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Francia itailia
HISTORICSL FACTS
NATURALISMO
3. Fotografia - “istantanea”
- inquadratura
4. Colori industriali
Sono stati grandi non altro che grazie a quest’armonia e non poteva che essere così
Romanzo è la forma migliore perché permette di parlare nel dettaglio della realtà investigabile come un
fatto oggettivo
contrario rispetto ai romantici che invece portano l’ordine del cosmo fuori dalla portata dell’uomo –
sublime – ideale
uomo come oggetto di studio scientfico – loro si definiscono scienziati dell’uomo
soggettività dell’autore messa in secondo piano perché è un indagine che rivela il semplice andamento
delle cose senza alcun giudizio
VERISMO
VERGA
CONTESTO CULTURALE
Giolitti – ministro della malavita – questione meridionale
Studi giuridici che interrompe per unirsi alla leva - Ama Garibaldi- patriottico
1865 si trasferisce a Firenze - Caffè Michelangelo ( Macchiaiolo ) – ambiente stimolante dal punto di vista
intellettuale
E se in gioventù aveva scritto romanzi di stampo risorgimentale e romantico l’incontro con questo gruppo
che invece parla dei reietti della società gli fa cambiare idea rispetto al contenuto dei romanzi, idea che si
conferma nella forma nel 1877 perché traduce l’Assomoir, l’ammazzatoio di Zola – conversione al verismo
Abbandona genere del romanzo –-per dedicarsi alle novelle – media lunghezza
+ dialetto – ulteriore forma di verismo- anche nel linguaggio
realismo come presa di posizione culturale ed ideologica - riproduzione di una realtà non adulterata né
abbellita né edulcorata alla luce della coscienza morale dei problemi sociali dell'epoca - obiettività di
analisi che non mascheri la realtà, per quanto brutta e sgradevole, ma la rappresenti nella sua crudezza
oggettiva, perché tutti ne prendano coscienza.
REALISMO
Scuola di Barbizon
definizione del termine nel 1890 quando il mercante d’arte scozzese David Croal Thomson pubblicò il libro I
pittori della Scuola di Barbizon
usato in modo informale per definire gruppo di pittori paesaggisti che tra il 1830 e il 1870 si ritrovava nella
foresta di Fontainebleau, a sud-est di Parigi, in particolare nel villaggio di Barbizon
residui echi romantici - enfaticità narrativa e tono sentimentale, in particolare Constable, anticipatore di
una tecnica pittorica di scomposizione cromatica in piccole macchie di colori puri che diverrà tipica degli
impressionisti
La quercia (1851-52),
Jean-Francois Millet
F. Millet,
Le spigolatrici,
1857, olio su tela, 83,5x111 cm.
F. Millet,
L’Angelus
1857-1859
olio su tela, cm 55,5×66, Paris, Musée d’Orsay
«L'Angelus è un quadro che ho dipinto ricordando i tempi in cui lavoravamo nei campi e mia nonna, ogni
volta che sentiva il rintocco della campana, ci faceva smettere per recitare l'angelus in memoria dei poveri
defunti». All'origine di questo quadro, c'è dunque un ricordo d'infanzia e non la volontà di esaltare un
qualsivoglia sentimento religioso tanto più che Millet non è nemmeno un praticante. (…)
Isolata in primo piano, in mezzo a una immensa e deserta pianura, questa coppia di contadini assume un
aspetto monumentale, malgrado le dimensioni ridotte della tela. I loro visi sono lasciati in ombra, mentre
una luce sottolinea i gesti e gli atteggiamenti
profondo sentimento di raccoglimento e Millet, superato il semplice aneddoto, aspira all'archetipo.
Jules Dupré
C. F. Daubigny
Lo stagno (1858)
Constant Troyon
Corot
vero" fotografico per mezzo di pennellate sintetiche, tinte argentee, forme sfocate e fuggenti e accordi
tonali armonici
"Corot è un vero artista. Bisogna vedere un pittore nel suo posto per avere un'idea del suo valore (...) Corot
scava in profondità in un argomento: idee vengono a lui e lui ne aggiunge durante il lavoro: è il giusto
approccio ".
Délacroix, 1847
Il Ponte di Augusto a Narni (1826)
C. Corot,
La Cattedrale di Chartres,
1830, olio su tela, 64x51 cm.
L’arte fino all’ottocento si era posta come condizione l’imitazione della realtà, al punto che la valutazione
dell’opera parte spesso proprio dal livello di verosimiglianza raggiunto
Avvento della fotografia porta a una rivoluzione nelle arti figurative. Gli artisti più all’avanguardia si
interrogano su quale possa essere la funzione dell’arte alla luce di questo nuovo mezzo tecnico.
In realtà la scoperta della fotografia non fa che accelerare un processo in corso già da circa un secolo.
(romanticismo)
anche l’arte figurativa diventa uno strumento per indagare e conoscere la realtà e non più semplicemente
per descriverla
L. Daguerre,
Viale di Parigi (1838),
dagherrotipia.
Courbet
Il sentimento individuale, la libera espressione di una personalità sono vietati. Non bisogna essere che
l’interprete del gusto generale».
Un realista è completamente indipendente dal suo prossimo: egli dà forma a sensazioni che la sua natura e
il suo temperamento gli fanno sentire quando si trova a confrontarsi con qualche cosa, ovvero con la natura
o con la vita del proprio tempo.”
VITA
“cinquanta figure, grandezza naturale, con un paesaggio e cielo nel fondo, su una tela di venti piedi di base per dieci di
altezza”
“il sindaco che pesa un quintale, il curato, il commissario, il crocifero, il notaio, l’assessore Marlet, i miei amici, mio
padre, i chierichetti, il becchino, due vecchi della rivoluzione del 1793 con gli abiti d’epoca, un cane, il morto e i suoi
portatori, gli scaccini (uno di essi ha il naso come una ciliegia, ma grosso in proporzione e lungo cinque pollici), le mie
sorelle, altre donne”.
concittadini sono così tanti che, nonostante le dimensioni enormi della tela, che l’artista è quasi costretto
ad avvicinarle molto le une alle altre con l’effetto di creare quasi una barriera umana che fronteggia lo
stesso pubblico parigino che sta nella sala
G. Courbet,
L’atelier del pittore o
Allegoria reale che determina una fase di sette anni della mia vita atistica,
1855, olio su tela, 359x598 cm, Musée d'Orsay, Paris
“È la società in tutti i suoi strati, alto, basso, medio. In poche parole, è il mio modo di vedere la società con i
suoi interessi e le sue passioni. È il mondo che viene a farsi dipingere da me ”
“È la storia morale e fisica della mia bottega di pittore”.
“la pittura è un’arte essenzialmente concreta e che può consistere soltanto nella rappresentazione delle
cose reali ed esistenti”
compito dell’arte è quello di raccontare dei fatti veri, delle azioni accadute
Questo quadro di Courbet non nasce da discussioni teoriche, ma presenta ciò in cui l’artista crede e che gli
fa dire nella stessa lettera: “dovessi percorrere il mondo intero, sono certo che troverò sempre degli
uomini capaci di comprendermi; e anche se ce ne fossero solo cinque o sei, questi mi troveranno e mi
faranno vivere”
“Essere capace di rappresentare i costumi, le idee, l'aspetto della mia epoca, secondo il mio modo di vedere;
essere non solo un pittore ma un uomo; in una parola fare dell'arte viva/attuale, questo è il mio scopo".
La trota (1871)
schiettezza e l'audacia di questo nuovo linguaggio non escludono un legame con la tradizione
pennellata ampia e sensuale e il ricorso al colore ricordano la pittura veneziana- Courbet faceva appello a
Tiziano e al Veronese, al Correggio e alla tradizione di una pittura carnale e lirica
PASCOLI - Contrasto
DAUMIER
Honoré Daumier,
Il passato, il presente, l’avvenire
(1834), litografia, 26x20 cm,
pubblicato in “La Caricature”
Egli inizia la sua carriera artistica come autore di litografie caricaturali di tema politico pubblicate sui nuovi
giornali satirici sorti in Francia quali “La Caricature” (1831-32) e “Le Charivari” (1832-36)
Honoré Daumier,
Gargantua (re Luigi Filippo),
1832,litografia
Honoré Daumier,
Il vanitoso, (1833),
22x17 cm, terra cruda colorata,
Parigi, Musée d’Orsay
serie de I Parlamentari
forma che dà al personaggio, la posizione della testa rispetto al busto, l’evidenza di qualche difetto fisico
colpiscono in modo immediato e graffiante, mettendo a nudo la dimensione umana del soggetto
Daumier è interessato ai ‘tipi’ umani; nonostante le piccole dimensioni, che nella maggior parte dei casi
presentano le sue opere, l’arte di Daumier sorprende per la monumentalità e per il vigore espressivo.
esaspera carattere non per bellezza – Ingres- ma per critica - simil Grosz ma meno cattivo
H. Daumier,
Noi vogliamo Barabba, 1850
“Ecce homo - Ecco l'uomo” - Vangelo di Giovanni (19,5), Pilato presenta alla folla il Cristo flagellato e
coronato di spine
Honoré Daumier,
Carrozza di terza classe,
1862, olio su tela, New York ,MET
DICKENS 1812-1870
- was born in a poor family and since he was a kid had to work in a factory as a shoe- polisher
- Trained as journalist to work in Parliamentary Law Court but actually despised the world of lawyers
and law as institution
- Learned shorthand
WORKS
Dickens wrote manly novels and short stories published as instalments on newspapers
CHARACTERS
- Belonging to all society’s classes but in particular lower stratum of society
- working class heroes
- Children as the true moral teachers- the ones that know best and that must be treated only with love
and respect / adults – hypocrites, worthless parents
Hard Times
setting : Coketown
fictious industrial city
name from coal – main industries during industrial revolution
plot:
Gradgrind – headmaster of the school – only teaches facts because are the only useful things
teaching method he apply to his 5 kids – carbon copies one of each other
g.’s best friend is Bounderby that wants to expel Sissy Jupe as a child with too much imagination
g. discovers she has no family so takes her to live with him and his children- sissy becomes friend with
louisa, g’s friend
when louisa gets older she marries Bouderby, which is twice her age, to help her brother Tom have a job in
b’s bank
louise trapped in a loveless marriage almost leaves her husband to be with james harthouse- politician –
but that in the end, with sissy’s help decides not to leave him
despite this b thinks she cheated on him so they divorce
tom robs the bank and the fault is given to Stephen blackpool, an innocent and honest worker that after
little time dies
tom is arrested but manages to escape
g feels sorrow to ruin his own daughter’s life and that his son is a criminal and in the end asks for
forgiveness
Coketown
It was a town of red brick, or of brick that would have been red if the smoke and ashes had allowed it; but as matters
stood, it was a town of unnatural red and black like the painted face of a savage.
It was a town of machinery and tall chimneys, out of which interminable serpents of smoke trailed themselves for
ever and ever, and never got uncoiled.
It had a black canal in it, and a river that ran purple with ill-smelling dye, and vast piles of building full of windows
where there was a rattling and a trembling all day long, and where the piston of the steam-engine worked
monotonously up and down, like the head of an elephant in a state of melancholy madness. It contained several
large streets all very like one another, and many small streets still more like one another, inhabited by people equally
like one another, who all went in and out at the same hours, with the same sound upon the same pavements, to do
the same work, and to whom every day was the same as yesterday and tomorrow, and every year the counterpart of
the last and the next.
City depicted with 3 similes- images taken from the exotic world as there was the myth of the good savage
and England had many colonies but people didn’t know anything about foreign countries and were curious
even more after that the previous year the expo was held in London and it had been as an exotic fair
Repetitions that give the monotony of the city – as it was manly factories and everybody worked in them
the citizens even shared the same schedule
Man of realities
A man of realities. A man of facts and calculations. A man who proceeds upon the principle that two and two are
four, (...)With a rule and a pair of scales, and the multiplication table always in his pocket, sir, ready to weigh and
measure any parcel of human nature, and tell you exactly what it comes to. (...) You might hope to get some other
nonsensical belief into the head of George Gradgrind, or Augustus Gradgrind, or John Gradgrind, or Joseph Gradgrind,
but into the head of Thomas Gradgrind - no, sir! – ( narrator similar to Manzoni – omniscient and humoristic- while
descrbing him he makes fun of him) Indeed, as he eagerly sparkled at them from the cellarage before mentioned, he
seemed a kind of cannon loaded to the muzzle with facts, and prepared to blow them clean out of the regions of
childhood at one discharge. He seemed a galvanizing apparatus, too, charged with a grim mechanical substitute for
the tender young imaginations that were to be stormed away.-Girl number twenty,- said Mr Gradgrind, (...)-Sissy is
not a name,- said Mr Gradgrind. –Don’t call yourself Sissy. Call yourself Cecilia.(...)What is your father?- -He belongs
to the horse-riding, if you please, sir.-( Sissy’s father is a horsebreaker at the circus but g do not want her to lk about it
in front of the other students as it would have a bad nfluence on them) -We don’t want to know anything about that,
here. You mustn’t tell us about that, here. Your father breaks horses, don’t he?- -If you please, sir, when they can get
any to break, they do break horses in the ring, sir.- -You mustn’t tell us about the ring, here. Very well, then. Describe
your father as a horsebreaker. He doctors sick horses, I dare say?- -Oh yes, sir.- -Very well, then. He is a veterinary
surgeon, a farrier, and horsebreaker. Give me your definition of a horse.- (...)-Girl number twenty unable to define a
horse!- said Mr Gradgrind, for the general behoof of all the little pitchers. -Girl number twenty possessed of no facts,
in reference to one of the commonest of animals! Some boy’s definition of a horse. Bitzer, yours.-The square finger,
moving here and there, lighted suddenly on Bitzer, perhaps because he chanced to sit in the same ray of sunlight
which, darting in at one of the bare windows of the intensely white-washed room, irradiated Sissy. For, the boys and
girls sat on the face of the inclined plane in two compact bodies, divided up the centre by a narrow interval; and Sissy,
being at the corner of a row on the sunny side, came in for the beginning of a sunbeam, of which Bitzer, being at the
corner of a row on the other side, a few rows in advance, caught the end. But, whereas the girl was so dark-eyed and
dark-haired, that she seemed to receive a deeper and more lustrous colour from the sun, when it shone upon her, the
boy was so light-eyed and light-haired that the self-same rays appeared to draw out of him what little colour he
ever possessed. His cold eyes would hardly have been eyes, but for the short ends of lashes which, by bringing them
into immediate contrast with something paler than themselves, expressed their form. His short-cropped hair might
have been a mere continuation of the sandy freckles on his forehead and face. His skin was so unwholesomely
deficient in the natural tinge, that he looked as though, if he were cut, he would bleed white.( physical aperreance
that reflects the kind of knowledge he has – cold and plain- ghostly – impersonal and academic definitions that lacks of
colour, passion and imagination) -Bitzer,- said Thomas Gradgrind. -Your definition of a horse.-
-Quadruped. Graminivorous. Forty teeth, namely twenty-four grinders, four eye-teeth, and twelve incisive. Sheds coat
in the spring; in marshy countries, sheds hoofs, too. Hoofs hard, but requiring to be shod with iron. Age known by
marks in mouth(...)
