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Una lettera indirizzata da Tiziano a Filippo d’Asburgo, futuro re di Spagna, 1*11 ottobre 1552, entravano per
la prima volta nella lingua italiana la parola, e insieme ad essa, il concetto di “paesaggio”
cos'era il paesaggio per Tiziano?
la parola segnala almeno la presa di coscienza dell'introduzione della dimensione estetica nel mondo naturale
Per tutto il Trecento, e ia prima metà del Quattrocento, nel Veneto, quasi non esistono aperture paesistiche
nei dipinti,
Prima del nuovo, termine tizianesco l'ambiente naturale era “paese” e gli artisti dipingevano “quadri di paesi”,
cioè degli spazi, dei luoghi, considerati sotto il profilo delle loro caratteristiche fisiche e ambientali:
Venezia organizzazione civile migliore → spinta economica nuovo amore per l'ambienti
GIOVANNI BELLINI
Inizia con una produzione religioso, poi affronta x esempio la natura umana divinizzata della vergine.
Rendere figura + vicina al sentire e all'esperienza comuni e la colloca nell'ambiente naturale
MA
la natura resta confinata dietro, il suo valore non andando oltre quello del bellissimo fondale. In questo
senso, caricandola ciascuno delle proprie valenze sentimentali, la usano alcuni fra i migliori allievi e seguaci
di Bellini: da Basaiti attratto da qualche aspetto di selvatichezza del paese, a Cima da Conegliano che con
amore della sua terra lontana ne riproduce l’immagine caratteristica, ad Andrea Previtali innamorato della
magia dell’ora e delle stagioni.
I MANTEGNA - II BELLINI
Quando il processo di distacco dallo stile di Mantegna è del tutto compiuto, fra il 1475 e il 1480, Bellini crea
due straordinari capolavori
- San Francesco in estasi
- Trasfigurazione di Cristo
In entrambi, il mondo dovrebbe essere quello selvaggio delle solitudini fuori dei centri abitati, MA alla zona
incolta succede inevitabilmente il coltivo dei borghi fortificati.
Bellini non mostra di avvertire la bellezza della natura selvatica, a causa della consapevolezza delle insidie
nascoste in un mondo non addomesticato
=> Anche nell’inospitale asprezza ddl'eremitaggio di san Girolamo, nella tavola della National Gallery di
Washington, a prevalere è l’idea di una sorta di contraltare della vita cittadina,
CARATTTERISTICHE DELL'ARTISTA::
- Interesse per la pittura fiamminga (Bellini)
capacità di
- rappresentare la brillantezza dell’aria
- la nitidezza delle distanze
- la piena dei sentimenti
=> cose che, tramite il suo esempio, divennero presto comuni fra tutti i pittori della laguna.
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500, sentimenti e poesia lirica
Nel 500 si parla di piena di sentimenti, spicca la poesia lirica: I boschetti, le radure, alberi e rivi, colli e prati
sono per essa scenario ideale
il gusto e le attese della poesia determinano almeno un clima da cui germina una modificazione nei modi di
vedere il paesaggio, ora più “sentito” che “visto
glie da quei dipinti24; l’armonia di spazi aperti e spazi costruiti si altera, a esclusivo vantaggio dei primi; le
città spariscono, o sono lontanissime, mentre crescono le radure nei boschi, i luoghi appartati. Le persone
non sono più solo quelle che si vedono quotidianamente, ma creature della mitologia e di tempi lontanissimi,
OPERA DI QUESTA PAGINA (img)
Cima da Conegliano, Battesimo di Cristo
=> nel mondo della figurazione, i paesi giorgioneschi erano divenuti luoghi poetici per eccellenza
Adorazione dei pastori Allendale → è un primo esperimento ancora un po’ timido di luce calante
(LORENZO LOTTO,
per suggestione (ancora una volta) tedesca, immaginava una delle prime rappresentazioni di un tramonto
sanguigno nel Matrimonio mistico di santa Caterina di Monaco
=> un tema che conoscerà un successo imperioso, e che quasi immediatamente coinvolgerà anche
Giorgione, col sole calante dietro un poggio dei Tre filosofi di Vienna)
Nella Storia di Giuditta Lotto metteva in scena, nella quasi monocromia consentita dai legni, un vero
notturno, con la falce di luna, che spunta tra uno squarcio delle nubi
INCENDI:
Travasati in metafora di punizioni celesti, o di fiamme infernali, gli incendi dipinti potevano dar corpo a
quadri con soggetti tratti dall’antica storia sacra, come Loth e le figlie (Giovanni Cariani), con fantasie tutte
interiori, fatte da creature mostruose, quali le tentazioni di certi santi
(TIZIANO)
Orfeo ed Euridice – Tiziano → nell’Oifeo ed Euridice attribuito a Tiziano nell’Accademia Carrara di Bergamo ,
in cui tutto l’ambiente sembra avvolto dai vapori fumiganti e dall’odor di zolfo, quelli a destra non sono
edifici di una città che stanno bruciando, ma appunto le fornaci e le fucine dei fabbri
TIZIANO guarda le cose in modo attento e realista → influenza della cultura veneta e dell'arrivo a Venezia di
Albrecht Durer
OPERE CITATE NELLA PAGINA:
Albrecht Diirer,Veduta di Arco di Trento
Albrecht Diirer, Madonna del lucherino
DURER
Significano molto x pittori veneziani opere come la Casa sul lago o lo Stagno nel bosco di Durer
=> x il loro apparente guardare oltre alla verità delle cose
Steinpruch (Cava di Pietra) → poggiava uno sguardo ravvicinato sul molto più piccolo, sino a rivelare per la
prima volta, staccandola dalla massa indistinta del creato, persino la bellezza dei sassi.
