Sei sulla pagina 1di 30

DISPENSE

Una lettera indirizzata da Tiziano a Filippo d’Asburgo, futuro re di Spagna, 1*11 ottobre 1552, entravano per
la prima volta nella lingua italiana la parola, e insieme ad essa, il concetto di “paesaggio”
cos'era il paesaggio per Tiziano?
la parola segnala almeno la presa di coscienza dell'introduzione della dimensione estetica nel mondo naturale
Per tutto il Trecento, e ia prima metà del Quattrocento, nel Veneto, quasi non esistono aperture paesistiche
nei dipinti,
Prima del nuovo, termine tizianesco l'ambiente naturale era “paese” e gli artisti dipingevano “quadri di paesi”,
cioè degli spazi, dei luoghi, considerati sotto il profilo delle loro caratteristiche fisiche e ambientali:
Venezia organizzazione civile migliore → spinta economica nuovo amore per l'ambienti

GIOVANNI BELLINI
Inizia con una produzione religioso, poi affronta x esempio la natura umana divinizzata della vergine.
Rendere figura + vicina al sentire e all'esperienza comuni e la colloca nell'ambiente naturale
MA
la natura resta confinata dietro, il suo valore non andando oltre quello del bellissimo fondale. In questo
senso, caricandola ciascuno delle proprie valenze sentimentali, la usano alcuni fra i migliori allievi e seguaci
di Bellini: da Basaiti attratto da qualche aspetto di selvatichezza del paese, a Cima da Conegliano che con
amore della sua terra lontana ne riproduce l’immagine caratteristica, ad Andrea Previtali innamorato della
magia dell’ora e delle stagioni.

GIOVANNI BELLINI si ispira all'Orazione nell'orto del Mantegna


NE FA UNA REVISIONE → intrisione luminosa del primo cielo d’alba nella pittura veneziana, facendo
partecipare l’ambiente alle emozioni dei protagonista

I MANTEGNA - II BELLINI
Quando il processo di distacco dallo stile di Mantegna è del tutto compiuto, fra il 1475 e il 1480, Bellini crea
due straordinari capolavori
- San Francesco in estasi

- Trasfigurazione di Cristo

In entrambi, il mondo dovrebbe essere quello selvaggio delle solitudini fuori dei centri abitati, MA alla zona
incolta succede inevitabilmente il coltivo dei borghi fortificati.
Bellini non mostra di avvertire la bellezza della natura selvatica, a causa della consapevolezza delle insidie
nascoste in un mondo non addomesticato
=> Anche nell’inospitale asprezza ddl'eremitaggio di san Girolamo, nella tavola della National Gallery di
Washington, a prevalere è l’idea di una sorta di contraltare della vita cittadina,

OPERE DI QUESTA PAGINA (immagini):


Andrea Mantegna, Orazione nell’orto, t
Giovanni Bellini, Orazione nell’or/o
Giovanni Bellini, San Francesco in estasi,
Giovanni Bellini, Trasfigurazione di Cristo,

CARATTTERISTICHE DELL'ARTISTA::
- Interesse per la pittura fiamminga (Bellini)
capacità di
- rappresentare la brillantezza dell’aria
- la nitidezza delle distanze
- la piena dei sentimenti
=> cose che, tramite il suo esempio, divennero presto comuni fra tutti i pittori della laguna.
---
500, sentimenti e poesia lirica
Nel 500 si parla di piena di sentimenti, spicca la poesia lirica: I boschetti, le radure, alberi e rivi, colli e prati
sono per essa scenario ideale
il gusto e le attese della poesia determinano almeno un clima da cui germina una modificazione nei modi di
vedere il paesaggio, ora più “sentito” che “visto
glie da quei dipinti24; l’armonia di spazi aperti e spazi costruiti si altera, a esclusivo vantaggio dei primi; le
città spariscono, o sono lontanissime, mentre crescono le radure nei boschi, i luoghi appartati. Le persone
non sono più solo quelle che si vedono quotidianamente, ma creature della mitologia e di tempi lontanissimi,
OPERA DI QUESTA PAGINA (img)
Cima da Conegliano, Battesimo di Cristo

Di queste novità il maggior responsabile fu, indubbiamente,

GIORGIONE Novità arte giorgionesca sta nella rappresentazione di spazi aperti.


La poeticizzazione del paesaggio fin dalle prime opere, tipo
Omaggio a un poeta → paesaggio è in qualche modo totalizzante, non ammette mai di essere trattato come
sfondo, ha una derivazione letteraria chiara

=> nel mondo della figurazione, i paesi giorgioneschi erano divenuti luoghi poetici per eccellenza
Adorazione dei pastori Allendale → è un primo esperimento ancora un po’ timido di luce calante

(LORENZO LOTTO,
per suggestione (ancora una volta) tedesca, immaginava una delle prime rappresentazioni di un tramonto
sanguigno nel Matrimonio mistico di santa Caterina di Monaco

=> un tema che conoscerà un successo imperioso, e che quasi immediatamente coinvolgerà anche
Giorgione, col sole calante dietro un poggio dei Tre filosofi di Vienna)
Nella Storia di Giuditta Lotto metteva in scena, nella quasi monocromia consentita dai legni, un vero
notturno, con la falce di luna, che spunta tra uno squarcio delle nubi

AUTORI INUTILI CHE VENGONO CITATI:


Vincenzo Catena: Adorazione dei pastori → appiattisce il sogno pastorale in ambientazione rustica
Palma il vecchio: Incontro di Giovanni e Rachele → ricoprendo i protagonisti antichi di vesti moderne, è la
dimensione del sogno, dell’evasione fantastica, a scomparire del tutto.
----
GIORGIONE (2)
Il repertorio del paesaggio di Giorgione si avvicina molto a quello di un pittore antico, Studio, vissuto in età
augustea e descritto da Plinio il Vecchio - i pittori stessi potevano sentirsi stimolati a emulare gli antichi - In
realtà, la grande maggioranza dei soggetti del Cinquecento deriva, direttamente o indirettamente, dal testo di
Plinio
Orfeo al lume di luna → di Giorgione ispirato ad Omero

OPERE CITATE NELLA PAGINA:


Giorgione, La Tempesta (vedere scheda prima delle dispense)
Hieronymus Bosch,Trittico di santa Liberata
Giovan Girolamo Savoldo, Tentazioni di Sant'Aantonio

INCENDI:
Travasati in metafora di punizioni celesti, o di fiamme infernali, gli incendi dipinti potevano dar corpo a
quadri con soggetti tratti dall’antica storia sacra, come Loth e le figlie (Giovanni Cariani), con fantasie tutte
interiori, fatte da creature mostruose, quali le tentazioni di certi santi
(TIZIANO)
Orfeo ed Euridice – Tiziano → nell’Oifeo ed Euridice attribuito a Tiziano nell’Accademia Carrara di Bergamo ,
in cui tutto l’ambiente sembra avvolto dai vapori fumiganti e dall’odor di zolfo, quelli a destra non sono
edifici di una città che stanno bruciando, ma appunto le fornaci e le fucine dei fabbri
TIZIANO guarda le cose in modo attento e realista → influenza della cultura veneta e dell'arrivo a Venezia di
Albrecht Durer
OPERE CITATE NELLA PAGINA:
Albrecht Diirer,Veduta di Arco di Trento
Albrecht Diirer, Madonna del lucherino
DURER
Significano molto x pittori veneziani opere come la Casa sul lago o lo Stagno nel bosco di Durer
=> x il loro apparente guardare oltre alla verità delle cose

Altre opere di Durer fonte di ispirazione:


Veduta di Arco di Trento

Steinpruch (Cava di Pietra) → poggiava uno sguardo ravvicinato sul molto più piccolo, sino a rivelare per la
prima volta, staccandola dalla massa indistinta del creato, persino la bellezza dei sassi.

Madonna del Lucherino → il lontano paesaggio, che nel suo velarsi e fondersi alla distanza ben mostra la
ricezione, da parte del maestro tedesco, dei modi della pittura di Bellini e di Giorgione, risalendo forse anche
indietro sino ad Antonello da Messina, col suo colore freddo e staccato in un’aria tersa, brillante,
(deve aver significato molto per gli esperimenti di LORENZO LOTTO)
San Girolamo in penitenza → ci mostra quali sono le idee correnti sul deserto: di, utilizza modi pittorici affini,
illustrandoci, nel frattempo, quali fossero le idee allora correnti sul “deserto”. Il santo, infatti,
appassionatamente s’allunga, nel colpirsi il petto, entro un recesso montuoso scosceso, aspro di rocce, ove la
natura ha una sua germinazione vitalissima, iena di molte e diverse creature; poco più in là, su un pianoro, un
pastore pascola le sue pecore; e poco più lontano, elevata sopra una pianura avvolta nella foschia, la sagoma
di Castel Sant’Anngelo. Come dire che “deserto” non ha a che fare con l’assenza, col vuoto, ma semmai con
l’eccesso di presenza; deserto è semplicemente un luogo ove non si avverte la mano modificatrice dell’uomo.

