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Danneggiata statua del Bernini a

Roma
Elefante di piazza
Minerva, frammento
zanna trovato a terra
Redazione ANSA ROMA
14 novembre 2016

ROMA - Danneggiata da vandali


la scorsa notte la statua
dell'Elefante di piazza della
Minerva, a Roma, uno dei tesori
di Gian Lorenzo Bernini. Ad
essere sfregiata stata una
zanna dell'elefantino. Il
frammento stato trovato a
terra, ai piedi della statua. Immediato l'intervento delle forze dell'ordine e dei tecnici della Soprintendenza ai
Beni Culturali di Roma. La polizia locale di Roma Capitale intervenuta sul posto e ha recuperato il pezzo
della zanna della statua dell'elefantino staccato e lo ha portato al comando. Sono gi in corso indagini per
scovare i responsabili del gesto vandalico e a tal fine si analizzeranno anche le immagini delle telecamere
nella zona.

QUESTIONARIO:
Cose il vandalismo?
Ricordi il significato originario di questa parola?
Ricordi atti di vandalismo su opere darte?
In generale, quali pensi siano le ragioni di atti di vandalismo contro opere darte?
Secondo te il graffitismo puo essere considerato forma darte?
Ci sono anche casi in cui il vandalismo di opere darte e considerato arte. Gli artisti
cinesi Yuan Cai and Jian Jun Xi hanno mostrato un nuovo modo di interagire con larte
dicendo che larte e un invito. Dopo la loro lotta di cuscini sul Mio Letto di Tracy
Emin al Tate London Gallery in ottobre 1999, Cai ha detto Abbiamo pensato che
avremmo fatto una nuova opera, come il teatro. Second te, e vandalismo?
7. Hai mai sentito parlare della Sindrome di Stendhal?
8. Leggi questa affermazione di un sociologo italiano: Molti giovani accusati di praticare
il vandalismo sono [...] giovani frustrati che sfogano la loro aggressivit contro ogni
cosa pubblica, accusando la societ a cui appartengono di accaparramento.
Giuseppe Mastroeni [Aggressivit e homo sociologicus, 1997]. Pensi che questa
affermazione, basata su quello che succede in Italia, possa essere estesa anche al tuo
paese?
9. Secondo il Guardian, dopo un episodio increscioso ai danni di un dipinto di Poussin,
gli atti vandalici non dovrebbero mai succedere e si dovrebbe investire sui controlli,
come al Louvre. Nessuno dovrebbe entrare al National Gallery senza questi controlli.
Se questi macchinari sono troppo costosi, il museo dovrebbe far pagare il biglietto di
ingresso. I musei gratis vanno molto bene. Ma a cosa serve se la gente puo entrare e
dissacrare il patrimonio culturale del mondo?. Pensi che questa sia un priorita?
10.
Larte degenerata un termine che nel contesto della Germania del regime
nazista indicava quelle forme d'arte che riflettevano valori o estetiche contrarie alle
concezioni naziste. Ricordi, o puoi intuire, quale tipo di arte era considerata
degenerata? Quali conseguenze ebbe questa politica nazista sullarte?
11.
La distruzione di opere darte e reperti archeologici e sistematica quando si
parla di IS . Ricordi eventi recenti che riguardano importanti reperti arecheologici
distrutti sistematicamente? Secondo te per quali motivi IS distrugge le opere darte?
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https://owlcation.com/humanities/Artists-Who-Vandalize

Il 3 aprile 1978, a Londra, un disoccupato italiano,


Salvatore Borzi danneggia a colpi di coltello il
quadro del pittore francese Nicolas
Poussin "L'Adorazione del vitello
d'oro" esposto alla National Gallery. Il 18 luglio
2011 il quadro e nuovamente danneggiato con
uno sfregio di vernicie rossa.