Madonna del Lucherino → il lontano paesaggio, che nel suo velarsi e fondersi alla distanza ben mostra la
ricezione, da parte del maestro tedesco, dei modi della pittura di Bellini e di Giorgione, risalendo forse anche
indietro sino ad Antonello da Messina, col suo colore freddo e staccato in un’aria tersa, brillante,
(deve aver significato molto per gli esperimenti di LORENZO LOTTO)
San Girolamo in penitenza → ci mostra quali sono le idee correnti sul deserto: di, utilizza modi pittorici affini,
illustrandoci, nel frattempo, quali fossero le idee allora correnti sul “deserto”. Il santo, infatti,
appassionatamente s’allunga, nel colpirsi il petto, entro un recesso montuoso scosceso, aspro di rocce, ove la
natura ha una sua germinazione vitalissima, iena di molte e diverse creature; poco più in là, su un pianoro, un
pastore pascola le sue pecore; e poco più lontano, elevata sopra una pianura avvolta nella foschia, la sagoma
di Castel Sant’Anngelo. Come dire che “deserto” non ha a che fare con l’assenza, col vuoto, ma semmai con
l’eccesso di presenza; deserto è semplicemente un luogo ove non si avverte la mano modificatrice dell’uomo.
Fuga in Egitto – Jacomo Bassano → l’acutezza dell’occhio non s’allenta mai e spazia con la stessa intensità
sulle rustiche baracche del fondo, sulla fresca ferita dei bastoni strappati ai tronchi, sul pelo dell’asino, del
cane, delle pecore, sulle corna del bue, sul giovane tronco spaccato, o la botticella di legno per l’acqua.
Anzi, con persino maggiore attenzione sui cari protagonisti umili dell’esistenza quotidiana, sollevando questi
ultimi a un livello di dignità pari a quello delle persone sacre
TIZIANO In quasi tutti i dipinti di quel tempo, egli abolisce ogni accenno a un regolato vivere sociale
Concerto Campestre → profumo dell’Arcadia, ove ruderi di un tempo mitologico si associano a costruzioni
non raggiungibili per strade tracciate, abiti patrizi moderni si associano a rustiche vesti pastorali e alla calda
sensualità delle due donne nude.
Venere del Pardo → un satiro, in preda a evidenti e forti pulsioni sessuali, disvela una ninfa addormentata,
mentre a sinistra altri due giovani amoreggiano e uno indica al suonatore di corno dove affrettarsi per la
caccia al cervo. Sarebbe difficile dire qual è il soggetto di tale immagine
–- -
Nei decenni finali della sua lunga carriera, anche Tiziano, assalito sempre più dalle angosce di un mondo
tragico ed estraneo, sembra abbandonare l’idea di uno spazio bello per l’uomo.
=> Già in opere come Diana e Atteone → il sentimento mitologico-pastorale è irrigidito in un ambiente più
ristretto, ove solo un piccolo gruppo d’alberi e un piccolo ruscello ricordano i suoi lontani anni felici, mentre
un portico rustico e una fontana scolpita sono apparentemente l’unica dimora delle ninfe
=> Nel più tardo San Girolamo in penitenza l’ambiente brulica di una materia senza più forme definite,
ravvivata dal miracolo luminoso del raggio celeste, che va a illuminare il Crocifisso;
=> e nell’Orazione nell’orto, lo spazio e l’ambiente sono addirittura scomparsi nell’oscurità. La luce della
lampada li fa solo presupporre,
TIZIANO SI DISSOLSE NELLE TENEBRE
I suoi rivali, TINTORETTO e VERONESE, furono poco dotati per il genere → il loro interesse era pressochè
assente
=> fu un immigrato dei paesi bassi, Paolo Fiammingo, a fornire negli ultimi due decenni del secolo (1500) un
paesaggio
LA SUA RINASCITA sarà, qualche anno dopo, a Roma, con ANNIBALE CARRACCI
In ogni modo, con la fine di Tiziano abbiamo la fine del paesaggio mitologico buccolico
–-- -
Parentesi senza senso:
Cima da Conegliano – David e Gionata
Allievi di Carracci:
- Francesco Albani
- Baldalocchio
- Domenichino
- Antonio Carrracci
=> Il ruolo + rilevante per i successivi sviluppi del paesaggio ideale spetta a
–-
OPERE CITATE:
Domenico Zampieri – Paesaggio con Ercole
Domenico Zampieri – Paesaggio con Tobia
Ebbe un ruolo capitale della grafica
=> veicolo primario per la diffusione di alcuni motivi dell’iconografia del paesaggio “ideale” attraverso la
circolazione dei diségni di Annibaie e Agostino (originali, ma anche incisioni, copie, imitazioni) richiestissimi
dai maggiori collezionisti del secolo e prima ancora dagli artisti medesimi.
La subitanea affermazione del paesaggio carraccesco è documentata dagli importanti cicli di affreschi
eseguiti per i maggiori committenti romani: Domenichino, Albani, Antonio Carracci, Viola
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Poussin e Lorrain si interessano al paesaggio fin dalla giovinezza (fine del terzo decennio del 600)
POUSSIN
L’emergere di una nuova attenzione per il paesaggio si registra in Poussin attorno alla metà degli anni trenta
ma il salto nel 1640 con San Giovanni e Patmos e San Matteo e l'angelo
Inediti qui
- modo di intendere la luminosità diffusa dei lontani
- il rapporto figure e paesaggio e il loro esistere nel paesaggio
- frammenti ingigantiti dell'architettura antica in primissimo piano
Questi quadri sono, per l'adozione di una prospetttiva rigorosamente centrale, così anòma la a quelle date, e
per quei volumi di giganteschi relitti antiquari, il manifesto di una nuova poetica
Poussin verso la fine degli anni trenta e fino ai primi anni cinquanta aderisce a quello stile che caratterizza il
gruppo del PAESAGGIO EROICO
lo portò innanzitutto LORRAIN
LORRAIN crea un libro di incisioni, Liber Veritatis, come tentativo di difesa dal rischio di plagio.