Fuga in Egitto – Jacomo Bassano → l’acutezza dell’occhio non s’allenta mai e spazia con la stessa intensità
sulle rustiche baracche del fondo, sulla fresca ferita dei bastoni strappati ai tronchi, sul pelo dell’asino, del
cane, delle pecore, sulle corna del bue, sul giovane tronco spaccato, o la botticella di legno per l’acqua.
Anzi, con persino maggiore attenzione sui cari protagonisti umili dell’esistenza quotidiana, sollevando questi
ultimi a un livello di dignità pari a quello delle persone sacre

Due bracchi legati a un tronco → commovente ritratto di animali


---
Novità arte giorgionesca sta nella rappresentazione di spazi aperti. Si ispirò SAVOLDO
→ Adorazione di Pastori – Savoldo
Riposo nella fuga in Egitto – Albani: figura in primo piano racchiusa da ombra
San Michele – Veronese
ALTRE OPERE CITATE
Bassano: ritratto di due bracchi legati a un albero
----
TIZIANO
Nella sua lunga carriera, Tiziano sembra sperimentare quasi ogni formula nella rappresentazione del paese,
ogni funzione, ogni fenomeno.
=> Dalle sue mani parte l’invenzione del paesaggio nella pittura veneziana; ma, paradossalmente, non
perché egli abbia in questo “genere” alcun interesse particolare. Semplicemente, perché il contomo delle sue
storie, delle sue figure, deve perfettamente rapportarsi a esse e contribuire efficacemente all’unità del tono
espressivo,
OPERE CITATE:
(Veronese: San Michele arcangelo sconfigge Satana)
Noli me Tangere
Pala Gozzi
Polittico Averoldi
-----
Fuga in Egitto → nonostante la disposizione ancora arcaica delle figure, allineate al piano di posa sul
proscenio, la vastità “deserta” del territorio da percorrere è punteggiata di animali, piante, alberi, fiori,
persone, come in un autentico giardino dell’Eden
risuona tutto lo spirito pastorale dell’Arcadia, di cui Tiziano fu uno straordinario interprete

TIZIANO In quasi tutti i dipinti di quel tempo, egli abolisce ogni accenno a un regolato vivere sociale

Concerto Campestre → profumo dell’Arcadia, ove ruderi di un tempo mitologico si associano a costruzioni
non raggiungibili per strade tracciate, abiti patrizi moderni si associano a rustiche vesti pastorali e alla calda
sensualità delle due donne nude.
Venere del Pardo → un satiro, in preda a evidenti e forti pulsioni sessuali, disvela una ninfa addormentata,
mentre a sinistra altri due giovani amoreggiano e uno indica al suonatore di corno dove affrettarsi per la
caccia al cervo. Sarebbe difficile dire qual è il soggetto di tale immagine

→ nella terminologia tizianesca, “paesaggio” è un quadro non necessariamente senza


personaggi, ma privo di una vicenda, di un “soggetto” narrativo preciso,

CAMBIO ARGOMENTO
FINE ANNI 20 DEL '500
, verso la fine degli anni Venti del 500, iniziano ad apparire in vari luoghi, la Germania di Altdorfer, i Paesi
Bassi di Patinier, il Veneto di Domenico Campagnola, opere in cui il punto di vista dello spettatore è fatto
credere molto elevato rispetto al luogo ove si collocano i personaggi o le storie raccontate.
Un artificio tecnico che nel Nord Europa prendeva il nome di
Weltlandschaft, → cioè di “paesaggio del mondo”, perché amplissima la porzione di questo => tipo
montagne altissime
I Weltdachf erano di pura fantasia, affidati all'immaginativa e all’improvvisazione di ogni singolo artista; così
che in essi, soprattutto dopo che anche nel Veneto era penetrata la “maniera moderna” toscana e romana,
diventava possibile quasi ogni cosa.
---
EPOCA MANIERISTA
L’epoca manierista corrisponde a una certa opacità, se non quasi a un’eclisse, della rappresentazione
naturale. Quando Tiziano non fornisce più alcun soggetto per il suo “paesaggio”, però, già da una ventina
d’anni nelle Fiandre doveva essere stato dipinto un misterioso quadro della National Gallery di Londra (inv.
1298), in cui un largo fiume, su cui vi è una fluitazione di legname, descrive un’ansa nei pressi di grandi
faglie rocciose, e, sulla riva meno scoscesa, un pittore seduto sotto un albero sta disegnando lo stesso
scenario.(?)
La mancanza di un soggetto allegorico, tratto dalla storia sacra o dalla mitologia, è stata sin qui ritenuta
impossibile in un dipinto. In italia avvenne fra i trenta e i quarant'anni dopo
JACOPO BASSANO
→ realizza dipinti che travestono immagini di vita pastorale sotto un apparente tema biblico:
nella Pastorale di Budapest un tema credibile non è mai stato trovato
Parabola del seminatore ambiguo, forse brani evangelici o forse rappresentazione stagionale nella vita dei
campi
PRESUNTE OPERE SENZA SOGGETTO
–--
DOPO 1453
Dopo la caduta di Costantinopoli artiglierie acquisiscono importanza → modifica territorio →
PRIMA, opere di Giovanni Bellini, fortemente interconnesse con la campagna circostante, con alberi e orti
direttamente sotto le mura, mulini appena fuori, viottoli che si diramano ovunque, tendono a sparire già in
Giorgione e sostanzialmente non si vedono più in Tiziano
=> Con questo scompaiono anche alcuni esperimenti architettonici, come la fortezza apparentemente
inespugnabile, le cui uniche aperture sono delle feritoie orizzontali per il tiro di armi da fuoco, rappresentata
da Lorenzo Lotto nella sua Susanna e i vecchioni - in cui si vede anche un giardino

–- -
Nei decenni finali della sua lunga carriera, anche Tiziano, assalito sempre più dalle angosce di un mondo
tragico ed estraneo, sembra abbandonare l’idea di uno spazio bello per l’uomo.

=> Già in opere come Diana e Atteone → il sentimento mitologico-pastorale è irrigidito in un ambiente più
ristretto, ove solo un piccolo gruppo d’alberi e un piccolo ruscello ricordano i suoi lontani anni felici, mentre
un portico rustico e una fontana scolpita sono apparentemente l’unica dimora delle ninfe

=> Nel più tardo San Girolamo in penitenza l’ambiente brulica di una materia senza più forme definite,
ravvivata dal miracolo luminoso del raggio celeste, che va a illuminare il Crocifisso;
=> e nell’Orazione nell’orto, lo spazio e l’ambiente sono addirittura scomparsi nell’oscurità. La luce della
lampada li fa solo presupporre,
TIZIANO SI DISSOLSE NELLE TENEBRE
I suoi rivali, TINTORETTO e VERONESE, furono poco dotati per il genere → il loro interesse era pressochè
assente
=> fu un immigrato dei paesi bassi, Paolo Fiammingo, a fornire negli ultimi due decenni del secolo (1500) un
paesaggio
LA SUA RINASCITA sarà, qualche anno dopo, a Roma, con ANNIBALE CARRACCI
In ogni modo, con la fine di Tiziano abbiamo la fine del paesaggio mitologico buccolico
–-- -
Parentesi senza senso:
Cima da Conegliano – David e Gionata

Quadro di formato inusuale.


