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Il preromanticismo si svolge nello stesso periodo del neoclassicismo, anni 80 del 1700; in
questo periodo si marcano i tratti fondamentali del romanticismo.
Ci sono vari interpreti sparsi : in Spagna c’è Goya, in Inghilterra Blake e Füssli.
I temi fondamentali sono: l’orrido, l’irrazionale, l’onirico, la sensibilità nella libertà di
stesura del colore, de nizione di dettagli, qualità nella resa. La stesura è senza più le
regole accademiche.
Con le incisioni Goya ridicolizza i vizi della società spagnola, come nei caprichos (80
tavole). Voleva che si sapesse la bestialità della guerra. Vuole dare contributo al
cambiamento della società.
Incubo 1781
Intanto prima opera neoclassica di David, minotauro.
Atmosfera preromantica, irrompere dell’irrazionale nella vita e nell’arte.
C’è una fanciulla che giace sul letto, dorme, la testa di una giumenta sbuca fra le pieghe di
un pesante drappeggio = incubo.
C’è anche un mostruoso demone dallo sguardo beffardo, sembra opprimerne il sospiro
(incubus).
Shakespeare gallery
Ci lavora nel 1786, gli artisti partecipavano con opere ispirate ai veri idi Shakespeare,
leggere e valutare chi meglio aveva restituito il momento.
Confronto tra pittura e poesia dall’antichità, ut pictura poesis, storia millenaria, in Grecia
l’artista era artigiano, technè (abilità pratica di fare con le mini ma anche progettare)
Equiparazione fra pittura e poesia, conferire valore al fare artistico.
Aristotele (positiva), e Platone (truffa e condanna), l’arte è mimesi, imitazione della realtà.
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Se il mondo è un’imitazione del mondo delle idee, è un’illusione perché è al secondo posto
della realtà.
Nel 1790 iniziò la redazione di tele ispirate a Milton.
Anche illustrazioni per l’inferno di dante.
Incisione a rilievo: nasce dalla necessità di capire il testo e l’immagine, la super cie è
ampia su cui inserire le immagini.
Sono colorate ad acquerello e poi fogli catalogati.
Stampa miniata: canti dell’innocenza e esperienza
Realizza immagini per illustrazioni della commedia (72 inf, 20 purg, 10 par)
La morte precoce per il male non curato porta alla morte a 33 anni, lui stesso si era
lamentato di aver eseguito pochissime opere, ma già era considerato caposcuola, infatti
Delacroix scrive che a causa della sua morte la scuola francese non ha più un capo e tutto
procede in modo caotico, ognuno pensa per se. Quindi è l’artista che segna la ne del
gusto romantico.
Il dipinto ha onde minacciose, alte e cupe, il cielo comincia a rischiararsi, tutti gli uomini
sono accalcati nell’unica parte ancora solida del relitto che galleggia.
È un compatto spazio quadrangolare, con il vertice che sta quasi sul bordo inferiore della
tel, sopra ci sono dei cavi che tengono l’albero con la vela, disegnano una piramide, creata
anche dagli uomini collegati fra di loro a destra, con braccia che si toccano; culmina con
dei ragazzi che sventolano un panno rosso e uno bianco.
I due gruppi sul fondo hanno sguardi e braccia sollevate rivolti al punto che indica la nave
della salvezza.
In primo piano ci sono i cadaveri , che testimoniano la lunga sofferenza subita.
In basso a destra c’è un cadavere riverso coperto da un drappo, ricorda il lenzuolo funebre
degli antichi.
A sinistra c’è un giovane morto, quasi del tutto nudo che è sostenuto da un vecchio dal
mantello rosso e dal volto pensoso, ricorda dall’espressione severa un eroe omerico.
Il giovane mostra la sua perfezione giovanile, braccia allungate, testa reclinata, occhi
serrati, labbra dischiuse lo rendono un dio dormiente, ma i calzini riportano a una
dimensione di umanità quotidiana.