Artista di grande successo:
notevole cultura prospettica
- sensibilità per le variazioni luminose dell'atmosfera
Innovazione: coniugare effetti naturalistici con impostazione prospettica dello spazio
Particolare modo di illuminare le rovine della luce del tramonto
=> => => In questo contesto sembra che Poussin ignori del tutto quegli effetti di luce che costituivano la
maggiore novità dei paesaggi del Lorenese: se infatti dalla metà degli anni trenta il successo ' di quest’ultimo
può aver spinto Poussin verso un nuovo modo di intendere il paesaggio
L'INCONTRO TRA POUSSIN E LORRAIN APPARE UNA SFIDA
OPERE CITATE:
Lorrain – Paesaggio con satiro Danzante
Poussin – Paesaggio con San Giovanni a Patmos
Influenzati da Lorrain furono. LEMAIRE E DUGHET
=> Affermazione di Lorrain importante x formazione stilistica di Poussin: pare che egli abbia reagito al
successo di Claude cercando un altro modo di costruire nel quadro lo spazio osservato dal vero;
abbandonando, cioè, il modello fino ad allora perseguito del paesaggio tizianesco a macchie di luce
→ quello che di lui aveva appena appreso
(DUGHET → per il quale la prospettiva è del tutto assente e la profondità dello spazio è rèsa mediante
giustapposizione e contrasto delie macchie di colore per volgersi ad un paesaggio concepito
prospetticamente)
SFIDA PROSPETTIVA CON LORRAIN: Poussin cercò risposte in DOMENICHINO e RAFFFAELLO
OPERE CITATE:
Domenichino – Paesaggio con Fortificazioni
Poussin – Paesaggio con il seppellimento delle ceneri di Focione
Il ritorno di Domenichino documenta in Poussin il nuovo desiderio di un paesaggio più composto, più
prospettico e geometricamente ordinato
Più tardi Poussin realizza gruppo di straordinari paesaggi, ha un'altra fonte: LA FRANCIA
Incontro con artisti e incisore, insegnante di prospettiva BOSSE
Utilizza il METODO DI DESARGUES x apprendere e applicare la prospettiva (legge opuscolo)
=> nei suoi famosi paesaggi del quinto decennio, quindi, prende da Bosse e Desaurgues la prospettiva
centrale
La nuova sensibilità per il variare della luce è però merito dell'avvicinamento con Lorrain
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DUGHET
Ebbe un ruolo nella storia del paesaggio ideale
Opera: Paesaggio con roccia e cascata
Riprende il paesaggio prospettico e simmetrico del Poussin degli anni '40
+ degli altri suoi compagni è attratto dal paesaggio puro
→ x questo sarà il prescelto dell'800 naturalista, da Constable a Courbet e Barbizon
Alla fase di riaccostamento à Poussin nei primi anni cinquanta segue in Dughet una nuova accelerazione: tagli
più audaci, composizioni più dinamiche, molteplicità dei punti di fuga.
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LEMAIRE
Nella storia del paesaggio “ideale” Lemaire ha trovato il proprio posto più tardi: nella Roma seicentesca egli
veniva ancora percepito più come un pittore di prospettive che come un paesaggista,
=> la Roma dipinta da Lemaire viene soprattutto dai libri con le ricostruzioni ideali della città antica.
I suoi paesaggi sono di grande potenza evocativa grazie all' armoniosa struttura architettònica delle
composizioni e a una luce che deve molto a Lorrain
Opera citata: Paesaggio con rovine e giovani artisti
Lemàire esegue un paesàggio tutto di pietra antica e dottrina antiquaria. Eppure una delle icone del
paesaggio “ideale” si trova oggi nei suoi dipinti di architetture antiche popolate da giovani artisti intenti agli
studi on thè spot in posa tra le rovine
ARCHITETTURE DIPINTE: FANTASIA E CAPRICCIO
La tela — ornamento della parete e pezzo da collezione - che ha come soggetto unico o dominante
l’architettura ha avuto il suo apogeo in epoca barocca; da principio in Italia e nei Paesi Bassi, poi in Francia e
in Germania
Questo, insieme ad altri generi “minori” della pittura, acquista autonomia intorno al 1600
Pretesa intellettuale → la maggior parte degli interessati apparteneva alla classe degli intellettuali di alto
rango
OPERE DI: Panini, Piranesi, Canaletto, Bellotto
Altri artisti:
Primo periodo: Lemaire, Fagiolo dell'Arco, Viviano Codazzi
Secondo periodo: Marco Ricci, Sonino, Lajoue
Anche se il fondamento della pittura di architettura è senza dubbio la grande scoperta nel Ri- nascimento
della prospettiva centrale,; la prospettiva viene applicata con notevole libertà e ognuno possiede il suo stile
personale
da una parte l’ampliamento e la decorazione illusionistica di uno spa zio reale, un salone, una galleria, la volta
di una chiesa e così via,
dall’altra la sistemazione architettonica dello spazio scenico
In Italia i generi avevano i loro centri nel Veneto e in Emilia
Le tipologie di dipinto di architettura sono svariate:
Le possibilità si estendono
→ dalla veduta, la rappresentazione più o meno precisa, più o meno volutamente deformata di un luogo
réalmente esistente,
→ al capriccio, che può accostare fra loro, in luoghi reali o immaginari, edifici esistenti e inventati,
architetture possibili e strutturalmente o funzionalmente impossibili.
