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Sigmund freud padre della psicanalisi, chiave di lettura del XX secolo, in cui il sogno
diventa un rebus colmo d’immagini ed emozioni, desideri repressi che emergono.
1900 - Vienna - artisti Klimt, Shiele, kokoskha Klimt e kokoskha esplorano il legame
tra pulsioni masochiste e sadiche, shiele indaga un altra coppia di piaceri perversi :
Voyerismo ed esibizionismo. La tradizione classica-accademica del nudo artistico
viene sostituita dal ritratto sociale, la figura viene pervasa da un disturbo psico-
sessuale. Auguste rodin 1900 scultore che viene osservato dal pittore Matisse. Il gusto
classico di Rodin non è il solo ad emergere, infatti le sue opere esprimono un
rapporto con la materia, più naturale e autentico. Matisse sviluppa figure di pieni e
vuoti, figure sinuose che tendono a mescolarsi con lo spazio. es. Rodin “uomo che
cammina” 1900 es. matisse “la serpentina”1909 Nel xx secolo Alcuni sviluppi hanno
scosso il mondo dell’arte visiva a metà del XIX secolo :
1. L’invenzione della macchina fotografica : sviluppo del realismo in arte
2. La scoperta del mondo della matematica della geometria non euclidea : messa
in discussione della prospettiva rinascimentale, suggerendo la presenza di
mondi e di prospettive multidirezionali.
3. La navigazione verso nuovi territori : la scoperta dell’arte oltre oceano e
dell’arte africana che ispirarono artisti come Gauguin e Picasso.
1905 - fauvismo
Il movimento fauves (belve) ebbe come leader Henri Matisse. Cio che impressiona di
questa libertà selvaggia è l’uso di colori puri, pennellate rapide (che vanno in
contrasto col tocco puntinismo di Seurat o con la pennellata costruttivista di Cesanne
- saint victoire). Al salon D’automne 1905 il quadro “donna con cappello” di matisse
venne acquistato da leo Stein (collezionista americano fratello di Geltrude Stein che
successivamente comprerà il quadro les demoiselles d’avignon)
1907 Picasso rappresenta con les demoiselles d’avignon un morboso scenario. Non a
caso l’artista decide cambiare i volti con maschere a dx : modello iberico a sx:
modello africano . Le figure vicine non condividono uno spazio o un’azione comune,
cromatico non figurativo che abbandona ogni riferimento al colore. Il futurismo era
coinvolto nell’eredità della pittura divisionista, la frammentazione cubista dello
spazio percettivo tradizionale, l’inserimento dei tagli di giornali e la successione della
cinepresa ( ricordare le foto di e. Muybridge : cavallo in corsa e marey), una dinamica
vista e resa dal collage.
IL CUBISMO
Fino al 1907-08 le teste iberiche e africane sono state un mezzo d’ispirazione per
picasso. Dal 1911 nasce uno stile grazie a Braque ,detto cubismo, che ha come
caratteristiche l’appiattimento dello spazio visivo, riduzione del colore: tutto ocra e
terre come una fotografia che vira al monocromo. Il cubismo si prefigge di rompere
una prospettiva unica anzi adesso l’oggetto può essere visto da qualsiasi punto, come
la ricomposizione delle vedute che avremmo se ci muovessimo realmente intorno
all’oggetto, DARE UN SENSO PLASTICO ALLA FIGURA. Picasso fu ispirato
dalla lezione del’’ultimo cesanne: pitture all’aperto che riproducevano le montagne di
saint victoire. ( PROTOCUBISMO) Per Picasso l’oggetto/rappresentazione della
realtà resta importante, tradotto in termini di pittura, non c’è più anatomia/colore
verosimiglianza ma l’immagine viene costruita attraverso i passage di luce e ombra. -
Guillaume Apollinaire, I pittori cubisti (1913) La locuzione “papier collè” viene
impiegata esclusivamente per le opere cubiste, mentre il termine collage più generico
continuava a godere di un campo semantico più esteso. I critici e gli storici parlano di
collage per creazioni che utilizzano entrambe le modalità inventate dal cubismo:
l’impiego di materiali grezzi e l’uso di carte stampate. il collage presuppone
l’incontro, prevede l’assemblaggio, implica il caso. Guernica- Pablo picasso 1937
Durante il periodo dei regimi totalitari , intorno al 1937, Pablo picasso espose nel
padiglione della repubblica spagnola,“guernica”. il dipinto mostra 4 donne nel
panico, una casa in fiamme , altre figure scappano stravolte dalla paura. Un soldato a
pezzi giace a terra, mentre un cavallo nitrisce disperato e un toro ci guarda con gli
occhi. Gli animali alludono alla bestialità del bombardamento, ma in questo mondo
alla rovescia possiedono anche un’umanità di cui gli esseri umani sembrano
sprovvisti. Picasso mette in scena i frammenti con una composizione piramidale di
bianchi, grigi e neri. Ma la genialità sta nel fatto di creare non solo una distorsione
cubista- surrealista ma una forma di segno percepibile. Il toro rappresenta la brutalità
e il cavallo il popolo. L’opera di picasso è una evidente denuncia.
Delaunay con l'avanguardia tedesca, con gli artisti del Blaue Reiter ( Kandinskij, )
C'è una visione simultanea non soltanto di tutte le facce degli oggetti che definiscono
i volumi ( soluzione cubista ) ma anche la sintesi dei tempi successivi durante i quali
noi abbiamo conosciuto l'oggetto. Si tratta di uno spazio-tempo intuitivo, che ricorda
la filosofia di Bergson, e le contemporanee ricerche dei Futuristi. Il cubismo orfico è
un atteggiamento sacrale, che innesta sull'originario cubismo ricerche sulla luce e sul
colore, fondate su analogie con la musica che preludono a soluzioni astratte( Orfeo
era il mitico musico-poeta dell'antichità dotato quasi di poteri magici ) Il cubismo fu
il primo stile a rappresentare il paradosso di arte che appare sia astratta che realista.
1912 : verso l’astrattismo L’astrattismo abbandona il rapporto “mimetico” con il
mondo, si avvicina per definizione al non- oggettivo. L’astrattismo viene spesso
proposto come “puro” . A questo punto la geometria “non euclidea” interesso diversi
artisti come Delaunay, Malevic e duchamp per la sua concezione non prospettica
dello spazio e la sua idea anti-materialista della forma. 1913 Il Suprematismo : arte
per arte= arrivare al grado zero. è un movimento artistico nato in Russia che fa parte
del più vasto fenomeno delle avanguardie artistiche sovietiche attive nei primi
decenni del XX secolo, è un arte che si libera da fini pratici ed estetici Esso fu creato
dal pittore Kazimir Malevič . ”Ultima mostra futurista 0.10 (Zero-dieci)”. Malevič
sosteneva che l'artista moderno doveva guardare a un'arte liberata da fini pratici ed
estetici e lavorare soltanto assecondando una pura sensibilità plastica. Sosteneva
quindi che la pittura fino a quel momento non fosse stata altro che la
rappresentazione estetica della realtà e che invece il fine dell'artista doveva essere
quello di ricercare un percorso che conducesse all'essenza dell'arte: all'arte fine a se
stessa. “arte per arte”, attraverso l’astrattismo.
1916 DADA in europa luogo: Zurigo Artisti : Hugo ball, tristan Tzara, marcel janco,
Hans arp. I dadaisti mirarono a rappresentare la crisi della prima guerra mondiale e il
nazionalismo, Caratteristiche: - Azzeramento di tutte le nozioni accademiche - Il
valore più importante è il caso - Attribuisce un nuovo significato alle figure comuni
Autore: Marcel Duchamp (percorso individuale) I dadaisti per definizione erano
Nichilisti(dal latino classico nihil, "nulla"). I dadaisti avevano un atteggiamento
genericamente rinunciatario e negativo nei confronti del mondo con le sue istituzioni
e i suoi valori. L’opera doveva essere al tempo stesso nulla e tutto, infinita o definita.
Un’evoluzione parallela al cubismo, al dadaismo e al ready made, fu il
fotomontaggio, nato negli anni 90 dell 800. Fotomontaggio in questo momento
Bauhaus 1919 La bauhaus inizio con la repubblica di weimar nel 1919 e fini per
mano dei nazisti nel 1933. Direttore della bauhaus fu l’architetto Walter gropius
1923, definì questo “vasto sistema” con l’attività teorica di un accademia d’arte
combinata con l’attività pratica di una scuola di arti e mestieri . 1° istruzione:
laboratori artigianali- scultura, carpenteria, metallo, ceramica, vetro, pittura murale e
tessuto. 2° istruzione: problemi formali e artistici: studio della natura, insegnamenti
in materiali, strumenti, costruzione e rappresentazione, teoria dello spazio, colore e
composizione - insegnati artisti come Kandinskij e Paul klee. Nel 1925 la scuola si
spostò a Dessau.
Klee e Kandinsij svilupparono una psicologia degli elementi pittorici, a volte con
tendenze più dogmatiche (Klee), combinando cosi linea e colore in una teoria
generale della composizione.1917 Neoplasticismo - Mondrian 1920-22 Vengono
rivalutate l’arte primitiva, l’arte dei bambini e dei malati di mente. Queste sono figure
che sfuggono dalle catene della civiltà : attraverso una forma verbale (letteratura),
visiva ( pittura scultura ). L’arte dei malati ad esempio viene considerata una
“degenerazione “ psico- fisica. Psichiatra : cesare Lombroso mostra tramite uno
studio su 107 pazienti - “genio e follia” 1877 - la degenerazione nelle sue “assurde e
oscene” forme di rappresentazione. I modernisti più coinvolti dall’arte dei malati di
mente furono Paul Klee, il dadaista tedesco Max Enst ( 1891-1976) e Jean Dubuffet
(1901-85) il fondatore francese dell’art Brut.
Talvolta Klee ingrandì gli occhi o le teste delle figure e alte altri tratti in schemi
ornamentali, come capelli e ali del suo “angelus novus”, un disegno posseduto da
Walter benjamin, per il quale era un angelo allegorico della storia vista come
catastrofe.. Klee, come altri artisti che s’interessano dell’arte dei malati, voleva
vedervi un’innocenza della visione, scoprendosi solo un’intensità che spesso confina
con il terrore, terrore del soggetto perso nello spazio. Queste prime immagini,
collage, furono cruciali per la definizione d’immagine surrealista: lautreamont è il
poeta del XIX secolo eroe del surrealismo, i cui enigmatici versi - bello come
l’incontro fortiuito di una macchina da cucire e un ombrello su un tavolo di
anatomia”.
Il surrealismo
Quando: Breton, Manifesto del Surrealismo (1924) --> non politicizzato Breton,
Manifesto del Surrealismo (1929) --> politicizzato: socialista Caratteristiche: -
Liberazione dell'individuo dalle convenzioni sociali - Sogno, follia e ricerca
dell'inconscio (influenza di Freud) come fuga dalla realtà - L'opera è dettata dalla
psiche, dalla mente dell'autore. Autori: vari precursori (Arcimboldo, Bosch,ecc..)
Salvador Dalì ; Max Ernst ; Renè Magritte ; Salvator dali es. Film un cane andaluso
1925 1924 Andrè Breton da origine al surrealismo come “automatismo psichico”.
Breton diede il benvenuto a disegni automatici, dipinti di sabbia di Masson, ai quadri
di sogni sgoccciolati e spruzzati di Mirò, ai “FROTTAGES” DI Ernst. Bretón
descrive il “caso oggettivo” come punto d’incrocio di due catene causali, la prima
soggettiva, interna alla psiche umana, e la seconda oggettiva, funzione degli eventi.
Questa congiunzione non è altro che la struttura stessa dell’inconscio: in cui il doppio
è la condizione formale delle pulsioni. La “ripetizione volontaria”( di un evento o/e
pensiero) scrive freud, rende perturbante ciò che di per se è innocuo, e ci insinua
l’idea della fatalità di una cosa o di pulsioni sessuali laddove normalmente avremo
parlato di un qualsiasi “caso”. Oggetto come feticcio Il manufatto tribale evoca il
feticcio come oggetto rituale , con una propria vita e un valore culturale. Il manufatto
del readymade era il feticcio del prodotto commerciale, fatto e venduto dall’uomo
stesso. I surrealisti sono i primi modernisti a studiare attentamente freud. Per freud il
feticcio è un sostituto del pene che manca alla madre. La scoperta di questa mancanza
suscita orrore nel bambino, e lo induce a rivolgersi a surrogati del pene, cioè a feticci,
per mantenere la sua fantasia di integrità corporea, di potere fallico. Secondo Freud, il
feticcio spesso suscita sia ostilità che affezione perche Al di la del desiderio sessuale
che viene trasferito su di esso , è un oggetto intenso.
Man Ray, è stato un pittore, fotografo esponente del Dadaismo. Pur essendo un
pittore è conosciuto soprattutto come fotografo surrealista, avendo realizzato le sue
prime fotografie importanti nel 1918. Sono famose le sue sculture note come "oggetti
d’affezione”: es. Cadeau 1921 è un’opera protosurrealista. È evidente un richiamo
all’organo sessuale femminile ma soprattutto vi è una doppia valenza : dal punto di
vista del rapporto con lo spettatore l’oggetto è aggressivo, ma è stato designato come
regalo: che è al tempo stesso un’offerta fatta e un debito contratto. Allo stesso tempo
ha una duplice valenza dal punto di vista della funzione: i ferri da stiro lisciano e
stirano questo invece strappa e possiede punte falliche.definito da freud come un
oggetto su cui convergono desideri conflittuali.
nel 1938 si inaugura la mostra internazionale del surrealismo a parigi. Tra le tante
opere, emerge quella di Marcel Jean intitolata “oroscopo” : un manichino con una
decorazione in gesso per la base e le braccia e un orologio inserito sulla sommità
senza testa. Negli anni 30 l’esposizione era diventata una delle forme principali
Allo stesso tempo il fatto che le esposizioni del surrealismo proponessero uno
spettatore attivo e partecipativo era più vicino nello spirito a quegli esperimenti
avanguardisti che a qualsiasi forma tradizionale di esposizione con i suoi spettatori
passivi e contemplativi. Forse il contesto politico della guerra civile spagnola rese
ancora più evidente il cambio di stato sociale del surrealismo. In ogni caso come fece
notare Man Ray l’installazione di marche duchamp “1200 sacchi sospesi al soffitto su
una stufa” 1938 , distrusse l’atmosfera asettica che regnava nella maggior padre degli
spazi espositivi moderni. Un anno dopo, 1939, con la resa della Francia al nazismo, le
condizioni dei surrealisti cambiarono ulteriormente .
René Magritte (1898-1967), grande protagonista del surrealismo, dipinse più volte
durante la sua vita il quadro con la pipa e la sua didascalia; Il messaggio di Magritte è
infondo abbastanza chiaro, ovvero: rappresentazione non significa realtà, l’immagine
di un oggetto non è l’oggetto stesso! Foucault vide nell’arte di Magritte degli
elementi ancora più rivoluzionari rispetto all’astrattismo di Klee o Kandinskj.
