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ARTE CONTEMPORANEA IA

Laure Magistrale 2022-2023


Prof. Zambianchi

TESTI ESAME:
Charles Baudelaire, Il pittore della vita moderna (1863) (qualsiasi edizione).
Jonathan Crary, Le tecniche dell’osservatore. Visione e modernità nel XIX secolo (1990), Torino,” Einaudi,
2013
Marshall Berman, L’Esperienza della modernità (1982), Bologna, Il Mulino, 1985 (in particolare il capitolo
su Baudelaire: Baudelaire. Il modernismo per le strade, pp. 171-218

LEZIONE (1) 28-09-22


“Tutto quello che è solido svanisce nell’aria” → concetto di modernità.
Alla fine dell'Ottocento nascono le grandi metropoli: Londra, Parigi, Berlino. Oh.
Baudelaire (1846) Si accorge che l'arte ha completamente ignorato la questione. La città Gli artisti non ce
la mostrano mai, Non sanno come rappresentare qualcosa di nuovo. Solo negli anni 40 inizia a comparire
la modernità anche nell'arte. Allo stesso tempo la letteratura invece ne parla. Una volta scoperta la città
non ci lascia più degli anni 40 fino alla Street Art molta dell'arte contemporanea è legata alla città.
COME SI MANIFESTA LA MODERNITÁ? CHE OCCHIO È QUELLO CHE VEDE LA MODERNITÁ?
Lo sguardo che gli artisti poggiano sulla città si evolve e cambia nel tempo.

1867 FUNERALE - MANET:


Il funerale di Baudelaire, c’è poca gente (egli morì ad agosto). È un
quadro molto intimo e di memoria (Manet ancora non dipinge all’aria
aperta). Ci mostra una Parigi storica: cupola del Pantheon, cimitero.
Nulla ci dice che stiamo in una delle capitali europee. Il soggetto del
quadro non è la città, ma la perdita di un grande intellettuale.

 1863 ARCH DU PONT DE NOTRE DAME – MERYON:


Meryon è un acquafortista ed incisore. Rappresenta una Parigi storica,
deformata dall’immaginazione.

1854 LA MARGUE →
Una Parigi non moderna, l’unica modernità è l’inquinamento. Le case non sono intere.
L’intenzione è di cogliere un aspetto casuale della città.

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La Parigi moderna è in grande sviluppo nel ’63. Dal ’52 al ’70 Parigi viene rivoltata come un calzino.
Napoleone ricostruisce tutta la zona che andava da Notre Dame all'Operà. Il volto di Parigi cambia per
volere di Napoleone e Usmann. Nei grandi Boulevard. Le truppe potevano muoversi più facilmente. La
questione della città moderna si pone nel cambiamento sociale, antropologico, e urbanistico. Vengono
trasformati piccoli quartieri dove vivevano Operai e artigiani che iniziano a spostarsi nei sobborghi e fuori
Parigi, con la capacità però di spostarsi ora con la ferrovia. La grande città nasce perché all'interno c'è il
lavoro. Con la modernità c'è una nuova concezione del tempo, ci sono nuovi divertimenti che nascono.
Baudelaire critica l'arte degli ultimi tempi.
Mani nel 1867 artista molto controverso. Era stato respinto dai Salon, ha fatto scandalo con colazione
sull'Erba, Olympia prima venne accettata e poi di nuovo fece scandalo. Mane scrive A Baudelaire delle
lettere → CHI HA TORTO IL PUBBLICO O MANET?
Uno dei primi sintomi della modernità sono le esposizioni universali. La prima avviene a Londra, al Crystal
Palace ed è una tipologia che poi inizia a diffondersi. Parigi nel 1855 ha la sua prima esposizione
internazionale. La Francia è un paese statalista, si basa sullo stato, il perno su cui si articola la vita artistica
è il SALON che si tiene una volta all'anno. il Salon nasce verso la metà del 700 e intorno a questo inizia a
nascere la critica dell'arte. Uno dei primissimi critici e di Diderot, il quale inizia un genere critico letterario.
Il clan è l'asse portante del sistema francese, finché non sopravvengono altri eventi, il salon, come le
esposizioni internazionali, durano molto. Nel 1855 e 1867 avvengono due esposizioni importanti, in cui le
giurie in quegli anni sono molto rigide. Già nel 1855 COUBERT si ribella al Salon esponendo tutti i suoi
quadri in un padiglione detto del realismo, sfruttando l'evento dell'esposizione per attirare l'attenzione
dei visitatori.
È in questo periodo che nascono le avanguardie. Si diffonde l'idea che l'arte debba essere del proprio
tempo.
DAUMIER è il primo artista in Francia ad occuparsi della città, per lui l'arte deve rispondere agli eventi
moderni della città del proprio tempo.
1867 GIARDINO DI LUSSEMBURGO – MANET: si sente maltrattato da entrambe le giurie e decide anche
lui di esporre personalmente i suoi lavori. Insieme a Coubert sono due atti rivoluzionari. Il quadro è
dedicato alla metropoli moderna. è un ritratto di conoscenti. L'unico è forse il bambino in primo piano,
figlio il padre di Manet? Leon, che compare spesso nei suoi quadri. Gli altri personaggi, però non si
conoscono, non sono legati a mane. I gruppi sono separati: giardiniere, signore, borghesi, soldati ecc. La
modernità induce la società a una separatezza, la città nel quadro non ha molto senso, è una quinta
artificiale. La città si manifesta come ambiente vuoto, la città rispetto al giardino è più provvisoria, non
appare come un'immagine riconoscibile. Si riconosce però una mongolfiera che ci collega a Nadar, l'unico
che poteva avere una visione frammentaria e dall'alta della città.
 1862 LA MUSICA – MANET:
Altro quadro dedicato alla vita moderna. un concerto
all'aperto, A cui però fanno parte solo classi borghesi.
È UN QUADRO DI VITA MODERNA O UN RITRATTO DI GRUPPI
DI AMICI?
In primo piano è possibile vedere la madre seduta di Manet. È
un quadro ambiguo. Un ritratto di gruppo in situazione che
riprende il quadro simile di Renoir Moulin de la Galette.

GUY DEBORD, filosofo, scrisse nel 1967 una visione tragica


della modernità (Società dello spettacolo). HENRY JAMES, scrittore, dice che la mutevolezza, il
cambiamento continuo e un carattere delle metropoli. La modernità non significa solo rappresentare la
vita moderna, ma anche trovare il modo per rappresentarla.
COSTANTIN GUYS è il prototipo del pittore della vita moderna. Era un reporter di guerra, prima che ci

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fosse la fotografia rappresenta la moda di Parigi, il divertimento urbano, le prostitute. Intorno a questa
figura Baudelaire costruisce un libro che viene pubblicato a puntate, individua, attraverso Guys rispetto
a Manet, un carattere molto più diretto. La bellezza per Baudelaire è fatta di due metà:
1. Bellezza eterna.
2. Bellezza contemporanea.
L'una non può esistere senza l'altra, così come l'aspetto della modernità è necessaria per l'arte, per
continuare a vivere. In Guys non c'è antichità, è assolutamente moderno ed è questo estremismo che
interessa a Baudelaire. Gais è un dandy, cerca la bellezza fugace nella vita presente.
1867 QUAI DU LOUVRE – MONET

Monet, anche lui escluso dal Salon, dipinge tre vedute di


Parigi, ottiene il permesso per dipingere al Louvre, ma
invece di dipingere le opere all'interno dipinge la vista
dall'ultimo piano. È un atto di protesta e risposta. Monet
volge le spalle al museo, simbolicamente alla storia dell'arte,
si rivolge alla città, ovvero alla modernità.
1867 LE JARDIN→
Sguardo verticale.

 1867 SAINT GERMAINS


L’AUXERROIS
Contrasto tra l’edificio storico e la
vita moderna che si svolge intorno.

1867 PONT DES ARTS – RENOIR → veduta di Parigi, ma Renoir si


concentra sulle persone in movimento. Il fiume è legato alle attività
sociali che si svolgono in città.

 1873 BOULEVARD DES CAPPUCINES – MONET


Vista dallo studio di Nadar. Monet dipinge un balconcino da cui
si affacciano delle persone che guardano fuori, alla vita
moderna. Il tema del quadro è il movimento della città moderna
e la mutevolezza dello sguardo dello spettatore.

Anche all’interno di altri quadri di questo periodo si nota uno nuovo sguardo della città → esempio
CAILLEBOT

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 1873 IMPRESSION SOLEIL LEVANT -MONET
È un quadro legato alla modernità. Raffigura il porto all’alba
nella nebbia. Sullo sfondo si intravedono gli impianti del porto
che è un luogo industriale e quindi moderno.

Per parlare della modernità ci vuole un occhio nuovo, un occhio moderno che
sappia reagire a quello che ha di fronte.
ADOLF VON MENZEL, Pittore tedesco dipinge da Berlino moderna. Era un
pittore super dotato, ambidestro e appassionato del suo lavoro. Ha una
formazione canonica, negli anni 40 realizza un gruppo di quadro e per capirli
bisogna partire da un disegno del 1842 che raffigura l’inondazione del fiume
Schlafgraben →

LEZIONE (2) 29-09-22


Nel disegno di Menzel ci viene mostrato un modo di vedere non prospettico, senza soluzione di
continuità. La parte in primo piano, sotto, è disegnata come se la vedessimo dall’alto, quindi come se
stesse sotto ai nostri piedi. Più si alza lo sguardo si nota un’onda che porta alla parte in alto del disegno
raffigurante delle case, e queste sono disegnate come se le vedessimo da lontano.
Non siamo più nella prospettiva del 400 matematica e proporzionata che presupponeva un occhio mobile
e unico, come se fosse una macchina fotografica. Nell’epoca del modernismo gli occhi sono due e si
muovono, percepiscono il mondo dinamicamente. L’immagine del mondo si proietta su una superfice
curva. Il problema che ora si pone agli artisti è come confrontarsi con il nuovo. Bisogna cambiare lo
sguardo.
Il modo di vedere in questo momento è legato all’esperienza, è una prospettiva vissuta. La ricerca di
molta arte dell’800 è legata a un’innocenza → principio di molte avanguardie.
Menzel prova a capire come interpretare questo ondo nuovo e cerca di restituire la sua percezione.
 1844 CORTILE POSTERIORE – MENZEL
Menzel è affacciato alla finestra di casa sua e guarda al
cortile esterno dietro la casa, pieno di erbacce. Sullo
sfondo c’è la città in piena trasformazione. Menzel
capisce che per accostarsi a un mondo nuovo deve usare
un modo nuovo di dipingere e vedere il mondo. Non
dipinge all’aria aperta, ma cerca di lavorare sulle sue
percezioni.

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Eugene Bodin, pittore maestro di Monet, comincia a dipingere molto precocemente. Boudin segue una
tradizione di pittura all’aria aperta. Verso la fine del 700 si sviluppa questo modo di osservare a macchie
il mondo. Baudelaire dice di Boudin che è un grande pittore d’aria aperta, ma che non basta dare conto
delle proprie impressioni. Vi è una differenza tra uno schizzo della natura e un quadro. Nel pittore della
vita moderna è fondamentale l’IMMAGINAZIONE, dice Baudelaire.

Pierre Henri de la Valenciennes è un pittore paesaggista accademico. Fino al 700-800 è stato


fondamentale nella vicenda del paesaggio in Francia tanto da istituire dei corsi proprio su questo. Ha
scritto un trattato di pittura di paesaggio in cui sostiene i sacri principi della pittura. La pittura di
paesaggio deve essere una pittura classica basata sui criteri tradizionali. Sono dei paesaggi le cui essenze
risiedono nell’evocare scene mitologiche o in cui i personaggi sono molto piccoli rispetto alla natura
circostante. Non è quindi un paesaggio realistico, ma fantastico. Pierre Henri mantiene questa tradizione
pittorica, però nel 1830 si scoprono dei suoi dipinti ad olio diversi, in cui sperimenta una nuova visione.
Sono dei dipinti di piccolo formato, con una visione panoramica e all’aria aperta, cercano di interpretare
il momento di luce, all’alba.
1782 LOGGIA A ROMA – VALENCIENNES 1640 S. JOHN ON PATMOS – POUSSIN

Il dipinto di Poussin è dipinto per macchie di colore, conserva una freschezza di osservazione che fa
pensare che la visione di Henri era già presente negli artisti del 600 facenti parte del circolo francese a
Roma. La pratica di pittura all’aria aperta è quindi tipica dei pittori francesi.
Il tentativo di Henri è di mettersi alla prova con la sensazione della luce.
Si sta abbandonando un uso comune dell’occhio e si sta cominciando a rapportarsi con il proprio modo
di vedere. Il vedere diventa quindi SOGGETTIVO, non c’è più nessun tentativo di rendere oggettiva la
realtà. Questo cambiamento è fondamentale per l’occhio moderno, perché è uno SGUARDO
TEMPORALIZZATO, legato solo a quello che si ha di fronte.

CAMILLE COROT è un interprete di questo modo soggettivo di vedere. Una serie di 4 dipinti (oggi solo 3)
di Corot ci mostrano questo nuovo modo di guardare e raffigurano la vista dagli orti farnesiani a Roma.
Oltre che delle angolazioni diverse, Corot ci restituisce anche tre
momenti della giornata diversi, in cui lo studio della luce cambia.
Dallo stesso luogo Corot ci restituisce più informazioni sulla
mobilità del suo sguardo. L’occhio dell’artista esplora il mondo.

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In questa fase anche Friedrich, pittore romantico, abbastanza lontano dalla pittura all’aria aperta,
sperimenta nuovi modi di vedere. È un artista visionario. Solo negli anni 20 a Dresda in contatto con un
suo amico, Dahl, entra in rapporto con lo studio delle nuvole. Le nuvole sono simboli del paesaggio e del
cambiamento. Friedrich quando ancora non dipingeva a colori, realizza due dipinti raffiguranti due
vedute dalla finestra del suo studio (1805).

sono dipinti realizzati con la


precisione del tratto. Friedrich non
restituisce uno studio della luce,
ma l’importanza dello sguardo
soggettivo. È una visione
condizionata dalla temporalità
dello sguardo. Questo legame tra
pittura e tempo caratterizza tutta
l’epoca di modernità.
Il passato è finito, è in frammenti e
abbandonato.

1854 CONCERTO CLARA SCHUMAN – MENZEL:


Sembra una scena dipinta sul momento, come gli
impressionisti. Invece è un RICORDO, è un dipinto eseguito
a memoria.
Il pittore della vita moderna dipinge così, raccoglie
informazioni in giro per la città mentre passeggia. Gira per
la città senza taccuino, poi tornato a casa comincia a
dipingere, tutto quello che ricorda a memoria.
Il dipinto di Menzel è un esempio di memoria in atto, ci
restituisce la scena come se si stesse svolgendo di fronte a
lui.

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1880 PARADE DU CIRQUE – SEURAT →
Negli anni 80 la pittura della vita moderna si è già
abbastanza manifestata. Seurat è l’inventore del
puntinismo e segna una svolta nella pittura.
Introduce un nuovo modo sistematico di
dipingere e ritornano le grandi dimensioni. Il
dipinto è un quadro cupo, intenzionalmente
sommesso nel tono e raffigura dei personaggi che
stanno andando a comprare i biglietti per il circo,
accompagnati da una banda di strada che suona. È un
quadro che ha un ordine ferreo dal punto di vista
compositivo: linee ripetitive. Le scritte sullo sfondo mostrano i prezzi dei biglietti, ma non si leggono del
tutto. Il circo era uno dei maggiori intrattenimenti della città moderna.

La pittura d’avanguardia non è narrativa, non racconta storie. La vita moderna si manifesta nella pittura
d’avanguardia in frammenti, così come nel quadro di Seurat e non solo.

1878 AU CAFE – MANET:


La donna guarda direttamente verso di noi. È presente anche in questo
dipinto un frammento urbano, ovvero il manifesto pubblicitario appeso fuori
dal locale.

Il manifesto è l’invenzione urbana per eccellenza. I manifesti mostrano un


linguaggio verbale e visivo (sono gli affreschi della città).
È un’arte che dialoga direttamente con il pubblico, sono le strade che parlano
da sole. Jules Chéret è un artista che ha avuto grande influenza su Seurat. Fu
un artista molto produttivo, invento un tipo femminile di ragazza disegnata
sorridente, la cherette.