Uno dei protagonisti è David, chiaramente identificato dai capelli biondo-rossicci, dalle vesti non elette
(pastorali), e dal fatto di trasportare la testa tagliata di Golia, e il suo spadone
Il secondo, che tiene il lungo giavellotto, porta le ricche vesti di un guerriero, come si conviene al figlio del Re
di Israele, e mostra un atteggiamento di familiarità, quasi di affettuoso colloquio, è indubbiamente Gionata,
che ebbe con David, dopo il duello con Golia, una sincera e fedele amicizia
Albientato in aperta campagna
Opera giovanile di Conegliano
Col semplice arretramento delle figure dal primo piano, il paese perde la sua connotazione di sfondo , per
allargarsi, guadagnare profondità, farsi ambiente e infine territorio, cioè spazio in cui le esigenze della vita
dell’uomo trovano soluzioni armoniche nell’Incontro, o scontro, con i condizionamenti della natura
I giovani camminano come pacifici viandanti sul pianoro privo di erba .
strada umana che gira attorno alla rupe su cui si arrocca il castello, e i l fiume, con i cespugli e gli alberi sulle
rive. Castello con una torre, città sulla destra
ATTENZIONE FISSATA SUL MONDO, NON SULL'UOMO
---
IL PAESAGGIO IDEALE
Il genere sorse a Roma al principio del Seicento nella bottega di Annibale Carracci,
venne diffuso dai suoi allievi nei due decenni successivi
vide un nuovo importante sviluppo tra gli anni trenta e gli anni quaranta del secolo per opera dei
maggiori pittori francesi del tempo
=> stabilendosi infine come uno dei grandi modelli di riferimento dei paesaggisti tra Sette e Ottocento.
Caratteristica di questa pittura di paese è la rappresentazione di una natura osservata dal vero nelle variazioni
di luce e di atmosfera ma tradotta nel linguaggio compositivo della pittura di storia, spesso
- ordinata geometricamente secondo più ò meno esplicite leggi prospettiiche
- popolata di edifìci antichizzanti => nella quale figure di piccolo formato svolgono un*azione sacra o
mitologica.
i paesi dipinti da Annibaie Càrracci, al quale si attribuisce l’invenzione del genere, non trovarono pronta una
categoria rispondente al paesaggio “ideale”
=> vennero invece assimilati ad una classe stilistica che tra le sue caratteristiche contava proprio il
naturalismo
Annibale Carracci ebbe una poetica che aveva prediletto il tema della nostalgia di un tempo e un luogo
utopia, quali sono appunto l’Arcadia e l’età dell’oro
OPERE CITATE NELLA PAGINA:
(Annibale Carracci: Fuga in Egitto → non sono sicura che corrisponda: i “lontani” con le montagne e i pastori,
un fiume, alberi di quinta, personaggi in primo piano e perfino un tempietto antico stilizzato)
IMPORTANTE:
Il rapporto tra una natura esprimente quiete. bellezza, ristoro e l'idea di un luogo e di un tempo mai esistiti
eppure rimpianti, divenne all'apertura del Seicento tra i temi prediletti di una cultura che fece della difesa del
primato dei moderni sugli antichi uno dei propri cavalli di battaglia. Si evoca un passato perduto e si
disprezza la civiltà presente, ma nel contempo si è c onvinti, che i moderni sono superiori agli antichi.
Il paesaggio idillico è popolato di edifici delll'antichità, secondo un accordo tra natura e architettura desunto
dalle testimonianze di Plinio e Vitruvio
Ci si ispira anche a Virgilio, Orazio e Tasso
A QUESTO MODELLO (e a quello di Raffaello) guardò
ANNIBALE CARRACCI
→ nei paesaggi romani riprende l'accordo raffaellesco di paese e architetture
=> coniugandolo con una sensibilità atmosferica e un'attenzione naturalistica (propria della tradizione veneta
e lombarda)
=> consolidata dalla pratica carraccesca di studio dal vero attestata dalle fonti.
=> L'innovazione si colloca qualche tempo dopo l'arrivo a Roma dell'artista
Notare nei suoi dipinti il rapporto tra vastità del paese e formato ridotto dei protagonisti
OPERE:
Sacrificio di Isacco – Annibale Carracci
Lunette Aldobrandini – Annibale Carracci → Il ciclo delle sei lunette con scene della vita della Vergine in
ampie vedute di paese è considerato dalla critica il testo fondatore del paesaggio classico.
(vedere Paesaggio con la fuga in Egitto
ALTRE OPERE:
Deposizione
Fuga in Egitto → qualità davvero naturalistica del paesaggio (+ lombarda che veneta)

Allievi di Carracci:
- Francesco Albani
- Baldalocchio
- Domenichino
- Antonio Carrracci
=> Il ruolo + rilevante per i successivi sviluppi del paesaggio ideale spetta a

DOMENICHINO → inizio come paesaggista


Domenichino utilizza un vocabolario prospettico e architettonico per costruire uno spazio concepito
geometricamente (orizzonti utilizzati poi da Poussin Lorrain e Dughet)
Opere: Paesaggio con Ercole e Acheloo

DIVERSO x storia del paesaggio ideale


ALBANI → elegante versione arcadica
Opere: quattro tondi Borghese → paesaggio ricco di vapori e effetti d'atmosfera
Il suo lavoro fu di grande rilievo per pittori di generazione successiva, tipo Lorrain, Mola e Grimaldi
ANTONIO CARRACCI
lascerà brani di paese negli affreschi del Quirinale e di San Bartolomeo
Opere: Il diluvio
paesaggio di corpi umani ed effetti metereologici destinato a fornire un modello fortunatissimo alla pittura
francese di stampo classicista ma dagli esiti romantici e sublimi => da Poussin a Girodet

–-
OPERE CITATE:
Domenico Zampieri – Paesaggio con Ercole
Domenico Zampieri – Paesaggio con Tobia
Ebbe un ruolo capitale della grafica
=> veicolo primario per la diffusione di alcuni motivi dell’iconografia del paesaggio “ideale” attraverso la
circolazione dei diségni di Annibaie e Agostino (originali, ma anche incisioni, copie, imitazioni) richiestissimi
dai maggiori collezionisti del secolo e prima ancora dagli artisti medesimi.
La subitanea affermazione del paesaggio carraccesco è documentata dagli importanti cicli di affreschi
eseguiti per i maggiori committenti romani: Domenichino, Albani, Antonio Carracci, Viola
---
Poussin e Lorrain si interessano al paesaggio fin dalla giovinezza (fine del terzo decennio del 600)
POUSSIN
L’emergere di una nuova attenzione per il paesaggio si registra in Poussin attorno alla metà degli anni trenta
ma il salto nel 1640 con San Giovanni e Patmos e San Matteo e l'angelo

Inediti qui
- modo di intendere la luminosità diffusa dei lontani
- il rapporto figure e paesaggio e il loro esistere nel paesaggio
- frammenti ingigantiti dell'architettura antica in primissimo piano
Questi quadri sono, per l'adozione di una prospetttiva rigorosamente centrale, così anòma la a quelle date, e
per quei volumi di giganteschi relitti antiquari, il manifesto di una nuova poetica
Poussin verso la fine degli anni trenta e fino ai primi anni cinquanta aderisce a quello stile che caratterizza il
gruppo del PAESAGGIO EROICO
lo portò innanzitutto LORRAIN
LORRAIN crea un libro di incisioni, Liber Veritatis, come tentativo di difesa dal rischio di plagio.
Artista di grande successo:
 notevole cultura prospettica
- sensibilità per le variazioni luminose dell'atmosfera
Innovazione: coniugare effetti naturalistici con impostazione prospettica dello spazio
Particolare modo di illuminare le rovine della luce del tramonto
=> => => In questo contesto sembra che Poussin ignori del tutto quegli effetti di luce che costituivano la
maggiore novità dei paesaggi del Lorenese: se infatti dalla metà degli anni trenta il successo ' di quest’ultimo
può aver spinto Poussin verso un nuovo modo di intendere il paesaggio
L'INCONTRO TRA POUSSIN E LORRAIN APPARE UNA SFIDA