Apparentemente lontani, i tre artisti hanno in comune- secondo il filosofo- l’aver
scardinato il sistema gerarchico tra realtà, rappresentazione e significato. La
riflessione di Magritte ha aperto a operazioni come quelle dell’artista concettuale
Joseph Kosuth (U.S.A. 1945) che nel ’65 espose per la prima volta l’opera Una e tre
sedie, l’accostamento di una sedia, una sua fotografia e l’ingrandimento della pagina
di un dizionario che ne dà la definizione linguistica.
Giorgio de Chirico (1888 - 1978 Furono due i temi più amati da de Chirico: le
piazze e i manichini. Le piazze sono spazi indefiniti, talvolta costruiti secondo il
principio della spazialità rinascimentale, illuminati da una luce priva di vibrazioni
atmosferiche, con architetture assimilabili a volumi geometrici, il manichino
rappresenterebbe i corpi mutilati dopo la guerra, senz’anima. Questo tipo di
rappresentazione (il manichino) venne utilizzato anche da Carlo Carrà (1881 - 1966).
La sua "La musa metafisica" dipinta nel 1917. Giorgio Morandi (1890 - 1964) dipinse
nature morte in cui gli oggetti appaiono come sagome disposte in uno spazio senza
prospettiva, private del loro ruolo.
Latzo- Moholy nagy esponente della bauhaus nel suo “pittura, fotografia film”
esprime questa “smaterializzazione dell’arte. Fernand Leger e dudley murphy,
realizzarono nel 1924 “balletto meccanico”. Il film inizia con un cartone animato di
Charlie Chaplin, poi si sposta su una sequenza di khaterine Murphy , ogni persona e
cosa prende a girare, riprese al contrario in un movimento delirante. Balletto
meccanico diventa una danza di analogie tra geometrie astratte, parti meccaniche,
oggetti quotidiani e presenze di arti umani. Leger fu un pioniere della pittura astratta:
i suoi dipinti si basavano su aspetti della vita moderna, infatti la tendenza di leger era
quella di rappresentare i corpi come macchine, l’ambiente urbano come panorama
meccanico di prodotti e persone frammentate. Leger rappresenta “l’effetto sorpresa”/
schock di questo spettacolo. Sergei Esenstei (1898-1948) aveva proposto la teoria del
montaggio come un sistema di attrazioni, che porta il cinema fuori dalla pittura e
musica, una teoria che mise in pratica con la “corazzata potemkin”. 1926 L’arte dei
detriti arte e vita Kurt Schwitters fu uno dei primi importati interpreti di tale poetica.
Nel 1919 optò per designare l’insieme dei propri lavori a partire con la radice “Merz”
(perduto), una sillaba tolta dalla parola “Kommerz” che aveva casualmente tratto da
una pubblicità della kommerz bank di Hannover vista passeggiando per la sua città
natale. Cosi dalla radice Merz nascono diverse combinazioni : merzbild, merzbühne,
MERZBAU( costruzione della sua casa) . L’impiego ricorrente del termine designa
l’assemblaggio a fini artistici di tutti i materiali immaginabili. La pittura Merz si
serve dunque a tutti quei materiali visibili per l’occhio e di tutti gli strumenti
utilizzabili. Schwitters divenne amico con El lisinckij e con il costruttivismo e
produttivismo russo negli anni 20; invitò lisinskij a diventare designer e coeditore del
numero 8/9 della rivista Merz pubblicata nel 1924. Da allora entrambi gli artisti
trasformarono le loro opere da pittura, scultura fino a spazi architettonici. Lisinskij :
stanza espositiva alla landesgalerie, Hannover 1927-28 Schwitters: merzbau di
Hannover :tentativo di costruire uno spazio rituale, sotto forma di bau- caverna cioè
costruire una tana con oggetti, strutture e materiali quotidiani. Tristan Tzara nota che
schwitters raccoglieva per strada oggetti disparati e assurdi, l’artista pero sosteneva
che la materia non conta poiché ciò che conta è darle la forma. Nel 1927 lo studio
dell’artista divenne inutilizzabile e il Merzbau finì per invadere il complesso della
casa. Inoltre SCHWITTERS non mirava ad una forma completa e definitiva, la
pratica dell’opera in continua evoluzione rovescia il dogma stesso della creazione.
Negli anni 50 l’estetica dello scarto conobbe un grande ritorno d’interesse, al punto
che negli stati uniti compare un nuovo termine per qualificare opere elaborate a
partire da materiali di recupero- junk sculpture. Wladislaw Strzeminski, La sua
ricerca pittorica, si concentra sull'unismo, teoria artistica fondata da lui stesso, ma che
non ebbe un grande successo.. Tra il 1926 e il 1929 eseguì opere basate generalmente
su due colori e tonalità. In alcune sue composizioni (1930-34) la superficie pittorica è
coperta da colori vibranti che sembrano anticipare le ricerche ottico-cinetiche. Dopo
la seconda guerra mondiale S. insegnò fino al 1950 all'Accademia di Łódź.
1933 black montain college stati uniti poco dopo la chiusura del bauhaus a Berlino,
venne aperta negli stati uniti la “black montain college”da un piccolo gruppo di artisti
tra cui Joseph Albers. Dal 1944 al 49, Albers curò le sessioni estive con diversi artisti
Jean Fautrier - arte informale - realizza Ostaggi tra il 1942-45 - Parigi Realizza
una serie di dipinti che chiama : Ostaggi, un nome che riflette, da una parte, la
drammatica situazione della storia nel periodo bellico, dall'altra, parallelamente, una
condizione esistenziale dell'uomo novecentesco. La materia, che è la vera
protagonista negli Ostages, è infatti capace di evocare l'idea della carne ferita e
straziata. La serie dipinta, subisce al suo interno una evoluzione che Fautrier stesso
chiama “defigurazione”,: trattandosi della rappresentazione dei volti straziati, l’artista
si allontana progressivamente dalla descrizione fisiognomica. Anche il rapporto
diretto che l'artista instaura con l'opera, diventa una esperienza di tipo
comportamentale, e non di tipo ottico-contemplativo; infatti l'artista non pone il
quadro sul cavalletto, ma sopra un tavolo, attorno al quale può muoversi e creare
l'opera, che si configura come il risultato di varie stratificazioni della materia e
dell'esperienza. i meriti più grandi di Fautrier sono stati quelli di realizzare un'arte di
autentica, istaurando un profondo legame su due livelli: quello dell’uomo come
soggetto dell’opera. e quello della tecnica, nel diretto rapporto che l'artista instaura
con la materia.
Jean Dubuffet fa parte di quegli artisti dell’arte informale. nel 1945 inizia il suo vero
e più sentito percorso artistico, quando teorizza e introduce il concetto di Art Brut,
essa- raccoglie e idealizza l’arte dei malati di mente, i disegni infantili, l’arte
popolare. essa introduce trasgressione e rottura nei suoi spazi culturali. Dubuffet
cercava di eliminare la differenza tra normale e anormale, attraverso i disordini
dell’immagine del corpo, Dubuffet evoca un senso schizofrenico. La materia rimane
comunque la forma principale di espressione. “Brut” nel senso di rozza, grezza
opposto a raffinata e colta.
a) Georges Mathieu 1) Spremeva direttamente di tubetti sulla tela (come Van Gogh)
2) Dipingeva il più rapidamente possibile per non dare spazio all'azione della mente
3) Importanza al gesto dell'artista (come nell'espressionismo astratto statunitense) b)
Jean Fautrier 1) Fondo della tela fatto di un impasto di colla e colore bianco, simile a
intonaco, con aggiunta di polvere di pastelli e cera 2) Soggetti macabri e inquietanti,
con riferimento alle persecuzioni naziste. c) Jean Dubuffet Interesse per l'arte
primitiva, dei malati e bambini, priva delle influenze della ragione e della società. a)
Giuseppe Capogrossi 1) Uso di un simbolo personale: il tetradente con segno nero
marcato, che denota affermazione e forza di volontà 2) Colore netto, a campiture
piene, monocromatico b) Arnaldo Pomodoro 1) Realizza sculture in bronzo 2) Sfere
aperte, all'esterno lisce e lucide, all'interno scabre e ruvide, simbolo del contrasto
presente nell'animo umano c) Alberto Burri 1) Utilizza materiali e tecniche nuove per
la scultura: sacchi di juta, catrame, prodotti di scarto, acrovinilico su cellotex (cioè
vinavil su celofan), talvolta bruciandoli. 3) Crea il grande Cretto di Gibellina, cioè
ricopre le macerie della città di Gibellina con cemento bianco, simbolo della , e poi vi
scava dei solchi. E' definita anche Land Art. 2) I materiali utilizzati non sono posti in
modo casuale, e non hanno un valore di sfida, di ribellione, di irriverenza, ma sono
utilizzati con armonia, studiatezza e geometria
giovani. Produce varie opere d’arte: dipinti, sculture, terracotte. Lo Spazialismo è una
corrente che si interessa di esplorare lo spazio in tutti i suoi aspetti, utilizzandolo in
modo nuovo, ricorrendo a strumenti nuovi 3) Unione di pittura e scultura: taglia le
tele, in modo creare un dipinto in 3D.
Action painting
• un indirizzo di pittura gestuale, che si caratterizza per il rilievo dato alla
componente emotiva motoria del dipingere. Si manifesta attraverso pennellate e
Nel 48 ,con la guerra fredda ,l’avvio del piano Marshall e i drip painting di pollock vi
è un cambio di opinione da parte dello stesso critico Greenberg. L’asse artistico si
sposta da Parigi a new york (successivo alla 2 guerra mondiale) osservando come la
conquista di leadership da parte degli stati uniti era sì dovuta alla potenza economica
americana ma ancor di più al carattere innovativo delle opere e alla qualità dei
commenti critici. Greenberg fu grande sostenitore di Pollock, il critico considerava le
opere dell’artista come grandi “matasse” in cui si perdeva il punto focale o centro
competitivo dell’opera. L’idea di pollock era quella di ricadere sull’astrazione delle
immagini dell’inconscio, della memoria (freud) o astrarre immagini archetipiche
(jung) dando forma alle opere figurative negli anni 30- 40- Successivamente, coprì ,
sotto i grovigli di sgocciolature, come forma di negazione , quest’arte figurativa.
Secondo un altro critico T. J. Clark, l’arte di pollock fallisce sempre in se, perche la
sua capacità di continuare vacilla quando non può più immaginare un fuori dalla
figurazione. Questo accade nell’estate del 1950, quando i suoi quadri sempre più
grandi e sempre più apparentemente autorevoli, si sottomettono completamente alla
metafora dell’unicità.
Independent Group (IG) 1952-55 - londra è stato un gruppo di artisti inglesi attivo
dal 1952 al 1955, legata all’istituto d’arte Contemporanea (ica). L’Independent Group
era composto da pittori, scultori, architetti, scrittori e critici che rivalutarono il
modernismo e riscoprirono l'estetica dell'"oggetto trovato" tipico dei dadaisti. Il
gruppo, suscitò un rinnovato interesse nell'età post-disciplinare e fu il precursore del
movimento Pop art britannico. Il loro punto di ritrovo era l'Institute of Contemporary
Arts (ICA) di Londra, all'interno del quale tennero le loro sessioni artistiche. Eduardo
Paolozzi uno dei più influenti artisti, proiettò diverse immagini tratte da riviste
americane con l'ausilio di un episcopio. Queste figure, composte da pubblicità,
fumetti e grafiche, erano state raccolte quando Paolozzi soggiornò a Parigi dal 1947
al 1949.
Fra le varie tematiche affrontate vi fu il fascino per i mass- media, la fantascienza/
tecnologia, il design e la cultura popolare. L’uso della riproduzione fotografica e della
frammentazione della visione ricordava le installazioni del costruttivismo, futurismo,
surrealismo, il Bauhaus e il dada. Mentre L’indipendent Group affronto il sorgere
della società dei consumi- come canali aperti al desiderio , allo stesso tempo
“l’internazionale situazionista” guidata da Guy Debord, vide nella società di massa
uno “spettacolo” chiuso che aveva trasformato la nostra stessa alienazione in tante
merci di consumo. Debord raccoglie le analisi della cultura capitalistica nella “società
dello spettacolo”- una società rivolta all’immagine e al consumo. Programma
dell'Internazionale situazionista è il creare situazioni, definite come momenti di vita
concretamente e deliberatamente costruiti mediante l'organizzazione collettiva di un
ambiente unitario e di un gioco di eventi. Le situazioni vanno create tramite la deriva,
la psico-geografia, l’urbanismo unitario e il detournement. Letteralmente la deriva è
una reinterpretazione degli spazi e simboli urbani ed è parte della strategia centrale
della pratica situazionista : il detornement significa deviare, in questo caso deviare
immagini testi e avvenimenti rubati verso punti di vista, interpretazioni e situazioni
sovversive. Una parentesi: l’arte “sull’arte” La nozione di “arte per arte" si sviluppa
attraverso il concetto di “un’autosufficienza dell’arte” essa viene privata di contenuti
correlati con il mondo, di ogni utilità sociale, esclusa dai rapporti con una qualunque
trascendenza, per concentrarsi su se stessa. L’astrazione contribuisce a sviluppare
questo concetto, in particolare con la monocromia considerata ultima tappa del
processo di decantazione. Robert Ryman è un artista che suggerisce un nuovo
modello concettuale; egli rifiutava ogni confronto tra soggetto e contenuto
affermando che la questione non è mai cosa dipingere ma come dipingere. Il
contenuto dell’opera diventa allora l’insieme delle procedure utilizzate. Il termine
“lavoro” designa l’insieme tra l’attività artistica e il risultato ottenuto (l’opera in se)
ciò comporta ad una sconsacrazione dell’opera d’arte. La logica del lavoro prevede
l’uso da parte dell’artista di una tecnica seriale, quest’ultima evita un atteggiamento
puramente contemplativo dell’opera chiamando a se l’intera nostra memoria, inoltre
gli artisti concordano nel lasciar trasparire le manipolazioni alle quali i materiali sono
stati sottoposti. Tra le figure più rappresentative del radicalismo astratto : la grata
bidimensionale, geometrica, ordinata afferma nel suo essere anti naturale,
l’autonomia dell’arte. Il quadrato e i suoi derivati partecipano di un’analoga
valorizzazione dei segni in cui si riconosce la modernità artistica, dal quadrato nero di
malevič agli ultimate paintings di reimhardt . L’astrazione serve a camuffare la
figurazione per meglio de- figurarla, pero nel corso dei decenni, essa rappresentò
un’opportunità come tante, un terreno di ricerca al pari di altri. I quadri di Peter
Halley “yellow prison with underground conduit” rappresentano delle prigioni, delle
celle e dei muri, cosi come l’arte sempre moribonda ma mai morta. Gerhard Richter
assegna alle opere figurative e alle opere astratte una finalità analoga : Entrambe
concorrono a una conoscenza del mondo creando modelli senza i quali ignoreremmo
tutto della realtà e saremo ancora a uno stadio animale. L’arte astratta offre all’artista
la possibilità di rendere percepibili “realta che non possiamo ne vedere ne descrivere
ma di cui possiamo intuire l’esistenza. Si è spesso portati a designare la pittura
astratta con nozioni negative: come ignoto e incomprensibile ma essa è anzi un
tentativo di preservare le ambizioni, anch’esse di varia natura, dell’arte del passato.
atmosfera luminosa che si sostituisce alla materia della griglia irregolare. Una
presenza sempre accompagnata dalla sua assenza.
