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POSITIVISMO

Francia itailia

Positivismo si Naturalismo verismo


1850-1910
no Decadentismo Scapigliatura

Evoluzionismo – Darwin 1859


vita come lotta per la sopravvivenza delle specie

HISTORICSL FACTS

1848 IL CAPITALE – MARX


1854 Hard Times Dickens
1870 breccia porta pia
1882 triplice alleanza
1889 verga mastro Don Gesualdo
1891 Pascoli Myricae
1896 sconfitta italiani ad Adua - Etiopia
1904 Fu Mattia Pascal Pirandello
1909 Manifesto Futurismo
1914-18 PRIMA GUERRA MONDIALE

NATURALISMO

1. Romanticismo - valore intrinseco di un soggetto


- pittura di paesaggio
- la figura dell’artista ribelle
- colore (più che il disegno)
- soggettività
2. Realismo - ambiente contemporaneo, sfondi familiari
- primi tentativi di pittura en plein air
cfr. Barbizonniers
tecnica di Courbet
“père” Corot

3. Fotografia - “istantanea”
- inquadratura

4. Colori industriali

5. Teorie scientifiche cfr. teorie del colore di Eugène Chevreul


Leggi sull'accostamento dei colori
TAINE –filosofia dell’arte

tutto è dimostrabile e scomponibile negli stessi passaggi = catena di montaggio


uomo è inserito in un sistema ordinato conoscibile fino all’ultimo passaggio per mezzo del metodo
scientifico

Determinismo – avvenimenti determinati da un ordine cosmico


teoria che riprende anche Verga
uomo determinato dall’ambiente che lo circonda, dal contesto storico culturaleeconomico in cui è inserito ,
condizionamento ereditario

Sono stati grandi non altro che grazie a quest’armonia e non poteva che essere così

Filosofia dell’arte, Taine

ZOLA- romanzo sperimentale

Romanzo è la forma migliore perché permette di parlare nel dettaglio della realtà investigabile come un
fatto oggettivo
contrario rispetto ai romantici che invece portano l’ordine del cosmo fuori dalla portata dell’uomo –
sublime – ideale
uomo come oggetto di studio scientfico – loro si definiscono scienziati dell’uomo
soggettività dell’autore messa in secondo piano perché è un indagine che rivela il semplice andamento
delle cose senza alcun giudizio

VERISMO

VERGA

Nasce 1840 a Catania da una famiglia di antichi proprietari terrieri

CONTESTO CULTURALE
Giolitti – ministro della malavita – questione meridionale

Studi giuridici che interrompe per unirsi alla leva - Ama Garibaldi- patriottico

1865 si trasferisce a Firenze - Caffè Michelangelo ( Macchiaiolo ) – ambiente stimolante dal punto di vista
intellettuale

1872 - Si trasferisce a Milano dove incontra gli Scapigliati

E se in gioventù aveva scritto romanzi di stampo risorgimentale e romantico l’incontro con questo gruppo
che invece parla dei reietti della società gli fa cambiare idea rispetto al contenuto dei romanzi, idea che si
conferma nella forma nel 1877 perché traduce l’Assomoir, l’ammazzatoio di Zola – conversione al verismo

Abbandona genere del romanzo –-per dedicarsi alle novelle – media lunghezza
+ dialetto – ulteriore forma di verismo- anche nel linguaggio

Vita dei Campi 1880


raccolta di novelle
esaspera il modo impersonale del determinismo dovuto al credo popolare tanto da farne perpecepire al
lettore l’assurdità di questo sistema – muta e implicita denuncia sociale
Rosso Malpelo 1878
Nedda 1874

Novelle rusticane 1883


metodo verista è adeguato anche per parlare della borghesia
La roba 1880

Ciclo dei vinti (inconcluso)


ciclo di 5 romanzi che indaga 5 diversi strati della società – progetto incompiuto, ne scrive solo due
Malavoglia1881
Ideale dell’ostrica- uomo travolto dal fiume del progresso ha bisogno di rimanere attaccato alle sue radici
tant’è che i disastri che mandano la famiglia in rovina sono dovuti al desiderio di padre Ntoni di ingrandire i
possedimenti della famiglia
Mastro Don Gesualdo1888
( Duchessa di Leyra,
Onorevole Scipioni,
Uomo di lusso)

1893 torna a Catania- periodo di crisi creativa


smette di scrivere e si dà alla fotografia perché unico vero strumento oggettivo

Schieramento politico reazionario – interventista

Muore nel 1922

realismo come presa di posizione culturale ed ideologica - riproduzione di una realtà non adulterata né
abbellita né edulcorata alla luce della coscienza morale dei problemi sociali dell'epoca - obiettività di
analisi che non mascheri la realtà, per quanto brutta e sgradevole, ma la rappresenti nella sua crudezza
oggettiva, perché tutti ne prendano coscienza.

REALISMO

Scuola di Barbizon
definizione del termine nel 1890 quando il mercante d’arte scozzese David Croal Thomson pubblicò il libro I
pittori della Scuola di Barbizon
usato in modo informale per definire gruppo di pittori paesaggisti che tra il 1830 e il 1870 si ritrovava nella
foresta di Fontainebleau, a sud-est di Parigi, in particolare nel villaggio di Barbizon

residui echi romantici - enfaticità narrativa e tono sentimentale, in particolare Constable, anticipatore di
una tecnica pittorica di scomposizione cromatica in piccole macchie di colori puri che diverrà tipica degli
impressionisti

Gli artisti più famosi di questo gruppo erano:


Théodore Rousseau

La quercia (1851-52),
Jean-Francois Millet

F. Millet,
Le spigolatrici,
1857, olio su tela, 83,5x111 cm.

F. Millet,
L’Angelus
1857-1859
olio su tela, cm 55,5×66, Paris, Musée d’Orsay

«L'Angelus è un quadro che ho dipinto ricordando i tempi in cui lavoravamo nei campi e mia nonna, ogni
volta che sentiva il rintocco della campana, ci faceva smettere per recitare l'angelus in memoria dei poveri
defunti». All'origine di questo quadro, c'è dunque un ricordo d'infanzia e non la volontà di esaltare un
qualsivoglia sentimento religioso tanto più che Millet non è nemmeno un praticante. (…)
Isolata in primo piano, in mezzo a una immensa e deserta pianura, questa coppia di contadini assume un
aspetto monumentale, malgrado le dimensioni ridotte della tela. I loro visi sono lasciati in ombra, mentre
una luce sottolinea i gesti e gli atteggiamenti
profondo sentimento di raccoglimento e Millet, superato il semplice aneddoto, aspira all'archetipo.

Jules Dupré
C. F. Daubigny

Lo stagno (1858)

Constant Troyon

Corot

vero" fotografico per mezzo di pennellate sintetiche, tinte argentee, forme sfocate e fuggenti e accordi
tonali armonici

"Corot è un vero artista. Bisogna vedere un pittore nel suo posto per avere un'idea del suo valore (...) Corot
scava in profondità in un argomento: idee vengono a lui e lui ne aggiunge durante il lavoro: è il giusto
approccio ".

Délacroix, 1847
Il Ponte di Augusto a Narni (1826)

C. Corot,
La Cattedrale di Chartres,
1830, olio su tela, 64x51 cm.

L’arte fino all’ottocento si era posta come condizione l’imitazione della realtà, al punto che la valutazione
dell’opera parte spesso proprio dal livello di verosimiglianza raggiunto
Avvento della fotografia porta a una rivoluzione nelle arti figurative. Gli artisti più all’avanguardia si
interrogano su quale possa essere la funzione dell’arte alla luce di questo nuovo mezzo tecnico.
In realtà la scoperta della fotografia non fa che accelerare un processo in corso già da circa un secolo.
(romanticismo)
anche l’arte figurativa diventa uno strumento per indagare e conoscere la realtà e non più semplicemente
per descriverla

L. Daguerre,
Viale di Parigi (1838),
dagherrotipia.

Courbet

Il sentimento individuale, la libera espressione di una personalità sono vietati. Non bisogna essere che
l’interprete del gusto generale».

[P. J. Proudon, Du principe de l’art et de la destination sociale, 1865,

Un realista è completamente indipendente dal suo prossimo: egli dà forma a sensazioni che la sua natura e
il suo temperamento gli fanno sentire quando si trova a confrontarsi con qualche cosa, ovvero con la natura
o con la vita del proprio tempo.”

[Edmond Duranty, La nouvelle peinture, Parigi, 1876]

“padiglione del Realismo” - Parigi, 1855


aperto per protestare contro l’esclusione delle opere realiste dal Salon e dall’Esposizione universale
In ogni tempo le etichette non hanno mai dato una giusta idea delle cose; se fosse stato diversamente, le
opere sarebbero superflue. Ho studiato, al di fuori di qualsiasi sistema e senza prevenzioni, l'arte degli
antichi e quella dei moderni. Non ho voluto imitare gli uni né copiare gli altri; non ho avuto l'intenzione di
raggiungere l'inutile meta dell'arte per l'arte. No. Ho voluto semplicemente attingere dalla perfetta
conoscenza della tradizione il sentimento ragionato e indipendente della propria individualità. Sapere per
potere, questa fu sempre la mia idea.”

VITA

1819 nasce a Ornans da una famiglia benestante


forte legame con le zone di origine

Funerali a Ornans (1849-50)

Intorno ad una fossa il pittore ha riunito l’intero paese di Ornans


hanno posato tutti

“cinquanta figure, grandezza naturale, con un paesaggio e cielo nel fondo, su una tela di venti piedi di base per dieci di
altezza”

“il sindaco che pesa un quintale, il curato, il commissario, il crocifero, il notaio, l’assessore Marlet, i miei amici, mio
padre, i chierichetti, il becchino, due vecchi della rivoluzione del 1793 con gli abiti d’epoca, un cane, il morto e i suoi
portatori, gli scaccini (uno di essi ha il naso come una ciliegia, ma grosso in proporzione e lungo cinque pollici), le mie
sorelle, altre donne”.

concittadini sono così tanti che, nonostante le dimensioni enormi della tela, che l’artista è quasi costretto
ad avvicinarle molto le une alle altre con l’effetto di creare quasi una barriera umana che fronteggia lo
stesso pubblico parigino che sta nella sala

G. Courbet,
L’atelier del pittore o
Allegoria reale che determina una fase di sette anni della mia vita atistica,
1855, olio su tela, 359x598 cm, Musée d'Orsay, Paris

“È la società in tutti i suoi strati, alto, basso, medio. In poche parole, è il mio modo di vedere la società con i
suoi interessi e le sue passioni. È il mondo che viene a farsi dipingere da me ”
“È la storia morale e fisica della mia bottega di pittore”.

“la pittura è un’arte essenzialmente concreta e che può consistere soltanto nella rappresentazione delle
cose reali ed esistenti”

(“Courier du Dimanche”, 1861)

compito dell’arte è quello di raccontare dei fatti veri, delle azioni accadute
Questo quadro di Courbet non nasce da discussioni teoriche, ma presenta ciò in cui l’artista crede e che gli
fa dire nella stessa lettera: “dovessi percorrere il mondo intero, sono certo che troverò sempre degli
uomini capaci di comprendermi; e anche se ce ne fossero solo cinque o sei, questi mi troveranno e mi
faranno vivere”

“Essere capace di rappresentare i costumi, le idee, l'aspetto della mia epoca, secondo il mio modo di vedere;
essere non solo un pittore ma un uomo; in una parola fare dell'arte viva/attuale, questo è il mio scopo".

Fanciulle sulla riva della Senna (1857)

Gli spaccapietre (1849)

La trota (1871)

schiettezza e l'audacia di questo nuovo linguaggio non escludono un legame con la tradizione
pennellata ampia e sensuale e il ricorso al colore ricordano la pittura veneziana- Courbet faceva appello a
Tiziano e al Veronese, al Correggio e alla tradizione di una pittura carnale e lirica

Ascoltami, i poeti laureati


si muovono soltanto fra le piante
dai nomi poco usati: bossi ligustri o acanti.
lo, per me, amo le strade che riescono agli erbosi
fossi dove in pozzanghere
mezzo seccate agguantanoi ragazzi
qualche sparuta anguilla:
le viuzze che seguono i ciglioni,
discendono tra i ciuffi delle canne
e mettono negli orti, tra gli alberi dei limoni.

Limoni, Ossi di seppia, Montale, 1925

PASCOLI - Contrasto

Io prendo un po’ di silice e di quarzo:


lo fondo; aspiro; e soffio poi di lena: - Poeta che si imbatte nella poesia = decadentisti
ve’ la fïala, come un dì di marzo,
azzurra e grigia, torbida e serena!
Un cielo io faccio con un po’ di rena
e un po’ di fiato. Ammira: io son l’artista.
Io vo per via guardando e riguardando,
solo soletto, muto, a capo chino: - Linguaggio colloquiale
prendo un sasso, tra mille, a quando a quando: - Di un sasso qualsiasi +
lo netto, arroto, taglio, lustro, affino: enumerazione/ climax di lavorazioni +
chi mi sia, non importa: ecco un rubino; io ne faccio una pietra preziosa
vedi un topazio; prendi un’ametista.

DAUMIER

Honoré Daumier,
Il passato, il presente, l’avvenire
(1834), litografia, 26x20 cm,
pubblicato in “La Caricature”

Egli inizia la sua carriera artistica come autore di litografie caricaturali di tema politico pubblicate sui nuovi
giornali satirici sorti in Francia quali “La Caricature” (1831-32) e “Le Charivari” (1832-36)

Honoré Daumier,
Gargantua (re Luigi Filippo),
1832,litografia

Honoré Daumier,
Il vanitoso, (1833),
22x17 cm, terra cruda colorata,
Parigi, Musée d’Orsay

serie de I Parlamentari
forma che dà al personaggio, la posizione della testa rispetto al busto, l’evidenza di qualche difetto fisico
colpiscono in modo immediato e graffiante, mettendo a nudo la dimensione umana del soggetto

Daumier è interessato ai ‘tipi’ umani; nonostante le piccole dimensioni, che nella maggior parte dei casi
presentano le sue opere, l’arte di Daumier sorprende per la monumentalità e per il vigore espressivo.

esaspera carattere non per bellezza – Ingres- ma per critica - simil Grosz ma meno cattivo
H. Daumier,
Noi vogliamo Barabba, 1850

“Ecce homo - Ecco l'uomo” - Vangelo di Giovanni (19,5), Pilato presenta alla folla il Cristo flagellato e
coronato di spine

Honoré Daumier,
Carrozza di terza classe,
1862, olio su tela, New York ,MET

DICKENS 1812-1870

- was born in a poor family and since he was a kid had to work in a factory as a shoe- polisher
- Trained as journalist to work in Parliamentary Law Court but actually despised the world of lawyers
and law as institution
- Learned shorthand

WORKS
Dickens wrote manly novels and short stories published as instalments on newspapers

1st – children exploitation, boarding schools, workhouses, utilitarianism


Oliver Twist 1838
Hard Times 1854

2nd – autobiographical, bildungsroman (romanzo di formazione)


Great Expectation1860-61
David Copperfield 1949-50

THEMES AND SETTING - London and provincial towns

CHARACTERS
- Belonging to all society’s classes but in particular lower stratum of society
- working class heroes
- Children as the true moral teachers- the ones that know best and that must be treated only with love
and respect / adults – hypocrites, worthless parents

Hard Times
setting : Coketown
fictious industrial city
name from coal – main industries during industrial revolution

plot:
Gradgrind – headmaster of the school – only teaches facts because are the only useful things
teaching method he apply to his 5 kids – carbon copies one of each other
g.’s best friend is Bounderby that wants to expel Sissy Jupe as a child with too much imagination
g. discovers she has no family so takes her to live with him and his children- sissy becomes friend with
louisa, g’s friend
when louisa gets older she marries Bouderby, which is twice her age, to help her brother Tom have a job in
b’s bank
louise trapped in a loveless marriage almost leaves her husband to be with james harthouse- politician –
but that in the end, with sissy’s help decides not to leave him
despite this b thinks she cheated on him so they divorce
tom robs the bank and the fault is given to Stephen blackpool, an innocent and honest worker that after
little time dies
tom is arrested but manages to escape
g feels sorrow to ruin his own daughter’s life and that his son is a criminal and in the end asks for
forgiveness

Coketown

It was a town of red brick, or of brick that would have been red if the smoke and ashes had allowed it; but as matters
stood, it was a town of unnatural red and black like the painted face of a savage.
It was a town of machinery and tall chimneys, out of which interminable serpents of smoke trailed themselves for
ever and ever, and never got uncoiled.
It had a black canal in it, and a river that ran purple with ill-smelling dye, and vast piles of building full of windows
where there was a rattling and a trembling all day long, and where the piston of the steam-engine worked
monotonously up and down, like the head of an elephant in a state of melancholy madness. It contained several
large streets all very like one another, and many small streets still more like one another, inhabited by people equally
like one another, who all went in and out at the same hours, with the same sound upon the same pavements, to do
the same work, and to whom every day was the same as yesterday and tomorrow, and every year the counterpart of
the last and the next.

City depicted with 3 similes- images taken from the exotic world as there was the myth of the good savage
and England had many colonies but people didn’t know anything about foreign countries and were curious
even more after that the previous year the expo was held in London and it had been as an exotic fair

Repetitions that give the monotony of the city – as it was manly factories and everybody worked in them
the citizens even shared the same schedule

Man of realities

A man of realities. A man of facts and calculations. A man who proceeds upon the principle that two and two are
four, (...)With a rule and a pair of scales, and the multiplication table always in his pocket, sir, ready to weigh and
measure any parcel of human nature, and tell you exactly what it comes to. (...) You might hope to get some other
nonsensical belief into the head of George Gradgrind, or Augustus Gradgrind, or John Gradgrind, or Joseph Gradgrind,
but into the head of Thomas Gradgrind - no, sir! – ( narrator similar to Manzoni – omniscient and humoristic- while
descrbing him he makes fun of him) Indeed, as he eagerly sparkled at them from the cellarage before mentioned, he
seemed a kind of cannon loaded to the muzzle with facts, and prepared to blow them clean out of the regions of
childhood at one discharge. He seemed a galvanizing apparatus, too, charged with a grim mechanical substitute for
the tender young imaginations that were to be stormed away.-Girl number twenty,- said Mr Gradgrind, (...)-Sissy is
not a name,- said Mr Gradgrind. –Don’t call yourself Sissy. Call yourself Cecilia.(...)What is your father?- -He belongs
to the horse-riding, if you please, sir.-( Sissy’s father is a horsebreaker at the circus but g do not want her to lk about it
in front of the other students as it would have a bad nfluence on them) -We don’t want to know anything about that,
here. You mustn’t tell us about that, here. Your father breaks horses, don’t he?- -If you please, sir, when they can get
any to break, they do break horses in the ring, sir.- -You mustn’t tell us about the ring, here. Very well, then. Describe
your father as a horsebreaker. He doctors sick horses, I dare say?- -Oh yes, sir.- -Very well, then. He is a veterinary
surgeon, a farrier, and horsebreaker. Give me your definition of a horse.- (...)-Girl number twenty unable to define a
horse!- said Mr Gradgrind, for the general behoof of all the little pitchers. -Girl number twenty possessed of no facts,
in reference to one of the commonest of animals! Some boy’s definition of a horse. Bitzer, yours.-The square finger,
moving here and there, lighted suddenly on Bitzer, perhaps because he chanced to sit in the same ray of sunlight
which, darting in at one of the bare windows of the intensely white-washed room, irradiated Sissy. For, the boys and
girls sat on the face of the inclined plane in two compact bodies, divided up the centre by a narrow interval; and Sissy,
being at the corner of a row on the sunny side, came in for the beginning of a sunbeam, of which Bitzer, being at the
corner of a row on the other side, a few rows in advance, caught the end. But, whereas the girl was so dark-eyed and
dark-haired, that she seemed to receive a deeper and more lustrous colour from the sun, when it shone upon her, the
boy was so light-eyed and light-haired that the self-same rays appeared to draw out of him what little colour he
ever possessed. His cold eyes would hardly have been eyes, but for the short ends of lashes which, by bringing them
into immediate contrast with something paler than themselves, expressed their form. His short-cropped hair might
have been a mere continuation of the sandy freckles on his forehead and face. His skin was so unwholesomely
deficient in the natural tinge, that he looked as though, if he were cut, he would bleed white.( physical aperreance
that reflects the kind of knowledge he has – cold and plain- ghostly – impersonal and academic definitions that lacks of
colour, passion and imagination) -Bitzer,- said Thomas Gradgrind. -Your definition of a horse.-
-Quadruped. Graminivorous. Forty teeth, namely twenty-four grinders, four eye-teeth, and twelve incisive. Sheds coat
in the spring; in marshy countries, sheds hoofs, too. Hoofs hard, but requiring to be shod with iron. Age known by
marks in mouth(...)