OPERE CITATE:
Lorrain – Paesaggio con satiro Danzante
Poussin – Paesaggio con San Giovanni a Patmos
Influenzati da Lorrain furono. LEMAIRE E DUGHET
=> Affermazione di Lorrain importante x formazione stilistica di Poussin: pare che egli abbia reagito al
successo di Claude cercando un altro modo di costruire nel quadro lo spazio osservato dal vero;
abbandonando, cioè, il modello fino ad allora perseguito del paesaggio tizianesco a macchie di luce
→ quello che di lui aveva appena appreso
(DUGHET → per il quale la prospettiva è del tutto assente e la profondità dello spazio è rèsa mediante
giustapposizione e contrasto delie macchie di colore per volgersi ad un paesaggio concepito
prospetticamente)
SFIDA PROSPETTIVA CON LORRAIN: Poussin cercò risposte in DOMENICHINO e RAFFFAELLO
OPERE CITATE:
Domenichino – Paesaggio con Fortificazioni
Poussin – Paesaggio con il seppellimento delle ceneri di Focione
Il ritorno di Domenichino documenta in Poussin il nuovo desiderio di un paesaggio più composto, più
prospettico e geometricamente ordinato
Più tardi Poussin realizza gruppo di straordinari paesaggi, ha un'altra fonte: LA FRANCIA
Incontro con artisti e incisore, insegnante di prospettiva BOSSE
Utilizza il METODO DI DESARGUES x apprendere e applicare la prospettiva (legge opuscolo)
=> nei suoi famosi paesaggi del quinto decennio, quindi, prende da Bosse e Desaurgues la prospettiva
centrale
La nuova sensibilità per il variare della luce è però merito dell'avvicinamento con Lorrain
---
DUGHET
Ebbe un ruolo nella storia del paesaggio ideale
Opera: Paesaggio con roccia e cascata
Riprende il paesaggio prospettico e simmetrico del Poussin degli anni '40
+ degli altri suoi compagni è attratto dal paesaggio puro
→ x questo sarà il prescelto dell'800 naturalista, da Constable a Courbet e Barbizon
Alla fase di riaccostamento à Poussin nei primi anni cinquanta segue in Dughet una nuova accelerazione: tagli
più audaci, composizioni più dinamiche, molteplicità dei punti di fuga.
---
LEMAIRE
Nella storia del paesaggio “ideale” Lemaire ha trovato il proprio posto più tardi: nella Roma seicentesca egli
veniva ancora percepito più come un pittore di prospettive che come un paesaggista,
=> la Roma dipinta da Lemaire viene soprattutto dai libri con le ricostruzioni ideali della città antica.
I suoi paesaggi sono di grande potenza evocativa grazie all' armoniosa struttura architettònica delle
composizioni e a una luce che deve molto a Lorrain
Opera citata: Paesaggio con rovine e giovani artisti
Lemàire esegue un paesàggio tutto di pietra antica e dottrina antiquaria. Eppure una delle icone del
paesaggio “ideale” si trova oggi nei suoi dipinti di architetture antiche popolate da giovani artisti intenti agli
studi on thè spot in posa tra le rovine
ARCHITETTURE DIPINTE: FANTASIA E CAPRICCIO
La tela — ornamento della parete e pezzo da collezione - che ha come soggetto unico o dominante
l’architettura ha avuto il suo apogeo in epoca barocca; da principio in Italia e nei Paesi Bassi, poi in Francia e
in Germania
Questo, insieme ad altri generi “minori” della pittura, acquista autonomia intorno al 1600
Pretesa intellettuale → la maggior parte degli interessati apparteneva alla classe degli intellettuali di alto
rango
OPERE DI: Panini, Piranesi, Canaletto, Bellotto
Altri artisti:
Primo periodo: Lemaire, Fagiolo dell'Arco, Viviano Codazzi
Secondo periodo: Marco Ricci, Sonino, Lajoue
Anche se il fondamento della pittura di architettura è senza dubbio la grande scoperta nel Ri- nascimento
della prospettiva centrale,; la prospettiva viene applicata con notevole libertà e ognuno possiede il suo stile
personale
da una parte l’ampliamento e la decorazione illusionistica di uno spa zio reale, un salone, una galleria, la volta
di una chiesa e così via,
dall’altra la sistemazione architettonica dello spazio scenico
In Italia i generi avevano i loro centri nel Veneto e in Emilia
Le tipologie di dipinto di architettura sono svariate:
Le possibilità si estendono
→ dalla veduta, la rappresentazione più o meno precisa, più o meno volutamente deformata di un luogo
réalmente esistente,
→ al capriccio, che può accostare fra loro, in luoghi reali o immaginari, edifici esistenti e inventati,
architetture possibili e strutturalmente o funzionalmente impossibili.

=> un’opera solo progettata o iniziata può essere presentata come già terminata e viceversa una esistente
sotto forma di
ROVINA → l genere può mostrare volte diroccate e colonne concepite come parti del paesaggio che
ritornano al loro stato naturale, ma può alludere al contempo a celebri località, soprattutto Roma o Tivoli
I luoghi famosi come il Foro romano, con il Colosseo, l'arco di Costantino e il campidoglio o a Venezia la
piazza e il bacino di San Marco
Si accostano loro stessi, per il gran numero e per la varietà di oggetti architettonici in essi riuniti, ai prodotti
della fantasia. Un oggetto grande può comparire piccolo o più spesso uno piccolo può comparire in
proporzioni giganti, un ornamento può essere ingrandito fino a elemento architettonico
il dipinto può in ogni caso testimoniare dell’immaginazione e dell’inventiva, dell’ironia e della fantasia
giocosa dell’artista:
OPERE CITATE:
Marco e Sebastiano Ricci: Fantasia architettonica con rovine romane
Antone Caron: La Sibillla Tiberina

I dipinti del genere reprimono la presenza dell’uomo


=> da una parte scopo di tenere sveglio il ricordo dell’utopia di una futura comunità civile delle virtù
=> dall’altra le grandiose rovine collocate nei vasti paesaggi (soprattutto dei pittori “fiamminghi” del XVI
secolo) rammentano una grandezza passata e collocano l’azione al tempo della storia universale.
Nei dipinti di architettura dell’inizio del XVII secolo questa malinconia e questa lontanainza temporale
diventano meno incisive.
Sono piuttosto la presenza e la bellezza dei singoli edifici e dei complessi architettonici, formati
contemporaneamente
da antichi monumenti ben conseervati,
da rovine e da ricostruzioni con elementi moderni e invenzioni antdcheggianti,
che da una parte esibiscono il carattere frammentario del loro stato, ma dall’altra testimoniano soprattutto,
più in generale, dell’ottimismo contemporaneo
Un'architettura monumentale fa risaltare e sottolinea l’importanza di un tema storico elevato e un tono alla
rappresentazione delle azioni di eroi e principi soprattutto del Vecchio Testamento e dell’antichità classica
Dipinti emblematici:
Filippo Gagliardi – Tempio di Pan
Giovan Battista Castiglione – Sacrificio di Pan
o entrambi sono di tutti e due ?!
seguono:
Trionfo di Venere
Trionfo di Bacco
→ entrambi di Magnasco (?)
figure dipinte sopra al fondale con colonne e rovine
ALTRE OPERE:
Viviano Codazzi e Michelangelo Cerquozzi – Arco di trionfo e arcata in rovina con Fuga in Egitto
A partire da Veronese fino a Gaetano Gandolfi, duecento anni più tardi, i banchetti hanno luogo
preferibilmente sullo sfondo di una sfarzosa serie di arcate o di colonne, nei paesi nordici in una galle ria a
volta, sia che si tratti del banchetto di Baldassare, di quello di Cleopatra eccetera
INVECE la gloria e l'eternità dei grandi monumenti marmorei si collegano spesso per con trasto a scene
violente e catastrofali, a omicidi e a incendi.
Vries – Caron → Massacro del triumvirato → scena ambientata in una piazza dall'impronta anticheggiante,
strutturata con un foro
Poussin → Peste ad Ashod → scena ambientata nella cornice architettonica più elabo rata della sua intera
opera, una piazza urbana che aggiorna le formulazioni esemplari di Peuzzi e di Serlio sul teatro
rinascimentale

Dipinti di Nomè (detto Monsù Desiderio) -> nati e ossessionanti di Francois Nomé, detto Mohsù
Desiderio, lorenese, attivo a Napoli: egli fa sì che architettura e ornamento, gotico e Rinascimento, figure
viventi, rilievi e chiaroscuri trapassino l'uno nell’altro; sullo sfondo della superficie architettonica, disegnata
con febbrili giochi di luce
Es Fuga di Troia in Fiamme (Nomè)

-----
Genere allora in formazione del paesaggio classico con architetture: in esso, generalmente, un
compatto gruppo di edifici, composto da muri di sostruzione, complesso del palazzo, chiesa a rotonda e
campanile, è concentrato su un colle o su una stretta striscia di costa, la cui forma vie ne così
monumentalizzata
ALTRE OPERE CITATE:
Codazzi e Cerquozzi – Cacciata dei mercanti dal tempio
----
LORRAINE (2)
in LORRAINE, nei cui paesaggi l'architettura riveste un ruolo sostanziale, la forza dei paesaggi cede il posto a
una spiritualizzazione
I più grandiosi sono i dipinti che rappresentano un porto, con la disposizione su un lato di edifìci classificabili
nella tipologia del palazzo in sequenza; le scene di commiato assumono una posizione importante e in
generale predomina l’impressione di una grande, mitica lontananza.

