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Rodin si dedica anche a scene molto erotiche e basate sulla sensualità, una delle sue
sculture più famose è il pensatore (ispirato ad una statua di Michelangelo), posto su
un timpano di forma rettangolare (boh credo aaaaaAAA)
Sono quasi inglobati nella pietra, non si capisce quale sia la materia che li risucchia o
se stiano uscendo o entrando (anche questa scultura ispirata a Michelangelo, che
dopo aver rappresentato la perfezione della pietà e del David volle scolpire ciò che è
intrappolato nella materia e non riesce ad uscire, dando un’idea di lotta e
dinamismo)
Ecce per (ecco il bambino), fatto per il suo committente, che voleva una
rappresentazione del figlio e si ritrovò una statua talmente brutta da sembrare mia
nonna nella sala funebre prima di venire cremata
Poi boh c’è una figura umana fatta abbastanza da schifo in cui è incluso anche un
contesto che non viene ben precisato.
Dal 1861, soggiorni a Parigi. Accademia Suisse, allaccia con tanti artisti ma se dipinge
è in solitaria
Colori cupi
1874, Cézanne espose alla mostra degli impressionisti, il proprio dipinto “la casa
dell’impiccato”.
Cézanne utilizza pennellate pastose, ma gli interessa trovare la struttura data dal
volume presente in ogni forma, dunque differisce dagli altri impressionisti, creando
una celata composizione geometrica.
Si dedicò ampiamente alle nature morte, tentando di dar loro una volumetria, una
prospettiva differente, ragionandoci maggiormente degli impressionisti, che
dovevano perlopiù cogliere l’essenza di un soggetto, e non analizzarlo.
Dipinse molte bagnanti e tantissime versioni del mont saint victoire, nel sud della
Francia.
Georges seurat
“Una domenica pomeriggio alla Grande-Jatte”, 3mx2m. Ha fatto parte
dell’impressionismo, ma gli impressionisti hanno ognuno il proprio taglio nonostante
abbia sfruttato le caratteristiche di base. sono rappresentate persone di ogni ceto
sociale. A differenza degli impressionisti, spurga crea un’evoluzione nella tecnica
impressionista, interessandosi al colore: non mescola i colori, li tiene separati
accostandoli sulla tela come fossero puntini. Ciò segna il passaggio al neo-
impressionismo, o puntinismo, perché le pennellate pastose e visibili solo da lontano
dei quadri impressionisti vengono sostituite da accostamenti di colori che vengono
percepiti dai nostri occhi in modo differente, anche avvicinandosi molto al quadro
(se ci si avvicina troppo a due quadro impressionista, non si comprende cosa si sta
vedendo).
Spesso, in questo dipinto, Seurat ironizza sulla borghesia parigina, con la sua rigidità
e freddezza (vicini ma lontani) ed i suoi vestiti bizzarri.
Paul Gauguin
Era un girovago. Fin da piccolo viaggiò ovunque, ad esempio in Perù. La sua pittura
non ricorda l’impressionismo nonostante sia stata una fase della sua vita. Egli si
stacca da Parigi e dall’impressionismo, poiché è alla ricerca di luoghi e mete
incontaminate, non incastrate in progresso, tecnologia… cerca la purezza, e la trova
nel nord della Francia, per poi imbarcarsi nel pacifico, ad Haiti ed altre isole, dove
conosce la cultura maori. Rappresenta perlopiù persone maori/indigene, dalla
carnagione scura, il naso piatto, le labbra prominenti… vengono ritratte nude,
poiché Gauguin auspica un ritorno alla nudità come sinonimo di purezza. Anche nei
luoghi ai margini della terra il progresso è arrivato, però, e lo attestano i dipinti di
Gauguin, che tormentato continua a cercare.
Uno de primi dipinti di Gauguin raffigura delle donne Hamish della Bretagna, si
chiama “la visione dopo il sermone”. Le donne concentrano la loro visione ed hanno
tutte la stessa: in una nuvola piatta e rossa (Gauguin utilizzava colori piatti e forti,
contrapponendo realtà ed immaginazione), vedono degli uomini lottare con gli
angeli
L’enorme opera finale di Gauguin, da leggere da sinistra verso destra, si chiama “da
dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo?”, racconta di come le persone nascano,
crescano, si diano d fare per riflettere ed organizzare la propria vita, oppure vivono
alla giornata, (alcuni soggetti si muovono, lavorano, colgono frutta…)
I colori principali sono il blu, l’ocra, il verde, utilizzati in modo poco naturalistico, il
dipinto è piatto.