MANET

Foucault propone tre criteri per le leggere la pittura di Manet:

- Spazio
- Illuminazione
- Punto di vista dell’osservatore

In una figura cercate la grande luce e la grande ombra, il resto verrà naturalmente." (Manet)

L’arte dal Quattrocento ha cercato di far dimenticare il fatto che la pittura fosse inscritta su un certo
frammento di spazio: Manet ha fatto risorgere le proprietà, qualità, limitazioni materiali della superficie

Manet,
Ritratto diEmile Zola, 1868,
olio su tela, 90x110 ca,
Parigi, Musée d’Orsay
Manet,Déjeuner su l’herbe, 1863,
olio su tela, 208x264 cm,Parigi,Musée d’Orsay

Tiziano, Concerto campestre (1509-11)


valore del quadro sta in piedi su un piano puramente pittorico e non per una veridicità di scene e soggetti

E. Manet, Esecuzione dell'Imperatore Massimiliano,


1868, Mannheim

Goya, Il 3 maggio 1808: la fucilazione a La Moncloa, 1814,


olio su tela, 208x347, Madrid, Museo delPrado

E. Manet,
Ballo in maschera all’Opera,
1873-74, Washington DC, National Gallery of Art

Spazio murato, non vi è nulla da vedere dietro


piedi pendenti, senza corpi – tagliati dall’inquadratura

E. Manet,
Le Chemin de fer,
1872-73, Washington DC, National Gallery of Art

Recto e verso della tela:


non possiamo vedere né quello che sta di fronte alla tela (sguardo donna),
né quello che sta dietro (sguardo bambina, vapore della locomotiva)
E. Manet, Olympia, 1863,
olio su tela, 130x190 cm, Parigi,Musée d’Orsay

Tiziano, Venere, 1538

Sguardo lampadoforo: il nostro sguardo e l’illuminazione sono una cosa sola


Pittura brutale a tinte piatte,
luce violenta, frontale, senza ombre

smonta l’aspetto erotico, del tema e della pittura stessa


Lavora sulla convenzione primordiale della pittura: un quadro è fatto per essere guardato
facigness della pittura -> nascita della modernità.
Il letto sta tra due spazi come la superficie della tela.
La donna ci guarda da questa superficie, con Manet tutta la superficie guarda lo spettatore in faccia.
Schiaccia la profondità sulla superficie. E’ tutta la pittura che ci fronteggia.

Tela e pittura sono impenetrabili – soggetti che ti guardano come sfida di un interlocuzione che non può
avvenire

Manet,
Il Pifferaio, 1866

“sfondo grigio e luminoso, si stacca il giovane musico, in tenuta leggera, pantaloni rossi e bustina. Soffia nel
suo strumento, presentandosi di fronte. Ho detto sopra che il talento di Manet era fatto di autenticità e di
semplicità. Tutta la sua personalità lo porta a vedere per macchie, per frammenti semplici ed energici. Di
lui si può dire che si accontenta di cercare toni giusti e di giustapporli poi su una tela. Accade che la tela si
copra così di una pittura solida e forte. Ritrovo nel quadro un uomo che ha la curiosità del vero e che estrae
da dentro di sé un mondo che vive una vita particolare e potente.
Sapete quale effetto producono le tele di Manet al Salon. Bucano le pareti, semplicemente.”

Emile Zola, Manet. Saggi sul Naturalismo nell’arte

Buco come dimensione a sé della realtà- non è un’apertura verso un oltre ma una natura diversa

è riuscito a congiungere passato e presente applicando una tecnica moderna ad un repertorio classico.
I suoi personaggi hanno una sorta di impassibilità, propria dei “classici”: hanno uno sguardo che sembra
altezzoso e sono animati da un’intensa vita interiore, sono una presenza fuori del tempo, come il Pifferaio
e l’Olympia.

E. Manet,
Il bar delle Folies -Bergères,
1881-82, olio su tela, 96x130 cm

Uomo che parla con barista - posizione laterale o frontale di spettatore e pittore
Il quadro è uno spazio davanti al quale e in rapporto al quale ci si può spostare
- io sono come l’uomo che vede la signorina in fronte anche spostandosi da davanti al centro della tela

“rappresentazione impressionistica della realtà che accentua l’elemento momentaneo e irripetibile,


rappresenta un’importante conquista del naturalismo(…)
per la prima volta nella storia dell’arte sostituiscono totalmente all’oggetto del sapere teorico quello
dell’immediata esperienza visiva. Sennonché, separando gli elementi ottici da quelli concettuali ed
elaborando il dato visivo nella sua autonomia, l’impressionismo si allontana da tutta la pratica dell’arte
precedente e quindi anche dal naturalismo. Mentre fin ora si tendeva a un’immagine che, pur unificata
nella coscienza, era tuttavia composta di elementi eterogenei, concettuali e sensoriali, il metodo proprio
dell’impressionismo tende ad ottenere un’omogeneità dell’immagine puramente visiva. Ogni arte
precedente era il risultato di una sintesi; l’impressionismo, di un’analisi ….”

(A. Hauser, Storia sociale dell’arte, Einaudi, Torino, 1956)

“La frase di Cézanne: "Monet non è che un occhio, ma (...) che occhio" (...) Senza dubbio Monet è stato un
genio inventivo della visione, ha saputo vedere nel rapporto di luci e di colori quello che nessun altro
prima di lui aveva veduto. (..)dipingendo col preciso intento di rappresentare luce-colore, ha escluso
spontaneamente ogni elemento esteriore letterario sociale, come e più radicalmente di quel che aveva fatto
Manet. (...) La conquista dell'autonomia dell'arte era così compiuta
(...) Ma più le sfumature si affinano, meno conservano la loro vitalità, più la luce è curata e ricercata,
meno essa si sprigiona da una nebbia che tutto avvolge e che cancella l'oggetto rappresentato. Quel che
resta è un bisogno di grandezza, di potenza, di sforzo eroico.

(L. Venturi, Les Archives de l'Impressionnisme, 1939)

IMPRESSIONISMO 1874-86

1874 – prima mostra impressionismo – nello studio di Nadar

1886 – ultima mostra impressionismo


Realismo in pittura che arriva alla consapevolezza di non poter indagare la realtà che è in continuo
mutamento

la facoltà di fissare un momento del tempo della vita, con la consapevolezza che esso è solo un frammento
di un continuo variare, ma è anche la sola realtà che ci appartiene perché è quella alla quale, in
quell’attimo di percezione, “siamo dentro”.”

(G. Briganti)

Conoscenza viene ridotta a un atto di pura percezione sensoriale

Il quadro è sempre una finzione perché è un’istantanea di una realtà che nel momento in cui la guardo è
già cambiata

- la fotografia riesce a femare delle istantanee, la pittura no


- inoltre la realtà non è solo un problema di superficie
e allora tenta di restituire l’atmosfera di un momento che forse è capace di durare quanto il tempo che io
ho bisogno per dipingere il quadro

«[…] aver eliminato dalla rappresentazione della realtà gli elementi letterari, di posa, di eloquenza, per una
constatazione nuda e spoglia, ove la parte dell’uomo e dei suoi valori viene ridimensionata a favore di una
più equa ricettività dei dati della natura […].
Fa saltare, le nozioni distaccate e chiuse delle singole cose, in nome di un continuum, di una pasta unica in
cui si compenetrano cose e carni umane, abiti e vegetazione, cielo e acqua.
Si costituisce un complesso sinergico unitario di nozioni (forme) + colore medio + colore “portato” o
atmosferico (luce); ogni pennellata di un quadro impressionista porta contributi congiunti alla co-
determinazione di questi tre fattori».

[R. Barilli, Cezanne e l’età contemporanea in L’arte contemporanea]

mélange optique

Michel-Eugène Chevreul - 1839, «De la loi du contraste simultanè des couleurs»


Accostando due colori complementari, l’aureola di ognuno andrà a rafforzare quella dell’altro. La stesura di
colori puri potenzia l’effetto atmosferico.

- Camille Pissarro
- Claude Monet
- Auguste Renoir
- Edgar Degas
- Alfred Sisley
- Armand Guillaume

-MONET

“ I'arte di Monet, (come) il ponte che collega l'impressionismo al nostro tempo, o quanto meno a quello di
ieri. “
esigenza di voler superare la frammentarietà delle sensazioni, istantanee – tenta di fissare l’istante
mutevole e sfuggevole e poi rendendosi conto dell’impossibilità di questa impresa rivolgersi a una
rappresentazione poetica e immaginativa

Donne in giardino
(1866-67)

Regata all’Argenteuil (1872)

Impression, soleil levant (1872)

Era Monet che dipingeva con accanimento la partenza delle locomotive, voleva
mostrarle in movimento, nella scia di aria calda che tremava attorno alle loro
reni, colpito dalle manovre».

(H. Le Roux, Silhouettes parisiennes. L’exposition de Claude Monet, in “Gil


Blas”, 5 marzo 1889
Donna con l'ombrellino (1886)

opere della serie


Cattedrale di
Rouen (1892-94)

Nel volgere delle ore e delle stagioni il pittore tenta di coinvolgere lo spettatore
nella vicenda della natura e del tempo

Quanto più vedo, tanto più vado male nel rendere ciò che sento; e mi dico che
chi dice di avere finito una tela è un tremendo orgoglioso. (…) lavoro a forza
senza avanzare, cercando, brancolando, senza arrivare a granché, ma al punto
da esserne stremato".
Monet

Ninfee (1899-1918)

L’effetto cambia continuamente, non solo da stagione a stagione, ma da minuto


a minuto.”

C. Monet

Questo è veramente il quadro da mostrare a chi ricerca il soggetto, il messaggio, la comunicazione: il


quadro che fa capire cos'è la pittura, o se non si capisce, la fa ignorare per sempre.
(C. Brandi, in "Corriere della Sera", 9 giugno 1972)

C. Monet,
La Grenouillère, 1869

A. Renoir,
La Grenouillère, 1869

RENOIR

“quel gusto della pittura che la natura da sola non sa dare”

tocchi di colore stesi per piccole macchie che rendono l’effetto della luce solare filtrata attraverso le foglie,
creando un’atmosfera di vibrazione cromatica e luminosa, che ne fa una delle massime espressioni della
pittura impressionista en plein air.

P.A. Renoir,
Bal au Moulin de la Galette
(1876),olio su tela, 131x175 cm, Parigi, Musée d’Orsay

caposaldo della produzione impressionista in quanto riassume i principali temi ed elementi caratteristici di
questo gruppo:
il soggetto tratto dalla vita contemporanea,
la pittura en plein air,
la folla animata e gioiosa,
i giochi di luce attraverso le fronde degli alberi,
i colori brillanti e variegati, le ombre colorate,
la pennellata duttile e rapida
Scene di vita contemporanea- animo urbano – scena di vita sociale
per conoscere l’istante ho bisogno di tempo per conoscere l’atmosfera – Degas
sembra una pittura improvvisata, un’istantanea, Renoir passò vari mesi tra ideazione e realizzazione.
S’installò nel locale per circa sei mesi, per conoscere i frequentatori abituali, ed eseguì il quadro sul posto,
facendosi aiutare a trasportare la grande tela dallo studio al locale.

Viaggio in Italia – 1883 - frattura nell’arte di Renoir


studio della luce e della sua mutevolezza come qualcosa che svia dalla solidità della forma

rompe con il movimento impressionista perché strada sbagliata per applicare ai ritratti e alle figure una
maggior disciplina

recupera il senso della forma e della composizione monumentale delle figure

P.A. Renoir,
La colazione dei canottieri
(1881),olio su tela, 173x130 cm, Washington, Philips Collection

Ragazze al piano ,1892

“tela definitiva, fresca e libera, un'opera della maturità”

opere “da vendita”


raffigurazione di interni borghesi moderni in cui le fanciulle si abbandonano al piacere della musica o della
lettura
composizioni idilliache e idealizzate a metà strada tra il ritratto e la scena di genere

DEGAS

«Disegni linee, giovanotto, tante linee, non importa se vengono dalla memoria o dalla natura» ( Ingres)
«Bisogna rifare dieci, cento volte lo stesso soggetto.Nulla in arte deve sembrare casuale, nemmeno il
movimento»

E. Degas,
Foyer della danza, 1873

La lezione di ballo (1873-75),

Piccola ballerina di quattordici anni


1879-1881, bronzo patinato

terribile realtà”, vedendovi “il solo tentativo veramente moderno che io


conosco nella scultura”.

Huysmans

L’assenzio (1875-76),
quadro completo della società francese in tutti i suoi strati sociali e i suoi
ambienti, da quelli mondani a quelli politici, da quelli artistici e letterari ai
mercati generali, ai sobborghi operai. Grande successo ebbe L’Assommoir, del
1877- crude descrizioni della degradazione umana cui erano sottoposti gli
operai parigini.

Inquadratura fotografica
atmosfere cupe e malinconiche

Degas “[…] è un osservatore, non cerca mai esagerazioni; l’effetto viene


sempre raggiunto attraverso la realtà stessa. Questo fa di lui lo storico più
prezioso delle scene che presenta”.

[Riviere, 1877]

La tinozza (1886)

«Il nudo è sempre stato ritratto in pose che presuppongono lo sguardo del
pubblico, mentre le mie donne sono persone semplici ed oneste, interessate
soltanto al proprio corpo: è come guardare dal buco della serratura».

Illusione di un istante rubato in realtà frutto di un grande studio

fugacità dell’impressione in lui si ricompone sempre attraverso un


procedimento di ricostruzione razionale dell’ambiente e dei soggetti, con una
tecnica che mantiene gusto per la precisione dei dettagli. Egli stesso, a
proposito della sua pittura afferma
“Nessun arte è così poco spontanea come la mia. Ciò che io faccio è il
risultato della riflessione e dello studio dei grandi maestri”.
La genialità di Degas consiste nel dare, con un’esigente ricerca e un’arte
costruita, la sensazione di una realtà immediata ed istantanea.

MACCHIAIOLI 1855-1877

A Firenze nel 1856, apre al pubblico la collezione del principe Anatoli Demidoff, dove si potevano vedere
opere dei massimi artisti francesi del momento, da Ingres a Délacroix, da Corot ai barbizonniers
discussioni al Caffè Michelangelo, dal ’45, avevano richiamato giovani talenti, che sperimentarono la
pittura “a macchia”, il cui teorico fu Diego Martelli.

fra le risate nasceva una discussione, colla quale si mettevano in rilievo tutti i torti dell'arte greca, e si
terminava mettendo in ridicolo le opere più rinomate, principiando dall'Apollo del Belvedere....”

(Cecioni)

Macchia come aperta dichiarazione di guerra all’arte classica

Da piccoli quadretti, che potremmo chiamare bozzetti, in cui vengono fissate rapidamente le immagini con
macchie chiare e scure, si passa a opere di dimensioni più grandi in cui le forme solide sono ottenute
mediante ampie campiture e gli spazi sono regolati dall’alternanza di luce e ombra o dal graduarsi di
valori tonali.

Il gruppo nasce dalla necessità, sempre più sentita - dopo aver avuto notizia dell’ apertura del Padiglione
del Realismo all’Esposizione Universale di Parigi del ’55 - di rifarsi allo studio dal vero, semplificando le
composizioni ed accentuando la struttura di luce - colore dei dipinti.

Figure più solide e strutturate degli impressionisti – macchia non tocco

Abbati, Sernesi, Borrani, Banti, Fattori, Lega e Signorini

tenuta Martelli a Castiglioncello e nella località di Piagentina, presso Firenze

soggetti sono soprattutto paesaggi, interni domestici, vicende risorgimentali,


in quanto storia presente - temi d'interesse sociale

ogni cosa è tuttavia pretesto per parlare del vero e il soggetto in sé non ha
particolare valore

PIAGENTINA

villa Batelli a lungo frequentata da Lega, anche a causa del sentimento


particolare che provava per una delle figlie dell’editore

Il canto dello stornello (1867)

donna viene fissata dall’artista mentre sta accompagnando il canto di due


ragazze in un tranquillo pomeriggio estivo
rigore compositivo del quadro, sviluppato in verticale - maggior compostezza al
momento

«belle qualità di contorno che si ammirano giustamente nei quattrocentisti


padri delI'arte» procedimento compositivo che sovrapponeva alla varietà della
natura l'unità formale meditata sulI'astrazione dei quattrocentisti toscani - in
particolar modo Piero della Francesca la perfezione stilistica che poteva
attribuire al soggetto quotidiano la dignità di una vicenda esemplare, e al
quadro la dimensione solenne di un'antica pala d'altare. ”

(C. Sisi, Una luce antica,


1995)

Un dopo pranzo (o Il pergolato),


1868, olio su tela, 75x93,5 cm., Pinacoteca di
Brera, Milano

grande serenità interiore in grado di esprimere l’immagine veritiera e altamente


poetica della società borghese del tempo.

protagonisti la luce, e l’ombra creata dal verde che creano il volume triangolare
della cameriera sulla destra e fanno percepire la profondità e di misurare
l’ampiezza della campagna circostante

La visita (1868)

'atmosfera tutt'altro che ostile e conflittuale con la vita


specchio di questa grande serenità interiore sono opere dell'intero ciclo
scaturito dall'intimo rapporto con Virginia Batelli, nonché dalla frequentazione
dell'entourage della villetta dove la donna calata in una dimensione tutta
toscana resa vaporosa dalle nebbie del primo mattino della campagna intorno a
Firenze, vive appagata di un affetto che non è solamente quello familiare.
memoria dell'antico – tradizione rinascimentale Toscana - partiture cromatiche
di Piero della Francesca, I'essenzialità compositiva di Masaccio, il nitore
prospettico del Beato Angelico e di Paolo Uccello.

"imprinting" culturale di base non pittura nostalgica nè atteggiamenti elitari o


intellettualistici
macchiaioli come testimoni del tempo presente. Vivevano nella Modernità e
alla Modernità guardavano con cuore caldo, con mente serena e con spirito
progressista, senza tuttavia dimenticare i fondamenti profondi della cultura
figurativa antica.

CASTIGLIONCELLO

FATTORI

Campo italiano alla battaglia di Magenta (1861-


62),

studi di animali e paesaggio


osservare tutto- ho messo sula tela sulla tela le sofferenze fisiche e morali di
tutto quello che disgraziatamente accade.”