Robert Ryman va nella direzione della “materia”. Ryman sfida la nozione di
immensità spaziale. Le sue opere sono viste come una serie di operazioni passate che
possono essere ricostruite nel presente.
Robert Raushenberg Tra il 1953 ed il 1954, Rauschenberg si è mosso dai dipinti
monocromatici delle serie "White Painting" e "Black Painting", alle serie, "Red
Painting”. Rauschenberg trovava oggetti che lo interessavano per le strade di New
York City e le portava al suo studio dove potevano diventare parte integrante del suo
lavoro. Queste opere transitorie, condussero alla creazione di "Combines" realizzati
intorno al 1954-62. Qui iniziò ad incorporare oggetti come sciarpe, nastri comici e
parti di fasulli cornicioni architettonici. Uno dei primi "Combines", realizzato nel
1955, dal nome, “Bed” venne creato sgocciolando pittura rossa attraverso un
piumino. Il piumino più tardi veniva disteso e mostrato come se fosse un'opera d’arte.
più recentemente i critici e gli storici d'arte vedono le "Combines" come portatrici di
messaggi codificati. Helsworth Kelly Il percorso di Kelly fu simile a quello di
Rauschenberg: quello di aprirsi alla noncomposizione. Cage che nel 1949 vide le
opere di Kelly parlo del “caso” come altro modo per evitare la composizione.
Frank Stella debuttò alla mostra “sedici americani “ al MOMA nel 1959. Le sue
opere conservano le strisce delle bandiere di Johns ma abbandonano il suo
simbolismo. Pian piano le sue opere divennero degli “ibridi” ne pittura ne scultura. Il
suo desiderio era dipingere opere sulle quali “non si potesse scrivere nulla”;
desiderava per parte sua cancellare qualsiasi traccia di simbolismo.
contempo. Johns impiega diversi ordini di segni: visivi - verbali, pubblici e privati,
simbolici e indicali (cioe realizzati attraverso il contatto fisico come le impronte
digitali e le fusioni in gesso). Le immagini ambigue come il bersaglio o le bandiere
rimandano alle provocazioni di duchamp, in cui vi è un carattere sovversivo
dell’immagine, adesso nelle opere di Johns trattate come oggetti. Una pittura che
risulta gestuale, impersonale ma anche autoreferenziale, allusiva dell’immagine,
pittorica e letterale nell’associazione. Nelle opere di Jhons , steimberg (critico) fa
notare come vi è A.- spostamento “postmoderno” d’interesse: dalla natura alla cultura
B- vi è un’estetica dell’indifferenza: atteggiamento senza partecipazione o anti-
soggettivo. Naturalmente il suo linguaggio di segni della cultura di massa, anticipano
la Pop Art.
Pop art
È un movimento artistico si sviluppa nel mondo occidentale nel dopoguerra. In quel
periodo entrano in gioco nuovi oggetti per esempio: automobili utilitarie, poster,
frigoriferi, lavatrici, cibo in scatola, detersivi e bevande confezionate. Tutti questi
oggetti diventano i nuovi simboli della società consumistica in cui nasce la Pop art. A
differenza degli altri movimenti artistici che si sviluppano in questo periodo come per
esempio il fenomeno dell'Happening e il New Dada, la Popular Art si allontana da
ogni forma di critica e si sofferma solo sulla realtà. Perciò l'ambiente urbano in cui
questa nuova forma di espressione si sviluppa è un ambiente caratterizzato dalla
psicologia dello spreco e del consumo che portano al mutamento della struttura
sociale nei paesi industrializzati dove si sviluppa una cultura di massa e infatti le
opere non sono altro che prodotti commerciali. Possiamo definire questa corrente
artistica come arte realistica, dove la società attraverso la comunicazione dei mass-
media attribuisce un valore rassicurante nella coscienza collettiva tramite oggetti che
sono sottoposti a un processo di venerazione da parte del consumatore.
Parallelamente si sviluppa il pensiero di Marshall McLuhan il quale sosteneva che
nell'evoluzione della comunicazione proprio i mass-media sarebbero stati
fondamentali e afferma che siano proprio gli artisti che debbano concepirne i
cambiamenti. Da un lato la creazione artistica divenne meccanica, dall'altro vennero
recuperate le lezioni delle principali avanguardie del Novecento: dalle provocazioni
del dadaismo che per primo mescolò arte e realtà, ai collage di foto o immagini
pubblicitarie di sapore ancora cubista, fino agli happening o gesti teatrali, in cui
l'artista crea l'opera d'arte direttamente davanti agli spettatori, lasciando spazio
all'improvvisazione.
Il tema principale dell'arte Pop è l'angoscia esistenziale della società dei consumi, in
cui l'uomo rappresenta il consumatore. L'interesse dell'artista è rivolto alle immagini
e alle raffigurazioni della vita quotidiana dell'uomo e al mondo artificiale in cui vive
costituito da infiniti prodotti industriali d'uso comune e dai mezzi di comunicazione
di massa (tv, radio...). Nelle opere viene mostrato un mondo colorato, pieno di
allegria che in realtà nasconde l'ansia e l’angoscia. Nelle loro opere, gli artisti pop
non fanno mai trapelare un giudizio personale.Come abbiamo già detto gli artisti Pop
rappresentano spesso fotografie o riproduzioni di materiale ricavato dai mass-media
perciò sottraggono al comportamento della società i vari codici e meccanismi per
raffigurarli attraverso l’arte. Roy Lichtenstein ad esempio, copia immagini stampate,
Claes Oldenburg appartenente alla corrente della pop art.(dissacra l’opera d’arte) La
sua ricerca artistica si concentra sul consumismo nella società americana
contemporanea soprattutto per quanto riguarda quello legato al cibo. dissacra l’opera
d’arte, o meglio smonta. Lega il cibo al benessere: nella cultura americana degli anni
60 più il cibo era artificiale più era buono. Allo stesso tempo l’artista propone cibi a
grandezza dilata o ridotta per provocare nel spettatore piacere o disgusto. l’artista
ideò nel 1965 ( nello stesso anno in cui Warhol produce opere con la serigrafia) un
museo parodistico Miky mouse museum destinato a conservare e a presentare una
simile massa di oggetti, surrogati,fatti in fretta dall’artista.
Andy Wharol Si occupo di riviste, giornali e pubblicità. A differenza di Lichtenstein,
wharol gioca con gli errori manuali e le sfocature tipiche delle immagini dei media.
Tra il 62-63 produsse le famose scatole della “cambpell’s soup. Le opere/immagini
prodotte, si collegano con gli eventi reali del mondo : l’immagine si divide tra
“referente” oppure “simulacro”. La ripetizione è l’aspetto fondamentale nelle opere:
quando si osserva l’immagine riprodotta infinitamente non si ha più nessun effetto.
La ripetizione in wharol serve a schermare una realtà percepita come traumatica ma
in un modo che nondimeno mira a questa realtà traumatica attraverso un incrinatura
dell’immagine, o più precisamente nell’osservatore “toccato” dall’immagine. Il primo
livello di shock viene filtrato dalla ripetizione dell’immagine, anche se questa
ripetizione produce un secondo livello traumatico. Il gioco di wahrol consiste nelle
ripetizioni che fissano il reale trauma, quelle che lo filtrano e quelle che lo producono
(le immagini producono schock e trauma)- prendere l’esterno e applicarlo all’interno.
Si giunge ad un effetto passivo. La vera preoccupazione non sono gli eventi
catastrofici, quanto piuttosto il soggetto della massa che viene coinvolto attraverso le
immagini.
Gruppo GUTAI 1954 Osaka - Tokio Il Gruppo Gutai, fondato a Osaka nel 1954 dal
pioniere dell’arte astratta JiroYoshihara, rappresenta il contributo più originale e
profondo dato dalla cultura giapponese all’arte del Novecento. Nell’ambiente
artistico dei fondatori, che oltre a Yoshihara furono artisti come Shozo Shimamoto,
Kazuo Shiraga,Saburo Murakami, Yasuo Sumi, Jozo Ukita ed altri, tutti attivi a
partire dal 1954-1955, prevale una morale espressiva di libertà estrema. Per questo,
Gutai si è espresso attraverso una pluralità di forme e generi che oltre alla pittura
informale contano esperienze sperimentali con il suono, il teatro, il film,
l’installazione in interni ed esterni e naturalmente la performance e la
concettualizzazione.
Il Gutai inoltre ha saputo spostare, come forse nessun altro movimento artistico, tutto
il fuoco dell’attenzione sull’artista nella sua concretezza di essere fisico e naturale. Il
senso del concreto è racchiuso già nel suo misterioso nome, “Gutai” che secondo
alcuni significa proprio “concreto“, “concretezza”, ma che secondo la testimonianza
di Shimamoto, che lo scelse come nome del gruppo, significherebbe più precisamente
CINETISMO
Una delle grandi innovazioni del secolo è che l’arte si è appropriata del fattore tempo,
il cinetismo reale introduce nelle arti plastiche la realtà del movimento.
La luce il più grande artista che utilizza la luce è Moholy-Nagy promosse l’utilizzo
artistico della luce reale, il tal senso rimane una delle più importati opere “modulatore
spazio-luce” 1922-30 , un complesso macchinario composto da una piattaforma
mobile sulla quale sono montati fili, cornici, pannelli e grate di metallo, tutti gli
elementi messi in movimento da un sistema di ruote dentate. La luce dei proiettori
illuminano i muri della sala creando un intenso gioco di luci e ombre. I fotogrammi
sono parte della conquista, in quanto essi stessi assomigliano ad immagini ma sono di
fatto concrezioni di luce fissate su una pellicola, in base a una tecnica utilizzata agli
albori della fotografia. Henry Fox Tarbot fu l’inventore e disponeva per primo dello
strumento. Il dadaista Christian Schad nel 1918 riprese le sue schadografie,
registrazioni delle profilature opache e delle alterazioni luminose prodotte da oggetti
diversi. Man Ray mentre stava sviluppando delle foto si accorse che nella carta
sensibile un immagine prese forma appoggiando oggetti di varia natura cosi la parte
direttamente esposta alla luce emergeva, quasi a rilievo sul fondo nero. Louis Aragon
afferma che i “RAYOGRAMMI” fanno parte dello stesso procedimento filosofico dei
collage. Dan Flavin utilizza tubi fluorescenti. Mentre questi artisti utilizzano materiali
o oggetti nuovi, altri seguono la scia di Picasso.
1960 in Europa
I Nouveaux Réalisme = nuovi approcci percettivi al reale. Può essere il
corrispondente europeo del New Dada americano: - rifiuto della volontà di
produzione dell'opera d'arte tradizionale; - elevazione a valore estetico e artistico di
oggetti comuni (ready-made). - predilezione dell'uso di elementi derivati dalla
comunicazione di massa, fotografie, ritagli, manifesti, ecc., rielaborate con montaggi
o ricomposizioni. In linea con tali principi il New Dada recupera l'uso dell'oggetto e
dell'esperienza quotidiani rispetto alla prevalenza dell'uso della pittura e della scultura
(persistente anche nell'informale europeo e nell'action painting americano).
Movimento artistico accentrato sull'attività critica di P. Restany, che nel 1960 riuscì a
far convergere in una comune e unitaria linea di ricerca l'apporto diverso di
manifestazioni parallele scaturite da nuove forze operanti succedute all'ultima
stagione dell'astrattismo. Il critico francese raccolse attorno a sé alcune personalità
artistiche di grande impegno (Klein, Tinguely, Hains, Rotella, Arman, Dufrêne,
Raysse, Villeglé, Spoerri, César, Niki de Saint-Phalle, Christo) operanti sul fronte di
un nuovo approssimarsi percettivo al reale per il recupero totale della realtà nella più
ampia autonomia espressiva di immagine oggettuale. Attraverso l'utilizzazione di
materiali caratteristici della tecnologia moderna – dall'oggetto di serie, nuovo o usato,
ai rottami di ferro, ai tubi compressi, ai manifesti lacerati, ai pigmenti colorati e alle
vernici fluorescenti, ecc. – viene così operato il tentativo di integrare l'opera d'arte
nell'universo standardizzato creato dall'era industriale. Tappe fondamentali di questo
movimento furono i tre manifesti di P. Restany (Milano, 1960; Parigi, 1961; Monaco,
1963), di cui il primo, Les Nouveaux Réalistes, pubblicato a Milano nell'aprile del
1960, rimane fondamentale per la definizione del gruppo artistico, che ebbe la sua
consacrazione con la mostra (maggio 1960) alla Galleria Apollinaire. Dieci anni
dopo, nel 1970, la storia del Nouveau Réalisme si concludeva ufficialmente con la
grande rassegna a Milano, con interventi nel vivo del centro storico della città
(“impacchettamento” di monumenti da parte di Christo). Nella storia dell'arte
contemporanea il contributo dei diversi artisti del Nouveau Réalisme ha segnato un
periodo importante, le cui conseguenze hanno determinato illimitate disponibilità di
ricerca. Negli Stati Uniti l'American New Realism ha sviluppato una nuova stagione
artistica, basata sull'avventura dell'oggetto dopo il suo recupero e le esperienze
maturate attraverso il New Dada e la pop art.