Del tutto in contrasto con quest’ultima ten denza, i pittori nordici della Schilderbent e i Bamboccianti
allentano la rigida struttura dei paesaggio classico, accumulano accidenti, alludono a luoghi e a monumenti
romani noti a tutti come il Foro e il Palatino e vi insediano scene variopinte di vita popolare
Contrasto tra
Rovine → testimonianze di un passato grandioso
Presente più misero
=> Esprimono il benessere buccolico
LEMAIRE
Lemaire correda le architetture antiche di coppie dell’antica mitologia o semplicemente di figure abbigliate
all’antica o di personaggi che indicano o disegnano le architettu re rappresentate, sottolineandone l’interesse
antiquario e il valore artistico.
Un simile repertorio di figure disposte liberamente, oziosi, soldati, donne con bambini, ma anche gruppi Del-
l’atto di ascoltare una “predica”, di nuovo personaggi che disegnano e osservano, è collocato ancora
da
PANINI nelle sue rovine;
mentre al contrario
HUBERT ROBERT rende in modo più marcato il contrasto fra l’umile quotidianità di lavandaie, carretti e assi di
legno accatastate, da una parte e i resti dell’antichità, ma anche importanti edifici del Rinascimento romano,
dall’altra

=> in sostanza, per tutti questi pittori, è L'ARCHITETTURA STESSA che deve attivare l'intelletto e i sentimenti
dell'osservatore
OPERE CITATE:
Alessandro Magnasco – Il riposo dei banditi
Marco Ricci – Paesaggio Al Tramonto
CODAZZI
In Codazz i netti spaccati architettonici assumono un carattere dimostrativo e mettono in chiaro la struttura
dell'edificio, anche se non sempre palesano la loro provenienza dalle incisioni architetttoniche didattiche
L’arte di Codazzi è più variata, anche se d’altra parte le manca l’intensa poesia di Lemaire.
Codazzi è maggiormente interessato alle diverse tipologie (sequenza di archi e portico, palazzo
con e senza portico, chiesa, bagno termale) e attinge pertanto più riccamente dalla gamma di
esempi offerti dalle stampe, combinando fra loro anche opere architettoniche di status differente;
antico e' moderno, architettura aulica e quotidiana, esterno e interno non sono sem pre nettamente
distinti
In un altro quadro (QUALE=!) restituisce una veduta di piazza del Popolo a Roma, di fronte alla
quale, però, colloca un elemento inventato
Se le rappresentazioni di interni sono rare nell’opera di Codazzi e di Lemaire, esse costitui scono
invece il tema principale delle fantasie architettoniche fiamminghe e olandesi dello stes so periodo,
sotto forma di chiese e gallerie di palazzi. Le chiese, gotiche o rinascimentali, si aprono in primo
piano in un ampio spazio, animato da frequentatori della chiesa, da pulpiti e tribune, altari e
monumenti funebri; questo spazio è concluso dal pontile, oltre il quale la navata si estende in
profondità
OPERE CITATE:
Lorrain: Veduta di Delfi
Lorrain: Abrano scaccia Agar e Ismaele
Hubert Robert: I monumenti di parigi

Verso la metà del 600 lo sfarzo dell'architettura e dell'apparato ornamentale diminuisce, la


disposizione in sbieco dello spazio unitario sostituisce la suddivisione tramite il pontile e
interrompe il marcato scorcio in profondità
Spazio democratico e realistico osservato da artisti della scuola di Delft come Houbraken
Saenrdam e De Witte
Il secondo grande tema del dipinto di architettura fiammingo e olandese è il palazzo, trattato in modo di gran
lunga meno unitario e logico della chiesa: una galleria centrale aperta, logge laterali e le facciate che le
chiudono raggruppate liberamente attorno a cortili e giardini, con numerose figure accessorie che illustrano
episodi di vita cortese (anche banchetti
Identificabili come elementi scenografici i temi architetonici
FONTE PRINCIPALE → Hans Vredeman de Vries, esso stesso pittore di quadri di genere
OPERE CITATE:
Saenrendam – L'antico palazzo municipale di Amsterdam
Il dipinto di architettura inteso come genere ben definito è quindi più antico in olanda che in Italia
Ratto di Elena, Buon samaritano di Heemskerck → ambientati in vasti paesaggi urbani con rovine
BAUR
→ precursore della veduta come genere autonomo
→ dipinge con grande successo piccole tempere su pergamena con scene bibliche e martiri sullo
sfondo di strade e gallerie in estremo scorcio prospettico
anche sulle banchine di un porto → riconcilia Lorrain con Vries

Mentre dunque intorno alla metà del XVII secolo la particolare evoluzione della fantasia architettonica
olandese trova la sua conclusione nel dipinto realistico rappresentante edifìci chiesastici e nella veduta, gli
episodi in cui essa sopravvive fanno avvertire in misura crescente un influsso italiano e francese

In Frància, nel XVII secolo, il dipinto di architettura non ha una grande diffusione e man tiene il
carattere erudito e intellettuale che lo contraddistingueva già nel X V I secolo. Anche artisti come
Rémy Vuibert
Thomas Blanchet
→ avevano soggiornato a Roma nell’ambiente di Poussin e del giovane Lemaire e tuttavia nelle loro opere -
come anche in quelle di Lemaire dopo il ritorno in patria si manifesta una fredda lontananza, che non lascia
più scaturire alcuna animazione poetica del mondo delle rovine, al posto delle quali ora compare la perfetta
ricostruzione di intere piazze
Nell’ultimo terzo del secolo, queste elevate ambizioni vanno a scemare nelle poche tavole di Jacques
Rousseau → noto come pittore di architetura illusionistiche in contesto monumentale
JEAN LEPAUTRE incisore che con la sua varietà di modelli offre numerose serie:
Lepautre: Mausolèès, Tombeaux, Sepultures, Grottes, Fontaines eccetera

Fu la pura pittura di rovine a raggiungere tuttavia la massima diffusione :


un ammasso di frammenti architettonici e scultorei in primo piano
dietro di essi alcune colonne singole o in fila, arcate
eventualmente una costruzione a pianta rotonda o una piramide.

Lo schema di base prevede a una profondità media


una serie di arcate parallele alla superficie del dipinto,
attraverso le quali:
- si apre la vista su altre architetture o sul paesaggio
- dalle quali una fila di colonne corre verso il primo piano (anche questa formula era stata coniata già da
Lemaire e Codazzi).
Rappresentante più scrupoloso di questa tendenza fu GIOVANNI GHISOLFI
ALBERTO CARLIERI, invece, barocchizza e complica queste semplici formule per mezzo di intersezioni
dell’intelaiatura architettonica, risalti e aggetti
Complessivamente, alla diffusione di un certo imbarbarimento e di una certa banalizzazione si accompagna
un prevalere dell’interesse strettamente pittorico, del pittoresco e del paesaggio.
→ avviene particolarmente nella SCUOLA NAPOLETANA → Mascalotta, Giannone, Coccorante
Sono Rovine sfrangiate coperte da vegetazione, onde spumeggianti e figure che si muovono come danzando
creando un'atmosfera giocosa vicina allo spirito rococò
Stesso avviene nelle opere di LUCA CARLEVARIJS a Venezia
→ nelle quali la veduta ha il sopravvento
L'artista inserisce spesso gli elementi di cui si è detto in vedute fantastiche di porti
OPERE CITATE:
Carlevarijs: Il molo di palazzo Ducale
Carlevarijs: Arrivo del IV conte di Manchester

Intorno al 1700, il “quadro di prospettiva” approfitta dell’arricchimento e del grande virtuosismo


della costruzione prospettica.
PANINI
→ con lui il dipinto di rovine tocca il suo apogeo e diviene una componente costitutiva dell'mmagine artistica
di Roma
In Panini le rovine acquistano una nuova dignità e monumentalità. Egli conferisce loro una presenza più reale,
che però - a differenza di quanto avviene in Codazzi - non le ricollega all’universo della quotidianità
architettonica
Nel primo periodo di maturità, gli anni venti del Settecento, sono frequenti gli episodi della vita di Cristo e
degli Apostoli, nei quali i personaggi costruiscono il loro nuovo mondo sulle rovine di quello in declino,
mentre
nella produzione più tarda predomina di nuovo lo spirito arcadico della vita fra le rovine
Spesso un punto di vista posizionato in basso aumenta il peso assegnato alla zona inferiore, ai piedestalli e ai
fusti delle colonne.
Un complesso iniziato all’antica viene completato in manie ra moderna
Elementi che provengono dalla scenografia bolognese
Architettura di tipo nuovo, antica e moderna

PITTORI INUTILI DI BOLOGNA: Mirandolese, Bandera, Bigari


TRE GRANDI DIPINTI DI BIGARI (alla pinacoteca di B) → bizzarre sale da festa ispirate a interni bolognesi
realmente esistenti, cui si aggiunge una chiesa gotica rivestita di ornamenti rococò.