La rotonda di Palmieri (1866),

Soggetto militare ma quadro meditativo, non di azione

In vedetta o Il muro bianco (1872)


figurette dei cavalleggeri, pur essendo il soggetto del quadro, sono secondarie
alla presenza del grande muro bianco inondato dalla luce

dipinto costruito col colore che crea nello stacco fra tono e tono il disegno, fra
chiari e scuri i volumi - colore intriso di luce, che rievoca la luce abbagliante di
una giornata assolata, e che nello sfumare negli ultimi piani accentua la
profondità; il colore-luce diviene qui veramente l'elemento strutturale su cui si
coordina tutto il dipinto.

"...è un quadro addirittura paradigmatico. C'è uno spazio vuoto, ridotto


all'essenzialità di un piano orizzontale e di un piano verticale, ortogonale; a
questo spazio essenziale corrisponde una luce essenziale, portata al massimo
grado d'intensità, il bianco. D'un tratto, all'incontro delle coordinate compare
una pattuglia, da cui si è staccato un cavaliere... A questo punto si ferma il
tempo, si blocca lo spazio del racconto: tutti i valori del quadro si allineano nel
perfetto corrispondersi ed equilibrarsi dei colori-luce e colori-ombra. Tuttavia lo
spazio non è astrattamente geometrico.E la luce non è la luce universale di
Piero della Francesca: è la luce di una tarda afosa mattinata d'estate.

Argan (L'arte moderna 1770/1970, 1977)

'istante in cui il ‘particolare‘, l'episodio dei cavalleggeri in avanscoperta in un


luogo deserto e assolato, coincide con ‘l'universale’ dello spazio geometrico e
della luce assoluta
linguaggio storico come universale, che si adatta benissimo alla realtà
presente e che il sistema figurativo dell'arte toscana può diventare il sistema
figurativo dell'arte italiana moderna.

“Credo che I'artista bisogna lasciarlo libero nelle sue manifestazioni di produrre
le bellezze della natura come le sente e come le vede. (…) Tavolozza semplice,
pochi colori: i troppi colori inutili fanno il lusso dei dilettanti.”

(Fattori)

Lo staffato (1880 ca.),

cariche di drammaticità per composizione in diagonale, deciso contrasto tra


le macchie scure dei protagonisti e il grigio-ocra più chiaro e monotono del
cielo e della strada, le striature rosse del sangue sul terreno -elementi che
rivelano un artista che quanto più riduce al minimo la materia tanto più
intensifica i sentimenti e si rende contemporaneo all’osservatore.

Il riposo o Carro rosso (1887)

formato orizzontale del quadro


coppia di buoi che occupa il centro della composizione - clima di riposo, di
sosta momentanea dalle fatiche dell’aratura.

il carro e l’aratro, sono disposti obliquamente - elemento di tensione latente


nell’immagine - terza dimensione

forme solide, presenze certe che testimoniano la serietà e la grandezza


dell’umile lavoro del campi. La solennità che conferisce agli animali, e la
rilevanza data agli altri strumenti, traduce il sentimento che il contadino
aveva del loro valore e che costituivano la sua vera ricchezza.

SIGNORINI

La sala delle agitate al Bonifazio di Firenze (1865),

La toilette del mattino (1898)


NEOIMPRESSIONISMO

Fiducia totale nel metodo scientifico - mélange optique

Michel-Eugène Chevreul - 1839, «De la loi du contraste simultanè des couleurs»


Accostando due colori complementari, l’aureola di ognuno andrà a rafforzare quella dell’altro

Impressionismo scientifico: non interessa l’immediatezza impressionista, ma è il risultato di un


approfondito studio dei trattati di cromatica: colori giustapposti sulla tela in innumerevoli punti o tratti

ricerca tecnico-pittorica affrontata con approccio scientifico - Si soffermano sul metodo impressionista in
termini scientifici privandolo di tutta quella volontà di inseguire l’istante – effetto finale di immobilità

fusione retinica dei colori che trasforma la superficie in una texture dall’effetto ‘vibrato’ e luminoso -
spazio piano privo di volume e del peso degli oggetti
soggetto perde il suo aspetto naturalistico e si trasforma in un insieme di forme colorate che sono
individuate dall’occhio come astratti tasselli colorati, se visti da vicino, mentre vengono lette come
immagini e forme armoniose se osservate alla giusta distanza

Un bagno a Asnières
Seurat, (1883-84),

1886 a PARIGI - l’ottava e ultima mostra dei pittori impressionisti alla quale partecipano Signac e Seurat che
presenta Una domenica pomeriggio all’Ile de la Grande Jatte

Une dimanche après-midi à Ile de la Grande


Jatte
Seurat, (1884-86),

Pura applicazione di principi scientifici, nell’arte di questi


pittori non vi era nulla di improvvisato, tutto nelle loro opere risulta statico,
calmo, privo di dramma.

lungo tempo impiegato per la realizzazione del dipinto- due anni


Ogni mattina Seurat si recava all’Ile de la Grande Jatte – un’isola della Senna,
per studiare luci, colori, e paesaggio adottando la tecnica impressionista fatta
di ampie pennellate di colore, ma studiando al contempo la teoria dei contrasti
cromatici.

Seurat trasforma il soggetto in una ordinatissima costruzione armonica non


solo di colori, ma anche di linee. Le figure si raccolgono in piccoli gruppi, ma
nessuno dei personaggi ha reazioni psicologiche, l’unico legame che esiste tra
di essi è dato dal colore e dalla forma.

voglio allo stesso modo ritrarre le persone del nostro tempo in ciò che hanno di
essenziale in quadri combinati in armonia di colori grazie alle direzioni delle
tinte, e in armonia di linee grazie al loro orientamento, disponendo linea e
colore l’una in rapporto all’altra”.

Le cirque
Seurat, (1890-1891)

«Il suo stile ha qualcosa di voluto, di artificioso. Le sue teorie sulla divisione
dei toni e sulla costituzione della luce sono astratte
(G. C. Argan)

L'esperienza di Seurat si è fatta, principalmente, sulle figure e [...] ha mostrato


come si possano rappresentare corpi a tre dimensioni in uno spazio
bidimensionale per mezzo di processi non imitativi. È vero che anche qui la
lezione di Seurat si congiunge a quella dei contemporanei, specialmente di
Cézanne».
[G. C. Argan, L’arte moderna 1770-1970, Firenze 1970]

St. Tropez
P. Signac, (1899)
DIVISIONISMO

CEZANNE

In Cézanne la pittura diventa strumento per la conoscenza della realtà, non solo nella sua forma, ma nel suo
essere.

Cézanne trascina lo spettatore dentro la realtà che rappresenta, e chi guarda è invitato a partecipare della
creazione artistica del pittore.

“Come ogni artista destinato a toccare l’eterno, Cézanne ci indica che il “luogo comune” è anche il solo
luogo deputato a sostenere la grande partita della verità: che è insomma, il coagulo di tutti i sentimenti, di
tutti i pensieri, di tutte le azioni e di tutte le meditazioni dell’uomo; ora, essendo un pittore, quel “luogo”
non poteva essere altro che visivo. Da lì egli parte e lì si riporta, ostinato e caparbio, in ogni momento del
suo lavoro per controllare la giustezza della sua ricerca.”

(G. Testori, Cézanne, la verità, Corriere della Sera, 5 maggio 1978)

“Il mio metodo è l’odio per l’immaginifico. Il mio metodo, il mio codice è il realismo. Ma sia chiaro, un
realismo alla grande, senza dubbi. L’eroismo del reale. […]Dipingere non significa copiare servilmente
l‘oggetto, ma impadronirsi di un’armonia tra numerosi rapporti”.

[Cézanne]

Ricercare in ogni cosa forme stabili e il respiro dell’eternità- della durata


non è un problema di apparenza, di forma, ma di volumi, di sostanza

“Per noi uomini, la natura è più in profondità che in superficie”.

[Cézanne]

La casa dell’impiccatoa Auvers


(1873), olio su tela, 55x66 cm, Parigi, Musée d’Orsay

Esposto a mostra impressionisti! (lui partecipa alla prima e alla terza mostra impressionisti)
anche se forme omogenee- pittura pastosa e non di tocco

“L’Impressionismo è la mescolanza ottica dei colori: io devo spingermi oltre. Ho voluto fare
dell’Impressionismo qualcosa di solido”
[Cézanne]
«Ai fiori ho rinunciato, appassiscono subito; i frutti sono più fedeli, stanno lì come se chiedessero scusa di
sbiadire».
[Cézanne]

Natura morta con sette mele (1877-78),

Studia le mele ad una ad una, nella loro singolarità


Certamente a nessuno più avrebbe mostrato il suo amore, se anche avesse avuto da concepirlo; ma con una
simile disposizione, sviluppata ormai fino al suo grado più estremo grazie alla sua appartata eccentricità, si
volse allora alla natura e fu capace di reprimere il suo amore per ogni mela e di affidarlo alla mela dipinta,
per sempre.”
(Rilke)

Obbiettivo è sintetizzare soggetto in forme plastiche – volumiche, geometriche, primarie od essenziale

Il tavolo di cucina. Natura morta con cesta (1888-90),

Natura morta con tenda e brocca a fiori (1890),

A differenza di Van goh Cezanne riesce a mantenere una distanza dall’oggetto – vuole affermare la realtà
non sé stesso attraverso di essa

“trattare la natura secondo il cilindro, la sfera, il cono, il tutto posto in prospettiva, in modo cioè che ogni
lato di un oggetto, di un piano si orienti verso un punto centrale. Le linee parallele all’orizzonte danno
l’estensione, cioè una sezione della natura o, se lei preferisce, dello Spettacolo che il Pater Omnipotens,
Aeterne Deus dispiega davanti ai nostri occhi […]. Ora, la natura, per noi uomini, è più in profondità che in
superficie; di qui la necessità di introdurre nelle nostre vibrazioni di luci, rappresentate per mezzo dei rossi e
dei gialli, una somma sufficiente di blu, per fare sentire l’aria.”

[Cézanne all’amico pittore Emile Bernard, 1904]

Opera nasce da un rapporto con l’oggetto

I giocatori di carte (1890-92)

prospettiva legata ad una costruzione di tipo mentale in cui iil punto di fuga,
non è un punto nello spazio, ma è la verità dell’oggetto rappresentato. Oltre a
questa costruzione, assume importanza l’uso del colore, dei suoi verdi, dei suoi
azzurri, dei sui gialli e dei suoi arancioni. Il colore non è steso piatto e
nemmeno viene utilizzato il chiaroscuro. All’interno della costruzione
geometrica colori differenti, intrecciandosi a matassa, generano piani e danno
forma al volume. Cézanne procede alla creazione di piani che spesso sembrano
cadere verso lo spettatore o addirittura avvolgerlo. Dentro questa instabilità le
figure si stagliano imponenti in tutta la loro fisicità.

Lavorava […] in conflitto con ogni sua singola opera, perché nessuna di esse
sembrava raggiungere […]Il convincente, il farsi cosa, la realtà sublimata fino a
divenire indistruttibile attraverso la propria esperienza dell’oggetto, era questo
che gli pareva l’intento più intimo del suo lavoro”.

La femme à la cafetière (1895),

Se il pittore vuole esprimere il mondo, bisogna che la disposizione dei colori rechi in sé questo Tutto
indivisibile. […]Cézanne meditava anche un’ora prima di dare una pennellata: essa deve contenere l’aria, la
luce, l’oggetto, il piano, il disegno e lo stile”.
[Merleau-Ponty]

“per ottenere un progresso conta solo la natura, e l’occhio viene addestrato mediante il contatto con essa.
Voglio dire che in un’arancia, in una mela, in una ciotola, in una testa vi è un punto culminante. E questo,
nonostante il terribile effetto della luce e dell’ombra, e delle sensazioni del colore, è sempre più vicino al
nostro occhio; gli orli degli oggetti retrocedono verso un centro sul nostro orizzonte.”

serie del Mont Sainte-Victoire (1902-06)

“La natura è sempre la stessa, ma nulla resta di lei; [la pittura] deve darle il respiro della durata”

[Cézanne]

la semplice veridicità ci educa (…) Ci si accorge di come fosse necessario andare oltre l’amore; è del tutto
naturale che si ami ciascuna di queste cose, quando le si fa; ma se lo si mostra, ecco che lo si fa già meno
bene; perché le si giudica invece di dirle. Si cessa cioè di essere imparziali; e la cosa più importante, l’amore,
resta al di fuori del lavoro, non accede in esso, gli rimane accanto non trasformata (…). Si dipingeva:
questa è la cosa che amo, invece di dipingere: ecco la cosa. Dove poi ciascuno è da sé che deve valutare se
davvero io ho amato. Ma è cosa che non si mostra affatto, al punto che taluni potranno addirittura
sostenere che non è d’amore che qui si parla, tanto lo si trova consumato, senza residui, nell’atto del fare.
« il cubo, il cilindro, la sfera non sono delle forme valide in sé, ma solo in quanto si attuano, si inverano
nelle apparenze. Questa è anche la grande differenza tra Cézanne e il Cubismo e i movimenti ad esso affini, i
quali infatti oltrepassano la barriera del fenomeno, cercano di rappresentare direttamente il noumeno,
ovvero ciò che è in idea, non raggiungibile con i sensi se non attraverso manifestazioni approssimate e
simboliche. […] Costoro integrano in larga misura il visibile con l’intelligibile, in un dosaggio favorevole al
secondo. Anche in Cézanne il vedere è sempre accompagnato da un sapere, ma con perfetta integrazione
tra l’uno e l’altro secondo quella che, in gergo filosofico, sarebbe da dirsi la sintesi a priori kantiana.»

[Barilli]

Cubisti dipingono a priori mentre Cezanne necessità sempre di un’esperienza da cui partire

«II cubismo non è arte d’imitazione, ma di pensiero che tende verso la creazione. Rappresentando la
realtà concettualizzata o la realtà creata, il pittore può dare l’apparenza delle tre dimensioni. Può in certo
qual modo cubicizzare. Ma non potrebbe farlo rendendo semplicemente la realtà vista, a meno di fare del
trompe-l’oeil, in scorcio o in prospettiva, deformando così la qualità delle forme concepite e create. […]

[Guillaume Apollinaire,Les Peintres Cubistes, Parigi, 1913]


Non potrei ritrarre una donna in tutta la sua naturale bellezza... Non ne ho la capacità. Nessuno ce l’ha. Io
devo, perciò, creare un nuovo genere di bellezza, la bellezza che mi appare in termini di volume, di linea,
di massa, di peso, e attraverso questa bellezza interpretare la mia impressione soggettiva. (…)
Voglio esprimere l’Assoluto, non semplicemente l’apparenza illusoria di una donna”.

(G. Braque, The Architectural Record, New York, maggio 1910. In E. F. Fry, Cubismo, Milano, 1967, p. 78)

accento, oltre che sul soggetto osservato, sull’occhio di chi guarda


- È possibile fermarsi al limite fisico e ottico della visione, tralasciando, o ponendo in secondo piano,
l’esperienza della vita interiore?
Monet sembra rispondere di no quando crea le struggenti e quasi drammatiche immagini ravvicinate della
Cattedrale di Rouen o dei fiori galleggianti del suo giardino, quando giunge a staccare l’immagine dalla
retina per farla diventare una creazione della psiche o dell’immaginazione, “visione” più che “cosa vista“.
La visione passa prima di tutto attraverso la mente del pittore o il suo istinto, oppure la sua parte
inconscia e irrazionale.
L’arte moderna non si pone più un problema di rappresentazione, ma soprattutto di visione. La necessità
dell’uomo di costruire una coscienza di sé nel tempo, di conoscere in modo certo e profondo la realtà.

Necessità
-di una durata, di un tempo, anche molto lungo, perché l’artista possa sentire familiare ogni aspetto della
realtà
- del prendere coscienza delle cose, che è parallelo al prendere coscienza di sé

DECADENTISMO

“Io sono l’impero alla fine della decadenza”


Languore, Verlaine

Consapevolezza di essere alla fine di un epoca in cui il singolo viene trascurato in nome di un progresso e di
una collettività - L’uomo non è fatto solo dalla ragione
Apollineo e dionisiaco – esigenza di far vincere la parte irrazionale perchè si riveli il superuomo – Nietzsche
Freud e avvento della psicanalisi che rivelano l’incoscio- una dimensione ulteriore oltre alla psiche e
all’anima e definitiva dell’uomo stesso
Poeta inizia come un veggente

Correnti interne al decadentismo

-simbolismo
-parnassianesimo
-estetismo

SIMBOLISMO
musicalità delle parole
Aura di trascendenza e mistero
Compartecipazione delle arti
DECADENTISMO FRANCESE

BAUDELAIRE 1821-1867

- i fiori del male 1857


Modello di uomo come Edipo- figli di una targedia, di male e bellezza

Ma nessun rispetto umano, nessun falso pudore, nessuna coalizione, nessun suffragio universale mi obbligheranno a
parlare il linguaggio incomparabile di questo secolo o a confondere l’inchiostro con la virtù.
Poeti illustri da tempo si erano spartiti le province più in fiore del territorio poetico. Mi è sembrato divertente, e tanto
più gradevole quanto più era difficile il compito, estrarre la bellezza dal Male
Questo libro, essenzialmente inutile e assolutamente innocente, non è stato fatto con altro scopo se non quello di
divertirmi ed esercitare il mio appassionato gusto per l’ostacolo.
Malgrado l’aiuto che alcuni celebri pedanti hanno portato alla naturale stupidità dell’uomo, non avrei mai creduto che
la nostra patria potesse marciare con tale velocità sulla via del progresso. Questo mondo ha acquisito uno spessore di
volgarità che dà al disprezzo dell’uomo spirituale la violenza di una passione.
Ora il poeta non è di alcun partito. Altrimenti, sarebbe un semplice mortale.

-prefazione

Stupidità e peccato, errore e lesina


ci assediano la mente (…)
come un povero nutre i propri insetti.

Son testardi i peccati, deboli i pentimenti;


vendiamo a caro prezzo le nostre confessioni,
e torniamo a pestare allegri il fango
come se un vile pianto ci avesse ripuliti.

È il Diavolo a tirare i nostri fili!


Dai più schifosi oggetti siamo attratti;
e ogni giorno nell'Inferno ci addentriamo d'un passo,
tranquilli attraversando miasmi e buio.

Come il vizioso in rovina che assapora


il seno martoriato di un'antica puttana
arraffiamo al passaggio piaceri clandestini
e li spremiamo come vecchie arance.

Dentro il nostro cervello, come elminti a milioni,


formicola e si scatena un popolo di Demoni; (…)

uno è ancora più brutto, più cattivo, più immondo! (…)

è la Noia! (…)
Lo conosci, lettore, quel mostro delicato,
- Ipocrita lettore, - mio simile, - fratello!