Il cubismo del 1909-1911 riprende l’idea del frammento urbano nel collage le lettere e le testate di giornale
urbani. All’inizio del cubismo la città moderna non c’è quasi più. I soggetti del periodo rosa di Picasso
sono tutte figure marginali del contesto urbano, così come i primi ritratti di Manet.
Nei suoi ritratti Manet raccoglie indirettamente la città con dei personaggi che pure marginalmente
hanno a che fare con la città (zingari, ubriaconi, emarginati). I personaggi di Picasso vengono
direttamente da quelli di Manet e non rappresentano la città, ma hanno la città come sfondo. Sono figure
che hanno perso la loro stabilità sociale e ogni giorno devono conquistarsi l’attenzione degli altri.
Attraverso la natura morta i cubisti fanno rientrare la città nei loro quadri. Braque usa degli stencil per
riprodurre le lettere, sempre in maniera frammentaria. Le scritte non sono mai definite, ma hanno lo
stesso carattere del mondo reale che Braque riporta nei quadri con un’intenzione precisa: avvicinarsi alla
realtà.
Si comincia ad avvertire la tensione tra lo spazio della pittura e lo spazio della realtà esterna che conduce
poi al bricolage, dove una parte è dipinta e l’altra proviene direttamente dal mondo reale. Picasso
attraverso le scritte trovate nel centro urbano ricostruisce un paesaggio.
Le BOUILLION BOX sono scatole di dado da brodo he appaiono spesso nelle composizioni di Mondrian.

LEZIONE (3) 05-10-22


L’idea del frammento caratterizza la visione urbana. La visione frammentaria è la visione della città → la
frammentarietà dello sguardo implica una soggettiva e si forma quando cade una visione organica alla
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fine del 700 (Canaletto) e ad essa si sostituisce una visione che investa la soggettività, da informazione
più sul mondo di osservare che sull’osservato.
Parigi, metropoli moderna per eccellenza, presuppone uno sguardo diverso, frammentario, fatto di
instanti che non danno una visione complessiva del paesaggio.
La percezione della città frammentaria avviene prima in letteratura che in città. Questa percezione
frammentaria della città che caratterizza lo sguardo nasce durante l’800. La novità del motivo ha bisogno
di uno sguardo nuovo.
Le grandi città europee cominciano a ingrandirsi nei primi anni dell’800. I francesi sono i primi a usare lo
sguardo frammentario; prima gli impressionisti, successivamente i cubisti.

Nel cubismo gli elementi vengono ritagliati e messi nel quadro e stanno a significare la città.
Anche in un artista più concentrato sui valori formali appare la frammentarietà della città → MONDRIAN

Kube è la stessa scritta che compariva nei quadri di Picasso e richiama la marca dei
dadi da brodo di quegli anni. Mondrian dice di vedere solo
frammenti del particolare. È un modo di percepire legato
all’esperienza, Mondrian deve traslare la percezione della
realtà nella realtà del quadro. La composizione di ovali
colorati è un quadro di studio e si tratta di edifici, le diagonali
sono le mansarde di Parigi. È lo sguardo che si posa
frammentario sulla realtà e si ricompone in una realtà altra.
Lo scopo ultimo di Mondrian è quello di eliminare il tragico
della vita → infinità disordinata molteplicità.

Il giornale è il referente di questa frammentarietà, veniva utilizzato molto dai cubisti. Nella prima pagina
dei giorni vi sono tanti frammenti di cronaca.
Nel vedere la città in frammenti siamo costretti a un certo rovinismo → consumo della modernità.

DELAUNAY nel suo cubismo orfico appaiono diversi frammenti della torre Eiffel. Delaunay studia in
particolare la parte inferiore di queste vedute che restituiscono la realtà con grande esattezza.
In una poesia di Apollinaire vi è un inno a questa frammentarietà urbana.
Non c’è necessariamente sempre senso di eccitazione nel guardare alla città. Alla fine delle Prima guerra
mondiale → Nei dipinti di SIRONI c’è un sentimento della città postbellico.

Nei dadaisti il frammento si presenta nella sua qualità disperante.


Bejamin → frammento come polverizzazione, mucchio di cose, di residui che non hanno più la capacità il
rimettersi insieme. Il frammento che non si ricompone è
chiaramente trasmesso dai dadaisti.
HAUSMANN 1920 → i dadaisti vedono dal vivo i superstiti della
guerra e molti di loro perdono degli arti che vengono sostituiti
con dei fantocci. Il cervello aperto sul cranio della figura indica
questa frammentarietà.

Schwitters, altro artista in cui appare la frammentarietà: nella sua


arte compaiano scarti urbani reali. Per indicare molte delle sue
opere utilizza la porta MERZ che viene da commerz.

I surrealisti usano la città come raccolta di meraviglie, vi si


svolgono passeggiate.

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Il fotografo ATGET interpreta il frammento urbano in molte sue foto.

In America la visione frammentaria della città riguarda soprattutto New York → frammentaria proprio
perché è diversa dalle altre. New York diventa il luogo dove si nascondono gli antifascisti e nazisti. La
sensazione di disordine che comunica questa città era straordinaria.
JOSEPH STELLA → soggetto Ponte di Brooklyn
CHARLES DEMUTH →
Figure (cifra) 5 in gold
È un omaggio a chi
Ha scritto il verso “I
See a figure five”
C’è il senso della
Velocità. È ritratta la
Macchina dei pompieri
Che attraversa le strad
Di New York.

Non tutta la pittura degli 30 rappresenta la città con vitalità, esiste anche una pittura con una visione
metafisica della città. Un critico americano Peter
Schidal nel presentare una mostra su Hopper dice che
ci sono alcuni casi che da un artista o un letterato viene
una definizione di atmosfera, dice che dovrebbe
esistere un termine Hopperesca perché quando si
guarda un quadre di Hopper ci rimane questa
atmosfera di immobilità, inazione, ma impresa di
modernità. EARLY SUNDAY MORNING →
All’estrema destra si nota l’ombra di un enorme
edificio, un grattacielo, che si sta mangiando delle case
vecchie che verranno sostituite con parti più moderne.
Nel corso della guerra la città compare e continua a esistere. Da parte di DUBUFFET c’è un interesse per
i graffiti urbani. BRASSAI fu il primo a fotografare i graffiti d’art brut (cuori). I
graffiti urbani sono il referente di DE KOONING che fra gli artisti americani è
quello più vicino alla città. De Kooning dipinge come se la realtà si spiaccicasse di
fronte a lui, ha un senso dell’impatto e in questo impatto l’esplosione degli
oggetti rimangono in qualche modo lì.

In America all’alba degli anni 40 è attivo anche Mondrian. È molto interessante


quello che avviene in Mondrian in rapporto con la città. Mondrian era appassionato di jazz e ballo. Il
modo di dipingere di Mondrian

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è ben calcolato. Nei suoi dipinti nessuna linea che continua al di fuori del dipinto,
sono concentrati all’interno del quadro, che è lo spazio spirituale del mondo.
 BROADWAY BOOGIE WOOGIE 1943 le linee cominciano qui a sovrapporsi, in
rapporto con la città le cose cambiano. Con la stessa gamma cromatica e spirito
geometrico restituisce a modo suo le intermittenze e l’immobilità del contesto
urbano.

Nell’espressionismo astratto c’è un desiderio di ritornare alle origini che però


cozza con il contesto urbano; quindi, per trovare segni della città bisogna guardare a quello che viene
dopo l’espressionismo astratto.
 EDOARDO PAOLOZZI, artista inglese, realizza dei piccoli
collage alla fine degli anni 40 sotto l’influsso di Schwitters, il
quale per fuggire dai nazisti si rifugia a Londra e non ternerà mai
più in Germania. Paolozzi fa parte di un gruppo di artisti detto
“Independent Group”. I suoi collage sono fatti di pubblicità
ritagliate da riviste, soprattutto americane, e sono legate a una
visione ottimistica. C’è una foto di Freud che prende l’areo
quado riesca a scappare da Vienna e dal nazismo a Londra dove
lascerà la sua influenza.

L’Independent Group si
presenta con un’opera manifesto di Richard Hamilton → ci sono tutti i
segni della città moderna, della pubblicità; fusto, lecca-lecca su cui c’è
scritto POP, gli elettro domestici, la finestra che dà sul cinema, la
televisione. Il soffitto aperto sulla luna.

Un altro artista che si interessa ai graffiti della città e diventa interprete


di Roma come città moderna è TWOMBLY che viene a Roma in
compagnia di Rauschenberg negli anni 50 e rimane affascinato dalla città tanche che ci si trasferisce per
sempre. Twombly si interessa dei muri della città.
Tutta l’art POP si confronta con il tema urbano. Andy Warhol rappresenta la città continuamente,
Lichtenstein la mette in causa con i fumetti, Rosenquist la rappresenta con dei montaggi.
Un artista pop che lavora intensamente sulla città è OLDENBURG che scrive anche tantissimo e dice che
la città non è ordinata.
LEZIONE (4) 6-10-22

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Oldenburg → esperienza della città, esperienza dell’happening nata negli
anni 50 e che influenza tutta la cultura americana. THE STREET →
Prima esposizione in una chiesa, il reverendo ospitava mostre
d’avanguardia nello scantinato della sua chiesa; Judson Memorial
Church. Oldenburg inizia a smaterializzare l’opera d’arte. La dimensione
di rapporto espositivo con lo spettatore è fondamentale. La città è un
referente importante per gli artisti. Oldenburg nei suoi lavori dipinge
pezzi di cartoni presi direttamente dalla strada, quindi sono cartoni
sporchi e usati, ma anche un frammento urbano che rientra nell’opera e
ne fa parte. Oldenburg, dunque, rievoca la città attraverso i suoi aspetti
più poveri e reietti. The street venne esposto alla Reuben Gallery; è un
happening, cioè un’azione.
 SNAPSHOTS FROM THE CITY ’60
Oldenburg affitta come studio un
negozio e ci mette dentro della merce finta come parodia. Crea
degli oggetti in cartapesta, come del junk food e riempie il
negozio con la parodia della merce.

GUY DEBORD per un periodo breve fa parte della situazione internazionale situazionistica. Viene
fondata nel 1957 insieme a Gorn, Galizio, Debord e altri artisti. Debord si stanca presto, convinto che
l’arte non serve, caccia via Galizio. L’internazionale parte della città, parte dall’idea della esperienza
urbana. Le mappe dei situazionisti derivano dalla psico-geografia: gli artisti partono da un punto della
città, arrivano a un altro punto e se è accogliente restano sennò si spostano e continuano a girare per
ore, derive. È un comportamento che non produce un’opera d’arte solida, al di là della mappa. Le parti
più accoglienti della città per i situazionisti sono i sobborghi. I situazionisti prediligono contesti in cui ci
si sente parte di qualcosa. È un modo di risignificare e riattraversare la città.

Gli artisti del décollage francese faranno poi parte di un unico gruppo battezzato dal critico Restani con
il nome di Nuovo realismo; essi vanno nelle zone dove sono affissi i manifesti e li strappano e
trasformano in opere d’arte, una specie di ready made. Maggiore di questi artisti fu Jacque de la Village
le cui opere sono piene di frammenti di città.
MIMMO ROTELLA, artista calabrese, vive a Roma. Rotella riparte dalla materia cercando di alterarla il
meno possibile. Rotella realizza opere che sono effettivamente il resto dei manifesti che egli stacca e
lascia visibile solo il supporto. Nelle opere di Rotella pian piano compaiono le immagini sotto forma di
lettere.

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PAOLO LEONARDO è un artista che lavora coi manifesti. Li prende
dalla strada, se ne appropria e ci opera sopra. →
Madonna, la cantante, ricoperta da un velo di vernice bianca.

 LEE QUINONES, graffiti artist. I graffiti


interessano le giovani generazioni. È un
fenomeno che nasce alla fine degli anni 70
nei quartieri suburbani di New York e poi si
diffonde altrove.
La street art nasce dalle scritte che si
sovrappongono sui muri della città. Sono
delle scritte uniche accompagnate da delle
firme, dette TAG. È un’arte molto legata anche alla cultura hip hop, alla
danza e quindi all’azione.

James Brown comincia con il graffitismo. I graffiti e la street art nascono


come movimenti illegali. Keith Haring comincia negli anni 80 a disegnare nelle metro di New York con
dei gessetti bianchi. Una delle particolarità della street art è il mordi e fuggi. Haring ebbe uno
straordinario successo. La street è anche ingannevole, quando fatta bene gli artisti sono dei
Michelangelo della strada, ma può essere anche semplice. La street art arriva con grande velocità e non
c’è una profondità del lavoro.
Basquiat comincia come graffitista e la sua tag è SAMO = same old shit. La fonte d’ispirazione è la
brutalità, il carattere istintivo e selvaggio. Basquiat si serve delle scritte unite alle figure.
In Italia era presente la coppia di street artists Cuoghi e Corsello che usano lo stencil, legato alla rapidità
dell’azione. BANKSY è padrone di questa tecnica.
ERICA IL CANE è uno street artist italiano che spesso lavora con Blu, è un animalista. BLU è bolognese,
ma lavora molto a Roma e agiste direttamente sul contesto urbano, soprattutto su edifici degradati.

La differenza di uno sguardo classico, oggettivo (CANALETTO) rispetto a THOMAS JONES. Si tratta di
pittori di paesaggio storico che non si determina in rapporto alla visione dal vivo, ma con prototipi del
disegno francese – è un paesaggio convenzionale. Il senso della luce, della profondità, della visione si
perde completamente. Jones sente però il bisogno di dipingere anche all’aria aperta. Benché la pittura
di paesaggio che loro propongono sia storica, c’era anche un grande interesse nel capire la realtà. Jones
trascorre un lungo periodo a Napoli e le sue immagini sono ben composte. CASE A NAPOLI →
c’è un senso della geometria, non ci sono
informazioni su Napoli, non è una visione
panoramica, ma è una
rappresentazione di quello che vede il pittore in
quel momento. Jones cerca di esplorare
il paesaggio senza nessuna volontà di
catturarne una sensazione
particolare. La visione di Jones su Napoli è
molto prosaica. Il suo sguardo è
soggettivo.

Valenciennes è una figura importante in questi


anni, anche lui dipinge dal vero. Constable inizia l’osservazione dal vero, dice che la pittura è una
scienza.
Il 1780 è l’inizio della soggettività dello sguardo, della frammentarietà della città. La finestra è un punto
di mediazione tra artista e mondo. L’artista guarda dalla finestra. Da questa cultura di pittura diretta

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deriva anche JOHN CINNEL, uno dei primi artisti che si interessa ai borghi e agli scorci delle città.
Ci vuole la coscienza dell’autore (come dice Marguerire Duras su Proust), sennò il mondo non gira =
soggettività dell’autore.

TURNER- VAPORE E VELOCITÁ 1884 → è il primo quadro


dedicato al treno. Turner non vede tensione tra natura e
treno. Altri artisti, meno grandi di Turner, avevano tentato
di trattare la modernità, ma i loro quadri risultano piatti e
senza profondità, rimane una pittura storica e solo
descrittiva.
La pittura romantica di paesaggio rema contro la città. Un
gruppo di artisti decide di spostarsi verso la foresta di
Fontainebleau sostenendo che la natura è la sede
dell’autenticità e dell’esperienza ed è migliore della città.

Menzel e Daumier sono i primi che ci mostrano un


interesse continuo nei soggetti urbani.

 FERROVIA DI BERLINO 1847 Menzel sottolinea la


differenza tra la natura e la modernità che porta solo
distruzione. Dove passa il treno il terreno è rovinato, dove
non è passato la natura vive. Non c’è quella armonia che era
presente in Turner. il treno non è idealizzato come nella
visione di Turner, ma è visto nel suo porsi n contradizione con
il paesaggio, con la natura

LEZIONE (5) 12-10-22


Occhio esplorativo di Menzel che per la prima volta forse
nell’arte europea si applica a motivi della vita moderna →.
Menzel è un artista che ha l’occhio attaccato alla realtà –
vero. Cortile di casa sua → cercare di guardare alla realtà
per come essa si presenta. Occhio nuovo, esplorativo.
(pag. 4)
STESSA INTENZIONE DELLE PRIME FOTOGRAFIE DI CITTÁ

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 BOULEVARD DU TEMPLE – DAGUERRE – 1838
L’occhio fotografico cerca di comporre la fotografia
come se fosse un quadro, ma c’è anche una fotografia
esplorativa, che si rivolge in maniera spontanea al
paesaggio, senza inquadrarlo ma esplorandolo che
mette più in gioco lo sguardo del fotografo. Il 1838 è
l’anno prima che viene brevettata la fotografia.