Un visitatore della Basilica di San Pietro il 21


maggio 1972 vibr 15 martellate su La Piet di
Michelangelo, mentre gridava 'sono Ges Cristo'.
Laszlo Toth, un geologo pazzo australiano, di
origini ungheresi, - eludendo la sorveglianza
vaticana - riusc a colpire con un martello il
capolavoro michelangiolesco per quindici volte in
un tempo interminabile di 15 minuti, prima che
fosse afferrato e reso inoffensivo. Riconosciuto
infermo di mente, fu tenuto in un manicomio
italiano per un anno e poi rispedito in Australia,
dove se ne persero le tracce. La Piet sub dei
danni molto seri, ma per fortuna non irreparabili: i
colpi di martello avevano danneggiato la Vergine,
staccandone il braccio e frantumando il gomito,
mentre sul volto il naso era stato quasi distrutto,
come anche le palpebre.
Il 10 giugno 1985, a Leningrado, alcuni
sconosciuti danneggiano un quadro
di Rembrandt, la "Danae"(dipinto nel 1636)
acquistato nel 1772 per la collezione della zarina
Caterina e custodito nel museo dell'Hermitage.

Nel marzo 1986, al Museo del Prado di Madrid,


uno squilibrato fa un buco nel quadro "Il
cardinale" di Raffaello Sanzio

Il 17 luglio 1987, alla National Gallery di Londra,


un uomo, Robert Cambridge, spara contro un
disegno di Leonardo da Vinci (Vergine con
Bambino, SantAnna e San Giovanni).

Il 21 aprile 1988, al museo "Vecchia Pinacoteca"


di Monaco, Hans Joachim Bohlmann danneggia
con acido solforico tre dipinti di Albrecht Duerer
(tra cui il Compianto sul Cristo Morto).

Il 24 gennaio 1989, ai Musei Vaticani di Roma, un


uomo su una sedia a rotelle, Thomas Lange, entra
nella pinacoteca e getta del liquido infiammabile
contro la "Madonna di Foligno" di Raffaello
Sanzio, poi tenta di dare fuoco al quadro con un
accendino. I custodi riescono a spegnere
l'incendio.

Il 15 giungo 1990 alcuni vandali danneggiano sei


quadri di pittori impressionisti tra cui i
dipinti "Natura morta con
brioche" di Manet e "Strada per Wargmonte".

Il 12 luglio 1993 uno squilibrato, Maurizio


Pasquino, danneggia con dello spray rosso
l'affresco di Andrea Mantegna raffigurante "Il
trasporto del corpo di San Cristoforo" nella
chiesa degli Ermitani a Padova.

Un quadro di Rembrandt, il famoso "The night


watch"esposto nel Rijksmuseum di Amsterdam,
ha subito nel corso degli anni addirittura tre
attentati: il primo nel 1915, quando un calzolaio
disoccupato graffi la tela arrecando danni lievi; il
secondo il 14 settembre 1975, per mano di un
uomo armato di coltello che apr nel quadro 13
squarci verticali, alcuni dei quali lunghi 80
centimetri; il terzo il 6 aprile 1990, quando un
olandese di 31 anni gett sul quadro acido
solforico.