Immagini inquietanti perché il lettore ha bisogno di essere scosso


lettore ipocrita perché tenta di ignorare la noi che però incombe e di cui i poeti hanno semplicemente il
coraggio di parlare – sono fratelli perché comunque vivono la stessa condizione
Uomo continuamente attratto dal male poiché è immerso nella noia
Immersi nel positivismo non guardano davvero all’uomo singolo - la scienza è sopravvalutata per
conoscere l’uomo.
-Albatro

Spesso, per divertirsi, i marinai


catturano degli albatri, grandi uccelli dei mari, Ancient Mariner, Coleridge- poeti che accompagnano con
indolenti compagni di viaggio delle navi indolenza gli uomini
in lieve corsa sugli abissi amari.
L’hanno appena posato sulla tolda
Poeta come un uccello che in volo e bellissimo ma in terra
e già il re dell’azzurro, maldestro e vergognoso,
pietosamente accanto a sé strascina è goffo- non è il suo habitat, fatto per volare
come fossero remi le grandi ali bianche. Il poeta ha il compito di essere veggente quindi vola sopra
Com’è fiacco e sinistro il viaggiatore alato! agli uomini pero deve anche tornare sulla terra dove è
E comico e brutto, lui prima così bello! preso in giro ed emarginato
Chi gli mette una pipa sotto il becco,
chi imita, zoppicando, lo storpio che volava!
Il Poeta è come lui, principe delle nubi - Esule sulla terra perché ha ali talmente grandi che non
che sta con l’uragano e ride degli arcieri; può camminare, ovvero, vede così oltre che nessuno
esule in terra fra gli scherni, impediscono
riesce a seguirlo
che cammini le sue ali di gigante.

-corrispondenze

E' un tempio la Natura, dove a volte parole Trovo la poesia- non la scrivo, nella natura che è una foresta
escono confuse da viventi pilastri; di simboli - dimensione sacrale
e l'uomo l'attraversa tra foreste di simboli Poesia proviene direttamente dalla natura in maniera criptica
che gli lanciano occhiate familiari. l’uomo può interpretare la realtà entrando nella dimensione
Come echi che a lungo e da lontano
irrazionale del sogno e dei sensi che sono il mezzo epr far
tendono a un' unità profonda e oscura,
vasta come le tenebre o la luce, esperienza dei simboli della realtà - conciliare ideale e reale
i profumi, i colori e i suoni si rispondono. Tutto rimanda a una dimensione mistica richiamato
attraverso i sensi – immagini sinestetiche – poesia per
Profumi freschi come la carne d'un bambino, analogia, accostamento di immagini per restituire ampiezza
dolci come l'oboe, verdi come i prati dell’esperienza sensibile – forma PARATTATICA- tesi
- e altri d'una corrotta, trionfante ricchezza, dimostrata per immagini, non argomentazione – scrittura di
accumulo- coordinate non subordinate
con tutta l'espansione delle cose infinite:
l'ambra e il muschio, l'incenso e il benzoino,
che cantano i trasporti della mente e dei sensi.

-VIII lirica de il viaggio

Caproni Raboni

Su, andiamo, Morte, vecchio capitano! "Su, andiamo, Morte, vecchio capitano!
Salpiamo, è tempo, via da questa noia! Salpiamo, è tempo, via da questa noia!
Son neri come inchiostro terra e mare, Son neri come inchiostro terra e mare,
ma i nostri cuori, vedi, sono colmi di luce. ma i nostri cuori, vedi, sono colmi di luce.

Versaci per conforto il tuo veleno! Versaci per conforto il tuo veleno!
Quel fuoco arde il cervello: giù nel gorgo profondo, Quel fuoco arde il cervello: giù nel gorgo profondo,
giù nell’Ignoto, sia l’Inferno o il Cielo, giù nell’Ignoto, sia l’Inferno o il Cielo,
scendiamo alla ricerca di qualcosa di nuovo! scendiamo alla ricerca di qualcosa di nuovo!"

Morte viaggio per eccellenza


Sfondi realtà e ti fa vincere la noia di vivere, esci dalla foresta di simboli ed inizi a vedere le cose cosi come
sono
- spleen di Parigi 1859

La concezione di spleen e di melanconia deriva dalla medicina greca degli umori, secondo cui la bile nera
prodotta dalla milza porta ad uno stato di inquietudine, malessere esistenziale, noia, accidia.

Poco fa, mentre attraversavo il boulevard saltellando qui e là nel fango, in mezzo a quel mobile caos dove la morte
arriva al galoppo da ogni parte e simultaneamente, ecco che la mia aureola per un brusco movimento m’è scivolata
dalla testa nel fango della carreggiata. E non ho avuto il coraggio di riprenderla, ma ho giudicato meno disdicevole
perdere le mie insegne piuttosto che farmi rompere l’osso del collo. E poi, mi son detto, non tutto il male viene per
nuocere. Adesso posso andarmene a zonzo in incognito, compiere basse azioni, darmi alla crapula come un qualunque
mortale. Ed eccomi qui, proprio simile a voi, come mi vedete!» «Ma almeno dovreste far mettere un avviso per questa
aureola, o andare alla polizia a reclamarla agli oggetti smarriti». «Dio mio, no davvero! Mi trovo così bene qui.
Soltanto voi mi avete riconosciuto. D’altra parte la dignità m’annoia. E poi penso con gioia che qualche poeta
d’accatto la raccoglierà e se ne incoronerà impunemente

Poeta non più sacro – per parlare di tutto devo scendere dal mio piedistallo, devo entrare nel fango
il poeta è veggente ma non perché superiore

SIMBOLISMO EUROPEO – NABIS

in tutta Europa comincia ad affermarsi una sensibilità interessata all'espressione della coscienza interiore e
soggettiva, vista anche nei suoi lati più oscuri e irrazionali.
tendenza si oppone alla poetica del realismo e del naturalismo per rivendicare il primato dell'idea e del
simbolo, chiavi necessarie per comprendere e tradurre in opera d'arte il volto misterioso e sfuggente della
realtà.

REDON

tecniche del disegno e dell'incisione per illustrare vari testi di autori francesi tra cui Baudelaire e Mallarmé

L’occhio come un pallone bizzarro si dirige verso l’infinito


(1878)

oscure visioni interiori, espresse come immagini fantastiche confinate nelle


atmosfere irreali del sogno e dell'incubo. Soggetto ricorrente è l'occhio,
svincolato però dalla fisionomia umana. immagine carica di valori simbolici
legati all'idea di un viaggio mentale o interiore, utilizzando un mezzo,
l'aerostato, recente invenzione simbolo di conquista tecnologica per l'epoca
Polifemo (1895-1900)

MOREAU

attraverso una singolare forza visionaria reinterpreta temi di derivazione storica, letteraria e biblica

L’apparizione (Salomè) (1875-76)

Giovanni Battista, anziché essere appoggiata sul vassoio come nella iconografia tradizionale, appare dinanzi
alla donna, sospesa nel vuoto da una forza misteriosa. Dal volto insanguinato si irradia una luce potente, di
origine mistica, che diffondendosi nell'ambiente in penombra lascia intravvedere i profili di un'architettura
di tipo orientale o bizantina. L'ambiente realizzato con pennellate rapide e sommarie, è volutamente
indefinito, , inserendo qui e là tocchi di colore rosso che accentuano l'atmosfera allucinata e carica di morte
del dipinto.
Al dissolvimento del colore si oppone però il raffinato disegno ad arabeschi che impreziosiosiscono in senso
decorativo il dipinto- accentuandone il carattere orientale ed esotico

BÖCKLIN

L'isola dei morti (1880)


1879, dipinge la prima versione dell’l'Isola dei Morti ispirata alla sistemazione del piazzale Donatello
( Firenze ) con al centro il cimitero degli Inglesi, dove era sepolta la figlia.
«un quadro per sognare»

"Lei potrà sognando inoltrarsi nell'oscuro mondo delle ombre finché le sembrerà di percepire il leggero alito
che increspa il mare, e avrà timore di disturbare il solenne silenzio con una parola espressa a voce alta.”

Bocklin

Realizza diverse versioni acquistate da Freud, Lenin, D’Annunzio, Rachmaninov e Hitler

HODLER:

La Notte (Die Nacht) (1889-1890)

composizioni storiche e decorative, dal tratto forte ed espressivo con colori ricchi
raggruppamenti di figure interiorizzate e organizzate simmetricamente in posizioni che danno l'idea di un
rituale o di una danza – Parallelismo che dà l'idea della ripetizione delle forme e dei colori.
è dipinto il rapporto dell’uomo coi suoi demoni – più dell’incubo mostruoso è importante la reazione
dell’uomo
parecchi si sono addormentati la sera e non si sveglieranno più all’indomani perché visitati dalla morte-
figura nera che ti risveglia dal torpore dell’ignoranza e ti coglie di soprassalto

F. Hodler,
La anime deluse,
1892, olio su tela, 120x299 cm., Berna

PUVIS DE CHAVANNES
1824-1898

opere che si connotano per l'atmosfera distaccata e sospesa, priva di riferimenti realistici o riferibili alla
contemporaneità
Ragazze in riva al mare
composizione ridotta a pochi elementi significativi, le figure femminili dall'anatomia perfetta realizzate
mediante un disegno che tende alla stilizzazione pochi accostamenti cromatici, chiaroscuro accennato, la
profondità ridotta al minimo.
ragazze di classica bellezza, quasi veneri o ninfe assorte e malinconiche, circondate da un paesaggio ideale
e astorico, sembrano alludere alla necessità di una pacata ma profonda riflessione sul senso intimo delle
cose.

NABIS

Fu una sorta di confraternita laica di artisti, di cui fece parte anche Paul Gauguin

Serusier,
Paesaggio al Bois d’Amour (Il Talismano) (1888),

1889 Sérusier fondò a Parigi il gruppo dei Nabis, termine che deriva dall’ebraico nebiim che
sgnifica profeta - BAUDELAIRE

Grandi macchie di colore piatte e incomprensibili- non è più uj problema di soggetto ma di colore-
la natura è puro pretesto
armonia del dipinto è interna alla pittura e non per una verosomiglianza - ASTRATTISMO

“Un nome che faceva di noi degli iniziati, una sorta di società segreta di intonazione mistica”

Denis

DENIS

Maurice Denis,
Mattina di Pasqua, 1891

ricercato gusto decorativo


natura come è entità vivente, rispetto alla quale la sensibilità visionaria dell'artista si anima scorgendovi
segni, metafore, rimandi a significati universali
Le Muse (1893)

Tra le donne sedute in primo piano compare la figura di Marthe, la futura moglie del pittore che sarà per
tutta la vita la sua musa ispiratrice. La ragazza compare una seconda volta nel quadro, ed è la figura vista di
profilo con un abito rosso
attualizzazione di un tema derivato dalla mitologia classica
carattere simbolico che riguarda il significato soprannaturale che si cela dietro un'apparenza di
normalità – “foresta di simboli”, corrispondenze, Baudelaire

colore è steso in campiture piatte e uniformi - influenza delle stampe giapponesi


forme degli elementi e delle figure sottoposte a marcata sintesi e stilizzazione
linea acquista un maggiore peso visivo, caratterizzandosi per l'andamento sinuoso- Art Nouveau
alternanza tra linee morbide e rette, colori caldi e freddi

“[…] ricordarsi che un quadro, prima di essere un cavallo di battaglia, una donna nuda, o un
qualunque aneddoto, è essenzialmente una superficie piana ricoperta di colori assemblati in un
certo ordine” - MANET

Denis

Credi, all'uomo non basta la fredda luce della scienza, egli ama i caldi raggi dell'arte”

Segantini

PASCOLI
1855-1912

CONTESTO STORICO
-Destra e sinistra storica
-post II rivoluzione industriale – formzione di nuove classi sociali
- Marx 1848 prima edizione de IL CAPITALE - manifesto comunista: oppressi e oppressori- lotta di classe per
riportare tutti allo stesso livello
nascità del comunismo (tutto uguale per tutti, no proprietà privata)- differnte da socialismo per cui esistono
diverse classi sociali, distribuzione diversificata tra chi lavora di più e chi di meno
Inizialmente i due partiti sono accomunabili, poi nascono piu linee di pensiero, estremo, moderato e vie di
mezzo – Estremo: Russia; Moderato: Italia; Mezzo: Germania ; Bakunin, Marx
comunismo porta a un’ esasperazione del nazionalismo – a concepire che esiste un popolo migliore degli
altri - porta al razzismo
-Razzismo - caso Dreyfus, ebreo francese accusato di spionaggio, esiliato senza processo, Zola – j’accuse
- In Italia il comunismo nasce con il partito socialista
Prime rivolte- 1898 Rudini fa sparare alla folla
Umberto I ucciso perché aveva premiato Rudini che aveva sparato alla folla
Sale Vittorio Emanuele III, che accontenta il popolo chiedendo a Giolitti - socialista - di formare nuovo
governo
Giolitti limita orario di lavoro, questione meridionale, patto con la mafia - di non belligeranza - ministro
della malavita
Papa Pio X, no expedit, cattolici no vita politica fino al Patto Gentiloni 1913

VITA
Nasce a San Mauro di Romagna
Perde familiari, prima uccidono il padre poi muoiono anche madre, sorella e fratello- nucleo che per tutta la
vita cercherà di non perdere- pur non avendone realmente uno
Frequenta università a Bologna dove conosce Carducci
Gli ritirano la borsa di studio per aver aderito al socialismo – per cui viene anche arrestato e poi liberato
grazie a Carducci
1881 laurea in lettere
Si trasferisce con le due sorelle rimanenti ma Ida si sposa e rimane con Mariù – rapporto con la quale causa
rottura fidanzamento, per non lasciarla sola
1904 cattedra letteratura a Bologna al posto di Carducci

POETICA
Morte come tematica ricorrente perché tante perdite che lo traumatizzeranno
Poesia delle cose (diverso da D'Annunzio che era poesia della parola) – tutto ha dignità, anche le cose più
umili, grazie al linguaggio
Fonosimbolista -tre livelli di linguaggio
-pre grammaticale (onomatopee)
-grammaticale
-post grammaticale (dialetti)

Si fa poesia con tutto perché ad ogni cosa corrisponde un ricordo


sia decadente (Baudelaire ) che recupero del passato ( valore della cultura che gli trasmette Carducci)

OPERE

-il fanciullino 1895-1897


saggio di 20 capitoli in cui definisce cosa sia per lui la poesia

Titolo richiama una purezza - dimensione comune ad ogni uomo perchè propria dell’infanzia
(Freud+ romantici)
la possibilità di fare poesia è innata – democratica - no superomismo
In età matura ci si discosta da questo sguardo puro e semplice e ci si ritrova in una realtà corrotta perchè
attratti da altre tensioni
La Purezza la si ritrova solo nella vecchiaia

I.È dentro noi (uomini tutti) un fanciullino che non solo ha brividi, come credeva Cebes Tebano( Fedone, Platone) che
primo in sé lo scoperse, ma lagrime ancora e tripudi suoi. Quando la nostra età è tuttavia tenera, egli confonde la sua
voce con la nostra, e dei due fanciulli che ruzzano e contendono tra loro, e, insieme sempre, temono sperano godono
piangono, si sente un palpito solo, uno strillare e un guaire solo. Ma quindi noi cresciamo, ed egli resta piccolo; noi
accendiamo negli occhi un nuovo desiderare, ed egli vi tiene fissa la sua antica serena maraviglia; noi ingrossiamo e
arrugginiamo la voce, ed egli fa sentire tuttavia e sempre il suo tinnulo squillo come di campanello. Il quale tintinnio
segreto noi non udiamo distinto nell'età giovanile forse così come nella più matura, perché in quella occupati a
litigare e perorare la causa della nostra vita, meno badiamo a quell'angolo d'anima d'onde esso risuona. E anche,
egli, l'invisibile fanciullo, si perita vicino al giovane più che accanto all'uomo fatto e al vecchio, ché più dissimile a sé
vede quello che questi. Il giovane in vero di rado e fuggevolmente si trattiene col fanciullo; ché ne sdegna la
conversazione, come chi si vergogni d'un passato ancor troppo recente. Ma l'uomo riposato ama parlare con lui e
udirne il chiacchiericcio e rispondergli a tono e grave; e l'armonia di quelle voci è assai dolce ad ascoltare, come d'un
usignuolo che gorgheggi presso un ruscello che mormora.(…)
Non l'età grave impedisce di udire la vocina del bimbo interiore, anzi invita forse e aiuta, mancando l'altro chiasso
intorno, ad ascoltarla nella penombra dell'anima . E se gli occhi con cui si mira fuor di noi, non vedono più , ebbene il
vecchio vede allora soltanto con quelli occhioni che son dentro di lui, e non ha avanti sé altro che la visione che ebbe
da fanciullo e che hanno per solito tutti i fanciulli.

IV. Se è in tutti, è anche in me. E io, perché da quando s'era fanciulli insieme, non ho vissuto una vita cui almeno il
dolore, che fu tanto, desse rilievo, non l'ho perduto quasi mai di vista e di udita. Anzi, non avendo io mutato quei
primi miei affetti, chiedo talvolta se io abbia vissuto o no. E io dico sì, perché ivi è più vita dove è meno morte, e altri
dice no, perché crede il contrario. Comunque, parlo spesso con lui, come esso parla alcuna volta a me, e gli dico:
Fanciullo, che non sai ragionare se non a modo tuo, un modo fanciullesco che si chiama profondo (adulto si perde nei
dettagli mentre fanciullo coglie direttamente l’essenza- sa la storia ma non vive nel presente), perché d'un tratto,
senza farci scendere a uno a uno i gradini del pensiero (critica positivismo- verità non come frutto di un lavoro
razionale ma di una semplicità intuitiva), ci trasporta nell'abisso della verità...
Tu sei il fanciullo eterno, che vede tutto con meraviglia, tutto come per la prima volta. L’uomo le cose interne ed
esterne, non le vede come le vedi tu: egli sa tanti particolari che tu non sai. Egli ha studiato e ha fatto suo pro’4 degli
studi degli altri. Sì che l’uomo dei nostri tempi sa più che quello dei tempi scorsi, e, a mano a mano che si risale, molto
più e sempre più. I primi uomini non sapevano niente; sapevano quello che sai tu, fanciullo […]
A ogni modo, pace. Sappiate che per la poesia la giovinezza non basta: la fanciullezza ci vuole!