La fortuna di Menzel in Francia non è avvenuta per motivi specialmente politici. La prima mostra di
Menzel a Parigi si tiene solo negli anni 80, dopo che si è sbollita la situazione di conflitto tra Germania e
Francia. Di fronte alla qualità del lavoro di Menzel, Edmond Duranty scrive che il pittore vede e
restituisce il mondo così com’è. Duranty era un critico d’arte ed era un strettimmo amico di Degas e nel
1876 scrive un testo sull’arte impressionista “La nouvelle pinture” nel quale si cerca di delineare la
tassonomia dei soggetti della pittura moderna. Duranty, sulle tracce di Baudelaire, precisa quali sono i
soggetti da praticare dal pittore moderno. Degas fra gli impressionisti è quello che più si avvicina a
Menzel, che guarda anche lui con gli occhi dell’esploratore. Menzel è un pittore della vita moderne ante
litteram (“nevrosi del vero”).
 SALICI SU TERRENO INCOLTO 1843 – MENZEL
prospettiva vissuta, la strada fa un’onda che replica in
controparte la curva che fa lo sguardo del pittore. Il quadro è
visto e composta dall’alto in giù. Nell’impressionismo non è
presente questa cosa perché fa una pittura d’istante, mentre qui
c’è una durata dello sguardo.

 CAMERA CON BALCONE 1845


Menzel è anche pittore degli interni borghesi, della città intensa come
luogo della vita quotidiana delle persone. Ciò che colpisce di questo
quadro è che non succede assolutamente niente, non ci sono persone. È
semplice una rappresentazione di un luogo della vita. La finestra aperta
non guarda sull’esterno, c’è però lo specchio che riflette sull’interno per
dare maggiori informazioni. È un quadro anti-emotivo, ma c’è un senso di
vissuto e anche qui c’è lo sguardo vissuto dato dal riflesso della finestra
che ci viene addosso. Il primo piano, in quanto paino più vicino è visto da
una prospettiva diversa. L’idea della finestra sul mondo è antichissima. La
finestra mette in questione più che il mondo, lo sguardo che l’artista getta
sul mondo

Lo sguardo che si rivolge nei confronti della realtà non è mai lo stesso, è sempre mutevole.

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Il tema dello sguardo che coglie il frammento della realtà e non il suo intero è presente in moltissimi
quadri di Menzel. VEDUTA SULLA STAZIONE AL CHIARO DI LUNA →
Per l’artista è interessante la città anche durante la notte.

 TEATRO DEL GINNASIO


A Menzel interessa la luce. Il limite
del palcoscenico che taglia in due
porzioni il dipinto con l’arte
inferiore che comprende cose che
fanno cose della città e la parte superiore che comprende le cose della finzione. È un motivo
rappresentativo che riprende soprattutto Degas. Menzel studiava il motivo su taccuini di piccole
dimensioni, studia il senso- aspetto generale della composizione, prende alcuni dettagli e appunti visivi
e nel chiuso dello studio aiutato dalla memoria e dagli schizzi ripropone la scena nel dipinto finito.
Menzel non è un pittore che dipinge all’aria aperta, il suo sguardo esplora il mondo ma non nell’instante
piuttosto nel ricordo.
 MENZEL
DEGAS →
Un francese
interpreta la
pittura di un
naturalista
tedesco. Menzel
insiste sui
dettagli. Degas
lo trasforma, le
sagome sono
appiattite.

DAUMIER riveste un ruolo importante, è probabilmente il primo pittore della vita moderna attivo a Parigi,
appartiene al gruppo dei pittori realisti insieme a Courbet e Millet. Daumier è l’unico ad interessarti della
città e dei suoi personaggi (pittore balzachiano) a cui interessa la commedia umana, ha un occhio
sociologico e antropologico. Daumier è un artista che piacque molto a Baudelaire, per lui l’essenza del
poetico risiede nella facoltà dell’immaginazione. Daumier è il creatore di un mondo totalmente
immaginato e popolato di una serie di personaggi. Daumier non si guadagnava la vita come pittore, ma
come caricaturista, vendeva le sue immagini ai giornali che poi vendono le singole litografie → litografia
è un procedimento più semplice dell’incisione dell’acqua forte. Daumier si forma come vignettista, non
ha una forma accademica. Baudelaire lo apprezza tanto anche perché la caricaturista è un’arte
dell’immaginazione, perché coglie lo spirito dei personaggi più che la loro struttura fisica. Solo verso la
fine della sua vita Daumier assume importanza come pittore.
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 MOTI 1848 è l’anno in cui Daumier dice la frase che
molti considerano affermazione della pittura della vita
moderna: BISOGNA ESSERI DEI PROPRI TEMPI, vivere
la realtà e interpretare il vivere moderno. Daumier è
più un disegnatore che pittore. I volti sono in parte
caricaturali. I rivoltosi sono in piazza che si ribellano. La
città è sullo sfondo, così come nella “Libertà che guida
il popolo”.

Daumier si interessa molto


ai personaggi poveri, sfotte la borghesia, ha un affetto profondo per le classi
più povere. Daumier ci parla della città moderna attraverso i personaggi che
la abitano, non direttamente, e sono sempre personaggi che fanno parte di
classe sociali povere ma che vivono in città e non in campagna. Altri temi della
vita moderna che tratta Daumier c’è il teatro.
IL DRAMMA → messo in scena un dramma. Una figura uccisa sul pavimento,
la danna che si dispera e un uomo con una pistola. Il pubblico prende parte alla
scena, è coinvolto. Però Daumier si concentra di più sulla scena che sul
pubblico, poco dettagliato.

LO SPETTACOLO GRATUITO → il pubblico si affaccia per vedere cosa


accade sul palcoscenico, che non si vede. C’è un sovrapporsi di
personaggi che guardano e sono quelli ammessi alla possibilità di
vedere uno spettacolo gratuito. Il bambino appare sempre nella
pittura realista perché è l’occhio innocente, spontaneo e sincero. I
personaggi sono in questo dipinto più dettagli.

In Daumier iniziano poi a comparire dei motivi, come il fumatore e il


bevitore di assenzio, protagonisti di molti dipinti di questi anni.
L’assenzio è un liquore molto amato dalla bohème di Parigi. Questi
motivi erano prima sconosciuti perché prima on c’era l’abitudine di
andare nei cafè.

 IL VAGONE DI TERZA CLASSE 1860


È una figura del proletariato, guarda fuori dalla finestra, incantato
dall’esperienza nuova di realtà in movimento che gli dà il treno. Il
suo volto è diventato quasi solo occhi. C’è tenerezza. Quando c’è di
mezzo il popolo Daumier lo rappresenta sempre in maniera dolce.

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RUE TRANSNONIAN 1834 → rappresenta un fatto
di cronaca successo nel 1834 quando una
pattuglia di polizia arriva in una casa popolare per
arrestare qualcuno, ma viene respinta. Ritorna
qualche ora dopo e al prima segno di ribellione
apre il fuoco e una famiglia viene sterminata.
Daumier raffigura questa scena raccapricciante,
sono tutti morti, anche il bambino.

Il salon del 1859 fu un salon molto aperto, tra i quadri esposti vi furono questi due:
 Baubigny visione prosaica della natura, pittore
della scuola di
Barbizon.

Delacroix →
Un paesaggio di
immaginazione, storico,
nulla è studiato dal vivo.

La giura aveva fatto passare dei quadri molti diversi, solo 4 non passano.

 James Abbott McNeill Whistler non venne ammesso questo


quadro per tutto il bianco del vestito che non aveva senso.
Whistler

Millet un quadro che →


denuncia la distanza sociale
di quegli anni nei confronti
dei boscaioli che non
venivano considerati.

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 Manet, il bevitore di assenzio. Il motivo per cui venne respinto è perché è
una figura molto ambigua, non si capisce chi è il personaggio, se è seduta o in
piedi, da dove viene la luce. È un quadro pienamente d’avanguardia. L’occhio
di Manet è freddo e distante, non ci descrive la figura, ce la restituisce nella
sua ambiguità. Le ombre ci fanno intendere che non è un quadro realista, non
c’è un’ombra che va in una direzione coerente, la gamba sinistra non getta
ombra. È uno straccivendolo filosofo? È sicuramente un personaggio che vive
ai margini della città moderna. *

LEZIONE (6) 13-10-22


 MENZEL, MACCHIE SULLA PARETE DELL’ORINATOIO 1900
Mentre a Parigi si celebrava la 5° esposizione universale, Menzel a 85
anni rimane un grande disegnatore. Ritratti a graffite sono
straordinari, ma l’attenzione si concentra sulle macchie della parete di
un pisciatoio e lo descrive. C’è una scritta che è una specie di didascalia
che ci serve a capire da dove viene il disegno. L’orinatoio è un luogo
della città insolito, ma ordinario.

*MANET BEVITORE → figura piatta, l’anatomia è disarticolata. È un


soggetto di vita moderna, ma che frequenta le zone marginali della vita
urbana che in questo momento a Manet. È un quadro superficiale. Altro
soggetto a cui si interessa Manet è LA CANTANTE DI STRADA →
Non è una vera cantante, è impersonata dalla modella preferita di
Manet, Victorine. Compare moltissimo nei dipinti di vita moderna e nei
quadri di Manet. Manet è influenzato da quello che Baudelaire aveva
richiesto agli artisti al salon del 1846. Si mettono a punto in questo
Salon alcune delle idee che verranno sviluppate in maniere più
completa nel “Pittore della vita moderna”; cioè che bisogna andare alla
ricerca di una bellezza basata sulla vita presente. Secondo Baudelaire ci sono due aspetti della bellezza:
1. Aspetto Permanente
2. Aspetto transeunte, impernate: che consente alla bellezza di essere assimilata e che è legata a
un’epoca.
Baudelaire vuole definire una teoria del bello, non basata su valori assoluti, ma su situazioni
congiunturali che cambiano nel tempo, momento per momento. È il legame fra arte e tempo che è
fondamentale nella nozione della modernità. Non può esistere una bellezza assoluta (accademici) ma
deve avere un aspetto relativo. Baudelaire sviluppa 4 caratteri nel pittore della vita moderna:
1. Epoca
2. Moda SONO TUTTI ASPETTI TRANSEUNTI DELLA REALTÁ
3. Morale
4. Passione
La bellezza assoluta ed eterna è solo un’astrazione, non esiste. L’elemento particolare di ogni bellezza
deriva dalle passioni.
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La pittura di storia, anche quella in abiti contemporanei, è frutto comunque di una committenza; tuttavia,
ci sono soggetti privati più eroici, quelli della città. La vita parigina è ricca di soggetti meravigliosi.
Con quale occhio l’artista moderno deve guardare alla città? Per Baudelaire l’artista deve passeggiare ed
esplorare la città, guarda senza emozione, è sempre un occhio maschile. Il flâneur guarda con uno
sguardo freddo e distante. Baudelaire scrive il pittore della vita moderna tra il 59 e il 63 e pensa molto a
Manet, però il pittore della vita moderna è Costantin Guys anche se non viene mai nominato nel libro se
non con le iniziali. Guys non firma mai i suoi lavori, tende a nascondersi tra la folla per poter esercitare il
suo sguardo su delle scene reali e non costruite apposta per lui.
pag. 3 GUYS è un artista che dipinse i campi di battaglia, è un disegnatore più che un pittore, è autore di
piccolo formato prevalentemente disegnate. Guys interessa a Baudelaire perché è tutto spostato dalla
parte della modernità e del transitorio; non mantiene come la pittura di Manet un legame sofferto della
storia. STRADA DI PARIGI → viene raffigurata la folla, i vestiti, in
modo antinomico rispetto a Daumier. L’affettività non c’è, c’è un
interesse nei confronti dell’attualità della moda.
1865 Monet decide di prendere in giro Manet provando di rendere
credibile la scena della colazione sull’erba. Esce fuori un grande
quadro di vita moderna però nelle dimensioni di pittura moderna che
Monet non riesce a esporre nel salon del ’66. Il quadro venne messo
in una cantina e recuperato da Monet anni dopo, però ormai
ammuffito. Monet però recupera le parti. Facendo una radiografia di
una parte del dipinto è saltato fuori che i capellini indossati dalle
donne è cambiato. Monet ha deciso di ridipingere i capelli secondo la moda del tempo.

Anche per Guys c’è un avvicinamento dei temi moderni, come la danza (chahut), le prostituite.

Il nudo è
uno dei soggetti tradizionali dell’arte e ricorre continuatamente nei salons dove non crea problemi.
 I ROMANI DELLA DECADENZA 1847
Dipinto di Couture, acquistato subito dallo Stato. La
decadenza dei romani non è una metafora per
parlare della decadenza dei costumi della Francia.
Couture fu maestro di Manet, fu un uomo ambiguo,
molto desideroso di aver successo. Couture fu
considerato la rappresentazione del pittore ufficiale,
che non è un accademico e che quindi si concede una
libertà nella creazione, quello che il pittore chiamano
la pittura del giusto mezzo tra Ingres e Delacroix.
Due personaggi entrano nel quadro e giudicano la
scena che avviene davanti ai loro occhi. La cosa
interessante è il nudo femminile che fa da prototipo per Olympia. La figura centrale è stesa su un divano
in una posizione che ricorda quella di Olympia.
I significati controversi legati alla rappresentazione del nudo femminile sono addormentati al punto di
renderli insensibili. Nel frattempo, Manet si confronta con i temi della vita moderna. Nei dipinti di Manet
si sente anche l’influenza dell’arte giapponese, nel ritagliare la figura e metterla al centro.

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 VECCHIO MUSICISTA 1862
Manet riprende ispirazione da un
sacco di dipinti: Velasquez, Courbet,
Watteau. È un quadro di
immaginazione, ma il vecchio
musicista è reale.

Manet nel 65 si trova nell’occhio del ciclone con Olympia per il successo di scandalo. La modernità per
Manet è alienazione. Nel 67 Manet decide per una volta di staccarsi dal Salone e di esporre in una mostra
personale. Il 67 fu per gli artisti un anno terribile perché tutta l’avanguardia fu esclusa dal Salon e
dall’Esposizione universale, dunque la tradizionalità ebbe la meglio.
Cominciano a esplorare i motivi della vita moderna in Manet:
➔ “Colazione sull’erba” ruota intorno al tempo libero della vita urbana. Una delle fonti di questo
dipinto è il Giudizio di Paride (da Raffaello) di Marcantonio Raimondi: le divinità
fluviali rispecchiano moltissimo le pose dei personaggi di Manet. Altra fonte è il
quadro di Courbet “Le signorine ai bordi della senna”. Courbet non è un pittore della
vita moderna. Courbet dipinge due signorine adagiate sul prato, capiamo che sono
delle prostitute perché una è svestita in un luogo pubblico e non solo sole, ci sono
presenze maschili anche se non si vedono. Courbet tratta dal punto di vista pittorico
tutto allo stesso modo, non c’è elemento che riceve più attenzione dell’altra.
LEZIONE 7 (19-10-22)
Con Olympia si inaugurano diversi modi e scopi della pittura moderna. Manet oltre d essere un pittore
filosofo e anche un artista amato dai filosofi; due libri: Foucault e Bataille.
 COLAZIONE SULL’ERBA, MANET, 1863
I non rapporti tra questi tre figure è dovuto dall’alienazioni
indotta dalla moderna della vita della città che porta a
disunire i rapporti umani. La figura dello sfondo mescola
l’acqua (ricorda Tiziano, “amore sacro-profano”). È un
quadro che lascia che significati aperti; se fosse un’allegoria
non significherebbe molto.
La modernità per Manet è la difficoltà nel creare dei rapporti.

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COLAZIONE SULL’ERBA, MONET, 1966 →
È un quadro frammentario ed enorme. Quando
Monet lo dipinge non aveva molti soldi, il
quadro viene conservato in una cantina e
quando viene ritrovato era un po' ammuffito,
così una parte fu tagliata. I vestiti sono ridipinti
per renderli alla moda nel 66, il quadro fu
dipinto nel 65. A differenza di Manet le figure
qui parlano fra loro, fanno realmente colazione
insieme. Il rapporto tra le figure e la natura è un
rapporto integrato, mentre quello di Manet è
un rapporto artificiale.