Arman Tra i massimi esponenti del nouveau réalisme, vuole raccontare l'uomo
attraverso oggetti di uso quotidiano (scarpe, orologi, monete, ecc...). Per via delle
molteplici tecniche usate, Arman è considerato uno scultore-pittore. “coller” = collere
distrugge oggetti li ricompone l’azione energica e rabbiosa del sentimento è esplicata
nelle opere. Da un rapporto stretto con la materia e le possibilità di relazione
esistenziale dell'artista con essa si è già passati così a tematiche che vedono il
percorso dalla coscienza già compiuto e profilarsi l'atteggiamento di rifiuto e di
scontro diretto con la realtà sociale che sarà tipico del fare arte successivo, delle
tematiche pop, del nuovo realismo, del concettuale. Lo stadio finale di compressione
delle carcasse di automobili e macchine di César Baldaccini ; lo scontro delle
macchine di John Chamberlain, è uno dei momenti della verità, l'attimo in cui si
realizza la potenzialità distruttiva delle macchine stesse; la costruzione di macchine
inutili, ironicamente (e drammaticamente) imitanti il movimento di macchine
funzionali è la pantomima dell'autodistruzione del bisogno e del consumo nella
società contemporanea, come avviene nell'opera di Jean Tinguely."Homage to new
york” 1960. Il campanello d'allarme dell'istinto di conservazione di fronte
all'incalzare della degradazione produttivo-distruttiva, spinge persino ad
impacchettare con gesto drammaticamente protettivo, edifici, monumenti, montagne,
così come l'artista bulgaro naturalizzato Christo (1935) che nello stesso momento
rivela gli attriti che vengono a crearsi tra gli elementi artificiali e la natura costretta a
riceverli, come nel caso in cui ricopre le scogliere di Dover o innalza il suoi "Muro di
barili" nel '62, una struttura/barriera architettonica, che alludeva al muro di Berlino
recentemente eretto. Particolare attenzione deve avergli suscitato l’opera “Pianoforte
Con Feltro” di j.Beuys 1966 un pianoforte imballato appunto nel feltro di colore
grigio, mentre è possibile che Man Ray lo abbia affascinato con la sua opera
“L’Enigma Di Isidore Ducasse” del 1920 Il celare l’oggetto è un fattore scatenante
della filosofia artistica di Christo, in quanto l’oggetto nascosto in realtà viene risaltato
nella sua presenza o assenza di fatto alla vista, immaginato, anelato, esaltato dal
sapore enigmatico che questa operazione ci dona, Il soggetto esiste, lo sappiamo, ma
tolto al nostro sguardo rivela tutto il vuoto che lascia il suo non esserci. In proposito
Pierre Restany scrive che "In un momento in cui l'architettura conta troppi ingegneri
o uomini d'affari e non abbastanza poeti, Christo fa parte di questi artisti che
assumono il rilancio immaginativo di questo campo.
Decollages
Il décollage è una tecnica artistica che consiste nel procedimento opposto al collage.
Invece di aggiungere degli elementi all'opera, si parte da un oggetto artistico dal
quale vengono staccate delle parti. Tra i primi sperimentatori di questa tecnica furono
Mimmo Rotella, Wolf Vostell, François Dufrêne, Raymond Hains, Jacques Villeglé.
Vi sono però opinioni discordanti su chi sia stato realmente il primo ad utilizzarla. Il
dualismo verte tra i due capisaldi di tale sperimentazione "neo Dada", Rotella e
Hains. Esso sta a rappresentare la protesta nei confronti di una situazione sociale che
ormai "sopravvive" tra i falsi miti del consumismo nel secondo dopoguerra. Come i
tagli di Fontana, come le combustioni di Burri, come le Merda d'artista di Piero
Manzoni, Rotella utilizza il décollage per garantire ad una comunità artistico-
culturale della seconda metà del 900, un ulteriore studio concettuale, per riscoprire
un'arte classica con una semplice azione sistematica, ripetitiva, lacerante, esplicativa
Wolf Vostell decollage (Leverkusen, 14 ottobre 1932 – Berlino, 3 aprile 1998) è stato
un pittore, scultore e artista tedesco. Fu un pioniere della videoarte e delle
installazioni, nonché una figura di riferimento all'interno del movimento Fluxus. Pur
non essendo, in questa fase, in contatto con l'ambiente statunitense, egli introdusse in
Europa una forma d'arte simile a quella che negli stessi anni veniva elaborata da
Allan Kaprow: l'happening.A Parigi, nel 1954, ispirato da un venditore di giornali che
annunciava l'incidente di un aereo precipitato poco dopo il suo decollo, sviluppa il
principio che lo accompagnerà in tutta la sua evoluzione artistica: il Dé-coll/age: “sun
in your head” 1963 versione di decollage in cui vostell lavora con immagini
televisive e decostruite. Ci sono figure femmina ma soprattutto l’elemento di disturbo
visivo, dilata l’immagine fino a farla diventare astratta : utilizzo dell’attenzione per
manipolare i telespettatori. Nelle opere di vostell c’è un rifiuto alla passività. Opera :
schwarzes 1958 è un assemblaggio che funziona per materiali presenti, con un chiaro
riferimento al genocidio per gli elementi tranne che per lo schermo che passa
immagini belle/ armoniose all’interno dello taglio della tela (che chiama ferite). C’è
un atteggiamento critico connesso al mezzo televisivo come “pervasivo”.
Yves klein
Yves Klein 1) Influenza Giappone 2) Uso di colori monocromi: arancione, blu, rosa.
Brevetta IKB (International Klein Blue), in omaggio al blu utilizzato da Giotto 3) Le
vide: una stanza vuota dove il visitatore poteva acquistare a peso d'oro la sensibilità
d'artista, e bere una bevanda che rendeva l'urina blu per una settimana.
4)Antropometrie: copre di vernice le donne sul corpo e poi le fa stendere sul dipinto,
che diventa un inno alla vita e alla fertilità si muove tra sperimentalismo e
spiritualismo alla ricerca di valori assoluti e universali dell'arte e dell'esistenza. Molta
parte della sua opera è dedicata allo studio del significato simbolico del colore nella
sua dimensione fisica e immateriale, con una predilezione per il blu oltremare, che
rappresenta per lui , come scrive Pierre Restany, "il supporto di intuizioni non
racchiudibili in formule" e, nella sua vicinanza all'idea del cielo e dell'universo, il
veicolo ideale di emozioni profonde a livello di intuizione e di comunicazione.
Precedentemente al '56, anno della "rivelazione" del blu, Klein aveva realizzato oltre
ad una sinfonia monotona costituita da un unico lungo suono seguito da un silenzio.
Klein assume il vuoto, inteso non come assenza e negatività, ma nell'aspetto di
elemento capace di generare dalla sua purezza le cose e nella sacralità in cui è
considerato in Oriente, a componente della sua opera. L'International Klein Blue
(IKB) . Una tendenza alla sintesi dell'aspirazione all'universale si ha in Klein nella
successiva scelta dei colori del fuoco: blu, rosa e oro, per formare una trilogia
espressiva di un'emozione pura capace di scaturire da un elemento fisico altamente
simbolico. le sue celebri "Anthropometries" o "pennelli" viventi costituiti da modelle
nude cosparse di blu e fatte aderire alla carta che si impregna così del colore e della
forma dei loro corpi vivi. Piero Manzoni =autosufficienza dell’opera/ spazio e tempo
vengono ridotti ad un unica misura cioe quella della vita dell’artista Pietro Manzoni
1) Arte zero 1) Scrive presso la rivista Azimuth e lavora a Milano 2) L'oggetto della
sua arte è l'artista. Manzoni vuole dissacrare l'artista e deridere la sua funzione
classica, non per puro umorismo, ma per far riflettere sulla vera funzione che l'artista
ha. In questo senso, preannuncia la corrente del Concettualismo 3) Merda d'artista,
Fiato d'artista, Base magica... In un linguaggio radicalizzato in modo assoluto come
spazio mentale l'artista italiano Piero Manzoni (1933-1963 / “Achromes" una
semplice superficie bianca che determina la sua autosufficienza , 1958-63; "Fiato
d'artista", 1960; "Merda d'artista", 1961; "Linea di lunghezza infinita", 1963, base del
mondo) attua una tabula rasa dei referenti delle implicazioni cromatiche e materiche
attraverso l'azzeramento, il monocromo bianco, anzi l' " achrome”. è in genere
convenzionalmente classificato nel movimento del Nouveau Réalisme, ma sono
molte le etichette che si potrebbero applicare a questo artista sostanzialmente non
etichettabile, che capta ed esprime le istanze di rinnovamento morale e sociale degli
anni '60 nei termini di una contestazione ironica e dissacratoria che ha nel Dadaismo
la sua ascendenza più prossima. Nella scia dei più ampi dettami dell'arte concettuale,
Manzoni identifica nell'idea che precede l'opera la vera essenza dell'opera stessa,
perchè il progetto, il gioco sottile dell'intelligenza, la formazione del pensiero sono i
veri prodotti artistici, l'opera è una traduzione materiale di un discorso e di una
riflessione filosofica: Manzoni dà il suo personalissimo contributo a rifondare il
concetto di arte e di realtà azzerando tutte le pratiche tradizionali culturali, etiche,
morali, per lasciar spazio al pensiero e alla sperimentazione più spinta. Fortemente
impressionato dall'opera di Yves Klein e dai suoi Monocromes, Manzoni realizza nel
'57 gli Achrome, nei quali il discorso intrapreso da Klein perde l'originario significato
mistico e spirituale di infinità energetica, radicalizzandosi al punto che il quadro non
è solo e semplicemente monocromo, ma addirittura è privo di colore, una superficie
grezza in gesso e caolino, dove supporto, pigmento, opera sono un tutt'uno. Dello
stesso periodo, tra il'57 e il '63, è "Merda d'artista n. 89" (1961) una provocazione ad
effetto che è ormai entrata nei miti dell'arte moderna, come la Monna Lisa baffuta di
1)Coinvolgimento del pubblico nell'opera d'arte (il pubblico deve spostare gli
elementi che compongono l'opera, o partecipare alla sua costruzione). Da ciò deriva
la spettacolarità e la teatralità dell'opera d’arte 2) Utilizzo di oggetti qualunque, come
copertoni, sedie, ecc.. 3) Accostamento casuale di oggetti. Si prega di toccare-
environment Molti artisti cercavano di promuovere rapporti più diretti con la
creazione artistica; Luciano Fabro “in cubo” 1966 presenta la costruzione geometrica
di un cubo completa solo quando è lo spettatore ad entrarvici dentro: l’artista e lo
spettatore sono una componente dell’oggetto, un’articolazione indispensabile di ciò
che lo fa esistere in quanto oggetto d’esperienza estetica. La speranza di abolire i
confini tra arte e la vita implicava l’affermazione di modi di rappresentazione in
grado di promuovere un’estetica della compenetrazione. Una serie di artisti alla fine
degli anni 50 da inizio alla pratica dell’environment all’interno della quale penetrano
gli spettatori è un estensione dell’assemblage, può essere composto da qualsiasi tipo
di materiale, purché i sensi siano coinvolti, realizzato in uno o piu spazi oppure
all’aperto.
Fluxus 1961 È un movimento fondato dal lituano Georges Maciunas emigrato a new
york dove venne in contatto con un gruppo di artisti e musicisti che gravitava attorno
a jhon Cage ed a la monte Young , il termine fluxus deriva dal nome latino “fluere” :
scorrere. Maciunas associava la parola fluxus ai processi medici di evacuazione
catartica ed escrementizia e ai processi scientifici di trasformazione molecolare e
fusione chimica. Non solo, si potrebbe dire che fluxus ha un atteggiamento
cataclismatico piuttosto che utopico, perché traeva origine dall’esperienza dell’esilio,
dello spostamento involontario che gli artisti emigrati dai loro paesi devastati dalla
seconda guerra mondiale. (inteso come "to flow", "fluire", "scorrere") Fluxus si fonda
sulla sperimentazione, che prevedeva l'inizio di azioni, senza sapere quale fosse il
risultato, dando così molta più importanza al processo di creazione che al prodotto
finale. il lato musicale e performativo era il vero leitmotiv del gruppo, fluxus
significava fuoriuscire dai luoghi usuali dell’arte come la galleria e dal sistema arte
complessivamente inteso. Nel 1964 Yoko Ono debuttò con una delle sue performance
di maggior successo, Cut Piece: seduta sul pavimento con un paio di forbici davanti a
lei, istruì il pubblico a prenderle a turno per tagliare un pezzo del suo abbigliamento.
Nam June Paik, di origini coreane, considerato il progenitore della video arte. Queste
tecnologie divennero il nucleo delle sue sculture, installazioni e performance, che
spaziavano da un atteggiamento austero e meditativo, a esplosioni cacofoniche e
assalti di immagini. Nelle sue performance, Paik immergeva il pubblico in esperienze
visive e auditive. Charlotte Moorman che ha collaborato con Paik in una serie di
spettacoli musicali, tra cui TV Cello (1971).: Paik aveva posizionato le corde dello
strumento su una pila di tre televisori in cui le diverse forme e dimensioni
rispecchiavano le forme dello strumento reale. Fluxus ribaltava, scardinava e
attaccava l’arte per come era intesa, in un atteggiamento eternamente giovanile di
Paik realizza video sculture; Buddha’s Catacombs 1974 presenta un sistema chiuso.