Nella tela non ci sono eroi , evita di mostrare episodi del cannibalismo, non ci sono
neanche insegnamenti morali, tipico della pittura neoclassica di genere storico.
C’è solo sopravvento del sentimento e dell’emozione
Si pensava che si potesse identi care la malattia mentale attraverso la forma del volto, era
considerata scienza. Probabilmente i ritratti sono stati commissionati da Georgie per
insegnare ai suoi allievi. L’artista coglie l’espressione facciale della persona, focalizzano
pochi colori e riduce il legame cromatico, deve esaltare il volto.
La vecchia ha gli occhi arrossati, ha molte rughe sulla fronte, ha una cuf a, sciarpa rossa
ravviva gli zigomi sottolineati da profondi solchi. Testa lievemente abbandonata, sguardo
assente, perso nel vuoto verso un pensiero sso
Gericault non giudica, cerca solo di catturare l’espressione che sveli la specie della malattia
mentale e le sue emozioni distruttive della personalità.
Rappresenta la donna vestita, non nuda come precedentemente aveva trattato il tema della
follia. Rivela l’assoluto rispetto della dignità di cui soffre ‘se c’è una cosa sicura in questo
mondo, è il dolore. La sofferenza è reale, il piacere è solo immaginario’.
Per quanto riguarda il romanticismo, la sua arte incarna: malinconia, avversione per
accademismo, esotismo, desiderio di cambiamento, impetuosità creativa, riferimento a
fatti di storia medievale e storia antica/ mitologica/ classica.
Il soggetto è il VIII canto dell’inferno, il passaggio dello Stige, palude infernale fatta di
fango in cui sono immersi gli iracondi che si percuotono e mordono a vicenda. La barca è
pilotata da Flegias (il busto è sottolineato da un drappo azzurro, deriva da uno studio del
torso del belvedere), il demone nocchiero che conduce dante e Virgilio verso la città di
Dite. Incontrano lippo Argenti, un iroso e arrogante orentino che vuole rovesciare la
barca.
Delacroix immerge tutti i personaggi in un ambiente tenebroso, dal fondo emergono fuoco
e nuvole di fumo da oltre le mura possenti e incandescenti della città infernale.
I corpi hanno tutti un bagliore di luce che li illuminano e modellano, egias sta remando ,
dante cerca riparo in Virgilio, lui con un mantello rosso lo prende per mano, i dannati
cercano di salire sulla barca, nell’inferno non c’è umanità.
I nudi vigorosi sono trattati con chiaroscuro per dare volume (rinvia a michelangelo), la
donna in basso a destra ricorda per composizione e forma la ‘notte’ della tomba di
Giuliano de’ Medici, ricorda anche ‘leda e il cigno’ di Gericault, compagno di delacroix
nell’atelier di Guerin.
C’è il fumo degli incendi, spari, polvere sollevata dagli insorti -> fanno immaginare
l’esistenza di qualcosa anche dove è impedito di vedere
Torri di notre dame destra suggeriscono una collocazione geogra ca dell’avvenimento,
luogo speci co
Questi due sono dei rimandi precisi al contesto intorno
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Al centro c’è una donna che è l’allegoria della libertà, gura simbolica. La libertà stringe la
bandiera da una parte e un fucile dall’altra (la libertà va conquistata con le armi.
La donna ha il seno scoperto e veste all’antico, indossa un berretto frigio (copricapo dei
sanculotti nella rivoluzione francese 1789)—> pone in continuità i valori della rivoluzione
francese con quelli degli anni ’30. Questi valori sono uguali a quelli che hanno liberato
daCarlo X.
La donna incita il popolo a seguirla , con un popolano ai suoi piedi che la guarda come se
lei fosse l’unica capace di restituire dignità alla nazione. Corre verso lo spettatore (seguita
da una massa di morti) come per invitarlo a partecipare , è come se fosse davanti e si fosse
per un attimo girato indietro per riprendere ato ed è spronato dalla presenza di insorti e
libertà.