CAPOLAVORI SFREGIATI

C' sempre stato un nemico di tante opere d'arte, un nemico subdolo come la follia, capace di colpire tutto
ci che bello, irripetibile e che appartiene di diritto al godimento estetico dell'intera umanit.
Incalcolabile il numero dei capolavori che sono stati danneggiati, spesso irrimediabilmente, dal
vandalismo bieco o da un'improvvisa follia: gesti inconsulti che hanno sfregiato dipinti, sculture,
architetture in ogni epoca e in ogni angolo del mondo. E' praticamente impossibile ricostruire storicamente
tutti gli attentati d'arte che sono stati perpetrati, soprattutto nell'ultimo secolo, nei musei, nelle chiese,
alle mostre e persino nel tempio stesso della cristianit qual la Basilica di San Pietro.
L'opera che ha forse subito il maggior numero di violenze il capolavoro di Rembrandt "La ronda di notte",
un magnifico, immenso olio su tela di 3,63x4,37 metri che fu eseguito su commissione nel 1642 per un
compenso di 1600 fiorini. Il primo danneggiamento della Ronda risale addirittura al Settecento quando le
autorit cittadine fecero tagliare due pezzi di tela sul lato sinistro e in quello superiore per adattare il
grande quadro al muro del Municipio. Collocato definitivamente al Rijksmuseum di Amsterdam, lo
straordinario dipinto ha subito ben tre attentati nel corso del Novecento: il primo nel 1915, quando un
calzolaio disoccupato graffi il quadro arrecandovi lievi danni; il pi grave fu il secondo accaduto nel
settembre 1975, per mano di un uomo armato di coltello che lacer furiosamente la tela con tredici squarci
verticali, alcuni dei quali lunghi 80 centimetri; infine il 6 aprile 1990 un olandese di 31 anni lo danneggi
per la terza volta, gettando sul dipinto dell'acido solforico. Solo i bravi restauratori del museo olandese
sono riusciti a riportare, dopo anni di scrupoloso lavoro, allo splendore originario "La ronda di Notte",
ormai custodita in una teca di vetro infrangibile e a prova di proiettile.
Non meno clamoroso fu il gesto di un visitatore folle della Basilica di San Pietro, che il 21 maggio 1972
vibr 15 martellate su La Piet di Michelangelo, mentre gridava 'sono Ges Cristo'. Da sempre considerata
la pi bella scultura di ogni tempo, La Piet era stata eseguita da un giovanissimo Michelangelo poco pi
che ventenne, fra il 1497 e il 1500, durante il suo primo soggiorno a Roma. Alta 1,74 cm. e scolpita da un
blocco di marmo di Carrara, scelto personalmente dall'artista, la scultura di una bellezza ineguagliabile
nel rappresentare la figura della Vergine Maria che tiene in grembo il corpo di Cristo appena deposto dalla
croce. I dettagli anatomici, le finiture dei panneggi vengono realizzati con un realismo sublime e
straordinari sono gli effetti translucidi della luce che sembra accarezzare il marmo al punto da fare de' La
Piet un'opera d'intensit espressiva unica ed irripetibile.
Eppure, un geologo pazzo australiano, di origini ungheresi, Laszlo Toth - eludendo la sorveglianza vaticana riusc a colpire con un martello il capolavoro michelangiolesco per quindici volte in un tempo interminabile
di 15 minuti, prima che fosse afferrato e reso inoffensivo. Riconosciuto infermo di mente, fu tenuto in un
manicomio italiano per un anno e poi rispedito in Australia, dove se ne persero le tracce. La Piet sub dei
danni molto seri, ma per fortuna non irreparabili: i colpi di martello avevano danneggiato la Vergine,
staccandone il braccio e frantumando il gomito, mentre sul volto il naso era stato quasi distrutto, come
anche le palpebre. Il restauro - a base di colla e polvere di marmo - fu eseguito alla perfezione nei
laboratori vaticani e il capolavoro - protetto da una parete di cristallo invulnerabile - continua ad essere
ammirato dai visitatori di tutto il mondo che si recano nella Basilica di San Pietro.
La psichiatria ha cercato pi volte di comprendere i meccanismi psicologici o le patologie mentali che
spingono alcuni individui a scatenare la loro aggressivit nei riguardi delle opere d'arte. A volte si tratta di
puro teppismo, atti di vandalismo gratuito diffuso soprattutto nelle grandi citt: graffiti, murales, gravi
lesioni architettoniche. Gesti inconsulti che appartengono alla violenza tipica di ogni societ urbana.