Il secessionismo
Fine 1800-primi 1900
Città interessate quelle dell’impero asburgico (ciò che ne resta): Berlino, Monaco,
Vienna.
Franz von stuc (?) che rappresenta Eva in modo sensuale, pare una femme fatale
attorniata da un serpente, rappresentazione del male.
Poi c’è autoritratto con scheletro, di non so chi, l’artista si rappresenta con duplice
modo, la morte è sempre presente
Gustav Klimt
viennese, rappresenterà la secessione nel modo più appropriato. Vienna, in quel
periodo, stava prendendo il posto di Parigi in fatto di modernità: ha una posizione
favorevole per i commerci e sta diventando una città moderna, ricca di stimoli ed
artisti (Beethoven avrà qui i natali). Vienna sarà resa moderna anche grazie al piano
regolatore ed al ring strasse (dal punto di vista dev’urbanistica), era la città più
vivace e fervida.
Glia artisti, negli anni 1890-1895-1898, utilizzavano una rivista da loro creata, di
nome “ver sacrum” (primavera sacra) per parlare di loro idee, pensieri, facendosi
conoscere tramite la propaganda. Avevano bisogno anche di uno spazio espositivo,
dunque fecero costruire un “padiglione secessionista” da Joseph maria olbrich, che
lo realizzò grazie alle indicazioni di Klimt, che stava divenendo una personalità
importante e coinvolgente. Il padiglione era sviluppato in orizzontale, aveva le pareti
lisce e la scultura all’esterno era metafora del classicismo e del suo superamento.
Erano poste anche delle Borboni, a rappresentare pittura, scultura ed architettura.
Vi è anche la solitudine
Oltre alle capigliature voluminose, alle caratteristiche prominenti eccetera, gli sfondi
sono luminosi, con tante applicazioni di perle e gemme varie. Venne applicata anche
la foglia d’oro, che tramite la sua applicazione dà un riverbero come se fosse stato
utilizzato per ricoprire la struttura l’oro. Klimt ne fa una sua caratteristica.
“la nuda verità”: periodo secessionista di Klimt, in cui domina il simbolismo: lo
sfondo, nonostante richiami agli impressionisti con pennellate che richiamano
l’acqua, fa da panorama ad un dipinto completamente diverso: la verità, nuda e
sincera, tiene in mano uno specchio puntato verso lo spettatore, e sprona l’uomo a
cercare la verità. Un poco rassicurante serpente ai suoi piedi rappresenta la
menzogna che s’insinua nella vita.
Giuditta”, donna che viene rappresentata come una femme fatale, uccise Oloferne
per proteggere il proprio popolo, la donna che tiene in mano la testa mozzata del
condottiero. Giuditta è molto vicina al realismo/naturalismo, pare una donna vera.
Lo sfondo risulta piatto, bidimensionale e poco realistico, decorativo, stilizzato e
geometrizzato.
Mosaico, specie a Ravenna (mosaici ravennati), Klimt li conobbe nei suoi viaggi e ne
restò folgorato, ricevendo un’ispirazione singolare: quell’oro che creava
un’illuminazione particolare darà origine al suo periodo AUREO (=dorato).
“Il bacio” è una delle sue opere maestre. Nel formato quadrato, spesso seguito da
Klimt, non c’è una proporzione assoluta, le figure paiono sviluppate in verticale. La
donna è in ginocchio, cinta dal suo uomo che la bacia in modo appassionato e
delicato. L’oro è sui vestiti e sullo sfondo, togliendo gli incarnati si vede solo una
stupenda composizione di colore e forme.
Donna infagottata nel kimono con sfondo di samurai che lottano (una delle sue
modelle-amanti)
JAMES ENSOR
Pittore belga.