MANET
- Spazio
- Illuminazione
- Punto di vista dell’osservatore
In una figura cercate la grande luce e la grande ombra, il resto verrà naturalmente." (Manet)
L’arte dal Quattrocento ha cercato di far dimenticare il fatto che la pittura fosse inscritta su un certo
frammento di spazio: Manet ha fatto risorgere le proprietà, qualità, limitazioni materiali della superficie
Manet,
Ritratto diEmile Zola, 1868,
olio su tela, 90x110 ca,
Parigi, Musée d’Orsay
Manet,Déjeuner su l’herbe, 1863,
olio su tela, 208x264 cm,Parigi,Musée d’Orsay
E. Manet,
Ballo in maschera all’Opera,
1873-74, Washington DC, National Gallery of Art
E. Manet,
Le Chemin de fer,
1872-73, Washington DC, National Gallery of Art
Tela e pittura sono impenetrabili – soggetti che ti guardano come sfida di un interlocuzione che non può
avvenire
Manet,
Il Pifferaio, 1866
“sfondo grigio e luminoso, si stacca il giovane musico, in tenuta leggera, pantaloni rossi e bustina. Soffia nel
suo strumento, presentandosi di fronte. Ho detto sopra che il talento di Manet era fatto di autenticità e di
semplicità. Tutta la sua personalità lo porta a vedere per macchie, per frammenti semplici ed energici. Di
lui si può dire che si accontenta di cercare toni giusti e di giustapporli poi su una tela. Accade che la tela si
copra così di una pittura solida e forte. Ritrovo nel quadro un uomo che ha la curiosità del vero e che estrae
da dentro di sé un mondo che vive una vita particolare e potente.
Sapete quale effetto producono le tele di Manet al Salon. Bucano le pareti, semplicemente.”
Buco come dimensione a sé della realtà- non è un’apertura verso un oltre ma una natura diversa
è riuscito a congiungere passato e presente applicando una tecnica moderna ad un repertorio classico.
I suoi personaggi hanno una sorta di impassibilità, propria dei “classici”: hanno uno sguardo che sembra
altezzoso e sono animati da un’intensa vita interiore, sono una presenza fuori del tempo, come il Pifferaio
e l’Olympia.
E. Manet,
Il bar delle Folies -Bergères,
1881-82, olio su tela, 96x130 cm
Uomo che parla con barista - posizione laterale o frontale di spettatore e pittore
Il quadro è uno spazio davanti al quale e in rapporto al quale ci si può spostare
- io sono come l’uomo che vede la signorina in fronte anche spostandosi da davanti al centro della tela
“La frase di Cézanne: "Monet non è che un occhio, ma (...) che occhio" (...) Senza dubbio Monet è stato un
genio inventivo della visione, ha saputo vedere nel rapporto di luci e di colori quello che nessun altro
prima di lui aveva veduto. (..)dipingendo col preciso intento di rappresentare luce-colore, ha escluso
spontaneamente ogni elemento esteriore letterario sociale, come e più radicalmente di quel che aveva fatto
Manet. (...) La conquista dell'autonomia dell'arte era così compiuta
(...) Ma più le sfumature si affinano, meno conservano la loro vitalità, più la luce è curata e ricercata,
meno essa si sprigiona da una nebbia che tutto avvolge e che cancella l'oggetto rappresentato. Quel che
resta è un bisogno di grandezza, di potenza, di sforzo eroico.
IMPRESSIONISMO 1874-86
la facoltà di fissare un momento del tempo della vita, con la consapevolezza che esso è solo un frammento
di un continuo variare, ma è anche la sola realtà che ci appartiene perché è quella alla quale, in
quell’attimo di percezione, “siamo dentro”.”
(G. Briganti)
Il quadro è sempre una finzione perché è un’istantanea di una realtà che nel momento in cui la guardo è
già cambiata
«[…] aver eliminato dalla rappresentazione della realtà gli elementi letterari, di posa, di eloquenza, per una
constatazione nuda e spoglia, ove la parte dell’uomo e dei suoi valori viene ridimensionata a favore di una
più equa ricettività dei dati della natura […].
Fa saltare, le nozioni distaccate e chiuse delle singole cose, in nome di un continuum, di una pasta unica in
cui si compenetrano cose e carni umane, abiti e vegetazione, cielo e acqua.
Si costituisce un complesso sinergico unitario di nozioni (forme) + colore medio + colore “portato” o
atmosferico (luce); ogni pennellata di un quadro impressionista porta contributi congiunti alla co-
determinazione di questi tre fattori».
mélange optique
- Camille Pissarro
- Claude Monet
- Auguste Renoir
- Edgar Degas
- Alfred Sisley
- Armand Guillaume
-MONET
“ I'arte di Monet, (come) il ponte che collega l'impressionismo al nostro tempo, o quanto meno a quello di
ieri. “
esigenza di voler superare la frammentarietà delle sensazioni, istantanee – tenta di fissare l’istante
mutevole e sfuggevole e poi rendendosi conto dell’impossibilità di questa impresa rivolgersi a una
rappresentazione poetica e immaginativa
Donne in giardino
(1866-67)
Era Monet che dipingeva con accanimento la partenza delle locomotive, voleva
mostrarle in movimento, nella scia di aria calda che tremava attorno alle loro
reni, colpito dalle manovre».
Nel volgere delle ore e delle stagioni il pittore tenta di coinvolgere lo spettatore
nella vicenda della natura e del tempo
Quanto più vedo, tanto più vado male nel rendere ciò che sento; e mi dico che
chi dice di avere finito una tela è un tremendo orgoglioso. (…) lavoro a forza
senza avanzare, cercando, brancolando, senza arrivare a granché, ma al punto
da esserne stremato".
Monet
Ninfee (1899-1918)
C. Monet
C. Monet,
La Grenouillère, 1869
A. Renoir,
La Grenouillère, 1869
RENOIR
tocchi di colore stesi per piccole macchie che rendono l’effetto della luce solare filtrata attraverso le foglie,
creando un’atmosfera di vibrazione cromatica e luminosa, che ne fa una delle massime espressioni della
pittura impressionista en plein air.
P.A. Renoir,
Bal au Moulin de la Galette
(1876),olio su tela, 131x175 cm, Parigi, Musée d’Orsay
caposaldo della produzione impressionista in quanto riassume i principali temi ed elementi caratteristici di
questo gruppo:
il soggetto tratto dalla vita contemporanea,
la pittura en plein air,
la folla animata e gioiosa,
i giochi di luce attraverso le fronde degli alberi,
i colori brillanti e variegati, le ombre colorate,
la pennellata duttile e rapida
Scene di vita contemporanea- animo urbano – scena di vita sociale
per conoscere l’istante ho bisogno di tempo per conoscere l’atmosfera – Degas
sembra una pittura improvvisata, un’istantanea, Renoir passò vari mesi tra ideazione e realizzazione.
S’installò nel locale per circa sei mesi, per conoscere i frequentatori abituali, ed eseguì il quadro sul posto,
facendosi aiutare a trasportare la grande tela dallo studio al locale.
rompe con il movimento impressionista perché strada sbagliata per applicare ai ritratti e alle figure una
maggior disciplina
P.A. Renoir,
La colazione dei canottieri
(1881),olio su tela, 173x130 cm, Washington, Philips Collection
DEGAS
«Disegni linee, giovanotto, tante linee, non importa se vengono dalla memoria o dalla natura» ( Ingres)
«Bisogna rifare dieci, cento volte lo stesso soggetto.Nulla in arte deve sembrare casuale, nemmeno il
movimento»
E. Degas,
Foyer della danza, 1873
Huysmans
L’assenzio (1875-76),
quadro completo della società francese in tutti i suoi strati sociali e i suoi
ambienti, da quelli mondani a quelli politici, da quelli artistici e letterari ai
mercati generali, ai sobborghi operai. Grande successo ebbe L’Assommoir, del
1877- crude descrizioni della degradazione umana cui erano sottoposti gli
operai parigini.
Inquadratura fotografica
atmosfere cupe e malinconiche
[Riviere, 1877]
La tinozza (1886)
«Il nudo è sempre stato ritratto in pose che presuppongono lo sguardo del
pubblico, mentre le mie donne sono persone semplici ed oneste, interessate
soltanto al proprio corpo: è come guardare dal buco della serratura».
MACCHIAIOLI 1855-1877
A Firenze nel 1856, apre al pubblico la collezione del principe Anatoli Demidoff, dove si potevano vedere
opere dei massimi artisti francesi del momento, da Ingres a Délacroix, da Corot ai barbizonniers
discussioni al Caffè Michelangelo, dal ’45, avevano richiamato giovani talenti, che sperimentarono la
pittura “a macchia”, il cui teorico fu Diego Martelli.
fra le risate nasceva una discussione, colla quale si mettevano in rilievo tutti i torti dell'arte greca, e si
terminava mettendo in ridicolo le opere più rinomate, principiando dall'Apollo del Belvedere....”
(Cecioni)
Da piccoli quadretti, che potremmo chiamare bozzetti, in cui vengono fissate rapidamente le immagini con
macchie chiare e scure, si passa a opere di dimensioni più grandi in cui le forme solide sono ottenute
mediante ampie campiture e gli spazi sono regolati dall’alternanza di luce e ombra o dal graduarsi di
valori tonali.
Il gruppo nasce dalla necessità, sempre più sentita - dopo aver avuto notizia dell’ apertura del Padiglione
del Realismo all’Esposizione Universale di Parigi del ’55 - di rifarsi allo studio dal vero, semplificando le
composizioni ed accentuando la struttura di luce - colore dei dipinti.
ogni cosa è tuttavia pretesto per parlare del vero e il soggetto in sé non ha
particolare valore
PIAGENTINA
protagonisti la luce, e l’ombra creata dal verde che creano il volume triangolare
della cameriera sulla destra e fanno percepire la profondità e di misurare
l’ampiezza della campagna circostante
La visita (1868)
CASTIGLIONCELLO
FATTORI
dipinto costruito col colore che crea nello stacco fra tono e tono il disegno, fra
chiari e scuri i volumi - colore intriso di luce, che rievoca la luce abbagliante di
una giornata assolata, e che nello sfumare negli ultimi piani accentua la
profondità; il colore-luce diviene qui veramente l'elemento strutturale su cui si
coordina tutto il dipinto.
“Credo che I'artista bisogna lasciarlo libero nelle sue manifestazioni di produrre
le bellezze della natura come le sente e come le vede. (…) Tavolozza semplice,
pochi colori: i troppi colori inutili fanno il lusso dei dilettanti.”
(Fattori)
SIGNORINI
ricerca tecnico-pittorica affrontata con approccio scientifico - Si soffermano sul metodo impressionista in
termini scientifici privandolo di tutta quella volontà di inseguire l’istante – effetto finale di immobilità
fusione retinica dei colori che trasforma la superficie in una texture dall’effetto ‘vibrato’ e luminoso -
spazio piano privo di volume e del peso degli oggetti
soggetto perde il suo aspetto naturalistico e si trasforma in un insieme di forme colorate che sono
individuate dall’occhio come astratti tasselli colorati, se visti da vicino, mentre vengono lette come
immagini e forme armoniose se osservate alla giusta distanza
Un bagno a Asnières
Seurat, (1883-84),
1886 a PARIGI - l’ottava e ultima mostra dei pittori impressionisti alla quale partecipano Signac e Seurat che
presenta Una domenica pomeriggio all’Ile de la Grande Jatte
voglio allo stesso modo ritrarre le persone del nostro tempo in ciò che hanno di
essenziale in quadri combinati in armonia di colori grazie alle direzioni delle
tinte, e in armonia di linee grazie al loro orientamento, disponendo linea e
colore l’una in rapporto all’altra”.
Le cirque
Seurat, (1890-1891)
«Il suo stile ha qualcosa di voluto, di artificioso. Le sue teorie sulla divisione
dei toni e sulla costituzione della luce sono astratte
(G. C. Argan)
St. Tropez
P. Signac, (1899)
DIVISIONISMO
CEZANNE
In Cézanne la pittura diventa strumento per la conoscenza della realtà, non solo nella sua forma, ma nel suo
essere.
Cézanne trascina lo spettatore dentro la realtà che rappresenta, e chi guarda è invitato a partecipare della
creazione artistica del pittore.