Un Buddha di bronzo, posto su un piccolo rialzo di terra, è seduto di fronte a un
televisore. Un po più lontano sullo stesso asse una camera posta su un treppiede e
collegata al televisore filma in permanenza la scultura. Vediamo cosi il Buddha
guardare la sua stessa immagine, messinscena moderna del narcisismo quotidiano,
legittimato e valorizzato da una tecnologia che affascina. Anche un altra immagine
paradosso di un’immagine televisiva fissa “moon is the oldest tv” 1965-66 , in una
camera buia, sono montati su piedistalli identici da nove a quindici televisori,
ciascuno presenta una sola immagine, fissa: l’insieme senza raffigurarla, evoca la
luna nelle sue diverse fasi. “l’artista è entusiasta: cosi come la tecnica del collage ha
sostituito la pittura ad olio, cosi il tubo catodico ha sostituito la tela”: Un nuovo
strumento: la videocamera. A partire dagli anni 70, il video divenne lo strumento di
lavoro utilizzato per la divulgazione di happening e performance che nello stesso
momento si affermavano. Il video a differenza del cinema non richiedeva una sala di
proiezione ma poteva essere installato in qualsiasi luogo; dopo Nam June paik, altri
come shibeko kobota iniziarono ad accumulare schermi per le installazioni e
performance. Bruce naumann realizza uno stretto corridoio in fondo al quale è
installato un televisore. Quando il visitatore vuole andare a vederlo più da vicino,
avanza verso uno schermo sul quale distingue una persona che gli volte le spalle e si
allontana dalla sua andatura, l’immagine non compare mai, come ci si aspetta bensì
compare nell’angolo opposto. Dan graham realizzo nel 1974 “present continuous
past(s) dove il visitatore, uscendo da un corridoio d’accesso, entra in una sala e si
vede uno specchio in tempo reale, l’opera è complessa perché la camera sopra lo
specchio registra anche l’immagine del monitor raddoppiando cosi la temporalita
trasmessa dal circuito. Mostrare e raccontare (film/video) Dick Higgins, membro del
gruppo fluxus, pubblica nel 1967 uno statement on intermedia (dichiarazione su
intermedia), individuando nell’intermedia art, ossia nel modo nuovo di “porre
l’accento sulla dialettica tra i media”, un punto di svolta, che cade proprio nel
momento in cui la polverizzazione delle frontiere estetiche sembra definitivamente
acquisito. I primi film di Andy Warhol girati nel 1963, mostrano azioni elementari
come dormire, baciare, mangiare o registra una durata priva di eventi. Christian
Boltanski avrebbe voluto inserire “l’homme qui tousse”1969 tra i programmi
pubblicitari dei cinema, l’iniziativa secondo l’artista era quello di avvicinare l’arte e
la vita. I temi principali delle sue opere sono la memoria, l'infanzia, l'inconscio e la
morte. Utilizza vari materiali come vecchie fotografie, oggetti trovati, cartone,
plastilina, lampade, candele. Una delle peculiarità di Boltanski è la sua capacità di
ricreare momenti di vita con oggetti che non sono mai appartenuti a lui, ma che egli
considera come tali. Egli immagina una vita, si riappropria di oggetti e tutti i suoi file,
libri e collezioni sono depositarie di ricordi dal forte potere emotivo. Le opere di
Boltanski evocano il ricordo dell'infanzia e quello dei propri morti, una storia
personale come la storia di tutti. Tony Oursler proietta immagini sul volto in chiffon
di bambole che prendono ad animarsi, in modo strano e singolare. La comparsa delle
Bill Viola produce delle immagini in movimento, il cui effetto risulta moltiplicato
dalle imponenti dimensioni. Il cinema e il video introducono nelle arti plastiche una
temporalità che non Dra quella liberamente scelta, del consumatore di pittura,
l’immagine contemporanea si caratterista per il suo potere generativo: non è più
traccia (retroattiva) bensì programma (attivo). Il computer offre in effetti molteplici
possibilità, tanto per la creazione e manipolazione delle immagini fisse o in
movimento, tangibili o virtuali, quanto per la loro comunicazione. La fotografia come
arte plastica La fotografia ha fatto il suo ingresso nelle arti plastiche intorno agli anni
60/70. Molti artisti assimilano la presenza d’una mediazione fotografica nelle loro
opere. Solo negli anni 80 la fotografia entra nella galleria come arte indipendente,
non solo come testimonianza/documento/ supporto. A questo punto si apre una
dicotomia tra artisti che fanno ricorso alla fotografia(creativa) e fotografi “puri”, resta
il fatto che i due gruppi espongono in sedi diverse e divulgano con metodi diversi le
loro creazioni: arte e fotografia mantengono la loro autonomia. Se è vero che la
fotografia ha fatto spesso appello alle innovazioni pittoriche è anche vero che la
pittura approfitta delle conquiste della fotografia. Degas si ispira, in pittura, alle
inquadrature messe a punto attraverso le proprie sedute fotografiche. Francis Bacon
fu quello che seppe utilizzare la fotografia ai fini dell’esercizio pittorico, la fotografia
non lo porta a rinunciare alla figurazione. (artisti: Robert Smithson, Jeff wall, jean-
marc Bustamante, Christian Boltanski) Un’arte postmoderna La rappresentazione
pittorica asseconda un principio di somiglianza, mentre l’immagine fotografica è
ottenuta per contatto: il flusso di fotoni registrato e fissato sulla lastra o sulla pellicola
sensibile proviene dall’oggetto stesso. Roland Barthes ritiene che la fotografia abbia
prodotto una “rivoluzione antropologica”, perché la fotografia installa non una
coscienza dell’esserci della cosa, ma dell “è accaduto cosi”, l’immagine che vediamo
è imparentata con il reportage . Il post moderno è comparso negli stati uniti come
risposta alla visione “modernista” delle avanguardie, esso esalta la contaminazione
dei generi, è un concetto vago che raggruppa pratiche artistiche e posizioni estetiche
dissimili.il Postmoderno è associato a idee “radicali” e che, contrapponendosi,
almeno implicitamente, al “Modernism”, ne spezza il progressivo universalismo
adottando strategie legate alla parodia, al pastiche, alla citazione, in modo da
reinventare il passato. Spezzare la narrazione del Moderno genera progressivamente,
anche se non con evidenza, un nuovo “stile”, che pervade il mondo delle arti e della
comunicazione. La conclusione, tuttavia, è che il Postmoderno non possa definirsi
solo come “rottura” dei fondamenti dei vari “modernismi”. La difficoltà di restringere
questo mobile e variegato insieme in una sola immagine, induce così alla certezza
che, proprio in virtù delle sue irrisolte aporie, l’epoca in cui viviamo sia nata qui: la
genesi e lo sviluppo del Moderno ha mostrato che non vi è spazio per un’astratta
purezza e che meccanico e organico, ragione e retorica, logica ed estetica, storico e
antistorico, pur opposti, e per nulla dialettici, in una società che non è, e non sarà mai,
di “puri spiriti”, hanno prodotto quella complessità che anche oggi attraversiamo,
“nominandola” in vari modi.
umiliazioni, le sue sofferenze e i suoi mascheramenti. Il colore non era solo pigmento
ma soprattutto materia, tutto era materia e veniva usata per esprimere l’alienazione.
Un azione materiale non cerca di costruire la realtà ma la rappresenta nel suo stato. Ci
sono materiali di scarto. Azioni filmate che lavorano sul tempo durata, sul positivo e
negativo.
Gunter brus la figura più complessa del gruppo. I suoi disegni sono erotici, la
concezione della sessualità e dell’esperienza corporea di Brus apre tutti i registri delle
storie represse dello sviluppo libidinale individuale e collettivo.Vally export artista
che usa la sua immagine per liberare la donna, emancipandola. vi è uno spostamento:
dall’esibizione rituale al reale registro in cui il controllo e l’oppressione sociale sono
iscritti con maggior forza nel comportamento sessuale.
Joseph Beuys è stato un artista che negli anni sessanta inventò rituali dalle
consonanze scismatiche finalizzati al ripristino dell’armonia del mondo tramite la
rigenerazione del pensiero, e per riuscirvi stabiliva nessi inattesi tra forze
tradizionalmente antagoniste. Feltro e materiali naturali caratterizzeranno le sue
opere. “scultura sociale” , auspica una società in cui l’uomo possa essere libero e
creativo. Opera d’arte collettiva. Beuys realizza opere che si riferiscono alla
spiritualità. Azioni performative che hanno un carattere rituale. “come spiegare l’arte
ad una lepre morta” opera. Per la sua azione “coyote. I like America and America
likes me” 1974, Beuys parte in ambulanza dalla sua abitazione, avvolto in una
coperta di panno, la barella viene caricata su un aereo della croce rossa e portato al
“renè Block gallery di new york” qui incontra un coyote; la performance consiste
nella coabitazione con l’animale selvaggio. L’artista nonostante non viva in
permanenza con lo spazio chiuso, arriva comunque a stabilire rapporti con l’animale.
in definitiva l’artista si assume il ruolo di “sciamano”: vittima di ferite, malattie lo
sciamano delle società tradizionali è colui che è sopravvissuto al male e ha acquisito
attraverso le tragiche circostanze, poteri superiori. Più o meno è l’inverso di quanto
cercò di fare Gerald Gasiorowski, quando divenne Kiga l’indiana: un caso di
regressione primitivismo, sottomettendosi alla quale egli si riprometteva di divenire
un borderline. Body art Gli artisti della Body art scelgono di esibire la propria
persona, il proprio corpo sulla scena dell’arte, con creazioni effimere realizzate o in
presenza o in assenza di un pubblico, ma sempre in vista di uno spettatore, il corpo
esibito a volte tormentato e martoriato. La fotografia ha un ruolo fondamentale in
questo senso perché testimonia la presenza di una performance. Portare queste azioni
artistiche in una scena quanto mai reale sulla quale troneggia l’artista, attore di
un’opera senza corpo, liberata dalle pesantezze dell’oggetto che diventa arte.
L’austria all’inizio degli anni 1950 si scandalizzo dal comportamento di un giovane
artista “Arnulf Rainer” fondatore di un gruppo effimero Hundsgruppe, pur sempre
artista, egli proclamava di “disprezzare l’arte” banale surrogato in un mondo privato
di legami con valori fondamentali di natura essenzialmente metafisica. Il lavoro di
Rainer consisteva nel seppellire i suoi quadri con uno strato di pittura nera
monocroma. Altre azioni inscritte nell’ambito delle arti plastiche, nello specifico
della body art sono quelle di Gunter Brus, Otto Muhl e Hermann Nitsch che faranno
parte del gruppo dell’azionismo viennese. Il gruppo si lascia andare a un’escalation di
Yoko Ono coinvolge gli spettatori in un’azione nella quale l’artista chiede di
avvicinarsi e tagliare pezzi del suo vestito, essi possono appagare una comunissima
fantasia per sprofondare a quella che è più che violenza fisica, psicologica (cut piece
1964). La donna e la sessualità occupano un posto di rilievo nell’arte soprattutto per
le violenze subite e autoinflitte: Annette Messager ha sempre ridicolizzato i tormenti
e i piccoli supplizi che si infliggono le donne alle prese con gli stereotipi- maschili-
della bellezza, anche Orlan sul filo di ripetute operazioni al volto, incarna alla lettera
gli archetipi della bellezza femminile.
Art forum: rivista 1966-69 Minimal art 1960 Tendenza sviluppatasi negli Stati Uniti:
artisti come Carl Andre, Sol LeWitt, Robert Morris, Frank Stella, Richard Serra, Dan
Flavin impegnati nella creazione di dipinti o sculture dalle forme elementari,
primarie, che riducono al minimo la quantità di elementi espressivi e decorativi. Si
parla di "riduzione minimale", ma nel senso del contenuto artistico, relativamente a
lavori dove entrano in gioco oggetti al limite indistinguibili dalla realtà quotidiana,
oppure forme ed immagini con valenze anonime e impersonali, citando da un lato i
ready-made di Duchamp, che sono un punto di riferimento fondamentale per quello
che riguarda la componente concettuale di ogni operazione riduzionista, e dall'altro
Reinhardt, dal quale trae l'aspetto relativo alla riduzione purista della pittura e la sua
concezione dell'"arte per l'arte", tesa all'eliminazione di tutto ciò che viene percepito
come non essenziale. Robert Morris ( le tre L-BEAMS. beams=travi) o Donald Judd
riconobbero che la forma e le proporzioni es. cubo, continuano ad avere un’influenza
fondamentale sulle particolari qualità dell’opera. La minima art si compone l’opera
d’arte deve invece essere autosufficiente, oggetto autonomo, oggetto singolo che
afferma con il suo “essere presente” una pienezza capace di incantare lo spettatore, di
sottrarlo al flusso temporale per proiettarlo in un presente continuo e perpetuo.
(astrattismo minimalista) Robert Morris e Donald Judd i pionieri del minimalismo,
stabiliscono che lo specific object sono oggetti tridimensionali ibridi paradossali,
poiché non possono definirsi ne pitture ne sculture. Lo specific object consiste
essenzialmente nel fatto che la definizione dell’oggetto è sempre vera, ma dall’altro
non offre nessuna nuova informazione che non fosse già presente prima della
proposizione. Pertanto, chi sapeva già cosa sia l’oggetto di cui si parla, lo sapeva
anche senza la definizione tautologica. In quanto riproduzioni a priori rinunciano
all’aura di Benjamin. Judd e Morris utilizzarono materiali industriali
fattezze dell’uno o dell’altro organo, si carica di ambivalenza. Alla fine degli anni 60,
la Bourgeois era coinvolta nel femminismo. Rappresentò “distruzione del padre” - di
cui racconta- una grande tavola bandita , in cui mio padre gode mentre i figli sono
esasperati- .
Yayoi Kusama è stata senza dubbio tra i maggiori protagonisti di una scena artistica
in cui predominavano gli uomini, affermandosi accanto ad artisti come Allan Kaprow,
Claes Oldenburg e Donald Judd, suo vicino di studio ed affezionato amico. Nel suo
percorso di sfida di genere nella sfera artistica, la talentuosa artista giapponese non ha
mai rinunciato a combattere le sue fobie, come quella per il sesso, e ha realizzato
performance uniche su corpi di donne e uomini nudi. Tra le opere più famose di
Yayoi Kusama si possono citare: • nel 1964 presentò alla galleria di Gertrude Stein
“One Thousand Boat Show“: in quest’opera ha sfidato il patriarcato attraverso
innumerevoli forme falliche; • pois e falli ganno parte anche della sua prima
performance, avvenuta nel 1966, quando si sdraiò su un marciapiede della East 14th
Street; • un’altra performance indimenticabile, avvenuta nello stesso anno, portò
scompiglio alla Biennale di Venezia. Presentandosi senza nessun invito, Yayoi
Kusama iniziò a gettare 1.500 sfere galleggianti nei canali della città come parte
dell’opera “Giardino dei Narcisi”; L’interesse per il mimetismo che mescola figura e
sfondo, portò Kusama a utilizzare anche pois rossi, a volte applicati sui falli, a volte
da soli. Kusama interviene anche con i suoni e le luci, faceva esperimenti con il
mondo psichedelico . Eva Hesse è stata in grado di esplorare il deterioramento della
materialità e le possibilità offerte dall'irregolarità. Spesso impostato dalla critica in
una retorica minimalista, il linguaggio visivo sembra formato da un'esistenza
autonoma, stimolato dal desiderio di creare come mezzo per costruire confini
disegnando nello spazio un'ammissione all'assurdità. Arte povera- 1967 Il critico
Germano Celant, afferma che l'arte povera si manifesta essenzialmente "nel ridurre ai
minimi termini, nell'impoverire i segni, per ridurli ai loro archetipi". Gran parte degli
artisti del gruppo, manifestano un interesse esplicito per i materiali utilizzati mentre
alcuni - segnatamente Alighiero Boetti e Giulio Paolini - hanno fin dall'inizio una
propensione più concettuale. Durante la guerra del Vietnam, l'Arte povera si avvicinò
ai movimenti di protesta a sfavore dell'intervento degli USA: l'opera Vietnam di
Pistoletto (1965, collezione Menil, Houston) raffigura un gruppo di manifestanti
pacifisti, rappresentati con delle sagome fissate ad uno specchio, in modo tale che i
visitatori della galleria si riflettessero in esso. Così facendo, la gente diventava parte
integrante dell'opera stessa, venendosi a creare una sorta di interazione tra la
creazione artistica ed il pubblico spettatore. L'attenzione agli stili di vita delle
molteplici culture diverse da quella occidentale è presente nelle opere di Mario Merz:
i suoi tanti igloo, seguono la legge di fibonacci, creati con differenti materiali (ad
esempio metallo, vetro, legno, etc.), puntualizzano la capacità di adattamento di un
popolo al suo determinato ambiente. L'identificazione uomo - natura è uno dei temi
maggiormente trattati da diversi artisti. Molti artisti lavorano sull'idea di un'immagine
stereotipata, come Ceroli (Si/No, 1963), che tratta in modo seriale silhoutte prese
dalla storia dell'arte, o insiemi di figure umane moltiplicate o serializzate con una
tecnica che ricorda il bricolage. Già Piero Manzoni, Alberto burri ma anche Lucio
che si è focalizzato sul tema del tempo il quale, dal 1965, sta proseguendo la
numerazione da uno verso l’infinito dipingendo i numeri in bianco sopra una tela che,
inizialmente di sfondo nero, con il passare degli anni prepara sempre più chiara; il
suo obiettivo è arrivare a dipingere numeri bianchi su tela bianca. L’opera terminerà
in coincidenza con la morte dell’artista.