=> un’opera solo progettata o iniziata può essere presentata come già terminata e viceversa una esistente
sotto forma di
ROVINA → l genere può mostrare volte diroccate e colonne concepite come parti del paesaggio che
ritornano al loro stato naturale, ma può alludere al contempo a celebri località, soprattutto Roma o Tivoli
I luoghi famosi come il Foro romano, con il Colosseo, l'arco di Costantino e il campidoglio o a Venezia la
piazza e il bacino di San Marco
Si accostano loro stessi, per il gran numero e per la varietà di oggetti architettonici in essi riuniti, ai prodotti
della fantasia. Un oggetto grande può comparire piccolo o più spesso uno piccolo può comparire in
proporzioni giganti, un ornamento può essere ingrandito fino a elemento architettonico
il dipinto può in ogni caso testimoniare dell’immaginazione e dell’inventiva, dell’ironia e della fantasia
giocosa dell’artista:
OPERE CITATE:
Marco e Sebastiano Ricci: Fantasia architettonica con rovine romane
Antone Caron: La Sibillla Tiberina
Dipinti di Nomè (detto Monsù Desiderio) -> nati e ossessionanti di Francois Nomé, detto Mohsù
Desiderio, lorenese, attivo a Napoli: egli fa sì che architettura e ornamento, gotico e Rinascimento, figure
viventi, rilievi e chiaroscuri trapassino l'uno nell’altro; sullo sfondo della superficie architettonica, disegnata
con febbrili giochi di luce
Es Fuga di Troia in Fiamme (Nomè)
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Genere allora in formazione del paesaggio classico con architetture: in esso, generalmente, un
compatto gruppo di edifici, composto da muri di sostruzione, complesso del palazzo, chiesa a rotonda e
campanile, è concentrato su un colle o su una stretta striscia di costa, la cui forma vie ne così
monumentalizzata
ALTRE OPERE CITATE:
Codazzi e Cerquozzi – Cacciata dei mercanti dal tempio
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LORRAINE (2)
in LORRAINE, nei cui paesaggi l'architettura riveste un ruolo sostanziale, la forza dei paesaggi cede il posto a
una spiritualizzazione
I più grandiosi sono i dipinti che rappresentano un porto, con la disposizione su un lato di edifìci classificabili
nella tipologia del palazzo in sequenza; le scene di commiato assumono una posizione importante e in
generale predomina l’impressione di una grande, mitica lontananza.
Del tutto in contrasto con quest’ultima ten denza, i pittori nordici della Schilderbent e i Bamboccianti
allentano la rigida struttura dei paesaggio classico, accumulano accidenti, alludono a luoghi e a monumenti
romani noti a tutti come il Foro e il Palatino e vi insediano scene variopinte di vita popolare
Contrasto tra
Rovine → testimonianze di un passato grandioso
Presente più misero
=> Esprimono il benessere buccolico
LEMAIRE
Lemaire correda le architetture antiche di coppie dell’antica mitologia o semplicemente di figure abbigliate
all’antica o di personaggi che indicano o disegnano le architettu re rappresentate, sottolineandone l’interesse
antiquario e il valore artistico.
Un simile repertorio di figure disposte liberamente, oziosi, soldati, donne con bambini, ma anche gruppi Del-
l’atto di ascoltare una “predica”, di nuovo personaggi che disegnano e osservano, è collocato ancora
da
PANINI nelle sue rovine;
mentre al contrario
HUBERT ROBERT rende in modo più marcato il contrasto fra l’umile quotidianità di lavandaie, carretti e assi di
legno accatastate, da una parte e i resti dell’antichità, ma anche importanti edifici del Rinascimento romano,
dall’altra
=> in sostanza, per tutti questi pittori, è L'ARCHITETTURA STESSA che deve attivare l'intelletto e i sentimenti
dell'osservatore
OPERE CITATE:
Alessandro Magnasco – Il riposo dei banditi
Marco Ricci – Paesaggio Al Tramonto
CODAZZI
In Codazz i netti spaccati architettonici assumono un carattere dimostrativo e mettono in chiaro la struttura
dell'edificio, anche se non sempre palesano la loro provenienza dalle incisioni architetttoniche didattiche
L’arte di Codazzi è più variata, anche se d’altra parte le manca l’intensa poesia di Lemaire.
Codazzi è maggiormente interessato alle diverse tipologie (sequenza di archi e portico, palazzo
con e senza portico, chiesa, bagno termale) e attinge pertanto più riccamente dalla gamma di
esempi offerti dalle stampe, combinando fra loro anche opere architettoniche di status differente;
antico e' moderno, architettura aulica e quotidiana, esterno e interno non sono sem pre nettamente
distinti
In un altro quadro (QUALE=!) restituisce una veduta di piazza del Popolo a Roma, di fronte alla
quale, però, colloca un elemento inventato
Se le rappresentazioni di interni sono rare nell’opera di Codazzi e di Lemaire, esse costitui scono
invece il tema principale delle fantasie architettoniche fiamminghe e olandesi dello stes so periodo,
sotto forma di chiese e gallerie di palazzi. Le chiese, gotiche o rinascimentali, si aprono in primo
piano in un ampio spazio, animato da frequentatori della chiesa, da pulpiti e tribune, altari e
monumenti funebri; questo spazio è concluso dal pontile, oltre il quale la navata si estende in
profondità
OPERE CITATE:
Lorrain: Veduta di Delfi
Lorrain: Abrano scaccia Agar e Ismaele
Hubert Robert: I monumenti di parigi
Mentre dunque intorno alla metà del XVII secolo la particolare evoluzione della fantasia architettonica
olandese trova la sua conclusione nel dipinto realistico rappresentante edifìci chiesastici e nella veduta, gli
episodi in cui essa sopravvive fanno avvertire in misura crescente un influsso italiano e francese
In Frància, nel XVII secolo, il dipinto di architettura non ha una grande diffusione e man tiene il
carattere erudito e intellettuale che lo contraddistingueva già nel X V I secolo. Anche artisti come
Rémy Vuibert
Thomas Blanchet
→ avevano soggiornato a Roma nell’ambiente di Poussin e del giovane Lemaire e tuttavia nelle loro opere -
come anche in quelle di Lemaire dopo il ritorno in patria si manifesta una fredda lontananza, che non lascia
più scaturire alcuna animazione poetica del mondo delle rovine, al posto delle quali ora compare la perfetta
ricostruzione di intere piazze
Nell’ultimo terzo del secolo, queste elevate ambizioni vanno a scemare nelle poche tavole di Jacques
Rousseau → noto come pittore di architetura illusionistiche in contesto monumentale
JEAN LEPAUTRE incisore che con la sua varietà di modelli offre numerose serie:
Lepautre: Mausolèès, Tombeaux, Sepultures, Grottes, Fontaines eccetera
Come era avvenuto a Roma nel XVII secolo, nel XVIII secolo la fantasia architettonica raggiunge il suo
massimo sviluppo a Venezia
Nomi da citare:
Ricci,
Canaletto,
Bellotto,
Visentini,
Mariesci e
Guardi (epilogo)
In generale nella pittura veneziana l'architettura è parte di un contesto paesaggistico e urbano
Esempio in cui l'architettura viene inserito in un paesaggio urbano aperto alla natura è in un
CAPRICCIO DI CARLEVARIJS
rapppresenttante un ponte antico dalla curvatura assai marcata, l’arco di Costantino e una statua equestre e
dalla sua trasformazione da parte di
MARCO RICCI in un dipinto il cui soggetto si potrebbe credere tratto dalla realtà, con una torre
medioevale nei pressi di un ponte che conduce a una città dall’aspetto antico
A partire dal 1710 circa, Ricci dipinge contemporaneamente
- quadri a tempera di ville o delle loro masserie,
- quadri con colonne antiche, sale coperte a volta e così via;
elementi chiari e semplici
- I grandi dipinti a olio di rovine antiche del suo ultimo decennio di vita => si fanno più complessi, quasi
caotici nella fitta stratificazione di colonne, statue, portici, allentata dall’aprirsi di assi visuali; in queste opere
- in contrasto con Panini - sono la trama pittorica e la luce, in presenza di temi analoghi, a costituire il vero
interesse per il pittore.
