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Arte dal 1900. Modernismo, antimodernismo, postmodernismo


di Hal Foster, Rosalind Krauss, Yve-Alain Bois

Sigmund freud padre della psicanalisi, chiave di lettura del XX secolo, in cui il sogno
diventa un rebus colmo d’immagini ed emozioni, desideri repressi che emergono.

1900 - Vienna - artisti Klimt, Shiele, kokoskha Klimt e kokoskha esplorano il legame
tra pulsioni masochiste e sadiche, shiele indaga un altra coppia di piaceri perversi :
Voyerismo ed esibizionismo. La tradizione classica-accademica del nudo artistico
viene sostituita dal ritratto sociale, la figura viene pervasa da un disturbo psico-
sessuale. Auguste rodin 1900 scultore che viene osservato dal pittore Matisse. Il gusto
classico di Rodin non è il solo ad emergere, infatti le sue opere esprimono un
rapporto con la materia, più naturale e autentico. Matisse sviluppa figure di pieni e
vuoti, figure sinuose che tendono a mescolarsi con lo spazio. es. Rodin “uomo che
cammina” 1900 es. matisse “la serpentina”1909 Nel xx secolo Alcuni sviluppi hanno
scosso il mondo dell’arte visiva a metà del XIX secolo :
1. L’invenzione della macchina fotografica : sviluppo del realismo in arte
2. La scoperta del mondo della matematica della geometria non euclidea : messa
in discussione della prospettiva rinascimentale, suggerendo la presenza di
mondi e di prospettive multidirezionali.
3. La navigazione verso nuovi territori : la scoperta dell’arte oltre oceano e
dell’arte africana che ispirarono artisti come Gauguin e Picasso.

Arte moderna/ avanguardia


La nascita dell’arte moderna o d’avanguardia si deve soprattutto alla scoperta di
popoli tribali che fruttavano l’arte in maniera totalmente diversa dal canone
occidentale. La non figurazione venne vista dagli artisti come gaugin come scoperta
dell’origine e dello sviluppo dell’uomo nella natura. Nasce cosi il mito del “buon
selvaggio “ che agisce secondo il proprio istinto, in armonia con la realtà e quindi in
giustizia e correttezza morale. Il primitivismo proclama quindi la necessita di una
liberazione dell’uomo dalla civiltà e auspica un ritorno alla genuinità perduta. Ad uno
stile formale della MIMESIS si contrappone l’istinto e lo stile arcaico: es. ritratti di
donne - les demoiselles d’avignon es. paul Gauguin : lo spirito dei morti veglia.

1905 - fauvismo
Il movimento fauves (belve) ebbe come leader Henri Matisse. Cio che impressiona di
questa libertà selvaggia è l’uso di colori puri, pennellate rapide (che vanno in
contrasto col tocco puntinismo di Seurat o con la pennellata costruttivista di Cesanne
- saint victoire). Al salon D’automne 1905 il quadro “donna con cappello” di matisse
venne acquistato da leo Stein (collezionista americano fratello di Geltrude Stein che
successivamente comprerà il quadro les demoiselles d’avignon)

1907 Picasso rappresenta con les demoiselles d’avignon un morboso scenario. Non a
caso l’artista decide cambiare i volti con maschere a dx : modello iberico a sx:
modello africano . Le figure vicine non condividono uno spazio o un’azione comune,

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non comunicano ne interagiscono ma si relazionano direttamente con lo spettatore.


Picasso mise in risalto le pulsioni sessuali, lo sguardo delle demoiselles è rivolto
esclusivamente ad un pubblico maschile facendogli sapere che la posizione che
occupano fuori dalla scena non è più tanto sicura. Il territorio freudiano possiamo
affermare che l’opera sintetizza lo shock del bambino che è testimone del rapporto
sessuale tra i genitori.

Espressionismo tedesco 1905


Die Bruke (il ponte) è un gruppo di artisti d’avanguardia tedesca, formatosi a Dresda:
capitanato da Ernst Ludwig Kirkner. Lo stile è basato su colori accesi, tensione
emozionale, immagini violente e con una certa influenza del primitivismo. Le figure
dei dipinti suggeriscono un “atteggiamento Blasè” ovvero una caratteristica tipica
dell’ambiente metropolitano; l’individuo sottoposto a continui stimoli in qualche
modo si abitua diventando meno recettivo, subentra un’incapacità di reagire alle
sensazioni nuove con la dovuta energia. Naturale conseguenza è la perdita
dell’essenza e del significato delle cose. Tutto diventa opaco e si diventa insensibili.
es. Ernst Ludwig Kirkner “la strada, Dresda, 1908 Kirkner utilizza l’espediente
artistico dell’astrazione per alleviare lo shock del caos del mondo. Franz Marc altro
pittore dell’espressionismo tedesco, cerca di entrare in comunione con la natura,
escogitando un sistema simbolico del colore “sessualizzato”: Il blu= severo e
spirituale= maschile Il giallo = gentile e sensuale = femminile Il rosso = brutale e
grave es. “il destino degli animali, 1913” evoca una compenetrazione panteistica.

Gruppo del Cavaliere azzurro 1911-14


Il cavaliere azzurro è un dipinto di Kandinskij realizzato nel 1903. Il punto decisivo
verso l’astrazione. Il colore puo avere degli effetti sullo spettatore: 1. Fisico : basato
su sensazioni momentanee 2. psichico: dovuto alla vibrazione spirituale attraverso cui
il colore raggiunge l’anima. È un processo di Continuità ovvero da un arte figurativa
tradizionale verso l’astrazione si giunge per DECANTAZIONE (termine utilizzato in
musica) cioè si parte da un elemento comune fino a ridurlo a residio. Kandiskjìij fa
appello ad una dimensione spirituale dell’arte.

1909 Filippo Tommaso Marinetti pubblica sul “Le figaro” il manifesto di


fondazione del futurismo
Figure chiave: giacomo balla, Umberto boccioni, Carlo Carrà. Le strategie del
futurismo vertevano intorno a 2 punti fondamentali:
1. Sinestesia : rottura dei confini tra i diversi sensi
2. Cinestesia: rottura della distinzione tra il corpo fermo e il corpo in movimento.

Analogia tra significato pittori e le tecnologie della visione e rappresentazione come


quelle sviluppate dalla fotografia. Rigorosa condanna della cultura del passato e il
bisogno d’integrazione dell’arte e tecnologie avanzate. Il tentativo di rendere il
movimento della percezione come un elemento essenziale della rappresentazione del
corpo nello spazio. Cancellata ogni figurazione, queste opere sono dedite sia alla
ripetizione di un’armatura strutturale che articola sequenza e velocità, sia un idioma

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cromatico non figurativo che abbandona ogni riferimento al colore. Il futurismo era
coinvolto nell’eredità della pittura divisionista, la frammentazione cubista dello
spazio percettivo tradizionale, l’inserimento dei tagli di giornali e la successione della
cinepresa ( ricordare le foto di e. Muybridge : cavallo in corsa e marey), una dinamica
vista e resa dal collage.

IL CUBISMO
Fino al 1907-08 le teste iberiche e africane sono state un mezzo d’ispirazione per
picasso. Dal 1911 nasce uno stile grazie a Braque ,detto cubismo, che ha come
caratteristiche l’appiattimento dello spazio visivo, riduzione del colore: tutto ocra e
terre come una fotografia che vira al monocromo. Il cubismo si prefigge di rompere
una prospettiva unica anzi adesso l’oggetto può essere visto da qualsiasi punto, come
la ricomposizione delle vedute che avremmo se ci muovessimo realmente intorno
all’oggetto, DARE UN SENSO PLASTICO ALLA FIGURA. Picasso fu ispirato
dalla lezione del’’ultimo cesanne: pitture all’aperto che riproducevano le montagne di
saint victoire. ( PROTOCUBISMO) Per Picasso l’oggetto/rappresentazione della
realtà resta importante, tradotto in termini di pittura, non c’è più anatomia/colore
verosimiglianza ma l’immagine viene costruita attraverso i passage di luce e ombra. -
Guillaume Apollinaire, I pittori cubisti (1913) La locuzione “papier collè” viene
impiegata esclusivamente per le opere cubiste, mentre il termine collage più generico
continuava a godere di un campo semantico più esteso. I critici e gli storici parlano di
collage per creazioni che utilizzano entrambe le modalità inventate dal cubismo:
l’impiego di materiali grezzi e l’uso di carte stampate. il collage presuppone
l’incontro, prevede l’assemblaggio, implica il caso. Guernica- Pablo picasso 1937
Durante il periodo dei regimi totalitari , intorno al 1937, Pablo picasso espose nel
padiglione della repubblica spagnola,“guernica”. il dipinto mostra 4 donne nel
panico, una casa in fiamme , altre figure scappano stravolte dalla paura. Un soldato a
pezzi giace a terra, mentre un cavallo nitrisce disperato e un toro ci guarda con gli
occhi. Gli animali alludono alla bestialità del bombardamento, ma in questo mondo
alla rovescia possiedono anche un’umanità di cui gli esseri umani sembrano
sprovvisti. Picasso mette in scena i frammenti con una composizione piramidale di
bianchi, grigi e neri. Ma la genialità sta nel fatto di creare non solo una distorsione
cubista- surrealista ma una forma di segno percepibile. Il toro rappresenta la brutalità
e il cavallo il popolo. L’opera di picasso è una evidente denuncia.

CARATTERISTICHE: a) Cubismo analitico (1907/1909): - Rappresentazione degli


oggetti da più punti di vista, con l'obiettivo di dare il senso plastico della figura. -
Scomposizione della figura nelle sue forme originali b) Cubismo sintetico
(1910/1912): l'oggetto non è più frammentato e scomposto nelle sue figure
geometriche basilari, ma è ricostruito con l'inserimento di elementi eterogenei
(paglia,carta, cartone…) non c’è più la differenza tra figura/sfondo. Es. arlecchino di
Picasso - Artista: Picasso c) Cubismo orfico (1914 in poi): ricerca della musicalità,
dell'armonia, degli effetti luminosi forti - Artista: Robert Delaunay.. Il cubismo orfico
di Delaunay mira ad una pittura assoluta, che trova la sua base nell'armonia e nel
ritmo prodotti da contrasti cromatici simultanei. Importanti sono i contatti di

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Delaunay con l'avanguardia tedesca, con gli artisti del Blaue Reiter ( Kandinskij, )
C'è una visione simultanea non soltanto di tutte le facce degli oggetti che definiscono
i volumi ( soluzione cubista ) ma anche la sintesi dei tempi successivi durante i quali
noi abbiamo conosciuto l'oggetto. Si tratta di uno spazio-tempo intuitivo, che ricorda
la filosofia di Bergson, e le contemporanee ricerche dei Futuristi. Il cubismo orfico è
un atteggiamento sacrale, che innesta sull'originario cubismo ricerche sulla luce e sul
colore, fondate su analogie con la musica che preludono a soluzioni astratte( Orfeo
era il mitico musico-poeta dell'antichità dotato quasi di poteri magici ) Il cubismo fu
il primo stile a rappresentare il paradosso di arte che appare sia astratta che realista.
1912 : verso l’astrattismo L’astrattismo abbandona il rapporto “mimetico” con il
mondo, si avvicina per definizione al non- oggettivo. L’astrattismo viene spesso
proposto come “puro” . A questo punto la geometria “non euclidea” interesso diversi
artisti come Delaunay, Malevic e duchamp per la sua concezione non prospettica
dello spazio e la sua idea anti-materialista della forma. 1913 Il Suprematismo : arte
per arte= arrivare al grado zero. è un movimento artistico nato in Russia che fa parte
del più vasto fenomeno delle avanguardie artistiche sovietiche attive nei primi
decenni del XX secolo, è un arte che si libera da fini pratici ed estetici Esso fu creato
dal pittore Kazimir Malevič . ”Ultima mostra futurista 0.10 (Zero-dieci)”. Malevič
sosteneva che l'artista moderno doveva guardare a un'arte liberata da fini pratici ed
estetici e lavorare soltanto assecondando una pura sensibilità plastica. Sosteneva
quindi che la pittura fino a quel momento non fosse stata altro che la
rappresentazione estetica della realtà e che invece il fine dell'artista doveva essere
quello di ricercare un percorso che conducesse all'essenza dell'arte: all'arte fine a se
stessa. “arte per arte”, attraverso l’astrattismo.

La parola suprematismo deriva dal pensiero dell'autore: secondo Malevič l'arte


astratta sarebbe superiore a quella figurativa, infatti in un quadro figurativo vediamo
rappresentato un qualsiasi oggetto o forma vivente, mentre sull'opera suprematista
non c'è che un solo elemento: il colore, che viene espresso nel miglior modo possibile
. Il suprematismo resta legato essenzialmente al nome del suo iniziatore, anche se i
riflessi della sua poetica vanno al di là dei dipinti e modelli architettonici dell'artista,
influenzando l'opera di Tatlin, Larionov e Ivan Puni.

Il costruttivismo 1913-34 è un movimento culturale nato in Russia , di poco


precedente alla rivoluzione del 1917, che rifiutava il culto dell'arte per l'arte" a favore
dell'arte come pratica diretta verso scopi sociali e politici. Il Costruttivismo come
forza attiva durò fino al 1934, esercitando grande influsso sulle esperienze artistiche
della Repubblica di Weimar prima di essere rimpiazzato dal Realismo Socialista. Il
Costruttivismo può essere riconducibile a due approcci sintetizzati da due primi
manifesti pubblicati nel 1920: quello maggiormente estetizzante e astratto del
Manifesto Realista di Naum Gabo e quello più impegnato nella produzione e nella
politica presente nel Programma del gruppo produttivista, firmato da Rodčenko e
dalla moglie Varvara Stepanova (1894-1958), considerato il primo manifesto
costruttivista. Aleksej Gan usò questa parola come titolo per il suo libro ,edito nel
1922. Il Costruttivismo rappresenta uno sviluppo, posteriore alla Prima Guerra

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Mondiale, del Futurismo russo, e particolarmente dei Controrilievi di Vladimir Tatlin,


che erano stati esibiti nel 1915. Importante è il modello “monumento alla terza
internazionale”- torre di Vladimir Tatlin, commissionato nel 1919. L’opera secondo
Tatlin era : moderna cioè verità dei materiali del tempo (costruita in ferro: rivoluzione
industriale come la torre eiffel), funzionale : monumento destinato
all’amministrazione del popolo e infine, monumento pubblico : come monumento
simbolico che rappresentava il dinamismo della rivoluzione. Controrilievo: non
pittura, non scultura, essi erano “contro" le arti. Sono degli assemblages polimaterici
consapevolmente intesi come "contrattacchi", ossia come momenti di rottura destinati
a scuotere la pittura dalle fondamenta, a liberarla dalla funzione della
rappresentazione. Costruttivismo 1913 -34 Naum Gabo e Anton Pevner affissero
lungo le strade di mosca nel 1920 un “manifesto realista” generalmente considerato il
primo proclama costruttivista , i due artisti vogliono aprire l’arte alla realtà che si
incarna nel movimento.

Duchamp Ready Made 1915 Messa in discussione dell’autorialità e l’originalità


dell’opera. È arte? Prima opera di duchamp ruota di bicicletta 1913. La fontana di
Duchamp esposta a new york nel 1917: alcuni aggettivi “immorale, volgare, un pezzo
di idraulica, una scelta, rovesciamento del significato” R: richard, rich : ricco Mutt. :
mutter- mother - mamma e/o fabbrica dov’è stato fabbricato l’orinatoio. Duchamp,
boudelaire, courbet, Tatlin posero due modelli complementari di artista: Il
consumatore ambiguo che cerca di rinominare l’’arte all’interno dell’orizzonte della
cultura della merce, contro il produttore attivo che cerca di riposizionare l’arte
rispetto alla produzione industriale all’interno dell’orizzonte della rivoluzione
comunista Il ready made è ASSISTITO O PURO: 1. assistito: vengono apportate
delle modifiche es. firma, capovolgimento dell’oggetto. 2. puro: scola bottiglie di
Duchamp Inoltre il valore di un ready made va sempre rinegoziato. Man Ray :
Cadeau 1921 (ferro da stiro con punte) è un oggetto assistito, rappresenta un oggetto
femminile in cui vengono inserite delle punte/chiodi che servono a lacerare. Da
oggetto di cura, l’oggetto viene snaturato e diventa oggetto di difesa: allegoria della
famme fatale. Meret Oppenheim colazione in pelliccia 1936 L’oggetto peloso
rimanda ad un rapporto orale. È un modo sgraziato per associare diverse sensazioni
(sinestesia) . È evidente che il tema dell’inconscio/psiche emerge a partire dal
surrealismo.

1916 DADA in europa luogo: Zurigo Artisti : Hugo ball, tristan Tzara, marcel janco,
Hans arp. I dadaisti mirarono a rappresentare la crisi della prima guerra mondiale e il
nazionalismo, Caratteristiche: - Azzeramento di tutte le nozioni accademiche - Il
valore più importante è il caso - Attribuisce un nuovo significato alle figure comuni
Autore: Marcel Duchamp (percorso individuale) I dadaisti per definizione erano
Nichilisti(dal latino classico nihil, "nulla"). I dadaisti avevano un atteggiamento
genericamente rinunciatario e negativo nei confronti del mondo con le sue istituzioni
e i suoi valori. L’opera doveva essere al tempo stesso nulla e tutto, infinita o definita.
Un’evoluzione parallela al cubismo, al dadaismo e al ready made, fu il
fotomontaggio, nato negli anni 90 dell 800. Fotomontaggio in questo momento

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prende il significato di shock senza logica, di distruzione di significato, di


accentuazione autoreferenziale della dimensione grafica e fonetica del linguaggio
attraverso l’enfasi della frammentazione. Nel 1920 compito del fotomontaggio era
quello di fornire alla massa, immagini didattiche di informazione e politicizzazione.
Heartfield e krutsis diventarono dunque con il fotomontaggio i primi membri
dell’avanguardia a invocare la propaganda come modello artistico. Essi, tentarono la
trasformazione di un’estetica dell’oggetto singolo un una intera diffusione di massa
delle riviste stampate, e uno spostamento dello spettatore privilegiato alle masse
partecipative allora emergenti attraverso la rivoluzione industriale dell’unione
sovietica o di cambiamenti industriali nella Germania di Weimar. Lavori del 1930-32

1917 Neoplasticismo - Mondrian neoplasticismo/De Stijl: l'astrattismo è applicato


non solo alla pittura, ma anche al design e all'architettura Dove: Olanda Autore:
mondrian, van Doesburg e Rietveld e) Bauhaus: unione di tutti gli stilli artistici
(architettura, scultura, pittura...) per la creazione del futuro artista: Gropius e
Rietveld.
forma d'arte: astratta, essenziale e geometrica, ossia l’espediente degli elementi base
della geometria, quali la linea e l’angolo retto. Sul piano cromatico e compositivo è
prevalente l’utilizzo dei soli colori primari affiancati al nero, bianco e grigio. Il
neoplasticismo nasce in antitesi agli eccessi decorativi dell’Art Nouveau. Le forme
rappresentate venivano semplificate, i volumi ridotti a pari e la visione prospettica
abbandonata. Si teorizzava in essa anche il superamento del principio cubista,
promuovendo una assoluta razionalità e purezza formale . Mondrian ricerca
astrazione e bidimensionali, abolizione dello sfondo. Processo di decantazione
dell’opera. Piet Mondrian morì nel 1944. Ciò che caratterizza la sua arte, è quell’idea
di “distruzione” della composizione stessa. Il effetti la distruzione era sempre stata al
centro stesso del programma di Mondrian, fin da quando aveva scritto nei suoi primi
testi della distruzione della forma, del particolare dell’individualità. La prima cosa a
venire dissolta fu la bidimensionalità- per farlo reintrodusse un elemento che aveva
bandito dalla sua pittura dal 1919 e che avrebbe minato completamente l’aspetto
“classico” delle sue opere, cioè la ripetizione. Il passo successivo, a partire dalla
seconda metà degli anni 30, fu di trasformare la “pluralità di linee” una pura
scansione, una pulsazione irregolare dell’intera superficie della tela. Tipicamente le
opere di Mondrian fanno riferimento alla “composizione a losanga” . Mondrian aveva
accettato la persistenza retinica come inevitabile effetto del ritmo di linee che
scandiva le sue tele, ma ne diffidava comunque. Theo Van Doesburg rivista de Stijl
1917 . alla fine degli anni 20 optò per la nozione di “arte concreta” per definire
un’opera costruita con elementi puramente plastici vale a dire piani e colori;
quest’artista aveva sviluppato un’attività dadaista sotto lo pseudonimo di
I.K.BONSET confermando la possibilità, per l’arte, d’intrattenere rapporti con il reale
senza ricorrere all’imitazione. tutte le forme d’astrazione e di arte concreta giungono
ad un risultato sostanzialmente simile: il rifiuto della rappresentazione. La specificità
del gruppo de Stijl sta nell’idea che un unico principio generativo possa essere
applicato a tutte le arti senza compromettere la loro integrità, e inoltre che è soltanto
sulle basi di tale principio che l’autonomia di ogni arte può venire assicurata. 2

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operazioni : 1. Elementarizzazione: scomposizione/riduzione di elementi e 2


integrazione: l’articolazione esaustiva di questi elementi in un insieme non gerarchico
sintatticamente indivisibile.

Bauhaus 1919 La bauhaus inizio con la repubblica di weimar nel 1919 e fini per
mano dei nazisti nel 1933. Direttore della bauhaus fu l’architetto Walter gropius
1923, definì questo “vasto sistema” con l’attività teorica di un accademia d’arte
combinata con l’attività pratica di una scuola di arti e mestieri . 1° istruzione:
laboratori artigianali- scultura, carpenteria, metallo, ceramica, vetro, pittura murale e
tessuto. 2° istruzione: problemi formali e artistici: studio della natura, insegnamenti
in materiali, strumenti, costruzione e rappresentazione, teoria dello spazio, colore e
composizione - insegnati artisti come Kandinskij e Paul klee. Nel 1925 la scuola si
spostò a Dessau.
Klee e Kandinsij svilupparono una psicologia degli elementi pittorici, a volte con
tendenze più dogmatiche (Klee), combinando cosi linea e colore in una teoria
generale della composizione.1917 Neoplasticismo - Mondrian 1920-22 Vengono
rivalutate l’arte primitiva, l’arte dei bambini e dei malati di mente. Queste sono figure
che sfuggono dalle catene della civiltà : attraverso una forma verbale (letteratura),
visiva ( pittura scultura ). L’arte dei malati ad esempio viene considerata una
“degenerazione “ psico- fisica. Psichiatra : cesare Lombroso mostra tramite uno
studio su 107 pazienti - “genio e follia” 1877 - la degenerazione nelle sue “assurde e
oscene” forme di rappresentazione. I modernisti più coinvolti dall’arte dei malati di
mente furono Paul Klee, il dadaista tedesco Max Enst ( 1891-1976) e Jean Dubuffet
(1901-85) il fondatore francese dell’art Brut.
Talvolta Klee ingrandì gli occhi o le teste delle figure e alte altri tratti in schemi
ornamentali, come capelli e ali del suo “angelus novus”, un disegno posseduto da
Walter benjamin, per il quale era un angelo allegorico della storia vista come
catastrofe.. Klee, come altri artisti che s’interessano dell’arte dei malati, voleva
vedervi un’innocenza della visione, scoprendosi solo un’intensità che spesso confina
con il terrore, terrore del soggetto perso nello spazio. Queste prime immagini,
collage, furono cruciali per la definizione d’immagine surrealista: lautreamont è il
poeta del XIX secolo eroe del surrealismo, i cui enigmatici versi - bello come
l’incontro fortiuito di una macchina da cucire e un ombrello su un tavolo di
anatomia”.

Il surrealismo
Quando: Breton, Manifesto del Surrealismo (1924) --> non politicizzato Breton,
Manifesto del Surrealismo (1929) --> politicizzato: socialista Caratteristiche: -
Liberazione dell'individuo dalle convenzioni sociali - Sogno, follia e ricerca
dell'inconscio (influenza di Freud) come fuga dalla realtà - L'opera è dettata dalla
psiche, dalla mente dell'autore. Autori: vari precursori (Arcimboldo, Bosch,ecc..)
Salvador Dalì ; Max Ernst ; Renè Magritte ; Salvator dali es. Film un cane andaluso
1925 1924 Andrè Breton da origine al surrealismo come “automatismo psichico”.
Breton diede il benvenuto a disegni automatici, dipinti di sabbia di Masson, ai quadri
di sogni sgoccciolati e spruzzati di Mirò, ai “FROTTAGES” DI Ernst. Bretón

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descrive il “caso oggettivo” come punto d’incrocio di due catene causali, la prima
soggettiva, interna alla psiche umana, e la seconda oggettiva, funzione degli eventi.
Questa congiunzione non è altro che la struttura stessa dell’inconscio: in cui il doppio
è la condizione formale delle pulsioni. La “ripetizione volontaria”( di un evento o/e
pensiero) scrive freud, rende perturbante ciò che di per se è innocuo, e ci insinua
l’idea della fatalità di una cosa o di pulsioni sessuali laddove normalmente avremo
parlato di un qualsiasi “caso”. Oggetto come feticcio Il manufatto tribale evoca il
feticcio come oggetto rituale , con una propria vita e un valore culturale. Il manufatto
del readymade era il feticcio del prodotto commerciale, fatto e venduto dall’uomo
stesso. I surrealisti sono i primi modernisti a studiare attentamente freud. Per freud il
feticcio è un sostituto del pene che manca alla madre. La scoperta di questa mancanza
suscita orrore nel bambino, e lo induce a rivolgersi a surrogati del pene, cioè a feticci,
per mantenere la sua fantasia di integrità corporea, di potere fallico. Secondo Freud, il
feticcio spesso suscita sia ostilità che affezione perche Al di la del desiderio sessuale
che viene trasferito su di esso , è un oggetto intenso.

Man Ray, è stato un pittore, fotografo esponente del Dadaismo. Pur essendo un
pittore è conosciuto soprattutto come fotografo surrealista, avendo realizzato le sue
prime fotografie importanti nel 1918. Sono famose le sue sculture note come "oggetti
d’affezione”: es. Cadeau 1921 è un’opera protosurrealista. È evidente un richiamo
all’organo sessuale femminile ma soprattutto vi è una doppia valenza : dal punto di
vista del rapporto con lo spettatore l’oggetto è aggressivo, ma è stato designato come
regalo: che è al tempo stesso un’offerta fatta e un debito contratto. Allo stesso tempo
ha una duplice valenza dal punto di vista della funzione: i ferri da stiro lisciano e
stirano questo invece strappa e possiede punte falliche.definito da freud come un
oggetto su cui convergono desideri conflittuali.