Roman Opalka On Kawara, dal 1966, dipinge su una tela scura la data del giorno
odierno ma, se il quadro non viene completato entro la mezzanotte, egli lo distrugge.
Ogni tela è accompagnata da una pagina del quotidiano del giorno. Tempo privato e
tempo della storia di intrecciano anche in un altro lavoro in cui l’artista, per una
decina d’anni, inviò ad amici una cartolina che attestava il suo essere in vita; non a
caso, si intitolava I got up. Un altro importante filone dell’arte concettuale è il
concettualismo fotografico, sviluppato da artisti come Douglas hueblere , Dan
Graham e John Baldessari. La fotografia come arte plastica La fotografia ha fatto il
suo ingresso nelle arti plastiche intorno agli anni 60/70. Molti artisti assimilano la
presenza d’una mediazione fotografica nelle loro opere. Solo negli anni 80 la
fotografia entra nella galleria come arte indipendente, non solo come
testimonianza/documento/ supporto. A questo punto si apre una dicotomia tra artisti
che fanno ricorso alla fotografia(creativa) e fotografi “puri”, resta il fatto che i due
gruppi espongono in sedi diverse e divulgano con metodi diversi le loro creazioni:
arte e fotografia mantengono la loro autonomia. Se è vero che la fotografia ha fatto
spesso appello alle innovazioni pittoriche è anche vero che la pittura approfitta delle
conquiste della fotografia. Degas si ispira, in pittura, alle inquadrature messe a punto
attraverso le proprie sedute fotografiche. Francis Bacon fu quello che seppe utilizzare
la fotografia ai fini dell’esercizio pittorico, la fotografia non lo porta a rinunciare alla
figurazione. (artisti: Robert Smithson, Jeff wall, jean- marc Bustamante, Christian
Boltanski
Un nuovo strumento: la videocamera. il video divenne lo strumento di lavoro
utilizzato per la divulgazione di happening e performance che nello stesso momento
si affermavano. Il video a differenza del cinema non richiedeva una sala di proiezione
ma poteva essere installato in qualsiasi luogo; dopo Nam June paik, altri come
shibeko kobota iniziarono ad accumulare schermi per le installazioni e performance.
Bruce naumann realizza uno stretto corridoio in fondo al quale è installato un
televisore. Quando il visitatore vuole andare a vederlo più da vicino, avanza verso
uno schermo sul quale distingue una persona che gli volte le spalle e si allontana dalla
sua andatura, l’immagine non compare mai, come ci si aspetta bensì compare
nell’angolo opposto. Dan graham realizzo nel 1974 “present continuous past(s) dove
il visitatore, uscendo da un corridoio d’accesso, entra in una sala e si vede uno
specchio in tempo reale, l’opera è complessa perché la camera sopra lo specchio
registra anche l’immagine del monitor raddoppiando cosi la temporalita trasmessa dal
circuito.
Opere senza forma fissa Process art Molte installazioni hanno una forma definita e
molti artisti sono particolarmente attenti, come abbiamo visto, al rispetto delle
condizioni che ritrasformano in opera, altri privilegiano il processo di esecuzione o le
modifiche e alterazioni dovute al tempo. Process art, detta anche Antiform, che si è
sviluppata sul finire degli anni Sessanta, nasce in risposta alla minimal art di cui
rifiuta la rigida connotazione geometrica e seriale. I principali esponenti americani
sono Robert Morris, Bruce Naumann, Eva Hesse, Keith Sonnier, Richard Serra,
mentre tra gli europei spiccano i nomi di Joseph Beuys, Barry Flanagan. Le loro
opere sono caratterizzate da un approccio di tipo concettuale, non distante dalle coeve
esperienze dell'arte povera; possono essere considerate in continua evoluzione, tese
alle sollecitazioni di nuove esperienze sensoriali mediante dall'uso di materiali
morbidi e malleabili come il feltro, la plastica e la gomma.
Richard serra ad esempio interpretò l’arte processuale, come poi avrebbe fatto l’arte
site specific, non come un modo di superare la scultura, bensì di renderla appropriata
alla moderna società industriale
Land ART I legami tra minima artist e I land artist sono evidenti. Entrambi invitano,
alla fine degli anni sessanta, un’arte che non dipende dalla pittura o dal disegno o
dall’architettura. La mostra di fondazione del nuovo movimento riuniva in particolare
Carl Andre, Robert Morris, Sol Le Witt e Walter De Maria, Michael Heizer, Dennis
Oppenheim, Robert Smithson. Intitolata “earthworks”(Dwan Gallery, new york,
1968), presenta opere realizzate con terra, pietre e altri materiali naturali o documenti
sulle realizzazioni direttamente effettuate sul paesaggio. I procedimenti impiegati e le
intenzioni dichiarate differiscono notevolmente da un artista all’altro o da un’opera
all’altra. Distruggere metà edificio, costruire labirinti, spostare pietre o tonnellate di
terra, incidere tracciati sono attività che polverizzano, come ha notato “heizer” , il
concetto di scultura. Tutti gli artisti land artist, hanno utilizzato consapevolmente le
possibilità del mezzo fotografico. Queste fotografie hanno funzioni diverse: semplici
documenti da far circolare su libri e riviste, elementi di contatti didattici fatti a far
comprendere l’opera e le sue procedure. L’esempio “spiral jetty” di Robert smithson
1970 , la spirale c’è ma recarsi sul posto non è semplice. Walter de Maria dice
“l’essenza della land art è l’isolamento”. la fotografia divenne il mezzo esclusivo per
farla conoscere. Studiando le inquadrature per restituire il senso dello spazio, della
sua immensità. Le vedute aeree consentono una buona leggibilità dei graffissi
tracciati sul terreno. A volte, colgono l’istante esatto dell’evento, come Walter De
Maria: le foto del suo “the Lightning Field” 1977 (new mexico) offrono l’immagine
del fulmine che si abbatte su uno dei 400 pali d’acciaio predisposti per riceverlo.
Installazioni “in situ” L’opera in situ elaborata in funzione del sito, deve essere vista
sul posto per coglierne il senso. Daniel Buren lavora raramente nella natura, spesso
espone nelle gallerie e musei. Buren artista “ufficiale” per la Francia, apprezzato in
tutto il mondo per le sue opere con le strisce verticali alternate bianche e colorate.
Buren che inizia la sua attività artistica negli anni sessanta con tessuti a strisce
colorate ha da sempre espresso il concetto del pieno e del vuoto, e della facilità di
lettura dell’opera. Dalla prima fase pittorica passando alle installazioni in situ
(nozione da lui inventata per spiegare le opere che nascono strettamente legate alla
topologia e alla cultura del luogo dove sono presentate) ha sempre presentato le sue
strisce colorate (solo colori pieni, piatti, mai con accenni di sfumature) declinate in
decine di materiali diversi. Opere senza forma fissa Process art Molte installazioni
hanno una forma definita e molti artisti sono particolarmente attenti, come abbiamo
Process art, detta anche Antiform, che si è sviluppata sul finire degli anni Sessanta,
nasce in risposta alla minimal art di cui rifiuta la rigida connotazione geometrica e
seriale. I principali esponenti americani sono Robert Morris, Bruce Naumann, Eva
Hesse, Keith Sonnier, Richard Serra, mentre tra gli europei spiccano i nomi di Joseph
Beuys, Barry Flanagan. Le loro opere sono caratterizzate da un approccio di tipo
concettuale, non distante dalle coeve esperienze dell'arte povera; possono essere
considerate in continua evoluzione, tese alle sollecitazioni di nuove esperienze
sensoriali mediante dall'uso di materiali morbidi e malleabili come il feltro, la
plastica e la gomma. L’invisibile è reale Alcuni artisti del XX secolo hanno concepito
alcune loro creazioni in termini d’invisibilità. La dialettica del visibile e invisibile
occupò per secoli un posto rilevante nelle dispute relative alla natura dell’arte e alla
qualità dell’opera. Klein sarà uno degli artisti che non intende esaltare il vuoto ma
piuttosto propone una “smaterializzazione” dei propri quadri monocromi. Yves Klein
realizza “zones de sensibilitè pitturare immaterialle” pagabili in oro, l’artista conserva
una metà e l’altra la rilascia alla natura in luoghi dove non è più possibile il recupero
del metallo. L’immaterialità dell’opera ha come documento solo una fotografia.
Un’altra realizzazione di vasta portata in Germania, ricorre alla categoria
dell’invisibile e la mette al servizio della memoria, con gli studenti di belle arti di
Saarbruken, Jochen Gerz cominciò a disselciare di nascosto la pavimentazione della
piazza del castello (stoccarda) per incidere sui cubetti i nomi dei cimiteri ebraici
presenti nel suolo germanico prima della guerra e poi scomparsi. Robert Barry
utilizza fenomeni concreti la cui realtà sfugge a una diretta percezione sensoriale;
“Carrier wave pieces” 1968 è un’opera la cui natura è formata da una serie di pensieri
che non possono essere trasmessi ne con il linguaggio ne con l’immagine ma da onde
elettromagnetiche. Claudio parmigiani si è chiesto se è indispensabile offrire l’arte
alla vista: per il Musee d’arte contemperai di Lione creò a suo tempo una scultura
“terra” una grossa sfera alla quale aveva applicato l’impronta delle sue mani destinata
ad essere sepolta sotto terra: “la scultura rifiuta il destino pubblico e si affida
unicamente al suo destino spirituale”. 1970 Land Art- site specific Il minimalismo
diventa nel contesto della land art , in particolare nell’opera site specific, un’
alterazione di spazio e luce. Richard serra interviene all’esterno , nella vita urbana del
bronx iscrive un cerchio sull’asfalto. Altra opera di serra intitolata “a Roberta e
Ruby” 1969-71, rappresenta una lastra di acciaio di grandi dimensioni (2 metri e
mezzo di altezza x 7 di lunghezza, spessore 2 cm), l’opera esiste nella contraddizione
tra la minaccia che l’opera si abbatta sull’osservatore e la sensazione di
smaterializzazione dell’opera. La lastra viene appoggiata nell’angolo della galleria in
cui, quindi ciò che rimane è una separazione tra ma anche un sostegno dovuto solo
all’angolo delle pareti. Mentre l’osservatore gira attorno all’opera, vede un piano
diventare una linea e successivamente di nuovo un piano. Michael Asher interviene
all’interno, realizza alla Pomona college art gallery di Claremont, California una
struttura architettonica: divide una stanza attraverso una parete creando cosi l’effetto
di due triangoli: l’idea di Asher era di creare all’interno di questo spazio espositivo il
concetto di “entrata” forzata o meno, dal momento che la parete divisoria creava, al
contempo, un corridoio continuo: questo intervento presuppone una critica nei
confronti delle istituzioni e anche una autonomia architettonica. Il progetto poteva
essere legato all’arte concettuale.
la ‘Casa Futura’ di Matti Suuronen (1968). altre famose architetture degli anni 90
furono il museo Guggenheim di Bilbao e della Walt Disney concerto hall di Los
Angeles (frank Gehry). La televisione come mezzo espressivo - video art Dal 1960, la
televisione era diventata il medium dominante della cultura di massa, sia come fonte
di immagini sia come oggetto da manipolare.
Wolf Vostell ad esempio usa i decollage tv e Nam June Paik utilizza il mezzo
televisivo per creare strumenti musicali elettronici sotto la scia di Cage e duchamp.
Molto spesso in Paik emerge un’altra tensione : la video art. Paik era evidentemente
contagiato dall’oscillazione tipica di Mcluhan tra atteggiamenti mistici e paranoici di
confronti dei media. Come era lecito aspettarsi, la video art, aveva anche un lato
tecnofilo. I suoi sviluppi tecnologici comprendono l’arrivo sul mercato del videotape
e di sofisticati software. “il medium è il messaggio “ sostiene Mcluhan, il video viene
usato in parte come una continuazione dell’arte processuale altri per la performance
come quelle estreme di VITO ACCONCI o mezzi dorsalmente semplici come l’uso
del ritardo nella trasmissione dell’immagine e/o del suono come ad esempio “ il ciclo
della tendina” di Frank Gillette e Ira schneider: un gruppo di 9 monitor mostrava
delle trasmissioni televisive sia in simultanea che in ritardo di circa 10 secondi: un
processo di disorientamento ulteriormente complicato dalla rotazione delle immagini
da un monitor all’altro. Questo decentramento poteva essere sviluppato anche senza
ritardo del video Come i corridoi di Bruce Nauman 1970. Peter campus realizza
attraverso il video l’opera three Transitions nel 1973, in cui sfido i suoi spettatori a
coordinare la percezione diretta da quella derivata. L’arte femminista : Joan Jonas si
faceva riprendere il volto con uno specchio che le divideva il volto, l’idea era quella
di creare un disturbo visivo in cui non si facesse una differenza tra il lato sinistro e il
lato destro. Body art Nel contesto della performance l’oggetto dell opera diventa il
corpo dell’artista, esso viene segnato o manipolato in un contesto pubblico o privato e
poi documentato con video e fotografie. La body art rappresenta una esperienza
liberatoria di materiali e segni, o indica un’ansiosa mancanza di rappresentazione del
corpo. I tipi di performance riguardano: La performance : azione : happening, nel
gruppo fluxus. Performance come task - compito : adottata dalle ballerine come
Simone forti , Yvonne Rainer e triaca bronwn . Performance: rituale es. Joseph
Beuys, gli azionisti viennesi. Carolee Sherman fu la prima americana a estendere nei
primi anni 60 il modello dell’action performance alla body art: utilizzando “la carne
come materiale”. Non fu l’unica a usare il corpo ma altri come Yoko Ono e shigeko
Kubota mettevano l’accento sull’alterazione passiva/attiva della società. “Cup piece”
opera di Ono, invitava i partecipanti a tagliarle i vestiti. Vito Acconci sottoponeva il
corpo a regole apparentemente razionali; acconci cominciò a segnare direttamente il
suo corpo in “marchi” 1970, in cui segnava con la sua dentatura la sua carne e
successivamente l’impronta veniva inchiostrata e stampata su carta. All’inizio le
violazioni erano minime : in INSEGUIMENTO (1969) seguiva le persone finché non
entravano in spazi privati, mentre in PROSSIMITA (1970) si metteva vicino alle
persone scelte a caso in un museo finché non si allontavano. In RIVENDICAZIONE ,
acconci, bendato, si acquattava in uno scantinato di Soho, munito di un tubo di
piombo e piede di porco, minacciando chiunque volesse invadere il suo spazio.
della merce. Artisti come Koons, Hirst, Steinbach mettono lo spettatore nella
condizione di compratore. Questi artisti celebrano la nostra idea di passione per il
codice consumistico incluso in tutti gli altri valori: valore d’uso, estetico e cosi via.