Nel 1865 Manet invia Olympia al Salon e non venne rifiutata, nonostante fosse rappresentato il nudo, ma
a differenza della Colazione sull’erba in questo caso era contestualizzato. Manet si ricorda molte cose
che vede e si diverte a metterle nei suoi quadri, in Olympia sono molte le fonti da cui Manet ha preso
ispirazione:
• Venere Urbino di Tiziano: pudica, mano sul pube, animale da compagnia, domestiche sullo sfondo.
• Maya Desnuda di Goya: nel 1862 giravano in un antiquario a Parigi delle stampe delle due Maye e
Baudelaire chiede che gli vengano fatte delle fotografie per conservale. Manet avrà sicuramente
visto le foto. Manet realizza un dipinto che regala poi a Baudelaire “Fanciulla in costume
spagnolo”, del 62.
• Odalische di Ingres: sono donne dell’harem, tenute in segregazione per il piacere privato del
padrone. Però Ingres le contestualizza nel loro ambiente.
• Romani della decadenza di Couture: maestro di Manet. L’immagine che riprende Manet è la figura
al centro, sdraiata su un divanetto.
• Nascita di Venere di Cabanel: insieme a questo, Manet vede tanti altri nudi accademici esposti al
Salon.
Manet nel primo decennio della sua carriera è convito che l’arte nasca dall’arte; infatti, nel corso della sua
carriera lui riprende sempre fonte d’ispirazione da altri quadri. Manet non si mette mai in rapporto diretto
con la realtà. Gli anni 60 sono anni in cui esiste ancora una tensione forte fra la pittura di storia e la pittura
della realtà. In Manet c’è sempre un filtro.
L’OLYMPIA → scatena uno scandalo dopo
mesi della sua esposizione, dopo che
qualcuno si accorge che non è un Venere, ma
una lavoratrice del sesso, poiché qualcuno le
manda dei fiori, c’è un gatto con la coda
dritta (simbolo fallico). È un nudo di una
modella che si è messa in posa per l’artista,
non è un quadro realistico. Lo sguardo della
donna (Victorine) che crea uno scandalo, il
legame tra lo sguardo e la mano che copre il
pube irrita il pubblico. L’opera viene criticata
da tantissimi: “la mano assomiglia a un
rospo”, “l’anatomia è disarticolata”, “la
spalla sinistra è disegnata male”, “la gamba sinistra ha una posizione sbagliata”,
“ha i piedi sporchi”. Manet è consapevole di quello che sta tentando di fare, cioè
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di portate un motivo di vita moderna filtrando con fonti antiche dentro il Salon, ma non è consapevole di
fare un’azione così scandalosa e scrive a Baudelaire che nel frattempo era a Bruxelles per un parere e una
richiesta di sostegno. Baudelaire non risponde molto bene a Manet. Un critico realista, Theophile Thoré
dice che è un quadro ricalcato su Velasquez, ma Manet smentisce. Nel quadro Manet mette in scena la
duplice essenza della bellezza. La lavoratrice del sesso è per Baudelaire l’eroina della vita moderna, se ha
successo riesce a sovrastare le classi sociali. Lo scandalo è lo scambio del denaro per il corpo in questi
anni, ma era accettato negli anni in cui Vermeer dipinge “La mezzana” in cui è esplicitamente
rappresentato questo scambio.
Altro tema della vita moderna sono le persone sedute ai caffè, viene introdotto da Degas. Manet riprende
una figura di Degas nel dipinto dell’assenzio. IL BRANDY ALLA PRUGNA → la donna malinconica, tiene
una sigaretta in mano che è simbolo del passare del tempo e della morte. Anche lei è forse una lavoratrice
del sesso.

Fra i quadri rifiutati al Salon del 1859 c’è anche il quadro di WHISTLER.
Non è un quadro scandaloso e non nasconde niente, l’unico motivo
che ha portato la giuria a rifiutare il quadro è il bianco del vestito.
Whistler è un americano che apprende i rudimenti dell’arte
all’accademia di West Point con disegnatore militare, poi si
trasferisce a Parigi e Londra. È molto vicino ai pittori della vita
moderna, soprattutto Manet.

COUBERT, JO, 1866 →


probabilmente era un’amante del
pittore. È un quadro di vanitas per la presenza dello specchio.
La stessa donna viene raffigurata anche da Whistler. Il
dipinto viene anche questo respinto. Whistler prende
ispirazione da due quadri:
• The awakening Coscience di HUNTER: la donna si solleva
dalle gambe dell’uomo perché ha preso coscienza della
sua vita peccaminosa e intende cambiare. Hunter era un
pittore vittoriano.
• Manet, La cantante in strada che mangia.
Whistler inventa la pittura moderna della città di Londra.
Whistler rappresenta Londra però non in maniera realista,
nonostante abbia frequentato i realisti. È un quadro dipinto
con colori netti e vivaci, che ricorda il modo di dipingere di
Manet, molto lontano dal modo in cui dipingerà più avanti su
un solo tono di colore.
Whistler fa la pittura della vita moderna da esteta più che
realista. la sua intenzione non è di carattere descrittiva.

Whistler era
anche un
acquafortista e questa incisione
BLACK LION WHARF 1859 →

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ricompare nel ritratto della madre di Whistler.

 RITRATTO MADRE 1871


La madre è di una cattiveria feroce.

Le incisioni di Whistler ricordano quelle di


Charles Meryon. Le incisioni su fanno su una
lastra di rame ricoperta di cera, la quale poi
viene versata nell’acqua e acido nitrico che
penetra dove non c’è la vernice e scava un
segno. Ciascun passaggio di questa
lavorazione della lastra si chiama “stato”.
Meryon è un incisore molto amato da
Baudelaire e Whistler. Un altro incisore che ha

influenzato Whistler è Charles Keene che era un vignettista


umoristico del giornale di Londra. Keene è una specie di Daumier
inglese. Si mescolano in Whistler molti elementi, metabolizza da un lato
le influenze francesi, dall’altro i rapporti con l’arte vittoriana e in
ultimo l’arte giapponese, THE BALCONY, 1864 →
Mette una piccola vignetta su cui disegna una farfalla che è la sua
firma. In primo piano un gruppo di donne vestite in moda giapponese e
una affacciata dal balcone con sullo sfondo le ciminiere della Londra
moderna. È presente un contrasto.

Nelle rappresentazioni della vita moderna, viste fino a qui, è molto assente il lavoro, l’elemento principale
che sostiene la città moderna. Le città moderne si sviluppano grazie al fatto che le attività produttive si
svolgono all’interno della città e quindi stavano sotto gli occhi degli artisti, eppure il lavoro nella pittura
francese degli anni 70 non è rappresentato tanto quanto agli istanti del tempo libero. Nella pittura inglese
invece il lavoro compare più spesso.

 LAVORO, FORD MADOX BROWN, 1852


Il lavoro è rappresentato mentre si svolge all’interno della
città. Una figura particolare è quella dell’uomo
rappresentato al lato che mostra un ghigno in faccia. il
personaggio è Thomas Carlyle che viene dipinto anche da
Whistler, 1872 →

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LEZIONE 8 (20-10-22)
Whistler è un pittore che fa la pittura della vita moderna seconda una visione che non è naturalista, non
ha lo scopo di mettersi in rapporto diretto alla realtà, ma di arrangiare la città in modo tale che sia
totalmente trasformata nel dipinto. Il musicalismo di Whistler nei suoi quadri va verso l’astrazione. Il
paradigma del simbolismo è la musica. La musica è la più astratta delle arti. Mallarmé definisce
un’equivalenza fra la pittura e la musica, era un gran appassionato di Whistler in cui questa dimensione
sinestetica si sente molto. Nello stesso tempo Whistler è l’inventore della rappresentazione di Londra
come città moderna. Whistler è sintetico e astrattivo, non va alla ricerca del dettaglio.
Il quadro rappresenta dei lavori stradali. I protagonisti sono gli operai che sono distinti tra operai urbani,
che sono da parecchi in città. C’è l’immagine della povertà umana, ovvero la donna in primo piano con il
bambino. Al lato appaiono due personaggi che vedono la modernità come corruzione e infatti guardano
la scena in modo critico, con l’accenno di un ghigno sulla faccia. Sullo sfondo ci sono degli uomini che
seguono le lezioni di un uomo Bobo, un imbroglione. Nel quadro c’è una dimensione narrativa, si
sofferma sui dettagli, ci racconta una situazione esemplare.
LA FORGIA, MENZEL, 1872 → fabbrica
metallurgica. È un quadro di eroismo della
classe operaia, ci sono figure muscolose e
possenti che lottano con la materia ostile.
Sono dei “ciclopi moderni”. È una fabbrica a
ciclo continuo, quindi gli operai lavorano
24/24h, infatti in primo piano ci sono degli
operai che mentre si riposano mangiano
qualcosa. È un quadro di lavoro, di industria,
studiato da Menzel dal vivo. È un quadro
scuro che vive delle luminescenze del metallo.
C’è lo scopo di rendere eroica la classe
operaia.

Il lavoro è un po' il grande assente della pittura impressionista, con un’eccezione per Degas per il quale
le ballerine sono delle lavoratrici. Il proletariato urbano e
industriale compare in qualche quadro, ma come contro altare
della borghesia.
BERHE MORISOT, LAVANDAIE CHE STENDONO, 1875 →
È una lavanderia industriale che si trova più fuori città.
Percepiamo a malapena le sagome delle lavandaie.
IL BUCATO, MANET, 1875
È un quadro citato da Mallarmé.
Manet non espone mai con gli
impressionisti, ma questo è un
quadro che si avvicina molto al
gruppo, anche se resta un quadro
non dipinto all’aria aperta. Manet ha messo dentro la natura le figura a lui
più legate rendendo così più privata la natura. La madre è una lavandaia
che però si diverte con il bambino.

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SCARITORI DI CARBONE, MONET, 1875 → quello che
colpisce è che c’è in Monet l’idea di un lavoro monotono
e ripetitivo che rende le persone degli automi. Le figure
sono tutte simili. L’artista vuole mettere a fuoco il
carattere alienante del lavoro moderno. Non c’è più il
fascino della Senna, che era il luogo del divertimento, ma
diventa luogo industriale dove il carbone viene
scaricato.
 CAILLEBOT, LE
RABOTEURS DE
PARQUET, 1875
C’è l’interesse da parte
dell’artista al lavoro,
nonostante sia soprattutto un artista di tempo libero. C’è una
prospettiva rigida e c’è il rapporto tra il movimento del corpo e il
complesso architettonico. I corpi in movimento che tagliano il
pavimento sono eroici.

 WHISTLER, THE LAST WESTMINSTER, 1862


Del vecchio ponte non resta nulla. L’artista si avvicina con
maggior franchezza alla trasformazione urbana.

C’è un punto di frattura nella carriera di Whistler appena


scopre l’azzurro. Nel 1877 fa un viaggio nel porto di Val
Paradiso e comincia a dipingere in toni dello stesso colore
senza una gamma troppo vasta. È un modo di dipingere
che va verso l’astrazione, ma ci permette comunque di
riconoscere il paesaggio.

 WHISTLER, NOCTURNE BLACK AND GOLD, FALLING ROCKET, 1875


È un quadro che viene esposto. È un quadro che va verso l’astrazione, tanto
che chi vede il quadro si irrita e accusa Whistler di aver gettato un barattolo
di pittura in faccia al pubblico. A criticare il quadro fu RUSKIN, Whistler gli
fece causa.
Successivamente Whistler va a Venezia, la
quale non faceva parte del Gran Tour.
Venezia è frequentata per cercare
significati diversi che hanno a che fare
con la decadenza. È una città che perde
sempre più consistenza. Erede di questa
visione decadenza di Venezia è proprio
Ruskin →

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(Pietre di Venezia). Venezia è la città del medioevo, in cui lo sviluppo si è fermato all’inizio del
rinascimento. Ruskin considera decadenza tutto quello che arriva dopo il 500, ma dipinge degli scorci
medievali della città. Secondo il suo principio, l’arte deve essere fatta a mano e l’industria sta rovinando
l’arte.

 ZATTERE, WHISTLER: La Venezia di Whistler invece non ha nulla a che fare


con questa visione di decadenza o medievale, ma diventa invece una città
moderna.

 SICKERT, LE TOSE, 1903 rappresenta una


Venezia di interni. Va a Venezia con
Whistler.

A Parigi negli anni 70 entrano i tedeschi. Si instaura a Versailles un governo


repubblicano che è contrario alla Comune. Scoppia la guerra civile che causa
tantissimi morti, fucilazioni di massa e si genera un clima di discordia civile. È un momento di storia
terribile che però non ha una profonda testimonianza artistica, fatta eccezione per Manet. Mentre gli
artisti preferiscono allontanarsi da Parigi, rifugiandosi principalmente a
Londra, Manet, insieme a Degas
rimane in città e vede i
combattimenti e li riproduce in
litografie.
 La Barricata riprende il Torero
morto →
per la stessa figura morta stesa
a terra.

Lo scopo degli impressionisti è di trascrivere mediante una pennellata ben fatta l’impressione della luce.
La parola impressione circola già negli anni 60 negli studi degli artisti. La pittura restituiva l’impressione
di un effetto luminoso momentaneo. Questo effetto si restituiva dipingendo all’aria aperto il più possibile.
Gli impressionisti si concentrano solo sulla luce. I primi veri quadri dell’impressionisti iniziano negli anni
70 e non a caso si applicano ai motivi della vita moderna. Mentre Manet dipinge la barricata, vedendo la
situazione triste in cui si trova la Francia, gli impressionisti invece vedono con un altro occhio.

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 LES TAILLERUS, MONET: i giardini erano stati danneggiati durante la
guerra, ma Monet decide di dipingerli solo dopo quando vengono
risistemati, così come due ponti. Monet decide di dipingerli non in uno
stato di distruzione, ma dopo che sono stati restaurati.
IMPRESSION SOLEIL LEVANT → è la visione dal porto di Le Havre. È

un’alba con un senso allegorico,


è la Francia che rinasce dopo la
guerra con la sua industria.
Monet appoggia i governati della
seconda repubblica, dopo il 1873.

In quegli anni gli impressionisti


decidono di esporre in mostre
collettive. Il primo firmatario è
Cézanne che aderisce alla prima mostra impressionista. Se l’obiettivo della nuova pittura è quello di
cercare una clientela all’esterno del salone, nella borghesia urbana, deve proprio parlare di quella e non
può parlarne con toni pessimistici come Manet, ma con toni positivi e di sviluppo. La prima mostra
impressionista si tiene nello studio di Nadar che si affacciava sul boulevard des Capucines, dipinto da
Monet → i signori nel dipinto che si affacciano al balcone sono gli stessi che vanno a vedere la mostra
degli impressionisti.

Negli anni 60 esiste un gruppo di pittori che dipingono la modernità. Baudelaire muore nel 1867. La nuova
pittura trova dei nuovi interpreti per la vita moderna, tra questi vi è EDMOND DURANTY. Duranty era un
grande ammiratore di Degas, che era un impressionista atipico, per questo motivo non usa mai il termine
impressionismo. Duranty cerca di fare lo stesso lavoro che fa Baudelaire e quindi cerca di vedere quali
siano i motivi e i temi adottati degli impressionisti. Nel 76 si tiene la seconda mostra impressionista ed
escono anche due testi importanti:
1. Mallarmé (?)
2. “La Nouvelle Peinture” di Duranty che cerca di accompagnare la mostra con una spiegazione,
senza nominare gli artisti.

LEZIONE 9 (26-10-22)

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IL libro di Duranty venne pubblicato per la mostra impressionista (in totale le mostre sono 8).
 RITRATTO DI DURANTY, DEGAS, 1879. Aveva una biblioteca molto fitta.
Nel libro si parla di come la nuova pittura affronta i nuovi temi della vita
moderna. Il libro è molto ambizioso e vuole descrive una nuova storia dal
punto di vista di un critico d’avanguardia che segue con molta passione le
avventure della nuova pittura. Non ha la stessa struttura del libro di
Baudelaire ed è scritto in maniera più semplice. Duranty nel libro parte da
Manet (come fa Mallarmé) poiché egli è considerato il capostipite. Duranty
si concentra soprattutto su che cosa raffigurano i quadri dei pittori della vita
moderna. Duranty ha una visione di Manet molto impressionistica, poiché
negli anni 70 l’influsso della luce impressionista si fa sentire anche nei suoi
dipinti.
Duranty si sofferma sul modo di dipingere la luce gli impressionisti, una
tecnica mai vista prima. Il colore può trascrivere la luce della natura.
LA REGATA ARGENTEUIL, MONET→ è un luogo della vita moderna
perché ci si incontrava per fare le gare in nave ed è un luogo di svago
per la borghesia parigina.