Meret Oppenheim 1913-85 - colazione in pelliccia Titolo omaggio al dipinto di


Edouard Manet colazione sull’erba 1862. Colazione in pelliccia è infatti una natura
morta con nudo, una spiritosa interferenza nel rituale del te di un’oscena allusione ai
genitali maschili e femminili che giocano ambiguamente anche sull’erotismo orale.
Nel 1928 Giacometti entrò a far parte del gruppo surrealista. In questo periodo, sul
lavoro a memoria prevalgono l'immaginazione e, spesso, l'inconscio, che conducono
Giacometti alla creazione di sculture assai importanti per l'idea surrealista di oggetto
a funzionamento simbolico. È vicino alle problematiche esistenzialistiche; non a caso
della sua pittura è stato interprete attento Sartre, che ne ha colto i riferimenti
all'inaccessibilità degli oggetti e delle distanze esistenti tra gli uomini. La scultura
sembra una materia apparentemente informe. Le figure sono fisse, immobili
rigidamente frontali: la cornice che Giacometti costruisce attorno ad esse ha la
funzione di allontanarle isolandole dallo spazio, creando attorno ad esse vuoto.

nel 1938 si inaugura la mostra internazionale del surrealismo a parigi. Tra le tante
opere, emerge quella di Marcel Jean intitolata “oroscopo” : un manichino con una
decorazione in gesso per la base e le braccia e un orologio inserito sulla sommità
senza testa. Negli anni 30 l’esposizione era diventata una delle forme principali

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dell’attività surrealista. Gli oggetti di queste mostre erano spesso strani, ma le


installazioni rimasero piuttosto convenzionali.

Allo stesso tempo il fatto che le esposizioni del surrealismo proponessero uno
spettatore attivo e partecipativo era più vicino nello spirito a quegli esperimenti
avanguardisti che a qualsiasi forma tradizionale di esposizione con i suoi spettatori
passivi e contemplativi. Forse il contesto politico della guerra civile spagnola rese
ancora più evidente il cambio di stato sociale del surrealismo. In ogni caso come fece
notare Man Ray l’installazione di marche duchamp “1200 sacchi sospesi al soffitto su
una stufa” 1938 , distrusse l’atmosfera asettica che regnava nella maggior padre degli
spazi espositivi moderni. Un anno dopo, 1939, con la resa della Francia al nazismo, le
condizioni dei surrealisti cambiarono ulteriormente .

René Magritte (1898-1967), grande protagonista del surrealismo, dipinse più volte
durante la sua vita il quadro con la pipa e la sua didascalia; Il messaggio di Magritte è
infondo abbastanza chiaro, ovvero: rappresentazione non significa realtà, l’immagine
di un oggetto non è l’oggetto stesso! Foucault vide nell’arte di Magritte degli
elementi ancora più rivoluzionari rispetto all’astrattismo di Klee o Kandinskj.
Apparentemente lontani, i tre artisti hanno in comune- secondo il filosofo- l’aver
scardinato il sistema gerarchico tra realtà, rappresentazione e significato. La
riflessione di Magritte ha aperto a operazioni come quelle dell’artista concettuale
Joseph Kosuth (U.S.A. 1945) che nel ’65 espose per la prima volta l’opera Una e tre
sedie, l’accostamento di una sedia, una sua fotografia e l’ingrandimento della pagina
di un dizionario che ne dà la definizione linguistica.

LA METAFISICA in italia Il termine "metafisica", applicato alla pittura, va inteso


come "al di là della fisica"; secondo i primi artisti metafisici, infatti, l'arte non
dovrebbe avere alcun legame con la realtà, poiché il suo scopo non è rappresentare le
cose così come sono ma mostrare il lato insolito e misterioso che si cela dietro
l'apparente banalità della vita quotidiana. Le caratteristiche chiave sono : -
Descrizione di una realtà che va al di là delle apparenze - Senso di mistero,
allucinazione, sogno - Immagini statiche: scena fuori dal tempo - Figura umana solo
sotto forma di manichino - Campiture di colore piatte e uniformi - Riferimenti
filosofici a Nietzsche e alla mitologia greca antica

Giorgio de Chirico (1888 - 1978 Furono due i temi più amati da de Chirico: le
piazze e i manichini. Le piazze sono spazi indefiniti, talvolta costruiti secondo il
principio della spazialità rinascimentale, illuminati da una luce priva di vibrazioni
atmosferiche, con architetture assimilabili a volumi geometrici, il manichino
rappresenterebbe i corpi mutilati dopo la guerra, senz’anima. Questo tipo di
rappresentazione (il manichino) venne utilizzato anche da Carlo Carrà (1881 - 1966).
La sua "La musa metafisica" dipinta nel 1917. Giorgio Morandi (1890 - 1964) dipinse
nature morte in cui gli oggetti appaiono come sagome disposte in uno spazio senza
prospettiva, private del loro ruolo.

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Nuova oggettività (Neue Sachlichkeit) in Germania si affermò nel particolare clima


del primo dopoguerra (1923-24) e si concretizzò attraverso una pittura che negava
ogni partecipazione umana, come uno stato di alienazione; in altri casi si risolse in
raffigurazioni di crudele e impietosa ironia, sollecitata dalla messa a fuoco di una
realtà scoperta in tutta la sua autentica verità. Alcuni dei più importanti artisti furono:
O. Dix, M. Beckmann, Georges Grosz, Franz Radziwill (1895-1983), Rudolf
Schlichter (1890-1955), Georg Scholz (1890-1945), Christian Schad , oppure con una
più emotiva presa di contatto con la realtà come nel caso di E. Wegner, Busak, A.
Kanoldt, C. Mense, G. Schrimpf. Otto Dix e George Grosz Il pittore e incisore
tedesco Otto Dix combatté nella prima guerra mondiale.
Nel 1919 fu nominato assistente all'Accademia di Dresda. Sulla sua pittura,
sviluppatasi attraverso un tardo espressionismo, affioravano stimoli dell'arte dada, ma
i segni evidenti nella sua pittura suggeriscono l’esperienza bellica che l'artista rievocò
nelle 50 incisioni intitolate Der Krieg, (1932, La guerra). George Grosz (Berlino,
1893-1959), dopo un’iniziale adesione al Dada berlinese, si diede ad una feroce satira
politica e sociale, espressa nei suoi quadri. aderì alla Nuova oggettività, proponendo
quadri dai disegni semplificati per essere più incisivi, dove sono rappresentate le sue
idee tramite le figure umane e i loro simboli (Le colonne della società, 1926, Berlino,
Staatliche Museen).
La bambola oggetto- soggetto
C. Boudelaire in “morale di giocattolo” 1853 riflette sul paradosso di una figura
inerte dotata di una forza speciale, qui a vantaggio del bambino, per il quale il
giocattolo rappresenta non solo “il primo concreto esempio di “arte” ma anche il
primo stimolo metafisico. Tuttavia questo simbolo puo diventare aggressivo, anche
sadico, secondo boudelaire, se il bambino cerca di cogliere e vedere l’anima del
giocattolo, sbattendolo, pestandolo, infine aprendolo, distruggendolo solo per
scoprire la sua assoluta mancanza di anima. “questo segna l’inizio dello stupore e
della malinconia” conclude il poeta. La bambola appare nel costruttivismo, futurismo,
e Bauhaus come figura lucente, super uomo. Mentre nel surrealismo, nuova
oggettività e dada appare come un insieme di frammenti, parti discordanti.
1925 Il cinema d’avanguardia
Il cinema diventa estratto : elaborazione tra pittura e musica da Kandinskij a wagner.
In effetti quello che gli artisti fanno, è concepire arte e musica come unica cosa.
vikings Eggelings, sinfonia diagonale 1921-24 realizzato tramite una sequenza di
disegni che lui realizzava e poi copriva le parti che non servivano con la carta
stagnolauna sorta di sottrazione nell’addizione delle sequenze d’immagini, nel
montaggio finale. Come fece notare richter, eggelings ha cercato di scoprire le coppie
di opposti: luce contro oscurità, piccolo contro grande. Anche hans Richter realizzò
nel 1921, Ritmo 21- e poi- ritmo 23 (1923), ritmo 25 (1925). I due artisti, erano molto
vicini al movimento de Stijl, infatti teo van doesbrurg, capofila del gruppo, fece loro
visita a Berlino nel 1920. Ludwig hirschfeld- Marck- membro della Bauhaus, realizza
uno spettacolo multimediale “sonatina di colori in 3 parti- giochi di colori riflessi”
1925, in cui venivano proiettate forme geometriche attraverso filtri ottici su uno
schermo trasparente, tutto con accompagnamento musicale.

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Latzo- Moholy nagy esponente della bauhaus nel suo “pittura, fotografia film”
esprime questa “smaterializzazione dell’arte. Fernand Leger e dudley murphy,
realizzarono nel 1924 “balletto meccanico”. Il film inizia con un cartone animato di
Charlie Chaplin, poi si sposta su una sequenza di khaterine Murphy , ogni persona e
cosa prende a girare, riprese al contrario in un movimento delirante. Balletto
meccanico diventa una danza di analogie tra geometrie astratte, parti meccaniche,
oggetti quotidiani e presenze di arti umani. Leger fu un pioniere della pittura astratta:
i suoi dipinti si basavano su aspetti della vita moderna, infatti la tendenza di leger era
quella di rappresentare i corpi come macchine, l’ambiente urbano come panorama
meccanico di prodotti e persone frammentate. Leger rappresenta “l’effetto sorpresa”/
schock di questo spettacolo. Sergei Esenstei (1898-1948) aveva proposto la teoria del
montaggio come un sistema di attrazioni, che porta il cinema fuori dalla pittura e
musica, una teoria che mise in pratica con la “corazzata potemkin”. 1926 L’arte dei
detriti arte e vita Kurt Schwitters fu uno dei primi importati interpreti di tale poetica.
Nel 1919 optò per designare l’insieme dei propri lavori a partire con la radice “Merz”
(perduto), una sillaba tolta dalla parola “Kommerz” che aveva casualmente tratto da
una pubblicità della kommerz bank di Hannover vista passeggiando per la sua città
natale. Cosi dalla radice Merz nascono diverse combinazioni : merzbild, merzbühne,
MERZBAU( costruzione della sua casa) . L’impiego ricorrente del termine designa
l’assemblaggio a fini artistici di tutti i materiali immaginabili. La pittura Merz si
serve dunque a tutti quei materiali visibili per l’occhio e di tutti gli strumenti
utilizzabili. Schwitters divenne amico con El lisinckij e con il costruttivismo e
produttivismo russo negli anni 20; invitò lisinskij a diventare designer e coeditore del
numero 8/9 della rivista Merz pubblicata nel 1924. Da allora entrambi gli artisti
trasformarono le loro opere da pittura, scultura fino a spazi architettonici. Lisinskij :
stanza espositiva alla landesgalerie, Hannover 1927-28 Schwitters: merzbau di
Hannover :tentativo di costruire uno spazio rituale, sotto forma di bau- caverna cioè
costruire una tana con oggetti, strutture e materiali quotidiani. Tristan Tzara nota che
schwitters raccoglieva per strada oggetti disparati e assurdi, l’artista pero sosteneva
che la materia non conta poiché ciò che conta è darle la forma. Nel 1927 lo studio
dell’artista divenne inutilizzabile e il Merzbau finì per invadere il complesso della
casa. Inoltre SCHWITTERS non mirava ad una forma completa e definitiva, la
pratica dell’opera in continua evoluzione rovescia il dogma stesso della creazione.
Negli anni 50 l’estetica dello scarto conobbe un grande ritorno d’interesse, al punto
che negli stati uniti compare un nuovo termine per qualificare opere elaborate a
partire da materiali di recupero- junk sculpture. Wladislaw Strzeminski, La sua
ricerca pittorica, si concentra sull'unismo, teoria artistica fondata da lui stesso, ma che
non ebbe un grande successo.. Tra il 1926 e il 1929 eseguì opere basate generalmente
su due colori e tonalità. In alcune sue composizioni (1930-34) la superficie pittorica è
coperta da colori vibranti che sembrano anticipare le ricerche ottico-cinetiche. Dopo
la seconda guerra mondiale S. insegnò fino al 1950 all'Accademia di Łódź.

1933 black montain college stati uniti poco dopo la chiusura del bauhaus a Berlino,
venne aperta negli stati uniti la “black montain college”da un piccolo gruppo di artisti
tra cui Joseph Albers. Dal 1944 al 49, Albers curò le sessioni estive con diversi artisti

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e scrittori anche estranei ai suoi gusti e insegnamenti: il compositore jhon Cage , il


ballerino - coreografo Merce Cunningham , il fotografo harry Callahan. Albers e
Cage privilegiavano la “soggettività espressiva” (com’era rappresentata da alcuni
espressionisti astratti che passarono per il black montain college: de Kooning, Kline ,
Greenberg). Latzo Moholy nagy e Albers, radicalizzarono l’insegnamento del design
e del colore cosi come entrambi conservarono la concezione del bauhaus e la
trasformarono con altri modelli di avanguardia.
1943- harlem Renaissance - movimento artistico afro-americano - America
Promosse l’esperienza dell’arte negra in varie forme d’arte : Fattori principali 1.
Grande migrazione tra le due guerre mondiali- più di due milioni di africani
migrarono dal sud rurale verso il nord urbano 2. Attivismo radicale del giamaicano
Marcus Garvey 1887- 1940 e della sua UNIVERSAL NEGRO IMPROVEMENT
ASSOCIATION fondata nel 1914. 3. Altro interesse che alimentò il movimento, fu
l’interesse dei modernisti europei per l’arte africana “primitiva” e per la danza e la
musica afro- americana, in particolare per lo spiritual e il jazz. Il fotografo James Van
Der Zee il primo cronista dell’ Harlem degli anni dal 1920-1940, realizzo le immagini
più significative del periodo. Van Der Zee realizzo ritratti di abitanti di Harlem che
catturarono lo stile, l’ottimismo e orgoglio di questa nuova identità urbana. Il fascino
della cultura afro americana crebbe a partire dal 1917 con la produzione di una
grande quantità di musica e spettacoli con argomenti e attori negri. Dopo il crollo
della borsa del 1929 venne annunciata la grande depressione - new york. Cosi molti
artisti vennero privati del sostegno economico per realizzare opere d’arte ma alcuni
ricevettero supporto dalla WPA- works project administration. Come jabob Lawrence
che nel 1940-41 realizzo il dipinto considerato uno dei più importanti della WPA -
“La migrazione del negro americano”. Norman L. Lewis fu un altro artista che
comincio a dipingere durante gli anni 30 a Harem - dove abbandono l’immaginario
realista per diventare l’unico espressionista astratto- afro americano. L’energia
innovativa dell’Harlem Renaissance declino dopo la seconda guerra mondiale.

1945/ 46 — europa - ARTE INFORMALE


A seguito delle enormi devastazioni e sofferenze portate dalla seconda guerra
mondiale, nemmeno gli artisti hanno più certezze. L'informale è una concezione
ribelle dell’arte che non va intesa come “non forma” ma con il modo di intervenire
direttamente sulla materia con un segno espressivo e un gesto spontaneo. L'informale
Europeo non è una forma di astrattismo perchè la figura è ancora presente e
distinguibile. Tuttavia l'artista conserva il significato di ciò che è rappresentato, ma ne
modifica la forma secondo le proprie emozioni. Da quì la definizione di informale,
cioè di ciò che non rispetta la forma tradizionale. È possibile fare una distinzione tra
pittura materica e pittura segnica. La prima consiste nell'accumulo di materia, la
seconda è basata sull'importanza dell'impronta calligrafica. A queste due, bisogna poi
aggiungere lo spazialismo (L.fontana) L'arte informale è considerata una tendenza
rivoluzionaria perché ora l'osservatore può interagire. L'artista desidera quindi che il
suo capolavoro prenda vita ed esca dall’ordinario.

Jean Fautrier - arte informale - realizza Ostaggi tra il 1942-45 - Parigi Realizza

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una serie di dipinti che chiama : Ostaggi, un nome che riflette, da una parte, la
drammatica situazione della storia nel periodo bellico, dall'altra, parallelamente, una
condizione esistenziale dell'uomo novecentesco. La materia, che è la vera
protagonista negli Ostages, è infatti capace di evocare l'idea della carne ferita e
straziata. La serie dipinta, subisce al suo interno una evoluzione che Fautrier stesso
chiama “defigurazione”,: trattandosi della rappresentazione dei volti straziati, l’artista
si allontana progressivamente dalla descrizione fisiognomica. Anche il rapporto
diretto che l'artista instaura con l'opera, diventa una esperienza di tipo
comportamentale, e non di tipo ottico-contemplativo; infatti l'artista non pone il
quadro sul cavalletto, ma sopra un tavolo, attorno al quale può muoversi e creare
l'opera, che si configura come il risultato di varie stratificazioni della materia e
dell'esperienza. i meriti più grandi di Fautrier sono stati quelli di realizzare un'arte di
autentica, istaurando un profondo legame su due livelli: quello dell’uomo come
soggetto dell’opera. e quello della tecnica, nel diretto rapporto che l'artista instaura
con la materia.

Jean Dubuffet fa parte di quegli artisti dell’arte informale. nel 1945 inizia il suo vero
e più sentito percorso artistico, quando teorizza e introduce il concetto di Art Brut,
essa- raccoglie e idealizza l’arte dei malati di mente, i disegni infantili, l’arte
popolare. essa introduce trasgressione e rottura nei suoi spazi culturali. Dubuffet
cercava di eliminare la differenza tra normale e anormale, attraverso i disordini
dell’immagine del corpo, Dubuffet evoca un senso schizofrenico. La materia rimane
comunque la forma principale di espressione. “Brut” nel senso di rozza, grezza
opposto a raffinata e colta.

a) Georges Mathieu 1) Spremeva direttamente di tubetti sulla tela (come Van Gogh)
2) Dipingeva il più rapidamente possibile per non dare spazio all'azione della mente
3) Importanza al gesto dell'artista (come nell'espressionismo astratto statunitense) b)
Jean Fautrier 1) Fondo della tela fatto di un impasto di colla e colore bianco, simile a
intonaco, con aggiunta di polvere di pastelli e cera 2) Soggetti macabri e inquietanti,
con riferimento alle persecuzioni naziste. c) Jean Dubuffet Interesse per l'arte
primitiva, dei malati e bambini, priva delle influenze della ragione e della società. a)
Giuseppe Capogrossi 1) Uso di un simbolo personale: il tetradente con segno nero
marcato, che denota affermazione e forza di volontà 2) Colore netto, a campiture
piene, monocromatico b) Arnaldo Pomodoro 1) Realizza sculture in bronzo 2) Sfere
aperte, all'esterno lisce e lucide, all'interno scabre e ruvide, simbolo del contrasto
presente nell'animo umano c) Alberto Burri 1) Utilizza materiali e tecniche nuove per
la scultura: sacchi di juta, catrame, prodotti di scarto, acrovinilico su cellotex (cioè
vinavil su celofan), talvolta bruciandoli. 3) Crea il grande Cretto di Gibellina, cioè
ricopre le macerie della città di Gibellina con cemento bianco, simbolo della , e poi vi
scava dei solchi. E' definita anche Land Art. 2) I materiali utilizzati non sono posti in
modo casuale, e non hanno un valore di sfida, di ribellione, di irriverenza, ma sono
utilizzati con armonia, studiatezza e geometria

Lucio Fontana (percorsi individuali) 1) Personaggio eclettico e ribelle, vicino ai

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giovani. Produce varie opere d’arte: dipinti, sculture, terracotte. Lo Spazialismo è una
corrente che si interessa di esplorare lo spazio in tutti i suoi aspetti, utilizzandolo in
modo nuovo, ricorrendo a strumenti nuovi 3) Unione di pittura e scultura: taglia le
tele, in modo creare un dipinto in 3D.

Francis Bacon (percorsi individuali) 1) Alcolizzato, disordinato, omosessuale, ribelle


2) Interesse per il corpo umano, non inteso come figura unitaria, ma disgregato in
parti e in smorfie. Per questo può essere considerato informale: l'uomo c'è, ma è
rappresentato in modo nuovo 3) Ricorso a temi sacri, come dipinti di quadri a trittico,
cioè tre quadri con temi simili, come nei trittici sacri, o di papi. Tuttavia la
rappresentazione religiosa serve per riaffermare la brutalità e la materialità del
mondo, non per esaltare il sacro

Moore 1) Rifiuto della concezione classica della bellezza 2) Riferimento a arte


messicana, sumera, e comunque non europea 3) Dare alle opere una forte vitalità 4)
Interesse a mostrare il materiale con tutte le sue caratteristiche, e a non nasconderlo
dietro a una fine lavorazione. b) Calder 1) Utilizzo di fil di ferro per rappresentare
fari oggetti, tra cui i personaggi di un circo 2) Sculture ramificate di ferro, senza un
basamento unico, ma magari appesi al soffitto o poggianti su più piedistalli. 3) La
scultura è dinamica, non fissa, e non è più simbolo di valori immutabili. F) Bruno
Munari (percorso individuale) 1) Personaggio eclettico: scrittore, pedagogo, pittore,
scultore, designer 2) Carattere allegro e libero, non ribelle o tenebroso 3) Crea le
Macchine Inutili, per criticare la fiducia cieca del futurismo nel progresso 4)
Pedagogia: crea dei giocattoli per bambini (Scimmietta Zizì) che possono essere
modellati: è il precursore del giocattolo interattivo moderno. Inoltre crea scuole d'arte
per bambini, che lasciano grande libertà al bambino, e non gli impongono forme
canoniche

Espressionismo astratto 1946 - stati uniti il termine “espressionismo astratto” si


deve ad Alfred H. Barr Jr. che lo coniò nel 1929 a commento di un quadro di Vasily
Kandinsky. Successivamente fu ripreso per essere applicato all'arte americana degli
anni quaranta dal critico Robert Coates nel 1946. Nella sua genericità, il termine
"Espressionismo Astratto" ha il pregio di evidenziare due attributi fondamentali di
tutta la corrente: • il ruolo centrale assegnato all'individualità dell'artista • lo sviluppo
di un linguaggio pittorico di tipo astratto l'artista, che si pone in una condizione di
rischio: mette in gioco la propria esistenza in senso psicologico e spirituale. Luogo di
esistenza dell'artista e dell'arte è il quadro: spazio libero da convenzioni estetiche, in
cui l'artista convoglia le proprie emozioni e la propria energia vitale.. Caratteristiche:
1) Grande dimensione delle opere 2) Superfici piatte, perchè c'è l'abolizione di ogni
forma di profondità e prospettiva 3) Importanza data al gesto dell'artista che dipinge
4) Rifiuto di tutto ciò che era accademico (diagonali, prospettiva, pittura tonale...) 5)
Gli artisti esprimono le loro emozioni (espressionismo) attraverso dei dipinti di
carattere astratto (astratto).

Color field Autori: Rothko, Reinhardt Caratteristiche: 1) Grandi campiture di colori

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monocromi 2) Espressione di emozione controllata, posata, non forte e vigorosa come


nell' Action Painting 3) Senso di staticità e di immobilità della pittura • un indirizzo
contemplativo, che si caratterizza per il rilievo dato alla componente spirituale
contemplativa del dipingere. Si manifesta attraverso enormi tele con vaste forme
fluttuanti, ampie stesure monocromatiche, che conferiscono un'atmosfera meditativa
all'ambiente in cui sono collocate. I principali interpreti sono Mark Rothko, Adolph
Gottlieb, Clyfford Still, Barnett Newman, Ad Reinhardt. Rothko, Clyfford Still o
Newman approdano al “color field” 1955 una pittura emotiva formata da ampie
stesure di colore in cui la traccia del gesto sembra avere un’importanza meno
decisiva. M. Rothko dispone strati di colore, introduce anche il Mith-maker genere
artistico che rivela l’attenzione al “mito. tuttavia anziché illustrare le mitologie
consacrate, esso crea “nuovi miti sostitutivi”: i soli temi validi sono quelli che hanno
un carattere tragico e atemporale, in stretta connessione con l’arte primitiva e arcaica,
privilegia la superficie e forme piane del quadro perché distruggono l’illusione e
rivelano la verità . Clyfford Still I suoi dipinti hanno un carattere visionario,
accentuato dai contrasti di colore: la forma astratta diventa una metafora per indicare
un dato molto realistico, ovvero la fusione dell’io con la natura. Le Zip di Barnett
Newman (padre del minimalismo) raddoppiano le verticali del quadro: essi
attraversano i vasti campi cromatici, ; Newman spinge la colorfield quasi al
minimalismo , Le zip tagliano e allo stesso tempo uniscono lo spazio e creando una
zona infinita. L’arte astratta ha rappresentato in questo senso un passaggio decisivo
impegnando la pittura a esercitare, con mezzi propri, una lettura autocritica.
Il color field di Newman elimina infine ogni disegno estrinseco, contiene un mondo
senza fine, all’interno dei propri confini. Il problema tra il “che cosa” e il “come”
(prima in Kandinskij dello spirituale nell’arte) si riaffaccia negli stati uniti negli anni
40 , i dipinti che realizza Newman in questo momento cercano di dare forma ai
sentimenti di fondo dell’uomo, di esprimere il volto dell’inconoscibile. Inoltre il
modo di vedere il quadro “in verticale” era fondamentale per Newman - e cosi anche
le zip- le sue opere rappresentano l’asse verticale del nostro corpo, la nostra
situazione di fronte a ciò che guardiamo. Newman ci parla della “presenza” nostra e
del quadro, dello spazio e del tempo come una “sensazione” che noi stessi abbiamo,
ci coinvolge permettendoci di entrare nel sublime.

Ad Reinhardt, membro dell’AAA (american abstract artist) , dopo le sue abstract


paintings degli anni 30, adottò una tecnica più libera. Alla fine degli anni 40 i suoi
quadri sono assolutamente all-over , negli anni 60, negli ultimi suoi anni di vita, si
dedicò alle cosiddette “pitture nere” , la monocromia ebbe infatti dei seguaci, e la
ricerca di purezza essenzialità venne gettata alle ortiche. Nonostante venisse
solitamente incluso tra gli esponenti dell'Espressionismo astratto, egli prese le
distanze da essi, e divenne tra i più influenti artisti della successiva corrente del
Minimalismo.

Action painting
• un indirizzo di pittura gestuale, che si caratterizza per il rilievo dato alla
componente emotiva motoria del dipingere. Si manifesta attraverso pennellate e

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sciabolate piene di energia.


• Queste sgocciolature (Dripping) e spruzzi di colore, che possono suggerire un'idea
di lotta o di danza. Principali esponenti sono Jackson Pollock, Willem de Kooning,
Franz Kline e Robert Motherwell.