“Come ogni artista destinato a toccare l’eterno, Cézanne ci indica che il “luogo comune” è anche il solo
luogo deputato a sostenere la grande partita della verità: che è insomma, il coagulo di tutti i sentimenti, di
tutti i pensieri, di tutte le azioni e di tutte le meditazioni dell’uomo; ora, essendo un pittore, quel “luogo”
non poteva essere altro che visivo. Da lì egli parte e lì si riporta, ostinato e caparbio, in ogni momento del
suo lavoro per controllare la giustezza della sua ricerca.”
“Il mio metodo è l’odio per l’immaginifico. Il mio metodo, il mio codice è il realismo. Ma sia chiaro, un
realismo alla grande, senza dubbi. L’eroismo del reale. […]Dipingere non significa copiare servilmente
l‘oggetto, ma impadronirsi di un’armonia tra numerosi rapporti”.
[Cézanne]
[Cézanne]
Esposto a mostra impressionisti! (lui partecipa alla prima e alla terza mostra impressionisti)
anche se forme omogenee- pittura pastosa e non di tocco
“L’Impressionismo è la mescolanza ottica dei colori: io devo spingermi oltre. Ho voluto fare
dell’Impressionismo qualcosa di solido”
[Cézanne]
«Ai fiori ho rinunciato, appassiscono subito; i frutti sono più fedeli, stanno lì come se chiedessero scusa di
sbiadire».
[Cézanne]
A differenza di Van goh Cezanne riesce a mantenere una distanza dall’oggetto – vuole affermare la realtà
non sé stesso attraverso di essa
“trattare la natura secondo il cilindro, la sfera, il cono, il tutto posto in prospettiva, in modo cioè che ogni
lato di un oggetto, di un piano si orienti verso un punto centrale. Le linee parallele all’orizzonte danno
l’estensione, cioè una sezione della natura o, se lei preferisce, dello Spettacolo che il Pater Omnipotens,
Aeterne Deus dispiega davanti ai nostri occhi […]. Ora, la natura, per noi uomini, è più in profondità che in
superficie; di qui la necessità di introdurre nelle nostre vibrazioni di luci, rappresentate per mezzo dei rossi e
dei gialli, una somma sufficiente di blu, per fare sentire l’aria.”
prospettiva legata ad una costruzione di tipo mentale in cui iil punto di fuga,
non è un punto nello spazio, ma è la verità dell’oggetto rappresentato. Oltre a
questa costruzione, assume importanza l’uso del colore, dei suoi verdi, dei suoi
azzurri, dei sui gialli e dei suoi arancioni. Il colore non è steso piatto e
nemmeno viene utilizzato il chiaroscuro. All’interno della costruzione
geometrica colori differenti, intrecciandosi a matassa, generano piani e danno
forma al volume. Cézanne procede alla creazione di piani che spesso sembrano
cadere verso lo spettatore o addirittura avvolgerlo. Dentro questa instabilità le
figure si stagliano imponenti in tutta la loro fisicità.
Lavorava […] in conflitto con ogni sua singola opera, perché nessuna di esse
sembrava raggiungere […]Il convincente, il farsi cosa, la realtà sublimata fino a
divenire indistruttibile attraverso la propria esperienza dell’oggetto, era questo
che gli pareva l’intento più intimo del suo lavoro”.
Se il pittore vuole esprimere il mondo, bisogna che la disposizione dei colori rechi in sé questo Tutto
indivisibile. […]Cézanne meditava anche un’ora prima di dare una pennellata: essa deve contenere l’aria, la
luce, l’oggetto, il piano, il disegno e lo stile”.
[Merleau-Ponty]
“per ottenere un progresso conta solo la natura, e l’occhio viene addestrato mediante il contatto con essa.
Voglio dire che in un’arancia, in una mela, in una ciotola, in una testa vi è un punto culminante. E questo,
nonostante il terribile effetto della luce e dell’ombra, e delle sensazioni del colore, è sempre più vicino al
nostro occhio; gli orli degli oggetti retrocedono verso un centro sul nostro orizzonte.”
“La natura è sempre la stessa, ma nulla resta di lei; [la pittura] deve darle il respiro della durata”
[Cézanne]
la semplice veridicità ci educa (…) Ci si accorge di come fosse necessario andare oltre l’amore; è del tutto
naturale che si ami ciascuna di queste cose, quando le si fa; ma se lo si mostra, ecco che lo si fa già meno
bene; perché le si giudica invece di dirle. Si cessa cioè di essere imparziali; e la cosa più importante, l’amore,
resta al di fuori del lavoro, non accede in esso, gli rimane accanto non trasformata (…). Si dipingeva:
questa è la cosa che amo, invece di dipingere: ecco la cosa. Dove poi ciascuno è da sé che deve valutare se
davvero io ho amato. Ma è cosa che non si mostra affatto, al punto che taluni potranno addirittura
sostenere che non è d’amore che qui si parla, tanto lo si trova consumato, senza residui, nell’atto del fare.
« il cubo, il cilindro, la sfera non sono delle forme valide in sé, ma solo in quanto si attuano, si inverano
nelle apparenze. Questa è anche la grande differenza tra Cézanne e il Cubismo e i movimenti ad esso affini, i
quali infatti oltrepassano la barriera del fenomeno, cercano di rappresentare direttamente il noumeno,
ovvero ciò che è in idea, non raggiungibile con i sensi se non attraverso manifestazioni approssimate e
simboliche. […] Costoro integrano in larga misura il visibile con l’intelligibile, in un dosaggio favorevole al
secondo. Anche in Cézanne il vedere è sempre accompagnato da un sapere, ma con perfetta integrazione
tra l’uno e l’altro secondo quella che, in gergo filosofico, sarebbe da dirsi la sintesi a priori kantiana.»
[Barilli]
Cubisti dipingono a priori mentre Cezanne necessità sempre di un’esperienza da cui partire
«II cubismo non è arte d’imitazione, ma di pensiero che tende verso la creazione. Rappresentando la
realtà concettualizzata o la realtà creata, il pittore può dare l’apparenza delle tre dimensioni. Può in certo
qual modo cubicizzare. Ma non potrebbe farlo rendendo semplicemente la realtà vista, a meno di fare del
trompe-l’oeil, in scorcio o in prospettiva, deformando così la qualità delle forme concepite e create. […]
(G. Braque, The Architectural Record, New York, maggio 1910. In E. F. Fry, Cubismo, Milano, 1967, p. 78)
Necessità
-di una durata, di un tempo, anche molto lungo, perché l’artista possa sentire familiare ogni aspetto della
realtà
- del prendere coscienza delle cose, che è parallelo al prendere coscienza di sé
DECADENTISMO
Consapevolezza di essere alla fine di un epoca in cui il singolo viene trascurato in nome di un progresso e di
una collettività - L’uomo non è fatto solo dalla ragione
Apollineo e dionisiaco – esigenza di far vincere la parte irrazionale perchè si riveli il superuomo – Nietzsche
Freud e avvento della psicanalisi che rivelano l’incoscio- una dimensione ulteriore oltre alla psiche e
all’anima e definitiva dell’uomo stesso
Poeta inizia come un veggente
-simbolismo
-parnassianesimo
-estetismo
SIMBOLISMO
musicalità delle parole
Aura di trascendenza e mistero
Compartecipazione delle arti
DECADENTISMO FRANCESE
BAUDELAIRE 1821-1867
Ma nessun rispetto umano, nessun falso pudore, nessuna coalizione, nessun suffragio universale mi obbligheranno a
parlare il linguaggio incomparabile di questo secolo o a confondere l’inchiostro con la virtù.
Poeti illustri da tempo si erano spartiti le province più in fiore del territorio poetico. Mi è sembrato divertente, e tanto
più gradevole quanto più era difficile il compito, estrarre la bellezza dal Male
Questo libro, essenzialmente inutile e assolutamente innocente, non è stato fatto con altro scopo se non quello di
divertirmi ed esercitare il mio appassionato gusto per l’ostacolo.
Malgrado l’aiuto che alcuni celebri pedanti hanno portato alla naturale stupidità dell’uomo, non avrei mai creduto che
la nostra patria potesse marciare con tale velocità sulla via del progresso. Questo mondo ha acquisito uno spessore di
volgarità che dà al disprezzo dell’uomo spirituale la violenza di una passione.
Ora il poeta non è di alcun partito. Altrimenti, sarebbe un semplice mortale.
-prefazione
è la Noia! (…)
Lo conosci, lettore, quel mostro delicato,
- Ipocrita lettore, - mio simile, - fratello!
-corrispondenze
E' un tempio la Natura, dove a volte parole Trovo la poesia- non la scrivo, nella natura che è una foresta
escono confuse da viventi pilastri; di simboli - dimensione sacrale
e l'uomo l'attraversa tra foreste di simboli Poesia proviene direttamente dalla natura in maniera criptica
che gli lanciano occhiate familiari. l’uomo può interpretare la realtà entrando nella dimensione
Come echi che a lungo e da lontano
irrazionale del sogno e dei sensi che sono il mezzo epr far
tendono a un' unità profonda e oscura,
vasta come le tenebre o la luce, esperienza dei simboli della realtà - conciliare ideale e reale
i profumi, i colori e i suoni si rispondono. Tutto rimanda a una dimensione mistica richiamato
attraverso i sensi – immagini sinestetiche – poesia per
Profumi freschi come la carne d'un bambino, analogia, accostamento di immagini per restituire ampiezza
dolci come l'oboe, verdi come i prati dell’esperienza sensibile – forma PARATTATICA- tesi
- e altri d'una corrotta, trionfante ricchezza, dimostrata per immagini, non argomentazione – scrittura di
accumulo- coordinate non subordinate
con tutta l'espansione delle cose infinite:
l'ambra e il muschio, l'incenso e il benzoino,
che cantano i trasporti della mente e dei sensi.
Caproni Raboni
Su, andiamo, Morte, vecchio capitano! "Su, andiamo, Morte, vecchio capitano!
Salpiamo, è tempo, via da questa noia! Salpiamo, è tempo, via da questa noia!
Son neri come inchiostro terra e mare, Son neri come inchiostro terra e mare,
ma i nostri cuori, vedi, sono colmi di luce. ma i nostri cuori, vedi, sono colmi di luce.
Versaci per conforto il tuo veleno! Versaci per conforto il tuo veleno!
Quel fuoco arde il cervello: giù nel gorgo profondo, Quel fuoco arde il cervello: giù nel gorgo profondo,
giù nell’Ignoto, sia l’Inferno o il Cielo, giù nell’Ignoto, sia l’Inferno o il Cielo,
scendiamo alla ricerca di qualcosa di nuovo! scendiamo alla ricerca di qualcosa di nuovo!"
La concezione di spleen e di melanconia deriva dalla medicina greca degli umori, secondo cui la bile nera
prodotta dalla milza porta ad uno stato di inquietudine, malessere esistenziale, noia, accidia.
Poco fa, mentre attraversavo il boulevard saltellando qui e là nel fango, in mezzo a quel mobile caos dove la morte
arriva al galoppo da ogni parte e simultaneamente, ecco che la mia aureola per un brusco movimento m’è scivolata
dalla testa nel fango della carreggiata. E non ho avuto il coraggio di riprenderla, ma ho giudicato meno disdicevole
perdere le mie insegne piuttosto che farmi rompere l’osso del collo. E poi, mi son detto, non tutto il male viene per
nuocere. Adesso posso andarmene a zonzo in incognito, compiere basse azioni, darmi alla crapula come un qualunque
mortale. Ed eccomi qui, proprio simile a voi, come mi vedete!» «Ma almeno dovreste far mettere un avviso per questa
aureola, o andare alla polizia a reclamarla agli oggetti smarriti». «Dio mio, no davvero! Mi trovo così bene qui.
Soltanto voi mi avete riconosciuto. D’altra parte la dignità m’annoia. E poi penso con gioia che qualche poeta
d’accatto la raccoglierà e se ne incoronerà impunemente
Poeta non più sacro – per parlare di tutto devo scendere dal mio piedistallo, devo entrare nel fango
il poeta è veggente ma non perché superiore
in tutta Europa comincia ad affermarsi una sensibilità interessata all'espressione della coscienza interiore e
soggettiva, vista anche nei suoi lati più oscuri e irrazionali.
tendenza si oppone alla poetica del realismo e del naturalismo per rivendicare il primato dell'idea e del
simbolo, chiavi necessarie per comprendere e tradurre in opera d'arte il volto misterioso e sfuggente della
realtà.
REDON
tecniche del disegno e dell'incisione per illustrare vari testi di autori francesi tra cui Baudelaire e Mallarmé
MOREAU
attraverso una singolare forza visionaria reinterpreta temi di derivazione storica, letteraria e biblica
Giovanni Battista, anziché essere appoggiata sul vassoio come nella iconografia tradizionale, appare dinanzi
alla donna, sospesa nel vuoto da una forza misteriosa. Dal volto insanguinato si irradia una luce potente, di
origine mistica, che diffondendosi nell'ambiente in penombra lascia intravvedere i profili di un'architettura
di tipo orientale o bizantina. L'ambiente realizzato con pennellate rapide e sommarie, è volutamente
indefinito, , inserendo qui e là tocchi di colore rosso che accentuano l'atmosfera allucinata e carica di morte
del dipinto.
Al dissolvimento del colore si oppone però il raffinato disegno ad arabeschi che impreziosiosiscono in senso
decorativo il dipinto- accentuandone il carattere orientale ed esotico
BÖCKLIN
"Lei potrà sognando inoltrarsi nell'oscuro mondo delle ombre finché le sembrerà di percepire il leggero alito
che increspa il mare, e avrà timore di disturbare il solenne silenzio con una parola espressa a voce alta.”