 MOULIN GALETTE, non è


dipinto dal vivo, visto le
dimensioni, ma ritrae una scena di
vita moderna anche se i personaggi sono famigliari di Renoir. Questo
intento di cogliere ogni personaggio nel suo specifico psicologico è
molto tipico in scene come queste in cui si mescola il quadro di scena
sociale e il ritratto collettivo. Si hanno due punti di vista: quello del
pittore intimo e quello della vita moderna pubblico.
 AU CAFE, DEGAS rappresenta un altro stato sociale, quello del
bohemien e della prostituta. Nello stesso tempo è un doppio ritratto. I due personaggi
sono noti a Degas, il maschio è un incisore e la donna è un’attrice e compare nel dipinto
di Manet BRANDY ALLA PRUGNA→
In Degas è imbruttita dal vizio legato al suo mestiere e all’alcool e in
Manet invece sembra solo malinconica. La sigaretta che tiene in
mano è un’allusione al passare del tempo. Il taglio del quadro è
differente. Degas è un fotografo dunque si basa sull’istantanea, sul
personaggio non messo in posa. In Degas c’è sempre l’effetto
dell’immediatezza.
PASSARE DEL
TEMPO
BAR AUX FOLIES BERGERE, MANET, 1882 È l’ultimo
quadro di grandi dimensioni di Manet prima che morisse. La particolarità di
questo quadro è il riflesso. Lo specchio che sta dietro alla donna
dovrebbe individuare quello che sta di fronte alla donna, ma Manet lo
rende eccentrico. Tranne lo specchio, per il resto è tutto attendibile.
Nell’angolo in alto si notano le gambe della ballerina. C’è la rappresentazione
della vita moderna a cui però la donna appare immobile. La realtà viene
sostituita da un colpo di immaginazione.
Duranty sottolinea nel suo libro anche l’importanza dello sguardo, soprattutto nelle opere di Degas sulla
danza. Degas guarda la figura femminile con distanza e freddezza, la luci è quasi sempre artificiale. A
Degas interessa come il movimento del corpo si disegna nello spazio delle quinte, che è uno spazio
astratto.

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 PLACE DE LA CONCORDE, DEGAS. Il conte Lepic con le figlie un
levriero che ha lo stesso colore del cappotto dei personaggi che
camminano per la piazza. Il dipinto ha luce propria
MADAME ALLO SPECCHIO →
Una signora vestita per
andare in città che si guarda
allo specchio. L’attenzione di
Degas si volge verso la
definizione di luce e di classe
così come nel famoso
 RITRATTO DI HENRI ROUANT, amico di Degas aveva una
fabbrica, che si vede sullo sfondo e fa da contesto per
individuare la professione del personaggio. L’espressione
del l’uomo è seria, sta andando a lavorare o tornando.

ZOLA, Manet DURANTY, Degas GEFFROY, Cézanne

I ritratti di intellettuali sono sempre molto freddi e distaccati, rispetto ai ritratti di


famigliari che sono più affettivi. Gli scrittori sono spesso ritratti nei loro studi e
circondanti da libri.
 AMICI DI DEGAS, invece i ritratti di amici o famigliari appaiono più intimi. I due
sono dietro alle quinte, forse nell’attesa di conoscere qualche ballerina. È un quadro
di immediatezza, i due parlano tra di loro, sullo sfondo la scenografia di un balletto
finito.

Degas è molto intento a guardare il lavoro, soprattutto quelle femmine, e uno dei
soggetti che compare spesso nei suoi dipinti è quello delle donne che stirano e delle
lavandaie.
Alla fine del suo saggio Duranty approva a piena l’indipendenza degli artisti
impressionisti dai Salons. La terza mostra impressionista si tiene nel 1877 ed è la più ricca e vasta e vede
la totale partecipazione del gruppo. Il motivo maggiormente raffigurato è il treno o la stazione.

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 STAZIONE SAINT LAZARE, MONET sfrutta questo tetto a
capanna che fa pensare a una chiesa → liturgia della modernità. In
quel periodo Saint Lazare era la stazione più importante di Parigi
e collega la Francia alla Normandia. Monet dipingi tanti quadri con
soggetto la stazione, ma non sono concepiti come una seria
(come per la cattedrale o i covoni).
LA FERROVIA, MANET

Non è un quadro di
mostra impressionista
perché Manet non ha mai esposto con loro, ma risale allo
stesso periodo e ritrae sempre la stazione di Saint Lazare. La
donna è sempre la modella Victorine, accompagnata dalla sua
bambina ben vestita e con un cagnolino in grembo. È un
quadro in cui finalmente si raffigura un rapporto affettivo tra
la modella e il pittore.

 LE PONT DE L’EUROPE, CAILLEBOTTE anche


questo venne esposto alla mostra degli impressionisti.
Sullo sfondo è sempre raffigurata la stazione. In primo
piano c’è un operaio, dietro una coppia di borghesi
ben vestiti, accanto a loro un lavoratore di artigianato.
Il ponte raffigurato era una zona nuova di
costruzione. È un luogo nevralgico della città che
viene portata dentro la mostra.

Nella seconda metà degli anni 70 i temi legati alla modernità e alla vita urbana sono predominanti. Dopo
il punto di frattura dell’86 la vita moderna diventa un’opzione, ma alcuni dei grandi pittori del post-
impressionismo continuano i temi della vita moderna (esempio Seurat). Van Gogh smette di guardare la
città una volta arrivato ad Arles, poiché ha bisogno di un rapporto diretto dipinge i paesaggi che ha
davanti. Un pezzo di avanguardia decide quindi che non si guarda più alla vita moderna, MA, o si guarda
allo spirituale (Gauguin) o alla realtà bucolica, di paesaggio (Cézanne). Dopo l’impressionismo c’è quindi
una linea di frattura.

LEZIONE 10 (27-10-22)

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 NUDO, DEGAS, 1886

la cosa interessante di questa


ripresa dall’alto è che Degas si
ispira alle immagini giapponesi.

MONET 30 GIUGNO
Parigi nel 1878 nei dipinti di Monet è una città assolata. Il 30 giungo 1878 c’è
una festa nazionale in un giorno però che non ha nessun significato. il 1878
segna il momento della riconciliazione nazionale dopo che la Comune aveva
causato una crisi profonda nell’identità francese e scoppiò la guerra civile. Nel
1878 dunque vengono liberati i prigionieri e si decide di indire una festa
nazionale, ma con delle contraddizioni perché la sinistra voleva che la festa si
celebrasse il 14 luglio e la destra un altro giorno, si decide allora di festeggiare
in una data anonima. Questo è forse l’ultimo quadro parigino di Monet.

MANET, RUE MONSIER →


Nello stesso anno, Manet
dipinge questo quadro. La
via dipinta di Manet è vicina
a quella principale di Monet,
ma è senza gente. Le figure
sembrano dei fantasmi che
quasi si confondono con la luminosità della strada. In
primo piano un uomo senza gamba. Nel dipinto di Manet
la festa non è molta sentita, egli smonta l’ideologia di
questa festa e trasforma la scena in una visione di
negativismo e solitudine.

L’ottava mostra impressionista è caratterizzata da qualcosa di non impressionista. Ci sono la serie di


dipinti sul nudo di Degas, ma il fatto veramente inedito in questa mostra è la presenza del dipinto di
GEORGES SEURAT. Arrivano i neoimpressionisti, Georges Seaurat è l’inventore, seguito da Paul Signac
che però non è un genio della pittura come il suo compare. I neoimpressionisti dipingono con la tecnica
dei puntini e dipinti di grandissime dimensioni.

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 I BAGNANTI A ASNIERES, SEURAT, 1884
Dipinto all’età di 25 anni. Il dipinto sotto è realizzato con
la tecnica del pennello, poi sopra ha dipinto i puntini.
Sono due strati di colore non coerenti tra di loro.
L’arrivo dei neoimpressionisti all’ottava mostra si deve
però a Pissaro poiché fa di tutto per far si che vengano
accettati.
I quadri dei neoimpressionisti sono diversissimi da quelli
degli impressionisti, prima di tutto le figure sono sempre
ferme, la pennellata non si adatta alla scena, non c’è
spazio per nessun virtuosismo del pennello. Il critico del
neoimpressionismo fu Felix Fénéon.
Ciò che lega i dipinti dei neoimpressionisti con gli impressionisti sono i soggetti della vita moderna.
Fénéon
paragona il
quadro ad un
arrazzo. Sono
dipinti che
prendono un
sacco di
tempo, è un
pulviscolo di
colore che
rende vibranti le
figure nella loro
rigidità. Il
ritmo astratto
prevale su tutto
il resto, è tutto
ritmico, certe
curve si
ripetono

continuamente. Ci sono anche molte stranezze come la scimmietta al guinzaglio. I due quadri sono stati
pensati per essere complementari. Il primo raffigura degli operai e il secondo rappresenta la Grande Jatte;
dunque, uno rappresenta la sponda del fiume e l’altro l’isola che sta dall’altra parte. Nel secondo quadro
ci sono più persone; è un quadro molto ricco da una animazione che però viene congelata da questo
tratto astratto. È come se il tempo si fermasse. Seurat è influenzato da Piero della Francesca → le figure
sono illuminate dall’interno.
 IL PONTE A CURBEVOIE, SEURAT realizzato a matita. Anche nei
disegni di Seurat c’è l’intenzione di rendere la figura come
un’apparizione.
Seurat ha dei procedimenti di lavoro molto complessi, studia il motivo
sia in bianco in nero che a colori, studia le cose dal vivo quindi le
disegna prima in piccolo e poi le trasfigura nell’opera finale di grandi
dimensioni.
Seurat frequenta anche molto il mondo dei manifesti, il circo e gli
spettacoli teatrali.

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 CHAHUT, 1889, SEURAT è quadro da un lato di vita moderna,
dall’altro di ballo.
IL CANTO DEL CANE, DEGAS →
Quadro notturno, Degas ha
sottolineato l’effetto della luce
data dai lampioni. Viene
raffigurato sempre il mondo del
divertimento urbano, ma con
una visione differente. Quello di
Degas è un dipinto di un pittore
naturalista, mentre Seurat è un
pittore simbolista.
 Il dipinto di Seurat è formato
da tanti segni a “V” e attraverso
il moltiplicarsi di questi segni
l’artista cercava di trasmettere un’emozione di incitamento dato dalla musica e dal ballo. Il quadro è un
punto intermedio dove si trasmette un’emozione che poi viene rilasciata.

 1896, AUTORITRATTO DI SICKERT, “allievo” di Degas. Sickert fa parte della


pittura inglese che approda alla vita moderna. Sickert è un pittore di Musical
come divertimento per la classe operaia. Nel 1822 muore Marie Lloyd, una
grande cantante del tempo e la classe operaia si identificava in lei. BEDFORD
MUSIC HALL → il dipinto ha una visione
alla Degas. È uno spettacolo per
borghesi.
Dipinge anche la classe operaia che vede
lo spettacolo dall’alto. OLD BEDFORD.

Sicker soggiornò a Venezia e la


vede come una città moderna, non
diversa dalle altre. Dedica in
questo periodo dei quadri a un omicidio di una prostituita uccisa a Venezia in
quel momento. I quadri di questo momento sono molto ispirati ai dipinti di
Degas.

Nel 1889 si tiene a Parigi la quarta esposizione internazionale e per l’occasione viene costruita la Torre
Eiffel. Moltissimi artisti la prendono come soggetto per i loro quadri, tra cui Seurat che la dipinge in
piccolo formato non ancora finita. La Torre Eiffel diventa la cosa più famosa di Parigi.

LEZIONE 11 (02-11-2022)
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VAN GOGH si avvicina al neoimpressionismo tramite Signac, poiché Seurat non era uno che faceva
amicizia. Van Gogh arriv a Parigi nel 1886 e la sua esperienza da pittore è sostanzialmente di campagna
olandese, operosa e di uomini che vivono nei piccoli borghi. Il quadro più celebre che precede il suo arrivo
a Parigi è I MANGIATORI DI PATATE → quadro molto
ombroso che ci dice che Van Gogh non è al corrente
delle nuove tecniche artistiche di Parigi del tempo. I
testi su cui comincia a lavorare per apprendere il
senso del colore dell’avanguardia francese sono le
nature morte dei fiori da cui viene ispirato da
Delacroix (considerato maestro degli impressionisti
tranne per Degas) e le teorie dei colori di Chevreul.
Dunque, Van Gogh comincia a lavorare coi colori
complementari. Una delle prime che Van Gogh
dipinge a Parigi è il
MOULINE DE LA GALETTE → Montmartre è una zona
di mulini a vento, molti di questi vennero trasformati
in locali di divertimento. Il colore è denso e pastoso
(quasi couberttiano). Il cielo è grigio. Non ci sono
colori complementari, la luminosità viene solo dal
cielo. È un momento in cui non c’è festa. È un quadro
un po' desolato. Van Gogh ha bisogno di avere di
fronte a sé il modello per poi stravolgerlo, non è
capace di dipingere a memoria → motivo di conflitto
poi con Gauguin.
Un altro quadro di periferia e cupo che dipinse Van
Gogh durante i primi mesi arrivato a Parigi è quello
che raffigura l’uomo che spegne i lampioni della città

 in questo caso lo sfondo è rappresentato con i


colori complementari e con l’orizzonte basso. Van
Gogh sta imparando e apprendendo le tendenze
artistiche dell’avanguardia francese. Sono sempre
presenti degli uccelli che virano tra il reale e il
simbolico. Siamo nei pressi della città, ma quasi
periferia. C’è una brillantezza cromatica che non
tarda ad esprimersi nella pittura di Van Gogh
insieme a questa frantumazione della pennellata
(influenza di Signac). Van Gogh usa la pennellata a
tessere, ma in maniera diversa a Signac che la usa
per creare una superfice uniforme, mentre Van
Gogh la usa per animare il paesaggio per dare l’idea di un fremito che pervade il paesaggio.
Van Gogh non è un personaggio che viene seguito dai suoi contemporanei, verrà visto dopo da Mondrian
e dai fauves che riprendono l’idea di una pennellata ritmica che assume carattere espressivo per
trasmettere un’emozione.

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ORTI A MONTMARTRE,1887 anche qui la pennellata è
interrotta, ma non forma una tessitura compatta, anzi da un
senso di animazione, turbolenza e inquietudine al paesaggio.

VEDUTA DI PARIGI → dalla stanza di


Van Gogh in rue Lepic lasciatagli dal
fratello, con cui però non ha una
buona convivenza tant’è che lo
manda ad Arles dove la modernità
si spegne nei suoi dipinti. La
pennellata anche in questo caso è
sfilacciata.

Nello stesso periodo in cui Van Gogh comincia a dipingere la città compaiono
sulla scena degli artisti che anche loro esercitano le loro novità stilistiche sul motivo di vita moderna della
città e sono i cloisonnisme.
EMILE BERNARD, PONTE DI FERRO -
LOUIS ANQUETIN, AVENUE DE CLICHY →
I cloisonne sono degli alveoli dove cola lo
smalto. Il vocabolo viene mutato nel
linguaggio delle vetrate. Nella pittura i
contorni son ben definiti, le figure piatte e i
colori ben distesi. L’idea dell’immagine
piatta è presente anche nei quadri
neoimpressionisti ma c’è anche un senso
della vibrazione luminosa che qui non è
presente. Tutti i giovani cloisonnisti non
passano per l’esperienza impressionista.

HENRY TOULOUSE LAUTREC non è parigino, ma nobile di famiglia. È un vero pittore della vita moderna,
seguace di Degas, nel suo lavoro c’è una proiezione dello spazio urbano. Per lui, giovane simbolista, c’è
la necessità di andare oltre la pittura di cavalletto e una soluzione erano i manifesti e le pubblicità che
Toulouse produce moltissimo, oppure le scenografie teatrali. Toulouse non abbandona mai la città e
continuerà a raffigurare il contesto urbano intervenendo anche proprio al suo interno. L’intensità di
Lautrec colpisce Picasso.
Nell’1887 Van Gogh organizza due mostre, una di stampe giapponesi e una
dove mostra le sue opere. AGOSTINA SEGATORI → la figura della donna che
beve e che fuma da sola seduta al bar è un motivo
introdotto da Degas.
POUDRE DE RIZ, LAUTREC. Probabilmente la donna
raffigurata è la moglie dell’artista che si sta incipriando,
il trucco è sempre simbolo di vanità.

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 SALA DA BALLO AD ARLES, VAN GOGH si ricorda di
Lautrec. C’è un canone che viene a definirsi. In primo
piano le prostitute che parlano tra di loro e le uniche che
hanno delle macchie di colore.

LAUTREC →
Un quadro a
pastello.
L’artista si
focalizza molto
nei profili delle
Éfigure.