Come era avvenuto a Roma nel XVII secolo, nel XVIII secolo la fantasia architettonica raggiunge il suo
massimo sviluppo a Venezia
Nomi da citare:
Ricci,
Canaletto,
Bellotto,
Visentini,
Mariesci e
Guardi (epilogo)
In generale nella pittura veneziana l'architettura è parte di un contesto paesaggistico e urbano
Esempio in cui l'architettura viene inserito in un paesaggio urbano aperto alla natura è in un
CAPRICCIO DI CARLEVARIJS
rapppresenttante un ponte antico dalla curvatura assai marcata, l’arco di Costantino e una statua equestre e
dalla sua trasformazione da parte di

MARCO RICCI in un dipinto il cui soggetto si potrebbe credere tratto dalla realtà, con una torre
medioevale nei pressi di un ponte che conduce a una città dall’aspetto antico
A partire dal 1710 circa, Ricci dipinge contemporaneamente
- quadri a tempera di ville o delle loro masserie,
- quadri con colonne antiche, sale coperte a volta e così via;
elementi chiari e semplici
- I grandi dipinti a olio di rovine antiche del suo ultimo decennio di vita => si fanno più complessi, quasi
caotici nella fitta stratificazione di colonne, statue, portici, allentata dall’aprirsi di assi visuali; in queste opere
- in contrasto con Panini - sono la trama pittorica e la luce, in presenza di temi analoghi, a costituire il vero
interesse per il pittore.
OPERE CITATE ALLA RANDOM
Bellotto – Rovine di Tebe
Bellotto – Roma, il Colosseo

CANALETTO:
All’inizio della sua carriera, e in particolare subito dopo il suo soggiorno a Roma nel 1723, Canaletto dipinge
paesaggi con rovine non convenzionali, derivanti da una semplice e libera sensibilità pittorica. Egli ritorna
sempre e periodicamente a questi temi: alcuni pochi edifici combinati e ridotti quasi a una vignetta a partire
da forme antiche, medioevali e moderne => vengono collocati nel paesaggio aperto della laguna
RICORDIAMO: ebbe stagione da vedutista ed esperienza palladiana
La GRANDE IMPORTANZA DI CANALETTO come pittore di capricci architetonici si ebbe nelle “vedute ideate”
degli anni 1743-46 → propone una nuova arcitettura riformata secondo il modello di palladio
=> risultato è la veduta nella quale presso il ponte di Rialto sono riuniti gli edifici di Palladio
UTILIZZA LA CAMERA OTTICA

VISENTINI
Le opere più belle di Visentini mostrano architetture moderne, aperte, di libera in venzione e dalla grande
varieta, animate, secondo lo spirito del rococò, da scene di vita con temporanea
MARIESCHI
OPERA CITATA:
Marieschi: Capriccio Lagunare con arco
Meno libera ma inventività suggestiva, colloca nel paesaggio in maniera pittoresca le rovine di ponti e di
archi di trionfo, tempietti quadrati e tetrapili, campanili, fari e obelischi, anticheggianti o gotid, per arrivare
poi nei suoi ultimi anni a blocchi e corti di palazzi di una severità singolare.

BELLOTTO
anche nel suo caso il capricco inquadra i decenni centrali della sua carriera, dedicati invece esclusivamente
alla veduta.
Già al tempo dei suoi esordi veneziani, ma soprattutto durante e dopo il viaggio a Roma nel 1742, risalgono
alcune apparenti vedute dell’Urbe, in particolare delia dttà antica, che modificano la realtà generalmente solo
per mezzo di spostamenti e aggiunte minimi
Altre simili vedute rappresentano tipiche dttà del nord di Italia che appaiono nobilitate grazie all’aggiunta di
elementi antichi.
Nei suoi ultimi anni trascorsi a Dresda (1762-65), Bellotto dipinge grandiose fantasie che rappresentano
complessi di palazzi moderni con portid, giardini,e sca linate
=> Egli fantastica su un'architettura caratterizzata dal massimo sfarzo, vi colloca se stesso negli abiti di un
nobile veneziano
OPERA CITATA SENZA SENSO:
Hubert Robert – Progetto di illuminazione della Grande Galerie del Louvre
---
Sono stati però pittori francesi a compiere gli ultimi passi nel campo della fantasia
architettonica:
LAJOUE e HUBERT ROBERT
LAJOUE
l'architettura:
- diventa ornamento
- si trasforma in invenzioni rococò,
spazi caratterizzati_
- da un ritmo ondulato continuo colto in pianta e
- nel prospetto con finestre circolari e oculi.
Luogo ideale x frammenti architettonici x lui → parco con scalinati e nicchie, pergolati e soprattutto fontane,
acqua in movimento e vegetazione
SE gli edifici di Lajoùe, nonostante il rigoglio e Taggrandimento di forme ornamentali, rimangono sempre
piccoli, u
tilizzando la veduta da vicino o dal basso di alcune parti di un tutto ROBERT ottiene invece un effetto di
grandezza colossale

HUBERT ROBERT
dilata monumenti o tipi edilizi esistenti fino a dimensioni sovrumane
Pont ancien – Robert
la piccola piramide di Caio Cestio, particolarmente amata da Panini e dagli altri pittori di rovine romane, è da
lui sostituita con una piramide egiziana, che è rappresentata tagliata e appare quindi ancora più grande.

Robert inizia a conoscere il genere di Panini, ma l’esperienza per lui decisiva è la conoscenza dell’arte di
Piranesi
=> Robert – Port ornè d'architecture → sono combinate diverse composizioni dell’incisore e compare già
l’impressionante fuga di colonne e archi allineati in profondità.

Ritornato a Parigi dopo dieci anni trascorsi a Roma, egli riprende spesso questi temi, specialmente quello
della galleria in rovina con volta a botte cassettonata poggiante su colonne libere architravate.
Robert ANTICIPA il futuro: rappresenta in forma di rovina la Grande Galerie del Louvre
DE MACHY
dipinge più vedute che fantasie architettoniche ma con una preferenza per edifici parigini in corso di
costruzione o di demolizione: rovine motivate realisticamente come evento collocabile nel tempo presente
---
Già nell’ultimo terzo del XVII secolo la veduta urbana si costituisce come genere in-
dipendente e conquista velocemente grande popolarità,
in Olanda con Jan van der Heyden e Berckheyde,
in Italia con Gaspar van Wittel, anch’egli olandese.
Ancora più significativi, tuttavia, sonò lo sviluppo dell’architettura fittizia nei media effimeri della
scenografia teatrale e delle feste
→ Architetture di Pozzo e Bibiena
→ Architetto Juvarra scenografie no incisioni
---
NEL XVII SECOLO prevalse il piacere della rappresentazione dell’architettura come uno dei nuovi generi
che colgono la realtà trasformandola, proseguendo a tesserla liberamente o combinandola.
→ Certamente anche Lorrain la presenta nei suoi porti
I colonnati e le sequenze di arcate presenti in così tanti dipinti (pittura di rovine, illusionistica architettonica e
via dicendo) hanno la funzione di rappresentare, nel loro isolamento, il lascito dell’antichità all’epo ca
moderna sotto forma di modelli esemplari.
Nelle architetture grandiosamente messe in scena di Panini, Joli, Visentini, Bellotto o Robert, questa
intenzione propositiva sembra realizzata in modo assai più chiaro e anche emotivamente coinvolgente.
Con il
- Rialto palladiano di Canaletto
- il porto di Ripetta di Robert accompagnato dal Pantheon e da edifici di Michelangelo, alle fantasie barocche
di cui si parlava,
si contrappone la più severa volontà accademica di stabilire precisi limiti.
OPERE A CASO:
Panini: Galleria immaginaria di vedute di Roma moderna (Roma moderna)
Panini: Galleria immaginaria di vedute di Roma antica (Roma antica)
Panini: Interno di San Pietro a Roma
----------------------
ANTONIO BASOLI
OPERA INTRODUTTIVA:
La chiesa di San Giacomo Maggiore, veduta laterale
altre opere:
Stallatico delle Zamparie nel Mercato di Mezzo
Il Canale di Reno e la chiesa della Madonna del Ponte delle Lame
Bettola accanto all'accademia di Belle Arti
Cortile di Palazzo Fava
Chiostro dei morti nel convento di S Domenico → perde nell'acquatinta ogni rarefazione e ogni incanto,
ombre innaturali durissime e silhouettes che ricordano marionette
--
Cruciale, per lui, era la fase dell'invenzione, della definizione prospettica dell'immagine. A penna, matita,
acquerello fissava dal vero la struttura della veduta, spoglia, essenziale, priva di figure. Poi la traduceva nei
dipinti a olio, accentuando il versante narrativo, episodico.
Il pittore amava il racconto: attenzione per il dettaglio, l'aneddoto
Scatta istantanee del costume di vita di Bologna: ritrae androni, interni pittoreschi in rovina, botteghe e
bettole
Andava in giro in città e selezionava sul posto le vedute che avrebbe più tardi dipinto. Le fissava dal vero con
l'acquerello mettendone a fuoco la struttura prospettica secondo un taglio teatrale
Prediligeva l'acquerello monocromo
Inseriva in alcuni punti della veduta appena abbozzata le scritte per catturare i rapporti cromatici (rosso,
calce pietra eccetera)
A questo punto il pittore con i suoi taccuini poteva rientrare nel chiuso dell'atelier, normalizzando le
architetture, modificandole
Inquadrature sono tutte variate, ma il soggetto è a volte lo stesso
Mancanza di epicità e di pretese
Si forma essenzialmente a Bologna, fra gli ultimi eredi dei Bibiena e l'ambiente dell'acccademia, legandosi al
pittore Pelagio Palagi e Aldrovrandi
Svolge la sua attività a Bologna
Prima di approdare al genere della veduta, Basoli era decoratore di interni e scenografo
Attraversa nella sua esistenza la fine del barocco, il neoclassicismo e i numerosi revivals (etrusco gotico
egizio orientale)
------------
Da quando nei primi decenni del Cinquecento comparvero tra le parole dell’arte i termini “paese”,
“paesetto", “tavolette di paesi”, “paysage” ecc. per indicare i quadri che rappresen tano il paesaggio, per lungo
tempo il numero di pittori che praticarono questo tipo di pittura fu nell’Europa del nord assai maggiore che in
Italia, che comunque diede i natali a Tiziano,
IN SEGUITO la committenza pittorica ecclesiastica diminuì
→ l’attività dei pittori si orientò maggiormente verso la rappresentazione del paesaggio. Questa ten denza si
riflette nel gran numero di pittori specializzati in questo genere che vennero durante ila Seicento a lavorare
nella penisola, in concorrenza con i colleglli locali ma instaurando rapporti d'interscambio