Venere di Milo (statua ellenistica, scoperta nel 1820 ed esposta al Louvre nel 1821): molto
probabilmente è fonte iconogra ca per la gura della libertà. Prende e la trasforma in
popolana, l’atteggiamento: vede il classico come un modello da rivestire di carne e
sangue .
La libertà ha la testa di pro lo, il naso dritto, le labbra rosse, il braccio destro alzato, il
busto piegato in avanti; è l’evoluzione di un ideale femminile eroico allegorico raf gurato
in un dipinto eseguito per onorare i martiri della guerra d’indipendenza greca.
I cadaveri in primo piano rimandano all’orrido, come Gercault.
I colori scuri sono resi più vivaci da quelli brillanti della bandiera della francia
repubblicana, colori che si ripetono anche negli abiti della gura ai piedi della libertà .
L’opera è stata acquistata dallo stato francese e fatta sparire, i contemporanei si rendono
conto della potenza del messaggio di Delacroix, l’esposizione è stata consentita dopo il
1848. Nel 2013 viene rmata e arrestata.
La stesura veloce è una pennellata continua, prelude la velocità degli impressionisti nel
cogliere la luce. Non c’è uno sfumato o passaggi morbidi. La pennellata continua è
espressione della libertà dell’artista che non segue regole accademiche, ricerca cromatica
dei colori, continua nella decorazione della cappella degli angeli (saint Sulpice)
La luce si distribuisce su tronchi di alberi, cortecce rugose più ri essi sulle foglie delle
chiome, frutto di laboriose ricerche e di lunghe osservazioni “bisogna sempre modellare
masse tondeggianti, come se non fossero composte di un’in nità di piccole parti”.
Per Delacroix la verità del colore si trova solo in piena luce, quindi tende a ricreare anche
al chiuso dell’intensità di tono della materia pittorica, quegli accordi cromatici, la
brillantezza e i ri essi che il sole procura soltanto all’aperto; più c’è armonia compositiva
fatta di linee e massa accompagnata da un uso nuovo della tavolozza ricorrendo anche a
tocchi di colore non rientranti nelle sue stesse teorie ma era necessario per l’occhio e il
piacere cromatico.
“La prima qualità di un quadro è di essere una gioia per l’occhio”. Preferisce l’armonia
alla passione (più romantica), infatti si riteneva un classico.
Uso arbitrario del colore si abbina a un uso arbitrario della forma.
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FRANCESCO HAYEZ 1791-1882
Fa i primi studi a Venezia, nel 1809 vince il premio di Roma, va a Roma a contatto con le
antichità e opere di Raffaello che studiò a lungo con passione.
Canova lo aiutò molto a inizio carriera, introducendolo negli ambienti, perché Hayez ha
una formazione neoclassica, nasce come artista neoclassico, infatti Canova lo chiama ‘il
nuovo David italiano’.
Nel 1823 si trasferisce de nitivamente a Milano dopo anni tra Roma e venezia. Contatto
con l’alta borghesia liberale, con la nobiltà e con i circoli patriottici della città lombarda. Ha
una vita estremamente produttiva, ottenne numerosi incarichi e ricevette molti onori.
Dopo una prima prima adesione al neoclassicismo, Hayez si rivolse alla rappresentazione
del vero = la realtà nella sua complessità, la società, i sentimenti propri e degli altri uomini.
Associa il bello al vero, cioè una certa idealità, da cui consegue che la realtà non sia mai da
lui interpretata in maniera cruda.
L’opera d’arte non è più rivolta a un’élite come in passato, ma al popolo intero e deve
avere una potente funzione educativa.
Aiace 1822
Nudo = attribuito agli eroi, ma l’ambiente è tempestoso. Il clima sentimentale più vivo, è
turbato.
Nel 1822: capisce che il neoclassicismo è morto, va a Milano, piena di suggestioni
romantiche. Si lega all’aristocrazia lombarda ma aveva iniziato a pensare all’unità
(romanticismo). È amico di Cavour, Manzoni, d’Azeglio.