 SÉRUSIER, IL TALISMANO, 1888, amico di Gauguin che diceva di


vedere il paesaggio, chiudere gli occhi e dipingere con
l’immaginazione. Séruseir realizza questo quadro su una tavoletta
piccola di legno. A Parigi Sérusier conosce altri artisti. Il dipinto si
chiama il talismano perché contiene in sé una nuova possibilità di
dipingere, indicando una nuova strada. Sérusier è un testimone
diretto di come si dipinge secondo Gauguin e lo comunica ai suoi amici.
Intorno a queste idee si forma il movimento dei NABIS, profeti. Ci sono
i nabis che mantengono un immaginario simbolista di Gauguin, fatto
di figure inventate e proiettate in un mondo senza tempo, non
collegato al presente e c’è poi un gruppo di nabis che si confronta con
la vita moderna → tra questi un artista svizzero,

FÉLIX VALLOTON, STRADA DI


PARIGI → sagome piatte in una
superfice piatte; le profondità
sono date solo dal rimpicciolirsi
delle figure. È un linguaggio
antinaturalistico. Valloton lascia il vuoto intorno alle figure.
LA PALLA, tutto è
piatto, vuoto. Non c’è
proprio l’intenzione di
dare una vibrazione
atmosferica o luminosa.
Tutto è fermata. L’ombra
della bambina si è
solidificata come il
tempo che non passa
più.

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I nabis di vita moderna dipingono principalmente scene di vita quotidiana all’interno delle case borghesi,
in scene di grande fascino in cui appare sempre il tema della piattezza e di saturare lo spazio in moda da
confondere il resto con esso.
RITRATTO DI VUILLARD, PIERRE BONNARD → Già la forma del
dipinto suggerisce un’intenzione decorativa. Tutti i nabis
desiderano andare oltre la pittura da cavalletto e tutti si
confrontano la pittura di decorazione murale. Bonnard e Vuillard
fanno una pittura murale legata alla vita moderna, alla classe
borghesi che sono i committenti principali di
questa arte.
CREPUSCOLO, BONNARD → I tessuti sono
come un collage di un Picasso, come se la
stoffa fosse incollata direttamente sulla tela,
non c’è nessuna modulazione
tridimensionale. È un motivo di svago, il
divertimento in un parco.

 FEMME AU JARDIN, BONNARD, 1891


È un paravento, nasce quindi con un’intenzione
decorativa. Rappresenta delle signore al parco
che giocano con i loro animali. Le figure si
adattano alla forma del pannello.
PANELLI DESMARAIS, VUILLARD, 1892 dipinti

come quinte teatrali.


GIARDINI PUBBLICI, VUILLARD, 1894
Per la casa di Alexander Natanson, sono tre fratelli al centro della vita culturale artistica parigina intorno
agli anni 90, sono eccellenti committenti per il gruppo simbolista e possessori di una rivista artistica. La
Revue Blanche. È sempre rappresentata una natura urbana, non selvatica. Non è una pittura materica,
ad olio.
Valloton è anche un grande incisore, con una tecnica un po' arcaica della xilografia: incisione su legno.
La xilografia è legata a un mondo contadino, ma Valloton la adatta ai motivi urbani.
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Valloton è satirico e gioca sulla borghesia.

LEZIONE 12 (03-11-2022)
Il problema del cubismo è essenzialmente realistico, di come confrontarsi con il mondo esterno.
Kahnweiler è critico del cubismo -> si è passato da un segno tradizionale a un segno convenzionale. Nel
cubismo siamo in un regime di segni
1. Segno simbolico
2. Segno pittorico
3. Segno indicale
PORTOGHESE, BRAQUE, 1911 → presenza di lettere, stencil. Si tratta di
segni linguistici. L’artista resta misterioso, non scrivere tutte le lettere di
una parola. La percezione urbana presso l’avanguardia è una percezione
frammentaria.
Georg Simmel cerca di definire nel suo saggio “La metropoli e la vita
della mente” da un punto di vista psicologico l’individualità urbana che è
l’intensificazione della vita emozionale a causa del cambiamento
continuo degli stimoli esterni e interni. Dalla sovraeccitazione deriva
come conseguenza la frammentarietà.
Attraverso questa frammentarietà sono raffigurate le scene della vita
moderna nel cubismo.
RITRATTO DI ACHILLE EMPERAIRE, CEZANNE il titolo è composto da
lettere (precessore).
Nelle varie nature morte di Picasso e Braque compaiono diverse lettere. Il vero
analogo di un’opera cubista è la prima pagina di giornale poiché contiene
un’infinità di segni di diversa natura ed è frammentaria. Anche oggi la prima
piana è composta da fotografie, titoli di dimensioni diverse, la cronaca si
mescola con le altre notizie. Questo aspetto del giornale lo rendo un analogo
efficace dell’opera cubista, inoltre il giornale appare come ulteriore materiale
nelle opere cubiste. Il giornale allude alla ricchezza di informazioni che sono
contenute all’interno di un quadro cubista. BOTTIGLIA SU UN TAVOLO →

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 NATURA MORTA CON SEDIA IMPAGLIATA appare la parola JOU che è
un’abbreviazione di giornale. Picasso incolla un simulacro della paglia di Vienna. Il
frammento di realtà viene importato dentro al dipinto. In Braque e in Picasso c’è un
gioco contino nel simulare la realtà, nel fingere la realtà in modi assolutamente
convenzionali. È un gioco non dissimile a quello messo in atto da Cézanne. Le cose
non sono mai quello che veramente sembrano. Braque è molto bravo a simulare le
materie vista la sua cultura artigianale.

PAESAGGIO CON MANIFESTI, 1912, Picasso è in → vacanza e si ricorda le


strade di Parigi con i manifesti. La bottiglia ricorda una vera bottiglia di
Pernod. Il manifesto rosa è l’insegna di un ristorante belga. Il manifesto
giallo è l’insegna di Bouillon Kub (kub è anche cubismo). L’opera
rappresenta la strada di Parigi piena di manifesti.

L’esperienza della città e della modernità entravano nelle nature morte dei cubisti. Il tema urbano è più
presente in alcuni dei cubisti nel salon. Si distingue un cubismo originario che è di Picasso e Braque che
non si vede nei salon perché hanno il privilegio di avere un mercante tutto per loro e un cosiddetto
cubismo dei Salon. Fino al 1910il cubismo è solo di Picasso e Braque, dall’inizio del 1911 però Parigi comincia
a parlare un linguaggio cubista. C’è un’ortodossia del cubismo (Picasso e Braque) e un’eresia del cubismo
→ una serie di artisti che creano un salon detto della sezione aurea.
DELAUNAY è un’arista molto particolare, di grande importanza. Fa parte
del cubismo d’eresia per il colore che viene usato da tutti i cubisti del
Salon. Per Delaunay è molto importante il tema della luce. Delaunay è
appassionato della città e del suo simbolo principale, la Torre Eiffel. C’è
sicuramente qualcosa di cubismo, ma anche di futurismo. Delaunay aveva
letto il manifesto tecnico della pittura futurista che anticipa un concetto
di dinamismo simultaneità relativo alla città e ai colori. Il dinamismo di
solito nei cubisti sta nella frammentarietà.
Anche LEGER sente l’alito del futurismo. La sua gamma cromatica è meno
vivace ed è basata su colori primari, anziché affrontare la teoria dei colori
complementari.
 LA VILLE DE PARIS, DELAUNAY, 1912
è un quadro singolare perché sovrappone da un lato la pittura
tradizionale e sullo sfondo la città moderna. Delaunay gioca tra Paride
e Parigi, dunque fa rientrare il tema mitologico. C’è un particolare che
Delaunay metto a fuoco ed è la punta di un vascello che l’artista
riprende dall’autoritratto di Rousseau. Il tema del nudo è un tema
frequente anche nel cubismo.

GLEIZER e METZINGER è autore di un libro che si intitola il “Cubismo” ed elenca una serie di idee sul
cubismo non riprendono quelle di Picasso.

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MONDRIAN fa parte anche lui di questo momento del cubismo che espongono al
Salon des Indipendents. Dal 1911 al 1914 si trova a Parigi e nel 1913
viene notato da Apollinaire. Mondrian cerca di organizzare il
mondo e non di trovare dei mezzi per tradurre. Attraverso la
pittura cerca di ridurre il mondo in estrema semplicità in linee
orizzontali e verticali e la città in parte semplifica questo
procedimento. COMPOSIZIONE N. VI → è un paesaggio urbano.
È composto da campiture imperfette che danno l’effetto di non
finito.
COMPOSIZIONE OVALE è un altro paesaggio urbano, in
questo caso compare sempre la scritta KUB.

IL 20 febbraio del 1909 FILIPPO TOMMASO MARINETTI pubblica sul Le Figaro il suo manifesto del
FUTURISMO. Cominciano ad appare i miti legati alla modernità che saranno sempre presenti nella pittura
futurista. Nel 1909 non c’è molto che faccia pensare a uno stile nuovo.
AUTORITRATTO DI BOCCIONI, 1908 → boccioni è a Milano e sullo sfondo
ci sono i palazzi in costruzione. Sullo sfondo,
quindi, c’è la realtà di cui l’artista si vuole
occupare.
 LA SIGNORA MASSIMINO,1908 un quadro
realizzato su commissione. Dalla finestra si
vede la città moderna. È quindi un quadro in cui
rientra il tema urbano.
OFFICINE A PORTA ROMANA 1910 raffigura la città operosa piena di
movimento. EMILIO LONGONI, L’ORATORE DELLO SCIOPERO, 1890 c’è
l’oratore attacco a un’impalcatura che parla e incita la folla. Sullo sfondo un
tram giallo che è un elemento distintivo della città moderna.
 FORZE DI UNA STRADA, BOCCIONI, 1911 la struttura divisionista ha
lasciato posto ha un linguaggio diverso che continua a tenere conto
la visione cromatica del divisionismo. Con uno stile molto geometrico
Boccioni rappresenta di nuovo il tram giallo della città.

LEZIONE 13 (09-11-12)

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Il problema del cubismo è il realismo, Braque e Picasso si confronto con il mondo esterno e cercano di
tradurlo nelle due dimensioni della tela.
Kahnweiler è il gallerista di Braque e Picasso e ha visto il cubismo prendere forma. Si è passati da un
regime della tradizione che rappresenta il mondo in qualcosa che ci assomiglia a un segno quasi
linguistico che ha bisogno di interpretazione. Il segno è diviso in tre categorie:
segno simbolico -> segno linguistico
segno iconico -> il segno dell’arte che trattiene un legame morfologico con la realtà del mondo
segno indicale -> tutto quello che è impronta è un indice di presenza
Il segno iconico nel cubismo è sostituito da quello simbolico.

 IL PORTOGHESE, BRAQUE, 1911. È molto interessante la presenza di


lettere, sono degli stencil sovrapposti sulla tela e poi colorate a mano
dall’artista. Hanno carattere esterno alla realtà della pittura e fanno parte
della realtà in quanto tale. Fanno parte dei segni linguistici che per gli artisti
restano molto misteriosi, infatti non c’è mai l’intera scritta. È una
percezione frammentaria.
La grande metropoli si caratterizza per la sua percezione frammentaria e il
cubismo risponde a questa esigenza. Nella vita moderna c’è una sovra
stimolazione delle emozioni e sarà poi il futurismo ad analizzare questi stati
d’animo.
Nela metropoli moderna quello che caratterizza la psicologia umana è la
sovra stimolazione e la frammentarietà, è impossibile tenere tutto insieme.
Nei quadri cubisti il mondo è diretto a segni che ricordano degli elementi
della realtà, altre cose non ce le ricordano direttamente ma ci restituiscono
un’impressione.

Il vero analogo della pittura cubista è la prima pagina di un giornale. Nelle intenzioni del pittore cubista,
soprattutto Braque e Picasso, la prima pagina di un giornale è la più simile a un’opera perché contiene
una serie di segni simili della pittura ed è di per sé frammentaria, composta da fotografie, titoli di
dimensioni e caratteri diversi. Questo aspetto del giornale lo rende un analogo molto efficace del quadro
cubista e non a caso i giornali sono anche elementi di collage cubisti.

LEZIONE 14 (10-11-2022)
Il futurismo è un movimento di cui le parole d’ordine sono state fatte dal fascismo. Nel 1944 quando
venne riallestita la galleria d’arte moderna il futurismo viene ignorato perché era considerato un
movimento legato troppo al fascismo che non piaceva alla classe dirigente antifascista che usciva dalla
guerra. Già negli anni 50 il futurismo viene sdoganato anche perché c’era l’avanguardia italiana che aveva
vissuto il futurismo e aveva una visione più laica della critica.
Una delle prime ondate futuriste avviene a Londra con il vorticismo.
L’incontro tra Boccioni e Previati avviene dopo molto tempo e di seguito nei quadri di Boccioni
cominciano a trapelare nuovi elementi sulle emozioni. Nei dipinti di Boccioni si percepisce un senso di
vicinanza alle persone che dipinge e ai paesaggi.
Milano è la capitale del futurismo e il tram è il simbolo del futurismo e della modernità. I futuristi
riconoscono delle fonti italiani nei loro lavori a differenza dei francesi.

MEDARDO ROSSO ha avuto una fase milanese prima di trasferirsi a Parigi, è stato uno scultore della vita
moderna più di molti arti, forse solo Degas è stato scultore della vita moderna con la ballerina.
Fino al 1911 il futurismo va verso una strada astrale perché il mondo dei futuristi va verso l’astrazione, alla
rappresentazione delle emozioni. Nel 1911 c’è l’impatto con i cubisti e le cose cambiano radicalmente e
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ricompaiono le sfaccettature.
 LA CITTÁ SALE, BOCCIONI, 1910,
Boccioni è un pittore
enormemente tormentato dal suo
lavoro e fatica molto nel pensare a
un quadro. Questo lo pensa
inizialmente come un trittico. La
scena diventa unitaria ed è
dominata dalla figura di questo
cavallo, ce ne sono altri, e di questi
operai che rappresentano la forza
operaia della città e sullo sfondo le
impalcature che segnano la
crescita della città- è un quadro
simbolico della frenetica crescita
di una città. Boccioni è influenzato
dalla cronofotografia. Siamo già molto vicini all’astrazione, l’immagine viene allusa a queste sfumature
cromatiche che suggeriscono la presenza di figure.
LA RISATA, BOCCIONI, 1911 → viene esposta nei primi mesi del
1911 a Milano e un visitatore con un rasoio la taglia, quindi la
prima versione venne perduta. Questa è una seconda
versione. È tornato un ritmo sfaccettato, il motivo si rifà a un
mondo notturno, è una risata dentro a un bar in un clima
pervasivo di eccitazione. In alcuni fatti pittorici c’è il sintomo
di un contato col cubismo che prima non c’era. Il rapporto con
la realtà e la solidità degli oggetti è più forte; quindi, c’è una
revisione più intensa nel suo lavoro.

BOCCIONI GLI STATI D’ANIMO 1911: GLI ADDI – QUELLI CHE

VANNO – QUELLI CHE RESTANO

Le forme e i colori sono essi stessi espressione, senza che gli oggetti facciano mediazione, sono i colori
stessi ad essere espressione delle emozioni. Sembra andare verso una sola direzione.

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Nel futurismo la tendenza verso la smaterializzazione è fortissima, l’abbandono del quadro verso la
smaterializzazione dell’oggetto artistico. Il futurismo è stata la prima avanguardia a sottolineare questa
cosa, a mitizzare la modernità e tenta di saldare l’arte e la vita e quindi di andare verso una
smaterializzazione delle cose. SECONDA SERIE DEGLI ADDI DI BOCCIONI, 1911:

In questo trittico compaiano i numeri, c’è una maggiore solidità delle figure, c’è un maggiore
sfaccettature, le figure sono abbastanza riconoscibili, c’è la locomotiva nella sua consistenza materiale
con il numero. Il rapporto col cubismo induce una certa solidificazione nella pittura con Boccioni, un
ritorno all’oggetto. Le figure stanno ricominciando a prendere forma. Il cubismo incide profondamente
e fa porre nuovamente a Boccioni il rapporto con la realtà.

 FUNERALI DELL’ANARCHICO GALLI, 1911, CARRÁ ricorda


questo evento successo anni prima. La piazza è luogo di
scontro e conflitto politico. È la dimensione della vita.

IDOLO MODERNO, BOCCIONI →


è una lavoratrice del sesso. Ha lo
sguardo spiritato ed è illuminata
dai lampioni della città di notte.

 BOCCIONI, MATERIA, 1912 è il


ritratto della madre che
guarda fuori dalla finestra.
“mater” come materia e madre. Boccioni è
anche scultore (ANTIGRAZIOSO →) riprende
Medardo Rosso. La scultura è libera nello
spazio, mentre la pittura porta con sé il suo
contesto. In Medardo Rosso però questa
dimensione libera c’è di meno, le sue sculture
maggiormente frontali portano con loro il
contesto, l’oggetto è vincolato a quello che gli sta
intorno. La scultura di Boccioni che raffigura
sempre la madre, ha con sé una parte di
contesto spaziale.