Lo stesso Allan Mchollum dirige uno studio che sta in mezzo tra una bottega e una
fabbrica, le sue opere vengono riprodotte serialmente, provocando cosi una
frustrazione piuttosto che desiderio. Benché le condizioni economiche fossero
temporaneamente mutate dopo il minicrollo del mercato azionario del 1987, la metà
degli anni 90 vide un altro ciclo di espansione capitalista e alcuni artisti iniziarono a
focalizzarsi meno sulla trasformazione dell’arte in merce, ormai considerata un dato
di fatto, e più sull’ubiquità (essere in ogni luogo ) del design, o sul modo con cui gli
oggetti o le pratiche sono spesso ricordificate. La rinascita di associazioni artistiche
politicizzate negli anni 80 riavviò l’interesse nei confronti di alcuni precursori come
la art workers’ coalition, che era stata costituita al culmine della guerra del Vietnam
per promuovere la causa di un’unione degli artisti e per protestare contro l’assenza di
artiste donne e di artisti delle minoranze nelle mostre e nelle collezioni. Ls politica di
rappresentazione condusse anche alcuni artisti a sfruttare e imitare strategie
situazionite, in particolare il “detournement” ovvero il rimaneggiamento dei simboli
pubblici e di immagini dei media con sovversioni di significati sociali e memorie
storiche. Si vennero a creare diversi gruppi di attivisti che sfruttarono gli interventi
neosituazionisti come : ACT-UP , acronimo di aids Coalition to unleash power. I
gruppi ACT UP capirono che la guerra ideologica sull’aids si combatteva tanto
attraverso i media quanto nelle strade e con la partecipazione di artisti e registi,
videomaker e architetti progettarono manifesti ed eventi che non solo criticarono e
corressero i media ma sfruttarono anche le loro procedure e tendenze. Molti artisti
gay e lesbiche iniziarono a esporre l’omosessualità come soggetto d’arte in modi tra
loro differenti. Felix Gonzales torres operò per un’omosessualizzazione di altre forme
artistiche degli anni 60-70. “Senza titolo” è un opera di 300 libbre di caramelle,
l’opera sfida il tbabù nel “non toccare” in arte e tanto più il mangiare. Unisce anche
suggerimenti stilistici solitamente tenuti separati: addirittura sembra annullare, anche
se solo per un momento, la vecchia opposizione tra avanguardia e kitch.
Torres sollecita la nostra partecipazione nell’ordine non solo del consumo, ma anche
dello scambio di doni- nonostante lo spirito di offerta, quest’arte è anche permeata
dal pathos della perdita. La sua arte si occupa della costruzione di una soggettività
gay, Torres tenta di ricavare all’interno dello spazio eterosessuale una collocazione
della storia gay. Zoe Leonard gioca sull’ambiguità/bizzaria del genere, come Torres,
l’artista risponde al bisogno non solo di criticare ciò che è dato come identità di
genere e storia ma anche di immaginare altri tipi di costruzioni. Questo può portare
ad un lavoro di costruzione, di archivio storico o invenzione storica come il lavoro di
Rossella biscotti. Cio che noi percepiamo è quella patina superficiale. Il consumo, le
vicende storiche vengono riportate dai media non tanto per farci comprendere l’orrore
quanto a convivere con esso. Neo-espressionismo Gerhald Richter ha un’ idea di
pittura, Innanzitutto, impersonale: In quanto tale la pittura non esprime un’opinione
dell’artista sul mondo, ed è il motivo per cui tantissime delle sue opere sono tutte
lavorate sui grigi , per questo Richter lavora sulle sue opere cercando di filtrare ogni
soggettività. Richter non può neanche essere classificato come artista figurativo, in
quanto nel suo catalogo si trovano tante opere astratte e qualche esperienza
concettuale. E nell’ambito dell’astrazione troviamo opere straordinariamente liriche
come opere rigorosamente geometriche. Richter ha avuto nella fotografia un punto di
riferimento a cui guardare sempre: come l’immagine fotografica non crea l’immagine
ma la registra, così la sua pittura diventa una forma d’indagine sul mondo. Uno dei
cicli più importanti realizzati da Richter è quello conservato al Moma di New York e
dedicato a uno degli episodi più cupi della storia tedesca del dopoguerra: la vicenda
del gruppo “Baader Meinhof” , in Germania: gruppo che si ribellò contro lo stato
tedesco neocapitalista . Richter lo ha realizzato nel 1988, quindi oltre dieci anni dopo
i fatti, dedicato al tragico epilogo che aveva portato alla morte in carcere dei
componenti della cellula. Sono ancora opere in bianco e nero, meditazioni scabre
realizzate a partire da fotografie; usa la pittura non per giudicare né tanto meno per
assolvere, ma per disseppellire quel nodo che stava depositato irrisolto, nel profondo
della sua coscienza. Ha davanti a sé il mistero di persone che avevano fatto una scelta
di così radicale nichilismo; biografie bruciate dall’astrazione assassina dell’ideologia.
Gerhard Richter, Confrontation 2, 1988. Hanselm Kiefer nato nel ‘45 nella Germania
post bellica, lo scenario della Berlino distrutta segnerà per sempre e profondamente il
suo percorso artistico. Ciò che caratterizzerà la sua produzione degli anni Settanta e
soprattutto degli anni Ottanta sarà il ritorno alla pittura e alla figurazione con lo scopo
ben preciso di fare un’operazione storica, utilizzando il medium pittorico per
riappropriarsi della storia recente, interrompendo, distruggendo, eliminando,
eludendo il taboo del nazionalsocialismo. Molti artisti, diventati antifascisti dopo le
leggi razziali del ‘36, sono stati considerati erroneamente antifascisti della prima ora
proprio perché si aveva bisogno dell’esistenza di un’opposizione che di fatto non
c’era. Kiefer negli anni Ottanta si pone proprio il problema di questo taboo che
secondo l’artista va spezzato.
Il primo lavoro di Kiefer è l’album fotografico Occupazioni, della seconda metà anni
Settanta, in cui si ritrae in importanti luoghi pubblici, che hanno avuto un ruolo nel
periodo della dittatura, ritto, con indosso la divisa che fu di suo padre, col braccio
alzato e teso nel saluto nazista come Hitler. l’artista si orienta anche in direzioni
differenti come per esempio verso il recupero della mitologia nordica, che era stata
riutilizzata e modificata ai fini della propaganda dal regime. Il suo intero percorso
consiste in un’assunzione di responsabilità e in un’elaborazione di una storia che
sente riguardare lui stesso, e l’intera umanità. Lo stile di Kiefer è inconfondibile e
riesce a dare un senso di soffocamento che avvolge totalmente, carico di tensione
politica. Kiefer è il pittore che meglio ha rappresentato il fallimento storico della
cultura europea. La sensazione è quella di catastrofe, le figure sembrano inghiottite
da questa quantità di materiali informi, ogni figura è prigioniera della propria ombra
che la accompagna e la parola scritta che accompagna l’immagine diventa altrettanto
importante. il soggetto preferito dei suoi quadri è la storia della Germania Nazista, in
quadri come "Interiors" (1981), la gamma dei suoi temi si amplia per includere
riferimenti alla storia ebraica ed egizia, come nel grande dipinto "Osiride e Iside"
(1985-87) . dal 2000 l'artista è stato impegnato nella monumentale opera "I Sette
Palazzi Celesti" che ha realizzato nella navata più grande all'interno del corpo
narrativi in terza persona che rimuginano sulle diverse esigenze dei desideri
personali, sulle relazioni romantiche, sulle sistemazioni domestiche e sugli obblighi
di lavoro quotidiano. Lorna simpson è interessata all’alienazione prodotta dagli
stereotipi e rivendica la condizione della donna nera, nella società. I temi principali
sono “il razzismo” e il “sessismo”. l’artista vuole mostrare la trasformazione e
rimodellare la figura della donna attraverso degli scatti che non per forza mostrano la
donna per intero ma ad esempio possono mostrare alcuni particolari come la camicia
di cotone domenicale o spesso la donna negli scatti è presentata di spalle. L’idea della
Simpson è che tali visioni nascoste o parziali sollecitano la nostra curiosità ma
frustrano anche qualsiasi desiderio di impadronirsi delle figure attraverso dettagli
feticisti o immagini totali. Altri artisti invece esasperano gli stereotipi fino ad arrivare
a un’esplosione critica. Rotimi- fani- Kayode originario della nigeria, africano gay,
esagerò i cliché primitivi di sessualità africana nei suoi ritratti di uomini neri
seminudi, che sono mostrati dipinti, con piume o altro genere di costume esotico
“tribale”. Yinka Shonibare nella serie di 3 fotografie “effnick” si attribuisce costumi
sontuosi e poste altezzose da gentiluomo inglese. Louise borgeois ed Eva Hesse sono
diventate veramente influenti negli anni 80-90. Artiste di questo genere volevano
portare a galla la figura della donna, attraverso l’esplorazione del corpo e degli spazi
modellati psicologicamente. Entrambe come anche l’artista gay Robert Gober hanno
sviluppato un modello di arte come “ripetizione dell’esperienza traumatica”. Rona
pondick sembra oggettivare le fantasie infantili, es. Bocca 1993, rappresenta le
pulsioni sadiche-orali . kiki smith evoca i soggetti madre- figlio, ma anche la
“perdita”, pulsione di morte. Infatti la Smith ha spetto colato organi vitali in materiali
diversi, come cera, bronzo ecc.
Come spesso fa la borgeois, Smith evoca un assalto al patriarcato, ma mentre la
borgeois immagina che sia l’uomo ad essere distrutto, Smith si concentra su una
donna violentata e/o in lutto. Robert gober fa anche lui dei calchi del corpo,
principalmente nelle sue opere non viene mostrata la figura per intero, maschile per
lo più, ma vengono fruttate alcune parti del corpo come le gambe, nel qualche
vengono poi inseriti altri oggetti come candele e tubi. Gober presenta queste parti del
corpo per richiamare i rapporti intricati tra esperienza estetica, desiderio sessuale e
morte. Il risultato è un’esperienza perturbante che sembra sia passata che presente, sia
immaginata che reale. Paul McCarthy attaccò le figure convenzionali dell’autorità
maschile con l’aiuto di maschere grottesche e costumi bizzarri. Usa gli strumenti
come potrebbe utilizzarli un bambino, per manipolare un mondo attraverso i giochi,
per creare una fantasia. L’artista attacca l’ordine simbolico con performance di
regressione infantile. Mike Kelley che quest’ordine è già incrinato con le sue
installazioni che spesso seguono le tracce degli interessi deviati dall’adolescente
maschio. L’arte dei primi 90 sembra pervasa da avvilimento e rigetto, di confusione e
spapagliamento, di sporco ed escrementi. “arte abietta” è, in quanto tale, il processo
che si separa dal proprio ambiente ciò che "non sono io." Concetto di abiezione di
Kristeva è utilizzato comunemente per spiegare popolari narrazioni culturali di
orrore, e comportamenti discriminatori si manifestano in misoginia , misandria ,
l'omofobia e il genocidio . Julia Kristeva ha sviluppato l'idea del abietto come ciò che
è respinta da / disturba ragione sociale - il consenso comune che è alla base di un
ordine sociale. Il "vile" esiste pertanto qualche parte tra il concetto di un oggetto e il
concetto del soggetto, che rappresenta tabù elementi del sé appena separato fuori in
una liminare spazio. Kristeva sostiene che entro i confini di ciò che si definisce come
soggetto - una parte di se stessi - e l'oggetto - qualcosa che esiste indipendentemente
da se stessi - non risiede pezzi che una volta erano classificati come una parte di sé o
di un'identità che da allora è stato respinto - il abietta. E 'importante notare, tuttavia,
che Kristeva ha creato una distinzione nel vero senso della abiezione: non è la
mancanza di "pulizia o la salute" che provoca abiezione, ma quello che disturba
l'identità, il sistema, e l'ordine. Dal momento che l'abietto si trova al di fuori del
ordine simbolico , essere costretti ad affrontare è un'esperienza di per sé traumatico,
come con la repulsione presentato dal confronto con sporcizia, rifiuti, o un cadavere -
un oggetto che viene violentemente gettato fuori dal mondo culturale, avendo una
volta stato un argomento. Così il senso della abietta integra l'esistenza del Super-io -
il rappresentante della cultura, dell'ordine simbolico: in aforisma di Kristeva, "A
ciascuno il suo oggetto ego, a ciascuno il suo Super-io abietta". Dal punto di vista
psicoanalitico di Kristeva, abiezione è fatto per la parte di noi stessi che escludiamo:
la madre, ’oggetto che ci ha creato, al fine di costruire un'identità. Abiezione si
verifica sul livello micro dell'essere parlante, attraverso le loro dinamiche soggettive,
così come a livello macro della società, attraverso il "linguaggio come una legge
comune e universale". Usiamo i rituali , in particolare quelli di contaminazione, per
tentare di mantenere chiari confini tra natura e della società, la semiotica e il
simbolico, paradossalmente sia escluso e rinnovare il contatto con l'abietto in atto
rituale. Il concetto di abiezione è spesso accoppiato (e talvolta confuso) con l'idea di
perturbante , il concetto di qualcosa che è "un-home-like", o straniero, eppure
familiare. L'abietta può essere inquietante, nel senso che possiamo riconoscere aspetti
in essa, nonostante il suo essere "straniero": un cadavere, essendo caduto fuori
dell'ordine simbolico, crea abiezione attraverso la sua stranezza - crea una dissonanza
cognitiva .Le radici dell'arte abietta andare molto indietro nel tempo. Tate definisce
l'arte abietta come ciò che "esplorano temi che trasgrediscono e minacciano nostro
senso di pulizia e decoro [,] particolare riferimento alle funzioni del corpo e del
corpo". Pittori esprimono un fascino per sangue molto prima Rinascimento ma non è
stato fino al dada movimento che il fascino con trasgressione e tabu reso possibile per
arte abietta, come movimento, esistere. E 'stato influenzato da Antonin Artaud s'
Teatro della Crudeltà . Il Whitney Museum di New York ha identificato l'arte abietta
nel 1993. E 'stata preceduta da film e prestazioni dei azionisti viennesi , in
particolare, Hermann Nitsch , il cui interesse per l'idea di Schwitter di un
Gesamtkunstwerk (opera d'arte totale) ha portato alla sua creazione del gruppo di
teatro radicale, noto come l'Orgien-MysterienTheater . Il gruppo ha utilizzato
carcasse di animali e lo spargimento di sangue in modo rituale. Nitsch servito tempo
in carcere per blasfemia prima di essere invitato a New York nel 1968 da Jonas
Mekas. Nitsch ha organizzato una serie di performance che ha influenzato la scena
radicale dell'arte di New York. Altri membri della azionisti viennesi , Gunter Brus ,
che ha iniziato come pittore, e Otto Muehl collaborato prestazioni. Le prestazioni di
Gunter Brus coinvolte pubblicamente urinare, defecare e si taglio con una lama di
rasoio. Rudolf Schwarzkogler è noto per le sue foto che trattano l'abietto. Alla fine
del 1960, la performance art diventato popolare a New York, anche da Carolee
Schneemann . Mary Kelly , Genesis P. Orridge e GG Allin hanno fatto questo tipo di
arte. Negli anni 1980 e 1990, il fascino con i Poteri dell'orrore , il titolo di un libro di
Julia Kristeva , ha portato ad una seconda ondata di artisti radicali prestazioni di
lavoro con i fluidi corporei, tra cui Ron Athey , Franko B , Lennie Lee e Kira O'
Reilly . Kristeva stessa associata esperienza estetica del abietto, come l'arte e la
letteratura, con la catarsi poetica - un processo impura che permette all'artista o autore
per proteggersi dal abietta solo immergendosi all'interno di esso. Alla fine del 1990,
l'abietto divenne un tema di radicali artisti di performance cinese Zhu Yu e Yang
Zhichao . L'abietta anche iniziato a influenzare gli artisti tradizionali tra cui Louise
Bourgeois , Helen Chadwick , Gilbert e George , Robert Gober , Kiki Smith e Jake e
Dinos Chapman , che sono stati tutti inclusi nel Whitney spettacolo 1993. Altri artisti
che lavorano con abiezione includono New York fotografi, Joel Peter Witkin , il cui
libro L'amore e la redenzione e Andres Serrano cui pezzo intitolato Piss Christ
causato uno scandalo nel 1989.