XX. Bene! Dunque riassumo, come uomo serio che sono. La poesia, per ciò stesso che è poesia, senz'essere poesia
morale, civile, patriottica, sociale, giova alla moralità, alla civiltà, alla patria, alla società. Il poeta non deve avere, non
ha, altro fine (non dico di ricchezza, non di gloriola o di gloria) che quello di riconfondersi nella natura, donde uscì ( di
ritorno al nido originale, quello he lui agogna tutta la vita) lasciando in essa un accento, un raggio, un palpito nuovo,
eterno, suo. I poeti hanno abbellito agli occhi, alla memoria, al pensiero degli uomini, la terra, il mare, il cielo, l'amore,
il dolore, la virtù; e gli uomini non sanno il loro nome. Ché i nomi che essi dicono e vantano, sono, sempre o quasi
sempre, d'epigoni, d'ingegnosi ripetitori, di ripulitori eleganti, quando non siano nomi senza soggetto (concetti vuoti).
Quando fioriva la vera poesia; quella, voglio dire, che si trova, non si fa, si scopre, non s'inventa; si badava alla poesia
e non si guardava al poeta; se era vecchio o giovane, bello o brutto, calvo o capelluto, grasso o magro: dove nato,
come cresciuto, quando morto.
Siffatte quisquilie intorno alla vita del poeta si cominciarono a narrare a studiare a indagare, quando il poeta stesso
volle richiamare sopra sé l'attenzione e l'ammirazione che è dovuta soltanto alla poesia. E fu male. E il male
ingrossa sempre più. I poeti dei nostri tempi sembrano cercare, invece delle gemme che ho detto, e trovare, quella
vanità che è la loro persona. critica a D’Annunzio e chi della propria poeisa ne fa un vanto) Non codesta quei primi. E
tu, o fanciullo, vorresti fare quello che fecero quei primi, col compenso che quei primi n'ebbero; compenso che tu reputi
grande, perché sebbene non nominati, i veri poeti vivono nelle cose le quali, per noi, fecero essi.
È così?
Sì.
“paulo maiora canamus non omnes arbusta iuvant humilesque myricae”

Frase da cui prende titoli per le raccolte


suddivisione delle poesie nelle varie raccolte avviene successivamente alla loro scrittura, non c’è un ordine
cronologico, divide poi la produzione di 16 anni

- Myricae
prima raccolta, quella più famosa, che raccoglie la sua poetica dei primi anni
Tema della morte , del nido distruttivo
Sensazione di solitudine ed estraneità

- Canamus - poesie strutturatee lunghe – riferimento a leopardi (infatti canamus= canti)


endecassilabo invece che novenario
tutto ciò che riguarda il tema del nido, la sfera affettiva e la sessualità
canti di Castelvecchio simil ginestra/ sabato del villaggio
- Paulo Maiora - che vuol dire qualcosa di più
nuovi temi: della patria, dell’emigrazione, della vita contadina, degli ultimi
esce un po’ da sé stesso, dall’egocentrismo sull’io lirico
- Poemi conviviali
da “Non mones arbusta iuvant” – non a tutti piacciono gli arbusti
ritorna da dove è partito, parla di Alessandro Magno, epopee mitiche e classiche
siccome ciò che ho fatto non ha avuto l’esito che mi aspettavo ritorno da dove mi ero allontanato
che ho forse sbagliato a tradire

Myricae 1891

-prefazione
Tono lamentoso
La sua posizione nei confronti della natura è opposta alla concezione di leopardi, natura come
“madre dolcissima”
Non è colpa della natura ma dell’uomo-che non sa stare nella realtà, menomale anzi che c’è la natura che
gli vuole bene. “Gli uomini sono gli unici responsabili del loro male”

-scalpitio

Tema del nido- desiderio ancora più vivido dopo il matrimonio della sorella

Si sente un galoppo lontano Morte come qualcosa di prossimo, che si avvicina


(è là . . . ?), sempre di più e di cui l’uomo ha consapevolezza
che viene, che corre nel piano mentre gli animali la fuggono inconsapevolmente
con tremula rapidità.

Un piano deserto, infinito;


tutto ampio, tutt'arido, eguale:
qualche ombra d'uccello smarrito,
che scivola simile a strale:

non altro. Essi fuggono via Morte come distruzione- non liberazione
da qualche remoto sfacelo; infatti è ciò che ha distrutto il suo nido
ma quale, ma dove egli sia,
non sa né la terra né il cielo.
Si sente un galoppo lontano
più forte,
che viene, che corre nel piano:
la Morte! la Morte! la Morte!

-patria

Sogno d’un dí d’estate. Rif. Shakespeare

Quanto scampanellare
tremulo di cicale! Inno alla patria con cui però non si identifica - non ha nido
Stridule pel filare
moveva il maestrale Immagini sonore- musicali
le foglie accartocciate. Descrive paesaggi con immagini sin estetiche usando le sole parole
Scendea tra gli olmi il sole
in fascie polverose:
erano in ciel due sole
nuvole, tenui, róse:
due bianche spennellate Metafora
in tutto il ciel turchino.

Siepi di melograno,
fratte di tamerice,
il palpito lontano
d’una trebbïatrice,
l’angelus argentino…

Dov’ero? Le campane
mi dissero dov’ero,
piangendo, mentre un cane Paragone con un forestiero che percorre strade ignote
latrava al forestiero, - Verga – quando nell’ultimo capitolo dei Malavoglia ‘Ntoni torna a casa
che andava a capo chino. e manco il cane lo riconosce- gli ringhia

-lavandare

Poesia scritta per matrimonio dell’amico che lui sente così di aver perso, l’ennesimo che lo abbandona
Madrigale, genere preso dalla musica (rima alternata)
scritto come il ritornello di un canto popolare
solo versi endecasillabi
Tema sono le canzoni d’amore che le lavandaie cantano per accompagnare il loro lavoro

Nel campo mezzo grigio e mezzo nero . strofa puntata su immagini visive, sui colori
resta un aratro senza buoi, che pare . Poeta come aratro senza buoi o contadino - abbandonato in
dimenticato, tra il vapor leggiero. mezzo al campo, a metà in questo campo lasciato a metà
(mezzo grigio/ mezzo nero)
. Nel limbo in cui mi trovo mi sento dimenticato
. la nebbia è una sensazione a metà, come tutto il resto: da una
parte ovatta dall’altra impedisce di vedere

. si passa dalla vista all’udito, sul ritmo che è tutto cadenzato


E cadenzato dalla gora viene . ritmo delle azioni che si rivede negli accenti della poesia
lo sciabordare delle lavandare . cantilene delle lavandaie che ne accompagnano il lavoro
con tonfi spessi e lunghe cantilene. scandendo il ritmo ma che in realtà è lamentoso non
consolatorio,
. compagnia che rende ancora più soli quella che gli offre il
canto dellle lavandaie per quanto è malinconico
.chiasmo

. Copia il testo di una delle canzoni poplari delle lavandaie delle


Il vento soffia e nevica la frasca, marche
e tu non torni ancora al tuo paese! . foglie che cadono come neve
Quando partisti, come son rimasta! . sono in autunno, una mezza stagione, una dimensione a metà
Come l'aratro in mezzo alla maggese. . poesia che si chiude così come è iniziata, con l’aratro comincia
e si conclude Nel campo mezzo grigio e mezzo nero
resta un aratro senza buoi, che pare
-X Agosto

San Lorenzo , io lo so perché tanto sei quartine in cui si alternano endecasillabi e novenari
di stelle per l'aria tranquilla piani in rime alternata.
arde e cade, perché si gran pianto
nel concavo cielo sfavilla. personificazione del Cielo
Il cielo piange la morte del padre con stelle cadenti
Ritornava una rondine al tetto :
l'uccisero: cadde tra i spini;
ella aveva nel becco un insetto:
la cena dei suoi rondinini.
similitudine
Ora è là, come in croce, che tende metonimia
quel verme a quel cielo lontano;
e il suo nido è nell'ombra, che attende,
che pigola sempre più piano. parallelismo tra la rondine e il padre di Pascoli, e poi tra
il Padre e Gesù e tra i rondinotti e fratelli di Pascoli.
Anche un uomo tornava al suo nido: -rondine e uomo sono emblemi cristiani del
l'uccisero: disse: Perdono ; sacrificio.
e restò negli aperti occhi un grido: morte del padre che coincide con la fine
portava due bambole in dono.
dell’infanzia
Ora là, nella casa romita,
Vita: Attesa senza speranza
lo aspettano, aspettano in vano:
egli immobile, attonito, addita Compito del poeta, far riscoprire il fanciullino che
le bambole al cielo lontano. c’è in se
E tu, Cielo, dall'alto dei mondi
sereni, infinito, immortale, Atomo opaco di Male- uomo
oh! d'un pianto di stelle lo inondi solo la natura gli fa compagnia mentre l’uomo è
quest'atomo opaco del Male! una micro particella di puro male

-l’assiuolo

Dov’era la luna? ché il cielo tre strofe di sette novenari seguiti dal verso dell’assiuolo “chiù”-
notava in un’alba di perla, onomatopea
ed ergersi il mandorlo e il melo rime alternate
parevano a meglio vederla.
Venivano soffi di lampi L’io si interroga sul destino di morte
da un nero di nubi laggiù; Visione notturna, stanca, non succede nulla
veniva una voce dai campi:
chiù... Metafora

Le stelle lucevano rare -Sinestesia


tra mezzo alla nebbia di latte:
sentivo il cullare del mare, Antitesi -tra “nero e bianco”,
sentivo un fru fru tra le fratte;
sentivo nel cuore un sussulto, Allitterazione
com’eco d’un grido che fu.
Sonava lontano il singulto: - Anafora
chiù... sentivo -primi due versi usato in senso fisico mentre nel terzo è usato in

Su tutte le lucide vette


tremava un sospiro di vento: senso psicologico
squassavano le cavallette
finissimi sistri d’argento Similitudine -
(tintinni a invisibili porte
che forse non s’aprono più?...); - Onomatopea : “finissimi sistri d’argento- suono stridulo delle cavallette
e c’era quel pianto di morte... assomiglia ai sistri, ovvero strumenti musicali egiziani per cerimonie
chiù... sacre- nel nostro caso per un rito funebre

- climax ascendente di chiù”, che passa da grido singhiozzo, fino a


pianto di morte

-Coppia di poesie - Lampo e Tuono – così come sono naturalmente ordinati


- Poesie di suoni
-Ballatine

-Lampo

E cielo e terra si mostrò qual era: Richiamo palese – gemellari- dove finisce una comincia l’altra
la casa è probabilmente abitata
la terra ansante, livida, in sussulto;

il cielo ingombro, tragico, disfatto: Terra mezza grigia e mezza nera

bianca bianca nel tacito tumulto Tacito tumulto – ossimoro

una casa apparì sparì d’un tratto;


Casa bianca / notte nera
come un occhio, che,largo,esterrefatto, - La casa è la sua e l’occhio è quello di suo padre che si
apre nella notte contro cui dovrebbe combattere ma a
s’aprì si chiuse, nella notte nera. cui è destinato a soccombere

-Tuono

Inizio di un temporale tramite notazioni visive e acustiche


Lampo illumina la realtà diviene rivelazione della condizione umana
Canto della madre: forza consolatoria dell’amore.
Pascoli si preclude il sentimento amoroso perché si vede escluso

E nella notte nera come il nulla, Allitterazione n – immagine iniziale non rassicurante-
del più assoluto nulla
a un tratto, col fragor d’arduo dirupo Allitterazione della d, r, f
Suoni petrosi, che danno l’idea del rumore del tuono
che frana, il tuono rimbombò di schianto:
Un monito improvviso, e così come è arrivato
rimbombò, rimbalzò, rotolò cupo, scompare
Culla fa rima con nulla – collegamento intimo,
e tacque, e poi rimareggiò rifranto, coppia ambigua perché non è chiaro cosa significhi:
che c’è qualcosa che vince il nulla? O che anche
e poi vanì. Soave allora un canto questa viene dal nulla e oltre ad esso non c’è nulla?
anche se non è chiarao il significato di
quest’associazione rende inquietante una delle
s’udì di madre, e il moto di una culla. immagini più rassicuranti
importanza di questa relazione sottolineata dalla
posizione delle due parole- l’inizio e la fine

-Contrasto

Io prendo un po’ di silice e di quarzo:


- Poeta che si imbatte nella poeisa = decadentisti
lo fondo; aspiro; e soffio poi di lena:
ve’ la fïala, come un dì di marzo,
azzurra e grigia, torbida e serena!
Un cielo io faccio con un po’ di rena
e un po’ di fiato. Ammira: io son l’artista.

Io vo per via guardando e riguardando,


- Linguaggio colloquiale
solo soletto, muto, a capo chino: - Di un sasso qualsiasi +
prendo un sasso, tra mille, a quando a quando: enumerazione/ climax di lavorazioni +
io ne faccio una pietra preziosa
lo netto, arroto, taglio, lustro, affino:
chi mi sia, non importa: ecco un rubino;
vedi un topazio; prendi un’ametista.

PONT- AVEN

Gruppo il cui intento era un ritorno ad una vita semplice e libera dalla schiavitù della moda e della società –
primitivi come modelli di vita autentica

Soggetto come pretesto - il problema non è di soggetto ma di visione tradotta per mezzo della
rappresentazione

- Sintetisti- gruppo pittorico che dipinge opere ispirate alle decorazioni delle vetrate- a base di smalti quindi
campiture piatte
- Cloissonnisme: trattazione sempre più semplificata del colore entro forme elementari circoscritte in
sinuose linee di contorno

Pittore crea dal nulla- dando vita a qualcosa di originale che prima non esisteva

BERNARD

“Si deve semplificare per poter rivelare”


E. Bernard,
Donne bretoni in un prato (1888)

1870-90 1886
1888 1891
SIMBOLISMO 1892-98
(Moreas 1886):
G. Moreau, A. Böcklin ,
O. Redon,Neoimpres
FRA GAUGUIN
NCIA F. Hodler, …. (1848-1903)
sionismo
Gauguin a Na
Pont- bis VAN GOGH
Scapigli Aven Divisio
(1853-90)
ITAL nismo:
IA atura CÉZANNE
Trienna Secessio
lombar (1839-1906)
GER da le di ni di
MANI Brera
AE Berlino
AUST Monaco
G.
RIA Vienna
Klimt
“L’arte è un’astrazione; fai derivare questa astrazione dalla natura sognando di fronte a lei, e pensa più alla
creazione che né risulterà [che al modello].
Questo è l’unico modo di salire a Dio, facendo quello che fa il nostro Divino Maestro: creare.
[…] Non si deve dipingere solo quello che si vede, ma anche quello che si immagina”.

da una lettera di Gauguin, 1888

GAUGUIN

1871 - Gauguin, parigino d’origine, ma cresciuto in Perù, si stabilisce a Parigi iniziando la carriera di agente
di cambio
1882 - A seguito del tracollo economico e finanziario, decide di dedicarsi esclusivamente alla pittura e alla
scultura.
1886 - Dopo aver partecipato all’ultima mostra impressionista, parte per Pont-Aven in Bretagna, e qui
conosce il pittore Bernard e dopo un viaggio in Martinica e due mesi di convivenza con Van Gogh ad Arles

nel 1888, rientra a Parigi e nel 1889 partecipa all’esposizione del gruppo Impressionista e Sintetista
(caratteristiche principali: bidimensionalità antinaturalismo)
La visione dopo il sermone (1888)

“Ho appena finito un soggetto religioso assai malfatto, ma che mi è interessato fare e che mi piace. Volevo
regalarlo alla chiesa di Pont-Aven. Naturalmente non sanno che farsene. Alcune bretoni pregano in gruppo,
vestite d’un nero molto cupo. Le cuffie bianche-gialle molto luminose. Le due cuffie a destra come elmi
mostruosi. Un melo sbarra la tela viola scuro e il fogliame è disegnato a masse simili a nuvole verde
smeraldo con gli interstizi verde-giallo solare. Il terreno vermiglio puro. In una chiesa scurirebbe diventando
bruno rossiccio. L’angelo è vestito di blu oltremare intenso e Giacobbe verde bottiglia. Le ali dell’angelo
cromo 1 puro. I capelli dell’angelo cromo 2 e i piedi carne-arancio. Credo d’aver raggiunto nei volti una
grande semplicità rustica e superstiziosa. (…) Il tutto molto austero. La mucca sotto l’albero è piccolissima
rispetto al reale e si sta impuntando. Per me in questo quadro il paesaggio e la lotta esistono soltanto
nell’immaginazione della gente in preghiera in seguito al sermone: ed è per questo che c’è contrasto tra le
persone, rappresentate in una dimensione naturale, e la lotta, che invece si svolge su uno sfondo irreale
per mancanza di naturalità e proporzioni”.

Il Cristo giallo (1889)

Esprime la domanda di senso religioso che accompagna Gaugin per tuta la vita: che cosa mi lega al tutto?
Cristo è dello stesso colore dei campi – come la spiritualità è in rapporto con la realtà che vedo?

1890 va a Tahiti e alle Isole Marchesi

fuga dalla civiltà occidentale - ispirazione in Baudelaire per il quale i mondi esotici sono dei paradisi,
rimedio al male di vivere.

“Laggiù tutto non è che ordine e bellezza/lusso, calma e voluttà”


Les Fleurs du Mal, 1859

Come! Sei gelosa (1892)

bellezza delle donne tahitiane fatta sia di una statuaria eleganza, che traduceva in una classica bellezza,
ma anche in quella capacità di stupore e di serenità di cui le fanciulle della borghesia parigina non erano
più capaci.

La loro semplicità e la naturalezza allude al loro essere simbolo di vita.Distacco dalla società e purezza
tradotta in colori caldi e puri
Frammenti di dialogo tra le donne

tele enigmatiche e intessute di malinconia che non descrivono il vero ma sono visioni senza tempo

il pittore non ritrae ciò che vede, ma il vero contenuto delle opere è il suo stato d’animo, caratterizzato
dalla malinconia ( PREROMANTICISMO, nostalgia di una realtà irrecuperabile)

Melanconia propria della dimensione creativa dell’artista - diverso dagli altri uomini perché partecipa del
mistero stesso dell’origine della vita.

ogni cosa nelle sue tele vuole essere riflesso di un mondo magico che però non corrisponde alle realtà in cui
l’artista vive

Da dove veniamo? Chi


siamo? Dove
andiamo? (1897-98)

“Dietro l’albero della scienza due figure avvolte nelle loro vesti dai tristi colori esprimono il proprio dolore
causato dal confronto tra la scienza stessa e loro: creature semplici che si abbandonano alla gioia di vivere,
in una natura vergine che potrebbe essere un paradiso concepito dall’uomo. Attributi esplicativi –simboli
conosciuti- avrebbero fissato la tela in una realtà desolante, e l’enigma annunciato non sarebbe più un
poema”.

Fregio delle fasi della vita


da non leggere in modo letterale ma come rimandi
anche il senso di lettura è invertito – da destra invece che d sinistra – a testimonianza dell’esigenza di
un’altra logica rispetto a quella consueta per la comprensione del quadro

“Ti ho spiegato il quadro in poche parole. Alla tua intelligenza bastano. Quanto al pubblico, perché mai il
mio pennello libero da ogni costrizione dovrebbe aprir gli occhi a tutti? “

L’opera è così ricca di elementi da offrire una molteplicità di spunti interpretativi, nessuno comunque
esaustivo.
L’intero fregio -che nella sua orizzontalità monumentale ricorda le opere antiche o anche gli affreschi
rinascimentali- possiede la capacità di comunicare serenità e stupore, come pure un’intima armonia tra
l’uomo e l’ambiente naturale - paradiso perduto che Gauguin è andato a cercare fuggendo la civiltà.

“In una volontaria ricerca di oblio e di silenzio per meglio ascoltare se stesso, per porgere orecchio a
quelle voci interiori che passioni e dispute coprono abitualmente con il loro fragore.”

(Octave Mirbeau, “Le Figaro”, 1891)

Gaugin non ha interesse a scoprire, indagare, studiare la realtà (Cezanne) ma a depurarla – Fanciullino,
PASCOLI / ROSSEAU

«Si dice che Dio prese in mano un po’ di argilla e fece tutto quello che sapete. Quando un artista vuol
compiere un’opera creativa, egli non ha bisogno di imitare la natura, ma deve prenderne gli elementi e
creare un elemento nuovo».

[Gauguin]

“Vincent e io abbiamo pochi punti in comune, soprattutto in pittura. Lui è romantico, io sono portato
piuttosto ad essere un primitivo. Dal punto di vista del colore, gli piace l’azzardo delle pennellate pastose.
Io detesto questi pasticci”.

[Gauguin]

“Il compito di una artista è pensare, non sognare”.

[Van Gogh]

VAN GOGH

Proietta sulla tela tutto sé stesso


Arte come espressione di un sentimento umano, di sincera gratitudine per essere al mondo

Nasce in una famiglia contadina, origini umili


Grande sentimento religioso - studia per diventare prete ma lascia gli studi
non è bravo a dipingere e a disegnare ma sviluppa comunque passione per l’arte in seguito all’incontro con
i pittori dell’Aja
V. Van Gogh,
Angelus (copia da Millet)
1880,matita e carboncino carta

Concilia visione interiore, simbolismo e realismo

«Io vivo per dipingere e non per mantenere il mio corpo in buona salute. […] Vivo perciò come un
ignorante che sa soltanto una cosa con certezza: che deve portare a termine nel giro di alcuni anni
una determinata opera […]. Il mondo non mi interessa se non nella misura del debito che sento di
avere verso di lui, insieme con l’obbligo, dato che vi ho camminato per tanti anni, di lasciargli per
gratitudine qualche ricordo, sotto forma di disegni o di quadri che sono stati concepiti non per
piacere all’una o all’altra tendenza, ma per esprimere un sentimento umano e sincero».