=> molti di questi artisti scelsero come soggetto il paesaggio italiano e la sua luce solare
→ in Italia rappresentarono:
-i temi della vita quotidiana delle città e delle campagne, cari alla tradizione nordica,
=> attraverso scene popolari ambientate nella Roma del le rovine antiche e nella campagna laziale.
Rimasero invece quasi del tutto assenti o poco conosciuti, nell’Italia secentesca, i dipinti dei più
grandi interpreti del paesaggismo di schietta marca olandese (Jan van Goyen, Jacob van Ruysdael e Meindert
Hobbema)
(più fortunati furono i fiamminghi, alcuni risiedettero in italia: Brueghel, Wildens (Paesaggio con villa e
giardino))
Al successo della pittura paesaggistica in Italia contribuirono così gli specialisti sia italiani che nor dici, in tutti
i suoi generi e sottogeneri:
il paesaggio boschivo, montagnoso, di pianura e campestre, re ligioso, eroico, classico, pittoresco-
romantico, arcadico, pastorale, agrario, rurale.
Essa
- inquadra i passatempi aristocratici e le attività quotidiane del popolo minuto
- ospita scene di caccia e di pesca,
- ma fa anche da sfondo alle battaglie
- contempla il paesaggio extra-urbano o registra quello urbano nei toni più vari, dall'ufficialità alla vivacità
quotidiana della vita comune;
- porta negli interni l'immensità delle marine, il terrore delle tempeste o il silenzio delle bonacce, l’orgoglio
delle flotte mercantili e il fragore del confronto bellico.
Committenti furono:
Medici, Savoia, papi, reggenti, cortigiani dellecorti più piccole come quella dei Gonzava di Mantova, cardinali,
patrizi romani, genovesi, veneziani ma anche famiglie alto-borghesi
L'elite più aristocratica apprezzava la pittura di paesaggio
OPERE DI HERMAN SWANEVELT (?) con la loro bilanciata tranquillità poetica sono simili a quelle di claude
lorraine
JEAN MIEL
A roma esegue scene sacre in cui talora appare l'elemento paesistico come
Storie di Mosè
e “bambocciate” → scene di vita popolare romana
VAN WITTEL (metà 1600) (approfondire grazie)
Con le sue opere adornò le più famose gallerie di Europa: belle vedute, lontananza, architettura, paesini
VAN DER HEYDEN
Jan van der Heyden ( stato un pittore olandese, specialista della pittura di paesaggio. È considerato il
precursore del vedutismo.
PARENTESI: LA CAMERA OTTICA
Una camera ottica può essere composta da una semplice scatola chiusa con un piccolo foro su un lato che
lasci entrare la luce. Questa luce proietta sul lato opposto all'interno della scatola l'immagine capovolta di
quanto si trova avanti al foro
L'uso della camera ottica, nel settecento, faceva ritenere i vedutisti come dei pittori minori, che si servivano di
mezzi meccanici per ritrarre gli scorci di Venezia, quasi incapaci di produrre una vera forma di pittura.
AUTORE IMPORTANTE DEL 700 CHE NON VIENE CITATO:
FRANCESCO GUARDI
L'artista, al contrario del Canaletto, non mira, nelle sue pitture, a risultati di nitida percezione, ma propone
un'interpretazione del dato reale soggettiva ed evocativa, realizzando immagini di città evanescenti e irreali;
raggiungendo a volte una sensibilità definibile pre-romantica, grazie allo sfaldamento delle forme e a
malinconiche penombre.

ORIZZONTE
Più rinomato paesaggista del suo tempo a Roma
----
X alcuni dei paesaggisti possediamo una sorta di registro delle vendite. LORRAIN con LIBER VERITATIS
soliti conservare la memoria dei dipinti venduti in un taccuino di schizzi che riportava anche la data e il nome
del cliente
Altri paesaggisti:
CRESCENZO ONOFRI
poi
SALVATOR ROSA → bravo paesaggista ma di tematica nobile e di carattere preromantico
ANDREA SACCHI
=> questi ultimi prendevano duranmente posizione contro le scene di carattere popolare e i pittori che le
dipingevano per la loro trasgressione delle regole del decorum (?????)
-----
Attraverso i secoli la pittura di paesaggio potè conquistarsi unaposizione di rilievo soltanto lentamente e
gradualmente
----
Gli artisti eseguirono i loro schizzi e studi en plein air
IL BORGOGNONE → uno degli iniziatori in Italia del genere delle battaglie, fu tra gli artisti che sentirono
la necessità di continuare a studiare all'aperto anche molto dopo il primo apprendistato
----
Bagaglio formativo del paesaggista:
- conoscenze flora fauna
- Sensibilità individuale
- Esperienza nella natura e della natura
fu anche costituito dalla conoscenza delle opere di artisti più antichi e contemporanei, dalla pratica insegnata
e da quella codificata nei trattati d’arte, oltre che dalle descrizioni del paesaggio nella tradi zione letteraria.
---
Momenti ideale per dipingere:
Paesaggio più piacevole e perfetto dopo la pioggia e il temporale → colori sono più freschi e si possono
notare le forme e le tinte più insolite
Anche autunno
E' preferibile ritrarre il paesaggio dal naturale a colori su carta preparata o su tela piuttosto che disegnare a
penna o lapis (come fecero Sandrart e Lorrain)
Il dipingere la natura è il modo migliore per capire la realtà
---
i pittori stranieri paesaggisti di solito scendevano in italia in autunno
Curiosità: pittori come Vermeer (nella celebre veduta) e van der Heyden (veduta del canale dell'oude delft)
ritraggono in questi dipinti un orologio che attesta il fatto che li avevano dipinti di prima mattia
----
A chi non dipingeva en plain air preferendo eseguire i dipinti nello studio come la maggior parte dei
paesaggisti, gli schizzi eseguiti nella natura servivano pertanto da modelli
Avercamp → primo grande specialista di scene invernali nei Paesi Bassi settentrionali, disegnava durante i
giorni di grande gelo
----
Artisti che abitavano a Roma, come il Borgognone, disegnavano, frequentavano e dipingevano Tivoli, con le
sue cascate e il tempio rotondo
=> fu uno dei luoghi e temi preferiti dell'arte paesaggistica
---
Molti dei luoghi che tante tavole e tele oggi ci tramandano furono visitati e conosciuti di persona dagli artisti,
anche se l'esecuzione delle opere fu tradotta in studio
----
Ok mi sono persa.
Gli affreschi di paese potevano variare di dimensioni e tipologia, inseriti in un fregio o estesi a tutta la sala. Le tele potevano
coprire solo la fascia alta, ma talora giungevano a coprire l’intera superficie-murale o quasi. Queste decorazioni si
chiamano in Olanda “tele da parete”.
Usava frequentemente questo genere Il paesaggista classicheggiante Isaac de Moucheron, attivo a Bologna
----
D’altra parte, una ‘camera’ di paesaggi poteva essere anche costituita da una serie di piccoli quadri in formato da
gabinetto che coprivano soltanto una parte delle pareti → Van Wittel fu autore di opere di questo genere
-----
Un problema di fondo che i paesaggisti (ma non solo loro) dovettero affrontare nei loro dipinti fu ovviamente il rapporto tra
natura e realtà, la verosimiglianza totale o parziale, la verità e l’apparenza. Nella costruzione e nella realizzazione dei
paesaggi dipinti essi talora inserirono motivi particolari, (alberi, case tipiche, animali in atteggiamento realistico) più o meno
letteralmente derivati da incisioni appositamente tenute nello studio, per migliorare l’insieme, colpire lo spettatore