Jackson Pollock 1) Uomo sregolato, ribelle, 2) Dripping: lasciava gocciolare la


pittura dal barattolo o dal pennello sulla tela orizzontale 3) Action Painting: l'opera
nasce da liberi gesti dell'artista, che venivano compiuti con tutto il braccio, 4) all-
over: non esiste più un centro e una periferia della tela. Ogni sua parte ha uguale
valore, e la tela può idealmente continuare anche oltre i suoi bordi fisici. Jackson
Pollock nel 1947 introduce in America una modifica importante ai processi pittorici:
il dripping, arte che diventa emblema dell’action painting. (Metodo gia utilizzato dai
surrealisti es. Max Ernst.) Andrè Masson e jackson pollock pervengono
all’automatismo psichico cioè liberare/ scaricare la psiche attraverso il gesto del
corpo. Il pittore non si accosta più al cavalletto, la tela si stende sul pavimento e come
un rito nativo americano l’artista cammina intorno, da tutti e quattro i lati attraverso
una pittura fluida che con l’azione del colore si modifica vivendo una vita propria.
NAMUT è un fotografo che riprende pollock nel suo fare pittorico. Le opere vengono
viste a Tokyo dando inizio al gruppo GUTAJ. secondo Clement Greenberg, pollock
introduce una struttura ancora può importante ovvero la tecnica“all-over” che rende
ogni elemento e zona del dipinto equivalente nell’accentuazione e nell’enfasi.
Secondo Greenberg le origini della tecnica all-over risalgono alle Ninfee di Monet .

Nel 48 ,con la guerra fredda ,l’avvio del piano Marshall e i drip painting di pollock vi
è un cambio di opinione da parte dello stesso critico Greenberg. L’asse artistico si
sposta da Parigi a new york (successivo alla 2 guerra mondiale) osservando come la
conquista di leadership da parte degli stati uniti era sì dovuta alla potenza economica
americana ma ancor di più al carattere innovativo delle opere e alla qualità dei
commenti critici. Greenberg fu grande sostenitore di Pollock, il critico considerava le
opere dell’artista come grandi “matasse” in cui si perdeva il punto focale o centro
competitivo dell’opera. L’idea di pollock era quella di ricadere sull’astrazione delle
immagini dell’inconscio, della memoria (freud) o astrarre immagini archetipiche
(jung) dando forma alle opere figurative negli anni 30- 40- Successivamente, coprì ,
sotto i grovigli di sgocciolature, come forma di negazione , quest’arte figurativa.
Secondo un altro critico T. J. Clark, l’arte di pollock fallisce sempre in se, perche la
sua capacità di continuare vacilla quando non può più immaginare un fuori dalla
figurazione. Questo accade nell’estate del 1950, quando i suoi quadri sempre più
grandi e sempre più apparentemente autorevoli, si sottomettono completamente alla
metafora dell’unicità.

Pollock e De Kooning subordinano la materia pittorica a una gestualità intensa, a


tratti violenta. De kooking dice che la rappresentazione figurativa è un modo/forma in
cui si può esprimere la gestualità e i sentimenti es. serie Women, 1953 realizza una
serie di dipinti sul tema della donna al Sidney Janis Gallery, questa serie
sopraggiunse quando l’arte astratta, che aveva rappresentato un’enorme liberazione,

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tendeva a trasformarsi, sotto l’effetto della routine e del dogmatismo in un pesante


sistema di regole.

Gruppo CO.BR.A. 1948-50 è stato un movimento artistico d'avanguardia europeo


attivo dal 1948 sino al 1951. Il nome fu coniato nel 1948 da Christian Dotremont,
facendolo derivare dalle iniziali del nome delle città dei vari componenti:
Copenaghen, Bruxelles, Amsterdam. La principale caratteristica del gruppo CO.BR.A
risiede nella pittura semi-astratta, utilizzando colori molto brillanti, violente
pennellate e figure umane distorte, ispirate all'arte primitiva, ed ai motivi fantastici e
grotteschi caratteristici della cultura nordeuropea, molto simile all'Action Painting
americano. Questo gruppo è considerato una pietra miliare dell'Espressionismo
astratto europeo e svolse un ruolo importante per il superamento del contrasto
figurazione-astrazione tipico di quegli anni. Il questa luce cobra, puo essere visto
come un intervento del dibattito che coinvolse Jean Paul sarte : esistenzialismo , e
Martin Heidegger: l’uomo aveva umanizzato il mondo in modi pericolosi.

Independent Group (IG) 1952-55 - londra è stato un gruppo di artisti inglesi attivo
dal 1952 al 1955, legata all’istituto d’arte Contemporanea (ica). L’Independent Group
era composto da pittori, scultori, architetti, scrittori e critici che rivalutarono il
modernismo e riscoprirono l'estetica dell'"oggetto trovato" tipico dei dadaisti. Il
gruppo, suscitò un rinnovato interesse nell'età post-disciplinare e fu il precursore del
movimento Pop art britannico. Il loro punto di ritrovo era l'Institute of Contemporary
Arts (ICA) di Londra, all'interno del quale tennero le loro sessioni artistiche. Eduardo
Paolozzi uno dei più influenti artisti, proiettò diverse immagini tratte da riviste
americane con l'ausilio di un episcopio. Queste figure, composte da pubblicità,
fumetti e grafiche, erano state raccolte quando Paolozzi soggiornò a Parigi dal 1947
al 1949.
Fra le varie tematiche affrontate vi fu il fascino per i mass- media, la fantascienza/
tecnologia, il design e la cultura popolare. L’uso della riproduzione fotografica e della
frammentazione della visione ricordava le installazioni del costruttivismo, futurismo,
surrealismo, il Bauhaus e il dada. Mentre L’indipendent Group affronto il sorgere
della società dei consumi- come canali aperti al desiderio , allo stesso tempo
“l’internazionale situazionista” guidata da Guy Debord, vide nella società di massa
uno “spettacolo” chiuso che aveva trasformato la nostra stessa alienazione in tante
merci di consumo. Debord raccoglie le analisi della cultura capitalistica nella “società
dello spettacolo”- una società rivolta all’immagine e al consumo. Programma
dell'Internazionale situazionista è il creare situazioni, definite come momenti di vita
concretamente e deliberatamente costruiti mediante l'organizzazione collettiva di un
ambiente unitario e di un gioco di eventi. Le situazioni vanno create tramite la deriva,
la psico-geografia, l’urbanismo unitario e il detournement. Letteralmente la deriva è
una reinterpretazione degli spazi e simboli urbani ed è parte della strategia centrale
della pratica situazionista : il detornement significa deviare, in questo caso deviare
immagini testi e avvenimenti rubati verso punti di vista, interpretazioni e situazioni
sovversive. Una parentesi: l’arte “sull’arte” La nozione di “arte per arte" si sviluppa
attraverso il concetto di “un’autosufficienza dell’arte” essa viene privata di contenuti

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correlati con il mondo, di ogni utilità sociale, esclusa dai rapporti con una qualunque
trascendenza, per concentrarsi su se stessa. L’astrazione contribuisce a sviluppare
questo concetto, in particolare con la monocromia considerata ultima tappa del
processo di decantazione. Robert Ryman è un artista che suggerisce un nuovo
modello concettuale; egli rifiutava ogni confronto tra soggetto e contenuto
affermando che la questione non è mai cosa dipingere ma come dipingere. Il
contenuto dell’opera diventa allora l’insieme delle procedure utilizzate. Il termine
“lavoro” designa l’insieme tra l’attività artistica e il risultato ottenuto (l’opera in se)
ciò comporta ad una sconsacrazione dell’opera d’arte. La logica del lavoro prevede
l’uso da parte dell’artista di una tecnica seriale, quest’ultima evita un atteggiamento
puramente contemplativo dell’opera chiamando a se l’intera nostra memoria, inoltre
gli artisti concordano nel lasciar trasparire le manipolazioni alle quali i materiali sono
stati sottoposti. Tra le figure più rappresentative del radicalismo astratto : la grata
bidimensionale, geometrica, ordinata afferma nel suo essere anti naturale,
l’autonomia dell’arte. Il quadrato e i suoi derivati partecipano di un’analoga
valorizzazione dei segni in cui si riconosce la modernità artistica, dal quadrato nero di
malevič agli ultimate paintings di reimhardt . L’astrazione serve a camuffare la
figurazione per meglio de- figurarla, pero nel corso dei decenni, essa rappresentò
un’opportunità come tante, un terreno di ricerca al pari di altri. I quadri di Peter
Halley “yellow prison with underground conduit” rappresentano delle prigioni, delle
celle e dei muri, cosi come l’arte sempre moribonda ma mai morta. Gerhard Richter
assegna alle opere figurative e alle opere astratte una finalità analoga : Entrambe
concorrono a una conoscenza del mondo creando modelli senza i quali ignoreremmo
tutto della realtà e saremo ancora a uno stadio animale. L’arte astratta offre all’artista
la possibilità di rendere percepibili “realta che non possiamo ne vedere ne descrivere
ma di cui possiamo intuire l’esistenza. Si è spesso portati a designare la pittura
astratta con nozioni negative: come ignoto e incomprensibile ma essa è anzi un
tentativo di preservare le ambizioni, anch’esse di varia natura, dell’arte del passato.

Ad Reinhardt, membro dell’AAA (american abstract artist) , dopo le sue abstract


paintings degli anni 30, adottò una tecnica più libera. Alla fine degli anni 40 i suoi
quadri sono assolutamente all-over , negli anni 60, negli ultimi suoi anni di vita, si
dedicò alle cosiddette “pitture nere” adottando la griglia e il monocromo. Nonostante
venisse solitamente incluso tra gli esponenti dell'Espressionismo astratto, egli prese le
distanze da essi, e divenne tra i più influenti artisti della successiva corrente del
Minimalismo. L’antropologo francese Claude- levi -strauss fu compito dal genere
della ripetizione delle griglie e del monocromo e spiegò come la “ripetizione” del
medesimo formato riguarda la forma semplice che crea nello stesso tempo una
contraddizione interna.
Anges Martin sviluppo a partire dal 1963 una tecnica per lo più oggettiva, con
l’utilizzo di griglie su tele: la griglia creò l’idea di sublime attraverso l’idea di
espansione di unità senza limiti, che è sempre in grado di generare associazioni
metafisiche e trascendentali, inoltre, Martin crea una relazione tra spirituale e
materiale per generare un altro tipo di senso detto “strutturalista”. in altre parole, le
tele si dissolvono, man mano che ci si allontana dall’opera, si crea cosi una sorta di

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atmosfera luminosa che si sostituisce alla materia della griglia irregolare. Una
presenza sempre accompagnata dalla sua assenza.
Robert Ryman va nella direzione della “materia”. Ryman sfida la nozione di
immensità spaziale. Le sue opere sono viste come una serie di operazioni passate che
possono essere ricostruite nel presente.
Robert Raushenberg Tra il 1953 ed il 1954, Rauschenberg si è mosso dai dipinti
monocromatici delle serie "White Painting" e "Black Painting", alle serie, "Red
Painting”. Rauschenberg trovava oggetti che lo interessavano per le strade di New
York City e le portava al suo studio dove potevano diventare parte integrante del suo
lavoro. Queste opere transitorie, condussero alla creazione di "Combines" realizzati
intorno al 1954-62. Qui iniziò ad incorporare oggetti come sciarpe, nastri comici e
parti di fasulli cornicioni architettonici. Uno dei primi "Combines", realizzato nel
1955, dal nome, “Bed” venne creato sgocciolando pittura rossa attraverso un
piumino. Il piumino più tardi veniva disteso e mostrato come se fosse un'opera d’arte.
più recentemente i critici e gli storici d'arte vedono le "Combines" come portatrici di
messaggi codificati. Helsworth Kelly Il percorso di Kelly fu simile a quello di
Rauschenberg: quello di aprirsi alla noncomposizione. Cage che nel 1949 vide le
opere di Kelly parlo del “caso” come altro modo per evitare la composizione.
Frank Stella debuttò alla mostra “sedici americani “ al MOMA nel 1959. Le sue
opere conservano le strisce delle bandiere di Johns ma abbandonano il suo
simbolismo. Pian piano le sue opere divennero degli “ibridi” ne pittura ne scultura. Il
suo desiderio era dipingere opere sulle quali “non si potesse scrivere nulla”;
desiderava per parte sua cancellare qualsiasi traccia di simbolismo.

New Dada Americano 1950/55 L'accostamento eclettico di oggetti e l'effetto di


spiazzamento che ne deriva presentano analogie con il Dadaismo, in particolare con i
"ready-made" di Marcel Duchamp e i "Merz" di Kurt Schwitters. Questo legame di
parentela ha indotto a definire il lavoro di Rauschenberg e del collega Jasper Johns
"New Dada".
Il New Dada americano (il movimento ha protagonisti anche in Europa), con i suoi
maggiori rappresentanti, Rauschenberg ( vuole introdurre la vita nell’arte) e Jasper
Johns, rimane tuttavia profondamente legato all'opera e non ha la carica ironica e
dissacratoria tipica del Dada; in tali artisti l'oggetto utilizzato nel quadro ha l'evidente
oggettività della realtà viva, ma si trasforma sempre totalmente in pittura o scultura,
anche se costituita da oggetti neutri o da simboli stereo l’artista costruisce semplici
artefatti che ci propongono di vivere l’esperienza empirica di un confronto con la loro
realtà fisica, inscritta nello spazio reale in cui ci muoviamo. Jasper Johns fu il
massimo esponente del new dada americano. I suoi combine-painting (1930 /
"Bandiera", 1955; "Three Flags", 1958; "Numeri colorati", 1959) bandiere e bersagli,
sono la rappresentazione di simboli propri della società contemporanea; nel caso della
bandiera degli Stati Uniti, oggetto che, avendo perso nello stereotipo corrente la sua
forza rappresentativa, egli gli fornisce una rinnovata identità. Lo stesso lavoro compie
jhons, su altre immagini banali e consuete di cui rivaluta il cliché visivo ormai privo
di contenuto, per eccessiva familiarità. La rappresentazione dell'oggetto però coincide
in toto con la pura pittura; l'oggetto diviene, sulla tela, pittura astratta e figurativa al

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contempo. Johns impiega diversi ordini di segni: visivi - verbali, pubblici e privati,
simbolici e indicali (cioe realizzati attraverso il contatto fisico come le impronte
digitali e le fusioni in gesso). Le immagini ambigue come il bersaglio o le bandiere
rimandano alle provocazioni di duchamp, in cui vi è un carattere sovversivo
dell’immagine, adesso nelle opere di Johns trattate come oggetti. Una pittura che
risulta gestuale, impersonale ma anche autoreferenziale, allusiva dell’immagine,
pittorica e letterale nell’associazione. Nelle opere di Jhons , steimberg (critico) fa
notare come vi è A.- spostamento “postmoderno” d’interesse: dalla natura alla cultura
B- vi è un’estetica dell’indifferenza: atteggiamento senza partecipazione o anti-
soggettivo. Naturalmente il suo linguaggio di segni della cultura di massa, anticipano
la Pop Art.
Pop art
È un movimento artistico si sviluppa nel mondo occidentale nel dopoguerra. In quel
periodo entrano in gioco nuovi oggetti per esempio: automobili utilitarie, poster,
frigoriferi, lavatrici, cibo in scatola, detersivi e bevande confezionate. Tutti questi
oggetti diventano i nuovi simboli della società consumistica in cui nasce la Pop art. A
differenza degli altri movimenti artistici che si sviluppano in questo periodo come per
esempio il fenomeno dell'Happening e il New Dada, la Popular Art si allontana da
ogni forma di critica e si sofferma solo sulla realtà. Perciò l'ambiente urbano in cui
questa nuova forma di espressione si sviluppa è un ambiente caratterizzato dalla
psicologia dello spreco e del consumo che portano al mutamento della struttura
sociale nei paesi industrializzati dove si sviluppa una cultura di massa e infatti le
opere non sono altro che prodotti commerciali. Possiamo definire questa corrente
artistica come arte realistica, dove la società attraverso la comunicazione dei mass-
media attribuisce un valore rassicurante nella coscienza collettiva tramite oggetti che
sono sottoposti a un processo di venerazione da parte del consumatore.
Parallelamente si sviluppa il pensiero di Marshall McLuhan il quale sosteneva che
nell'evoluzione della comunicazione proprio i mass-media sarebbero stati
fondamentali e afferma che siano proprio gli artisti che debbano concepirne i
cambiamenti. Da un lato la creazione artistica divenne meccanica, dall'altro vennero
recuperate le lezioni delle principali avanguardie del Novecento: dalle provocazioni
del dadaismo che per primo mescolò arte e realtà, ai collage di foto o immagini
pubblicitarie di sapore ancora cubista, fino agli happening o gesti teatrali, in cui
l'artista crea l'opera d'arte direttamente davanti agli spettatori, lasciando spazio
all'improvvisazione.
Il tema principale dell'arte Pop è l'angoscia esistenziale della società dei consumi, in
cui l'uomo rappresenta il consumatore. L'interesse dell'artista è rivolto alle immagini
e alle raffigurazioni della vita quotidiana dell'uomo e al mondo artificiale in cui vive
costituito da infiniti prodotti industriali d'uso comune e dai mezzi di comunicazione
di massa (tv, radio...). Nelle opere viene mostrato un mondo colorato, pieno di
allegria che in realtà nasconde l'ansia e l’angoscia. Nelle loro opere, gli artisti pop
non fanno mai trapelare un giudizio personale.Come abbiamo già detto gli artisti Pop
rappresentano spesso fotografie o riproduzioni di materiale ricavato dai mass-media
perciò sottraggono al comportamento della società i vari codici e meccanismi per
raffigurarli attraverso l’arte. Roy Lichtenstein ad esempio, copia immagini stampate,

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le adatta ai parametri pittorici. “ricompone” le immagini per sfruttarle retoricamente.


Non solo le immagini appaiono filtrate, ma il nostro modo di leggerle è diventato una
specie di “scansione”.

Claes Oldenburg appartenente alla corrente della pop art.(dissacra l’opera d’arte) La
sua ricerca artistica si concentra sul consumismo nella società americana
contemporanea soprattutto per quanto riguarda quello legato al cibo. dissacra l’opera
d’arte, o meglio smonta. Lega il cibo al benessere: nella cultura americana degli anni
60 più il cibo era artificiale più era buono. Allo stesso tempo l’artista propone cibi a
grandezza dilata o ridotta per provocare nel spettatore piacere o disgusto. l’artista
ideò nel 1965 ( nello stesso anno in cui Warhol produce opere con la serigrafia) un
museo parodistico Miky mouse museum destinato a conservare e a presentare una
simile massa di oggetti, surrogati,fatti in fretta dall’artista.
Andy Wharol Si occupo di riviste, giornali e pubblicità. A differenza di Lichtenstein,
wharol gioca con gli errori manuali e le sfocature tipiche delle immagini dei media.
Tra il 62-63 produsse le famose scatole della “cambpell’s soup. Le opere/immagini
prodotte, si collegano con gli eventi reali del mondo : l’immagine si divide tra
“referente” oppure “simulacro”. La ripetizione è l’aspetto fondamentale nelle opere:
quando si osserva l’immagine riprodotta infinitamente non si ha più nessun effetto.
La ripetizione in wharol serve a schermare una realtà percepita come traumatica ma
in un modo che nondimeno mira a questa realtà traumatica attraverso un incrinatura
dell’immagine, o più precisamente nell’osservatore “toccato” dall’immagine. Il primo
livello di shock viene filtrato dalla ripetizione dell’immagine, anche se questa
ripetizione produce un secondo livello traumatico. Il gioco di wahrol consiste nelle
ripetizioni che fissano il reale trauma, quelle che lo filtrano e quelle che lo producono
(le immagini producono schock e trauma)- prendere l’esterno e applicarlo all’interno.
Si giunge ad un effetto passivo. La vera preoccupazione non sono gli eventi
catastrofici, quanto piuttosto il soggetto della massa che viene coinvolto attraverso le
immagini.

Gruppo GUTAI 1954 Osaka - Tokio Il Gruppo Gutai, fondato a Osaka nel 1954 dal
pioniere dell’arte astratta JiroYoshihara, rappresenta il contributo più originale e
profondo dato dalla cultura giapponese all’arte del Novecento. Nell’ambiente
artistico dei fondatori, che oltre a Yoshihara furono artisti come Shozo Shimamoto,
Kazuo Shiraga,Saburo Murakami, Yasuo Sumi, Jozo Ukita ed altri, tutti attivi a
partire dal 1954-1955, prevale una morale espressiva di libertà estrema. Per questo,
Gutai si è espresso attraverso una pluralità di forme e generi che oltre alla pittura
informale contano esperienze sperimentali con il suono, il teatro, il film,
l’installazione in interni ed esterni e naturalmente la performance e la
concettualizzazione.
Il Gutai inoltre ha saputo spostare, come forse nessun altro movimento artistico, tutto
il fuoco dell’attenzione sull’artista nella sua concretezza di essere fisico e naturale. Il
senso del concreto è racchiuso già nel suo misterioso nome, “Gutai” che secondo
alcuni significa proprio “concreto“, “concretezza”, ma che secondo la testimonianza
di Shimamoto, che lo scelse come nome del gruppo, significherebbe più precisamente

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“personificazione”, “incarnazione”, proprio per sottolineare come l’identità dell’arte


dipenda soprattutto dalla presenza fisica dell’artista che genera l’opera, che esprime
la propria libertà di movimento nell’ordine e nel disordine delle materie. Le tecniche
della pittura e i virtuosismi della raffigurazione del reale, cioè la vecchia esigenza di
mimesi e di rispecchiamento del mondo, nel Gutai risultano impulsivamente sostituite
da una sensibilità compositiva radicalmente concentrata sulla fisicità dei materiali,
delle cose e degli oggetti convogliati nel processo costruttivo delle opere, siano esse
tele, azioni corporee o entità di altra natura. L’hic et nunc, il qui e ora del Gutai è un
luogo, uno spazio, un vertiginoso gettarsi nella fisicità dei fenomeni, un gioco
cinetico e interattivo fra l’artista e il mondo di cose e di sostanze che lo circonda,
come avviene per esempio nell’icona forse più famosa del Gutai, la performance
“PassingThrough”, realizzata da Murakami Saburo nel 1956, in cui l’artista, vestito
normalmente e con tanto di occhiali, si lancia attraverso una fila di tele di cartone
lacerandole a mani nude. La sostanza prediletta della creatività Gutai è il colore,
colato, sparso, battuto, esploso, impastato come una sostanza complessa, ricca di
sottintesi biologici e di echi naturalistici, mentre gli strumenti gli arnesi, gli oggetti,
gli arnesi e appunto il corpo stesso degli artisti sono i mezzi attraverso i quali
l’espressione imprime la sua energia alla materia artistica, lasciandovi le impronte
che creano l’opera. L’oggettività annega l’io, lo trascina e lo travolge come una forza
a volte sconvolgente a volte felice. La pittura è identificazione con l’esterno, con la
totalità esistenziale indifferenziata dell’io: cosmo, mondo naturale e febbre
meccanica della città moderna racchiusi nello stesso segno. Il gruppo gutai , guardò la
gestualità di pollock e ne prese le sembianze. Le loro opere e/o azioni richiedevano la
casualità e contingenza (come per pollok- gli artisti del gruppo volevano spezzare il
legame tra tela, pennello, mano, segno)
Negli anni 50 la crisi dell’arte astratta trova un riscontro esemplare nel rifiuto di un
quadro monocromo presentato da Yves Klein al Salon des Realites nouvelles; il
monocromo di Klein risultava essere un prodotto della tradizione non figurativa.
All’inizio degli anni 60 apparve chiaro che i pionieri dell’astrattismo erano
scomparsi. Mentre le forme di astrazione espressionista, volgevano verso
l’accademismo, si registrava un ritorno d’interesse per le qualità strettamente visive
dell’’opera. La cosiddetta OPTICAL ART 1970 aveva come obbiettivo quello di
utilizzare tecniche più disparate, dall’illusionismo ad altri giochi ottici; l’esponente
più celebre Vasarely sognava “un’arte sociale”, capace di soddisfare, grazie
all’immedesimazione dello spettatore con il quadro “le naturali aspirazioni dell’uomo
al godimento dei sensi”, ma Vasarely contribuì a sviluppare un’esperienza più
innovatrice: quella dei “multipli”, opere originali, bi o tridimensionali, il cui principio
di fabbricazione, permette la moltiplicazione di esemplari equivalenti. Alle creazioni
di opere uniche, dotate di un’aura irripetibile, i multipli contrappongono le “ri-
creazioni”, le quali godendo della supervisione dell’artista, sono comunque da
considerarsi opere autentiche.

CINETISMO
Una delle grandi innovazioni del secolo è che l’arte si è appropriata del fattore tempo,
il cinetismo reale introduce nelle arti plastiche la realtà del movimento.

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L’introduzione di un paramento temporale, ebbe un grande successo tra il pubblico, il


suo carattere ludico e seducente portano diversi artisti a concretizzare la loro arte non
più sul contenuto specifico dell’opera ma da forme in movimento presenti nello
spazio. Il suono riveste altresì un ruolo importante , Alexander Calder fu il primo ad
inventare “sculture sonore”utilizzando apparecchiature meccaniche e infine
realizzando i suoi “mobiles” strutture appese sottili che oscillavano solo con lo
spostamento dell’aria, lo stesso Duchamp valorizzò il suono. Altri artisti si
interessano al suono : Jean Tinguely espone “le mie stelle” in cui una serie di
interruttori permettono ai visitatori di azionare una serie di meccanismi che
sprigionano effetti sonori. Max Neuhaus inventore della locuzione “sound
installation”, realizza delle sculture sonore smaterializzate, invisibili, anche se
programmate per agire sulla percezione dei luoghi per i quali sono state concepite.