Bocklin
HODLER:
composizioni storiche e decorative, dal tratto forte ed espressivo con colori ricchi
raggruppamenti di figure interiorizzate e organizzate simmetricamente in posizioni che danno l'idea di un
rituale o di una danza – Parallelismo che dà l'idea della ripetizione delle forme e dei colori.
è dipinto il rapporto dell’uomo coi suoi demoni – più dell’incubo mostruoso è importante la reazione
dell’uomo
parecchi si sono addormentati la sera e non si sveglieranno più all’indomani perché visitati dalla morte-
figura nera che ti risveglia dal torpore dell’ignoranza e ti coglie di soprassalto
F. Hodler,
La anime deluse,
1892, olio su tela, 120x299 cm., Berna
PUVIS DE CHAVANNES
1824-1898
opere che si connotano per l'atmosfera distaccata e sospesa, priva di riferimenti realistici o riferibili alla
contemporaneità
Ragazze in riva al mare
composizione ridotta a pochi elementi significativi, le figure femminili dall'anatomia perfetta realizzate
mediante un disegno che tende alla stilizzazione pochi accostamenti cromatici, chiaroscuro accennato, la
profondità ridotta al minimo.
ragazze di classica bellezza, quasi veneri o ninfe assorte e malinconiche, circondate da un paesaggio ideale
e astorico, sembrano alludere alla necessità di una pacata ma profonda riflessione sul senso intimo delle
cose.
NABIS
Fu una sorta di confraternita laica di artisti, di cui fece parte anche Paul Gauguin
Serusier,
Paesaggio al Bois d’Amour (Il Talismano) (1888),
1889 Sérusier fondò a Parigi il gruppo dei Nabis, termine che deriva dall’ebraico nebiim che
sgnifica profeta - BAUDELAIRE
Grandi macchie di colore piatte e incomprensibili- non è più uj problema di soggetto ma di colore-
la natura è puro pretesto
armonia del dipinto è interna alla pittura e non per una verosomiglianza - ASTRATTISMO
“Un nome che faceva di noi degli iniziati, una sorta di società segreta di intonazione mistica”
Denis
DENIS
Maurice Denis,
Mattina di Pasqua, 1891
Tra le donne sedute in primo piano compare la figura di Marthe, la futura moglie del pittore che sarà per
tutta la vita la sua musa ispiratrice. La ragazza compare una seconda volta nel quadro, ed è la figura vista di
profilo con un abito rosso
attualizzazione di un tema derivato dalla mitologia classica
carattere simbolico che riguarda il significato soprannaturale che si cela dietro un'apparenza di
normalità – “foresta di simboli”, corrispondenze, Baudelaire
“[…] ricordarsi che un quadro, prima di essere un cavallo di battaglia, una donna nuda, o un
qualunque aneddoto, è essenzialmente una superficie piana ricoperta di colori assemblati in un
certo ordine” - MANET
Denis
Credi, all'uomo non basta la fredda luce della scienza, egli ama i caldi raggi dell'arte”
Segantini
PASCOLI
1855-1912
CONTESTO STORICO
-Destra e sinistra storica
-post II rivoluzione industriale – formzione di nuove classi sociali
- Marx 1848 prima edizione de IL CAPITALE - manifesto comunista: oppressi e oppressori- lotta di classe per
riportare tutti allo stesso livello
nascità del comunismo (tutto uguale per tutti, no proprietà privata)- differnte da socialismo per cui esistono
diverse classi sociali, distribuzione diversificata tra chi lavora di più e chi di meno
Inizialmente i due partiti sono accomunabili, poi nascono piu linee di pensiero, estremo, moderato e vie di
mezzo – Estremo: Russia; Moderato: Italia; Mezzo: Germania ; Bakunin, Marx
comunismo porta a un’ esasperazione del nazionalismo – a concepire che esiste un popolo migliore degli
altri - porta al razzismo
-Razzismo - caso Dreyfus, ebreo francese accusato di spionaggio, esiliato senza processo, Zola – j’accuse
- In Italia il comunismo nasce con il partito socialista
Prime rivolte- 1898 Rudini fa sparare alla folla
Umberto I ucciso perché aveva premiato Rudini che aveva sparato alla folla
Sale Vittorio Emanuele III, che accontenta il popolo chiedendo a Giolitti - socialista - di formare nuovo
governo
Giolitti limita orario di lavoro, questione meridionale, patto con la mafia - di non belligeranza - ministro
della malavita
Papa Pio X, no expedit, cattolici no vita politica fino al Patto Gentiloni 1913
VITA
Nasce a San Mauro di Romagna
Perde familiari, prima uccidono il padre poi muoiono anche madre, sorella e fratello- nucleo che per tutta la
vita cercherà di non perdere- pur non avendone realmente uno
Frequenta università a Bologna dove conosce Carducci
Gli ritirano la borsa di studio per aver aderito al socialismo – per cui viene anche arrestato e poi liberato
grazie a Carducci
1881 laurea in lettere
Si trasferisce con le due sorelle rimanenti ma Ida si sposa e rimane con Mariù – rapporto con la quale causa
rottura fidanzamento, per non lasciarla sola
1904 cattedra letteratura a Bologna al posto di Carducci
POETICA
Morte come tematica ricorrente perché tante perdite che lo traumatizzeranno
Poesia delle cose (diverso da D'Annunzio che era poesia della parola) – tutto ha dignità, anche le cose più
umili, grazie al linguaggio
Fonosimbolista -tre livelli di linguaggio
-pre grammaticale (onomatopee)
-grammaticale
-post grammaticale (dialetti)
OPERE
Titolo richiama una purezza - dimensione comune ad ogni uomo perchè propria dell’infanzia
(Freud+ romantici)
la possibilità di fare poesia è innata – democratica - no superomismo
In età matura ci si discosta da questo sguardo puro e semplice e ci si ritrova in una realtà corrotta perchè
attratti da altre tensioni
La Purezza la si ritrova solo nella vecchiaia
I.È dentro noi (uomini tutti) un fanciullino che non solo ha brividi, come credeva Cebes Tebano( Fedone, Platone) che
primo in sé lo scoperse, ma lagrime ancora e tripudi suoi. Quando la nostra età è tuttavia tenera, egli confonde la sua
voce con la nostra, e dei due fanciulli che ruzzano e contendono tra loro, e, insieme sempre, temono sperano godono
piangono, si sente un palpito solo, uno strillare e un guaire solo. Ma quindi noi cresciamo, ed egli resta piccolo; noi
accendiamo negli occhi un nuovo desiderare, ed egli vi tiene fissa la sua antica serena maraviglia; noi ingrossiamo e
arrugginiamo la voce, ed egli fa sentire tuttavia e sempre il suo tinnulo squillo come di campanello. Il quale tintinnio
segreto noi non udiamo distinto nell'età giovanile forse così come nella più matura, perché in quella occupati a
litigare e perorare la causa della nostra vita, meno badiamo a quell'angolo d'anima d'onde esso risuona. E anche,
egli, l'invisibile fanciullo, si perita vicino al giovane più che accanto all'uomo fatto e al vecchio, ché più dissimile a sé
vede quello che questi. Il giovane in vero di rado e fuggevolmente si trattiene col fanciullo; ché ne sdegna la
conversazione, come chi si vergogni d'un passato ancor troppo recente. Ma l'uomo riposato ama parlare con lui e
udirne il chiacchiericcio e rispondergli a tono e grave; e l'armonia di quelle voci è assai dolce ad ascoltare, come d'un
usignuolo che gorgheggi presso un ruscello che mormora.(…)
Non l'età grave impedisce di udire la vocina del bimbo interiore, anzi invita forse e aiuta, mancando l'altro chiasso
intorno, ad ascoltarla nella penombra dell'anima . E se gli occhi con cui si mira fuor di noi, non vedono più , ebbene il
vecchio vede allora soltanto con quelli occhioni che son dentro di lui, e non ha avanti sé altro che la visione che ebbe
da fanciullo e che hanno per solito tutti i fanciulli.
IV. Se è in tutti, è anche in me. E io, perché da quando s'era fanciulli insieme, non ho vissuto una vita cui almeno il
dolore, che fu tanto, desse rilievo, non l'ho perduto quasi mai di vista e di udita. Anzi, non avendo io mutato quei
primi miei affetti, chiedo talvolta se io abbia vissuto o no. E io dico sì, perché ivi è più vita dove è meno morte, e altri
dice no, perché crede il contrario. Comunque, parlo spesso con lui, come esso parla alcuna volta a me, e gli dico:
Fanciullo, che non sai ragionare se non a modo tuo, un modo fanciullesco che si chiama profondo (adulto si perde nei
dettagli mentre fanciullo coglie direttamente l’essenza- sa la storia ma non vive nel presente), perché d'un tratto,
senza farci scendere a uno a uno i gradini del pensiero (critica positivismo- verità non come frutto di un lavoro
razionale ma di una semplicità intuitiva), ci trasporta nell'abisso della verità...
Tu sei il fanciullo eterno, che vede tutto con meraviglia, tutto come per la prima volta. L’uomo le cose interne ed
esterne, non le vede come le vedi tu: egli sa tanti particolari che tu non sai. Egli ha studiato e ha fatto suo pro’4 degli
studi degli altri. Sì che l’uomo dei nostri tempi sa più che quello dei tempi scorsi, e, a mano a mano che si risale, molto
più e sempre più. I primi uomini non sapevano niente; sapevano quello che sai tu, fanciullo […]
A ogni modo, pace. Sappiate che per la poesia la giovinezza non basta: la fanciullezza ci vuole!
XX. Bene! Dunque riassumo, come uomo serio che sono. La poesia, per ciò stesso che è poesia, senz'essere poesia
morale, civile, patriottica, sociale, giova alla moralità, alla civiltà, alla patria, alla società. Il poeta non deve avere, non
ha, altro fine (non dico di ricchezza, non di gloriola o di gloria) che quello di riconfondersi nella natura, donde uscì ( di
ritorno al nido originale, quello he lui agogna tutta la vita) lasciando in essa un accento, un raggio, un palpito nuovo,
eterno, suo. I poeti hanno abbellito agli occhi, alla memoria, al pensiero degli uomini, la terra, il mare, il cielo, l'amore,
il dolore, la virtù; e gli uomini non sanno il loro nome. Ché i nomi che essi dicono e vantano, sono, sempre o quasi
sempre, d'epigoni, d'ingegnosi ripetitori, di ripulitori eleganti, quando non siano nomi senza soggetto (concetti vuoti).
Quando fioriva la vera poesia; quella, voglio dire, che si trova, non si fa, si scopre, non s'inventa; si badava alla poesia
e non si guardava al poeta; se era vecchio o giovane, bello o brutto, calvo o capelluto, grasso o magro: dove nato,
come cresciuto, quando morto.
Siffatte quisquilie intorno alla vita del poeta si cominciarono a narrare a studiare a indagare, quando il poeta stesso
volle richiamare sopra sé l'attenzione e l'ammirazione che è dovuta soltanto alla poesia. E fu male. E il male
ingrossa sempre più. I poeti dei nostri tempi sembrano cercare, invece delle gemme che ho detto, e trovare, quella
vanità che è la loro persona. critica a D’Annunzio e chi della propria poeisa ne fa un vanto) Non codesta quei primi. E
tu, o fanciullo, vorresti fare quello che fecero quei primi, col compenso che quei primi n'ebbero; compenso che tu reputi
grande, perché sebbene non nominati, i veri poeti vivono nelle cose le quali, per noi, fecero essi.
È così?
Sì.
“paulo maiora canamus non omnes arbusta iuvant humilesque myricae”
- Myricae
prima raccolta, quella più famosa, che raccoglie la sua poetica dei primi anni
Tema della morte , del nido distruttivo
Sensazione di solitudine ed estraneità
Myricae 1891
-prefazione
Tono lamentoso
La sua posizione nei confronti della natura è opposta alla concezione di leopardi, natura come
“madre dolcissima”
Non è colpa della natura ma dell’uomo-che non sa stare nella realtà, menomale anzi che c’è la natura che
gli vuole bene. “Gli uomini sono gli unici responsabili del loro male”
-scalpitio
Tema del nido- desiderio ancora più vivido dopo il matrimonio della sorella
non altro. Essi fuggono via Morte come distruzione- non liberazione
da qualche remoto sfacelo; infatti è ciò che ha distrutto il suo nido
ma quale, ma dove egli sia,
non sa né la terra né il cielo.
Si sente un galoppo lontano
più forte,
che viene, che corre nel piano:
la Morte! la Morte! la Morte!
-patria
Quanto scampanellare
tremulo di cicale! Inno alla patria con cui però non si identifica - non ha nido
Stridule pel filare
moveva il maestrale Immagini sonore- musicali
le foglie accartocciate. Descrive paesaggi con immagini sin estetiche usando le sole parole
Scendea tra gli olmi il sole
in fascie polverose:
erano in ciel due sole
nuvole, tenui, róse:
due bianche spennellate Metafora
in tutto il ciel turchino.