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FORME UNICHE NELLA CONTINUITÁ DELLO SPAZIO, BOCCIONI, 1913
→ è più lo spazio che si muove che vive in questa dimensione rispetto
alla figura. Sono scultore pensate sui rilievi di Picasso e Braque. La
scultura rimane tutto sommato una figura, anche se plasmata dallo
spazio e dal dinamismo cosmico.

Il mito della macchina è


il mito fondativo del
futurismo.
 DINAMISMO DI
UN’AUTOMOBILE,
RUSSOLO.

AMERICA → La pittura americana si avvicina alla vita moderna da lontano, c’è una pittura della vita
moderna ma non così sentita come in Europa. I primi artisti che dipingono la città di New York si formano
a Philadelphia e lavorano come illustratori dei giornali e fanno parte dall’ASH CAN SCHOOL. Sono un
gruppo che si forma nel 1908, ma a breve vita, composto da 8 pitturi di cui 4-5 appartengono a questa
scuola realista americana di vita urbana. Il vero iniziatore è ROBERT HENRI che dipinge spezzo i ragazzini
monelli che corrono per la città. JOHN SLOAN fu un personaggio molto importante nella pittura
americana perché fu anche insegnate. Mentre in Europa ci sono le avanguardie, in questi anni in America
si dipinge molto realisticamente con la predilezione di toni scuri. Le cose cambiano quando Alfred
Stieglitz, fotografo americano, apre il suo studio come galleria ed espone opere avanguardiste dal 1908.
PONTE DI BROOKLYN, JOHN MARIN, 1912 →è l’artista che dipinge più
coerentemente la città. Il ponte di Brooklyn simboleggia la meraviglia
della modernità. È una pittura ancora ad acquerelli, come vuole la
tradizione pittorica americana. Marin mescola diversi elementi in una
scomposizione dinamica e colorata. Marin ha un’esperienza europea,
dunque, ha potuto compiere un viaggio in Europa e guardare le opere
delle avanguardie.

 MAX WEBER, NEW YORK, 1912 Max


ha esperienza diretta con la pittura
europea perché soggiornò a Parigi.
Max Weber rappresenta scene urbane che si riferiscono alla metropoli
moderna, così come il grattacielo.

LEZIONE 15 (16-11-2022)

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La città di New York, insieme Chicago, è la metropoli più moderna del mondo con i suoi grattacieli.
Chicago si forma anche grazie Frank Lloyd Wright che ha un’idea di rapporto con la natura, anti-urbano.
Nei dipinti degli artisti di New York c’è sempre un’impressione di sovraffollamento.

GEORGE BELLOWS, 1909 → il pugilato era uno sport che


andava molto in quel tempo in America. Bellows fa parte
della scuola realista. fu Bellows che quando vide l’urinatoio
di Duchamp esposto come opera d’arte che rimase
parecchio scioccato.

 ALFRED STIEGLITZ fu
un importante fotografo
americano, soprattutto di
New York. Interpreta la
città ancora in una chiava pittorica, più tardi si concentrerà di più sulla
resa degli oggetti. Nella foto ci sono ancora case vecchie, basse e poi il
grattacielo dietro che sta salendo.

HOPPER,
EARLY
SUNDAY
MORNING,
1930 → le
casette abbandonate sono sovrastate da
questo quadrato nero che è la base di un
grattacielo nero. Le case saranno
completamente divorate dalla città nuova,
moderna.

Tra gli artisti che frequentano il circolo di Stieglitz ci sono: John Marin, Joseph Stella, Alfred Maurer e Max
Weber.
 JOSEPH STELLA, PONTE DI BROOKLIN, 1919 è un artista nato in Italia e molto
appassionato di Futurismo dopo che lo vede in mostra a Parigi e cerca nel suo
lavoro di far trapelare questi aspetti legati alla meccanica. Prende dal
futurismo le linee forza che caratterizzano i suoi dipinti. Dal futurismo, Stella
va poi verso il modernismo per rappresentare la città di New York.
THE VOICE OF CITY,
1920 → è un polittico
che rappresenta la città
di New York, lui si fa
interprete dello spirito
della città.

Durante gli anni della guerra si apre a New York il


periodo del new Dada che non ha però molto a che fare con il Dada nato a Zurigo. È Duchamp l’inventore,
in lui il tema urbano, industriale fa da sfondo per le sue opere, anche un’oggetto come urinatoio ha come
obiettivo quello di riportare il lavoro industriale nell’arte.

Il futurismo gettò un seme che si disperse per tutta Europa e a Londra influenzò la nascita del

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VORTICISMO che nasce nel 1913. L’arte britannica, in questo momento, è governata da Sickert che da
inizio a un gruppo di artisti. Il vorticismo è un’arte d’avanguardia e ne fanno parte non solo artisti di
immagine ma anche letterati, come Ezra Pound.

 THE CROWD rappresenta la folla che cade dai palazzi.


Sono quadri cupi, realizzati con un linguaggio fatto di forme spigolose che
ricordano l’esperienza negativa della città.

WYNDHAM LEWIS, RED


DUET, 1914 è un paesaggio
urbano molto astratto

JACOB EPSTEIN, THE ROCK DRILL, 1913 →


è il lavoratore che è ridotto a una sorta di
Robot, di corpo meccanico che fa tutt’uno
con la macchina che sta azionando.
Nel gruppo del vorticismo erano presenti
anche delle artiste donne e quella che ha
più a che fare con il tema urbano è JESSICA
DISMORR, ABSTRACT COMPOSITION,
1915

COME SI CONFRONTA L’ARTE TEDESCA CON IL TEMA URBANO? Un interesse coerente e continuativo
verso la città si ha con il movimento della Brucke che nasce a Dresda nel
1905 e la personalità più esplosiva del gruppo è Kirchner. Il gruppo si
sposta poi a Berlino, città molto grande e moderna e industriale. La pittura
del Brucke è molto diversa da quella francese, le fonti della pittura
tedesca sono Munch ed Ensor. All’alba degli anni 10 cominciano a inserirsi
degli elementi del cubismo nell’arte espressionista tedesca.
 KIRCHNER, BERLINO, 1914 è la città moderna, popolata da persone. C’è
molto della realtà cubista ma la rappresentazione non esplode, il contesto
rimane riconoscibile. La modernità e il paesaggio storico della città sono
messi in rapporto l’uno con l’altro.

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Il tema della città è trattato anche nella pittura tedesca come gli altri, compare il tram, il ponte, le lettere
dei manifesti, si citano sempre dei frammenti della città.
MAX BECKMAN, FRANCOFORTE, 1922 → è un artista del dopoguerra.
Ci rappresenta una visione del ponte di Francoforte con
un’atmosfera cupa. Beckman è più un pittore di figure che di
paesaggi.
I dadaisti mettono in scena il
tema urbano in un’altra maniera.
La frammentarietà della città, i
segni della metropoli sono tutti
rappresentati nella cultura del
fotomontaggio o collage dai
dadaisti.
 HANNAH HOCH, TAGLIATO
CON IL COLTELLO DA CUCINA,
1920 raffigura la Germania
sconfitta. Nell’arte del 900 il
montaggio è molto usato, c’è
una dimensione del frammento
che indica verso l’insensatezza del mondo. Il frammento punta al
disordine del mondo.
PAUL CITROEN, METROPOLIS
→ la città moderna è confusa e
caotica. Ogni frammento ha un
suo spazio, ogni palazzo ha una
sua prospettiva.
 KURT SCHWITTERS, il
frammento è riorganizzato. C’è
un ordine che parte dalle
piccole cose raccolte per terra.
Schwitters faceva delle
escursioni in città e si riforniva
delle materie prime raccolte
per strada. Molti suoi lavori
sono sul monocromo.

LEZIONE 16 (17-11-22)
 DONNA ALLA COLONNA DEI MANIFESTI, 1913, MALEVICH
Anche Mosca diventa una città moderna e l’arte è influenzata dal cubismo
e futurismo, si diffonde un linguaggio frammentario fatto di lettere.
Malevich è il maggior artista russo di questo periodo e nei suoi dipinti si
anticipa già quello che succedere nel 1915, cioè il passaggio all’astrazione.

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IVAN PUNI, LA FUGA DELLE FORME, 1919 → altro artista russo
trasferitosi in occidente dopo la rivoluzione. Usa ancora i
caratteri cirillici, ci sono ancora i segni delle descrizioni urbani
che costellano questa composizione.

Dopo la guerra, la modalità di avvicinamento al tema urbano


ambia profondamente. C’è il ritorno dei reduci, sia chi ha vinto
e sia chi ha perso. La città inizia a popolarsi di feriti, mutilati;
quindi, i segni della guerra suggeriscono agli artisti un
atteggiamento diverso all’avvicinarsi alla città. Questo
atteggiamento cambia soprattutto in Italia e Germania.
L’espressionismo
sembra essere finito insieme alla guerra.
 GEORGE GROSZ, OSKAR PANIZZA, 1917, la caratteristica di
Grosz che lo differenzia da tanti altri artisti della “nuova
oggettività è la sua voracità nei confronti dei linguaggi esterni.
Questo è un paesaggio urbano popolato da animazione e figure
mostruose, ripensato nei termini di un cubo futurismo in cui si
inseriscono nel primo piano figure deformate. La struttura
generale del dipinto è esplosa secondo quelle che sono le
abitudini, gli stilemi cubi futurista.
SENZA TITOLO, 1920 →
Influenzato dalla pittura metafisica
dalla rivista “Valori Plastici” in cui
rientrano De Chirico e Carrà. Grosz
interpreta la metafisica secondo
una qualità originaria che è quella
di mettere sotto il microscopio
l’alienazione rispetto al mondo
attuale. Il tema del manichino qui è sempre alienato senza fattezze del volto
senza contatto del mondo. In De Chirico l’assenza del contatto del mondo
equivale a una sapienza oltre mondo. Grosz allude all’alienazione
dell’essere umana rispetto alla città, ma anche per alludere a questo triste
universo prostetico che portano i reduci di guerra
tornati in città. Questo manichino infatti è senza braccia
e gamba. Domina il tema della solitudine urbana. Su
questo tema lavora anche SIRONI, PAESAGGIO
URBANO, 1920 →
Uno dei primi paesaggi che ha dipinto. Sironi è un
reduce, quindi fa parte di questo gruppo di reduci che
tornano dalla guerra e sono parecchio turbati. Questi
dipinti nascono durante il biennio rosso, durante
l’occupazione delle fabbriche. Sironi aveva aderito
abbastanza tardi al futurismo e la sua pittura scura non
aveva recepito la brillantezza cromatica tipica del
futurismo (cromatismo congenito). Sironi percepisce la
frammentarietà della città e dei temi urbani in altri
dipinti, c’è un senso della materia scura e terreste che caratterizza tutti i suoi lavori.

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 MARIO SIRONI, MOTOCICLISTA, 1920, la scena non è molto diversa,
ma il paesaggio si è fatto assai più coerente e compaiono delle
prospettive, diagonali. È successo che Sironi si è avvicinato alla pittura
metafisica che è più
evidente in una serie di
dipinti del paesaggio.
PERIFERIA →
è un paesaggio vuoto,
non c’è presenza umana
se non quella che si può
immaginare all’interno
delle macchine o della
cabina.

 PAESAGGIO URBANO CON


AEREO, 1920, l’aereo è simbolo di modernismo, del progresso, ma qui invece
sembrano precipitare sulla città che è popolata da minacciosi mezzi di trasporto.

METROPOLI, OTTO
DIX, 1928 →
Altro artista della
nuova oggettività è Otto Dix. Questo trittico è dedicato a quelli che ballano freneticamente fiduciosi alla
ripresa e da una parte si vede il sodato mutilato e le prostituite che stanno nei bassi fondi della città. Il
trittico è uno dei motivi prediletti della nova oggettività perché consente di mettere insieme degli episodi
senza svilupparsi narrativamente ma sviluppando tre storie sparate.
CHRISTIAN SCHAD, AUTORITRATTO, 1927 → è un personaggio complesso,
condivide con Man Ray l’impressione degli oggetti illuminati su carta
fotografica. È anche lui un artista della nuova oggettività. Fa una pittura
quasi quattrocentesca, di estremo dettaglio e di
grande qualità. C’è il tentativo di rifare i
fiamminghi, è una pittura che ha la forza di
un’apparizione. Sullo sfondo la città.
 RITRATTO DI EGON ERWIN KISH, 1928 era
uno scrittore, giornalista di estrema sinistra;
quindi, essendo comunista ed ebreo è dovuto
scappare dalla Germania. È ritratto dentro
un’impalcatura urbana.

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A New York nel salotto di Walter e Lousie Arensberg si apre
una nuova situazione di espressione artistica. Arriva
DUCHAMP in America i cui Ready-made si differenziano dagli
oggetti comuni per la loro concezione intellettuale e
concettuale e affinché diventino opere d’arte vengono firmati
e rinominati. FONTANA, 1917 → L’importanza di questa opera
è che è la prima ad avere vita pubblica. Duchamp fa entrare un
pezzo di città, di manufatto industriale nell’arte. L’artista non
ha messo mano all’opera d’arte, ma sono i lavoratori che lo
hanno fatto quindi Duchamp mette in relazione l’artista con
l’uomo comune. Il lavoro comune, l’oggetto comune entra nel
mondo nell’arte.
 MORTON SCHAMBERG, ELSA VON FREYTAG, 1917 un tubo di
lavandino che viene ribattezzato come Dio. È un oggetto che sopravvive
grazie alla fotografia, non c’è più l’originale ma non c’è bisogno perché
sono tutti oggetti che si trovano comunemente.
MORTON SCHAMBERG → è l’iniziatore di una
tendenza che nasce nell’ambito del salotto degli
Arensberg, ed il precisionismo. Per gli americani
c’è un mito della macchina che si manifesta nei
precisionisti proprio con la precisione del
processo, l’esattezza del funzionamento. In
schamberg questo si manifesta in macchine
inventate disegnate con grande cura.

New York, come già detto, è la città


moderna per eccellenza. Nel 1927 il fascino nei confronti ella macchina
e nella città moderna torva un pinto di coagulo in mostra che si tiene a
New York intitolate “Machine age ex position”. Il manifesto della
mostra venne realizzato da FERNAND LEGER → che prende un motivo
da una parte di macchina e lo colora con i colori complementari. La
macchina viene riportata dagli americani in una dimensione utilitaria.
 CHARLES SHEELER immagina una
New York del futuro e disegna dei
finti progetti di architettura.
È un paesaggio classico americano,
con le ciminiere, vuoto ma
comunque tutto continua ad
andare.
Sheeler è innamorato dai tagli delle
macchine.

Altra artista del tema urbana è GEORGE O’KEEFE che però dipinge in
maniera più delicata.

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LEZIONE 17 (23-11-22)
SHEELER, ROLLING POWER, 1939 → è un inno
alla civiltà delle macchine in cui la realtà
americana era in uno stato di profonda
depressione economica.

 STIEGLITZ,
MANO DI
GEORGIA
O’KEEFE,
morta quasi a
100 anni. Georgia aveva scelto di
trasferirsi al di fuori della città. Negli
anni 20 però guarda al paesaggio
urbano di New York, ai grattacieli.
Georgia O’Keeffe è ispirata però molto
dalla natura. NOTTE A NEW YORK → c’è
qualcosa di “naturale” e mistico come la
luce emessa dal lampione e la luna
nascosta tra le nuvole.

Gli hanno 20 sono molto segnati da questo mito della macchina, dopo la
depressione del 1929 questo mito della modernità comincia un po' a
sgretolarsi perché il panorama cambia e la realtà industriale non è più in
sviluppo. Prende piede un surrealismo della realtà, ma anche un realismo di sinistra molto con base
newyorkese. Negli anni 30 New York è una città marxista. I due pittori maggiori della “scena americana”
sono Hopper e Burcherfield. La pittura di Hopper è quasi metafisica.

 ISAC SOYER, AGENZIA DI COLLOCAMENTO, 1937. Isac e Raphael


Soyer sono due fratelli che fanno il realismo social sul tema degli
uffici di collocamento, nei posti pubblici dopo le spalle delle persone
si urtano gli uni con le alte, ad esempio nella metropolitana di New
York.
JACOB LAWRENCE, THE
MIGRATION NEGRO, 1940
→ è il primo artista nero a
farsi una notorietà presso
il grande pubblico. Con
questa serie di 60 dipinti
abbastanza grandi che si
intitola “the migration
negro” rappresenta la
grande migrazione dei neri
dal sud al nord. Ci sono tre sportelli dove si vendono i biglietti per
Chicago, New York e San Louis. Lawrence adotta un linguaggio
modernista molto spinto, che è sostanzialmente il linguaggio di
Matisse fatto di forme colorate piatte.