La luce il più grande artista che utilizza la luce è Moholy-Nagy promosse l’utilizzo
artistico della luce reale, il tal senso rimane una delle più importati opere “modulatore
spazio-luce” 1922-30 , un complesso macchinario composto da una piattaforma
mobile sulla quale sono montati fili, cornici, pannelli e grate di metallo, tutti gli
elementi messi in movimento da un sistema di ruote dentate. La luce dei proiettori
illuminano i muri della sala creando un intenso gioco di luci e ombre. I fotogrammi
sono parte della conquista, in quanto essi stessi assomigliano ad immagini ma sono di
fatto concrezioni di luce fissate su una pellicola, in base a una tecnica utilizzata agli
albori della fotografia. Henry Fox Tarbot fu l’inventore e disponeva per primo dello
strumento. Il dadaista Christian Schad nel 1918 riprese le sue schadografie,
registrazioni delle profilature opache e delle alterazioni luminose prodotte da oggetti
diversi. Man Ray mentre stava sviluppando delle foto si accorse che nella carta
sensibile un immagine prese forma appoggiando oggetti di varia natura cosi la parte
direttamente esposta alla luce emergeva, quasi a rilievo sul fondo nero. Louis Aragon
afferma che i “RAYOGRAMMI” fanno parte dello stesso procedimento filosofico dei
collage. Dan Flavin utilizza tubi fluorescenti. Mentre questi artisti utilizzano materiali
o oggetti nuovi, altri seguono la scia di Picasso.
1960 in Europa
I Nouveaux Réalisme = nuovi approcci percettivi al reale. Può essere il
corrispondente europeo del New Dada americano: - rifiuto della volontà di
produzione dell'opera d'arte tradizionale; - elevazione a valore estetico e artistico di
oggetti comuni (ready-made). - predilezione dell'uso di elementi derivati dalla
comunicazione di massa, fotografie, ritagli, manifesti, ecc., rielaborate con montaggi
o ricomposizioni. In linea con tali principi il New Dada recupera l'uso dell'oggetto e
dell'esperienza quotidiani rispetto alla prevalenza dell'uso della pittura e della scultura
(persistente anche nell'informale europeo e nell'action painting americano).
Movimento artistico accentrato sull'attività critica di P. Restany, che nel 1960 riuscì a
far convergere in una comune e unitaria linea di ricerca l'apporto diverso di
manifestazioni parallele scaturite da nuove forze operanti succedute all'ultima
stagione dell'astrattismo. Il critico francese raccolse attorno a sé alcune personalità
artistiche di grande impegno (Klein, Tinguely, Hains, Rotella, Arman, Dufrêne,
Raysse, Villeglé, Spoerri, César, Niki de Saint-Phalle, Christo) operanti sul fronte di

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un nuovo approssimarsi percettivo al reale per il recupero totale della realtà nella più
ampia autonomia espressiva di immagine oggettuale. Attraverso l'utilizzazione di
materiali caratteristici della tecnologia moderna – dall'oggetto di serie, nuovo o usato,
ai rottami di ferro, ai tubi compressi, ai manifesti lacerati, ai pigmenti colorati e alle
vernici fluorescenti, ecc. – viene così operato il tentativo di integrare l'opera d'arte
nell'universo standardizzato creato dall'era industriale. Tappe fondamentali di questo
movimento furono i tre manifesti di P. Restany (Milano, 1960; Parigi, 1961; Monaco,
1963), di cui il primo, Les Nouveaux Réalistes, pubblicato a Milano nell'aprile del
1960, rimane fondamentale per la definizione del gruppo artistico, che ebbe la sua
consacrazione con la mostra (maggio 1960) alla Galleria Apollinaire. Dieci anni
dopo, nel 1970, la storia del Nouveau Réalisme si concludeva ufficialmente con la
grande rassegna a Milano, con interventi nel vivo del centro storico della città
(“impacchettamento” di monumenti da parte di Christo). Nella storia dell'arte
contemporanea il contributo dei diversi artisti del Nouveau Réalisme ha segnato un
periodo importante, le cui conseguenze hanno determinato illimitate disponibilità di
ricerca. Negli Stati Uniti l'American New Realism ha sviluppato una nuova stagione
artistica, basata sull'avventura dell'oggetto dopo il suo recupero e le esperienze
maturate attraverso il New Dada e la pop art.

Arman Tra i massimi esponenti del nouveau réalisme, vuole raccontare l'uomo
attraverso oggetti di uso quotidiano (scarpe, orologi, monete, ecc...). Per via delle
molteplici tecniche usate, Arman è considerato uno scultore-pittore. “coller” = collere
distrugge oggetti li ricompone l’azione energica e rabbiosa del sentimento è esplicata
nelle opere. Da un rapporto stretto con la materia e le possibilità di relazione
esistenziale dell'artista con essa si è già passati così a tematiche che vedono il
percorso dalla coscienza già compiuto e profilarsi l'atteggiamento di rifiuto e di
scontro diretto con la realtà sociale che sarà tipico del fare arte successivo, delle
tematiche pop, del nuovo realismo, del concettuale. Lo stadio finale di compressione
delle carcasse di automobili e macchine di César Baldaccini ; lo scontro delle
macchine di John Chamberlain, è uno dei momenti della verità, l'attimo in cui si
realizza la potenzialità distruttiva delle macchine stesse; la costruzione di macchine
inutili, ironicamente (e drammaticamente) imitanti il movimento di macchine
funzionali è la pantomima dell'autodistruzione del bisogno e del consumo nella
società contemporanea, come avviene nell'opera di Jean Tinguely."Homage to new
york” 1960. Il campanello d'allarme dell'istinto di conservazione di fronte
all'incalzare della degradazione produttivo-distruttiva, spinge persino ad
impacchettare con gesto drammaticamente protettivo, edifici, monumenti, montagne,
così come l'artista bulgaro naturalizzato Christo (1935) che nello stesso momento
rivela gli attriti che vengono a crearsi tra gli elementi artificiali e la natura costretta a
riceverli, come nel caso in cui ricopre le scogliere di Dover o innalza il suoi "Muro di
barili" nel '62, una struttura/barriera architettonica, che alludeva al muro di Berlino
recentemente eretto. Particolare attenzione deve avergli suscitato l’opera “Pianoforte
Con Feltro” di j.Beuys 1966 un pianoforte imballato appunto nel feltro di colore
grigio, mentre è possibile che Man Ray lo abbia affascinato con la sua opera
“L’Enigma Di Isidore Ducasse” del 1920 Il celare l’oggetto è un fattore scatenante

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della filosofia artistica di Christo, in quanto l’oggetto nascosto in realtà viene risaltato
nella sua presenza o assenza di fatto alla vista, immaginato, anelato, esaltato dal
sapore enigmatico che questa operazione ci dona, Il soggetto esiste, lo sappiamo, ma
tolto al nostro sguardo rivela tutto il vuoto che lascia il suo non esserci. In proposito
Pierre Restany scrive che "In un momento in cui l'architettura conta troppi ingegneri
o uomini d'affari e non abbastanza poeti, Christo fa parte di questi artisti che
assumono il rilancio immaginativo di questo campo.
Decollages
Il décollage è una tecnica artistica che consiste nel procedimento opposto al collage.
Invece di aggiungere degli elementi all'opera, si parte da un oggetto artistico dal
quale vengono staccate delle parti. Tra i primi sperimentatori di questa tecnica furono
Mimmo Rotella, Wolf Vostell, François Dufrêne, Raymond Hains, Jacques Villeglé.
Vi sono però opinioni discordanti su chi sia stato realmente il primo ad utilizzarla. Il
dualismo verte tra i due capisaldi di tale sperimentazione "neo Dada", Rotella e
Hains. Esso sta a rappresentare la protesta nei confronti di una situazione sociale che
ormai "sopravvive" tra i falsi miti del consumismo nel secondo dopoguerra. Come i
tagli di Fontana, come le combustioni di Burri, come le Merda d'artista di Piero
Manzoni, Rotella utilizza il décollage per garantire ad una comunità artistico-
culturale della seconda metà del 900, un ulteriore studio concettuale, per riscoprire
un'arte classica con una semplice azione sistematica, ripetitiva, lacerante, esplicativa
Wolf Vostell decollage (Leverkusen, 14 ottobre 1932 – Berlino, 3 aprile 1998) è stato
un pittore, scultore e artista tedesco. Fu un pioniere della videoarte e delle
installazioni, nonché una figura di riferimento all'interno del movimento Fluxus. Pur
non essendo, in questa fase, in contatto con l'ambiente statunitense, egli introdusse in
Europa una forma d'arte simile a quella che negli stessi anni veniva elaborata da
Allan Kaprow: l'happening.A Parigi, nel 1954, ispirato da un venditore di giornali che
annunciava l'incidente di un aereo precipitato poco dopo il suo decollo, sviluppa il
principio che lo accompagnerà in tutta la sua evoluzione artistica: il Dé-coll/age: “sun
in your head” 1963 versione di decollage in cui vostell lavora con immagini
televisive e decostruite. Ci sono figure femmina ma soprattutto l’elemento di disturbo
visivo, dilata l’immagine fino a farla diventare astratta : utilizzo dell’attenzione per
manipolare i telespettatori. Nelle opere di vostell c’è un rifiuto alla passività. Opera :
schwarzes 1958 è un assemblaggio che funziona per materiali presenti, con un chiaro
riferimento al genocidio per gli elementi tranne che per lo schermo che passa
immagini belle/ armoniose all’interno dello taglio della tela (che chiama ferite). C’è
un atteggiamento critico connesso al mezzo televisivo come “pervasivo”.

Yves klein
Yves Klein 1) Influenza Giappone 2) Uso di colori monocromi: arancione, blu, rosa.
Brevetta IKB (International Klein Blue), in omaggio al blu utilizzato da Giotto 3) Le
vide: una stanza vuota dove il visitatore poteva acquistare a peso d'oro la sensibilità
d'artista, e bere una bevanda che rendeva l'urina blu per una settimana.
4)Antropometrie: copre di vernice le donne sul corpo e poi le fa stendere sul dipinto,
che diventa un inno alla vita e alla fertilità si muove tra sperimentalismo e
spiritualismo alla ricerca di valori assoluti e universali dell'arte e dell'esistenza. Molta

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parte della sua opera è dedicata allo studio del significato simbolico del colore nella
sua dimensione fisica e immateriale, con una predilezione per il blu oltremare, che
rappresenta per lui , come scrive Pierre Restany, "il supporto di intuizioni non
racchiudibili in formule" e, nella sua vicinanza all'idea del cielo e dell'universo, il
veicolo ideale di emozioni profonde a livello di intuizione e di comunicazione.
Precedentemente al '56, anno della "rivelazione" del blu, Klein aveva realizzato oltre
ad una sinfonia monotona costituita da un unico lungo suono seguito da un silenzio.
Klein assume il vuoto, inteso non come assenza e negatività, ma nell'aspetto di
elemento capace di generare dalla sua purezza le cose e nella sacralità in cui è
considerato in Oriente, a componente della sua opera. L'International Klein Blue
(IKB) . Una tendenza alla sintesi dell'aspirazione all'universale si ha in Klein nella
successiva scelta dei colori del fuoco: blu, rosa e oro, per formare una trilogia
espressiva di un'emozione pura capace di scaturire da un elemento fisico altamente
simbolico. le sue celebri "Anthropometries" o "pennelli" viventi costituiti da modelle
nude cosparse di blu e fatte aderire alla carta che si impregna così del colore e della
forma dei loro corpi vivi. Piero Manzoni =autosufficienza dell’opera/ spazio e tempo
vengono ridotti ad un unica misura cioe quella della vita dell’artista Pietro Manzoni
1) Arte zero 1) Scrive presso la rivista Azimuth e lavora a Milano 2) L'oggetto della
sua arte è l'artista. Manzoni vuole dissacrare l'artista e deridere la sua funzione
classica, non per puro umorismo, ma per far riflettere sulla vera funzione che l'artista
ha. In questo senso, preannuncia la corrente del Concettualismo 3) Merda d'artista,
Fiato d'artista, Base magica... In un linguaggio radicalizzato in modo assoluto come
spazio mentale l'artista italiano Piero Manzoni (1933-1963 / “Achromes" una
semplice superficie bianca che determina la sua autosufficienza , 1958-63; "Fiato
d'artista", 1960; "Merda d'artista", 1961; "Linea di lunghezza infinita", 1963, base del
mondo) attua una tabula rasa dei referenti delle implicazioni cromatiche e materiche
attraverso l'azzeramento, il monocromo bianco, anzi l' " achrome”. è in genere
convenzionalmente classificato nel movimento del Nouveau Réalisme, ma sono
molte le etichette che si potrebbero applicare a questo artista sostanzialmente non
etichettabile, che capta ed esprime le istanze di rinnovamento morale e sociale degli
anni '60 nei termini di una contestazione ironica e dissacratoria che ha nel Dadaismo
la sua ascendenza più prossima. Nella scia dei più ampi dettami dell'arte concettuale,
Manzoni identifica nell'idea che precede l'opera la vera essenza dell'opera stessa,
perchè il progetto, il gioco sottile dell'intelligenza, la formazione del pensiero sono i
veri prodotti artistici, l'opera è una traduzione materiale di un discorso e di una
riflessione filosofica: Manzoni dà il suo personalissimo contributo a rifondare il
concetto di arte e di realtà azzerando tutte le pratiche tradizionali culturali, etiche,
morali, per lasciar spazio al pensiero e alla sperimentazione più spinta. Fortemente
impressionato dall'opera di Yves Klein e dai suoi Monocromes, Manzoni realizza nel
'57 gli Achrome, nei quali il discorso intrapreso da Klein perde l'originario significato
mistico e spirituale di infinità energetica, radicalizzandosi al punto che il quadro non
è solo e semplicemente monocromo, ma addirittura è privo di colore, una superficie
grezza in gesso e caolino, dove supporto, pigmento, opera sono un tutt'uno. Dello
stesso periodo, tra il'57 e il '63, è "Merda d'artista n. 89" (1961) una provocazione ad
effetto che è ormai entrata nei miti dell'arte moderna, come la Monna Lisa baffuta di

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Marcel Duchamp, dove, portando alle conseguenze estreme, al paradosso più


spettacolare, il suo discorso dirompente, Manzoni inscatola le proprie feci, le
etichetta, le firma e le espone: la firma dell'artista è in grado da sola di trasformare
qualunque cosa, anche un rifiuto biologico, in arte. Con un chiaro legame con la Pop
Art di Andy Warhol, si definisce come essenza dell'opera d'arte l'artista stesso, la sua
sola e semplice presenza, la sua firma (famosa la performance delle Uova sode
firmate, in cui il pubblico ammira e consuma sul posto l'opera d'arte, l'uovo firmato).
La critica all'ambiente del mercato dell'arte è esplicita e feroce, in una visione del
mondo più amara e drammatica di quella che ci propone la Pop Art, il movimento a
cui Manzoni è forse concettualmente più vicino, nella quale l'impersonale obiettività
dell'analisi denuncia la spregiudicata capacità di sfruttare le debolezze di un mondo
disposto a comprare tutto, purchè firmato. Il processo finisce per coinvolgere dunque
l'uomo e tutta quanta la realtà sino alle persone che salendo su un piedistallo
"magico" divengono opere d'arte e al mondo intero che idealmente poggiato su una
base rovesciata posta da Manzoni ad Herning, in Danimarca, diviene una grande e
totale opera d'arte. "Non c'è niente da fare", dichiara Manzoni, "c'è solo da essere,
solo da vivere". Nelle operazioni che porta avanti è l'artista che conferisce, con lucida
ironia tutta mentale, la condizione di artisticità all'oggetto. Più che evidente è il
debito che a Manzoni deve tributare tutta l'arte dei decenni successivi e in particolare
il comportamentismo e la Body Art. La sua opera, insieme a quella di Klein,
rappresenta perfettamente il mutamento culturale avvenuto a cavallo degli anni '50 e
'60 non solo nel campo delle arti ma anche in quello più generale delle tendenze
sociali e del costume. Tutti questi artisti condividono un’identica volontà di riferire i
loro rapporti con il mondo dell’arte, grazie ad un contatto più diretto con la vita,
un’energia che la pittura e la scultura non sembravano più in grado di assicurare.

1959 Allan Kaprow( situazionista) inventa l’happening. Termine ricalcato


sull’etimologia del verbo “to happen”(accadere), l’artista realizza alla Reuben
Gallery in un’ora e mezza 18 happening: eventi che incarnano valori antitetici, che
promuovono l’effimero, il mutevole, il perennemente sorprendente. Negli Stati Uniti
dopo Kaprow, Jim Dine, Claes Oldenburg, Robert Whitman, Red Grooms. La
maggior parte degli Happening si svolge entro spazi culturali e si definiscono per
avere due lati differenti: 1. Sono aggressivi e provocatori ludici 2. Il corpo come
protagonista oggetto di violenze. Joseph Beuys si mostra critico verso gli happening e
le performance, colpevoli ,secondo l’artista, di promuovere una partecipazione
superficiale e di spingere lo stesso spettatore a sviluppare un “attivismo vuoto di
qualsiasi contenuto”, non smise di sostenere l’idea di una creatività generalizzata,
sinonimo di ripudio delle costrizioni sociali e di ritrovamento di noi stessi :
condizione preliminare per il risveglio dinamico delle forze che ci renderanno liberi.
Beuys ha partecipato alle esperienze del gruppo Fluxus. Kaprow alla fine del 1957
cominciò a creare “ambienti spaziali” che chiamava action collage. Fu mentre
cercava di introdurre il suono nei suoi ambienti che Kaprow incappo nell’happening.
Kaprow chiede consiglio a cage, decidendo di accentuare la dimensione teatrale degli
eventi e il loro legame con la tradizione dadaista del collage. “18 happening in 6
parti” : suoni elettrici e naturali , le luci alteravano un ambiente tripartito in cui 3

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uomini e 3 donne in ogni stanza compivano evoluzioni ed eseguivano una vasta


gamma di azioni sconnesse , pronunciando frasi sconnesse con un atteggiamento più
inespressivo possibile. Questa transitorietà diventò un elemento chiave dell’idea di
Kaprow.

1)Coinvolgimento del pubblico nell'opera d'arte (il pubblico deve spostare gli
elementi che compongono l'opera, o partecipare alla sua costruzione). Da ciò deriva
la spettacolarità e la teatralità dell'opera d’arte 2) Utilizzo di oggetti qualunque, come
copertoni, sedie, ecc.. 3) Accostamento casuale di oggetti. Si prega di toccare-
environment Molti artisti cercavano di promuovere rapporti più diretti con la
creazione artistica; Luciano Fabro “in cubo” 1966 presenta la costruzione geometrica
di un cubo completa solo quando è lo spettatore ad entrarvici dentro: l’artista e lo
spettatore sono una componente dell’oggetto, un’articolazione indispensabile di ciò
che lo fa esistere in quanto oggetto d’esperienza estetica. La speranza di abolire i
confini tra arte e la vita implicava l’affermazione di modi di rappresentazione in
grado di promuovere un’estetica della compenetrazione. Una serie di artisti alla fine
degli anni 50 da inizio alla pratica dell’environment all’interno della quale penetrano
gli spettatori è un estensione dell’assemblage, può essere composto da qualsiasi tipo
di materiale, purché i sensi siano coinvolti, realizzato in uno o piu spazi oppure
all’aperto.
Fluxus 1961 È un movimento fondato dal lituano Georges Maciunas emigrato a new
york dove venne in contatto con un gruppo di artisti e musicisti che gravitava attorno
a jhon Cage ed a la monte Young , il termine fluxus deriva dal nome latino “fluere” :
scorrere. Maciunas associava la parola fluxus ai processi medici di evacuazione
catartica ed escrementizia e ai processi scientifici di trasformazione molecolare e
fusione chimica. Non solo, si potrebbe dire che fluxus ha un atteggiamento
cataclismatico piuttosto che utopico, perché traeva origine dall’esperienza dell’esilio,
dello spostamento involontario che gli artisti emigrati dai loro paesi devastati dalla
seconda guerra mondiale. (inteso come "to flow", "fluire", "scorrere") Fluxus si fonda
sulla sperimentazione, che prevedeva l'inizio di azioni, senza sapere quale fosse il
risultato, dando così molta più importanza al processo di creazione che al prodotto
finale. il lato musicale e performativo era il vero leitmotiv del gruppo, fluxus
significava fuoriuscire dai luoghi usuali dell’arte come la galleria e dal sistema arte
complessivamente inteso. Nel 1964 Yoko Ono debuttò con una delle sue performance
di maggior successo, Cut Piece: seduta sul pavimento con un paio di forbici davanti a
lei, istruì il pubblico a prenderle a turno per tagliare un pezzo del suo abbigliamento.
Nam June Paik, di origini coreane, considerato il progenitore della video arte. Queste
tecnologie divennero il nucleo delle sue sculture, installazioni e performance, che
spaziavano da un atteggiamento austero e meditativo, a esplosioni cacofoniche e
assalti di immagini. Nelle sue performance, Paik immergeva il pubblico in esperienze
visive e auditive. Charlotte Moorman che ha collaborato con Paik in una serie di
spettacoli musicali, tra cui TV Cello (1971).: Paik aveva posizionato le corde dello
strumento su una pila di tre televisori in cui le diverse forme e dimensioni
rispecchiavano le forme dello strumento reale. Fluxus ribaltava, scardinava e
attaccava l’arte per come era intesa, in un atteggiamento eternamente giovanile di

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guardare alla vita.


Fluxus mirava a cancellare le ultime divisioni tra il readymade ( l’oggetto d’uso o
commerciale isolato) e il vero significato del suo isolamento. Come fece duchamp
“scatola in valigia” , il gruppo fluxus istituì un nuovo paradigma: Robert Filliou
realizzò “galleria leggittima” 1962-63 il suo cappello fungeva da spazio espositivo
(istituzionale) e dall’oggetto artistico contenuto nel cappello , si passava al corpo
dell’artista (la testa) e la fusione dell’oggetto utilitario (il cappello) con la cornice
istituzionale (galleria).
Un certo numero di eventi ed happening anticiparono la creazione di Fluxus e sono
oggi considerati eventi proto-Fluxus. lo Yam, un festival lungo un mese tenutosi nella
parte settentrionale di New York e curato da George Brecht e Robert Watts nel 1963
in cui intervennero Ray Johnson e Allan Kaprow, ed una serie di concerti tenuti nello
studio di Mary Bauermeister tenutosi a Colonia tra il 1960 ed il 1961, che videro la
partecipazione tra gli altri di Nam June Paik e John Cage.
John Cage Nel 47-48 , anche in seguito all'esperienza nella camera anecoica,
compone 4'33", per qualsiasi strumento. L'opera consiste nel non suonare lo
strumento. La sostanza esecutiva dell'opera è un'operazione teatrale più che musicale.
Il titolo dell'opera (4 minuti e 33 secondi: vale a dire 273 secondi) è forse un richiamo
alla temperatura dello zero assoluto (–273,15 °C che equivale a zero Kelvin); Cage
stesso dichiarò d'aver creato quel titolo "just for fun" - per puro divertimento - in
quanto, scrivendolo con la sua macchina da scrivere, la maiuscola del numero 4 era il
segno ' e la maiuscola del numero 3 era il segno “. Il significato del silenzio è la
rinuncia a qualsiasi intenzione. La rinuncia alla centralità dell'uomo. Il silenzio non
esiste, c'è sempre il suono. Il suono del proprio corpo, i suoni dell'ambiente
circostante, i rumori interni ed esterni alla sala da concerto, il mormorio del pubblico
se ci si trova in un teatro, il fruscio degli alberi se si è in aperta campagna, il rumore
delle auto in mezzo al traffico. Cage vuole condurre all'ascolto dell'ambiente in cui si
vive, all'ascolto del mondo. È un'apertura totale nei confronti del sonoro. Una
rivoluzione estetica: è la dimostrazione che ogni suono può essere musica. Io decido
che ciò che ascolto è musica. È l'intenzione di ascolto che può conferire a qualsiasi
cosa il valore di opera. Cage ha rivoluzionato il concetto di ascolto musicale, ha
cambiato l'atteggiamento nei confronti del sonoro, ha messo in discussione i
fondamenti della percezione. Altre immagini L’analisi di Benjamin sottolinea la
differenza tra Immagine pittorica e quella cinematografica Avendo a modello, per
quanto riguarda la pittura, Proprio le opere dadaiste. L’ingresso della televisione nel
mondo dell’arte trova le sue premesse nell’aspirazione a realizzare opere d’arte unita
alla volontà di un rinnovamento delle tecniche. L’idea di utilizzare la televisione pare
essersi affermata prima che tale mezzo di comunicazione fosse davvero disponibile.
Wolf Vostell sostiene che : lo schermo non è un elemento qualsiasi fra gli altri: fa si
che le immagini di eventi anodini, felici o drammatici, incidano sull’autonomia
estetica dell’opera e la destabilizzino. Nam June Paik fu uno dei primi artisti a
lavorare sul mezzo in se. Nel 1963 egli presenta una galleria Wuppertal 13 televisori,
manipolazione del tubo catodico o più semplicemente, l’aggiunta di calamite e
materiale elettrico atto a produrre campi magnetici, confondono le immagini
trasmesse dallo schermo. Nam June Paik membro del gruppo Fluxus, con “tv bra for

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living sculpture” 1969, Charlotte Moorman li porta a mò di reggiseno mentre esegue


un concerto con un violoncello.

Paik realizza video sculture; Buddha’s Catacombs 1974 presenta un sistema chiuso.
Un Buddha di bronzo, posto su un piccolo rialzo di terra, è seduto di fronte a un
televisore. Un po più lontano sullo stesso asse una camera posta su un treppiede e
collegata al televisore filma in permanenza la scultura. Vediamo cosi il Buddha
guardare la sua stessa immagine, messinscena moderna del narcisismo quotidiano,
legittimato e valorizzato da una tecnologia che affascina. Anche un altra immagine
paradosso di un’immagine televisiva fissa “moon is the oldest tv” 1965-66 , in una
camera buia, sono montati su piedistalli identici da nove a quindici televisori,
ciascuno presenta una sola immagine, fissa: l’insieme senza raffigurarla, evoca la
luna nelle sue diverse fasi. “l’artista è entusiasta: cosi come la tecnica del collage ha
sostituito la pittura ad olio, cosi il tubo catodico ha sostituito la tela”: Un nuovo
strumento: la videocamera. A partire dagli anni 70, il video divenne lo strumento di
lavoro utilizzato per la divulgazione di happening e performance che nello stesso
momento si affermavano. Il video a differenza del cinema non richiedeva una sala di
proiezione ma poteva essere installato in qualsiasi luogo; dopo Nam June paik, altri
come shibeko kobota iniziarono ad accumulare schermi per le installazioni e
performance. Bruce naumann realizza uno stretto corridoio in fondo al quale è
installato un televisore. Quando il visitatore vuole andare a vederlo più da vicino,
avanza verso uno schermo sul quale distingue una persona che gli volte le spalle e si
allontana dalla sua andatura, l’immagine non compare mai, come ci si aspetta bensì
compare nell’angolo opposto. Dan graham realizzo nel 1974 “present continuous
past(s) dove il visitatore, uscendo da un corridoio d’accesso, entra in una sala e si
vede uno specchio in tempo reale, l’opera è complessa perché la camera sopra lo
specchio registra anche l’immagine del monitor raddoppiando cosi la temporalita
trasmessa dal circuito. Mostrare e raccontare (film/video) Dick Higgins, membro del
gruppo fluxus, pubblica nel 1967 uno statement on intermedia (dichiarazione su
intermedia), individuando nell’intermedia art, ossia nel modo nuovo di “porre
l’accento sulla dialettica tra i media”, un punto di svolta, che cade proprio nel
momento in cui la polverizzazione delle frontiere estetiche sembra definitivamente
acquisito. I primi film di Andy Warhol girati nel 1963, mostrano azioni elementari
come dormire, baciare, mangiare o registra una durata priva di eventi. Christian
Boltanski avrebbe voluto inserire “l’homme qui tousse”1969 tra i programmi
pubblicitari dei cinema, l’iniziativa secondo l’artista era quello di avvicinare l’arte e
la vita. I temi principali delle sue opere sono la memoria, l'infanzia, l'inconscio e la
morte. Utilizza vari materiali come vecchie fotografie, oggetti trovati, cartone,
plastilina, lampade, candele. Una delle peculiarità di Boltanski è la sua capacità di
ricreare momenti di vita con oggetti che non sono mai appartenuti a lui, ma che egli
considera come tali. Egli immagina una vita, si riappropria di oggetti e tutti i suoi file,
libri e collezioni sono depositarie di ricordi dal forte potere emotivo. Le opere di
Boltanski evocano il ricordo dell'infanzia e quello dei propri morti, una storia
personale come la storia di tutti. Tony Oursler proietta immagini sul volto in chiffon
di bambole che prendono ad animarsi, in modo strano e singolare. La comparsa delle

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nuove tecnologie ha continuato, ad affascinare gli artisti che vedevano in esse la


possibilità di creare arte completamente nuova- nasce l’esperimento in art and
technology- destinato ad agevolare la collaborazione tra gli artisti e i centri ricerche
dei grandi gruppi industriali.