[V. Van Gogh, Dicembre 1883, a Neunen]

V. Van Gogh,
I mangiatori di patate,
1885, 93x72 cm, Otterlo, Rijksmuseum

“Ho cercato di sottolineare come questa gente che mangia patate al lume della lampada, ha zappato la
terra con le stesse mani che ora protende nel piatto, e quindi parlo di lavoro manuale e di come essi si
siano onestamente guadagnato il cibo. “

febbraio 1886 a Parigi dove incontra gli Impressionisti, Seurat, Signac e diviene amico di Gauguin

studi singolari dei singoli personaggi che poi assembla nella staza _ RENOIR / SEURAT
Autoritratto con cappello di feltro (1887),

Sguardo che penetra con immediatezza


Pennellate che gravitano intorno al motore del quadro ossia l’artista – l’io dell’artista

“dipingere se stessi – in ogni caso deve essere diverso da una fotografia -e in un altro scritto aggiunge- non
conosco miglior definizione dell’arte: l’uomo aggiunto alla natura. La natura, la verità, la realtà ma con
un significato, una concezione, un carattere che l’artista fa uscire fuori e ai quali dà espressione”

sguardo del pittore come centro propulsore di vita che è dall’interno di quella coscienza tormentata ma
potente, irraggiano un’energia luminosa che coinvolge e determina il movimento circolare dello sfondo.

L’autoritratto dunque non si limita a raccontare di sé, ma diventa espressione del mistero profondo della
vita dell’uomo, non solo di quella dell’artista. Van Gogh dipinge la stretta connessione tra ciò che nella vita
di ciascuno è momentaneo, e ciò che invece è

“il bisogno di qualcosa di grandioso, di infinito, di … più eterno che nell’oceano”

(Lettera a Theo, novembre 1882).

Van Gogh studia se stesso attraverso gli autoritratti. In una lettera alla sorella dell’estate 1888 il pittore
sottolinea come ogni dipinto riveli una persona diversa, nel senso che l’artista dipinge il suo modo di
vivere quella determinata circostanza. È così che, in più di un autoritratto, Vincent imbraccia la tavolozza
quasi a sottolineare che l’arte è la lotta della sua vita, lotta e barriera contro la malattia che si manifesta.

V. Van Gogh,
I Girasoli,
1888, olio su tela,92x73 cm,Londra,National Gallery

“Ora –riuscire a fondere quegli ori, e quei toni di fiori– il primo venuto non riesce a farlo, vi vuole tutta
l’energia e l’attenzione di un individuo».
[Lettera di Van Gogh al fratello Theo; Arles, 23 gennaio 1889, n. 573]

«Desidero dirti a priori che tutti troveranno che dipingo troppo in fretta. Non crederci. È proprio l’emozione,
la sincerità del sentimento della natura che ci guida la mano. E se a volte questa emozione è così intensa
che lavori senza accorgertene (quando a volte le pennellate si susseguono rapidamente l’una dopo l’altra
come le parole in un discorso o in una lettera), non bisogna dimenticare che non è sempre stato così».

[lettera a Theo da Saint-Remy, maggio 1889]

«Non seguo alcun sistema di pennellatura: picchio sulla tela a colpi irregolari che lascio tali e quali. Impasti,
pezzi di tela lasciati qua e là, angoli totalmente incompiuti, ripensamenti, brutalità: insomma, il risultato è,
sono portato a crederlo, piuttosto inquietante e irritante, per non fare la felicità delle persone con idee
preconcette in fatto di tecnica [...].Gli spazi, limitati da contorni espressi o no, ma in ogni caso sentiti, li
riempio di toni ugualmente semplificati, nel senso che tutto ciò che sarà suolo parteciperà di un unico tono
violaceo, tutto il cielo avrà una tonalità azzurra, le verzure saranno o dei verdi blu o dei verdi gialli,
esagerando di proposito, in questo caso, le qualità gialle o blu».

[Lettera di Vincent van Gogh a Bernard; Arles, aprile 1888]

La camera dell’artista (1888),

forme contornate come sintomo dell’esigenza di un limite


distorsioni prospettiche che portano all’impressione di uno scivolamento verso il basso, crollo – ritratto
interiore del dramma che gli fa vivere tutto come in bilico e incerto, con preoccupazione e angoscia

Interno caffè di notte 1888

ombra proiettata dal tavolo è squilibrata rispetto alle dimensioni del tavolo che è anche l’unico oggetto a
proiettarne una – effetto estraniante
colori cangianti del bar danno l’impressione di una fornace – colori rossi
bar come luogo di perdizione, di vuoto, di mancanza di respiro

proprietario del bar piccolo e soffocato dallo spazio ampio

Caffè di notte, 1888

giallo acido del bar visibile anche dall’esterno – luogo allucinante, carico di una tensione che si stempera
solo nel cielo blu

attinge il tema, il soggetto della realtà, ma lo deforma


modo di vedere dell’artista è sempre diretto sulla realtà, ma il colore diventa l’elemento davvero
determinante

Notte stellata (1889),

tutto accade in cielo e le stelle si trasformano in un “gruppo di amici vivi”. Le stelle dunque diventano
forme pulsanti in grado di esprime la realtà più profonda della natura.
In cielo sembrano essersi scatenate forze cosmiche: due nebulose si attorcigliano una sull’altra
scontrandosi, le stessa stelle, dalla forma ingrandita, irraggiano una luce innaturale e anche la luna appare
irreale nel suo alone arancione. Una lunga striscia di luce segue il moto ondoso delle colline all’orizzonte,
mentre in basso la città addormentata e ridotta a poche e rettilinee pennellate cupe è resa vitale solo da
fessure di luce che provengono dall’interno delle case.
Sono il tetto aguzzo del campanile e le chiome guizzanti dei cipressi a mettere in contatto i due mondi,
quello immobile e silenzioso dell’uomo e quello cosmico del cielo.
Notte stellata sul Rodano (1888)

cambia il rapporto tra uomo e natura – se nella prima notte c’era la possibilità di un dialogo, nella seconda
le due figure umane sono piccolissime e oppresse dalle forse naturali
panorama che si piega alle inquietudini dell’animo dell’artista

Nell’aprile del 1889 decide di farsi ricoverare nell’ospedale di Saint-Rémy

Dopo altri ricoveri a Saint-Remy, tra febbraio e fine dell’aprile 1890 Vincent ha un ultimo periodo di relativa
salute durante cui continua a dipingere, ed espone dieci sue tele al Salon des Indépendants

La malattia porta spesso l’artista all’idea del suicidio, dunque in accordo con il medico si sposta a Auvers-
sur-Oise dove incontra il dottor Gachet, cui fa due ritratti.

“È un po' quello che sentono Bernard e Gauguin. Non ricercano la forma esatta di un albero, ma vogliono
assolutamente che sia definito se essa è tonda o quadrata, e io dò loro ragione, perché sono esasperato
dalla perfezione fotografica e banale di certuni [...] io mi sento spinto a ricercare, se vuoi, uno stile, ma
intendendo con questo un disegno più maturo e più intenzionale [...].voglio convincerti che nei paesaggi si
continuerà ad ammassare le cose mediante un disegno che cerca di esprimere il groviglio delle masse».

[Lettera di Vincent Van Gogh al fratello Theo, settembre-ottobre 1889]

Il ritratto del Dr. Gachet (1890),

«Vorrei fare dei ritratti che tra un secolo, alla gente di quel tempo, sembrassero delle apparizioni. Non
cerco di raggiungere questo risultato attraverso la somiglianza fotografica, ma attraverso una espressione
appassionata, impiegando come mezzo di espressione e di esaltazione del carattere la nostra conoscenza e
il nostro gusto moderno del colore».
[Lettera di Vincent Van Gogh alla sorella Wilhelmina, giugno 1890]

Campo di grano con volo di corvi (1890)

pennellate costituiscono il vero e è proprio andamento dinamico della composizione: da una parte esse
sono delle linee curve, dall’altra sono piccoli tratti appuntiti. Le pennellate, cariche di tensione, sono
elemento essenziale del linguaggio pittorico dell’artista; per mezzo loro gli oggetti perdono la loro forma
stabile e il colore si converte in energia, come se sulla tela ci fossero dei campi magnetici che attirano o
respingono il pigmento stesso.

Spighe/ pennellate in direzioni diverse


strada rossa di cui non vediamo la fine

«Per il mio lavoro, io rischio la vita, e la mia ragione vi è quasi naufragata […]»

Lettera trovatagli addosso il 29 luglio 1890, Auvers-sur-Oise

«La sua mente è stata occupata così a lungo dai problemi insolubili della società contemporanea, ed egli sta
tuttora battagliando col suo buon cuore e la sua inesauribile energia. I suoi sforzi non sono stati vani, ma
egli probabilmente non vivrà abbastanza a lungo da vederne i frutti, perché quando la gente capirà quello
che dice nei suoi quadri sarà troppo tardi. E' uno dei pittori più all'avanguardia ed è difficile capirlo,
perfino per me che lo conosco così intimamente. Le sue idee spaziano in un campo così vasto, esaminando
cos'è umano e come uno dovrebbe guardare al mondo, che uno deve prima liberarsi da qualsiasi cosa sia
pur remotamente legata ad una convenzione per capire quello che lui stava cercando di dire.”

[Theo van Gogh a Jo, Parigi, 9-10 febbraio 1889]

« nella vita e nella pittura posso benissimo fare a meno del buon Dio, ma non posso, nella mia sofferenza,
fare a meno di qualcosa di più grande di me e che è la mia vita: la potenza di creare.

[Vincent Van Gogh al fratello Theo, Arles, settembre 1888]

“Tra una quantità di tele mescolate le une alle altre, sicuramente quelle di Van Gogh si riconoscono in un
batter d’occhio … poiché esse posseggono un loro proprio genio, che è lo stile, cioè l’affermazione della
personalità. E, sotto il pennello di questo creatore curioso e potente, ogni cosa si anima di una vita strana,
indipendente da quella delle cose che egli ritrae – una vita che è in lui, che è lui stesso”.

(“Echo de Paris”, 31 marzo)

SCAPIGLIATURA
nasce come emulazione dei decadenti
Nati a Milano perché vicini alla Francia
Nome dal fatto che erano spettinati
Rifiutano la tradizione italiana
Si sentono figli di nessuno e sono contro ottica materialista

PRAGA

Preludio 1864
Manifesto degli scapigliati
Disorientamento nei confronti della tradizione passata

Noi siamo i figli dei padri ammalati(…) Tradizione inquinata

Casto poeta che l 'Italia adora,


vegliardo in sante visioni assorto, Manzoni – inutile
tu puoi morir!... Degli antecristi è l'ora!
Cristo è rimorto !

O nemico lettor, canto la Noia,


l'eredità del dubbio e dell'ignoto,

Canto litane di martire e d'empio;


canto gli amori dei sette peccati
che mi stanno nel cor, come in un tempio,
inginocchiati.

Canto le ebbrezze dei bagni d'azzurro,


e l'Ideale che annega nel fango...
Non irrider, fratello, al mio sussurro,
se qualche volta piango :

ma canto il vero!

Giovanni Carnovali, detto il Piccio è punto di riferimento per gli artisti della "Scapigliatura", gruppo
formatosi a Milano nel periodo postunitario.
l’ attenzione non è più rivolta al soggetto ma al come costruire l’immagine col colore: - con tessiture
cromatiche iridescenti che tendono a disfare le forme, così come la realtà è continuamente trasfigurata
dall’animo del pittore e va ristrutturata a partire d quest’ultimo

Piccio,
Agar nel deserto, 1863,
olio su tela centinata,
330x163 cm., Accademia Carrara, Bergamo

Sullo sfondo, il deserto e il cielo si confondono in una luce che tocca anche le figure in primo piano e
contribuisce a modellarle.
ricreazione interiore dell’immagine
sensazione di non-finito - in cui prevale l’elemento pittorico su quello plastico e disegnativo

DIVISIONISMO
Il Divisionismo è una corrente artistica sviluppatasi in Italia tra il 1885 e il 1915.

Sul piano ideologico, si sviluppa nell'ambito del simbolismo europeo ma si caratterizza soprattutto in
senso formale e stilistico - prende il nome dalla particolare tecnica pittorica detta appunto"Divisione" -
procedimento pittorico basato sulla scomposizione dei colori reali nei colori elementari e loro
complementari e nell'accostamento di questi ultimi sulla tela sotto forma di piccole pennellate, simili a
macchioline
– PUNTINISMO rispetto al quale però
-pennellate filamentose, tinte morbide e poco contrastanti, leggere e luminosi / piccoli tocchi di colore
complementari che complessivamente danno ai soggetti aspetto di monumentalità e immobilità
-meno rigore formale
-temi simbolici, allegorici e sociali – parlare della realtà non per come appare ma in quanto simbolo di una
dimensione sacra originale comune al tutto – unità che traduce in luce che trasfigura ogni cosa

Io dipingo semplicemente e naturalmente (…). Pei colori e la tela mi servo dalla Ditta Lefranc e C. di Parigi; la
mia tavolozza e la più semplice che immaginar si possa (...). La tela che adopero è preparata a gesso ed a
olio; la tiro sul telaio, passandoci poi sopra con un largo pennello, una tinta di terra rossa piuttosto liquida,
perché il bianco della tela non lo posso soffrire sotto gli occhi (...) Stabilite sulla tela le linee esprimenti la
mia volontà ideale, procedo alla colorazione, dirò così sommaria, come preparazione però più vicina alla
verità che m'è possibile; e ciò faccio con sottili pennelli piuttosto lunghi, e incomincio a tempestare la mia
tela di pennellate sottili, secche e grasse, lasciandovi sempre fra una pennellata e l'altra uno spazio
interstizio che riempisco coi colori complementari, possibilmente quando il colore fondamentale è ancora
fresco, acciocché il dipinto resti più fuso.

“Riescirò io a rendere l’eterno significato dello spirito delle cose? Saprò dare alla Natura che dipingo
quella luce che dona vita al colore, e che illumina e dà aria alle lontananze e rende infinito il cielo? Saprò
io congiungere I'idealità della natura con i simboli che l’anima nostra rivela?”

1891 - GIOVANNI SEGANTINI E GAETANO PREVIATI espongono rispettivamente LE DUE MADRI (1889) E
MATERNITÀ (1890-91) in una mostra ALL'ESPOSIZIONE TRIENNALE DI BRERA A MILANO

SEGANTINI

Nel 1880 si stabilisce a Pusiano, in Brianza dove realizza opere di carattere realista che superano le
suggestioni della pittura vaporosa e atmosferica della scapigliatura lombarda, per orientarsi verso una
maggiore nitidezza dell’immagine.
Ave Maria a trasbordo (1886)

Legame uomo - animali perché partecipanti entrambi della natura – luce come fattore uniformante
testimone di questa unità - panteismo/ panismo
pennellate circolari, concentriche, che dipartono dalla piccola barca su cui stanno navigando pastori con
pecore – unità uomo-natura come sorgente di luce – delle pennellate

L’esile imbarcazione con le pecore, il barcaiolo e la madre con il figlio scivola in mezzo alla luce del
tramonto, sotto un vasto cielo che si specchia, o meglio si raddoppia, nelle trasparenti acque del lago. I
filamenti pittorici dell’autore vogliono catturare ogni vibrazione luminosa

Le due madri (1889),

non è il reportage di scene di vita rurale ma la volontà di testimoniare l’appartenenza alla stessa natura di
uomini e animali

Manifestazione divisionismo naturalistico contrapposta simbolismo idealizzante di previati

formato della tela orizzontale e collocazione dei protagonisti in primo piano tendono a coinvolgere in modo
più diretto lo spettatore, compreso nello spazio della stalla

“mescolare i colori sulla tavolozza, è una strada che conduce verso il nero; più puri saranno i colori che
getteremo sulla tela, meglio condurremo il nostro dipinto verso la luce, l'aria e la verità"

Sia che l’artista abbia voluto fissare uno di quei momenti, così frequenti nelle campagne lombarde, o che
abbia voluto registrare la veglia della donna alla mucca che ha da poco partorito, l’effetto che ottiene è
quello di un quadro intimo, dove uomini e animali si sentono parte di un unico respiro della natura.
Le lussuriose (1891)

serie di opere che si ispirano al passo del poema indiano Pangiavahli, noto in Italia nella traduzione di
LuigiIllica dell’86. II poema tratta della punizione e della redenzione delle donne che hanno rifiutato la
maternità e dagli ultimi 24 versi il pittore trasse due serie di opere, Le lussuriose e Le cattive madri.

Le cattive madri (1894)

Nel 1898 si dedica soprattutto al Trittico della natura e scrive per "Ver Sacrum" di Vienna l'articolo Cosa è
l'arte, in risposta al quesito di Tolstoj.

Nel 1899 sale allo Schafberg per lavorare al Trittico, ma alcuni giorni dopo è colto da un violento attacco di
peritonite e muore.

Il co mplesso allegorico monumentale - doveva misurare 12,50 metri di lunghezza e 5,50 d'altezza – ed era
destinato all’Esposizione Universale di Parigi rimase incompiuto a causa della morte del pittore, che aveva
realizzato, nel 1897-98, tre cartoni per dare l’idea dell’insieme al comitato della mostra, accompagnati da
una lettera.

Trittico della
natura (1896-99)

“II primo quadro, 'La Natura', è un effetto d'Autunno, col sole che tramonta dietro ai monti .(…) intesi di
raggruppare e sintetizzare la natura alpestre e le sue stagioni.”

Contadini che mantengono umiltà nei confronti del creato

II quadro di mezzo, la 'Vita', rappresenta la vita di tutte le cose che hanno radice nella terra madre. Le
montagne del fondo sono illuminate dal sole che tramonta.”
II terzo quadro, 'La Morte', rappresenta la morte di tutte le cose d'inverno, la Natura è sepolta sotto la
neve, le montagne del fondo sono illuminate dal sole nascente. In un casolare alpino una fanciulla è morta
(…).

applicazione della tecnica divisionista per rendere il grandioso respiro, naturale e universale, della natura
mediante la circolazione dell’aria tersa e della luce.

Riuscirò io a rendere l’eterno significato dello spirito delle cose? Saprò dare alla Natura che dipingo
quella luce che dona vita al colore, e che illumina e dà aria alle lontananze e rende infinito il cielo? Saprò
io congiungere I'idealità della natura con i simboli che l’anima nostra rivela?”