OPERE CITATE ALLA RANDOM
Bellotto – Rovine di Tebe
Bellotto – Roma, il Colosseo
CANALETTO:
All’inizio della sua carriera, e in particolare subito dopo il suo soggiorno a Roma nel 1723, Canaletto dipinge
paesaggi con rovine non convenzionali, derivanti da una semplice e libera sensibilità pittorica. Egli ritorna
sempre e periodicamente a questi temi: alcuni pochi edifici combinati e ridotti quasi a una vignetta a partire
da forme antiche, medioevali e moderne => vengono collocati nel paesaggio aperto della laguna
RICORDIAMO: ebbe stagione da vedutista ed esperienza palladiana
La GRANDE IMPORTANZA DI CANALETTO come pittore di capricci architetonici si ebbe nelle “vedute ideate”
degli anni 1743-46 → propone una nuova arcitettura riformata secondo il modello di palladio
=> risultato è la veduta nella quale presso il ponte di Rialto sono riuniti gli edifici di Palladio
UTILIZZA LA CAMERA OTTICA
VISENTINI
Le opere più belle di Visentini mostrano architetture moderne, aperte, di libera in venzione e dalla grande
varieta, animate, secondo lo spirito del rococò, da scene di vita con temporanea
MARIESCHI
OPERA CITATA:
Marieschi: Capriccio Lagunare con arco
Meno libera ma inventività suggestiva, colloca nel paesaggio in maniera pittoresca le rovine di ponti e di
archi di trionfo, tempietti quadrati e tetrapili, campanili, fari e obelischi, anticheggianti o gotid, per arrivare
poi nei suoi ultimi anni a blocchi e corti di palazzi di una severità singolare.
BELLOTTO
anche nel suo caso il capricco inquadra i decenni centrali della sua carriera, dedicati invece esclusivamente
alla veduta.
Già al tempo dei suoi esordi veneziani, ma soprattutto durante e dopo il viaggio a Roma nel 1742, risalgono
alcune apparenti vedute dell’Urbe, in particolare delia dttà antica, che modificano la realtà generalmente solo
per mezzo di spostamenti e aggiunte minimi
Altre simili vedute rappresentano tipiche dttà del nord di Italia che appaiono nobilitate grazie all’aggiunta di
elementi antichi.
Nei suoi ultimi anni trascorsi a Dresda (1762-65), Bellotto dipinge grandiose fantasie che rappresentano
complessi di palazzi moderni con portid, giardini,e sca linate
=> Egli fantastica su un'architettura caratterizzata dal massimo sfarzo, vi colloca se stesso negli abiti di un
nobile veneziano
OPERA CITATA SENZA SENSO:
Hubert Robert – Progetto di illuminazione della Grande Galerie del Louvre
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Sono stati però pittori francesi a compiere gli ultimi passi nel campo della fantasia
architettonica:
LAJOUE e HUBERT ROBERT
LAJOUE
l'architettura:
- diventa ornamento
- si trasforma in invenzioni rococò,
spazi caratterizzati_
- da un ritmo ondulato continuo colto in pianta e
- nel prospetto con finestre circolari e oculi.
Luogo ideale x frammenti architettonici x lui → parco con scalinati e nicchie, pergolati e soprattutto fontane,
acqua in movimento e vegetazione
SE gli edifici di Lajoùe, nonostante il rigoglio e Taggrandimento di forme ornamentali, rimangono sempre
piccoli, u
tilizzando la veduta da vicino o dal basso di alcune parti di un tutto ROBERT ottiene invece un effetto di
grandezza colossale
HUBERT ROBERT
dilata monumenti o tipi edilizi esistenti fino a dimensioni sovrumane
Pont ancien – Robert
la piccola piramide di Caio Cestio, particolarmente amata da Panini e dagli altri pittori di rovine romane, è da
lui sostituita con una piramide egiziana, che è rappresentata tagliata e appare quindi ancora più grande.
Robert inizia a conoscere il genere di Panini, ma l’esperienza per lui decisiva è la conoscenza dell’arte di
Piranesi
=> Robert – Port ornè d'architecture → sono combinate diverse composizioni dell’incisore e compare già
l’impressionante fuga di colonne e archi allineati in profondità.
Ritornato a Parigi dopo dieci anni trascorsi a Roma, egli riprende spesso questi temi, specialmente quello
della galleria in rovina con volta a botte cassettonata poggiante su colonne libere architravate.
Robert ANTICIPA il futuro: rappresenta in forma di rovina la Grande Galerie del Louvre
DE MACHY
dipinge più vedute che fantasie architettoniche ma con una preferenza per edifici parigini in corso di
costruzione o di demolizione: rovine motivate realisticamente come evento collocabile nel tempo presente
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Già nell’ultimo terzo del XVII secolo la veduta urbana si costituisce come genere in-
dipendente e conquista velocemente grande popolarità,
in Olanda con Jan van der Heyden e Berckheyde,
in Italia con Gaspar van Wittel, anch’egli olandese.