Bill Viola produce delle immagini in movimento, il cui effetto risulta moltiplicato
dalle imponenti dimensioni. Il cinema e il video introducono nelle arti plastiche una
temporalità che non Dra quella liberamente scelta, del consumatore di pittura,
l’immagine contemporanea si caratterista per il suo potere generativo: non è più
traccia (retroattiva) bensì programma (attivo). Il computer offre in effetti molteplici
possibilità, tanto per la creazione e manipolazione delle immagini fisse o in
movimento, tangibili o virtuali, quanto per la loro comunicazione. La fotografia come
arte plastica La fotografia ha fatto il suo ingresso nelle arti plastiche intorno agli anni
60/70. Molti artisti assimilano la presenza d’una mediazione fotografica nelle loro
opere. Solo negli anni 80 la fotografia entra nella galleria come arte indipendente,
non solo come testimonianza/documento/ supporto. A questo punto si apre una
dicotomia tra artisti che fanno ricorso alla fotografia(creativa) e fotografi “puri”, resta
il fatto che i due gruppi espongono in sedi diverse e divulgano con metodi diversi le
loro creazioni: arte e fotografia mantengono la loro autonomia. Se è vero che la
fotografia ha fatto spesso appello alle innovazioni pittoriche è anche vero che la
pittura approfitta delle conquiste della fotografia. Degas si ispira, in pittura, alle
inquadrature messe a punto attraverso le proprie sedute fotografiche. Francis Bacon
fu quello che seppe utilizzare la fotografia ai fini dell’esercizio pittorico, la fotografia
non lo porta a rinunciare alla figurazione. (artisti: Robert Smithson, Jeff wall, jean-
marc Bustamante, Christian Boltanski) Un’arte postmoderna La rappresentazione
pittorica asseconda un principio di somiglianza, mentre l’immagine fotografica è
ottenuta per contatto: il flusso di fotoni registrato e fissato sulla lastra o sulla pellicola
sensibile proviene dall’oggetto stesso. Roland Barthes ritiene che la fotografia abbia
prodotto una “rivoluzione antropologica”, perché la fotografia installa non una
coscienza dell’esserci della cosa, ma dell “è accaduto cosi”, l’immagine che vediamo
è imparentata con il reportage . Il post moderno è comparso negli stati uniti come
risposta alla visione “modernista” delle avanguardie, esso esalta la contaminazione
dei generi, è un concetto vago che raggruppa pratiche artistiche e posizioni estetiche
dissimili.il Postmoderno è associato a idee “radicali” e che, contrapponendosi,
almeno implicitamente, al “Modernism”, ne spezza il progressivo universalismo
adottando strategie legate alla parodia, al pastiche, alla citazione, in modo da
reinventare il passato. Spezzare la narrazione del Moderno genera progressivamente,
anche se non con evidenza, un nuovo “stile”, che pervade il mondo delle arti e della
comunicazione. La conclusione, tuttavia, è che il Postmoderno non possa definirsi
solo come “rottura” dei fondamenti dei vari “modernismi”. La difficoltà di restringere
questo mobile e variegato insieme in una sola immagine, induce così alla certezza
che, proprio in virtù delle sue irrisolte aporie, l’epoca in cui viviamo sia nata qui: la
genesi e lo sviluppo del Moderno ha mostrato che non vi è spazio per un’astratta
purezza e che meccanico e organico, ragione e retorica, logica ed estetica, storico e
antistorico, pur opposti, e per nulla dialettici, in una società che non è, e non sarà mai,

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di “puri spiriti”, hanno prodotto quella complessità che anche oggi attraversiamo,
“nominandola” in vari modi.

L’artista e il suo pubblico


Le pratiche raccolte sotto la comune denominazione di arti plastiche hanno solo
trasformato le forme proposte all’apprezzamento estetico del pubblico. DUCHAMP
sostiene che: l’artista non è l’unico a compiere l’atto creativo, in quanto lo spettatore
stabilisce il contatto tra l’opera e il mondo esterno decodificandone e interpretandone
le denominazioni profonde. REGARDEUR= OSSERVATORE SPETTATORE Paul
Klee contrapponeva la forma, che è “fine,morte” alla formazione, la sola in grado di
rivelare la “vita”. Una parte della fortuna di Jackson Pollock deriva dalle rivelazioni
sui suoi metodi di lavoro prodotte dalle fotografie pubblicate da Hans Namuth: il
dripping e la tela coricata sul pavimento. Coesistono due tipi di attività da parte
dell’artista: le pratiche da atelier, destinate a produrre un opera perenne, e le
improvvisazioni di carattere teatrale, sempre effimere. L’improvvisazione ha come
effetto la capacità da parte dell’artista della rapidità nel realizzare l’opera. Le
improvvisazioni dell’arte giapponese suscitavano un’ammirazione che riattivava un
repertorio di aneddoti tra i quali occupa un posto privilegiato. Jiro Yoshihara fonda
nel 1954 il GRUPPO GUTAJ, In occasione della prima mostra a Tokyo nel 1955
Saburo Murakami aveva sbarrato la porta d’accesso alla sala con un grande foglio di
carta da imballaggio che venne strappato dal fondatore del gruppo. Dall’altra parte
Murakami aveva preparato tre cornici contenenti carta da imballaggio spalmata, il
titolo dell’opera “fare sei buchi in un istante” indica chiaramente lo statuto
dell’oggetto , testimone inerte d’una azione fugace. Yves Klein era partito per il
Giappone nel 52, egli sperimenta la tecnica del “pennello vivente”, un modello nudo
spalmato di colore blu, striscia su un foglio di carta disteso sul pavimento, l’artista
perfezionerà il suo metodo e il suo mentore Pierre Restany gli suggerirà di chiamare
queste impronte “antropometrie”. Il gruppo Gutai, propose percorsi ed esperienze da
vivere con l’intero corpo, cioè l’elemento partecipativo dello spettatore:
compenetrazione della vita nell’arte e viceversa.

Azionismo viennese 1962-65 la pratica dell'azionismo riguarda il passaggio dalla


tradizionale pittura da cavalletto, composta dai pennelli e dai colori, all'uso del
proprio corpo e delle proprie azioni come elementi espressivi. Il colore si trasferisce
dalla superficie della tela a quella del corpo umano e viene in seguito ad essere
sostituito dal sangue o da altri fluidi corporali, da cibi o da viscere di animali, in
azioni che invadono lo spazio circostante, a volte scomposte e imprevedibili, a volte
progettate nei dettagli. Mentre gli happening americani, come quelle di kaprow, dine
e Oldemburg erano concentrati sullo scontro tecnologia - corpo, gli artisti
dell’azionismo viennese fin dall’inizio erano interessanti all’aspetto rituale e teatrale,
sacro e grottesco, inoltre gli azionisti emergevano da una cultura psicoanalitica,
furono influenzati tanto dal surrealismo di Breton quanto dal “teatro della crudeltà” di
Artaud. L’azione congiunta di Hermann Nitsch, Otto Muhl e frohner nel 1962 “
l’organo di sangue” è senz’altro, l’evento che ha fondato l’azioniamo viennese. Il
corpo viene visto come una metafora di come la società tratta l’essere umano, con le

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umiliazioni, le sue sofferenze e i suoi mascheramenti. Il colore non era solo pigmento
ma soprattutto materia, tutto era materia e veniva usata per esprimere l’alienazione.
Un azione materiale non cerca di costruire la realtà ma la rappresenta nel suo stato. Ci
sono materiali di scarto. Azioni filmate che lavorano sul tempo durata, sul positivo e
negativo.
Gunter brus la figura più complessa del gruppo. I suoi disegni sono erotici, la
concezione della sessualità e dell’esperienza corporea di Brus apre tutti i registri delle
storie represse dello sviluppo libidinale individuale e collettivo.Vally export artista
che usa la sua immagine per liberare la donna, emancipandola. vi è uno spostamento:
dall’esibizione rituale al reale registro in cui il controllo e l’oppressione sociale sono
iscritti con maggior forza nel comportamento sessuale.

Joseph Beuys è stato un artista che negli anni sessanta inventò rituali dalle
consonanze scismatiche finalizzati al ripristino dell’armonia del mondo tramite la
rigenerazione del pensiero, e per riuscirvi stabiliva nessi inattesi tra forze
tradizionalmente antagoniste. Feltro e materiali naturali caratterizzeranno le sue
opere. “scultura sociale” , auspica una società in cui l’uomo possa essere libero e
creativo. Opera d’arte collettiva. Beuys realizza opere che si riferiscono alla
spiritualità. Azioni performative che hanno un carattere rituale. “come spiegare l’arte
ad una lepre morta” opera. Per la sua azione “coyote. I like America and America
likes me” 1974, Beuys parte in ambulanza dalla sua abitazione, avvolto in una
coperta di panno, la barella viene caricata su un aereo della croce rossa e portato al
“renè Block gallery di new york” qui incontra un coyote; la performance consiste
nella coabitazione con l’animale selvaggio. L’artista nonostante non viva in
permanenza con lo spazio chiuso, arriva comunque a stabilire rapporti con l’animale.
in definitiva l’artista si assume il ruolo di “sciamano”: vittima di ferite, malattie lo
sciamano delle società tradizionali è colui che è sopravvissuto al male e ha acquisito
attraverso le tragiche circostanze, poteri superiori. Più o meno è l’inverso di quanto
cercò di fare Gerald Gasiorowski, quando divenne Kiga l’indiana: un caso di
regressione primitivismo, sottomettendosi alla quale egli si riprometteva di divenire
un borderline. Body art Gli artisti della Body art scelgono di esibire la propria
persona, il proprio corpo sulla scena dell’arte, con creazioni effimere realizzate o in
presenza o in assenza di un pubblico, ma sempre in vista di uno spettatore, il corpo
esibito a volte tormentato e martoriato. La fotografia ha un ruolo fondamentale in
questo senso perché testimonia la presenza di una performance. Portare queste azioni
artistiche in una scena quanto mai reale sulla quale troneggia l’artista, attore di
un’opera senza corpo, liberata dalle pesantezze dell’oggetto che diventa arte.
L’austria all’inizio degli anni 1950 si scandalizzo dal comportamento di un giovane
artista “Arnulf Rainer” fondatore di un gruppo effimero Hundsgruppe, pur sempre
artista, egli proclamava di “disprezzare l’arte” banale surrogato in un mondo privato
di legami con valori fondamentali di natura essenzialmente metafisica. Il lavoro di
Rainer consisteva nel seppellire i suoi quadri con uno strato di pittura nera
monocroma. Altre azioni inscritte nell’ambito delle arti plastiche, nello specifico
della body art sono quelle di Gunter Brus, Otto Muhl e Hermann Nitsch che faranno
parte del gruppo dell’azionismo viennese. Il gruppo si lascia andare a un’escalation di

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violenze, trasgrediscono i tabù, ricorrono alle provocazioni per scuotere il giogo di


una società che giudicano oppressiva. Rivista dedicata alla Body art “artitudes” anni
60 . La sofferenza reale e pubblica dell’artista diventa anche un vettore di
comunicazione. Gina Pane nel corso di azioni meticolosamente preparate, si
procurava ferite in ogni parte del corpo, le sue performance hanno quasi sempre
implicato una situazione esistenziale e una congiuntura politica.

Yoko Ono coinvolge gli spettatori in un’azione nella quale l’artista chiede di
avvicinarsi e tagliare pezzi del suo vestito, essi possono appagare una comunissima
fantasia per sprofondare a quella che è più che violenza fisica, psicologica (cut piece
1964). La donna e la sessualità occupano un posto di rilievo nell’arte soprattutto per
le violenze subite e autoinflitte: Annette Messager ha sempre ridicolizzato i tormenti
e i piccoli supplizi che si infliggono le donne alle prese con gli stereotipi- maschili-
della bellezza, anche Orlan sul filo di ripetute operazioni al volto, incarna alla lettera
gli archetipi della bellezza femminile.

Art forum: rivista 1966-69 Minimal art 1960 Tendenza sviluppatasi negli Stati Uniti:
artisti come Carl Andre, Sol LeWitt, Robert Morris, Frank Stella, Richard Serra, Dan
Flavin impegnati nella creazione di dipinti o sculture dalle forme elementari,
primarie, che riducono al minimo la quantità di elementi espressivi e decorativi. Si
parla di "riduzione minimale", ma nel senso del contenuto artistico, relativamente a
lavori dove entrano in gioco oggetti al limite indistinguibili dalla realtà quotidiana,
oppure forme ed immagini con valenze anonime e impersonali, citando da un lato i
ready-made di Duchamp, che sono un punto di riferimento fondamentale per quello
che riguarda la componente concettuale di ogni operazione riduzionista, e dall'altro
Reinhardt, dal quale trae l'aspetto relativo alla riduzione purista della pittura e la sua
concezione dell'"arte per l'arte", tesa all'eliminazione di tutto ciò che viene percepito
come non essenziale. Robert Morris ( le tre L-BEAMS. beams=travi) o Donald Judd
riconobbero che la forma e le proporzioni es. cubo, continuano ad avere un’influenza
fondamentale sulle particolari qualità dell’opera. La minima art si compone l’opera
d’arte deve invece essere autosufficiente, oggetto autonomo, oggetto singolo che
afferma con il suo “essere presente” una pienezza capace di incantare lo spettatore, di
sottrarlo al flusso temporale per proiettarlo in un presente continuo e perpetuo.
(astrattismo minimalista) Robert Morris e Donald Judd i pionieri del minimalismo,
stabiliscono che lo specific object sono oggetti tridimensionali ibridi paradossali,
poiché non possono definirsi ne pitture ne sculture. Lo specific object consiste
essenzialmente nel fatto che la definizione dell’oggetto è sempre vera, ma dall’altro
non offre nessuna nuova informazione che non fosse già presente prima della
proposizione. Pertanto, chi sapeva già cosa sia l’oggetto di cui si parla, lo sapeva
anche senza la definizione tautologica. In quanto riproduzioni a priori rinunciano
all’aura di Benjamin. Judd e Morris utilizzarono materiali industriali

Astrazione eccentrica Louis Bourgeois rielabora il motivo dell’oeil-sexe-


(surrealismo) dal punti di vista di un soggetto femminile, in un modo che altera lo
“sguardo fallico” . L’opera diventa un feticcio sessuale: pene o vagina, l’opera ha le

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fattezze dell’uno o dell’altro organo, si carica di ambivalenza. Alla fine degli anni 60,
la Bourgeois era coinvolta nel femminismo. Rappresentò “distruzione del padre” - di
cui racconta- una grande tavola bandita , in cui mio padre gode mentre i figli sono
esasperati- .

Yayoi Kusama è stata senza dubbio tra i maggiori protagonisti di una scena artistica
in cui predominavano gli uomini, affermandosi accanto ad artisti come Allan Kaprow,
Claes Oldenburg e Donald Judd, suo vicino di studio ed affezionato amico. Nel suo
percorso di sfida di genere nella sfera artistica, la talentuosa artista giapponese non ha
mai rinunciato a combattere le sue fobie, come quella per il sesso, e ha realizzato
performance uniche su corpi di donne e uomini nudi. Tra le opere più famose di
Yayoi Kusama si possono citare: • nel 1964 presentò alla galleria di Gertrude Stein
“One Thousand Boat Show“: in quest’opera ha sfidato il patriarcato attraverso
innumerevoli forme falliche; • pois e falli ganno parte anche della sua prima
performance, avvenuta nel 1966, quando si sdraiò su un marciapiede della East 14th
Street; • un’altra performance indimenticabile, avvenuta nello stesso anno, portò
scompiglio alla Biennale di Venezia. Presentandosi senza nessun invito, Yayoi
Kusama iniziò a gettare 1.500 sfere galleggianti nei canali della città come parte
dell’opera “Giardino dei Narcisi”; L’interesse per il mimetismo che mescola figura e
sfondo, portò Kusama a utilizzare anche pois rossi, a volte applicati sui falli, a volte
da soli. Kusama interviene anche con i suoni e le luci, faceva esperimenti con il
mondo psichedelico . Eva Hesse è stata in grado di esplorare il deterioramento della
materialità e le possibilità offerte dall'irregolarità. Spesso impostato dalla critica in
una retorica minimalista, il linguaggio visivo sembra formato da un'esistenza
autonoma, stimolato dal desiderio di creare come mezzo per costruire confini
disegnando nello spazio un'ammissione all'assurdità. Arte povera- 1967 Il critico
Germano Celant, afferma che l'arte povera si manifesta essenzialmente "nel ridurre ai
minimi termini, nell'impoverire i segni, per ridurli ai loro archetipi". Gran parte degli
artisti del gruppo, manifestano un interesse esplicito per i materiali utilizzati mentre
alcuni - segnatamente Alighiero Boetti e Giulio Paolini - hanno fin dall'inizio una
propensione più concettuale. Durante la guerra del Vietnam, l'Arte povera si avvicinò
ai movimenti di protesta a sfavore dell'intervento degli USA: l'opera Vietnam di
Pistoletto (1965, collezione Menil, Houston) raffigura un gruppo di manifestanti
pacifisti, rappresentati con delle sagome fissate ad uno specchio, in modo tale che i
visitatori della galleria si riflettessero in esso. Così facendo, la gente diventava parte
integrante dell'opera stessa, venendosi a creare una sorta di interazione tra la
creazione artistica ed il pubblico spettatore. L'attenzione agli stili di vita delle
molteplici culture diverse da quella occidentale è presente nelle opere di Mario Merz:
i suoi tanti igloo, seguono la legge di fibonacci, creati con differenti materiali (ad
esempio metallo, vetro, legno, etc.), puntualizzano la capacità di adattamento di un
popolo al suo determinato ambiente. L'identificazione uomo - natura è uno dei temi
maggiormente trattati da diversi artisti. Molti artisti lavorano sull'idea di un'immagine
stereotipata, come Ceroli (Si/No, 1963), che tratta in modo seriale silhoutte prese
dalla storia dell'arte, o insiemi di figure umane moltiplicate o serializzate con una
tecnica che ricorda il bricolage. Già Piero Manzoni, Alberto burri ma anche Lucio

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Fontana, avevano partecipato ai tentativi della neoavanguardia, di auto riflessione ,


purificazione e riduzione estrema. L’arte povera tenta di nobilitare il potenziale
rivoluzionario degli oggetti. Nella “torsione” di Giovanni Anselmo si individua
facilmente l’attenzione dello scultore per l’innata forza di gravità, la resistenza della
materia e la tensione come fattori che determinano la morfologia di una scultura
sospesa tra materiale e processo.

Giuseppe pedone disfa letteralmente il processo di lavorazione dell’oggetto


industriale, in questo caso una trave da costruzione, rimuovendo ogni strato fino ad
arrivare all’anima più sottile dell’albero. Arte concettuale 1968 L’arte concettuale è
nata dalla convergenza di due grandi tradizioni del modernismo, una incarnata nel
readymade e l’altra nell’astrattismo geometrico. Molti artisti a partire dagli anni 60
passano da un mezzo all’altro, vagabondando tra opinioni estetiche divergenti o
lavorano simultaneamente sulla base di una pluralità di interessi, è quindi difficile
identificare, il loro uso del linguaggio, senza considerare anche quello della fotografia
o del video. Il maggior esponente di questo pensiero è stato sicuramente Joseph
Kosuth, che con i suoi saggi filosofici raccolti in “Art after philosophy” dichiara
apertamente come il compito dell’artista consista nell’interrogare la natura dell’arte,
come ben presenta nella serie intitolata One and Three chairs: un oggetto (il più
celebre è il caso della sedia) è realmente esposto in galleria di fronte ad un muro
(oggetto in sè); la sua rappresentazione fotografica (immagine 1:1) e la definizione
tratta dal dizionario (parola) vengono appese al muro alle sue spalle. Con questo
lavoro egli promuove una riflessione sul linguaggio e l’immagine, sul significato che
l’uomo attribuisce a ciò che per egli stesso è. Si crea un corto circuito in cui il dubbio
dell’osservatore ne fa da padrone. Specific Object - arte concettuale In effetti, le
opere d’arte, quelle del passato come quelle più recenti, non ci pervengono mai
direttamente, nella loro nudità di un’evidenza senza parole. Paul Klee scriveva spesso
sul quadro, o al margine, il titolo dei suoi disegni. Il testo per altri è indispensabile
come magritte. M. Foucault analizzò a suo tempo la complessità dell’enunciato
“questa non è una pipa” scritto sotto la raffigurazione della pipa, è evidente che lo
sconcerto dallo scarto tra ciò che vediamo e ciò che leggiamo deriva dalla
simultaneità delle due cose, solitamente distinte. Questo “tradimento delle immagini”
proietta la pittura in uno spazio in cui il puro “retinico” non esercita più la piena
egemonia. Da “M’amenez-y” di Picabia a “cet homme est dangereux” di Hains, non
possiamo fingere di ignorare la necessità di decodificare. È a partire dagli anni 60
l’innesto massiccio dell’espressione grafica in ambito delle arti plastiche, al punto
che la parola scritta è diventata ormai la principale se non l’unica componente
dell’opera. Art & Language è stato un gruppo di artisti britannici che nel 1968 ha
iniziato a praticare un’arte basata sul dialogo, sulla discussione, sulla didattica,
ponendo le proprie basi nella filosofia. Celebre è la loro mostra allestita in occasione
di Documenta 5, in cui esposero dei veri e propri archivi contenenti gli indici degli
articoli che pubblicavano sulla loro rivista, che il pubblico poteva consultare. In
quest’opera il gesto e l’intervento del pubblico divennero perciò essenziali. Il
concetto di fondo stava nell’intendere la stessa riflessione sull’arte come una propria
forma artisti Robert Morris, schedario , 1962 Roman Opalka è un artista concettuale

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che si è focalizzato sul tema del tempo il quale, dal 1965, sta proseguendo la
numerazione da uno verso l’infinito dipingendo i numeri in bianco sopra una tela che,
inizialmente di sfondo nero, con il passare degli anni prepara sempre più chiara; il
suo obiettivo è arrivare a dipingere numeri bianchi su tela bianca. L’opera terminerà
in coincidenza con la morte dell’artista.