Aiace dopo aver combattuto con gli achei contro Troia, naufragò per il desiderio di
vendetta di Atena che lo odiava. Poseidone lo mise in salvo su uno scoglio ma dato che
Aiace aveva gridato di salvarsi anche senza l’aiuto degli dei, Poseidone percosse lo scoglio
con il suo tridente e Aiace annegò.
Questo dipinto gli fa vincere il primo premio di nudo istituito da Canova presso
l’accademia romana di San Luca, dove ancora è conservata.
L’altleta tiene nella destra la palma della vittoria; in primo piano davanti a un carro dorato
(del trionfo) e a un edi cio classico con colonne doriche scanalate poste su un alto podio.
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Alla sua destra c’è un disco di pietra appoggiato al muro, probabilmente l’atleta è il
discobolo.
Quasi frontalità è un mezzo per dimostrare la perfetta conoscenza dell’anatomia e delle
regole proporzionali che stanno alla base dello studio del nudo.
La postura è resa meno statica e più dolce dall’incedere verso destra e dalla rotazione alla
testa verso il lato opposto.
Il chiaroscuro è dovuto all’illuminazione da sinistra e dall’atteggiarsi del corpo, appena
sinuoso, con un braccio sollevato e l’altro avvolto in un mantello rosso porpora che
assieme al grigio-bruno dell’architettura offre il necessario contrasto all’incarnato chiaro.
Per anni questo dipinto fu tenuto in accademia come modello per gli studenti di nudo!!!
La città è su uno sperone di roccia proteso verso il mare e difesa dalle forti cazioni
veneziane ( no al 1797 faceva parte della repubblica di venezia) , la città fa da sfondo
all’evento tragico ma allo stesso momento solenne. In alto a sinistra i turchi entrano a
Parga, mentre la spiaggia è piena di uomini, donne , bambini che volgono per l’ultima
volta lo sguardo malinconico e carico di rimpianto al luogo natio, prima di imbarcarsi per
Corfù dove avrebbero trovato rifugio.
In primo piano c’è un gruppo di persone illuminate dal sole, riassume sentimenti e
concetti di amore, di famiglia. Blocco compatto fa da contrappunto al paese abbandonato.
In primo piano ci sono esseri umani con i loro sentimenti e pensieri, dietro ci sono case
vuote che per loro erano simbolo di identità sociale e culturale.
Abbandono della terra amata, la terra si fa corale. L’esilio è la dignitosa risposta
all’alternativa di essere soggetti a un altro popolo. Contemporaneamente gli esuli indifesi
lanciano dalla tela un’accusa all’ingiusta occupazione che diventa un muto grido valido in
ogni tempo.
Il tema molto sentito e riaccendeva negli europei le simpatie per la libertà della Grecia. C’è
un ulteriore signi cato politico in italia, ovvero quello dell’oppressione austriaca sul
lombardo veneto, verdi ne parlerà nel Nabucco.
Questo dipinto non è di denuncia come Delacroix e come denuncia lui la violenza. Il tema
è storico ma la rappresentazione patetica, un gruppo di gure in cui i volti trasmettono
sentimenti di abbandono.
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Il bacio 1823, 1859, 1861,1867
Il dipinto originale è l’ultimo bacio di romeo e Giulietta, 1823
Ambientazione ricostruzione identica: cura, precisione colta dal terzo atto del dramma
(romeo ha il piede destro sul gradino sotto la nestra e con la mano aggrappata alla
colonnina di una bifora, ruota la testa e il busto verso Giulietta che lo bacia dolcemente,
abbracciandolo ‘addio, addio, un bacio e poi scenderò’, scena romantica prelude al
dramma che poco dopo avrebbe travolto la coppia.
La versione del 1859: ha riferimento letterario, estrae il soggetto, no precisa ambientazione,
avvenuto nel passato ma luogo sconosciuto.
Irrequietezza, indeterminatezza, un ‘ombra si avvicina ai giovani, ma non si sa chi sia.
È un congiurato che va a fare il suo dovere di patriota che da l’ultimo bacio all’amata, lo fa
astratto ma appare patriottico.