Ancora più significativi, tuttavia, sonò lo sviluppo dell’architettura fittizia nei media effimeri della
scenografia teatrale e delle feste
→ Architetture di Pozzo e Bibiena
→ Architetto Juvarra scenografie no incisioni
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NEL XVII SECOLO prevalse il piacere della rappresentazione dell’architettura come uno dei nuovi generi
che colgono la realtà trasformandola, proseguendo a tesserla liberamente o combinandola.
→ Certamente anche Lorrain la presenta nei suoi porti
I colonnati e le sequenze di arcate presenti in così tanti dipinti (pittura di rovine, illusionistica architettonica e
via dicendo) hanno la funzione di rappresentare, nel loro isolamento, il lascito dell’antichità all’epo ca
moderna sotto forma di modelli esemplari.
Nelle architetture grandiosamente messe in scena di Panini, Joli, Visentini, Bellotto o Robert, questa
intenzione propositiva sembra realizzata in modo assai più chiaro e anche emotivamente coinvolgente.
Con il
- Rialto palladiano di Canaletto
- il porto di Ripetta di Robert accompagnato dal Pantheon e da edifici di Michelangelo, alle fantasie barocche
di cui si parlava,
si contrappone la più severa volontà accademica di stabilire precisi limiti.
OPERE A CASO:
Panini: Galleria immaginaria di vedute di Roma moderna (Roma moderna)
Panini: Galleria immaginaria di vedute di Roma antica (Roma antica)
Panini: Interno di San Pietro a Roma
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ANTONIO BASOLI
OPERA INTRODUTTIVA:
La chiesa di San Giacomo Maggiore, veduta laterale
altre opere:
Stallatico delle Zamparie nel Mercato di Mezzo
Il Canale di Reno e la chiesa della Madonna del Ponte delle Lame
Bettola accanto all'accademia di Belle Arti
Cortile di Palazzo Fava
Chiostro dei morti nel convento di S Domenico → perde nell'acquatinta ogni rarefazione e ogni incanto,
ombre innaturali durissime e silhouettes che ricordano marionette
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Cruciale, per lui, era la fase dell'invenzione, della definizione prospettica dell'immagine. A penna, matita,
acquerello fissava dal vero la struttura della veduta, spoglia, essenziale, priva di figure. Poi la traduceva nei
dipinti a olio, accentuando il versante narrativo, episodico.
Il pittore amava il racconto: attenzione per il dettaglio, l'aneddoto
Scatta istantanee del costume di vita di Bologna: ritrae androni, interni pittoreschi in rovina, botteghe e
bettole
Andava in giro in città e selezionava sul posto le vedute che avrebbe più tardi dipinto. Le fissava dal vero con
l'acquerello mettendone a fuoco la struttura prospettica secondo un taglio teatrale
Prediligeva l'acquerello monocromo
Inseriva in alcuni punti della veduta appena abbozzata le scritte per catturare i rapporti cromatici (rosso,
calce pietra eccetera)
A questo punto il pittore con i suoi taccuini poteva rientrare nel chiuso dell'atelier, normalizzando le
architetture, modificandole
Inquadrature sono tutte variate, ma il soggetto è a volte lo stesso
Mancanza di epicità e di pretese
Si forma essenzialmente a Bologna, fra gli ultimi eredi dei Bibiena e l'ambiente dell'acccademia, legandosi al
pittore Pelagio Palagi e Aldrovrandi
Svolge la sua attività a Bologna
Prima di approdare al genere della veduta, Basoli era decoratore di interni e scenografo
Attraversa nella sua esistenza la fine del barocco, il neoclassicismo e i numerosi revivals (etrusco gotico
egizio orientale)
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Da quando nei primi decenni del Cinquecento comparvero tra le parole dell’arte i termini “paese”,
“paesetto", “tavolette di paesi”, “paysage” ecc. per indicare i quadri che rappresen tano il paesaggio, per lungo
tempo il numero di pittori che praticarono questo tipo di pittura fu nell’Europa del nord assai maggiore che in
Italia, che comunque diede i natali a Tiziano,
IN SEGUITO la committenza pittorica ecclesiastica diminuì
→ l’attività dei pittori si orientò maggiormente verso la rappresentazione del paesaggio. Questa ten denza si
riflette nel gran numero di pittori specializzati in questo genere che vennero durante ila Seicento a lavorare
nella penisola, in concorrenza con i colleglli locali ma instaurando rapporti d'interscambio
=> molti di questi artisti scelsero come soggetto il paesaggio italiano e la sua luce solare
→ in Italia rappresentarono:
-i temi della vita quotidiana delle città e delle campagne, cari alla tradizione nordica,
=> attraverso scene popolari ambientate nella Roma del le rovine antiche e nella campagna laziale.
Rimasero invece quasi del tutto assenti o poco conosciuti, nell’Italia secentesca, i dipinti dei più
grandi interpreti del paesaggismo di schietta marca olandese (Jan van Goyen, Jacob van Ruysdael e Meindert
Hobbema)
(più fortunati furono i fiamminghi, alcuni risiedettero in italia: Brueghel, Wildens (Paesaggio con villa e
giardino))
Al successo della pittura paesaggistica in Italia contribuirono così gli specialisti sia italiani che nor dici, in tutti
i suoi generi e sottogeneri:
il paesaggio boschivo, montagnoso, di pianura e campestre, re ligioso, eroico, classico, pittoresco-
romantico, arcadico, pastorale, agrario, rurale.
Essa
- inquadra i passatempi aristocratici e le attività quotidiane del popolo minuto
- ospita scene di caccia e di pesca,
- ma fa anche da sfondo alle battaglie
- contempla il paesaggio extra-urbano o registra quello urbano nei toni più vari, dall'ufficialità alla vivacità
quotidiana della vita comune;
- porta negli interni l'immensità delle marine, il terrore delle tempeste o il silenzio delle bonacce, l’orgoglio
delle flotte mercantili e il fragore del confronto bellico.