Roman Opalka On Kawara, dal 1966, dipinge su una tela scura la data del giorno
odierno ma, se il quadro non viene completato entro la mezzanotte, egli lo distrugge.
Ogni tela è accompagnata da una pagina del quotidiano del giorno. Tempo privato e
tempo della storia di intrecciano anche in un altro lavoro in cui l’artista, per una
decina d’anni, inviò ad amici una cartolina che attestava il suo essere in vita; non a
caso, si intitolava I got up. Un altro importante filone dell’arte concettuale è il
concettualismo fotografico, sviluppato da artisti come Douglas hueblere , Dan
Graham e John Baldessari. La fotografia come arte plastica La fotografia ha fatto il
suo ingresso nelle arti plastiche intorno agli anni 60/70. Molti artisti assimilano la
presenza d’una mediazione fotografica nelle loro opere. Solo negli anni 80 la
fotografia entra nella galleria come arte indipendente, non solo come
testimonianza/documento/ supporto. A questo punto si apre una dicotomia tra artisti
che fanno ricorso alla fotografia(creativa) e fotografi “puri”, resta il fatto che i due
gruppi espongono in sedi diverse e divulgano con metodi diversi le loro creazioni:
arte e fotografia mantengono la loro autonomia. Se è vero che la fotografia ha fatto
spesso appello alle innovazioni pittoriche è anche vero che la pittura approfitta delle
conquiste della fotografia. Degas si ispira, in pittura, alle inquadrature messe a punto
attraverso le proprie sedute fotografiche. Francis Bacon fu quello che seppe utilizzare
la fotografia ai fini dell’esercizio pittorico, la fotografia non lo porta a rinunciare alla
figurazione. (artisti: Robert Smithson, Jeff wall, jean- marc Bustamante, Christian
Boltanski
Un nuovo strumento: la videocamera. il video divenne lo strumento di lavoro
utilizzato per la divulgazione di happening e performance che nello stesso momento
si affermavano. Il video a differenza del cinema non richiedeva una sala di proiezione
ma poteva essere installato in qualsiasi luogo; dopo Nam June paik, altri come
shibeko kobota iniziarono ad accumulare schermi per le installazioni e performance.
Bruce naumann realizza uno stretto corridoio in fondo al quale è installato un
televisore. Quando il visitatore vuole andare a vederlo più da vicino, avanza verso
uno schermo sul quale distingue una persona che gli volte le spalle e si allontana dalla
sua andatura, l’immagine non compare mai, come ci si aspetta bensì compare
nell’angolo opposto. Dan graham realizzo nel 1974 “present continuous past(s) dove
il visitatore, uscendo da un corridoio d’accesso, entra in una sala e si vede uno
specchio in tempo reale, l’opera è complessa perché la camera sopra lo specchio
registra anche l’immagine del monitor raddoppiando cosi la temporalita trasmessa dal
circuito.
Opere senza forma fissa Process art Molte installazioni hanno una forma definita e
molti artisti sono particolarmente attenti, come abbiamo visto, al rispetto delle
condizioni che ritrasformano in opera, altri privilegiano il processo di esecuzione o le
modifiche e alterazioni dovute al tempo. Process art, detta anche Antiform, che si è

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sviluppata sul finire degli anni Sessanta, nasce in risposta alla minimal art di cui
rifiuta la rigida connotazione geometrica e seriale. I principali esponenti americani
sono Robert Morris, Bruce Naumann, Eva Hesse, Keith Sonnier, Richard Serra,
mentre tra gli europei spiccano i nomi di Joseph Beuys, Barry Flanagan. Le loro
opere sono caratterizzate da un approccio di tipo concettuale, non distante dalle coeve
esperienze dell'arte povera; possono essere considerate in continua evoluzione, tese
alle sollecitazioni di nuove esperienze sensoriali mediante dall'uso di materiali
morbidi e malleabili come il feltro, la plastica e la gomma.
Richard serra ad esempio interpretò l’arte processuale, come poi avrebbe fatto l’arte
site specific, non come un modo di superare la scultura, bensì di renderla appropriata
alla moderna società industriale

Land ART I legami tra minima artist e I land artist sono evidenti. Entrambi invitano,
alla fine degli anni sessanta, un’arte che non dipende dalla pittura o dal disegno o
dall’architettura. La mostra di fondazione del nuovo movimento riuniva in particolare
Carl Andre, Robert Morris, Sol Le Witt e Walter De Maria, Michael Heizer, Dennis
Oppenheim, Robert Smithson. Intitolata “earthworks”(Dwan Gallery, new york,
1968), presenta opere realizzate con terra, pietre e altri materiali naturali o documenti
sulle realizzazioni direttamente effettuate sul paesaggio. I procedimenti impiegati e le
intenzioni dichiarate differiscono notevolmente da un artista all’altro o da un’opera
all’altra. Distruggere metà edificio, costruire labirinti, spostare pietre o tonnellate di
terra, incidere tracciati sono attività che polverizzano, come ha notato “heizer” , il
concetto di scultura. Tutti gli artisti land artist, hanno utilizzato consapevolmente le
possibilità del mezzo fotografico. Queste fotografie hanno funzioni diverse: semplici
documenti da far circolare su libri e riviste, elementi di contatti didattici fatti a far
comprendere l’opera e le sue procedure. L’esempio “spiral jetty” di Robert smithson
1970 , la spirale c’è ma recarsi sul posto non è semplice. Walter de Maria dice
“l’essenza della land art è l’isolamento”. la fotografia divenne il mezzo esclusivo per
farla conoscere. Studiando le inquadrature per restituire il senso dello spazio, della
sua immensità. Le vedute aeree consentono una buona leggibilità dei graffissi
tracciati sul terreno. A volte, colgono l’istante esatto dell’evento, come Walter De
Maria: le foto del suo “the Lightning Field” 1977 (new mexico) offrono l’immagine
del fulmine che si abbatte su uno dei 400 pali d’acciaio predisposti per riceverlo.
Installazioni “in situ” L’opera in situ elaborata in funzione del sito, deve essere vista
sul posto per coglierne il senso. Daniel Buren lavora raramente nella natura, spesso
espone nelle gallerie e musei. Buren artista “ufficiale” per la Francia, apprezzato in
tutto il mondo per le sue opere con le strisce verticali alternate bianche e colorate.
Buren che inizia la sua attività artistica negli anni sessanta con tessuti a strisce
colorate ha da sempre espresso il concetto del pieno e del vuoto, e della facilità di
lettura dell’opera. Dalla prima fase pittorica passando alle installazioni in situ
(nozione da lui inventata per spiegare le opere che nascono strettamente legate alla
topologia e alla cultura del luogo dove sono presentate) ha sempre presentato le sue
strisce colorate (solo colori pieni, piatti, mai con accenni di sfumature) declinate in
decine di materiali diversi. Opere senza forma fissa Process art Molte installazioni
hanno una forma definita e molti artisti sono particolarmente attenti, come abbiamo

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visto, al rispetto delle condizioni che ritrasformano in opera, altri privilegiano il


processo di esecuzione o le modifiche e alterazioni dovute al tempo.

Process art, detta anche Antiform, che si è sviluppata sul finire degli anni Sessanta,
nasce in risposta alla minimal art di cui rifiuta la rigida connotazione geometrica e
seriale. I principali esponenti americani sono Robert Morris, Bruce Naumann, Eva
Hesse, Keith Sonnier, Richard Serra, mentre tra gli europei spiccano i nomi di Joseph
Beuys, Barry Flanagan. Le loro opere sono caratterizzate da un approccio di tipo
concettuale, non distante dalle coeve esperienze dell'arte povera; possono essere
considerate in continua evoluzione, tese alle sollecitazioni di nuove esperienze
sensoriali mediante dall'uso di materiali morbidi e malleabili come il feltro, la
plastica e la gomma. L’invisibile è reale Alcuni artisti del XX secolo hanno concepito
alcune loro creazioni in termini d’invisibilità. La dialettica del visibile e invisibile
occupò per secoli un posto rilevante nelle dispute relative alla natura dell’arte e alla
qualità dell’opera. Klein sarà uno degli artisti che non intende esaltare il vuoto ma
piuttosto propone una “smaterializzazione” dei propri quadri monocromi. Yves Klein
realizza “zones de sensibilitè pitturare immaterialle” pagabili in oro, l’artista conserva
una metà e l’altra la rilascia alla natura in luoghi dove non è più possibile il recupero
del metallo. L’immaterialità dell’opera ha come documento solo una fotografia.
Un’altra realizzazione di vasta portata in Germania, ricorre alla categoria
dell’invisibile e la mette al servizio della memoria, con gli studenti di belle arti di
Saarbruken, Jochen Gerz cominciò a disselciare di nascosto la pavimentazione della
piazza del castello (stoccarda) per incidere sui cubetti i nomi dei cimiteri ebraici
presenti nel suolo germanico prima della guerra e poi scomparsi. Robert Barry
utilizza fenomeni concreti la cui realtà sfugge a una diretta percezione sensoriale;
“Carrier wave pieces” 1968 è un’opera la cui natura è formata da una serie di pensieri
che non possono essere trasmessi ne con il linguaggio ne con l’immagine ma da onde
elettromagnetiche. Claudio parmigiani si è chiesto se è indispensabile offrire l’arte
alla vista: per il Musee d’arte contemperai di Lione creò a suo tempo una scultura
“terra” una grossa sfera alla quale aveva applicato l’impronta delle sue mani destinata
ad essere sepolta sotto terra: “la scultura rifiuta il destino pubblico e si affida
unicamente al suo destino spirituale”. 1970 Land Art- site specific Il minimalismo
diventa nel contesto della land art , in particolare nell’opera site specific, un’
alterazione di spazio e luce. Richard serra interviene all’esterno , nella vita urbana del
bronx iscrive un cerchio sull’asfalto. Altra opera di serra intitolata “a Roberta e
Ruby” 1969-71, rappresenta una lastra di acciaio di grandi dimensioni (2 metri e
mezzo di altezza x 7 di lunghezza, spessore 2 cm), l’opera esiste nella contraddizione
tra la minaccia che l’opera si abbatta sull’osservatore e la sensazione di
smaterializzazione dell’opera. La lastra viene appoggiata nell’angolo della galleria in
cui, quindi ciò che rimane è una separazione tra ma anche un sostegno dovuto solo
all’angolo delle pareti. Mentre l’osservatore gira attorno all’opera, vede un piano
diventare una linea e successivamente di nuovo un piano. Michael Asher interviene
all’interno, realizza alla Pomona college art gallery di Claremont, California una
struttura architettonica: divide una stanza attraverso una parete creando cosi l’effetto
di due triangoli: l’idea di Asher era di creare all’interno di questo spazio espositivo il

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concetto di “entrata” forzata o meno, dal momento che la parete divisoria creava, al
contempo, un corridoio continuo: questo intervento presuppone una critica nei
confronti delle istituzioni e anche una autonomia architettonica. Il progetto poteva
essere legato all’arte concettuale.

Da rodin e poi Brancusi, l’idea di scultura da piedistallo, viene rivalutata, cosi la


scultura modernista può essere considerata una combinazione di esclusioni. Si può
tenere conto della “struttura logica” chiamata anche gruppo Klein, questo modello
mostra come una serie di termini opposti, opposizione binaria, possa essere
sviluppata in un capo quaternario senza cambiare carattere della stessa opposizione:
es. paesaggio, architettura, non architettura - scultura- non paesaggio. La scultura
modernista diventa ora la categoria che risaltava dall’opposizione del non paesaggio e
della non architettura. Se il minimalismo produceva ancora un oggetto scultoreo, le
opere site specific e gli earthwork, abbandonando l’oggetto, ampliarono l’impegno
minimalista nei confronti del luogo.
Robert Smithson, molo a spirale, spiral jetty, 1970 realizza una spirale di 450 metri
nel Great salt Lake al Rosen Point, nello Utah. Sempre smithson “legnaia
parzialmente sepolta”1970- opera che ragiona sulla composizione di opposizione
“paesaggio e non paesaggio”- che potremmo chiamare i luoghi marcati degli
eartwork - architettura e non architetturaL’espressione di “campo allargato” è un
modo di definire questo contesto.
Hans Haacke, è un fotografo che ritrae senza alcun tono polemico o accusatorio, gli
edifici di new York. Come sostiene la critica Rosalyn Deutsche, l’artista mette a duro
confronto due tipi di spazio architettonico: l’edificio popolare delle classi povere di
new york e la lussiosa “neutralità” delle esclusive istituzioni delle arti e delle classi
alte, col il loro totale oblio della situazione della stragrande maggioranza delle
persone che condividono lo stesso spazio urbano.
Daniel Buren “photo-souvenir: pittura scultura, opera in situ, museo guggenenheim,
new York, 1971- mostra Guggenheim International exhibition : ispirato ai tendaggi
degli ambulanti scovati al mercato di Saint Pierre a Parigi − Buren ha realizzato un
opera, che sembra riportare un frammento di città all’interno e all’esterno del museo,
ma anche un segno e un simbolo riconoscibile e pop (si può far rifermento alle
bandiere di j. Johns, dove la logica interna del quadro veniva bruscamente svuotata e
disseminata in un contesto più ampio delle cornici architettoniche e politiche
dell’esposizione) che riducesse la sua pittura al grado zero e la rendesse riproducibile
su qualsiasi superficie, dalla tela al muro. Buren con quest’opera rivela diverse
componenti dell’opera: in primo luogo l’assunzione della neutralità dello spazio in
cui lo spettatore interagisce con l’opera. A questo, si contrappone la formulazione
programmatica di Buren della teoria dello spazio istituzionale, in cui non si può
concepire un’esperienza puramente visiva o puramente fenomenologica. Il secondo
limite venne rivelato quando dal modo in cui l’opera di bure creava un confronto tra
architettura del museo e l’opera scultorea.
Marchel Broodthaers è un’artista Belga, che critica il museo come istituzione in se e
al contempo critica lo sviluppo delle pratiche artistiche. Il suo scetticismo sul museo
come luogo di produzione, emerge direttamente dall idea che una volta trasformato il

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senso(del museo) , farà parte di quelle cultura di produzione industriale-


l’intratteniamo, lo spettacolo, il mercato e la pubblicita. Importante nel lavoro
dell’artista è l’associazione della struttura allegorica con la malinconia del lutto o
della perdital. Broodthaers realizza un “museo” all’interno dell’istituzione della
Kunsthalle di Dussendorf, “museo di arte moderna, dipartimento delle aquile, sezione
delle figure, 1972" mettendo in relazione più oggetti, tutti accumunati dal marchio
iconografico dell’aquila, tutti questi oggetti avevano un valore storico e artistico, altri
erano assolutamente comuni come i francobolli o le etichette di prodotti. L’artista
vide il proprio successo nel 72 e si rimise in gioco mimeticamente fondando la
propria agenzia di pubblicità, cosicché la sua opera scomparve all’interno della
campagna di pubbliche relazioni. Broodthaers insiste che la funzione della pratica
artistica che non è quella di dissolvere l’istituzione dell’arte, ma piuttosto quella di
riconoscere il limite per cui lo smantellamento della sfera autonoma della pratica
artistica è parte di una tendenza storica nel contesto dell’avanzata del dominio della
cultura industriale, che non tollera nessuna eterogeneità nel processo di
differenziazione delle varie sfere culturali. Jasper Johns e Cy Towmbly avevano
iniziato il processo di snaturamento del disegno a favore di quello che ripeteva un
grafema più o meno fisso o si avvicina alla condizione della scrittura. Hanne
Darboven registra questi pattern delle forme collettive dell’esperienza
spaziotemporale e identifica la ripetizione automatica di un’infinità di atti
esternamente identici come matrice del disegno stesso. Questa infinità di possibilità è
al centro del Concettualismo. Ancora più evidente è l’opera di Hans Haacke a
Documenta 5, in “sondaggi”, l’opera esprime l’estrema povertà delle esperienze
spazio-temporali, psicologiche e percettivofenomenologiche. Architettura come
spettacolarizzazione L’idea di pop art riguarda un coinvolgimento artistico con la
cultura di massa come era stata trasformata dal capitalismo consumista - fu dapprima
lasciata nei primi anni 50 dall’indipendent Group a Londra tra cui Richard Hamilton
e Lawrence Alloway. La superficialità delle immagini e la serialità degli oggetti nel
capitalismo influenzarono l’architettura e l’urbanizzazione. Secondo venturi e Scott
brown il design moderno mancava di “inclusione e allusione” - inclusione di gusto
popolare e allusione alla tradizione architettonica, venturi e scott sostengono il
carattere sperimentale e dunque la volontà di uscire dagli schemi rigidi della cultura
degli anni Cinquanta. Nella grande diversità di espressione un punto accomuna senza
dubbio i gruppi di architetti austriaci, inglesi e statunitensi e cioè il ricorso
all’ideologia del consumo, del ‘usa e getta’, dell’effimero e deperibile. Si afferma la
cultura di un immaginario legato ad un fine non utilitaristico che si sostituisce
all’applicazione dei criteri di efficienza architettonica: è il trionfo del senso estetico
fine a se stesso e qualsiasi materiale può diventare veicolo di espressione artistica dei
nuovi valori. L’architettura non è concepita per durare nel tempo attraverso le
generazioni, ma diviene un mezzo, uno strumento che si evolve e quindi cambia con
la società.. Ed è precisamente in riferimento alle immagini evocate dal Pop che la
rivista inglese Archigram parla di architettura, di urbanesimo, di possibili modi di
vita: immagini di megalopoli, strade e costruzioni improbabili , mobili del futuro che
si muovono e si trasformano continuamente come la ‘House of Futur’ di Alison e
Peter Smithson (1956) o la ‘Maison du Futur’ (1966-67) di d'Angela Heiter o ancora

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la ‘Casa Futura’ di Matti Suuronen (1968). altre famose architetture degli anni 90
furono il museo Guggenheim di Bilbao e della Walt Disney concerto hall di Los
Angeles (frank Gehry). La televisione come mezzo espressivo - video art Dal 1960, la
televisione era diventata il medium dominante della cultura di massa, sia come fonte
di immagini sia come oggetto da manipolare.

Wolf Vostell ad esempio usa i decollage tv e Nam June Paik utilizza il mezzo
televisivo per creare strumenti musicali elettronici sotto la scia di Cage e duchamp.
Molto spesso in Paik emerge un’altra tensione : la video art. Paik era evidentemente
contagiato dall’oscillazione tipica di Mcluhan tra atteggiamenti mistici e paranoici di
confronti dei media. Come era lecito aspettarsi, la video art, aveva anche un lato
tecnofilo. I suoi sviluppi tecnologici comprendono l’arrivo sul mercato del videotape
e di sofisticati software. “il medium è il messaggio “ sostiene Mcluhan, il video viene
usato in parte come una continuazione dell’arte processuale altri per la performance
come quelle estreme di VITO ACCONCI o mezzi dorsalmente semplici come l’uso
del ritardo nella trasmissione dell’immagine e/o del suono come ad esempio “ il ciclo
della tendina” di Frank Gillette e Ira schneider: un gruppo di 9 monitor mostrava
delle trasmissioni televisive sia in simultanea che in ritardo di circa 10 secondi: un
processo di disorientamento ulteriormente complicato dalla rotazione delle immagini
da un monitor all’altro. Questo decentramento poteva essere sviluppato anche senza
ritardo del video Come i corridoi di Bruce Nauman 1970. Peter campus realizza
attraverso il video l’opera three Transitions nel 1973, in cui sfido i suoi spettatori a
coordinare la percezione diretta da quella derivata. L’arte femminista : Joan Jonas si
faceva riprendere il volto con uno specchio che le divideva il volto, l’idea era quella
di creare un disturbo visivo in cui non si facesse una differenza tra il lato sinistro e il
lato destro. Body art Nel contesto della performance l’oggetto dell opera diventa il
corpo dell’artista, esso viene segnato o manipolato in un contesto pubblico o privato e
poi documentato con video e fotografie. La body art rappresenta una esperienza
liberatoria di materiali e segni, o indica un’ansiosa mancanza di rappresentazione del
corpo. I tipi di performance riguardano: La performance : azione : happening, nel
gruppo fluxus. Performance come task - compito : adottata dalle ballerine come
Simone forti , Yvonne Rainer e triaca bronwn . Performance: rituale es. Joseph
Beuys, gli azionisti viennesi. Carolee Sherman fu la prima americana a estendere nei
primi anni 60 il modello dell’action performance alla body art: utilizzando “la carne
come materiale”. Non fu l’unica a usare il corpo ma altri come Yoko Ono e shigeko
Kubota mettevano l’accento sull’alterazione passiva/attiva della società. “Cup piece”
opera di Ono, invitava i partecipanti a tagliarle i vestiti. Vito Acconci sottoponeva il
corpo a regole apparentemente razionali; acconci cominciò a segnare direttamente il
suo corpo in “marchi” 1970, in cui segnava con la sua dentatura la sua carne e
successivamente l’impronta veniva inchiostrata e stampata su carta. All’inizio le
violazioni erano minime : in INSEGUIMENTO (1969) seguiva le persone finché non
entravano in spazi privati, mentre in PROSSIMITA (1970) si metteva vicino alle
persone scelte a caso in un museo finché non si allontavano. In RIVENDICAZIONE ,
acconci, bendato, si acquattava in uno scantinato di Soho, munito di un tubo di
piombo e piede di porco, minacciando chiunque volesse invadere il suo spazio.

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l’Aspetto di fiducia e violazione è importante nelle sue opere.


Nel VIVAIO 1972 si sistemava una volta a settimana, sotto il pavimento rialzato della
galleria sonnabend di new york, dove spesso coinvolgeva gli spettatori nelle sue
fantasie sessuali, trasmesse per mezzo di un microfono mentre si masturbava. Gli
artisti come Acconci e burden alternano queste performance semi-masochiste a eventi
semi- sadici, ma si concentravano su atti che esponevano il loro corpo a un rischio
primario, come se le loro studiate irresponsabilità mettessero alla prova la
responsabilità degli altri. Forse l’ambiguità del corpo come carne naturale e artefatto
culturale è irriducibile, e la body art ci mette solamente di fronte all’ambivalenza di
questa situazione: sembra mettere in scena le coppie freudiane di narcisismo e
aggressività, voyeurismo ed esibizionismo, sadismo e masochismo. Arte femminista
Alla fine degli anni 60, il femminismo indusse a trasformare l’arte. Le donne
lottarono per un emancipazione ed indipendenza nei confronti degli uomini, cosi le
artiste donne lottarono per produrre immagini utopiche della donna separata
dall’uomo e. Le caratteristiche dell’arte femminista riguardavano il costante dialogo
con altri tipi di arte, in primo luogo, compito delle artiste fu quello di assicurarsi lo
spazio per lavorare ed esporre. Nel 1971 Miriam Shapiro e Judy Chicago diedero
inizio al “feminist art program al California institute of art di Valencia”. Nel 1972 il
gruppo creò “womenhouse” uno spazio per mostrare le opere a Los Angeles. In
questo contesto anche la performance e le installazioni avevano cambiato stile: Faith
wilding e altre svolsero una performance in cui venivano stolti lavori domestici come
lavare i piatti, stirare o semplicemente aspettare. Altre performance trattavano
momenti traumatici come lo stupro, la trappola, un immersione negli stati di ansietà.
Shapiro rivalutò differenti tecniche artistiche e artigiane come quella del cucito, che
soprannominò “femmage”. Judy chicago elaborò “il pranzo di gala” nel 1974-79, un
esempio di installazione a forma di triangolo che funge da tavola : la cena rappresenta
le donne, che nel corso della storia, hanno preparato i pasti e apparecchiato la tavola,
la Chicago metteva le donne al posto degli “ospiti d’onore”. Il primo tavolo celebra le
donne della preistoria patriarcale fino all’antichità, il secondo dall’inizio della
cristianità alla riforma, il terzo dal XVII AL XX secolo. Ana Mendieta associava il
corpo femminile e madre natura che si può leggere in modo ambiguo cioè come
unione gioiosa e abbraccio mortale. La seconda fase dell’arte femminista si concentra
sulla relazione tra donna e corpo o donna e natura che assumeva un aspetto trionfante
e allo steso tempo depresso. Certamente il rapporto tra il femminismo e la psicanalisi
risultava ambivalente cioè, per freud la femminilità è associata alla passività e per j.
Lacan la donna è sinonimo di “castrazione” e passività. Secondo la psicanalista
Costant Murley : la donna rappresenta l’immagine erotica mentre l’uomo è il padrone
dello sguardo. Il conceptualismo moscovita Intono al 1972-75 , Ilya Kabakov realizzò
un grande album intitolato “dieci personaggi”. L’idea era quella di rappresentare delle
storie fittizie che pero incarnano la società sovietica di quegli anni. La storia più
importante è quella del personaggio Primakov che si rinchiude nel suo armadio per 6
mesi , l’armadio rappresentava il rifugio, luogo in cui nessuno poteva disturbarlo e lui
poteva immaginare di sorvolare la città.
L’arte di kabakov durante il periodo sovietico esprime un’oscillazione tra il vuoto,
che raffigura l’imprevedibile comportamento dello stato sovietico e la tana come

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luogo di intimità claustrofobica. Victor Tupitsyn ha collegato questa dialettica


spaziale all’appartamento comunitario sovietico, in cui diverse famiglie dovevano
condividere lo stesso spazio. Il concettualismo moscovita comprende un’ampia
varietà di pratiche artistiche come le opere narrative allegoriche dell’album di
kabakov, questa corrente rimane un’arte non ufficiale nell’urss. L’estetica del
concettualismo moscovita fa riferimento a linguaggi burocratici/tecnici o alle
procedure di archiviazione e indicazione come quelle adottate dall’art e linguag o le
strategie di documentazione e ricerca praticate da artisti diversi quali Hanne
Darboven e hans Haacke. Mentre kabakov analizzava tale discorso creando fiabe
intriganti sulla vita sovietica, Bulatov e Komar e Melamid rivolgevano le loro forme
direttamente a riferimenti alla storia del realismo socialista , che nella metà degli anni
30 era la forma accettata e ufficiale. Bulatov ad esempio crea un forte tiramolla tra il
nostro desiderio di entrare nello spazio fisco e il divieto di farlo stabilito attraverso
vari dispositivi ottici. Cosi come domar e melamid l’immagine dello spazio pubblico
rappresentato nella pittura del realismo socialista - di cittadini gioiosi e devoti al
lavori - è resa ora tramite una contraffazione della scena di vita quotidiana. Andri
Monastryrski organizza un gruppo “azioni collettive” nel 1976: rende letteralmente il
vuoto scegliendo paesaggi vuoti come ambientazione delle sue performance, a questo
si associano le azioni “vuote” del gruppo, nel loro attaccamento a comportamenti
ordinari come camminare per andare a lavoro o fermarsi in gruppo. Nel 1971 spazi
alternativi (rivedere) capitolo 1976 Per un nuovo linguaggio Harmony hammond
(artista) negli anni 70 parla dell’astrazione dal punto di vista delle artiste donne: essa
è collegata: 1. alle procedure di lavoro tradizionali delle donne, come il cucito e
l’intreccio; 2. La dimensione del corpo rappresenta in forme geometriche. 3. Animare
le forme geometriche attraverso i riferimenti della pelle e di corpi viventi, di
esperienze di vita delle donne. Viene ad identificarsi la teoria “queer”, essa sfida la
pratica comune di dividere in compartimenti separati la descrizione di una persona
perché "entri" in una o più particolari categorie definite, “eterosessuale” o donna.
Kate Millett nelle sue installazioni scultoree mette in luce la condizione della donna :
evoca costantemente geometrie di isolamento e di intrappolamento. In “opera
terminale” collega tale esperienza di alienazione all’inaspettata notorietà ottenuta
grazie alla pubblicazione del libro “politica sessuale” 1970; ciò che risulta l’opera
come la notorietà dell’artista diventa tanto pubblica quanto isolata dal resto del
mondo. Paul Thek, senza titolo, 1964 mette in risalto l’effetto nausenante della carne,
contenuta all’interno di una teca di vetro che è formata anche da strisce gialle
(griglia). Thek mette in luce l’aspetto oggettivo- soggettivo, l’opera queer di thek è
sovversiva, oggetto e soggetto sono entrambi la stessa cosa , soggetto-cosa- opera
d’arte.
Il generale feticismo dell’opera costituisce un surplus di investimento emotivo la cui
incidenza e il cui significato cambiano a seconda di quale tipo di oggetto è in gioco:
religioso, erotico o pop. Creature ardenti di Jack Smith, inscena un orgia di immagini
che agiscono in favore della libertà sessuale. Caterine Opie nel 19993 realizza
“autoritratto/incidere, una fotografia ritrae se stessa di spalle, sulla schiena viene
incisa una scena di vita familiare lesbica. Lyle Ashton Harris insieme al fratello
Thomas realizzano una serie di scatti; i lavori dell’arte queer, compreso questo