“ospitale” nel senso che lo spettatore si trova in uno spazio reale in cui si svolgono
azioni differenti. Uno degli aspetti più interessanti della pratica di tiravanika è
chiamata “uscita dell’azione” quando per esempio nessuna cucina è messa in atto ma
i resti dell’’attività rimangono comunque presenti : gli utensili sporchi e i frammenti
di cibo vengono lasciati incrostati. Tania bruguera nata a cuba nel 68 è un’artista che
si interessa all’”arte de conducta”. Bruguera è stata arrestata e rilasciata tre volte nel
periodo compreso tra dicembre 2014 e gennaio 2015 per aver organizzato uno
spettacolo pubblico nella Plaza de la Revolución a L’Avana. È stata arrestata insieme
a diversi altri artisti, attivisti, blogger e giornalisti cubani che hanno partecipato alla
campagna 'Yo Tambien Exijo'. La campagna è nata dopo le dichiarazioni di Raúl
Castro e Barack Obama del 17 dicembre 2014 sul ripristino dei legami diplomatici,
cosa che avrebbe posto potenzialmente fine a cinque decenni di ostilità. Ana
Mendieta ispirazione . Arte del comportamento, essa può essere intesa da boudrillard
come “estetica relazionale. Espressione di boudrillard “fascio di relazioni” è
particolarmente adatta e utile per esplorare la distinzione tra gli artisti europei e
nordamenrica. È importante riconoscere che le opere di arte partecipata, incluse le
installazioni che incorporano i visitatori in un ambente immerso e le azioni mettono
in scena un incontro intensificato con il corpo di un artista e/o performer, sono state
parte dell’arte moderna, almeno dal 1916 quando il cabaret voltaire dada apri le porte
a zurigo Jutta Koether è un’artista tedesca, trasferitasi a new york nel 91. Le
dinamiche della pittura della koether si ispirano, per certi versi, alla tecnica all’all-
over, le pennellate sono rapide e i colori vibranti; si definisce una “pittura transitiva”
di cui l’artista rappresenta solo un umore, instaura un passaggio tra l’interno e
l’esterno del quadro. es. quadro lux interior- galleria regna spaulings, new york 2009-
è prevalentement rosso, il colore del sangue e della collera: il suo gesto diventa
ambivalente: auto affermazione e interpretazione.Il lavoro di Koether è anche
affiliato a Martin Kippenberger . La loro relazione è iniziata a Colonia quando lo ha
intervistato per la rivista Spex . Sebbene il suo lavoro non sia così grandioso come
Kippenberger, entrambe le loro opere interagiscono con la fitta storia della pittura
europea, e più precisamente, della pittura tedesca. Le opera di kippenberger
comprendevano ibridi tra pittura e scultura. Kippenberger rappresenta insomma un
caso di frontiera, sospeso tra espressionismo e pop, ascrivibile a una linea a volte
fatta risalire a Picabia per la sua profanazione della pittura e della sua aura. Stephen
Prina (nato nel 1954) è un artista americano. Il suo lavoro è stato classificato come
post-concettualismo e comprende disegno, pittura, scultura, fotografia, installazione,
video e film. In Exquisite Corpse ,cadavere squisito: l’opera completa di manet , una
serie iniziata nel 1988, iniziò a realizzare un dipinto della stessa dimensione e forma
di ogni quadro registrato in un catalogo del 1969 delle opere di Manet . Prina è anche
compositore e musicista.
Alta definizione delle immagini. Fatto e finzione. La Guerra d’Iraq è l’esempio
migliore per trattare questa tematica, in quanto è stata “sceneggiata” dettagliatamente
dai mass media per garantire un “consumo domestico”, mettendo quasi da parte le
immagini legate alle violenze scaturite dall’invasione, ponendo invece note di merito
alla tecnologia degli armamenti invasori, proprio come se ci si trovasse di fronte a un
videogame o a uno schermo ad alta definizione. Thomas hieschhorn suggerisce nelle
ciò che vi si sottraeva o ne era rimosso. Il cinema è il centro intorno a cui ruota tutta
l’operazione complessiva di Farocki – altra “restituzione” –, il ruolo che svolge nei
processi creativi altri, quelli del video, delle installazioni, ecc., il punto di ritorno
costante dell’opera di Farocki, il suo “medium”, potremmo dire oggi nel senso più
pregnante del termine, quello dell’insieme di regole che determinano il processo
creativo. Proprio su quest’ultima questione mi si lasci deviare un momento per poi
tornare e concludere. Jenny Holzer è una delle pioniere dell'arte contemporanea più
apprezzate d’America, neoconcettualismo. dalla fine degli anni '70 questa artista si
occupa di temi pubblici e privati, di corpi politici e statali, di fatti reali e di finzione.
Servendosi di aspetti presi in prestito dalla cultura dei mass media, sin dagli albori
della sua pratica artistica la Holzer provoca e sfida i preconcetti legati al ruolo
dell'arte nella società di oggi. Il suo lavoro spazia da secche e brevi frasi a veri e
propri flussi di coscienza legati alla condizione umana.I versi dei lavori di Jenny
Holzer parlano di violenza, oppressione, genere, sessualità, potere, guerra e morte. Le
modalità di comunicazione più spesso associate alle informazioni istituzionali, ai
notiziari e alla pubblicità diventano, nella sua opera, uno strumento tagliente per
affrontare questioni di natura politica e sociale. Ai weiwei è un artista cinese che ha
lavorato sulla moltitudine - l’uno e molti- fondamentale per qualsiasi dibattito sulla
globalizzazione. “semi di girasole” è un installazione di 100 milioni piccoli pezzi,
riprodotti in ceramica a grandezza naturale. Ai weiwei trasporta un significato-
simbolo della civiltà avanzata, come il marchio della coca-cola, su ceramiche
antiche/tradizionali. “Favola” anch’essa un opera installata ,realizzata per documenta
12 ,2007, giustappone due diversi pubblici che erano in pericolo di non incontrarsi :
cittadini cinesi che scoprono una città europea e un pubblico composto da europei e
americani. Zhang huan nato nel 65, viene riconosciuto per le sue radicali
performance. es. 12 m2 nel 1994, sedette nudo per un’ora, coperto di miele e olio di
pesce in un sudicio gabinetto pubblico del suo quartiere nella parte est di beijing.
Durante quest’ora, coperto di mosche, Zhang mantenne la concentrazione e la calma
associate alle performance basate sulla resistenza degli artisti es burden e abramovic.
12 m2 dimostrò lo sviluppo irregolare delle città cinesi, dove le strutture primitive e
obsolete possono esistere a fianco di grattacieli serviti da infrastrutture urbane
completamente nuove. Zhang ha mostrato quello che la modernizzazione cerca di
nascondere : i bisogni impellenti, la gestione dei rifiuti, ma l’opera serve anche come
allegoria dei rapporti tra presenza fisica ed emotiva e memoria retrospettiva . 2010 Ci
sono due giustificazioni date più frequentemente per presentare le merci al posto
dell’arte. 1. La scelta dell’oggetto da parte dell’artista è ciò che conta per fare di
quell’oggetto un opera d’arte. - ready-made 2. Le merci diventano messaggi visivi,
colmi di significati che rendono quel dato oggetto - un simbolo/icona. 3. Ready-made
umano, artiste come Cindy Sherman incarnano personaggi steriotipati, barbara
Kruger si appropria di fotografie come sfondo di incisivi testi grafici. Nasce una 3
opzione che è quello dell avatar- reale/virtuale. Il termine Corporation/corporazione
indica un gruppo organizzato. Claire Fontaine nasce nel 2004 dalle menti creative di
Fulvia Carnevale e James Thornhill; duo nella vita e negli intenti progettuali, ma
artisti già prima di incontrarsi, si uniscono sotto la vocazione di creare un linguaggio
inedito, svincolato dalle proprie singolarità creative ed emancipato dal peso delle
documenti che produciamo e che attribuiamo ad Atlas group. Tutti questi tipi
d’informazione facevano perno sulla sorprendete facilità con cui si dà autorevolezza
all’informazione. The Yes Men I Yes Men sono un duo di attivisti che si intromette
nella cultura e una rete di sostenitori creati da Jacques Servin e Igor Vamos .
Attraverso varie azioni, i Yes Men mirano principalmente ad aumentare la
consapevolezza su problematiche sociali e politiche problematiche. Ad oggi, il duo ha
prodotto tre film: The Yes Men (2003), The Yes Men Fix the World (2009) e The Yes
Men Are Revolting (2014). In questi film, impersonano entità che non amano, una
pratica che chiamano "correzione dell'identità". I Yes Men operano sotto la
dichiarazione della missione secondo cui le bugie possono esporre la verità. Creano e
gestiscono siti Web falsi simili a quelli che intendono falsificare, il che ha portato a
numerosi inviti a interviste, conferenze e talk show televisivi. Sposano la convinzione
che le società e le organizzazioni governative spesso agiscono in modo
disumanizzante verso il pubblico. Gli oggetti di scena elaborati a volte fanno parte
dell’astuzia Gli Yes Men spesso implementano un approccio satirico: si pongono
come un'entità potente (in genere un rappresentante o dirigente di una società o del
governo) e fanno commenti ridicoli e scioccanti che caricano la posizione ideologica
dell'organizzazione o della persona. I Yes Men hanno fatto da portavoce per l'OMC,
McDonald's , Dow Chemical e il Dipartimento degli alloggi e dello sviluppo urbano
degli Stati Uniti Le loro esperienze sono state documentate nel film The Yes Men ,
[5] distribuito da United Artists, nel documentario sulle guerre informative e nel libro
The Yes Men: The True Story of the End of the World Trade Organization ( ISBN 0-
9729529-9-3 ). Andy Bichlbaum e Mike Bonanno hanno anche diretto un film del
2009 intitolato The Yes Men Fix the World , presentato in anteprima al Sundance
Film Festival . Nel 2009 hanno lanciato il loro canale video online su Babelgum . Il
loro terzo film, The Yes Men Are Revolting , è stato presentato in anteprima al
Toronto International Film Festival del 2014 . I Yes Men incoraggiano attivisti e
gruppi di studenti a far sentire la propria voce attraverso conferenze che si
infrangono, creando siti Web falsi e venendo arrestati. [8] Dow chemical 2003 Il 3
dicembre 2004, ventesimo anniversario del disastro di Bhopal , Jacques Servin è
apparso su BBC World come "Jude Finisterra", il nome del vero portavoce di Dow
Chemical, la società responsabile del disastro chimico a Bhopal, in India, il 3
dicembre 1984. Il governo indiano ha riferito che Il disastro di Bhopal divenne uno
dei peggiori disastri chimici della storia e il nome Bhopal divenne sinonimo di
catastrofe industriale. Immediatamente dopo il disastro, UCC iniziò i tentativi di
dissociarsi dalla responsabilità della perdita di gas. La Corte suprema indiana alla fine
ha mediato un accordo in cui UCC ha accettato la responsabilità morale e ha accettato
di pagare $ 470 milioni al governo indiano per essere distribuito ai richiedenti come
soluzione completa e definitiva. Sul loro sito Web Dow Chemical falso, i Yes Men
affermarono che la Dow Chemical Company non aveva alcuna intenzione di riparare
il danno. La vera compagnia ricevette un notevole contraccolpo, e sia il vero Dow
che il falso Dow negarono le dichiarazioni, ma Dow non intraprese alcuna azione
reale. Ogni museo che intende esibire una varietà rappresentativa di arte moderna e
contemporanea deve in qualche modo tener conto di tutti gli ambienti, in un unico
edificio: 1. white cube : rappresenta un ambiente austero o sublimato: è lo spazio per
eccellenza dove poter esporre opere d’arte di tipo pittorico o scultoreo 2. Black cube:
ambiente chiuso e buio dov’è possibile proiettare immagini, video, installazioni. 3.
Scatola grigia e art bay: è quel tipo di ambiente ibrido in cui si intende esibire una
varietà rappresentativa che sta tra la performance e lo spazio per eventi. Intorno agli
anni 70 , con il collasso dell’industria a new york, i loft industriali vennero utilizzati
come gallerie e musei o studi economici per artisti, come i minimalisti. La seconda
strada fu quella più diretta: ovvero la costruzione in toto di musei e gallerie, come
grandi contenitori ad es. il guggheneim di Bilbao progettato da frack Gehry. Il museo
di Bilbao diventa l’icona della città, leader di una città depressa o di una regione
trascurata che investe su questo simbolo architettonico. A bilbao come al maxxi di
Roma progettato da zaha Hadid, sono esempi di museisculture, visivamente brillanti,
tanto che gli artisti devono innanzitutto rispondere all’architettura. Gli spettatori non
sono tanto passivi da dover essere attivati, ne tanto meno completare l’opera
dell’artista, queste ultime non sono tanto morte da dover essere rianimate , e i musei
possono ammettere sia l’intrattenimento sia la contemplazione e promuovere la
comprensione lungo il percorso. Il compito del museo è quello di fungere da
macchina spazio-temporale , trasportarci in diversi periodi e culture.