Committenti furono:
Medici, Savoia, papi, reggenti, cortigiani dellecorti più piccole come quella dei Gonzava di Mantova, cardinali,
patrizi romani, genovesi, veneziani ma anche famiglie alto-borghesi
L'elite più aristocratica apprezzava la pittura di paesaggio
OPERE DI HERMAN SWANEVELT (?) con la loro bilanciata tranquillità poetica sono simili a quelle di claude
lorraine
JEAN MIEL
A roma esegue scene sacre in cui talora appare l'elemento paesistico come
Storie di Mosè
e “bambocciate” → scene di vita popolare romana
VAN WITTEL (metà 1600) (approfondire grazie)
Con le sue opere adornò le più famose gallerie di Europa: belle vedute, lontananza, architettura, paesini
VAN DER HEYDEN
Jan van der Heyden ( stato un pittore olandese, specialista della pittura di paesaggio. È considerato il
precursore del vedutismo.
PARENTESI: LA CAMERA OTTICA
Una camera ottica può essere composta da una semplice scatola chiusa con un piccolo foro su un lato che
lasci entrare la luce. Questa luce proietta sul lato opposto all'interno della scatola l'immagine capovolta di
quanto si trova avanti al foro
L'uso della camera ottica, nel settecento, faceva ritenere i vedutisti come dei pittori minori, che si servivano di
mezzi meccanici per ritrarre gli scorci di Venezia, quasi incapaci di produrre una vera forma di pittura.
AUTORE IMPORTANTE DEL 700 CHE NON VIENE CITATO:
FRANCESCO GUARDI
L'artista, al contrario del Canaletto, non mira, nelle sue pitture, a risultati di nitida percezione, ma propone
un'interpretazione del dato reale soggettiva ed evocativa, realizzando immagini di città evanescenti e irreali;
raggiungendo a volte una sensibilità definibile pre-romantica, grazie allo sfaldamento delle forme e a
malinconiche penombre.
ORIZZONTE
Più rinomato paesaggista del suo tempo a Roma
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X alcuni dei paesaggisti possediamo una sorta di registro delle vendite. LORRAIN con LIBER VERITATIS
soliti conservare la memoria dei dipinti venduti in un taccuino di schizzi che riportava anche la data e il nome
del cliente
Altri paesaggisti:
CRESCENZO ONOFRI
poi
SALVATOR ROSA → bravo paesaggista ma di tematica nobile e di carattere preromantico
ANDREA SACCHI
=> questi ultimi prendevano duranmente posizione contro le scene di carattere popolare e i pittori che le
dipingevano per la loro trasgressione delle regole del decorum (?????)
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Attraverso i secoli la pittura di paesaggio potè conquistarsi unaposizione di rilievo soltanto lentamente e
gradualmente
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Gli artisti eseguirono i loro schizzi e studi en plein air
IL BORGOGNONE → uno degli iniziatori in Italia del genere delle battaglie, fu tra gli artisti che sentirono
la necessità di continuare a studiare all'aperto anche molto dopo il primo apprendistato
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Bagaglio formativo del paesaggista:
- conoscenze flora fauna
- Sensibilità individuale
- Esperienza nella natura e della natura
fu anche costituito dalla conoscenza delle opere di artisti più antichi e contemporanei, dalla pratica insegnata
e da quella codificata nei trattati d’arte, oltre che dalle descrizioni del paesaggio nella tradi zione letteraria.
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Momenti ideale per dipingere:
Paesaggio più piacevole e perfetto dopo la pioggia e il temporale → colori sono più freschi e si possono
notare le forme e le tinte più insolite
Anche autunno
E' preferibile ritrarre il paesaggio dal naturale a colori su carta preparata o su tela piuttosto che disegnare a
penna o lapis (come fecero Sandrart e Lorrain)
Il dipingere la natura è il modo migliore per capire la realtà
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i pittori stranieri paesaggisti di solito scendevano in italia in autunno
Curiosità: pittori come Vermeer (nella celebre veduta) e van der Heyden (veduta del canale dell'oude delft)
ritraggono in questi dipinti un orologio che attesta il fatto che li avevano dipinti di prima mattia
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A chi non dipingeva en plain air preferendo eseguire i dipinti nello studio come la maggior parte dei
paesaggisti, gli schizzi eseguiti nella natura servivano pertanto da modelli
Avercamp → primo grande specialista di scene invernali nei Paesi Bassi settentrionali, disegnava durante i
giorni di grande gelo
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Artisti che abitavano a Roma, come il Borgognone, disegnavano, frequentavano e dipingevano Tivoli, con le
sue cascate e il tempio rotondo
=> fu uno dei luoghi e temi preferiti dell'arte paesaggistica
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Molti dei luoghi che tante tavole e tele oggi ci tramandano furono visitati e conosciuti di persona dagli artisti,
anche se l'esecuzione delle opere fu tradotta in studio
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Ok mi sono persa.
Gli affreschi di paese potevano variare di dimensioni e tipologia, inseriti in un fregio o estesi a tutta la sala. Le tele potevano
coprire solo la fascia alta, ma talora giungevano a coprire l’intera superficie-murale o quasi. Queste decorazioni si
chiamano in Olanda “tele da parete”.
Usava frequentemente questo genere Il paesaggista classicheggiante Isaac de Moucheron, attivo a Bologna
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D’altra parte, una ‘camera’ di paesaggi poteva essere anche costituita da una serie di piccoli quadri in formato da
gabinetto che coprivano soltanto una parte delle pareti → Van Wittel fu autore di opere di questo genere
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Un problema di fondo che i paesaggisti (ma non solo loro) dovettero affrontare nei loro dipinti fu ovviamente il rapporto tra
natura e realtà, la verosimiglianza totale o parziale, la verità e l’apparenza. Nella costruzione e nella realizzazione dei
paesaggi dipinti essi talora inserirono motivi particolari, (alberi, case tipiche, animali in atteggiamento realistico) più o meno
letteralmente derivati da incisioni appositamente tenute nello studio, per migliorare l’insieme, colpire lo spettatore
=> il Fiamminghino, nel ciclo sulla giovinezza della Vergine, realizzò 10 affreschi con sfondo di paesaggi e si servià
di molteplici prestiti da stampe nordiche per dare al ciclo un carattere prettamente fiammingo
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i pittori applicarono spesso queste o altri astuzie, o si concessero libertà poetiche per conferire alle opere un tono più
piacevole.