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“frattellanza, incontro, eccetera”, superano i confini tra parentela, amore, sessualità e


violenza, vengono trasgrediti in modo da ridisegnare le relazioni dicotomiche tra
corpo e genere, soggetto e oggetto, astrazione e mimesi. Mary Kelly nelle sue opere
ci narra la storia di una madre in rapporto con il figlio : L’autonomia, l’auraticità
dello spazio museale viene scavalcata in favore della rappresentazione cruda della
condizione psicologica della donna: l’analisi, senza compromessi, viene compiuta sia
dal punto di vista clinico, sia da quello antropologico. Diviso in sei sezioni, il lavoro
propone una doppia lettura della condizione materna. lo spettatore maschio,di fronte
al suo lavoro, prova un senso di imbarazzo poiché entra in contatto con un’intimità
alla quale non riesce ad accedere. Cindy Sherman Lavorando come modella per oltre
30 anni, si è catturata in una serie di forme e personaggi che sono a loro volta
divertenti e inquietanti, sgradevoli e affascinanti. Per creare le sue fotografie, assume
diversi ruoli di fotografa, modella, truccatrice, parrucchiere, stilista e amante del
guardaroba. Con un arsenale di parrucche, costumi, trucco, protesi e oggetti di scena,
Sherman ha abilmente alterato il suo fisico e l'ambiente circostante per creare una
miriade di intriganti tableau e personaggi, dalla sirena sullo schermo al clown
all'invecchiamento della socialite. Barbara Kruger il suo lavoro è immerso nella vita
di tutti i giorni, dove la quotidianità della routine si confronta con la differenza di
genere. il raggiungimento del piacere, seppure di difficile accesso, viene sfidato e la
sua ricerca apre all’affermazione del sé. Essa sarà pienamente possibile attraverso il
superamento della differenza di genere, in un’ottica non unitaria, ma pluralista, che
caratterizzerà i decenni a seguire e a cui queste artiste, con il loro lavoro, hanno
aperto la strada. La fotografia La fotografia intorno agli anni 70-80 viene interpretata
dagli artisti post moderni non solo come immagine “seriale”, un multiplo senza una
stampa d’origine, ma anche come un’immagine “simulacrale”, una rappresentazione
senza un referente sicuro nel mondo. Roland Bathes fu una guida cruciale, come
furono Jean Baudrillard, michel foucailt e Gilles Deleuze per il valore che diedero al
“simulacro”, nozione che Baudrillard uso per comprendere le recenti trasformazioni
delle merci e Foucault e deleuze usarono per mettere in discussioni le antiche
concezioni platoniche di rappresentazione. Nei lavori fotografici , le gerarchie di
realtà e rappresentazione, di originale e copia diventano instabili, e in questa leggera
infondatezza dell’immagine c’è un sottile sovvertimento del ruolo dello spettatore: lo
spettatore talvolta è parte dell’immagine simulacrale, il quale trasforma ll suo punto
di vista. Quando si cerca di comprendere il termine”post- modernismo” che viene
usato per identificare un epoca o per indicare un determinato stile o cultura, parliamo
dell’epoca che riflette una logica capitalistica e consumistica. In questo contesto
viene messa in discussione la figura dell’artista e l’originalità dell’arte. Gli anni 80
non furono segnati dalla riscoperta di coscienza storica ma dalla sua erosione in un
‘amnesia consumistica e non dalla rinascita dell’artista come genio, ma dalla morte
dell autore, inteso come unica origine di tutti i significati. Nel mondo del capitalismo,
il termine “consumo”, secondo il sociologo Francese Jean baudrillard, accende un
desiderio nel soggetto non tanto per l’utilità o per un valore intrinseco che si ha
dell’oggetto in se ma per quell’aspetto fittizio, e anche di messaggio codificato, come
una data marca accende il nostro desiderio di acquisto, non tanto per l’utilità ma per il
messaggio che invia. L’opera d’arte in questo senso, viene messa sullo stesso piano

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della merce. Artisti come Koons, Hirst, Steinbach mettono lo spettatore nella
condizione di compratore. Questi artisti celebrano la nostra idea di passione per il
codice consumistico incluso in tutti gli altri valori: valore d’uso, estetico e cosi via.
Lo stesso Allan Mchollum dirige uno studio che sta in mezzo tra una bottega e una
fabbrica, le sue opere vengono riprodotte serialmente, provocando cosi una
frustrazione piuttosto che desiderio. Benché le condizioni economiche fossero
temporaneamente mutate dopo il minicrollo del mercato azionario del 1987, la metà
degli anni 90 vide un altro ciclo di espansione capitalista e alcuni artisti iniziarono a
focalizzarsi meno sulla trasformazione dell’arte in merce, ormai considerata un dato
di fatto, e più sull’ubiquità (essere in ogni luogo ) del design, o sul modo con cui gli
oggetti o le pratiche sono spesso ricordificate. La rinascita di associazioni artistiche
politicizzate negli anni 80 riavviò l’interesse nei confronti di alcuni precursori come
la art workers’ coalition, che era stata costituita al culmine della guerra del Vietnam
per promuovere la causa di un’unione degli artisti e per protestare contro l’assenza di
artiste donne e di artisti delle minoranze nelle mostre e nelle collezioni. Ls politica di
rappresentazione condusse anche alcuni artisti a sfruttare e imitare strategie
situazionite, in particolare il “detournement” ovvero il rimaneggiamento dei simboli
pubblici e di immagini dei media con sovversioni di significati sociali e memorie
storiche. Si vennero a creare diversi gruppi di attivisti che sfruttarono gli interventi
neosituazionisti come : ACT-UP , acronimo di aids Coalition to unleash power. I
gruppi ACT UP capirono che la guerra ideologica sull’aids si combatteva tanto
attraverso i media quanto nelle strade e con la partecipazione di artisti e registi,
videomaker e architetti progettarono manifesti ed eventi che non solo criticarono e
corressero i media ma sfruttarono anche le loro procedure e tendenze. Molti artisti
gay e lesbiche iniziarono a esporre l’omosessualità come soggetto d’arte in modi tra
loro differenti. Felix Gonzales torres operò per un’omosessualizzazione di altre forme
artistiche degli anni 60-70. “Senza titolo” è un opera di 300 libbre di caramelle,
l’opera sfida il tbabù nel “non toccare” in arte e tanto più il mangiare. Unisce anche
suggerimenti stilistici solitamente tenuti separati: addirittura sembra annullare, anche
se solo per un momento, la vecchia opposizione tra avanguardia e kitch.

Torres sollecita la nostra partecipazione nell’ordine non solo del consumo, ma anche
dello scambio di doni- nonostante lo spirito di offerta, quest’arte è anche permeata
dal pathos della perdita. La sua arte si occupa della costruzione di una soggettività
gay, Torres tenta di ricavare all’interno dello spazio eterosessuale una collocazione
della storia gay. Zoe Leonard gioca sull’ambiguità/bizzaria del genere, come Torres,
l’artista risponde al bisogno non solo di criticare ciò che è dato come identità di
genere e storia ma anche di immaginare altri tipi di costruzioni. Questo può portare
ad un lavoro di costruzione, di archivio storico o invenzione storica come il lavoro di
Rossella biscotti. Cio che noi percepiamo è quella patina superficiale. Il consumo, le
vicende storiche vengono riportate dai media non tanto per farci comprendere l’orrore
quanto a convivere con esso. Neo-espressionismo Gerhald Richter ha un’ idea di
pittura, Innanzitutto, impersonale: In quanto tale la pittura non esprime un’opinione
dell’artista sul mondo, ed è il motivo per cui tantissime delle sue opere sono tutte
lavorate sui grigi , per questo Richter lavora sulle sue opere cercando di filtrare ogni

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soggettività. Richter non può neanche essere classificato come artista figurativo, in
quanto nel suo catalogo si trovano tante opere astratte e qualche esperienza
concettuale. E nell’ambito dell’astrazione troviamo opere straordinariamente liriche
come opere rigorosamente geometriche. Richter ha avuto nella fotografia un punto di
riferimento a cui guardare sempre: come l’immagine fotografica non crea l’immagine
ma la registra, così la sua pittura diventa una forma d’indagine sul mondo. Uno dei
cicli più importanti realizzati da Richter è quello conservato al Moma di New York e
dedicato a uno degli episodi più cupi della storia tedesca del dopoguerra: la vicenda
del gruppo “Baader Meinhof” , in Germania: gruppo che si ribellò contro lo stato
tedesco neocapitalista . Richter lo ha realizzato nel 1988, quindi oltre dieci anni dopo
i fatti, dedicato al tragico epilogo che aveva portato alla morte in carcere dei
componenti della cellula. Sono ancora opere in bianco e nero, meditazioni scabre
realizzate a partire da fotografie; usa la pittura non per giudicare né tanto meno per
assolvere, ma per disseppellire quel nodo che stava depositato irrisolto, nel profondo
della sua coscienza. Ha davanti a sé il mistero di persone che avevano fatto una scelta
di così radicale nichilismo; biografie bruciate dall’astrazione assassina dell’ideologia.
Gerhard Richter, Confrontation 2, 1988. Hanselm Kiefer nato nel ‘45 nella Germania
post bellica, lo scenario della Berlino distrutta segnerà per sempre e profondamente il
suo percorso artistico. Ciò che caratterizzerà la sua produzione degli anni Settanta e
soprattutto degli anni Ottanta sarà il ritorno alla pittura e alla figurazione con lo scopo
ben preciso di fare un’operazione storica, utilizzando il medium pittorico per
riappropriarsi della storia recente, interrompendo, distruggendo, eliminando,
eludendo il taboo del nazionalsocialismo. Molti artisti, diventati antifascisti dopo le
leggi razziali del ‘36, sono stati considerati erroneamente antifascisti della prima ora
proprio perché si aveva bisogno dell’esistenza di un’opposizione che di fatto non
c’era. Kiefer negli anni Ottanta si pone proprio il problema di questo taboo che
secondo l’artista va spezzato.
Il primo lavoro di Kiefer è l’album fotografico Occupazioni, della seconda metà anni
Settanta, in cui si ritrae in importanti luoghi pubblici, che hanno avuto un ruolo nel
periodo della dittatura, ritto, con indosso la divisa che fu di suo padre, col braccio
alzato e teso nel saluto nazista come Hitler. l’artista si orienta anche in direzioni
differenti come per esempio verso il recupero della mitologia nordica, che era stata
riutilizzata e modificata ai fini della propaganda dal regime. Il suo intero percorso
consiste in un’assunzione di responsabilità e in un’elaborazione di una storia che
sente riguardare lui stesso, e l’intera umanità. Lo stile di Kiefer è inconfondibile e
riesce a dare un senso di soffocamento che avvolge totalmente, carico di tensione
politica. Kiefer è il pittore che meglio ha rappresentato il fallimento storico della
cultura europea. La sensazione è quella di catastrofe, le figure sembrano inghiottite
da questa quantità di materiali informi, ogni figura è prigioniera della propria ombra
che la accompagna e la parola scritta che accompagna l’immagine diventa altrettanto
importante. il soggetto preferito dei suoi quadri è la storia della Germania Nazista, in
quadri come "Interiors" (1981), la gamma dei suoi temi si amplia per includere
riferimenti alla storia ebraica ed egizia, come nel grande dipinto "Osiride e Iside"
(1985-87) . dal 2000 l'artista è stato impegnato nella monumentale opera "I Sette
Palazzi Celesti" che ha realizzato nella navata più grande all'interno del corpo

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centrale dell'HangarBicocca a Milano che ha aperto per la prima volta le porte al


pubblico nel 2004. Ispirandosi alla mistica ebraica della Cabala, il libro della vita,
l'artista ha creato sette torri monumentali in cemento armato e piombo, che
simboleggiano l'esperienza mistica dell'ascensione attraverso i sette livelli di
spiritualità. Emblemi della condizione umana, le torri di Kiefer sono insieme
architetture reali, abitabili, diroccate dal tempo e dall'incuria degli uomini e
dimenticate dalla storia. Il 1989 fu un movimento di rivalutazione della retorica su
vari fronti; stava emergendo un “nuovo ordine mondiale” come lo avrebbe definito
George Bush dopo la guerra del golfo nel 1991, un ordine principalmente americano
di flussi multinazionali autorizzati di capitale, cultura e informazione per alcuni
privilegiati, ma di confini locali rafforzati per la maggior parte degli altri. Artisti
come Gabriel Orozco o rirkrit tiravanija hanno molto in comunque: entrambi
lavorano con oggetti e luoghi quotidiani/comuni . Le fotografie rientrano in quest’arte
fino a un certo punto ma spesso sono anche residui di performance: vengono in mente
i materiali di artisti come Manzoni, oldemburg o beuys. Questi artisti lavorano con i
cliché etici, cosi Jimmie Durham ha inventato i “falsi manufatti indiani” e Orozco
teschi messicani fatti secondo gli stereotipi. Analogia tra i teschi di Orozco e d. Hirst
“per l’amor di dio”. James luna e Jimmie Durham hanno inserito associazioni etniche
in giochi sovversivi: luna ha tradotto in pratica gli stereotipi dell’indiano guerriero,
sciamano; Durham ridicolizza i cliché primitivi. Anche David hammons fece una
serie di immagini con oggetti e vanghe “vanga con catene” 1973. Quando rivediamo
quest’arte all’inizio degli anni 90 e ci stupiamo di tante figure di psiche frustrata e
corpi feriti, dobbiamo ricordare che fu un periodo di grande risentimento e
disperazione per la persistente crisi di aids e la sconfitta dello stato assistenziale, per
la malattia che continuava a diffondersi e per la povertà crescente.

Artiste donne anni 90- 2000


Negli ultimi decenni, sono state rivolte molte critiche nei confronti di persone che
hanno seguito traiettorie diverse rispetto agli stereotipi comuni: parliamo
dell’omosessualità, dell’emancipazione della donna, la questione dell’etnia, ecc.. Tali
differenze assumono un ruolo principale nell’arte degli anni 90-2000. In particolare ci
sono alcune artiste donne che hanno fatto la differenza in ambito non solo artistico
ma anche politico e sociale. Per citarne alcune, partiamo da: Adrian Piper che
impiega delle strategie nell’ambito della performance art, della video art e dell’arte
concettuale, prendendo in analisi “patologia visiva” del razzismo, infatti, Piper mette
in scena immagini stereotipate, come il macho africano. ciò che ne deve risultare,
secondo la visione dell’artista, è questa riflessione critica non solo dell’atteggiamento
che ogni spettatore ha, nei confronti del razzismo, ma soprattuto c’è un confronto
diretto, si potrebbe definire un rapporto a specchio di ogni spettatore si confronta con
l’altro nella misura in cui non è più l’opera (che fa da tramite) a dare un messaggio
ma al contrario lo spettatore stesso. seppur da un’altra prospettiva, il lavoro di Carrie
Mae Weems , richiama l’attenzione sulla percezione delle famiglie nere degli anni
90 , usando immagini e storie personali. Anche la weems utilizza il mezzo
fotografico, come nella serie “tavolo da cucina” 1990. Seduti a un tavolo da cucina
sotto un luce cruda, l’insieme delle immagini scorrono accompagnate da testi

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narrativi in terza persona che rimuginano sulle diverse esigenze dei desideri
personali, sulle relazioni romantiche, sulle sistemazioni domestiche e sugli obblighi
di lavoro quotidiano. Lorna simpson è interessata all’alienazione prodotta dagli
stereotipi e rivendica la condizione della donna nera, nella società. I temi principali
sono “il razzismo” e il “sessismo”. l’artista vuole mostrare la trasformazione e
rimodellare la figura della donna attraverso degli scatti che non per forza mostrano la
donna per intero ma ad esempio possono mostrare alcuni particolari come la camicia
di cotone domenicale o spesso la donna negli scatti è presentata di spalle. L’idea della
Simpson è che tali visioni nascoste o parziali sollecitano la nostra curiosità ma
frustrano anche qualsiasi desiderio di impadronirsi delle figure attraverso dettagli
feticisti o immagini totali. Altri artisti invece esasperano gli stereotipi fino ad arrivare
a un’esplosione critica. Rotimi- fani- Kayode originario della nigeria, africano gay,
esagerò i cliché primitivi di sessualità africana nei suoi ritratti di uomini neri
seminudi, che sono mostrati dipinti, con piume o altro genere di costume esotico
“tribale”. Yinka Shonibare nella serie di 3 fotografie “effnick” si attribuisce costumi
sontuosi e poste altezzose da gentiluomo inglese. Louise borgeois ed Eva Hesse sono
diventate veramente influenti negli anni 80-90. Artiste di questo genere volevano
portare a galla la figura della donna, attraverso l’esplorazione del corpo e degli spazi
modellati psicologicamente. Entrambe come anche l’artista gay Robert Gober hanno
sviluppato un modello di arte come “ripetizione dell’esperienza traumatica”. Rona
pondick sembra oggettivare le fantasie infantili, es. Bocca 1993, rappresenta le
pulsioni sadiche-orali . kiki smith evoca i soggetti madre- figlio, ma anche la
“perdita”, pulsione di morte. Infatti la Smith ha spetto colato organi vitali in materiali
diversi, come cera, bronzo ecc.
Come spesso fa la borgeois, Smith evoca un assalto al patriarcato, ma mentre la
borgeois immagina che sia l’uomo ad essere distrutto, Smith si concentra su una
donna violentata e/o in lutto. Robert gober fa anche lui dei calchi del corpo,
principalmente nelle sue opere non viene mostrata la figura per intero, maschile per
lo più, ma vengono fruttate alcune parti del corpo come le gambe, nel qualche
vengono poi inseriti altri oggetti come candele e tubi. Gober presenta queste parti del
corpo per richiamare i rapporti intricati tra esperienza estetica, desiderio sessuale e
morte. Il risultato è un’esperienza perturbante che sembra sia passata che presente, sia
immaginata che reale. Paul McCarthy attaccò le figure convenzionali dell’autorità
maschile con l’aiuto di maschere grottesche e costumi bizzarri. Usa gli strumenti
come potrebbe utilizzarli un bambino, per manipolare un mondo attraverso i giochi,
per creare una fantasia. L’artista attacca l’ordine simbolico con performance di
regressione infantile. Mike Kelley che quest’ordine è già incrinato con le sue
installazioni che spesso seguono le tracce degli interessi deviati dall’adolescente
maschio. L’arte dei primi 90 sembra pervasa da avvilimento e rigetto, di confusione e
spapagliamento, di sporco ed escrementi. “arte abietta” è, in quanto tale, il processo
che si separa dal proprio ambiente ciò che "non sono io." Concetto di abiezione di
Kristeva è utilizzato comunemente per spiegare popolari narrazioni culturali di
orrore, e comportamenti discriminatori si manifestano in misoginia , misandria ,
l'omofobia e il genocidio . Julia Kristeva ha sviluppato l'idea del abietto come ciò che
è respinta da / disturba ragione sociale - il consenso comune che è alla base di un

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ordine sociale. Il "vile" esiste pertanto qualche parte tra il concetto di un oggetto e il
concetto del soggetto, che rappresenta tabù elementi del sé appena separato fuori in
una liminare spazio. Kristeva sostiene che entro i confini di ciò che si definisce come
soggetto - una parte di se stessi - e l'oggetto - qualcosa che esiste indipendentemente
da se stessi - non risiede pezzi che una volta erano classificati come una parte di sé o
di un'identità che da allora è stato respinto - il abietta. E 'importante notare, tuttavia,
che Kristeva ha creato una distinzione nel vero senso della abiezione: non è la
mancanza di "pulizia o la salute" che provoca abiezione, ma quello che disturba
l'identità, il sistema, e l'ordine. Dal momento che l'abietto si trova al di fuori del
ordine simbolico , essere costretti ad affrontare è un'esperienza di per sé traumatico,
come con la repulsione presentato dal confronto con sporcizia, rifiuti, o un cadavere -
un oggetto che viene violentemente gettato fuori dal mondo culturale, avendo una
volta stato un argomento. Così il senso della abietta integra l'esistenza del Super-io -
il rappresentante della cultura, dell'ordine simbolico: in aforisma di Kristeva, "A
ciascuno il suo oggetto ego, a ciascuno il suo Super-io abietta". Dal punto di vista
psicoanalitico di Kristeva, abiezione è fatto per la parte di noi stessi che escludiamo:
la madre, ’oggetto che ci ha creato, al fine di costruire un'identità. Abiezione si
verifica sul livello micro dell'essere parlante, attraverso le loro dinamiche soggettive,
così come a livello macro della società, attraverso il "linguaggio come una legge
comune e universale". Usiamo i rituali , in particolare quelli di contaminazione, per
tentare di mantenere chiari confini tra natura e della società, la semiotica e il
simbolico, paradossalmente sia escluso e rinnovare il contatto con l'abietto in atto
rituale. Il concetto di abiezione è spesso accoppiato (e talvolta confuso) con l'idea di
perturbante , il concetto di qualcosa che è "un-home-like", o straniero, eppure
familiare. L'abietta può essere inquietante, nel senso che possiamo riconoscere aspetti
in essa, nonostante il suo essere "straniero": un cadavere, essendo caduto fuori
dell'ordine simbolico, crea abiezione attraverso la sua stranezza - crea una dissonanza
cognitiva .Le radici dell'arte abietta andare molto indietro nel tempo. Tate definisce
l'arte abietta come ciò che "esplorano temi che trasgrediscono e minacciano nostro
senso di pulizia e decoro [,] particolare riferimento alle funzioni del corpo e del
corpo". Pittori esprimono un fascino per sangue molto prima Rinascimento ma non è
stato fino al dada movimento che il fascino con trasgressione e tabu reso possibile per
arte abietta, come movimento, esistere. E 'stato influenzato da Antonin Artaud s'
Teatro della Crudeltà . Il Whitney Museum di New York ha identificato l'arte abietta
nel 1993. E 'stata preceduta da film e prestazioni dei azionisti viennesi , in
particolare, Hermann Nitsch , il cui interesse per l'idea di Schwitter di un
Gesamtkunstwerk (opera d'arte totale) ha portato alla sua creazione del gruppo di
teatro radicale, noto come l'Orgien-MysterienTheater . Il gruppo ha utilizzato
carcasse di animali e lo spargimento di sangue in modo rituale. Nitsch servito tempo
in carcere per blasfemia prima di essere invitato a New York nel 1968 da Jonas
Mekas. Nitsch ha organizzato una serie di performance che ha influenzato la scena
radicale dell'arte di New York. Altri membri della azionisti viennesi , Gunter Brus ,
che ha iniziato come pittore, e Otto Muehl collaborato prestazioni. Le prestazioni di
Gunter Brus coinvolte pubblicamente urinare, defecare e si taglio con una lama di
rasoio. Rudolf Schwarzkogler è noto per le sue foto che trattano l'abietto. Alla fine

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del 1960, la performance art diventato popolare a New York, anche da Carolee
Schneemann . Mary Kelly , Genesis P. Orridge e GG Allin hanno fatto questo tipo di
arte. Negli anni 1980 e 1990, il fascino con i Poteri dell'orrore , il titolo di un libro di
Julia Kristeva , ha portato ad una seconda ondata di artisti radicali prestazioni di
lavoro con i fluidi corporei, tra cui Ron Athey , Franko B , Lennie Lee e Kira O'
Reilly . Kristeva stessa associata esperienza estetica del abietto, come l'arte e la
letteratura, con la catarsi poetica - un processo impura che permette all'artista o autore
per proteggersi dal abietta solo immergendosi all'interno di esso. Alla fine del 1990,
l'abietto divenne un tema di radicali artisti di performance cinese Zhu Yu e Yang
Zhichao . L'abietta anche iniziato a influenzare gli artisti tradizionali tra cui Louise
Bourgeois , Helen Chadwick , Gilbert e George , Robert Gober , Kiki Smith e Jake e
Dinos Chapman , che sono stati tutti inclusi nel Whitney spettacolo 1993. Altri artisti
che lavorano con abiezione includono New York fotografi, Joel Peter Witkin , il cui
libro L'amore e la redenzione e Andres Serrano cui pezzo intitolato Piss Christ
causato uno scandalo nel 1989.