=> il Fiamminghino, nel ciclo sulla giovinezza della Vergine, realizzò 10 affreschi con sfondo di paesaggi e si servià
di molteplici prestiti da stampe nordiche per dare al ciclo un carattere prettamente fiammingo
---
i pittori applicarono spesso queste o altri astuzie, o si concessero libertà poetiche per conferire alle opere un tono più
piacevole.
---
Spesso anche i pittori, che hanno raffigurato angoli di città realmente esistenti o esistiti, come i vedutisti del
tardo Seicento e Settecento, i Vermeer, Van Wittel, Canaletto e Guardi, in varia misura adattarono la realtà alle
esigenze del dipinto perfetto e convincente. Perciò, il paesaggio dipinto non è mai completamente l’immagine
fedele del mondo reale, ma di per sé è fantasioso, idealizzato, sognato o costituito da pezzi assemblati dalla
realtà,
--------------------
IMMAGINE INTRODUTTIVA “Generi e immagini di paesaggio”:
Hubert Robert – Rovine con arco trionfale, fontanile e figure
Il paesaggio moderno non può essere racchiuso in un'unica definizione.
Diverse ipotetiche categorie: simbolico, realistico, reale
---
Mentre lo spazio architettonico poteva essere costruito razionalmente, attraverso la prospettiva lineare, il
paesaggio presentava ulteriori necessità. La costruzione prospettica non era in sé sufficiente, poiché
entravano in gioco fattori più problematici: la luminosità, gli effetti atmosferici, il colore locale.
Una costruzione, teatrale della scena - tramite la disposizione di piani frontali e paralleli - poteva garantire
adeguati effetti percettivi
----
Il paesaggio raggiunge vertici assoluti nella pittura italiana del primo
rinascimento, artisti capace di caricare le scene di realismo e di significati
simbolici
Vi è la necessità di legittimare il nuovo genere: spesso un tema biblico o mitologico offriva occasione o
pretesto a mostrare un pezzo di paesaggio dal vero
ROMA, luogo dei sogni classici e di memorie dell'antico dove spazio e tempo si fondono, fu il soggetto
prediletto per questi dipinti
----
Nel Seicento il paesaggio vive la propria età aurea in ragione di una complessa
crescita culturale
Paesaggi di Annibaie Carracci, di Nicolas Poussin, di Claude Lorrain sono luoghi continuamente plasmati da
un’immaginazione che ha le sue radici nella mitologia, nella religione, nella storia, o che si ispira con forte suggestione ai
poeti antichi,
Soggetti ispirati alla traduzione classica
Sviluppo della composizione si attiene a rigorosi procedimenti imitativi
L'imitazione deve essere creativa, non deve introdurre cose che possano fuorviare l'sservatore
----
Le figure avranno espressioni appropriate in una reazione armoniosa con lo scenario in cui si trovano
----
I luoghi devono essere prima di tutto appropriati alle storie, esaltando le figure e le azioni
→ I luoghi ideali riuniscono talvolta frammenti topografici provenienti da contesti diversi
---
La rievocazione dell'Arcadia evoca un mondo idealizzato, lontano tanto dalla vita rustica quando da quella urbana.
La vita umana lì si alimenta dell'amore per la natura.
E' anche metafora di una felicità perduta
Poussin – I pastori d'Arcadia → la presenza del sepolcro antico è il segno della serenità turbata dalla morte. La
presenza dell’oggetto memoriale o della rovina (l’opera in disfacimento) costituisce un tema fonda-mentale
nel paesaggio moderno.
Esprime il sentimento della vanitas, di una temporalità comunque perturbata.

LORRAIN unisce la descrizione topografica all'invenzione immaginaria.


OPERE CITATE:
Lorrain – Claude Gellèè
Canaletto – Capriccio con rovine classiche
Piranesi – Resti della villa di Mecenate
Poussin – I pastori d'Arcadia
----
Significato degli alberi: sono sempre accuratamente descritti ed elaborati per conferire verità alla scena e aggiungervi
significati; ogni storia si lega a una combinazione di alberi
----
Quanto ai soggetti, il maestro si rifugia frequentemente nelle favole, nel mito, ma non si distacca mai
definitivamente dalla storia.
Si serve dell’eredità visiva del passato, della Roma dell’antichità, del Rinascimento e del suo tem po.
POUSSIN → utilizza i monumenti per dare dignità e forza ai propri soggetti

VAN WITTEL
Allievo di Heyden, olandese che si trasferì in italia. Risiedette a Roma.
il gusto per il dettaglio e l’impostazione descrittiva e tersa tipici del vedutismo nordico caratterizzeranno la
sua produzione, dedicata a ritrarre Roma e le sponde cittadine del Tevere.
Ottenne tali risultati anche grazie ad alcuni strumenti già usati dai vedutisti del nord, come la " scatola ottica".
Fu essenzialmente un vedutista, al pari di Canaletto.
introduce a Roma l’oggettività della veduta olandese anche se assume influenze della tradizione roma na. Si
dedica alla descrizione della città e dei suoi spazi di confine con immagini sviluppate in un formato
orizzontale anticipando la visione panoramica *.
Con originalità, Van Wittel riesce a cogliere il senso della storia tramite una descrizione realistica del mondo
fisico, attraverso l'osservazione sistematica del Tevere, dei ponti, dei castelli e in generale della scena urbana
insieme a dettagli di eventi della vita quotidiana.
* van Wittel – Interno del Colosseo
----
La pittura di ispirazione ideale attininge i suoi principi nella classicità, ed è per lungo tempo il concetto di
bellezza a dominare.
----
SALVATOR ROSA e i suoi seguaci daranno vita a un paesaggio emozionale dove l’azione umana e le for ze
della natura interagiscono in modo spettacolare, dove ci si avventura in territori seducenti e pericolosi. Con
l’introduzione del “sublime” il canone estetico verrà vincolato alla forza dell’esperienza e delle sensazioni.

I pittori di rovine rappresentano una scena assoluta, sublimata


In Pannini, Hubert Robert e in parte Fragonart la ROVINA
– connota specificamente il paesaggio
- attribuisce ulteriori significati al soggetto stesso.
Oggetto eroico, che resiste al tempo e alla natura,
=> la rovina commuove per il suo significato poetico, in quanto testimonia il persistere delle civiltà. La rovina
è comunque ancora percepita come monumento e cosi viene documentata o reinventata
----
Con PIRANESI la veduta antiquaria raggiunge il suo culmine:
nelle sue vedute di Roma, rivela una inedita capacità di analizzare filologicamente monumenti e reperti
accuratamente selezionati. Questi appaiono come il risultato di un lavoro propriamente progettuale.
In molti casi Piranesi disseziona e riprogetta il monumento per ottenere un’immagine vera, efficace e
dall’elevato contenuto critico * Piranesi – Resti della villa di Mecenate
ALTRE OPERE:
Pannini: preparativi per i fuochi d'artificio e per la festa del 30 novembre 1729 a piazza Navona in occasione della nascita
del delfino

Robe da approfondire:
Camera ottica
Gran Tour
Van Dick
Van Heiden
Periodi storici e date

(random: Tra i principali artisti del Vedutismo troviamo: Gaspar van Wittel (1653-1736), Luca Carlevarijs (1663-1730),
Antonio Canal, detto Canaletto (1697-1768), Bernardo Bellotto (1721-1780), Francesco Guardi (1712-1793) e Giovanni
Paolo Pannini (1691-1765).)

Veduta successo nel 700 perché


- per i viaggiatori (del grand tour) come ricordo
- per celebrare feste religiose, processioni
vanno distinte veduta ideale e realistica

Nel corso del 700 con il diffondersi della camera ottica la veduta diviene scientifica, per la grande precisione, diventando un
genere molto richiesto dai turisti e dai viaggiatori. Grazie ad artisti come Canaletto e Bellotto la veduta si diffonde in Italia a
Londra, a Vienna e san pietroburgo (i 2 artisti si trasferiscono)
In tutte le vedute analizzate è evidente la matrice prospettica

Vasari utilizza nella letteratura artistica la parola capriccio in rapporto all'ingegno di artisti con fare ghiribzzoso, capriccio
-< come aggettivo
il capriccio indica qulcosa di irrazionale, capriccioso → anticlassico
è un inventisement, un divertimento una fantasia prospettica
L'Arcadia (in greco: Ἀρκαδία) è una regione antica della Grecia che nel corso della storia della letteratura è stata vista
come un mondo idilliaco. Si presenta infatti come una regione montuosa, disabitata per via della sua topografia:
prevalentemente occupata da pastori, ha assunto nella poesia e nella mitologia i connotati di sogno idilliaco, in cui non era
necessario lavorare la terra per sostenersi, perché la natura provvedeva già a donare all'uomo il necessario per vivere. Ha
una diversa connotazione dal concetto di utopia.

Potrebbero piacerti anche