Nel 1859 si conclude la seconda guerra di indipendenza, l’unità d’Italia è vicina. Hayez
dipinge il bacio, che fu replicato altre due volte.
Bacio dolce e furtivo di 2 giovani in abiti medievali, viene interpretato come l’addio del
volontario all’amata. Interpretazione favorita dal volto coperto del giovane, piede sullo
scalino, ha fretta, pugnale. Ombra che precede.
Due gure si stagliano nitide al centro contro una parete di pietre. La super cie dello
sfondo è interrotta dal varco, introdotto da una colonnina e accenno a una bifora (tagliata)
Il dipinto viene interpretato dai contemporanei in chiave politica, 1859 ne seconda guerra
d’indipendenza. Regno Sardegna aiutato dalla Francia, Vittorio Emanuele entra a Milano
con napoleone III, 8 giugno.
= alleanza tra Italia e Francia . Infatti l’azzurro della veste con sbuf bianchi, rosso calze,
verde interno mantello. Colori intrecciati della bandiera italiana e francese. Abbraccio
riunito all’alleanza tra i due stati.
Versione 1861: verde brillante, sostituzione della veste bianca e azzurra, conferma
interpretazione politica, con i 3 colori nazionali a simboleggiare l’Italia unita in un solo
abbraccio
Versione 1867: mandato a parigi per l’esposizione universale. Riprende i colori originali
rendendoli più smaglianti e aggiungendo un drappo bianco sulle scale per rendere ancora
più esplicito il riferimento a rapporti tra italia e francia. Cambia il cromatismo fra le
versioni.
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Ritratto di Alessandro Manzoni 1841
Grande ritrattista dell’aristocrazia lombarda. Con i ritratti Hayez riesce a mostrare tutte le
sue qualità di interprete della personalità del proprio soggetto, qualsiasi esso sia.
Accuratezza fotogra ca, c’è ogni dettaglio.
Diversamente da Molteni che lo raf gurò con i promessi sposi in mano.
Hayez lo ritrae in un atteggiamento estremamente familiare, momento di intimità
domestica.
La contessa teresa borri desiderava che l’aspetto da tramandare sia quello quotidiano e
non letterato. Per questo Manzoni ha in mano una tabacchiera e non un libro. Ha lo
sguardo pensoso, orbite incavate, pensoso ma sereno.
Sfondo monocromo, dimensione senza tempo.
Stesse caratteristiche anche nel ritratto di Cavour, umano, sorride, rilassato. Grande
successo la ritrattistica di Hayez.
Turner è tra i pittori romantici inglesi. È il più sensibile della poetica del sublime teorizzata
da Burke. La natura nella sua potenza e immensità, si impone sull’uomo, colma una forza
che lo soverchia dimostrandogli la sua piccolezza.
SLIDE: Il sublime è un’idea che attraversa la cultura europea tra la metà del Settecento e i
primi decenni dell’Ottocento, intersecando Illuminismo e Romanticismo e assumendo
con gurazioni differenti e orientamenti disomogenei all’interno delle diverse culture
nazionali.
Questa idea moderna di sublime investe essenzialmente il rapporto dell’uomo con la
natura e si afferma in opposizione alla concezione classica del “bello”.
La natura dei romantici non è immutabile e pervasa di quieta grandezza come quella dei
pittori neoclassici, ma è scossa da un’in nita energia distruttiva e creatrice al tempo stesso,
che la trasforma incessantemente; ad essa corrisponde specularmente la natura umana, che
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non è arida razionalità, bensì un tumulto di sentimento, istinto, passione. Concetto
estetico-etico, che ha le sue origini nell’antichità classica e torna ad essere oggetto di
discussioni e sistemazioni dottrinali nelle teorie dell'arte del Sette e dell'Ottocento.
Il bello è, in base all'applicabilità dei concetti dell'intelletto all'intuizione della natura,
rappresentazione limitata e armonica, il sublime risulta invece dall'effetto che una
rappresentazione della natura produce in quanto, col suo senso di grandezza o potenza
smisurata, richiama per reazione l'idea di ciò che è veramente in nito, cioè il regno
noumenico della ragione, che è quello stesso della libertà morale.