Quando viceversa assistiamo al singolo gesto di un folle che tenta di rovinare per sempre un capolavoro
con dell'acido, un coltello, una lametta da barba siamo in presenza di patologie individuali che quasi
impossibile prevedere, non potendosi conoscere ovviamente i precedenti psichiatrici o la salute mentale
dei milioni di visitatori che ogni anno affollano i musei di tutto il mondo, le mostre, le chiese, le sale
espositive di una fiera d'arte. Ci si pu affidare soltanto ai sistemi di sicurezza e di vigilanza che non sempre
possibile attuare efficacemente, sia per gli alti costi che comportano che per l'oggettiva difficolt di
controllare un elevatissimo numero di persone. Fa eccezione l'immenso, straordinario Museo Egizio del
Cairo dove tutti i visitatori, prima dell'ingresso, vengono perquisiti da cima a fondo: disposti in due file
separate, uomini e donne, vengono palpeggiati da poliziotti e poliziotte che requisiscono qualsiasi oggetto,
anche piccolo, che potrebbe essere usato per danneggiare uno dei capolavori che appartengono non solo
al popolo egiziano, ma alla Cultura del mondo.
Certo sarebbe pi difficile applicare le stesse perquisizioni corporali nel museo di un paese occidentale,
perch lo vietano le leggi sulla privacy; ma nell'aprile del '78, alla National Gallery di Londra, sarebbe forse
bastato un metal-detector per impedire ad un disoccupato, purtroppo italiano, di accoltellare
"L'adorazione del vitello d'oro" di Nicolas Poussin danneggiando gravemente il dipinto. Circa dieci anni
dopo, la stessa National Gallery londinese non si era evidentemente ancora dotata del metal-detector se
un tale Robert Cambridge, nel 1987, riusc a sparare alcuni colpi di pistola contro un disegno di Leonardo
da Vinci. E l'elenco dei folli attentati potrebbe continuare.
Solo per citare i pi clamorosi degli ultimi anni: nel marzo del 1983, ad Atene, un uomo getta del liquido
diluente su "La femme che lit" di Pablo Picasso, rovinandolo irreparabilmente; a Leningrado alcuni
sconosciuti danneggiano, nel giugno del 1985, "La Danae", un capolavoro di Rembrandt del 1636, custodito
nel museo dell'Hermitage. Nel marzo 1986, al Prado di Madrid, uno squilibrato produce un ampio buco al
quadro di Raffaello "Il cardinale", un olio su tavola 79x61 cm. del 1510; al museo di Monaco, Hans Joachim
Bohlmann rovina con l'acido solforico tre dipinti di Albrect Durer.
In Italia, i colpi di martello inferti a La Piet di Michelangelo restano come l'attentato pi clamoroso e
conosciuto al mondo; ma purtroppo non sono mancati folli tentativi di mandare in rovina straordinarie e
irripetibili opere d'arte. Il 24 gennaio 1989 a Roma un uomo su una sedia a rotelle, Thomas Lange, entra
nella pinacoteca dei Musei vaticani, si avvicina al capolavoro di Raffaello "Madonna di Foligno" e vi getta
sopra del liquido infiammabile, poi tenta con l'accendino di dare fuoco al quadro che sarebbe andato
distrutto se i custodi non fossero intervenuti tempestivamente a spegnere l'incendio. Nel giugno 1990
alcuni vandali in visita ad una mostra italiana di pittori impressionisti rovinano sei quadri, fra cui una
"Natura morta" di Monet. A Firenze, nel 1991, nella Galleria dell'Accademia, un folle colpisce con un
martello il "David" di Michelangelo, distruggendo un dito del piede sinistro. Nell'estate del 1993, lo
squilibrato Maurizio Pasquino, entrando nella chiesa padovana degli Ermitani con una strana bomboletta in
mano, spruzza dello spray rosso sull'affresco di Andrea Mantegna raffigurante "Il trasporto del corpo di San
Cristoforo". Nel 1998 tre capolavori di Matisse, "La giapponese", "Pianista e giocatori di dama". "Zorah in
piedi", vennero bucati con una matita da alcuni studenti in visita didattica in una pubblica mostra romana.
In conclusione, va paradossalmente ricordato che fra le nevrosi da museo c' 'la sindrome di Stendhal' di
cui soffre quel visitatore che - per troppo amore - sconvolto dalla bellezza di un'opera d'arte, perde i sensi,
la ragione e viene ricoverato magari nello stesso reparto psichiatrico di chi quell'opera aveva cercato di
distruggere.

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