali, favorendo così
aggregazioni intellettuali vivaci e creative. L’impatto forte è provocato da -Les temps modernes-, creata
subito dopo la Liberazione da Sartre, Merleau-Ponty e Beauvoir e destinata alla riflessione politica e alla
letteratura. Un momento cruciale si colloca intorno al 52-53, quando si consuma la rottura con Camus, poi
con Merleau-Pontu e quando Sartre fa la scelta di schierarsi a fianco dei comunisti.
A fianco di Sartre fin dal suo arrivo in Francia, poi separato da lui per le diverse scelte ideologiche e
politiche, Albert Camus vive con passione gli anni del dopoguerra. Camus ha cercato di esprimere le sue idee
e il suo mondo interiore ricorrendo a varie forme di scrittura. Egli stesso invita a una lettura trasversale della
sua opera, in cui individuiamo vari cicli: il ciclo dell’assurdo, poi il ciclo della rivolta.
Nel 1942 L’Étranger si impone sulla scena letteraria per l’esemplarità della vicenda e le innovazioni
formali. Il libro è diviso in due parti. Nella prima il protagonista, Meursault, annota quotidianamente i fatti
avvenuti durante i diciotto giorni compresi tra l’annuncio della morte della madre e la gita alla spiaggia
durante la quale uccide un arabo: gesto drammatico.
L’uso sistematico del passato prossimo sconvolge i tempi abituali della narrazione. Nella seconda parte,
quasi un anno dopo, Meursault, in prigione, fa il racconto retrospettivo dell’interrogatorio e del processo.

Splendori e miserie del Nouveau Roman


Negli anni 50 e 60 la battaglia contro il romanzo, più precisamente contro il modello ottocentesco, si
radicalizza esprimendosi in testi-manifesti violentemente politici e programmatici. È il fenomeno conosciuto
sotto il nome di Nouveau Roman. Fin da quando comincia a scrivere Tropismes, Nathalie Sarraute anticipa
questa contestazione. In testi brevi e frammentari, a metà tra novella e poema in prosa, troviamo le principali
caratteristiche dei romanzi futuri: personaggi ridotti all’essenziale, trama pressoché inesistente; assenza quasi
totale di descrizione. Il suo primo romanzo, Portrait d’un inconnu, riesuma la denominazione secentesca di
antiromanzo. La narrazione si sviluppa su due piani intrecciati: da una parte il narratore che descrive le
azioni di una coppia formata da un vecchio avaro e la figlia nubile; d’altra parte un aspirante romanziere va a
caccia di nuove modalità narrative.
La figura più emblematica del Nouveau Roman è Alain Robbe-Grillet. In Les Gommes, Robbe-Grillet
costruisce una trama prendendo a prestito sia la tradizione classica – il mito di Edipo e la cornice temporale
delle 24 ore della tragedia classica – sia la tradizione moderna – il romanzo poliziesco e il romanzo
d’avventura-. In una città labirintica, l’ispettore Wallas, che occupa parte del suo tempo a cercare un tipo di
gomma, indaga su un crimine che, di fatto, non è ancora avvenuto. Alla fine sarà lui stesso, Wallas – nuovo
Edipo – a compiere questo crimine.

Cavalieri Solitari
L’opera di alcuni grandi scrittori come Cohen, Beckett, Simon mette in atto altre radicali
forme di disgregazione dell'idea stessa di narrazione. L'opera di Claude Simon in particolare si inscrive nel
segno della riflessione proustiana sulla memoria: mentre gli esponenti del Nouveau Roman teorizzano il
disimpegno dalla Storia, Simon si misura con il tempo della guerra e con la sua opera di distruzione. Rifiuta
di sottomettere la letteratura ad un'ideologia e tenta piuttosto di ricostruire i tasselli di una memoria
personale, familiare e collettiva.

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Il ritorno della storia e della Storia
Contemporaneamente all’affermarsi del Nouveau roman, la narrativa conosce un ritorno della trama e della
Storia. Il romanzo storico, che sembrava una forma superata, ritrova nuovo vigore. Ad introdurre forme più
più innovative Marguerite Yourcenar e Michel Tournier.
Marguerite Yourcenar
Scarsamente interessata all’innovazione formale, l’autrice mescola invenzione e accurata ricerca di
documenti storici per la stesura del primo dei suoi capolavori, Mémoires d’Hadrien, autobiografia non
autentica dell’imperatore romano del II secolo. L’imperatore appare come una grande figura di cui vengono
indagati l’atteggiamento nei confronti della vita e del potere, l’amore per Antinous e il modo di affrontare la
propria fine.
Michel Tournier
Michel Tournier gioca in modo più simbolico con la storia contemporanea, in particolare con il nazismo dal
quale prende le distanze. Il recupero di miti, di simboli e di figure emblematiche della letteratura e della
cultura si unisce a uno stile classico ed elegante, fondato sulla polifonia, che fa alternare la voce di un
narratore e un racconto personale.

Giochi e Sperimentalismi
Parallelamente al filone della littérature engagée si sviluppa nell’immediato dopoguerra fino agli anni 80 una
letteratura ludica, desiderosa di recuperare il sogno, la fantasia e il potere incendiario del riso, insieme allo
spirito di rivolta insito nel Surrealismo.
Alcuni autori che prediligono il gioco di parole e di forme avviano il romanzo verso forme eterogenee
frantumando il principio dell’illusione referenziale e rivisitando la dimensione meramente psicologica del
personaggio. L’opera di Queneau, fin dal primo romanzo Le chiendent è caratterizzata dalla mescolanza di
elementi narrativi apparentemente incompatibili e dalla capacità di trattare problemi seri e metafisici con
tono umoristico, sfruttando tutte le possibilità ludiche del linguaggio. Affascinato dai giochi linguistici e
dalle combinatoires, nel 1960 fonda insieme a Le Lionnais, Queal e altri l’OuLiPo (sigla di “Ouvroir de
littérature potentielle”), con l’intento di sperimentare nuove forme letterarie che uniscano una costruzione
basata su ferree regole logico matematiche e l’umorismo, a cui aderiranno poi numerosi altri scrittori e
artisti.

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