Siepi di melograno,
fratte di tamerice,
il palpito lontano
d’una trebbïatrice,
l’angelus argentino…
Dov’ero? Le campane
mi dissero dov’ero,
piangendo, mentre un cane Paragone con un forestiero che percorre strade ignote
latrava al forestiero, - Verga – quando nell’ultimo capitolo dei Malavoglia ‘Ntoni torna a casa
che andava a capo chino. e manco il cane lo riconosce- gli ringhia
-lavandare
Poesia scritta per matrimonio dell’amico che lui sente così di aver perso, l’ennesimo che lo abbandona
Madrigale, genere preso dalla musica (rima alternata)
scritto come il ritornello di un canto popolare
solo versi endecasillabi
Tema sono le canzoni d’amore che le lavandaie cantano per accompagnare il loro lavoro
Nel campo mezzo grigio e mezzo nero . strofa puntata su immagini visive, sui colori
resta un aratro senza buoi, che pare . Poeta come aratro senza buoi o contadino - abbandonato in
dimenticato, tra il vapor leggiero. mezzo al campo, a metà in questo campo lasciato a metà
(mezzo grigio/ mezzo nero)
. Nel limbo in cui mi trovo mi sento dimenticato
. la nebbia è una sensazione a metà, come tutto il resto: da una
parte ovatta dall’altra impedisce di vedere
San Lorenzo , io lo so perché tanto sei quartine in cui si alternano endecasillabi e novenari
di stelle per l'aria tranquilla piani in rime alternata.
arde e cade, perché si gran pianto
nel concavo cielo sfavilla. personificazione del Cielo
Il cielo piange la morte del padre con stelle cadenti
Ritornava una rondine al tetto :
l'uccisero: cadde tra i spini;
ella aveva nel becco un insetto:
la cena dei suoi rondinini.
similitudine
Ora è là, come in croce, che tende metonimia
quel verme a quel cielo lontano;
e il suo nido è nell'ombra, che attende,
che pigola sempre più piano. parallelismo tra la rondine e il padre di Pascoli, e poi tra
il Padre e Gesù e tra i rondinotti e fratelli di Pascoli.
Anche un uomo tornava al suo nido: -rondine e uomo sono emblemi cristiani del
l'uccisero: disse: Perdono ; sacrificio.
e restò negli aperti occhi un grido: morte del padre che coincide con la fine
portava due bambole in dono.
dell’infanzia
Ora là, nella casa romita,
Vita: Attesa senza speranza
lo aspettano, aspettano in vano:
egli immobile, attonito, addita Compito del poeta, far riscoprire il fanciullino che
le bambole al cielo lontano. c’è in se
E tu, Cielo, dall'alto dei mondi
sereni, infinito, immortale, Atomo opaco di Male- uomo
oh! d'un pianto di stelle lo inondi solo la natura gli fa compagnia mentre l’uomo è
quest'atomo opaco del Male! una micro particella di puro male
-l’assiuolo
Dov’era la luna? ché il cielo tre strofe di sette novenari seguiti dal verso dell’assiuolo “chiù”-
notava in un’alba di perla, onomatopea
ed ergersi il mandorlo e il melo rime alternate
parevano a meglio vederla.
Venivano soffi di lampi L’io si interroga sul destino di morte
da un nero di nubi laggiù; Visione notturna, stanca, non succede nulla
veniva una voce dai campi:
chiù... Metafora
-Lampo
E cielo e terra si mostrò qual era: Richiamo palese – gemellari- dove finisce una comincia l’altra
la casa è probabilmente abitata
la terra ansante, livida, in sussulto;
-Tuono
E nella notte nera come il nulla, Allitterazione n – immagine iniziale non rassicurante-
del più assoluto nulla
a un tratto, col fragor d’arduo dirupo Allitterazione della d, r, f
Suoni petrosi, che danno l’idea del rumore del tuono
che frana, il tuono rimbombò di schianto:
Un monito improvviso, e così come è arrivato
rimbombò, rimbalzò, rotolò cupo, scompare
Culla fa rima con nulla – collegamento intimo,
e tacque, e poi rimareggiò rifranto, coppia ambigua perché non è chiaro cosa significhi:
che c’è qualcosa che vince il nulla? O che anche
e poi vanì. Soave allora un canto questa viene dal nulla e oltre ad esso non c’è nulla?
anche se non è chiarao il significato di
quest’associazione rende inquietante una delle
s’udì di madre, e il moto di una culla. immagini più rassicuranti
importanza di questa relazione sottolineata dalla
posizione delle due parole- l’inizio e la fine
-Contrasto
PONT- AVEN
Gruppo il cui intento era un ritorno ad una vita semplice e libera dalla schiavitù della moda e della società –
primitivi come modelli di vita autentica
Soggetto come pretesto - il problema non è di soggetto ma di visione tradotta per mezzo della
rappresentazione
- Sintetisti- gruppo pittorico che dipinge opere ispirate alle decorazioni delle vetrate- a base di smalti quindi
campiture piatte
- Cloissonnisme: trattazione sempre più semplificata del colore entro forme elementari circoscritte in
sinuose linee di contorno
Pittore crea dal nulla- dando vita a qualcosa di originale che prima non esisteva
BERNARD
1870-90 1886
1888 1891
SIMBOLISMO 1892-98
(Moreas 1886):
G. Moreau, A. Böcklin ,
O. Redon,Neoimpres
FRA GAUGUIN
NCIA F. Hodler, …. (1848-1903)
sionismo
Gauguin a Na
Pont- bis VAN GOGH
Scapigli Aven Divisio
(1853-90)
ITAL nismo:
IA atura CÉZANNE
Trienna Secessio
lombar (1839-1906)
GER da le di ni di
MANI Brera
AE Berlino
AUST Monaco
G.
RIA Vienna
Klimt
“L’arte è un’astrazione; fai derivare questa astrazione dalla natura sognando di fronte a lei, e pensa più alla
creazione che né risulterà [che al modello].
Questo è l’unico modo di salire a Dio, facendo quello che fa il nostro Divino Maestro: creare.
[…] Non si deve dipingere solo quello che si vede, ma anche quello che si immagina”.
GAUGUIN
1871 - Gauguin, parigino d’origine, ma cresciuto in Perù, si stabilisce a Parigi iniziando la carriera di agente
di cambio
1882 - A seguito del tracollo economico e finanziario, decide di dedicarsi esclusivamente alla pittura e alla
scultura.
1886 - Dopo aver partecipato all’ultima mostra impressionista, parte per Pont-Aven in Bretagna, e qui
conosce il pittore Bernard e dopo un viaggio in Martinica e due mesi di convivenza con Van Gogh ad Arles
nel 1888, rientra a Parigi e nel 1889 partecipa all’esposizione del gruppo Impressionista e Sintetista
(caratteristiche principali: bidimensionalità antinaturalismo)
La visione dopo il sermone (1888)
“Ho appena finito un soggetto religioso assai malfatto, ma che mi è interessato fare e che mi piace. Volevo
regalarlo alla chiesa di Pont-Aven. Naturalmente non sanno che farsene. Alcune bretoni pregano in gruppo,
vestite d’un nero molto cupo. Le cuffie bianche-gialle molto luminose. Le due cuffie a destra come elmi
mostruosi. Un melo sbarra la tela viola scuro e il fogliame è disegnato a masse simili a nuvole verde
smeraldo con gli interstizi verde-giallo solare. Il terreno vermiglio puro. In una chiesa scurirebbe diventando
bruno rossiccio. L’angelo è vestito di blu oltremare intenso e Giacobbe verde bottiglia. Le ali dell’angelo
cromo 1 puro. I capelli dell’angelo cromo 2 e i piedi carne-arancio. Credo d’aver raggiunto nei volti una
grande semplicità rustica e superstiziosa. (…) Il tutto molto austero. La mucca sotto l’albero è piccolissima
rispetto al reale e si sta impuntando. Per me in questo quadro il paesaggio e la lotta esistono soltanto
nell’immaginazione della gente in preghiera in seguito al sermone: ed è per questo che c’è contrasto tra le
persone, rappresentate in una dimensione naturale, e la lotta, che invece si svolge su uno sfondo irreale
per mancanza di naturalità e proporzioni”.
Esprime la domanda di senso religioso che accompagna Gaugin per tuta la vita: che cosa mi lega al tutto?
Cristo è dello stesso colore dei campi – come la spiritualità è in rapporto con la realtà che vedo?
fuga dalla civiltà occidentale - ispirazione in Baudelaire per il quale i mondi esotici sono dei paradisi,
rimedio al male di vivere.
bellezza delle donne tahitiane fatta sia di una statuaria eleganza, che traduceva in una classica bellezza,
ma anche in quella capacità di stupore e di serenità di cui le fanciulle della borghesia parigina non erano
più capaci.
La loro semplicità e la naturalezza allude al loro essere simbolo di vita.Distacco dalla società e purezza
tradotta in colori caldi e puri
Frammenti di dialogo tra le donne
tele enigmatiche e intessute di malinconia che non descrivono il vero ma sono visioni senza tempo
il pittore non ritrae ciò che vede, ma il vero contenuto delle opere è il suo stato d’animo, caratterizzato
dalla malinconia ( PREROMANTICISMO, nostalgia di una realtà irrecuperabile)
Melanconia propria della dimensione creativa dell’artista - diverso dagli altri uomini perché partecipa del
mistero stesso dell’origine della vita.
ogni cosa nelle sue tele vuole essere riflesso di un mondo magico che però non corrisponde alle realtà in cui
l’artista vive
“Dietro l’albero della scienza due figure avvolte nelle loro vesti dai tristi colori esprimono il proprio dolore
causato dal confronto tra la scienza stessa e loro: creature semplici che si abbandonano alla gioia di vivere,
in una natura vergine che potrebbe essere un paradiso concepito dall’uomo. Attributi esplicativi –simboli
conosciuti- avrebbero fissato la tela in una realtà desolante, e l’enigma annunciato non sarebbe più un
poema”.
“Ti ho spiegato il quadro in poche parole. Alla tua intelligenza bastano. Quanto al pubblico, perché mai il
mio pennello libero da ogni costrizione dovrebbe aprir gli occhi a tutti? “
L’opera è così ricca di elementi da offrire una molteplicità di spunti interpretativi, nessuno comunque
esaustivo.
L’intero fregio -che nella sua orizzontalità monumentale ricorda le opere antiche o anche gli affreschi
rinascimentali- possiede la capacità di comunicare serenità e stupore, come pure un’intima armonia tra
l’uomo e l’ambiente naturale - paradiso perduto che Gauguin è andato a cercare fuggendo la civiltà.
“In una volontaria ricerca di oblio e di silenzio per meglio ascoltare se stesso, per porgere orecchio a
quelle voci interiori che passioni e dispute coprono abitualmente con il loro fragore.”
Gaugin non ha interesse a scoprire, indagare, studiare la realtà (Cezanne) ma a depurarla – Fanciullino,
PASCOLI / ROSSEAU
«Si dice che Dio prese in mano un po’ di argilla e fece tutto quello che sapete. Quando un artista vuol
compiere un’opera creativa, egli non ha bisogno di imitare la natura, ma deve prenderne gli elementi e
creare un elemento nuovo».
[Gauguin]
“Vincent e io abbiamo pochi punti in comune, soprattutto in pittura. Lui è romantico, io sono portato
piuttosto ad essere un primitivo. Dal punto di vista del colore, gli piace l’azzardo delle pennellate pastose.
Io detesto questi pasticci”.
[Gauguin]
[Van Gogh]
VAN GOGH
«Io vivo per dipingere e non per mantenere il mio corpo in buona salute. […] Vivo perciò come un
ignorante che sa soltanto una cosa con certezza: che deve portare a termine nel giro di alcuni anni
una determinata opera […]. Il mondo non mi interessa se non nella misura del debito che sento di
avere verso di lui, insieme con l’obbligo, dato che vi ho camminato per tanti anni, di lasciargli per
gratitudine qualche ricordo, sotto forma di disegni o di quadri che sono stati concepiti non per
piacere all’una o all’altra tendenza, ma per esprimere un sentimento umano e sincero».
V. Van Gogh,
I mangiatori di patate,
1885, 93x72 cm, Otterlo, Rijksmuseum
“Ho cercato di sottolineare come questa gente che mangia patate al lume della lampada, ha zappato la
terra con le stesse mani che ora protende nel piatto, e quindi parlo di lavoro manuale e di come essi si
siano onestamente guadagnato il cibo. “
febbraio 1886 a Parigi dove incontra gli Impressionisti, Seurat, Signac e diviene amico di Gauguin
studi singolari dei singoli personaggi che poi assembla nella staza _ RENOIR / SEURAT
Autoritratto con cappello di feltro (1887),
“dipingere se stessi – in ogni caso deve essere diverso da una fotografia -e in un altro scritto aggiunge- non
conosco miglior definizione dell’arte: l’uomo aggiunto alla natura. La natura, la verità, la realtà ma con
un significato, una concezione, un carattere che l’artista fa uscire fuori e ai quali dà espressione”
sguardo del pittore come centro propulsore di vita che è dall’interno di quella coscienza tormentata ma
potente, irraggiano un’energia luminosa che coinvolge e determina il movimento circolare dello sfondo.
L’autoritratto dunque non si limita a raccontare di sé, ma diventa espressione del mistero profondo della
vita dell’uomo, non solo di quella dell’artista. Van Gogh dipinge la stretta connessione tra ciò che nella vita
di ciascuno è momentaneo, e ciò che invece è
Van Gogh studia se stesso attraverso gli autoritratti. In una lettera alla sorella dell’estate 1888 il pittore
sottolinea come ogni dipinto riveli una persona diversa, nel senso che l’artista dipinge il suo modo di
vivere quella determinata circostanza. È così che, in più di un autoritratto, Vincent imbraccia la tavolozza
quasi a sottolineare che l’arte è la lotta della sua vita, lotta e barriera contro la malattia che si manifesta.
V. Van Gogh,
I Girasoli,
1888, olio su tela,92x73 cm,Londra,National Gallery
“Ora –riuscire a fondere quegli ori, e quei toni di fiori– il primo venuto non riesce a farlo, vi vuole tutta
l’energia e l’attenzione di un individuo».
[Lettera di Van Gogh al fratello Theo; Arles, 23 gennaio 1889, n. 573]
«Desidero dirti a priori che tutti troveranno che dipingo troppo in fretta. Non crederci. È proprio l’emozione,
la sincerità del sentimento della natura che ci guida la mano. E se a volte questa emozione è così intensa
che lavori senza accorgertene (quando a volte le pennellate si susseguono rapidamente l’una dopo l’altra
come le parole in un discorso o in una lettera), non bisogna dimenticare che non è sempre stato così».