Numerosi bagliori accendono il cielo di rosso, mentre il sole cala all'orizzonte, creando un
gorgo di nubi colorate che si specchiano nel mare. Tali effetti sono ottenuti con tocchi
densi di colore, sia col pennello che col mestichino, che danno un effetto sfolgorante,
soprattutto da lontano.
Rappresentata durante il suo ultimo viaggio prima di essere demolita , bandiera bianca su
l’albero, sta andando a demolimento. Bandiera = allegoria, ne del dominio navale da
parte dell’Inghilterra, che lascia spazio a nuove e potenti armi moderne. Mondo che
cambia: epoca, società che sta cambiando, rivoluzione industriale, passato e presente, ne
epoca.
Vuole rendere l’atmosfera evocativa e non realistica, molti aspetti non corrispondono alla
realtà .
Il tramonto padroneggia la scena , elemento per rappresentare la ne , acqua increspata,
attenzione ai dettagli, atmosfera di sogno. Luce -> mestichino, spatolina
Goethe sosteneva che la percezione dei colori fosse soggettiva in base alla nostra visione,
se siamo sereni vediamo il mondo luminoso
Attraverso lo studio delle teorie di Newton e di quelle di Goethe, Turner studia le
caratteristiche della luce, i fenomeni ottici e la percezione visiva, ma il suo obiettivo è
soprattutto quello di cogliere aspetti della realtà non visibili e percepibili e di esprimere la
dimensione spirituale delle cose.
Il mattino dopo il diluvio è il momento della rinascita, rappresentata come un vortice da
cui tutto si rigenera, perché distruzione e creazione sono i due volti inscindibili della
natura. Questi due momenti sono resi come opposizione vorticosa di colori caldi,
“positivi” e vitali, e di colori freddi, i quali creano un turbine di luce.
Ombra e tenebra (inquietudine colori freddi) /luce e colore (serenità colori caldi). Due
opere in cui tenta l’assoluto.
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Tempesta di neve, battello a vapore 1842
Turner abbandona ogni preoccupazione realistica per darsi ad una pittura di gesto che
s ora quasi l’astratto. Il quadro sconcertò i contemporanei, che lo de nirono “pasticceria”,
in quanto appariva loro più un impasto di latte, farina, uova, cioccolato, ecc. che non la
tela di un pittore. IL disegno sembra abolito del tutto a favore dei puri effetti di luce e
colore: le forme sono sfocate, n quasi a confondendosi con gli stessi elementi naturali; gli
spazi non sono più misurabili. Trascendendo dal dato descrittivo, il dipinto si sviluppa
come pura visione.
La composizione è a spirale: il movimento vorticoso della tempesta curva lo spazio
travolgendo tutto.
Il paesaggio ormai è solo un indistinguibile tumulto di colori, che impasta laluce nelle sue
diverse colorazioni con le raf che di vento e pioggia e con i vapori di una locomotiva in
corsa (il treno circolava in Gran Bretagna già dalla ne degli anni Venti e questa è la sua
prima rappresentazione pittorica). Il taglio dato dalla diagonale del ponte su cui corre il
treno è decisamente inusuale, così come il dinamismo che suggerisce la velocità della
macchina e la suggestiva prospettiva del movimento del treno che avanza verso lo
spettatore.
Il sublime è caratteristica della sola forza della natura, in questo quadro compare invece
un elemento nuovo, frutto dell’ingegno dell’uomo e simbolo della moderna era industriale
che avanza: il treno. Questa invenzione stimola l’immaginazione di Turner, che trasforma
il passaggio di un treno in un evento mitico, riportandolo nella stessa categoria del
sublime. Anche la locomotiva è una potenza sovrumana, benché arti ciale. Essa non curva
lo spazio come le tempeste, ma procede per linea retta, travolgendo lo spazio come una
valanga.
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