“Che personalità strapotente Segantini! - che nitidezza di visione e quale efficacia di mezzi. L'esecuzione
più minuta congiunta con la sintesi più espressiva del colore e della forma è il carattere della sua tecnica
che esaminata davvicino pare il lavoro di un miniatore che adoperi colori di smalto e pennelli di ferro
tanto il colore è brillante e il disegno è incisivo mentre l'insieme del quadro rappresenta un momento
sfuggevole della natura percepibile appena ai più sensibili osservatori del vero ma fermato e reso con
tanta intensità di forza da penetrare nell'animo e commuovere come le scene più tumultuose della vita.”
(G. Previati, Lettera al fratello Giuseppe, 24 dicembre 1891)

Dedicandogli un inno in morte, Gabriele D’Annunzio riassunse con parole “ispirate” quella reale poesia
della natura che l’artista aveva composto lungo il corso della breve vita:

“Spenti son gli occhi umili e degni ove s'accolse l'infinita

bellezza, partita è I'anima ove l'ombra e la luce la vita

la morte furono come una sola

preghiera, e la melodia del ruscello e il mugghio dell'armento e il tuono

della tempesta e il grido dell'aquila e il gemito dell'uomo

furon come una sola parola,

e tutte le cose furono

come una cosa sola

abbracciata per sempre dalla sua silenziosa

potenza come dall'aria.”

(G. D’Annunzio, Per la morte di Giovanni Segantini, da Laudi del cielo, del mare, della terra e degli eroi,
1903-04)

“Ho veduto volare un piccione e come sempre mi ripeto I'idea che nell'arte moderna si sia obliata la
poesia che io chiamerei dell'attimo. Pochi quadri moderni che esprimano modernamente (nel senso più
assoluto) il cadere d'una foglia, il volo d'un uccello, l'intimità d'un piccolo angolo vivente, [...] una nuvoletta
dal profilo delle cose ecc. [...] e tutte quelle sfumature particolari che commuovono nei quadri passati. Mi
sembra che si creda che tutto questo nuoccia all'abilità e alla impronta di abilità che si vuole ostentare nei
quadri. Aveva ragione Segantini di dire di ritornare all'umile margherita del prato, lasciando le arie di
abili artistoni.”

Umberto Boccioni

“Che personalità strapotente Segantini! - che nitidezza di visione e quale efficacia di mezzi. L'esecuzione più
minuta congiunta con la sintesi più espressiva del colore e della forma è il carattere della sua tecnica che
esaminata davvicino pare il lavoro di un miniatore che adoperi colori di smalto e pennelli di ferro tanto il
colore è brillante e il disegno è incisivo mentre l'insieme del quadro rappresenta un momento sfuggevole
della natura percepibile appena ai più sensibili osservatori del vero ma fermato e reso con tanta intensità di
forza da penetrare nell'animo e commuovere come le scene più tumultuose della vita.”

(G. Previati, Lettera al fratello Giuseppe, 24 dicembre 1891)

PREVIATI

Maternità (1890-91),

più lirico e visionario P. utilizzò la tecnica divisionista per dare riflessi dorati e argentei a una pittura sospesa
tra sogno e realtà

contenuti simbolici e mistici

pennellate allungate e filamentose, che, unitamente ai soggetti e alla monotonia cromatica, conferiscono
un carattere antinaturalistico

varianti rispetto alla prima opera sono poche e riguardano una grossa nuvola bianca che compare nel cielo
azzurro e il colore, più omogeneo e meno squillante, per suggerire quella calma auspicata nel titolo.

Riprende iconografie sacre per risignificarle – attribuirle un nuovo valore


Sacralità della madre in quanto origine del mondo

Perdita di fiducia oltre il realismo- bisogna cogliere la realtà oltre il visibile

Nel prato (1889-90),

La quiete (1901),
Soggetto simile a opera di Monet ma che è in questo caso solo emblematico di un’idea, atmosfera, di pace

La Danza delle Ore (1899)

Valori formali evocativi di una dimensione simbolica – riferimenti a una sacralità propria di tutta la realtà

Ore personificate che danzano a ritmo della vita

G. PELLIZZA DA VOLPEDO

Socialismo diffuso in quegli anni e a cui lui diede corpo e voce

Si rifà a fatti di cronaca

Inquadra nuove classi sociali a cui dà valore, la cui esistenza è affermata dalle sue pitture

Fiumana (1895-96),

Il Quarto Stato (1896-1901)

corteo che avanza tra le case di una città, probabilmente Volpedo

“È un tentativo che faccio per sollevarmi un pochino dalla volgarità dei soggetti
che non sono informati ad una forte idea. Tento la pittura sociale “
una visione orizzontale, in cui una sorta di avanguardia qualificata di esponenti
del “quarto stato” avanza con decisione verso l’osservatore, sotto un sole
implacabile

simbolo de “le grandi conquiste che i veri lavoratori andavano facendo tutto dì
nel mondo
attuale”

Nell’ultima versione non è più chiaro ed evidente il luogo, la città

Uomini di dimensioni naturali – nuovo quadro storico: i nuovi eroi sono i


lavoratori

Volti chiari, ritratti, in cui la gente poteva riconoscersi

MORBELLI

scene di vita popolare improntate da un socialismo umanitario che lo avvicinò a Pellizza.


tematiche sociali si combinano con la tecnica divisionista

nato ad Alessandria nel 1853, visse e morì a Milano nel 1919. Ha spesso dipinto

stazione centrale di Milano (1889),

Novità delle rivoluzioni industriali

Giorni ultimi (1883)

Studio nell’ospizio pio albergo Trivulzio

Tema dell’abbandono della vecchiaia

Volti anonimi
realismo delle immagini è intessuto in una fitta rete di pennellate eseguite a
tratti e minuscole linee, in cui elabora una versione ammorbidita del
divisionismo.

Proprio in uno degli enormi ed anonimi stanzoni dell’ospizio è ambientata


l’opera che mostra la condizione di solitudine in cui vivono gli anziani che non
possono vivere in famiglia

Il Natale dei rimasti (1903)

prospettiva angolata con cui è dipinta la stanza che rivela ed esalta il vuoto
piccole figurette isolate comunicano una grande tristezza – non si tengono compagnia

Per 80 centesimi (1895)

Donne guardate come possibile forza lavoro – non si vedono i volti, non interessano in quanto inividui
Taglio fotografico che permette di vedere il cielo solo per come lo vedono le Mondine ossia riflesso nella
risaia

titolo, che si riferisce esplicitamente alla paga ridotta ottenuta dalle lavoratrici in risaia
anni dei primi scioperi per il raggiungimento delle 8 ore lavorative e di salari più equi, ottenuti proprio a
Vercelli nel 1906.

mondine, disposte su due file che procedono arretrando, vengono ritratte di schiena intente nel trapianto
del riso, con le gambe immerse nell’acqua. Il taglio fotografico della scena esclude la raffigurazione del
cielo, che appare solo riflesso sull’acqua resa attraverso vibranti pennellate

SECESSIONI
Disagio della società, travolta dal progresso, che raggiunge il culmine con l’avvento della prima guerra
mondiale

Dove? Monaco, Berlino, Vienna

Gruppi di giovani artisti indipendenti che intendono prendere platealmente le distanze dal naturalismo e
dalla cultura accademica.
generati nell’alveo della cultura simbolista, affrontarono l’arte con nuovi contenuti e modalità formali,
diffusi anche attraverso riviste

non proponevano uno stile ben definito, ma propugnavano un vivace dibattito in nome della libertà
espressiva.
Le scelte stilistiche furono spesso varie e contrastanti, anche all’interno di uno stesso gruppo, ma comune
a tutti questi artisti era la volontà di far confluire pittura, scultura, architettura, illustrazione e arti
decorative.

 Arte come Espressione malessere artista


 Alllontanamento da realtà tangibile
 Libertà espressiva
 Nuovi contenuti
 Unicum arti> far confluire pittura scultura architettura, illustrazione e arti figurative> culto del bello
(influenze ideali estetici Art Noveau: 1890prim guerra mondiale, prodotti dell’arte devono
coincidere con oggetti quotidiani fruibili ad un pubblico)

Questi nuovi ideali estetici andarono poi a coincidere con il fenomeno dell’Art Nouveau, termine con il
quale viene indicato il movimento artistico che tra il 1890 e la prima guerra mondiale caratterizzò
l’architettura e le arti decorative d’Europa e degli Stati Uniti.

S. MONACO

A Monaco, nel 1892, un centinaio di giovani artisti riuscirono a convincere ricchi commercianti e galleristi a
finanziare la nascita e le attività del nascente raggruppamento, che intendeva abbandonare in massa delle
istituzioni accademiche per praticare l’arte in assoluta libertà.

Artisti principali: Fritz von Uhde e Franz von Stuck, la cui arte aveva marcati caratteri simbolisti.

estate 1893 prima esposizione internazionale della Secessione, a seguito della quale venne il
riconoscimento ufficiale della nuova tendenza.

maggior organo di diffusione -rivista “Jugend” ("periodico per l'arte e la vita"), fondata nel 1896
dall'editore Georg Hirth.

Temi

- Erotismo feminile
- Dissacrazione tematiche religiose
- Mitologia classica

FRANZ VON STUCK


Secessione dall’Accademia dove poi torna ad insegnare

Von Stuck,
Il Peccato ’93

Eva biblica simbolo della corruzione e del peccato


Donne e serpente che guardano lo spettatore come invito ad unirsi al loro amore sensuale e peccaminoso

figura femminile, che si può identificare con la Eva biblica, nuda e visibile fino all’altezza del bacino, occupa
quasi tutta la tela ed è circondata da un grosso serpente, la cui testa si affaccia a sinistra al di sopra della
spalla. Sia la donna che l’animale fissano l’osservatore e creano un magnetismo particolare, che spaventa e
affascina nello stesso tempo. I toni scuri del serpente, del quale riusciamo però a percepire la pelle viscida e
riflettente, e dei capelli che incorniciano il volto della donna contrastano volutamente con la luminosa parte
centrale del corpo, resa ancora più sensuale dalle morbide pennellate.
Salomè (1906)

MUNCH

atmosfere cupe e visione tragica sono desunte dall’ambiente norvegese, descritto dai drammi teatrali di
Ibsen e Steinberg
provava disagio per il progresso
opere all’avanguardia che espone, su invito dell’associazione Dei Nuovi Artisti Berlinesi , in una mostra nel
1892 dove propone ai giovani nuove strade artistiche da percorrere
- Berlino - ambiente chiuso alle novità artistiche
Dipinti come proiezione di una visione pessimistica del mondo: amore e sesso uniti ad angoscia e morte
Mostra dura poco perché i dipinti vengono considerati un insulto per l’arte e l’esposizione viene chiusa a
forza

Artisti che colgono però l’invito di Munch e che quindi organizzano secesione a Berlino nel 1898

secessione di Berlino si svolse dal 1898 inizialmente sotto l'egida del gruppo dei cosiddetti impressionisti
tedeschi e all'insegna del rinnovamento grafico propugnato dalla rivista "Pan"
dopo il 1903, divennero un punto di riferimento per il nascente espressionismo

linguaggio utilizzato è realistico, diretto, a tratti anche crudo o di denuncia


Sera sulla via Karl Johann (1892),

Sono una folla ma sono tutti soli – isolati


Occhi allucinati e visi scheletrici

Artista come osservatore impotente che cammina a lato della massa a cui non riesce ad accedere
- JOYCE, SVEVO

Pubertà (1893)

Malattia e pazzia furono gli angeli custodi della mia culla

visione angosciata dell’esistenza, derivata da un’infanzia assai difficile: perde prima la madre e poi la
sorella, a causa della tubercolosi
rimane completamente solo a diciotto anni, quando muore anche il padre, un medico ossessionato dalla
religione.

Modella minorenne dipinta nuda - sfida perché in realtà illegale – crea scalpore
Disorientamento adolescenziale – bambina che diventa donna e ci guarda interrogativa perché non sa
realmente a cosa sta andando incontro
ombra angosciante come inanzia angosciosa, che la segue sempre come un fantasma da cui non si riesce a
staccare

difficile rapporto con le donne ispira alcune opere

numerosi viaggi in Europa: Liberty ispira linee sinuose e simbolisti - tematiche

stesura irregolare del colore, che talvolta lascia trasparire la tela


figure indefinite che sembrano fluttuare nello spazio in cui sono collocate e intorno a esse il colore si
espande come a esprimerne l’inquietudine esistenziale
Der Schrei der Natur (Il grido, 1893)

pittura come atto introspettivo, ricerca e descrizione dei propri stati d’animo, delle paure e dei problemi
esistenziali.

Capolavoro che nasce come trasposizione di un’esperienza emotiva vissuta dall’autore

“camminavo per strada con due amici. Il sole era al tramonto e cominciavo a sentirmi avvolto da un senso
di malinconia. A un tratto il cielo si fece rosso sangue. Mi fermai, appoggiandomi a una staccionata, stanco
morto, e fissai le nubi infiammate che gravavano, come sangue e spada, sul fiordo nero-bluastro e sulla
città. I miei amici continuarono a camminare. Io rimasi inchiodato in piedi, tremante di paura e udii un
grido forte e infinito trafiggere la natura”

angoscia è accentuata dal fatto che si tratta di un grido sordo, certamente senza risposta poiché i due
personaggi sullo sfondo (gli amici dell’artista) proseguono incuranti la loro passeggiata.

Per questa motivo l’opera è divenuta emblema della solitudine dell’uomo moderno, che, non riuscendo
più a condividere la sua situazione esistenziale con nessuno, trasferisce il proprio dramma nella natura.

sinestetica compenetrazione tra uomo e natura – compartecipazione caratteristica di tutto il


Romanticismo - mostrata qui in tutta la sua incapacità di offrire armonia ed equilibrio

S. VIENNA

l’Austria come uno dei maggiori centri della modernità e Vienna un luogo privilegiato di scambi culturali
si mette al passo con l’Europa dove trionfano simbolismo e art noveau

1881 gruppo di artisti aveva cominciato a riunirsi regolarmente in un caffè di Vienna, per esporre nuove
idee in merito all’arte, alla produzione industriale e all’estetica
1897, questo gruppo, di cui facevano parte Koloman Moser, Carl Moll, gli architetti Otto Wagner, Joseph
M. Olbrich, Josef Hoffmann, dichiarò la scissione dalla Künsterhaus, che non riconobbe la nuova
formazione. A presiedere l’Associazione degli Artisti Figurativi Austriaci venne nominato Gustav Klimt.

Tra il 1898 e il 1905 la Secessione organizza 22 mostre:

-Prima mostra secessione 1898

- 9° mostra 1901, omaggio postumo a Segantini

-14° mostra 1902 – Beethoven


Klinger realizzò con l’allestimento l"opera d'arte totale" a cui tutti gli artisti tendevano.
musicista come prototipo dell'artista uomo di genio, quasi un salvatore dell'umanità attraverso I'arte

- 1905 Klimt e il suo gruppo abbandonarono la Secessione, che perse così il suo gruppo trainante, ma
sicuramente aveva già assolto al compito di svecchiare la cultura artistica viennese e aveva contribuito a
creare una galleria pubblica d'arte moderna

Rivista Ver Sacrum

CARATTERI GENERALI
-strutture chiare ed essenziali
- linguaggio stilistico e bidimensionale
-importanza del segno
-forme geometriche e ritmiche
-principio di funzionalità e continuità tra materiali e struttura

Jugendstil/ secessionstil

OLBRICH

Il palazzo della Secessione (1897-98),

Palazzo costruito appositamente per la secessione

Forme geometriche riconoscibili


fregio di foglie d’orate
portale con sopra 3 teste realizzate da Klimt,ciascuna simbolo delle tre arti: architettura, pittura e scultura

Luogo che incarna il culto dell’arte in se e che riflette atteggiamento estetizzante


Opera d’arte totale – si modifica concezione di allestimento
tutto è finalizzato alla contemplazione dell’arte

KLIMT

Gustav Klimt nasce nel 1862 a Baumgarten, un sobborgo di Vienna. Il padre è un orafo incisore e la madre è
una mancata cantante lirica
1876 Gustav entra a far parte della Scuola d’arti applicate del Museo dell’Arte e dell’Industria di Vienna,
dove ha modo di imparare le tecniche del mosaico, della lavorazione dei metalli e assimilare le tecniche
degli stili decorativi propri di epoche e culture diverse, e poi il corso di pittura, fondamentale
“Di me non esiste alcun autoritratto. Non mi interessa la mia persona come “oggetto di pittura”, mi
interessano piuttosto le altre persone, ma più ancora le altre forme … Chi vuole sapere di più su di me, cioè
sull’artista, osservi attentamente i miei dipinti per rintracciarvi chi sono e cosa voglio.”

(G. Klimt, Per un autoritratto inesistente)

Sensualità, minaccia, sogno, inconscio, coscienza – temi prevalenti arte klimtiana

Bellezza anticlassica
piacere come via di fuga dalla vita e dalla sofferenza – visione salvifica dell’arte – SCHOPENHAUER

Nuda veritas (1898 e 1899)

moderna Afrodite; il serpente, che scivola tra i suoi piedi, può intendersi come un simbolo di saggezza, ma
anche del peccato di Eva.

Sguardo delle donne è superiore, da una parte gatta morta dall’altra affascinante

Specchio rivolto verso l’osservatore come invito a mostrarsi per com’è realmente

da una parte una dichiarazione dell’arte stessa che, quando è vera, esprime senza timore anche ciò che
tutti nascondono o rifiutano

In alto citazione

prima versione - da Schiller:


"Non puoi piacere a tutti con le tue azioni e la tua arte; appaga i pochi. Piacere a molti è male"

seconda versione- dA L. Schefer: "Verità è fuoco, verità vuol dire illuminare e bruciare."
perde gran parte della sua carica sensuale, grazie soprattutto alla sobrietà con cui il segno definisce i
contorni della figura e la decorazione del fondo, che alterna le campiture bianca e nera.

Filosofia Medicina e
Giurisprudenza per Università
(1899-1907)

Nel 1892 Klimt è segnato dalla morte del fratello Ernst e del padre. In questo periodo elabora il progetto
per la decorazione dell’Aula Magna dell’Università

un inquietante intreccio di figure fluttuanti, accanto alle quali aleggiano misteriosamente due volti
femminili, che personificano il Sapere e l’Enigma del Mondo.

Il dipinto, il cui carattere simbolista era in piena sintonia con gli sviluppi dell’arte europea

Celebrazione della razionalità resa però facendo riferimento a immagini frutto dell’inconscio

FILOSOFIA- visione nichilista della filosofia, corrodeva la fiducia nell’idea di un progresso razionale,
capace di spiegare ogni aspetto della realtà. In risposta alle accuse di bruttezza e di ignoranza, i membri
della Secessione pubblicarono un articolo a firma collettiva su “Ver Sacrum” in difesa della libertà creativa,
sostenendo indignati che “la mera intelligenza non conduce in alcun modo all’arte, la scienza può
comprendere razionalmente, nell’opera d’arte ci si può solo immedesimare”.

MEDICINA- visione non scientifica della medicina


Klimt, in maniera analoga a Freud, sottraeva ai viennesi le certezze della scienza, la garanzia che la realtà
fosse comprensibile e governabile, per gettarli in un cosmo regolato da forze ignote e oscure.

GIURISPRUDENZA- condanna all’ “espressione più nobile e rispettata della cultura austro-liberale”,

ovvero la legge
simboli della Verità, della Giustizia e della Legge sono relegati nella parte alta e pietrificati in un mosaico
bizantino.