«Non seguo alcun sistema di pennellatura: picchio sulla tela a colpi irregolari che lascio tali e quali. Impasti,
pezzi di tela lasciati qua e là, angoli totalmente incompiuti, ripensamenti, brutalità: insomma, il risultato è,
sono portato a crederlo, piuttosto inquietante e irritante, per non fare la felicità delle persone con idee
preconcette in fatto di tecnica [...].Gli spazi, limitati da contorni espressi o no, ma in ogni caso sentiti, li
riempio di toni ugualmente semplificati, nel senso che tutto ciò che sarà suolo parteciperà di un unico tono
violaceo, tutto il cielo avrà una tonalità azzurra, le verzure saranno o dei verdi blu o dei verdi gialli,
esagerando di proposito, in questo caso, le qualità gialle o blu».
ombra proiettata dal tavolo è squilibrata rispetto alle dimensioni del tavolo che è anche l’unico oggetto a
proiettarne una – effetto estraniante
colori cangianti del bar danno l’impressione di una fornace – colori rossi
bar come luogo di perdizione, di vuoto, di mancanza di respiro
giallo acido del bar visibile anche dall’esterno – luogo allucinante, carico di una tensione che si stempera
solo nel cielo blu
tutto accade in cielo e le stelle si trasformano in un “gruppo di amici vivi”. Le stelle dunque diventano
forme pulsanti in grado di esprime la realtà più profonda della natura.
In cielo sembrano essersi scatenate forze cosmiche: due nebulose si attorcigliano una sull’altra
scontrandosi, le stessa stelle, dalla forma ingrandita, irraggiano una luce innaturale e anche la luna appare
irreale nel suo alone arancione. Una lunga striscia di luce segue il moto ondoso delle colline all’orizzonte,
mentre in basso la città addormentata e ridotta a poche e rettilinee pennellate cupe è resa vitale solo da
fessure di luce che provengono dall’interno delle case.
Sono il tetto aguzzo del campanile e le chiome guizzanti dei cipressi a mettere in contatto i due mondi,
quello immobile e silenzioso dell’uomo e quello cosmico del cielo.
Notte stellata sul Rodano (1888)
cambia il rapporto tra uomo e natura – se nella prima notte c’era la possibilità di un dialogo, nella seconda
le due figure umane sono piccolissime e oppresse dalle forse naturali
panorama che si piega alle inquietudini dell’animo dell’artista
Dopo altri ricoveri a Saint-Remy, tra febbraio e fine dell’aprile 1890 Vincent ha un ultimo periodo di relativa
salute durante cui continua a dipingere, ed espone dieci sue tele al Salon des Indépendants
La malattia porta spesso l’artista all’idea del suicidio, dunque in accordo con il medico si sposta a Auvers-
sur-Oise dove incontra il dottor Gachet, cui fa due ritratti.
“È un po' quello che sentono Bernard e Gauguin. Non ricercano la forma esatta di un albero, ma vogliono
assolutamente che sia definito se essa è tonda o quadrata, e io dò loro ragione, perché sono esasperato
dalla perfezione fotografica e banale di certuni [...] io mi sento spinto a ricercare, se vuoi, uno stile, ma
intendendo con questo un disegno più maturo e più intenzionale [...].voglio convincerti che nei paesaggi si
continuerà ad ammassare le cose mediante un disegno che cerca di esprimere il groviglio delle masse».
«Vorrei fare dei ritratti che tra un secolo, alla gente di quel tempo, sembrassero delle apparizioni. Non
cerco di raggiungere questo risultato attraverso la somiglianza fotografica, ma attraverso una espressione
appassionata, impiegando come mezzo di espressione e di esaltazione del carattere la nostra conoscenza e
il nostro gusto moderno del colore».
[Lettera di Vincent Van Gogh alla sorella Wilhelmina, giugno 1890]
pennellate costituiscono il vero e è proprio andamento dinamico della composizione: da una parte esse
sono delle linee curve, dall’altra sono piccoli tratti appuntiti. Le pennellate, cariche di tensione, sono
elemento essenziale del linguaggio pittorico dell’artista; per mezzo loro gli oggetti perdono la loro forma
stabile e il colore si converte in energia, come se sulla tela ci fossero dei campi magnetici che attirano o
respingono il pigmento stesso.
«Per il mio lavoro, io rischio la vita, e la mia ragione vi è quasi naufragata […]»
«La sua mente è stata occupata così a lungo dai problemi insolubili della società contemporanea, ed egli sta
tuttora battagliando col suo buon cuore e la sua inesauribile energia. I suoi sforzi non sono stati vani, ma
egli probabilmente non vivrà abbastanza a lungo da vederne i frutti, perché quando la gente capirà quello
che dice nei suoi quadri sarà troppo tardi. E' uno dei pittori più all'avanguardia ed è difficile capirlo,
perfino per me che lo conosco così intimamente. Le sue idee spaziano in un campo così vasto, esaminando
cos'è umano e come uno dovrebbe guardare al mondo, che uno deve prima liberarsi da qualsiasi cosa sia
pur remotamente legata ad una convenzione per capire quello che lui stava cercando di dire.”
« nella vita e nella pittura posso benissimo fare a meno del buon Dio, ma non posso, nella mia sofferenza,
fare a meno di qualcosa di più grande di me e che è la mia vita: la potenza di creare.
“Tra una quantità di tele mescolate le une alle altre, sicuramente quelle di Van Gogh si riconoscono in un
batter d’occhio … poiché esse posseggono un loro proprio genio, che è lo stile, cioè l’affermazione della
personalità. E, sotto il pennello di questo creatore curioso e potente, ogni cosa si anima di una vita strana,
indipendente da quella delle cose che egli ritrae – una vita che è in lui, che è lui stesso”.
SCAPIGLIATURA
nasce come emulazione dei decadenti
Nati a Milano perché vicini alla Francia
Nome dal fatto che erano spettinati
Rifiutano la tradizione italiana
Si sentono figli di nessuno e sono contro ottica materialista
PRAGA
Preludio 1864
Manifesto degli scapigliati
Disorientamento nei confronti della tradizione passata
ma canto il vero!
Giovanni Carnovali, detto il Piccio è punto di riferimento per gli artisti della "Scapigliatura", gruppo
formatosi a Milano nel periodo postunitario.
l’ attenzione non è più rivolta al soggetto ma al come costruire l’immagine col colore: - con tessiture
cromatiche iridescenti che tendono a disfare le forme, così come la realtà è continuamente trasfigurata
dall’animo del pittore e va ristrutturata a partire d quest’ultimo
Piccio,
Agar nel deserto, 1863,
olio su tela centinata,
330x163 cm., Accademia Carrara, Bergamo
Sullo sfondo, il deserto e il cielo si confondono in una luce che tocca anche le figure in primo piano e
contribuisce a modellarle.
ricreazione interiore dell’immagine
sensazione di non-finito - in cui prevale l’elemento pittorico su quello plastico e disegnativo
DIVISIONISMO
Il Divisionismo è una corrente artistica sviluppatasi in Italia tra il 1885 e il 1915.
Sul piano ideologico, si sviluppa nell'ambito del simbolismo europeo ma si caratterizza soprattutto in
senso formale e stilistico - prende il nome dalla particolare tecnica pittorica detta appunto"Divisione" -
procedimento pittorico basato sulla scomposizione dei colori reali nei colori elementari e loro
complementari e nell'accostamento di questi ultimi sulla tela sotto forma di piccole pennellate, simili a
macchioline
– PUNTINISMO rispetto al quale però
-pennellate filamentose, tinte morbide e poco contrastanti, leggere e luminosi / piccoli tocchi di colore
complementari che complessivamente danno ai soggetti aspetto di monumentalità e immobilità
-meno rigore formale
-temi simbolici, allegorici e sociali – parlare della realtà non per come appare ma in quanto simbolo di una
dimensione sacra originale comune al tutto – unità che traduce in luce che trasfigura ogni cosa
Io dipingo semplicemente e naturalmente (…). Pei colori e la tela mi servo dalla Ditta Lefranc e C. di Parigi; la
mia tavolozza e la più semplice che immaginar si possa (...). La tela che adopero è preparata a gesso ed a
olio; la tiro sul telaio, passandoci poi sopra con un largo pennello, una tinta di terra rossa piuttosto liquida,
perché il bianco della tela non lo posso soffrire sotto gli occhi (...) Stabilite sulla tela le linee esprimenti la
mia volontà ideale, procedo alla colorazione, dirò così sommaria, come preparazione però più vicina alla
verità che m'è possibile; e ciò faccio con sottili pennelli piuttosto lunghi, e incomincio a tempestare la mia
tela di pennellate sottili, secche e grasse, lasciandovi sempre fra una pennellata e l'altra uno spazio
interstizio che riempisco coi colori complementari, possibilmente quando il colore fondamentale è ancora
fresco, acciocché il dipinto resti più fuso.
“Riescirò io a rendere l’eterno significato dello spirito delle cose? Saprò dare alla Natura che dipingo
quella luce che dona vita al colore, e che illumina e dà aria alle lontananze e rende infinito il cielo? Saprò
io congiungere I'idealità della natura con i simboli che l’anima nostra rivela?”
1891 - GIOVANNI SEGANTINI E GAETANO PREVIATI espongono rispettivamente LE DUE MADRI (1889) E
MATERNITÀ (1890-91) in una mostra ALL'ESPOSIZIONE TRIENNALE DI BRERA A MILANO
SEGANTINI
Nel 1880 si stabilisce a Pusiano, in Brianza dove realizza opere di carattere realista che superano le
suggestioni della pittura vaporosa e atmosferica della scapigliatura lombarda, per orientarsi verso una
maggiore nitidezza dell’immagine.
Ave Maria a trasbordo (1886)
Legame uomo - animali perché partecipanti entrambi della natura – luce come fattore uniformante
testimone di questa unità - panteismo/ panismo
pennellate circolari, concentriche, che dipartono dalla piccola barca su cui stanno navigando pastori con
pecore – unità uomo-natura come sorgente di luce – delle pennellate
L’esile imbarcazione con le pecore, il barcaiolo e la madre con il figlio scivola in mezzo alla luce del
tramonto, sotto un vasto cielo che si specchia, o meglio si raddoppia, nelle trasparenti acque del lago. I
filamenti pittorici dell’autore vogliono catturare ogni vibrazione luminosa
non è il reportage di scene di vita rurale ma la volontà di testimoniare l’appartenenza alla stessa natura di
uomini e animali
formato della tela orizzontale e collocazione dei protagonisti in primo piano tendono a coinvolgere in modo
più diretto lo spettatore, compreso nello spazio della stalla
“mescolare i colori sulla tavolozza, è una strada che conduce verso il nero; più puri saranno i colori che
getteremo sulla tela, meglio condurremo il nostro dipinto verso la luce, l'aria e la verità"
Sia che l’artista abbia voluto fissare uno di quei momenti, così frequenti nelle campagne lombarde, o che
abbia voluto registrare la veglia della donna alla mucca che ha da poco partorito, l’effetto che ottiene è
quello di un quadro intimo, dove uomini e animali si sentono parte di un unico respiro della natura.
Le lussuriose (1891)
serie di opere che si ispirano al passo del poema indiano Pangiavahli, noto in Italia nella traduzione di
LuigiIllica dell’86. II poema tratta della punizione e della redenzione delle donne che hanno rifiutato la
maternità e dagli ultimi 24 versi il pittore trasse due serie di opere, Le lussuriose e Le cattive madri.
Nel 1898 si dedica soprattutto al Trittico della natura e scrive per "Ver Sacrum" di Vienna l'articolo Cosa è
l'arte, in risposta al quesito di Tolstoj.
Nel 1899 sale allo Schafberg per lavorare al Trittico, ma alcuni giorni dopo è colto da un violento attacco di
peritonite e muore.
Il co mplesso allegorico monumentale - doveva misurare 12,50 metri di lunghezza e 5,50 d'altezza – ed era
destinato all’Esposizione Universale di Parigi rimase incompiuto a causa della morte del pittore, che aveva
realizzato, nel 1897-98, tre cartoni per dare l’idea dell’insieme al comitato della mostra, accompagnati da
una lettera.
Trittico della
natura (1896-99)
“II primo quadro, 'La Natura', è un effetto d'Autunno, col sole che tramonta dietro ai monti .(…) intesi di
raggruppare e sintetizzare la natura alpestre e le sue stagioni.”
II quadro di mezzo, la 'Vita', rappresenta la vita di tutte le cose che hanno radice nella terra madre. Le
montagne del fondo sono illuminate dal sole che tramonta.”
II terzo quadro, 'La Morte', rappresenta la morte di tutte le cose d'inverno, la Natura è sepolta sotto la
neve, le montagne del fondo sono illuminate dal sole nascente. In un casolare alpino una fanciulla è morta
(…).
applicazione della tecnica divisionista per rendere il grandioso respiro, naturale e universale, della natura
mediante la circolazione dell’aria tersa e della luce.
Riuscirò io a rendere l’eterno significato dello spirito delle cose? Saprò dare alla Natura che dipingo
quella luce che dona vita al colore, e che illumina e dà aria alle lontananze e rende infinito il cielo? Saprò
io congiungere I'idealità della natura con i simboli che l’anima nostra rivela?”