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MARK ROTHKO, ENTRACE THE SUBWAY, 1938 → Rothko
si appropria di un tema tipico del realismo sociale
americano e lo trasporta in un mondo che non è
assolutamente né realista e sociale. Rothko conosce la
pittura dei fauves. Ogni figura ha la sua spazialità. Anche
qui c’è un senso di
alienazione e solitudine
che c’è nei dipiti di
Hopper, la città non è un
luogo allegro in cui si sta
tutti insieme.

 GEORGE L.K MORRIS,


1945, oltre ad essere un intellettuale era un pittore e fu uno dei
finanziatori della rivista dove compaiono i primi scritti di avanguardia. Era
anche un critico d’arte ed era un marxista. Era un pittore astratta non
realista socialista. Il dipinto rappresenta Park Avenue. È in grado di
evocare la città attraverso dei simboli
che la richiamano.
WILLIAM DE KOONING, BLACK
FRIDAY, 1948 → nella parte inferiore
c’è del colore, sono frammenti della
città che sono stati coperti col bianco
e nero. È il copro a copra dell’artista con la pittura tipico di De
Kooning. A De Kooning interessano di più le persone, attraverso i loro
ritratti ci appare la città.

La generazione degli anni 50 che si oppone all’espressionismo


astratto è la generazione di Rauschenberg, Jasper Jones e Cy
Towmbly, tutti e tre amici tra di loro. Loro non parlano direttamente
con la città, ma di un rapporto con il mondo comune.
Jones e Rauschenberg progettano delle vetrine per il negozio di
Tiffany e concepivano queste vetrine con il gioello in uno spazio
creato.

LEZIONE 18 (24-11-22)
Gli espressionisti astratti sono tutti nati i primi del 1900; la
generazione successiva non parla direttamente della città. È una
generazione che mette in crisi le retoriche dell’espressionismo
astratto. TOWMBLY è ricco di famiglia, colto, viene in Italia per
studiare i classici.
 SENZA TITOLO 1953, ispirandosi a graffiti della città, ha un
carattere brut. Da un lato c’è il vissuto della materia riportato al suo
grado più primitivo. Il mondo di Towmbly sta un po' fra gli USA e
l’Italia. In Italia vede più spesso questo segno primitivo lasciato dai
vandali sui muri. Towmbly cerca di ritornare a uno stato primario
dell’espressione.

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 DUBUFETT, MURO CON ISCRIZIONI, 1934 con la sua passione per il
bruto e l’arte delle persone non educate, benché appartenga alla
generazione dell’espressionismo astratto (in Europa è detto informale),
scopre il mondo dell’espressione primaria, legata alla malattia mentale o
a certe condizioni di isolamento. Comincia a lavorarci e a creare la
collazione dell’art brut. Dubuffet ha avuto fortuna nella generazione
successiva, soprattutto alla fine degli anni
50. Dubuffet dipinge senza il senso della
planarità modernista.
ALFRED JORN, 1962 → fa parte del gruppo di
artisti KOBRA (1948-50) e riprende Dubuffet.
La scritta dice “L’avanguardia non si
arrende”. È una scrittura di scarabocchio.

 ALLAN KAPROW, fa un’arte di


scarto e riprende Rauschenberg.
Nel 1958 conducendo una
riflessione sulla morte di Pollock scrive un saggio su come
Pollock abbia fatto solo happening perché un’arte basata
sull’azione.
L’Happening è qualcosa di irripetibile che si lega a chi lo ha
vissuto, nasce li per li.
Intorno all’happening si legano due personalità a New York;
Oldenburg e Jim Dine. La prima critica che si è interessata
all’Happening è stata Susanne Sontag che scrive un saggio
intitolato “Lo Happening o l’arte delle giustapposizioni
radicali”. Sontag riconosce lo happening più con il teatro che con le arti visive.

OLDENBURG, THE STORE, 1962 → la città non è


ordinata. Oldenburg affitta uno studio su strada, un
negozio, e lo popola di tanti oggetti vari. L’idea del
cibo americano come cibo ripugnante è molto
trattata da Oldenburg. Finge di aver aperto un
negozio e di vendere i suoi oggetti che sono delle
parodie degli oggetti reali. Nella mostra invece gli
oggetti diventano parte dell’allestimento, sempre di
finzione.

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LEZIONE 19 (01-12-2022)
Saggio su Rauschenberg -> saggio sulla cultura americana. Il modo in cui l’arte di Rauschenberg si indirizza
allo spettatore è diverso da tutto quello che viene in precedenza. Le opere di Rauschenberg sono pensate
in orizzontale non in verticale. C’è un passaggio dalla natura alla cultura, cioè dallo spazio legato
all’esperienza primaria (come Pollock), legata al sentito della natura allo spazio che si determina in
rapporto alla cultura (Rauschenberg). I frammenti che usa Rauschenberg sono oggetti trovati in città.
Gli artisti pop si possono leggere come dei moderni pittori della vita moderna, nel senso Baudelairiano
del termine, ci sono molti aspetti che hanno a che fare con lo sguardo del pittore della vita moderna.
L’art Pop comincia a essere chiamata così non dagli artisti, essi non sono un gruppo, ma una situazione
legata alla vita newyorkese. Barbara Rose scrive su Oldenburg dicendo che la differenza
dall’espressionismo è l’ironia. Gli oggetti della cultura di massa diventano con Oldenburg oggetti di
affetto, di ironia. È possibile riattraversare la realtà che la società dei consumi ci propone in un altro modo.
Gli artisti dell’arte pop hanno provato a riattraversare la città del consumo da un altro punto di vista, si
muovevano contro o in parallelo dalla civiltà di massa. Con l’arte pop si frantuma l’arte astratta.
Nel 1860 alla Jackson Church ci furono due opere in parallelo -> The
street di Oldenburg e LA CASA di JIM DINE→ anche lui fa
happening, il più famoso è nel 1945, poi smette e inizia a fare
pittura e scultura.
 JAMES ROSENQUIST,
PUSHBUTTON, era un pittore
di immagini pubblicitarie che
non era manifesti, ma
inizialmente dipinti. Quando
fa l’artista parte da immagini
frammentarie di questo
genere e parte da ritagli di
riviste e pubblicità e li monta
insieme su una
quadrettatura. Rosenquist è autore di tele enormi. STUDY
FOR PRESIDENT ELECT, 1960 → sono immagini comuni che
vengono dalla strada e che Rosenquist riproduce senza
modificarle
troppo.
I LOVE YOU
WITH MY FORD,
1961 → sempre
collage di cose
comuni, il cibo
americano non
manca quasi mai.

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ANDY WARHOL nasce nel mondo dell’industria pubblicitaria della comunicazione. Tra i primi lavori ci sono
gli allestimenti di alcune vetrine →
Sullo sfondo i suoi disegni che fanno sempre
riferimento alla cultura di massa: i fumetti, la
chirurgia estetica, la moda. Warhol frequenta
anche il fumetto ma in una maniera
completamente diversa da Lichtenstein.
Warhol è stato ossessionato dalla morte,
prende delle foto di morte e le mostra così
senza modificarle. Non c’è altro mezzo meglio della fotografia che mostra la deperibilità delle cose e
quindi la morte.
LICHETENSTEIN aveva studiato pittura e cerca di organizzare l’immagine in maniera logica. L’intenzione
dell’artista è di smontare i meccanismi, analizzarli e renderli chiari. VICKI→ è un racconto sospeso. Il
pittore si concentra sui meccanismi di realizzazione
dell’immagine. Questo andamento pulviscolare è una
caratteristica della pittura di Liechtenstein.
 ANDY WARHOL, Nel
1964 nel Queens si tiene
una fiera mondiale e
viene commissionata a
Warhol un’opera per il
padiglione di New York e
lui decide di mettere le
foto segnaletiche dei 13
ricercati più pericolosi
dal FBI. Le immagini
vennero poi rimosse. Tuttavia, c’è una modalità di circolazione del
prodotto d’arte diversa da quello delle vetrine, questo è un murale.

HOME OF
AMERICA, DAN GRAHAM → è un lavoro dedicato
alle zone periferiche, suburbi, dell’America, in cui le
case sono tutte uguali. Graham gioca sull’ironia
delle somiglianze e sulle forme cubiste.

Il primo interesse verso la cultura di massa nasce


negli anni 60 in Inghilterra, in un gruppo di artisti
che si chiama INDIPENDENT GROUP, si formano
all’interno dell’istituito dell’arte contemporanea di
Londra. Nel gruppo convivono 3 anime: pittori-
scultori, architetti e critici d’arte. Il primo teorico a
sottolineare l’importanza delle arti di massa e quindi a definire un’idea non popolare è Lawrence Alloy. Il
pubblico cambia, non è più inesperto, cambia il concetto di cultura.

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LEZIONE 20 (02-12-22)
FOLLOWING PIECE, Vito Acconci → è stato un artista, poeta e
performer e inventa un modo per percorrere la città. Si mette a
seguire delle persone fino alla porta di casa, queste persone non
sanno nell’essere seguite. L'opera consiste nella casualità
dettata dalla persona seguita. Riprende i surrealisti che
sceglievano un punto a caso nella città di Parigi.

Gli anni 50 in Inghilterra inizia la riflessione sul rapporto tra le arti


e la cultura di massa e si sviluppa parallelamente negli stati uniti.
Gli Independent group sono anche organizzatori di mostre in cui il
confine tra immagine artistica e immagine più generale è
sbriciolato. Una delle prime mostre organizzate dal gruppo si chiamava “Crescita e Forma”, incentrata
sulla morfologia. Sono mostre prevalentemente fotografiche; la fotografia ha un potere di
omogeneizzazione dell’immagine, tutto può essere fotografato. Questa generazione di artisti è
interessata al moto che ha come referente il contesto urbano e la città.

Roma non è una città moderna, diventa moderna con la Scuola Romana. La scuola romana si distanza da
ogni punto politico e non guarda ai monumenti, ma agli angoli della città. Gli artisti maggiori della Scuola
Romana sono Scipione e Mafai. I quadri della scuola romana sono maggiormente antifascisti, c’è un moto
di rivolta allo scempio che mussolino stavo facendo su certe zone di Roma. Immediatamente dopo la
guerra, iniziano a comparire dei motivi nuovi con la nuova generazione della scuola romana che
trasformano Roma in città moderna. La città comincia a crescere dal 44. La nuova generazione guarda
più alle zone periferiche della città.
Alla fine degli anni 50 la nuova generazione sente fortemente l’influsso di Burri, ma cerca di attutirne le
risonanze esistenziale. Questa generazione cerca di aprire nuovi confini e lati della città; guardano alla
città in costruzione, alle pubblicità. Roma è materia (influsso Burri), Milano è smaterializzazione (influsso
di Fontana). Burri consegna a chi viene dopo di lui non tanto l’idea di una materia sofferente, ma la vitalità
della materia che ha ancora un potenziale espressivo, non è solo un analogo della carne ferita, ma è una
materia investita psichicamente.

LEZIONE 21 (07-12-22)
Falla fine degli anni 50 c’è l’influenza di Burri, ma questa
generazione non accetta l’esistenzialismo di Burri. Nascerà poi il
gruppo di artisti di Piazza del Popolo che ritrarranno la città. È uno
sguardo sulla città autoctono, è un’arte di reportage che va nella
città come il flâneur baudelairiano e ne coglie degli aspetti.
1962 MARIO SCHIFANO, COCA COLA prima del suo viaggio in
America, riprendeva già i segni pubblicitari.
Franco Angeli era un pittore della scuola di Piazza del Popolo, anche
lui usa molto la materia.
Tano Testa benché non raffiguri un mondo di riferimento, le sue
astrazioni prendo riferimento dal mondo e dalle strade.

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Sempre degli artisti di Piazza del Popolo c’è RENATO MAMBOR, 
SEGNALE STRADALE ha fatto più
l’uomo di teatro piuttosto che
l’artista, lavora molto sulle insegne
urbane. L’omino che ha attraverso
è quello del semaforo. Mambor ha
lavorato a lungo sui segnali stradali
che sono un tema molto
reinterpretato dagli artisti.
INCASSELLATI → Mambor realizza questi dipinti con dei timbri
scarichi. Vuole dare l’impressione dell’uomo di massa, tutti uguali
l’unica differenza è se sono più o meno a fuoco.
 CESARE TACCHI, RENATO E POLTRONA, 1965. Tacchi prima di lavorare con
la tappezzeria lavora soprattutto sulle lacche e con le immagini stereotipate
di macchine che ricordano insegne di Mambor.

A Roma nel 1973 ci fu una grande mostra contemporanea nell’appena


costruito il parcheggio sotterraneo di Villa Borghese, progettato da Luigi
Moretti, e si usò il contesto urbano per una mostra concettuale. In quegli anni
la Porta Pinciana venne impacchettata da Christo.

Nel 1957 si forma L’INTERNAZIONALE SITUAZIONISTA; la prima componente


a entrare in scena è KOBRA, un gruppo che si forma nel ’48 e nasce da esperienze di surrealismo
divisionismo. È un gruppo di breve durata, ma di notevolissimo interesse. Il tema della scritta urbana,
vandalica, è dentro la logica del gruppo Kobra, di cui Jorn è l’esponente più interessante dal punto di vista
artistico. Al gruppo appartenevano anche architetti, tra cui Costant Nieuwenhuys che progetta delle città
utopistiche che si chiamano New Babylon ed influisce molto sul pensiero di Galizio. Anche Jorn comincia
a pensare all’architettura quando sta in Italia.
Guy Debord ha un pensiero molto politico e fonda nel 1954 un suo gruppo -> Internazionale Situationniste,
e pubblica articoli in una rivista anarchica intitolata Potlatch (è una cerimonia che si basa sulla perdita dei
propri averi). Guy Debord nel suo scritto “La società dello spettacolo” fa una critica alla società capitalista.
Debord e Jorn collaborano per realizzare delle mappe →
MEMORIE, mappe basate sul principio della
psicogeografia che definisce la città in aree ostili e
simpatetiche sulla base dei rapporti di attrazione e
repulsione che determinano la cosiddetta “deriva” ->
una passeggiata, simile a quelle dei surrealisti che erano
determinate dalla casualità. Nel corso della deriva uno si
rende conto se l’area della città è ospitale o no, le carte
di questo genere danno l’idea della durata della deriva.
Le parti in bianco sono quelle ostile che si percorrono
velocemente, in queto modo si ridisegna la realtà. Da
questa collaborazione nascono dei libri molto interessanti esteticamente.

Pinot Galizio era uno degli artisti preferiti di Lonzi. Galizio è un punto di frattura con l’internazionale
situazionista. Realizza dei rotoli di pittura prodotti in maniera singolare; in parte dipinti a mano e in parte

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stampati e venduti al taglio come se si trattasse di un tessuto. Galizio in
queste performance tagliava questi ROTOLI DI PITTURA INDUSTRIALE,
1958 → la pittura industriale viene anche esposta nel 1959 alla Galleria
Drouin e ricopriva tutto lo spazio che veniva poi percorso da modelle.
Questa mostra segna la rottura con l’internazionale situazionista
perché la galleria era una galleria commerciale, anche se l’opera è
prodotta in maniera venale che non ha più importanza.
Queste esperienze che indicano una politicizzazione del rapporto fra
l’arte e il contesto urbano si sviluppano in modalità molteplici. Un
esempio è nel centro di Fiumalbo in cui operano due artiste nel 1967.
L’idea era di invadere la cittadina, un piccolo borgo, con molte
sperimentazioni di carattere verbo visivo. Partecipano moltissimi
artisti, tra cui  KETTY LA ROCCA
che espone delle insegne di
colore blu e vennero messe lungo l’autostrada del sole.
GIULIO PAOLINI, CAMPO
URBANO → sentiva la
necessità di aprire l’arte alla
città. Era un’iniziativa in cui
molto artisti, soprattutto
dell’arte lombarda, venivano
chiamati a intervenire nel contesto urbano. L’idea di un’opera
d’arte effimera, basata sul comportamento e sull’interazione con
il pubblico nel 1969 non è però del tutto nuova, c’erano state già
altre iniziative che avevano aperto questa strada; il teatro delle
mostre.

IN CONCLUSIONE: l’interesse per i graffiti urbani parte con i surrealisti. Brassai per primo, inizia a
fotografarli. I graffiti si sviluppano poi nel mondo dell’Hip Hop, i segni corrispondano alla danza, sono
espressione di un gruppo che non è egemone all’interno della società, ma è una pittura delle zone meno
controllate della città. Vengono dipinti i vagoni della metropolitana, lontano dai controlli dell’autorità.
Cominciano a emergere in questo gruppo di lavori delle personalità definite. Tra questo Keith Hairng,
Basquiat, Banksy.

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