L’apartheid Il termine “apartheid” significa “separazione” e deriva dalla lingua dei


boeri (o afrikaners), i primi colonizzatori, di origine olandese, del Sudafrica, da
sempre favorevoli ad una politica razzistica. Essi costituivano la maggioranza della
popolazione bianca ed ebbero, sin dall`inizio dell`Ottocento, forti contrasti con gli
inglesi, anche per una diversa concezione dei rapporti con gli indigeni. Benché
elementi di segregazione razziale fossero stati introdotti nel Sudafrica già all’inizio
del Novecento, è nel secondo dopoguerra che l’apartheid prende definitivamente
forma con l’entrata in vigore di una serie di leggi che negano ogni diritto politico,
sociale ed economico ai neri. Il video ricostruisce le origini di un periodo di
segregazione razziale e di lotte politiche. L’album fotografico nero 1997 di Santu
Mofokeng, non è altro che un recupero di una realtà culturale e visuale : identità
africana e modernità non sono in opposizione. Mofekeng ritrae anche sui treni
affollati tutti gli individui dei diversi distretti/aree che si riuniscono per cantare e
pregare. David goldblatt fu ad esempio il padre della fotografia documentaristica in
sudafrica.
Il volume “sulle miniere” ritrae sia lavoratori bianchi che neri, e delinea il complesso
mondo minerario presentandolo sia come una configurazione sociale strutturata
dall’aparheid esemplificata nella fotografia del funerale di 58 scavatori di pozzi nel
1969. L’artista fu il fondatore del market photo workshop nel 1989, una scuola di
fotografia multietnica. Zwelethu mthethwa artista sudafricano più noto nel periodo
post-apartheid : realizza “interni” opere fotografiche , in cui vengono raffigurati spazi
domestici modesti e improvvisati. Secondo mthethwa il colore da dignità, perche
individualizza che p anche l’effetto della straordinaria serie di fotografie di
nontsikelelo veleko intitolata “la bellezza è negli occhi di chi guarda”. In sudafrica
dove la gente di colore era vista come non-cittadina, ai neri non era permesso
restituire lo sguardo, ma il soggetto dell’opera fotografica fissa lo spettatore come se
la restituzione dello sguardo assumesse grande intensità. 1998 Lo spazio dell’arte non
è mai cosi neutrale. james Turrell che realizzò enormi capi di luce colorata, la forma
percettiva diventa sublime per certi versi, lo spettatore non capisce l’esatta

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collocazione dell’illuminazione. Peter campus e bruce Nauman usarono ad esempio


la videocamera per trascinare lo spettatore direttamente all’interno dell’opera. Bill
viola ha cercato di rappresentare e riprodurre differenti esperienze corporee; stati di
tranquillità e agitazione spesso collidono nella medesima opera es. “il sonno della
ragione” Negli anni 90 artisti come Jeff wall e Andreas gursky fanno dell’immagina
un ibrido tra pittura e fotografia. Per wall diventa un automatismo l’utilizzo del
collage e del montaggio; la frammentazione quindi diventa sia dell’opera che del
soggetto che la osserva. Quando wall espone le sue immagini fotografiche imita
l’esposizione pubblicitaria, ma anche i momenti salienti di opere d’arte storiche del
periodo neoclassico. Jeff wall realizza “la stanza distrutta” che sembra essere
l’appartamento rovinato di una prostituta, vuole evocare il dipinto di Eugene
Delacroix “la morte di sandanapalo”. Sam Taylor wood cita dipinti storici in alcuni
dei suoi lavori, i quali includono installazioni video e sonore e grandi fotografie. La
wood è interessata alle condizioni estreme es “soliloquio”, riferimento alla morte di
Marat. Andreas Gursky anche lui produce una sorta di tensione pittorica, lavorò a
colori e sviluppo il montaggio digitale. es. “salerno” 1990 è un vasto panorama di
veicoli, contiene e gru, merci codificate secondo i colori, una “seconda natura della
distribuzione commerciale che ha sommerso l’antico paesaggio di questo porto
mediterraneo. Il concetto di post-produzione Questo termine sottolinea le
manipolazioni secondarie come effetti speciali, montaggi ecc, presuppone un
mutamento dello statuto dell’opera d’arte in cui l’arte alta e la cultura di massa si
deridono a vicenda. Questo modo di operare include artisti come Rikrit Tiravanija,
Felix Gonzales Torres, Pierre Huyghe, Liam Gillick, Thomas Hirschhorn, Gabriel
Orozco, Phillip Parreno , tacita Dean, Marc Dion, Sam duran ecc. Questa
manipolazione o sovrabbondanza d’informazione, o semplicemente questo approccio
assomiglia o viene ereditata dalle provocazioni duchampiane.
Anche bourriaud vede l’arte come un insieme di unita che devono essere riattivate
dallo spettatore- manipolatore. Come nei tentativi pretendenti di coinvolgere
direttamente il pubblico, c’è un rischio di illeggibilità che potrebbe far diventare
l’artista la figura principale e l’interprete primario del lavoro. Scultura post-moderna
Partendo dai combine painting di raushenberg, le accumulazioni di arena e le sublimi
costellazioni di martial raysse, i nuovi scultori condividono i segnali di una
percezione scultorea ormai mediata dalle forze delle merci, della pubblicità e dai
dispositivi tecnologici. I paradigmi del collage, del montaggio e dell’assemblage e
l’espansione spaziale e quantitativa nella pop art e nel nouveau realismo diventarono
il riferimento per gli artisti più giovani degli anni 80. In quest’epoca Christie’s e
Sotheby’s rappresentano le più importanti case d’asta. Gli stessi artisti sono degli
azionisti e fanno affidamento sulle case d’asta per vendere le proprie merci/opere.
Hirst, koons, Murakami si sono fatti strada in questo grande mercato (finanziario). Al
di la del valore artistico che le opere d’arte possono avere, il valore economico
domina l’arte. L’opera esiste non perché c’è un artista che la crea ma perché il
mercato dell’arte, le aste comprano l’oggetto. 2009 E-flux è una piattaforma che
permette agli artisti un’autonomia economica e artistica indipendentemente dalle
gallerie. In pratica offre un database multifocale dell’arte attuale. L’arte
contemporanea, nello specifico di Pierre Huyghe o di Rirkrit tiravanija è un arte

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“ospitale” nel senso che lo spettatore si trova in uno spazio reale in cui si svolgono
azioni differenti. Uno degli aspetti più interessanti della pratica di tiravanika è
chiamata “uscita dell’azione” quando per esempio nessuna cucina è messa in atto ma
i resti dell’’attività rimangono comunque presenti : gli utensili sporchi e i frammenti
di cibo vengono lasciati incrostati. Tania bruguera nata a cuba nel 68 è un’artista che
si interessa all’”arte de conducta”. Bruguera è stata arrestata e rilasciata tre volte nel
periodo compreso tra dicembre 2014 e gennaio 2015 per aver organizzato uno
spettacolo pubblico nella Plaza de la Revolución a L’Avana. È stata arrestata insieme
a diversi altri artisti, attivisti, blogger e giornalisti cubani che hanno partecipato alla
campagna 'Yo Tambien Exijo'. La campagna è nata dopo le dichiarazioni di Raúl
Castro e Barack Obama del 17 dicembre 2014 sul ripristino dei legami diplomatici,
cosa che avrebbe posto potenzialmente fine a cinque decenni di ostilità. Ana
Mendieta ispirazione . Arte del comportamento, essa può essere intesa da boudrillard
come “estetica relazionale. Espressione di boudrillard “fascio di relazioni” è
particolarmente adatta e utile per esplorare la distinzione tra gli artisti europei e
nordamenrica. È importante riconoscere che le opere di arte partecipata, incluse le
installazioni che incorporano i visitatori in un ambente immerso e le azioni mettono
in scena un incontro intensificato con il corpo di un artista e/o performer, sono state
parte dell’arte moderna, almeno dal 1916 quando il cabaret voltaire dada apri le porte
a zurigo Jutta Koether è un’artista tedesca, trasferitasi a new york nel 91. Le
dinamiche della pittura della koether si ispirano, per certi versi, alla tecnica all’all-
over, le pennellate sono rapide e i colori vibranti; si definisce una “pittura transitiva”
di cui l’artista rappresenta solo un umore, instaura un passaggio tra l’interno e
l’esterno del quadro. es. quadro lux interior- galleria regna spaulings, new york 2009-
è prevalentement rosso, il colore del sangue e della collera: il suo gesto diventa
ambivalente: auto affermazione e interpretazione.Il lavoro di Koether è anche
affiliato a Martin Kippenberger . La loro relazione è iniziata a Colonia quando lo ha
intervistato per la rivista Spex . Sebbene il suo lavoro non sia così grandioso come
Kippenberger, entrambe le loro opere interagiscono con la fitta storia della pittura
europea, e più precisamente, della pittura tedesca. Le opera di kippenberger
comprendevano ibridi tra pittura e scultura. Kippenberger rappresenta insomma un
caso di frontiera, sospeso tra espressionismo e pop, ascrivibile a una linea a volte
fatta risalire a Picabia per la sua profanazione della pittura e della sua aura. Stephen
Prina (nato nel 1954) è un artista americano. Il suo lavoro è stato classificato come
post-concettualismo e comprende disegno, pittura, scultura, fotografia, installazione,
video e film. In Exquisite Corpse ,cadavere squisito: l’opera completa di manet , una
serie iniziata nel 1988, iniziò a realizzare un dipinto della stessa dimensione e forma
di ogni quadro registrato in un catalogo del 1969 delle opere di Manet . Prina è anche
compositore e musicista.
Alta definizione delle immagini. Fatto e finzione. La Guerra d’Iraq è l’esempio
migliore per trattare questa tematica, in quanto è stata “sceneggiata” dettagliatamente
dai mass media per garantire un “consumo domestico”, mettendo quasi da parte le
immagini legate alle violenze scaturite dall’invasione, ponendo invece note di merito
alla tecnologia degli armamenti invasori, proprio come se ci si trovasse di fronte a un
videogame o a uno schermo ad alta definizione. Thomas hieschhorn suggerisce nelle

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sue opere una comunità di consumatori in cui la cultura popolare e l’aggressione


militare sono apparentemente intrecciate. es. utopia, utopia= un mondo, una guerra,
un esercito, un abito 2005 E “impegno superficiale, galleria barbara gladstone, new
york, 2006. sono due mostre dell’artista svizzero Thomas Hirschhorn rappresentanti
chiaramente le modalità in cui la società, dunque i fruitori delle immagini trasmesse
da televisione e giornali, ha percepito la guerra. Con la prima mostra è stato possibile
osservare come la diffusione del motivo decorativo mimetico abbia invaso la
comunità anche nel campo della moda, proponendo look mimetici in modo ripetitivo,
abolendo così il collegamento fra mondo militare e violenza. Differente è stata
Impegno superficiale, una mostra che ha posto di fronte agli occhi del pubblico un
crudo scenario di guerra con fotografie immortalanti corpi devastati dalla violenza,
crani esplosi e parti del corpo sparse qua e là, una vera e propria rappresentazione
della realtà che nonostante il forte impatto che ha provocato sull’emotività del
pubblico ha reso giustizia alla verità nuda e cruda che è stata omessa dai mass media.
La scelta di determinate immagini per la diffusione dell’informazione è lo strumento
perfetto per indirizzare il pubblico verso una specifica corrente di pensiero,
l’immagine legata alla guerra diventa un vero e proprio mezzo di controllo della
mente dell’uomo, della società. Si potrebbe chiamare “etica delle immagini”,
attraverso l’esplorazione e la dimostrazione di come le immagini possono costruire il
nostro rapporto con gli altri e determinare l’esperienza di un mondo condiviso.
Infatti. Addomesticare la guerra attraverso la cultura popolare aiuta ad oscurare le sue
conseguenze reali e cosi a renderla moralmente giustificabile dai cittadini stessi. “9
sceneggiature da una nazione in guerra” documenta 12, Kassel, germania, È un opera
realizzata da Andrea geyer, Sharon Hayes, Ashley Hunt, katya sander e David
Thorne, che propongono attraverso piccoli monitor, cuffie per il suono e sedute
individuali, le sceneggiature dedicate a 9 tipi di persone che dal loro punto di vista
hanno osservato le immagini della guerra. In quest’opera si crea un dubbio
sull’autorevolezza delle dichiarazioni individuali perche proprio per questa esigenza
della testimonianza individuale, si mostra invece l’assenza o la presenza di un
pubblico. la testimonianza può essere rimodificata o anche finalizzata, le voci sono
snaturate, separate dai particolari individui e filtrate invece da tipi e situazioni.
Harum farocki guarda ad un altro tipo di potere delle immagini : la loro capacità di
racchiudere gli spettatori in mondi virtuali , “giochi seri 1:immersione 2009. Farocki
fa appello al “gesto dell’immagine”, con riferimento a Horst Bredekamp, ora le
definisce immagini “operative”, la cui natura non è tanto riproduttiva quanto quella di
“strumenti” d’azione. I film, tra i suoi più famosi e su cui diversi testi del volume si
soffermano, sulle immagini di guerra, quella del Golfo o quelle simulate nei
videogame o nei video di addestramento militare, hanno fatto parlare di “immagini-
bombe”, rovesciando le bombe di sola immagine di quelli. L’operatività è senza
dubbio anche uno dei concetti centrali per la riflessione sui rivolti politici sempre
rimasti centrali nel lavoro e nella riflessione di Farocki: il cinema, l’opera, non come
espressione del proprio pensiero personale, ma come “restituzione”, per usare la
formula che Georges Didi-Huberman ha ripreso da Jacques Derrida, che acquista un
duplice, se non triplice significato: restituzione alla collettività, resa pubblica e
disponibile alla conoscenza di tutti, e resa visibile, nonché restituzione al visibile di

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ciò che vi si sottraeva o ne era rimosso. Il cinema è il centro intorno a cui ruota tutta
l’operazione complessiva di Farocki – altra “restituzione” –, il ruolo che svolge nei
processi creativi altri, quelli del video, delle installazioni, ecc., il punto di ritorno
costante dell’opera di Farocki, il suo “medium”, potremmo dire oggi nel senso più
pregnante del termine, quello dell’insieme di regole che determinano il processo
creativo. Proprio su quest’ultima questione mi si lasci deviare un momento per poi
tornare e concludere. Jenny Holzer è una delle pioniere dell'arte contemporanea più
apprezzate d’America, neoconcettualismo. dalla fine degli anni '70 questa artista si
occupa di temi pubblici e privati, di corpi politici e statali, di fatti reali e di finzione.
Servendosi di aspetti presi in prestito dalla cultura dei mass media, sin dagli albori
della sua pratica artistica la Holzer provoca e sfida i preconcetti legati al ruolo
dell'arte nella società di oggi. Il suo lavoro spazia da secche e brevi frasi a veri e
propri flussi di coscienza legati alla condizione umana.I versi dei lavori di Jenny
Holzer parlano di violenza, oppressione, genere, sessualità, potere, guerra e morte. Le
modalità di comunicazione più spesso associate alle informazioni istituzionali, ai
notiziari e alla pubblicità diventano, nella sua opera, uno strumento tagliente per
affrontare questioni di natura politica e sociale. Ai weiwei è un artista cinese che ha
lavorato sulla moltitudine - l’uno e molti- fondamentale per qualsiasi dibattito sulla
globalizzazione. “semi di girasole” è un installazione di 100 milioni piccoli pezzi,
riprodotti in ceramica a grandezza naturale. Ai weiwei trasporta un significato-
simbolo della civiltà avanzata, come il marchio della coca-cola, su ceramiche
antiche/tradizionali. “Favola” anch’essa un opera installata ,realizzata per documenta
12 ,2007, giustappone due diversi pubblici che erano in pericolo di non incontrarsi :
cittadini cinesi che scoprono una città europea e un pubblico composto da europei e
americani. Zhang huan nato nel 65, viene riconosciuto per le sue radicali
performance. es. 12 m2 nel 1994, sedette nudo per un’ora, coperto di miele e olio di
pesce in un sudicio gabinetto pubblico del suo quartiere nella parte est di beijing.
Durante quest’ora, coperto di mosche, Zhang mantenne la concentrazione e la calma
associate alle performance basate sulla resistenza degli artisti es burden e abramovic.
12 m2 dimostrò lo sviluppo irregolare delle città cinesi, dove le strutture primitive e
obsolete possono esistere a fianco di grattacieli serviti da infrastrutture urbane
completamente nuove. Zhang ha mostrato quello che la modernizzazione cerca di
nascondere : i bisogni impellenti, la gestione dei rifiuti, ma l’opera serve anche come
allegoria dei rapporti tra presenza fisica ed emotiva e memoria retrospettiva . 2010 Ci
sono due giustificazioni date più frequentemente per presentare le merci al posto
dell’arte. 1. La scelta dell’oggetto da parte dell’artista è ciò che conta per fare di
quell’oggetto un opera d’arte. - ready-made 2. Le merci diventano messaggi visivi,
colmi di significati che rendono quel dato oggetto - un simbolo/icona. 3. Ready-made
umano, artiste come Cindy Sherman incarnano personaggi steriotipati, barbara
Kruger si appropria di fotografie come sfondo di incisivi testi grafici. Nasce una 3
opzione che è quello dell avatar- reale/virtuale. Il termine Corporation/corporazione
indica un gruppo organizzato. Claire Fontaine nasce nel 2004 dalle menti creative di
Fulvia Carnevale e James Thornhill; duo nella vita e negli intenti progettuali, ma
artisti già prima di incontrarsi, si uniscono sotto la vocazione di creare un linguaggio
inedito, svincolato dalle proprie singolarità creative ed emancipato dal peso delle

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biografie personali. Il nome, desunto da una nota marca di quaderni scolastici


francesi, sigilla molteplici pratiche linguistiche che spaziano dall’installazione al
video alla pittura, con l’intento di attuare un ready-made concettuale su temi quali la
trasversalità culturale, l’impotenza politica e il concetto di valore e crisi individuale
nella società contemporaneala mostra Foreigners Everywhere da Reena Spaulings a
New York, sancirà a pieno titolo il loro ingresso nel sistema artistico professionale. Il
ricordo dell’11 settembre era ancora molto vivo e come lavoro: una scritta neon in
arabo che significava ‘stranieri ovunque’; la reazione del quartiere ebraico fu
estremamente negativa. La galleria espose in la traduzione della scritta a fianco
all’opera, ma non servì. Abbiamo subito altri momenti di censura: è successo di rado
ma con violenza inaspettata. Nel 2009 la Bank of America a Miami ha rifiutato –
dopo aver inizialmente acconsentito – l’allestimento del nostro neon “Capitalism
Kills Love”… Nel 2011 la nostra performance sonora, propagata dagli altoparlanti
della fiera di Bruxelles, che forniva informazioni promozionali sulle opere in vendita,
fu fatta tacere dai galleristi dopo pochi minuti; fu un caso interessante perché benché
il tutto fosse curato dalla rivista Mousse e precedentemente approvato e finanziato,
appena messo in pratica fu bloccato per il suo potere dissacratore. Ci sono però anche
bei ricordi, come quello legato alla Nuit Blanche a Parigi nel 2011, in cui hanno
installato la serie di neon “Foreigners Everywhere” nelle lingue di tutte le etnie che
abitano Belleville, il quartiere dove abitavamo, coinvolgendo attivamente tutta la
comunità; quando scese la notte con i lampioni spenti e le sole luci delle finestre e dei
due caffè c’era un’atmosfera onirica. Le persone si sentivano rappresentate e non
colonizzate dall’arte contemporanea” In quegli anni è di fondamentale importanza il
legame stretto con Bernadette Corporation, collettivo di artisti sito nella grande mela,
con il quale nasce un vivido rapporto di interscambio culturale sin dagli esordi; dalla
loro frequentazione inizia anche la relazione collaborativa con Reena Spaulings,
galleria newyorkese e costola creativa dei Bernardette, con la quale lavorano
tutt’oggi. “Abbiamo pochi amici intimi nel campo dell’arte, che è un luogo di grande
promiscuità in cui i rapporti sono molto casuali. Cuauthémoc Medina è un curatore e
un amico con cui abbiamo forti affinità politiche e comuni interessi gastronomici. Hu
Hanru è anche un curatore che ha un’etica affine alla nostra, apprezziamo molto il
suo approccio rigoroso e centrato sulla ricerca” Molti sono stati i contesti geografici
che hanno ospitato le performances e i lavori di Claire Fontaine; tra questi anche il
museo MUSAC di Léon, in Spagna, dove è stata possibile grazie alla collaborazione
di Mania Inès Rodriguez e Agustin Rubio, la combustione della loro opera P.I.G.S,
superando i chiari rischi di un incendio doloso all’interno di un museo. Il loro è un
percorso professionale dai tratti atipici, fatto non solo di momenti istituzionali, ma
spesso concentrato sulla creazione di opere all’uopo per contesti alternativi come
luoghi autogestiti, spazi pubblici, privati e inoltre senza tralasciare la fondamentale
esperienza della residenza d’artista. “Non avevamo la macchina e passavamo molto
tempo a piedi nello spazio pubblico a spingere su e giù nostro figlio neonato nel
passeggino su per le salite massacranti e giù per le discese pericolose. Durante questi
lenti spostamenti abbiamo potuto osservare con attenzione chi in strada ci viveva, ci
dormiva e ci lavorava. I senza tetto raccolgono lì le lattine vuote nei secchi della
spazzatura per portarle ai centri di riciclaggio in cambio di un modesto compenso.

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Questi luoghi di raccolta e trattamento dei rifiuti si chiamano ‘redemption centres’. I


sacchi trasparenti con cui trasportano i rifiuti ci sono parsi bellissimi e molto
interessanti. Abbiamo quindi costruito la nostra mostra conclusiva della residenza al
CCA Wattis Institute for Contemporary Art di San Franciscosospendendone diverse
centinaia al soffitto, come Duchamp aveva fatto coi sacchi di carbone all’esposizione
internazionale del surrealismo nel ’38. Lavorando sull’affinità tra il termine ready-
made e rédimé (redento) che Duchamp stesso sottolinea nei suoi scritti, abbiamo
creato per le lattine un limbo di valore quale opere d’arte. Finita la mostra hanno
perso il loro status e sono tornate ai centri di riciclaggio per rientrare nel ciclo
produttivo”. Nel 2016, grazie al curatore Pier Paolo Pancotto, espongono a Villa
Medici l’opera/ denuncia– sul tema della migrazione – intitolata Camp e realizzata da
una lunga catena di fili e panni stesi fluttuanti sopra tutto il giardino esterno, una
scritta neon “ma l’amor mio non muore” e intervenendo contestualmente con tre
sculture nei locali della casa-museo di Pietro Canonica; una serie di tre personaggi
che celebrano la figura dell’artista di strada. “Ogni opera d’arte mendica (denaro,
attenzione, tempo), loro lo fanno mostrando una parentela con gli artisti di strada, e
agì come una critica spietata alle bianche sculture del Canonica di persone celebri e
alle allegorie orrendamente sessiste della guerra” Dopo vent’anni di vita Parigina,
Claire Fontaine nel 2017 si trasferisce a Palermo alla ricerca di nuova energia. A
giugno di quest’anno, in occasione dell’ottava edizione di “Viaggio in Sicilia” e a
cura di Valentina Bruschi, collocano nella tenuta di Sciara nuova dell’azienda
vitivinicola Planeta un opera site-specific permanente: una scritta neon lunga 20 metri
e installata sulla facciata di un edificio rurale che guarda la valle dell’Alcantara. Una
citazione tratta dal saggio La scomparsa di Majorana di Leonardo Sciascia “Si
divertiva a versar per terra e disperdere l’acqua della scienza davanti a coloro che ne
erano assetati”, con la quale lo scrittore descrive la scomparsa dell’illustre fisico.
“Nel periplo del viaggio in Sicilia che i Planeta propongono agli artisti da loro
invitati, abbiamo visitato la casa della famiglia Majorana in cui Ettore passava le sue
estati…è stato pubblicato anche un catalogo intitolato Energia Libera che documenta
questo progetto, noi lo abbiamo vissuto come un dono a una terra che ci sta dando
tanto, speriamo che sia il primo di una lunga lista”. Cao fei artista cinese, ha costruito
un videogioco “second life” 2003 che simula tridimensionalmente a livello urbano la
Cina ma anche a livello sociale i rapporti tra gli individui. Nella realtà immersa del
gioco , compiere un movimento da un luogo ad un altro risulta istantaneo. Cao fei da
la possibilità agli utenti di costruire “un altro se” all’interno del mondo virtuale. Il
vero scopo è quello di cominciare a domarsi com’è possibile “coabitate” questi due
mondi, e soprattutto se sarà possibile, in un futuro, aver chiara questa distinzione di
questi luoghi. The Atlas group - È un’entità inventata da Valid Raab, che si occupava
di documentare la storia recente del libano. Il progetto mantiene in se una tematica
molto profonda ovvero quello di “alfabetizzazione visiva”, cioè far comprendere
quando l’immaginazione o l’invenzione supera la documentazione o i fatti realmente
accaduti. The atlas group ha prodotto 3 tipi di documenti: 1. Tipo A: file che
contengono documenti che produciamo o che appartengono ad organizzazioni
immaginari. 2. Tipo FD: file che contengono documenti che produciamo o che
appartengono ad organizzazioni anonime. 3. Tipo AGP: file che contengono

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documenti che produciamo e che attribuiamo ad Atlas group. Tutti questi tipi
d’informazione facevano perno sulla sorprendete facilità con cui si dà autorevolezza
all’informazione. The Yes Men I Yes Men sono un duo di attivisti che si intromette
nella cultura e una rete di sostenitori creati da Jacques Servin e Igor Vamos .
Attraverso varie azioni, i Yes Men mirano principalmente ad aumentare la
consapevolezza su problematiche sociali e politiche problematiche. Ad oggi, il duo ha
prodotto tre film: The Yes Men (2003), The Yes Men Fix the World (2009) e The Yes
Men Are Revolting (2014). In questi film, impersonano entità che non amano, una
pratica che chiamano "correzione dell'identità". I Yes Men operano sotto la
dichiarazione della missione secondo cui le bugie possono esporre la verità. Creano e
gestiscono siti Web falsi simili a quelli che intendono falsificare, il che ha portato a
numerosi inviti a interviste, conferenze e talk show televisivi. Sposano la convinzione
che le società e le organizzazioni governative spesso agiscono in modo
disumanizzante verso il pubblico. Gli oggetti di scena elaborati a volte fanno parte
dell’astuzia Gli Yes Men spesso implementano un approccio satirico: si pongono
come un'entità potente (in genere un rappresentante o dirigente di una società o del
governo) e fanno commenti ridicoli e scioccanti che caricano la posizione ideologica
dell'organizzazione o della persona. I Yes Men hanno fatto da portavoce per l'OMC,
McDonald's , Dow Chemical e il Dipartimento degli alloggi e dello sviluppo urbano
degli Stati Uniti Le loro esperienze sono state documentate nel film The Yes Men ,
[5] distribuito da United Artists, nel documentario sulle guerre informative e nel libro
The Yes Men: The True Story of the End of the World Trade Organization ( ISBN 0-
9729529-9-3 ). Andy Bichlbaum e Mike Bonanno hanno anche diretto un film del
2009 intitolato The Yes Men Fix the World , presentato in anteprima al Sundance
Film Festival . Nel 2009 hanno lanciato il loro canale video online su Babelgum . Il
loro terzo film, The Yes Men Are Revolting , è stato presentato in anteprima al
Toronto International Film Festival del 2014 . I Yes Men incoraggiano attivisti e
gruppi di studenti a far sentire la propria voce attraverso conferenze che si
infrangono, creando siti Web falsi e venendo arrestati. [8] Dow chemical 2003 Il 3
dicembre 2004, ventesimo anniversario del disastro di Bhopal , Jacques Servin è
apparso su BBC World come "Jude Finisterra", il nome del vero portavoce di Dow
Chemical, la società responsabile del disastro chimico a Bhopal, in India, il 3
dicembre 1984. Il governo indiano ha riferito che Il disastro di Bhopal divenne uno
dei peggiori disastri chimici della storia e il nome Bhopal divenne sinonimo di
catastrofe industriale. Immediatamente dopo il disastro, UCC iniziò i tentativi di
dissociarsi dalla responsabilità della perdita di gas. La Corte suprema indiana alla fine
ha mediato un accordo in cui UCC ha accettato la responsabilità morale e ha accettato
di pagare $ 470 milioni al governo indiano per essere distribuito ai richiedenti come
soluzione completa e definitiva. Sul loro sito Web Dow Chemical falso, i Yes Men
affermarono che la Dow Chemical Company non aveva alcuna intenzione di riparare
il danno. La vera compagnia ricevette un notevole contraccolpo, e sia il vero Dow
che il falso Dow negarono le dichiarazioni, ma Dow non intraprese alcuna azione
reale. Ogni museo che intende esibire una varietà rappresentativa di arte moderna e
contemporanea deve in qualche modo tener conto di tutti gli ambienti, in un unico
edificio: 1. white cube : rappresenta un ambiente austero o sublimato: è lo spazio per

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eccellenza dove poter esporre opere d’arte di tipo pittorico o scultoreo 2. Black cube:
ambiente chiuso e buio dov’è possibile proiettare immagini, video, installazioni. 3.
Scatola grigia e art bay: è quel tipo di ambiente ibrido in cui si intende esibire una
varietà rappresentativa che sta tra la performance e lo spazio per eventi. Intorno agli
anni 70 , con il collasso dell’industria a new york, i loft industriali vennero utilizzati
come gallerie e musei o studi economici per artisti, come i minimalisti. La seconda
strada fu quella più diretta: ovvero la costruzione in toto di musei e gallerie, come
grandi contenitori ad es. il guggheneim di Bilbao progettato da frack Gehry. Il museo
di Bilbao diventa l’icona della città, leader di una città depressa o di una regione
trascurata che investe su questo simbolo architettonico. A bilbao come al maxxi di
Roma progettato da zaha Hadid, sono esempi di museisculture, visivamente brillanti,
tanto che gli artisti devono innanzitutto rispondere all’architettura. Gli spettatori non
sono tanto passivi da dover essere attivati, ne tanto meno completare l’opera
dell’artista, queste ultime non sono tanto morte da dover essere rianimate , e i musei
possono ammettere sia l’intrattenimento sia la contemplazione e promuovere la
comprensione lungo il percorso. Il compito del museo è quello di fungere da
macchina spazio-temporale , trasportarci in diversi periodi e culture.

Scaricato da Andrea Panza (Andrea.panza2001@gmail.com)

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