Vi è presente anche Gesù con una tripla aureola: inserito in un contesto molto
gremito, quasi da renderlo invisibile. Modo del pittore di reinterpretare in chiave
ironica e blasfema una realtà religiosa (ingresso di Gesù a Gerusalemme tipo)
contestualizzata in una situazione ricca di ironia e sarcasmo.
L’uomo inserisce figure importanti tra persone per nulla rassicuranti e positive, un
po’ inquietanti: maschere, pagliacci, scheletri (elemento preferito dell’autore)
personaggi sinistri.
Ensor era un solitario quasi per obbligo, era spesso criticato e messo ai margini per
via della sua smaccata critica nei confronti della società tramite la sua arte.
Due scheletri che si contendono l’aringa affumicata: presenti due teschi vestiti.
Dipinti delle pennellate grosse, diverso dall’impressionismo.
Siamo nei primi anni del 1900, va ancora tutto bene, la società risponde con molta
positività e pensieri rosei, ma incombe la prima guerra mondiale, quiete prima della
tempesta.
Edvard Munch
Dipinse il celeberrimo “l’urlo”: dipinto oppressivo, Munch parte dall’utilizzo di una
tecnica senza campire, sfumature o prospettiva. Sceglie delle linee ondulate ed
oblique che destabilizzano la percezione. Il soggetto principale è una figura,
potrebbe essere un autoritratto di Munch che però assomiglia ad uno scheletro
sottile e sproporzionato.
Munch scrive “ho sentito un grido attraversare la natura” a proposito del dipinto.
Il dipinto rivela il disagio della natura umana che si ripercuote fino allo spettatore,
oppure un urlo che parte dallo stesso Munch, che fa uscire da sé un disagio interno,
sconvolgendo la natura ed il cielo. Esso è tinto di sangue, non è un tramonto caldo
ed avvolgente, bensì macchiato di sangue.
Munch sin da piccolo dovette convivere con una serie di lutti, come la morte della
madre e della sorellina, e malattie di altri parenti.
Il Divisionismo (Italia)
Questo dipinto è creato nell’ultimo periodo del 1800, siamo in Italia, dove quel
simbolismo che aveva caratterizzato Gauguin (Francia), Böcklin e Klimt si sposta a
Gaetano Previati, artista in opposizione a Munch.
Il titolo si ispira al proletariato, ceto povero (tinte utilizzate nella tonalità della terra)
che ha solo la prole.
Pare essere il primo sciopero della storia, ed i proletari avanzano verso la luce,
emergendo da un campo immerso in una cecità. I proletari vogliono lasciarsi alle
spalle le assenze di regole e diritti, andando verso il progresso e la positività,
migliorando le vite.
Il dipinto diviene il manifesto sociale dei lavoratori, un po’ come “la libertà che guida
il popolo”
Siamo a Parigi, durante l’esposizione del 1889 grande fermento a Parigi in quel
periodo, risponde cercando di abbellire tutto l’arredo urbano. Affida a Guimard
(ghimar) che viene chiamato stile metropolitano, si occuperà di riprendere l’arredo
urbano per riprendere vita urbana. Ghisa, vetro ferro. Non ce linea retta, tutto
affidato a linea curva, morbida che ricordano la natura.
Questa arte non e una prerogativa esclusiva di Parigi perché si sviluppa anche nel
resto dell’Europa, Vienna —> stile di ricercatezza, eleganza, richiamo al mondo della
natura oro metallo, linee sinuose flessuose, si va a dare importanza all’impiantistica
e alla utilità.
Otto Wagner metropolitana. Adolf Floos predilige la forma quadrata, richiama l’idea
di una colonna, 4 colonne doriche e un basamento
Tra i suoi soggetti più famosi sono albero della vita, abbraccio e attesa —> presente
nell’edificio dell’architetto Stocklet.
GAUDI
Casa milà
Mila e una famiglia che richiede a gaudi di creare una casa per loro. Ribattezzata
come cedrerà —> pietra idea della trasformazione di tutto l’ambiente roccioso sul
mare.
Casa batlló
Sagrada familia
Portata a termine solo con i soldi dei fedeli. Si presume che al 26 la cattedrale verra
finita.
Tutto deve ostentare eleganza, mondo animale, figure femminili, sirene. Bronzo,
oro, avorio, smalto rame, vetro