“Che personalità strapotente Segantini! - che nitidezza di visione e quale efficacia di mezzi. L'esecuzione
più minuta congiunta con la sintesi più espressiva del colore e della forma è il carattere della sua tecnica
che esaminata davvicino pare il lavoro di un miniatore che adoperi colori di smalto e pennelli di ferro
tanto il colore è brillante e il disegno è incisivo mentre l'insieme del quadro rappresenta un momento
sfuggevole della natura percepibile appena ai più sensibili osservatori del vero ma fermato e reso con
tanta intensità di forza da penetrare nell'animo e commuovere come le scene più tumultuose della vita.”
(G. Previati, Lettera al fratello Giuseppe, 24 dicembre 1891)
Dedicandogli un inno in morte, Gabriele D’Annunzio riassunse con parole “ispirate” quella reale poesia
della natura che l’artista aveva composto lungo il corso della breve vita:
(G. D’Annunzio, Per la morte di Giovanni Segantini, da Laudi del cielo, del mare, della terra e degli eroi,
1903-04)
“Ho veduto volare un piccione e come sempre mi ripeto I'idea che nell'arte moderna si sia obliata la
poesia che io chiamerei dell'attimo. Pochi quadri moderni che esprimano modernamente (nel senso più
assoluto) il cadere d'una foglia, il volo d'un uccello, l'intimità d'un piccolo angolo vivente, [...] una nuvoletta
dal profilo delle cose ecc. [...] e tutte quelle sfumature particolari che commuovono nei quadri passati. Mi
sembra che si creda che tutto questo nuoccia all'abilità e alla impronta di abilità che si vuole ostentare nei
quadri. Aveva ragione Segantini di dire di ritornare all'umile margherita del prato, lasciando le arie di
abili artistoni.”
Umberto Boccioni
“Che personalità strapotente Segantini! - che nitidezza di visione e quale efficacia di mezzi. L'esecuzione più
minuta congiunta con la sintesi più espressiva del colore e della forma è il carattere della sua tecnica che
esaminata davvicino pare il lavoro di un miniatore che adoperi colori di smalto e pennelli di ferro tanto il
colore è brillante e il disegno è incisivo mentre l'insieme del quadro rappresenta un momento sfuggevole
della natura percepibile appena ai più sensibili osservatori del vero ma fermato e reso con tanta intensità di
forza da penetrare nell'animo e commuovere come le scene più tumultuose della vita.”
PREVIATI
Maternità (1890-91),
più lirico e visionario P. utilizzò la tecnica divisionista per dare riflessi dorati e argentei a una pittura sospesa
tra sogno e realtà
pennellate allungate e filamentose, che, unitamente ai soggetti e alla monotonia cromatica, conferiscono
un carattere antinaturalistico
varianti rispetto alla prima opera sono poche e riguardano una grossa nuvola bianca che compare nel cielo
azzurro e il colore, più omogeneo e meno squillante, per suggerire quella calma auspicata nel titolo.
La quiete (1901),
Soggetto simile a opera di Monet ma che è in questo caso solo emblematico di un’idea, atmosfera, di pace
Valori formali evocativi di una dimensione simbolica – riferimenti a una sacralità propria di tutta la realtà
G. PELLIZZA DA VOLPEDO
Inquadra nuove classi sociali a cui dà valore, la cui esistenza è affermata dalle sue pitture
Fiumana (1895-96),
“È un tentativo che faccio per sollevarmi un pochino dalla volgarità dei soggetti
che non sono informati ad una forte idea. Tento la pittura sociale “
una visione orizzontale, in cui una sorta di avanguardia qualificata di esponenti
del “quarto stato” avanza con decisione verso l’osservatore, sotto un sole
implacabile
simbolo de “le grandi conquiste che i veri lavoratori andavano facendo tutto dì
nel mondo
attuale”
MORBELLI
nato ad Alessandria nel 1853, visse e morì a Milano nel 1919. Ha spesso dipinto
Volti anonimi
realismo delle immagini è intessuto in una fitta rete di pennellate eseguite a
tratti e minuscole linee, in cui elabora una versione ammorbidita del
divisionismo.
prospettiva angolata con cui è dipinta la stanza che rivela ed esalta il vuoto
piccole figurette isolate comunicano una grande tristezza – non si tengono compagnia
Donne guardate come possibile forza lavoro – non si vedono i volti, non interessano in quanto inividui
Taglio fotografico che permette di vedere il cielo solo per come lo vedono le Mondine ossia riflesso nella
risaia
titolo, che si riferisce esplicitamente alla paga ridotta ottenuta dalle lavoratrici in risaia
anni dei primi scioperi per il raggiungimento delle 8 ore lavorative e di salari più equi, ottenuti proprio a
Vercelli nel 1906.
mondine, disposte su due file che procedono arretrando, vengono ritratte di schiena intente nel trapianto
del riso, con le gambe immerse nell’acqua. Il taglio fotografico della scena esclude la raffigurazione del
cielo, che appare solo riflesso sull’acqua resa attraverso vibranti pennellate
SECESSIONI
Disagio della società, travolta dal progresso, che raggiunge il culmine con l’avvento della prima guerra
mondiale
Gruppi di giovani artisti indipendenti che intendono prendere platealmente le distanze dal naturalismo e
dalla cultura accademica.
generati nell’alveo della cultura simbolista, affrontarono l’arte con nuovi contenuti e modalità formali,
diffusi anche attraverso riviste
non proponevano uno stile ben definito, ma propugnavano un vivace dibattito in nome della libertà
espressiva.
Le scelte stilistiche furono spesso varie e contrastanti, anche all’interno di uno stesso gruppo, ma comune
a tutti questi artisti era la volontà di far confluire pittura, scultura, architettura, illustrazione e arti
decorative.
Questi nuovi ideali estetici andarono poi a coincidere con il fenomeno dell’Art Nouveau, termine con il
quale viene indicato il movimento artistico che tra il 1890 e la prima guerra mondiale caratterizzò
l’architettura e le arti decorative d’Europa e degli Stati Uniti.
S. MONACO
A Monaco, nel 1892, un centinaio di giovani artisti riuscirono a convincere ricchi commercianti e galleristi a
finanziare la nascita e le attività del nascente raggruppamento, che intendeva abbandonare in massa delle
istituzioni accademiche per praticare l’arte in assoluta libertà.
Artisti principali: Fritz von Uhde e Franz von Stuck, la cui arte aveva marcati caratteri simbolisti.
estate 1893 prima esposizione internazionale della Secessione, a seguito della quale venne il
riconoscimento ufficiale della nuova tendenza.
maggior organo di diffusione -rivista “Jugend” ("periodico per l'arte e la vita"), fondata nel 1896
dall'editore Georg Hirth.
Temi
- Erotismo feminile
- Dissacrazione tematiche religiose
- Mitologia classica
Von Stuck,
Il Peccato ’93
figura femminile, che si può identificare con la Eva biblica, nuda e visibile fino all’altezza del bacino, occupa
quasi tutta la tela ed è circondata da un grosso serpente, la cui testa si affaccia a sinistra al di sopra della
spalla. Sia la donna che l’animale fissano l’osservatore e creano un magnetismo particolare, che spaventa e
affascina nello stesso tempo. I toni scuri del serpente, del quale riusciamo però a percepire la pelle viscida e
riflettente, e dei capelli che incorniciano il volto della donna contrastano volutamente con la luminosa parte
centrale del corpo, resa ancora più sensuale dalle morbide pennellate.
Salomè (1906)
MUNCH
atmosfere cupe e visione tragica sono desunte dall’ambiente norvegese, descritto dai drammi teatrali di
Ibsen e Steinberg
provava disagio per il progresso
opere all’avanguardia che espone, su invito dell’associazione Dei Nuovi Artisti Berlinesi , in una mostra nel
1892 dove propone ai giovani nuove strade artistiche da percorrere
- Berlino - ambiente chiuso alle novità artistiche
Dipinti come proiezione di una visione pessimistica del mondo: amore e sesso uniti ad angoscia e morte
Mostra dura poco perché i dipinti vengono considerati un insulto per l’arte e l’esposizione viene chiusa a
forza
Artisti che colgono però l’invito di Munch e che quindi organizzano secesione a Berlino nel 1898
secessione di Berlino si svolse dal 1898 inizialmente sotto l'egida del gruppo dei cosiddetti impressionisti
tedeschi e all'insegna del rinnovamento grafico propugnato dalla rivista "Pan"
dopo il 1903, divennero un punto di riferimento per il nascente espressionismo
Artista come osservatore impotente che cammina a lato della massa a cui non riesce ad accedere
- JOYCE, SVEVO
Pubertà (1893)
visione angosciata dell’esistenza, derivata da un’infanzia assai difficile: perde prima la madre e poi la
sorella, a causa della tubercolosi
rimane completamente solo a diciotto anni, quando muore anche il padre, un medico ossessionato dalla
religione.
Modella minorenne dipinta nuda - sfida perché in realtà illegale – crea scalpore
Disorientamento adolescenziale – bambina che diventa donna e ci guarda interrogativa perché non sa
realmente a cosa sta andando incontro
ombra angosciante come inanzia angosciosa, che la segue sempre come un fantasma da cui non si riesce a
staccare
pittura come atto introspettivo, ricerca e descrizione dei propri stati d’animo, delle paure e dei problemi
esistenziali.
“camminavo per strada con due amici. Il sole era al tramonto e cominciavo a sentirmi avvolto da un senso
di malinconia. A un tratto il cielo si fece rosso sangue. Mi fermai, appoggiandomi a una staccionata, stanco
morto, e fissai le nubi infiammate che gravavano, come sangue e spada, sul fiordo nero-bluastro e sulla
città. I miei amici continuarono a camminare. Io rimasi inchiodato in piedi, tremante di paura e udii un
grido forte e infinito trafiggere la natura”
angoscia è accentuata dal fatto che si tratta di un grido sordo, certamente senza risposta poiché i due
personaggi sullo sfondo (gli amici dell’artista) proseguono incuranti la loro passeggiata.
Per questa motivo l’opera è divenuta emblema della solitudine dell’uomo moderno, che, non riuscendo
più a condividere la sua situazione esistenziale con nessuno, trasferisce il proprio dramma nella natura.
S. VIENNA
l’Austria come uno dei maggiori centri della modernità e Vienna un luogo privilegiato di scambi culturali
si mette al passo con l’Europa dove trionfano simbolismo e art noveau
1881 gruppo di artisti aveva cominciato a riunirsi regolarmente in un caffè di Vienna, per esporre nuove
idee in merito all’arte, alla produzione industriale e all’estetica
1897, questo gruppo, di cui facevano parte Koloman Moser, Carl Moll, gli architetti Otto Wagner, Joseph
M. Olbrich, Josef Hoffmann, dichiarò la scissione dalla Künsterhaus, che non riconobbe la nuova
formazione. A presiedere l’Associazione degli Artisti Figurativi Austriaci venne nominato Gustav Klimt.
- 1905 Klimt e il suo gruppo abbandonarono la Secessione, che perse così il suo gruppo trainante, ma
sicuramente aveva già assolto al compito di svecchiare la cultura artistica viennese e aveva contribuito a
creare una galleria pubblica d'arte moderna
CARATTERI GENERALI
-strutture chiare ed essenziali
- linguaggio stilistico e bidimensionale
-importanza del segno
-forme geometriche e ritmiche
-principio di funzionalità e continuità tra materiali e struttura
Jugendstil/ secessionstil
OLBRICH
KLIMT
Gustav Klimt nasce nel 1862 a Baumgarten, un sobborgo di Vienna. Il padre è un orafo incisore e la madre è
una mancata cantante lirica
1876 Gustav entra a far parte della Scuola d’arti applicate del Museo dell’Arte e dell’Industria di Vienna,
dove ha modo di imparare le tecniche del mosaico, della lavorazione dei metalli e assimilare le tecniche
degli stili decorativi propri di epoche e culture diverse, e poi il corso di pittura, fondamentale
“Di me non esiste alcun autoritratto. Non mi interessa la mia persona come “oggetto di pittura”, mi
interessano piuttosto le altre persone, ma più ancora le altre forme … Chi vuole sapere di più su di me, cioè
sull’artista, osservi attentamente i miei dipinti per rintracciarvi chi sono e cosa voglio.”
Bellezza anticlassica
piacere come via di fuga dalla vita e dalla sofferenza – visione salvifica dell’arte – SCHOPENHAUER
moderna Afrodite; il serpente, che scivola tra i suoi piedi, può intendersi come un simbolo di saggezza, ma
anche del peccato di Eva.
Sguardo delle donne è superiore, da una parte gatta morta dall’altra affascinante
Specchio rivolto verso l’osservatore come invito a mostrarsi per com’è realmente
da una parte una dichiarazione dell’arte stessa che, quando è vera, esprime senza timore anche ciò che
tutti nascondono o rifiutano
In alto citazione
seconda versione- dA L. Schefer: "Verità è fuoco, verità vuol dire illuminare e bruciare."
perde gran parte della sua carica sensuale, grazie soprattutto alla sobrietà con cui il segno definisce i
contorni della figura e la decorazione del fondo, che alterna le campiture bianca e nera.
Filosofia Medicina e
Giurisprudenza per Università
(1899-1907)
Nel 1892 Klimt è segnato dalla morte del fratello Ernst e del padre. In questo periodo elabora il progetto
per la decorazione dell’Aula Magna dell’Università
un inquietante intreccio di figure fluttuanti, accanto alle quali aleggiano misteriosamente due volti
femminili, che personificano il Sapere e l’Enigma del Mondo.
Il dipinto, il cui carattere simbolista era in piena sintonia con gli sviluppi dell’arte europea
Celebrazione della razionalità resa però facendo riferimento a immagini frutto dell’inconscio
FILOSOFIA- visione nichilista della filosofia, corrodeva la fiducia nell’idea di un progresso razionale,
capace di spiegare ogni aspetto della realtà. In risposta alle accuse di bruttezza e di ignoranza, i membri
della Secessione pubblicarono un articolo a firma collettiva su “Ver Sacrum” in difesa della libertà creativa,
sostenendo indignati che “la mera intelligenza non conduce in alcun modo all’arte, la scienza può
comprendere razionalmente, nell’opera d’arte ci si può solo immedesimare”.