Da questo momento le autorità presero apertamente posizione contro l’arte progressista

Ventuno artisti crearono, con materiali diversi, una sorta di edificio sacro, al centro del quale vi era la statua
di Klinger affiancata da due cappelle laterali. In una di queste era sistemato originariamente il Fregio di
Beethoven di Klimt, una personale interpretazione della Nona Sinfonia.
Fregio di Beethoven (1902), Polimaterico

Arte salva l’uomo perché lo conduce in un mondo ideale dove può trovare gioia felicità e amore

Prima parte lunga di fronte all’ingresso - L’Anelito alla felicità. Le sofferenze della debole umanità. Le sue
preghiere alle forze esterne. Compassione ed Orgoglio quali forze interiori che spingono il forte cavaliere
armato a intraprendere la lotta per la felicità.
Parete più stretta - Le forza ostili. Il gigante Tifeo contro il quale perfino gli dei hanno combattuto invano. Le
sue tre figlie, le Gorgoni: Malattia, Follia, Morte. Lussuria, Impudicizia, Intemperanza, Accidia. Gli aneliti e i
desideri dell’umanità volano al di sopra di loro.
Seconda parete lunga - L’anelito alla felicità si placa nella Poesia. Le arti ci conducono in un regno ideale, in
cui possiamo trovare la pura gioia, la pura felicità, il puro amore. Coro degli angeli del paradiso “Gioia,
meravigliosa scintilla divina”, “Questo bacio al mondo intero”.

fregio orizzontale continuo in cui prevale il vuoto compositivo, e solo collegati visivamente dagli "spiriti
onirici", nude figure femminili in ondeggiante volo, quasi come notazioni di uno spartito musicale.

arte, prodotto dell’uomo geniale, è strumento di liberazione, è catartica perché attraverso essa l’uomo
giunge alla contemplazione dell’essenza della vita. Espressione suprema dell’arte è la musica in quanto
rivelazione immediata della verità - SCHOPENHAUER
Giuditta I (1901) Giuditta II (1909),

Prima versione -
oro che ammorbidisce la crudeltà della donna che è però cattiva – dominatrice-
colei che ha fatto uccidere Giovanni Battista

espressione languida e un po’ ambigua e una pennellata dal tratto vibrante


alternata a numerosi inserti d’oro, il risultato è quello di trovarci di fronte non
all’eroina biblica, ma ad una ammaliatrice perversa. La testa di Oloferne
appena si nota, nell’angolo in basso a destra, così come sembra un dettaglio
secondario anche nella seconda versione dell’opera,

grande seduttrice crudele che conduce alla morte il proprio amante

mani della prima meno artigliose della seconda

seconda versione -
cerchietti e rettangolini come simboli ell’atto sessuale – cerchio donna,
rettangolo uomo
dominio della linea ondulata e nervosa, come nervose sono le mani che
affondano nel vestito e nei capelli del decapitato
La figure è posta di scorcio, ma il senso del volume viene annullato dai disegni
geometrici piatti dell’abito e del fondo.
La sostituzione della corporeità con la molteplicità delle sensazioni, è la
negazione assoluta del corpo, ossia l’erotismo. Alla sacralità dell’azione, si
sostituisce quella dell’io

Nel 1906, il gruppo Klimt si dissocia dalla Secessione e fonda il Kunstschau


l’anno successivo conosce il giovane Schiele suo ammiratore
Inizio periodo d’oro

astratta superficie ricca di tasselli colorati e di decorazioni auree,


del corpo di Adele sopravvivono solo le mani e il volto, quasi soffocati dal
bagliore e dalla piattezza di ciò che sta intorno

Ritratto di Adele Bloch-Bauer I (1907)

Il bacio (1907-08),

bacio, rappresentazione simbolicamente dell’unione tra uomo e donna.

Priva di qualsiasi dettaglio realistico, scena eternata in una dimensione quasi magica, creata dall’oro,
applicato direttamente a foglie sulla tela

Nell’abbraccio Klimt vuole esprimere “il potere risanatore dell’eros e dell’arte”.

Lui cerca di nascondere la superiorità della donna nel rapporto e nonostante metta l’uomo sopra di lei e lei
in ginocchio è comunque lei a detenere il potere

ESTETISMO
Vita dissoluta non come i simbolisti ma all’interno della aristocrazia perché trova come risposta al crollo
degli ideali il culto del bello e del piacere
Dimostrazione per assurdo dell’insufficienza della razionalità- ecco cosa accadrebbe se ci si accontentasse
delle apparenze..
Collezionismo come placebo

D’ANNUNZIO 1863-1938

CONTESTO STORICO
1870 - breccia di porta pia/ roma capitale
Periodo post unità e prima guerra mondiale
VITA
1863 nasce a Pescara
1879 primo vere – raccolta di poesie
1881 va Roma interrompe lo studio
1889 scrive il piacere
Va a Napoli per scappare ai creditori e scrive l’innocente
A Venezia conosce Eleonora Duse
1904 pubblica le Laudi libro che contiene raccolte di poesie di cui la terza è Alcyone
1910 va in Francia come esilio autoimposto e rafforza dandyismo perché incontro diretto coi decadenti
1915 torna in Italia per la guerra – a differenza dei decadenti lui era inerventista
Beffa di buccari 10-11 febbrai0 1918
Volo su Vienna con volantinaggio propagandistico
1919 – 1920 Presa di Fiume
Dopo le imprese si trasferisce al Vittoriale – villa museo dove resterà fino alla morte nel 1938 mantenuto
dal partito

MODELLO DI VITA e POETICA


-edonismo: culto del piacere
-superonismo: visione aristocratica del mondo, tutto ciò che afferma mette in pratica
-panismo: fusione dell’uomo nella natura con l’anima
Culto della parola, della forma che diventa contenuto parola stessa
Imprese da superuomo ma perché poeta vate- poeta come uomo esemplare/ ideale – immagine sfruttata
da Mussolini

Culto della parola- ne inventa di nuove, neologismi


– vigili del fuoco, automobile, Rinascente, Oswego ( lavora come pubblicitario)
Estetismo della forma anche nelle immagini – naturali – he

OPERE

- Piacere

Ambientato a Roma – città ideale/ Londra x WIlde


Andrea Sperelli, in attesa di Elena muti
Alla fine lei arriva e gli dice che sta con un altro lo lascio
Flashback su Maria Ferres con cui durante un rapporto pronuncia il nome di Elena
Perde anche Maria

Attesa tema principale, narrazione introspettiva con centrali dettagli estetici


opera che rispecchia la presa di consapevolezza che il godimento delle donne non basta- punta alla
grandezza di sè

Primo Vere

-Palude
Luogo di morte, richiamo alla malattia fisica e spirituale
Palude della maremma toscana- luogo di perdizione in cui era morta anche Pia dei Tolomei nella Divina
Commedia
Titolo, ambiente e descrizione che richiamano immaginario decadente – vermi di Baudelaire
Scritto in distico – coppie di due versi – elagici – esametro+ pentametro – forma
classicheggiante/tradizionale (Carducci suo maestro)

Luogo dove anche l’elemento vitale dell’acqua è putrido – palude della letteratura italiana di quegli anni-
ristagna, immobile
Descrizione del luogo e dei suoi abitanti – condizione di putrefazione che si conclude in odio che inquina
anche gli animi della gente

in quella nota stanca tu senti tremare il disìo Canto degli uccellini e dei contadini pervaso di una
d'una soave speme che a poco a poco muore. speranza morente, spenta

Qui tra l'erbaccia densa, tra i pallidi fiori, su l'acque


le serpi strisciano, s'attorcon sibilando; Allitterazione s

e, maligno qual serpe, da' petti immiti trabocca


l'odio gigante: le bestemmie scoppiano,
Tuttavia nel clima sconsolato del tutto il vento irrompe
mentre l'augure vento tra l'arse alberelle e le spiche, invitando alla ribellione- forse non è tutto
-Surgete, o genti! - sembra talor che frema. predeterminato

le Laudi

Dovevano comprendere sette libri - tanti quanti le stelle della costellazione Pleiadi
1903 pubblica i primi tre (tra cui Alcyone)
1912 “ “ il quarto
1933 “ “ il quinto
Ultimi due mai pubblicati
richiamo a San Francesco come espressione della sua visione panteista

Alcyone (stella centrale, la più luminosa)

Poesia dell’età matura


Scorrere delle stagioni in modo ciclico – eterno ritorno Nietzsche/ buddhismo, samsara – da uomo a natura
e viceversa - tributo metamorfosi di Ovidio anche se non in negatuvo – la metamorfosi è lo scopo
Ambizione di fondersi con il cosmo, deriva dalle metamorfosi di Ovidio

-sera fiesolana
Crepuscolo( più un’atmosfera che una situazione) , che il poeta ammira con la donna amata

fresche le mie parole ne la sera


Echi e allusioni alla tradizione letteraria - Petrarca
ti sien come il fruscìo che fan le foglie
del gelso ne la man di chi le coglie

S francesco – laudi
Laudata sii pel tuo viso di perla,
o Sera, e pe’ tuoi grandi umidi occhi ove si tace
l’acqua del cielo!

su i gelsi e su gli olmi e su le viti Anafora e ..


e su i pini dai novelli rosei diti
che giocano con l’aura che si perde,
e su ’l grano che non è biondo ancóra
e non è verde,
Esaltazione di profumi e odori della sera
e su ’l fieno che già patì la falce
e trascolora,
e su gli olivi, su i fratelli olivi
30che fan di santità pallidi i clivi
e sorridenti.

Laudata sii per le tue vesti aulenti,


o Sera, e pel cinto che ti cinge come il salce
il fien che odora!

e ti dirò per qual segreto


le colline su i limpidi orizzonti
s’incùrvino come labbra che un divieto
chiuda, e perché
le faccia belle
Segreto immanente alle colline che è ciò che le rende
oltre ogni uman desire nuove e consolatorie ogni sera, amabili ogni sera con più
forza
e nel silenzio lor sempre novelle
consolatrici, sì che pare
che ogni sera l’anima le possa amare
d’amor più forte.

attesa come forma di piacere – momento della giornata


Laudata sii per la tua pura morte, che è bello perché allusivo di una dimensione ulteriore
La lirica si spegne con la comparsa delle stelle
Sera, e per l’attesa che in te fa palpitare
le prime stelle!

-la pioggia nel pineto

Taci. Su le soglie
del bosco non odo
parole che dici
umane; ma odo Fusione con la natura
parole più nuove Voce come suoni della natura
che parlano gocciole e foglie
lontane.

Ascolta. Piove
dalle nuvole sparse.
Piove su le tamerici
salmastre ed arse, La pioggia detta il ritmo della poesia
piove su i pini Ripetizione di pioggia come gocce che cadono
scagliosi ed irti,
piove su i mirti
Estremizzazione della foresta di simboli di Baudelaire – solo che ciò che
divini,
è simbolico è il suono stesso non un contenuto che allude ad altro
su le ginestre fulgenti
di fiori accolti,
su i ginepri folti
di coccole aulenti,
piove su i nostri volti
silvani,
piove su le nostre mani
ignude,
su i nostri vestimenti
leggieri,
su i freschi pensieri
che l'anima schiude
novella,
su la favola bella
che ieri poliptoto
t'illuse, che oggi m'illude, L’amore è solo un momento della realtà ciclica
o Ermione. Rimanere legati ad una donna è una fregatura perchè la sua bellezza
decade
Odi? La pioggia cade
su la solitaria
verdura
con un crepitío che dura
e varia nell'aria Valore dei suoni – ripetizione di ascolta, suoni
secondo le fronde
più rade, men rade.
Ascolta. Risponde
al pianto il canto
delle cicale
che il pianto australe
non impaura,
nè il ciel cinerino.
E il pino
ha un suono, e il mirto
altro suono, e il ginepro
altro ancóra, stromenti
diversi
sotto innumerevoli dita.

Ascolta, ascolta. L'accordo


delle aeree cicale
a poco a poco
più sordo
si fa sotto il pianto
che cresce;
ma un canto vi si mesce
più roco
che di laggiù sale,
dall'umida ombra remota.

Più sordo e più fioco Continue ripetizioni


s'allenta, si spegne.
Sola una nota soprattutto di odi, ascolta e immagini legate al suono
ancor trema, si spegne,
risorge, trema, si spegne.
Non s'ode voce del mare.
Or s'ode su tutta la fronda
crosciare
l'argentea pioggia
che monda,
il croscio che varia
secondo la fronda
più folta, men folta.

Ascolta.
Perde senso dello spazio e del tempo
La figlia dell'aria
è muta; ma la figlia
del limo lontana,
la rana, Figlia di Elena – donna più nella dell’epoca greca
canta nell'ombra più fonda,
chi sa dove, chi sa dove!
E piove su le tue ciglia,
Ermione.

Piove su le tue ciglia nere


sì che par tu pianga
ma di piacere; non bianca
ma quasi fatta virente, Similitudini
par da scorza tu esca. Metamorfosi che si fa sempre più completa
E tutta la vita è in noi fresca
aulente,
il cuor nel petto è come pesca
intatta,
tra le pàlpebre gli occhi
son come polle tra l'erbe,
i denti negli alvèoli
con come mandorle acerbe.

E andiam di fratta in fratta,


or congiunti or disciolti
(e il verde vigor rude
ci allaccia i mallèoli
c'intrica i ginocchi)
chi sa dove, chi sa dove!
E piove su i nostri vólti
silvani,
piove su le nostre mani
ignude,
su i nostri vestimenti
leggieri,
su i freschi pensieri
che l'anima schiude All’apparir del vero tu misera cadesti
novella, Lirica che comincia così come è iniziata – movimento circolare intorno al
su la favola bella tema dell’amore, della natura e dell’illusione
che ieri
m'illuse, che oggi t'illude,
o Ermione.

OSCAR WILDE 1854-1900

LIFE
- Born from a doctor in Dublin –baptized twice, catholic and Anglican ( HEANY)
- Studied in Oxford where he met aestheticism and become a dandy
- Became immediately famous as he came from a wealthy family
- Gets married but is actually homosexual and gets in prison because the father of his lover Douglas
denounce him for sodomy – three process of Oscar Wilde

De profundis (epistola: in carcere et vinculis) 1898

From salmo 130 – the one you recite when confessing


In Clapham junction on a pillary- not pedestal – to be laughed at by the crowd
Cried for a year everyday at that same time – if you don’t cry in prison it’s because your heart is hard
Mistake- appealing to society laws for protection while yu don’t abide them – no forgiveness – you can’t
trust of people who believe in pedistals

- After prison he goes to France in exile

- Life as a work of art – aestheticism


Art pour art

the Picutre of Dorian Gray 1890

Preface
manifesto of Aestethicism
series of quotes – mosaic of witty sentences –
on ART- useless, no hidden message but surface and symbol
CRITICS - that find in art what actually is in themselves- unattainable as it’s always autobiographical
and ARTISTS- creator of something beauty

Plot (chapter 2)

After about a quarter of an hour Hallward stopped painting, looked for a long time at Dorian Gray, and then for a long
time at the picture, biting the end of one of his huge brushes and frowning. “It is quite finished,” he cried at last, and
stooping down he wrote his name in long vermilion letters on the left-hand corner of the canvas.
Lord Henry came over and examined the picture. It was certainly a wonderful work of art, and a wonderful likeness as
well.
“My dear fellow, I congratulate you most warmly,” he said. “It is the finest portrait of modern times. Mr. Gray, come
over and look at yourself.”
The lad started, as if awakened from some dream.
“Is it really finished?” he murmured, stepping down from the platform.
“Quite finished,” said the painter. “And you have sat splendidly to-day. I am awfully obliged to you.”
“That is entirely due to me,” broke in Lord Henry. “Isn’t it, Mr. Gray?”
Dorian made no answer, but passed listlessly in front of his picture and turned towards it. When he saw it he drew
back, and his cheeks flushed for a moment with pleasure. A look of joy came into his eyes, as if he had recognized
himself for the first time. He stood there motionless and in wonder, dimly conscious that Hallward was speaking to
him, but not catching the meaning of his words. The sense of his own beauty came on him like a revelation. He had
never felt it before. Basil Hallward’s compliments had seemed to him to be merely the charming exaggeration of
friendship. He had listened to them, laughed at them, forgotten them. They had not influenced his nature. Then had
come Lord Henry Wotton with his strange panegyric on youth, his terrible warning of its brevity. That had stirred him
at the time, and now, as he stood gazing at the shadow of his own loveliness, the full reality of the description flashed
across him. Yes, there would be a day when his face would be wrinkled and wizen, his eyes dim and colourless, the
grace of his figure broken and deformed. The scarlet would pass away from his lips and the gold steal from his hair.
The life that was to make his soul would mar his body. He would become dreadful, hideous, and uncouth.
As he thought of it, a sharp pang of pain struck through him like a knife and made each delicate fibre of his nature
quiver. His eyes deepened into amethyst, and across them came a mist of tears. He felt as if a hand of ice had been laid
upon his heart.
“Don’t you like it?” cried Hallward at last, stung a little by the lad’s silence, not understanding what it meant.
“Of course he likes it,” said Lord Henry. “Who wouldn’t like it? It is one of the greatest things in modern art. I will give
you anything you like to ask for it. I must have it.”
“It is not my property, Harry.”
“Whose property is it?”
“Dorian’s, of course,” answered the painter.
“He is a very lucky fellow.”
“How sad it is!” murmured Dorian Gray with his eyes still fixed upon his own portrait. “How sad it is! I shall grow old,
and horrible, and dreadful. But this picture will remain always young. It will never be older than this particular day of
June. . . . If it were only the other way! If it were I who was to be always young, and the picture that was to grow old!
For that—for that—I would give everything! Yes, there is nothing in the whole world I would not give! I would give my
soul for that!”

– FAUSTIAN PACT, Goethe 1830 (double revelation- of his beauty and its brief life)
Thought the narrator is external it’s intrusive – aware of dorian’ feelings
In this way you follow the evolution of the characters while always having the possibility to add another
point of view
Synesthetic images

HISTORICAL CONTEXT

the late VICTORIAN AGE


Victorian compromise
- Reform bill 1832- 67- 84 – enlargement of the suffrage
- Poor law amendament act 1834– fight against poverty
- Colonialism ( Africa e India- Indian Mutinity 1857
- Trade union act 1875 - sindacati

STEVENSON

VITA
Scottish
heir of Walter Scott – gothic and at the same time historical novels’ writer – he wrote Scottish trilogy
goes to France and Usa for a girl that in the end becomes his wife and with which he comes back to
scotland

Dr Jekyll and Mr Hyde 1886

- Long short story - published on newspaper that in those same years were writing about crime facts
(snweeney todd, jack the riper) – his novel is appreciated as he repropose that same structure
- Page-turning book – read the book all at once
- theme of the doppelganger/ double-face
- modern structure – 3 subsequential narrators :
(different from Wilde as any of the narrators don’t know what’s happening )
-Mr Utterson (external) – jekyll’s lawyer that takes care of his testaement in which he leaves
everything to mr hyde , and that gets souspicious when he sees that Jekyll paid a woman attaked by
hyde not to sue him
- Ut. Investigates on Hyde and discovers he lives in the back side of the house in which J. Lives –
finds j that tells him he won’t be around – stop to take the potion – but actually can’t as he is
wicked
-Dr Lanyon(internal) – j friend to which he asks for help but that in the end he kills
-utterson goes in j lab and find h dead with letter
-Jekyll -confessional letter- key to comprehend the whole novel as it explains the spell
. salt able to separate the bad part of you from the good side- when he is evil he is small, ugly but
young and strong
. becomes addicted but hyde gets stronger- he must continue to take it in order to survive
.testament for hyde as he is scared he won’t be able to turn back to be Jekyll no more – too weak
.dies as moment of conscience during the transformation in which he kills himself – hyde- but with
who Jekyll dies too of course
- chapter 10
And yet when I looked upon that ugly idol in the glass, I was conscious of no repugnance, rather of a
leap of welcome. This, too, was myself. It seemed natural and human. In my eyes it bore a livelier
image of the spirit, it seemed more express and single, than the imperfect and divided countenance,
I had been hitherto accustomed to call mine.

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