GIURISPRUDENZA- condanna all’ “espressione più nobile e rispettata della cultura austro-liberale”,
ovvero la legge
simboli della Verità, della Giustizia e della Legge sono relegati nella parte alta e pietrificati in un mosaico
bizantino.
Ventuno artisti crearono, con materiali diversi, una sorta di edificio sacro, al centro del quale vi era la statua
di Klinger affiancata da due cappelle laterali. In una di queste era sistemato originariamente il Fregio di
Beethoven di Klimt, una personale interpretazione della Nona Sinfonia.
Fregio di Beethoven (1902), Polimaterico
Arte salva l’uomo perché lo conduce in un mondo ideale dove può trovare gioia felicità e amore
Prima parte lunga di fronte all’ingresso - L’Anelito alla felicità. Le sofferenze della debole umanità. Le sue
preghiere alle forze esterne. Compassione ed Orgoglio quali forze interiori che spingono il forte cavaliere
armato a intraprendere la lotta per la felicità.
Parete più stretta - Le forza ostili. Il gigante Tifeo contro il quale perfino gli dei hanno combattuto invano. Le
sue tre figlie, le Gorgoni: Malattia, Follia, Morte. Lussuria, Impudicizia, Intemperanza, Accidia. Gli aneliti e i
desideri dell’umanità volano al di sopra di loro.
Seconda parete lunga - L’anelito alla felicità si placa nella Poesia. Le arti ci conducono in un regno ideale, in
cui possiamo trovare la pura gioia, la pura felicità, il puro amore. Coro degli angeli del paradiso “Gioia,
meravigliosa scintilla divina”, “Questo bacio al mondo intero”.
fregio orizzontale continuo in cui prevale il vuoto compositivo, e solo collegati visivamente dagli "spiriti
onirici", nude figure femminili in ondeggiante volo, quasi come notazioni di uno spartito musicale.
arte, prodotto dell’uomo geniale, è strumento di liberazione, è catartica perché attraverso essa l’uomo
giunge alla contemplazione dell’essenza della vita. Espressione suprema dell’arte è la musica in quanto
rivelazione immediata della verità - SCHOPENHAUER
Giuditta I (1901) Giuditta II (1909),
Prima versione -
oro che ammorbidisce la crudeltà della donna che è però cattiva – dominatrice-
colei che ha fatto uccidere Giovanni Battista
seconda versione -
cerchietti e rettangolini come simboli ell’atto sessuale – cerchio donna,
rettangolo uomo
dominio della linea ondulata e nervosa, come nervose sono le mani che
affondano nel vestito e nei capelli del decapitato
La figure è posta di scorcio, ma il senso del volume viene annullato dai disegni
geometrici piatti dell’abito e del fondo.
La sostituzione della corporeità con la molteplicità delle sensazioni, è la
negazione assoluta del corpo, ossia l’erotismo. Alla sacralità dell’azione, si
sostituisce quella dell’io
Il bacio (1907-08),
Priva di qualsiasi dettaglio realistico, scena eternata in una dimensione quasi magica, creata dall’oro,
applicato direttamente a foglie sulla tela
Lui cerca di nascondere la superiorità della donna nel rapporto e nonostante metta l’uomo sopra di lei e lei
in ginocchio è comunque lei a detenere il potere
ESTETISMO
Vita dissoluta non come i simbolisti ma all’interno della aristocrazia perché trova come risposta al crollo
degli ideali il culto del bello e del piacere
Dimostrazione per assurdo dell’insufficienza della razionalità- ecco cosa accadrebbe se ci si accontentasse
delle apparenze..
Collezionismo come placebo
D’ANNUNZIO 1863-1938
CONTESTO STORICO
1870 - breccia di porta pia/ roma capitale
Periodo post unità e prima guerra mondiale
VITA
1863 nasce a Pescara
1879 primo vere – raccolta di poesie
1881 va Roma interrompe lo studio
1889 scrive il piacere
Va a Napoli per scappare ai creditori e scrive l’innocente
A Venezia conosce Eleonora Duse
1904 pubblica le Laudi libro che contiene raccolte di poesie di cui la terza è Alcyone
1910 va in Francia come esilio autoimposto e rafforza dandyismo perché incontro diretto coi decadenti
1915 torna in Italia per la guerra – a differenza dei decadenti lui era inerventista
Beffa di buccari 10-11 febbrai0 1918
Volo su Vienna con volantinaggio propagandistico
1919 – 1920 Presa di Fiume
Dopo le imprese si trasferisce al Vittoriale – villa museo dove resterà fino alla morte nel 1938 mantenuto
dal partito
OPERE
- Piacere
Primo Vere
-Palude
Luogo di morte, richiamo alla malattia fisica e spirituale
Palude della maremma toscana- luogo di perdizione in cui era morta anche Pia dei Tolomei nella Divina
Commedia
Titolo, ambiente e descrizione che richiamano immaginario decadente – vermi di Baudelaire
Scritto in distico – coppie di due versi – elagici – esametro+ pentametro – forma
classicheggiante/tradizionale (Carducci suo maestro)
Luogo dove anche l’elemento vitale dell’acqua è putrido – palude della letteratura italiana di quegli anni-
ristagna, immobile
Descrizione del luogo e dei suoi abitanti – condizione di putrefazione che si conclude in odio che inquina
anche gli animi della gente
in quella nota stanca tu senti tremare il disìo Canto degli uccellini e dei contadini pervaso di una
d'una soave speme che a poco a poco muore. speranza morente, spenta
le Laudi
Dovevano comprendere sette libri - tanti quanti le stelle della costellazione Pleiadi
1903 pubblica i primi tre (tra cui Alcyone)
1912 “ “ il quarto
1933 “ “ il quinto
Ultimi due mai pubblicati
richiamo a San Francesco come espressione della sua visione panteista
-sera fiesolana
Crepuscolo( più un’atmosfera che una situazione) , che il poeta ammira con la donna amata
S francesco – laudi
Laudata sii pel tuo viso di perla,
o Sera, e pe’ tuoi grandi umidi occhi ove si tace
l’acqua del cielo!
Taci. Su le soglie
del bosco non odo
parole che dici
umane; ma odo Fusione con la natura
parole più nuove Voce come suoni della natura
che parlano gocciole e foglie
lontane.
Ascolta. Piove
dalle nuvole sparse.
Piove su le tamerici
salmastre ed arse, La pioggia detta il ritmo della poesia
piove su i pini Ripetizione di pioggia come gocce che cadono
scagliosi ed irti,
piove su i mirti
Estremizzazione della foresta di simboli di Baudelaire – solo che ciò che
divini,
è simbolico è il suono stesso non un contenuto che allude ad altro
su le ginestre fulgenti
di fiori accolti,
su i ginepri folti
di coccole aulenti,
piove su i nostri volti
silvani,
piove su le nostre mani
ignude,
su i nostri vestimenti
leggieri,
su i freschi pensieri
che l'anima schiude
novella,
su la favola bella
che ieri poliptoto
t'illuse, che oggi m'illude, L’amore è solo un momento della realtà ciclica
o Ermione. Rimanere legati ad una donna è una fregatura perchè la sua bellezza
decade
Odi? La pioggia cade
su la solitaria
verdura
con un crepitío che dura
e varia nell'aria Valore dei suoni – ripetizione di ascolta, suoni
secondo le fronde
più rade, men rade.
Ascolta. Risponde
al pianto il canto
delle cicale
che il pianto australe
non impaura,
nè il ciel cinerino.
E il pino
ha un suono, e il mirto
altro suono, e il ginepro
altro ancóra, stromenti
diversi
sotto innumerevoli dita.
Ascolta.
Perde senso dello spazio e del tempo
La figlia dell'aria
è muta; ma la figlia
del limo lontana,
la rana, Figlia di Elena – donna più nella dell’epoca greca
canta nell'ombra più fonda,
chi sa dove, chi sa dove!
E piove su le tue ciglia,
Ermione.
LIFE
- Born from a doctor in Dublin –baptized twice, catholic and Anglican ( HEANY)
- Studied in Oxford where he met aestheticism and become a dandy
- Became immediately famous as he came from a wealthy family
- Gets married but is actually homosexual and gets in prison because the father of his lover Douglas
denounce him for sodomy – three process of Oscar Wilde
Preface
manifesto of Aestethicism
series of quotes – mosaic of witty sentences –
on ART- useless, no hidden message but surface and symbol
CRITICS - that find in art what actually is in themselves- unattainable as it’s always autobiographical
and ARTISTS- creator of something beauty
Plot (chapter 2)
After about a quarter of an hour Hallward stopped painting, looked for a long time at Dorian Gray, and then for a long
time at the picture, biting the end of one of his huge brushes and frowning. “It is quite finished,” he cried at last, and
stooping down he wrote his name in long vermilion letters on the left-hand corner of the canvas.
Lord Henry came over and examined the picture. It was certainly a wonderful work of art, and a wonderful likeness as
well.
“My dear fellow, I congratulate you most warmly,” he said. “It is the finest portrait of modern times. Mr. Gray, come
over and look at yourself.”
The lad started, as if awakened from some dream.
“Is it really finished?” he murmured, stepping down from the platform.
“Quite finished,” said the painter. “And you have sat splendidly to-day. I am awfully obliged to you.”
“That is entirely due to me,” broke in Lord Henry. “Isn’t it, Mr. Gray?”
Dorian made no answer, but passed listlessly in front of his picture and turned towards it. When he saw it he drew
back, and his cheeks flushed for a moment with pleasure. A look of joy came into his eyes, as if he had recognized
himself for the first time. He stood there motionless and in wonder, dimly conscious that Hallward was speaking to
him, but not catching the meaning of his words. The sense of his own beauty came on him like a revelation. He had
never felt it before. Basil Hallward’s compliments had seemed to him to be merely the charming exaggeration of
friendship. He had listened to them, laughed at them, forgotten them. They had not influenced his nature. Then had
come Lord Henry Wotton with his strange panegyric on youth, his terrible warning of its brevity. That had stirred him
at the time, and now, as he stood gazing at the shadow of his own loveliness, the full reality of the description flashed
across him. Yes, there would be a day when his face would be wrinkled and wizen, his eyes dim and colourless, the
grace of his figure broken and deformed. The scarlet would pass away from his lips and the gold steal from his hair.
The life that was to make his soul would mar his body. He would become dreadful, hideous, and uncouth.
As he thought of it, a sharp pang of pain struck through him like a knife and made each delicate fibre of his nature
quiver. His eyes deepened into amethyst, and across them came a mist of tears. He felt as if a hand of ice had been laid
upon his heart.
“Don’t you like it?” cried Hallward at last, stung a little by the lad’s silence, not understanding what it meant.
“Of course he likes it,” said Lord Henry. “Who wouldn’t like it? It is one of the greatest things in modern art. I will give
you anything you like to ask for it. I must have it.”
“It is not my property, Harry.”
“Whose property is it?”
“Dorian’s, of course,” answered the painter.
“He is a very lucky fellow.”
“How sad it is!” murmured Dorian Gray with his eyes still fixed upon his own portrait. “How sad it is! I shall grow old,
and horrible, and dreadful. But this picture will remain always young. It will never be older than this particular day of
June. . . . If it were only the other way! If it were I who was to be always young, and the picture that was to grow old!
For that—for that—I would give everything! Yes, there is nothing in the whole world I would not give! I would give my
soul for that!”
– FAUSTIAN PACT, Goethe 1830 (double revelation- of his beauty and its brief life)
Thought the narrator is external it’s intrusive – aware of dorian’ feelings
In this way you follow the evolution of the characters while always having the possibility to add another
point of view
Synesthetic images
HISTORICAL CONTEXT
STEVENSON
VITA
Scottish
heir of Walter Scott – gothic and at the same time historical novels’ writer – he wrote Scottish trilogy
goes to France and Usa for a girl that in the end becomes his wife and with which he comes back to
scotland
- Long short story - published on newspaper that in those same years were writing about crime facts
(snweeney todd, jack the riper) – his novel is appreciated as he repropose that same structure
- Page-turning book – read the book all at once
- theme of the doppelganger/ double-face
- modern structure – 3 subsequential narrators :
(different from Wilde as any of the narrators don’t know what’s happening )
-Mr Utterson (external) – jekyll’s lawyer that takes care of his testaement in which he leaves
everything to mr hyde , and that gets souspicious when he sees that Jekyll paid a woman attaked by
hyde not to sue him
- Ut. Investigates on Hyde and discovers he lives in the back side of the house in which J. Lives –
finds j that tells him he won’t be around – stop to take the potion – but actually can’t as he is
wicked
-Dr Lanyon(internal) – j friend to which he asks for help but that in the end he kills
-utterson goes in j lab and find h dead with letter
-Jekyll -confessional letter- key to comprehend the whole novel as it explains the spell
. salt able to separate the bad part of you from the good side- when he is evil he is small, ugly but
young and strong
. becomes addicted but hyde gets stronger- he must continue to take it in order to survive
.testament for hyde as he is scared he won’t be able to turn back to be Jekyll no more – too weak
.dies as moment of conscience during the transformation in which he kills himself – hyde- but with
who Jekyll dies too of course
- chapter 10
And yet when I looked upon that ugly idol in the glass, I was conscious of no repugnance, rather of a
leap of welcome. This, too, was myself. It seemed natural and human. In my eyes it bore a livelier
image of the spirit, it seemed more express and single, than the imperfect and divided countenance,
I had been hitherto accustomed to call mine.