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Spesso anche i pittori, che hanno raffigurato angoli di città realmente esistenti o esistiti, come i vedutisti del
tardo Seicento e Settecento, i Vermeer, Van Wittel, Canaletto e Guardi, in varia misura adattarono la realtà alle
esigenze del dipinto perfetto e convincente. Perciò, il paesaggio dipinto non è mai completamente l’immagine
fedele del mondo reale, ma di per sé è fantasioso, idealizzato, sognato o costituito da pezzi assemblati dalla
realtà,
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IMMAGINE INTRODUTTIVA “Generi e immagini di paesaggio”:
Hubert Robert – Rovine con arco trionfale, fontanile e figure
Il paesaggio moderno non può essere racchiuso in un'unica definizione.
Diverse ipotetiche categorie: simbolico, realistico, reale
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Mentre lo spazio architettonico poteva essere costruito razionalmente, attraverso la prospettiva lineare, il
paesaggio presentava ulteriori necessità. La costruzione prospettica non era in sé sufficiente, poiché
entravano in gioco fattori più problematici: la luminosità, gli effetti atmosferici, il colore locale.
Una costruzione, teatrale della scena - tramite la disposizione di piani frontali e paralleli - poteva garantire
adeguati effetti percettivi
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Il paesaggio raggiunge vertici assoluti nella pittura italiana del primo
rinascimento, artisti capace di caricare le scene di realismo e di significati
simbolici
Vi è la necessità di legittimare il nuovo genere: spesso un tema biblico o mitologico offriva occasione o
pretesto a mostrare un pezzo di paesaggio dal vero
ROMA, luogo dei sogni classici e di memorie dell'antico dove spazio e tempo si fondono, fu il soggetto
prediletto per questi dipinti
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Nel Seicento il paesaggio vive la propria età aurea in ragione di una complessa
crescita culturale
Paesaggi di Annibaie Carracci, di Nicolas Poussin, di Claude Lorrain sono luoghi continuamente plasmati da
un’immaginazione che ha le sue radici nella mitologia, nella religione, nella storia, o che si ispira con forte suggestione ai
poeti antichi,
Soggetti ispirati alla traduzione classica
Sviluppo della composizione si attiene a rigorosi procedimenti imitativi
L'imitazione deve essere creativa, non deve introdurre cose che possano fuorviare l'sservatore
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Le figure avranno espressioni appropriate in una reazione armoniosa con lo scenario in cui si trovano
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I luoghi devono essere prima di tutto appropriati alle storie, esaltando le figure e le azioni
→ I luoghi ideali riuniscono talvolta frammenti topografici provenienti da contesti diversi
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La rievocazione dell'Arcadia evoca un mondo idealizzato, lontano tanto dalla vita rustica quando da quella urbana.
La vita umana lì si alimenta dell'amore per la natura.
E' anche metafora di una felicità perduta
Poussin – I pastori d'Arcadia → la presenza del sepolcro antico è il segno della serenità turbata dalla morte. La
presenza dell’oggetto memoriale o della rovina (l’opera in disfacimento) costituisce un tema fonda-mentale
nel paesaggio moderno.
Esprime il sentimento della vanitas, di una temporalità comunque perturbata.
VAN WITTEL
Allievo di Heyden, olandese che si trasferì in italia. Risiedette a Roma.
il gusto per il dettaglio e l’impostazione descrittiva e tersa tipici del vedutismo nordico caratterizzeranno la
sua produzione, dedicata a ritrarre Roma e le sponde cittadine del Tevere.
Ottenne tali risultati anche grazie ad alcuni strumenti già usati dai vedutisti del nord, come la " scatola ottica".
Fu essenzialmente un vedutista, al pari di Canaletto.
introduce a Roma l’oggettività della veduta olandese anche se assume influenze della tradizione roma na. Si
dedica alla descrizione della città e dei suoi spazi di confine con immagini sviluppate in un formato
orizzontale anticipando la visione panoramica *.
Con originalità, Van Wittel riesce a cogliere il senso della storia tramite una descrizione realistica del mondo
fisico, attraverso l'osservazione sistematica del Tevere, dei ponti, dei castelli e in generale della scena urbana
insieme a dettagli di eventi della vita quotidiana.
* van Wittel – Interno del Colosseo
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La pittura di ispirazione ideale attininge i suoi principi nella classicità, ed è per lungo tempo il concetto di
bellezza a dominare.
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SALVATOR ROSA e i suoi seguaci daranno vita a un paesaggio emozionale dove l’azione umana e le for ze
della natura interagiscono in modo spettacolare, dove ci si avventura in territori seducenti e pericolosi. Con
l’introduzione del “sublime” il canone estetico verrà vincolato alla forza dell’esperienza e delle sensazioni.
Robe da approfondire:
Camera ottica
Gran Tour
Van Dick
Van Heiden
Periodi storici e date
(random: Tra i principali artisti del Vedutismo troviamo: Gaspar van Wittel (1653-1736), Luca Carlevarijs (1663-1730),
Antonio Canal, detto Canaletto (1697-1768), Bernardo Bellotto (1721-1780), Francesco Guardi (1712-1793) e Giovanni
Paolo Pannini (1691-1765).)
Nel corso del 700 con il diffondersi della camera ottica la veduta diviene scientifica, per la grande precisione, diventando un
genere molto richiesto dai turisti e dai viaggiatori. Grazie ad artisti come Canaletto e Bellotto la veduta si diffonde in Italia a
Londra, a Vienna e san pietroburgo (i 2 artisti si trasferiscono)
In tutte le vedute analizzate è evidente la matrice prospettica
Vasari utilizza nella letteratura artistica la parola capriccio in rapporto all'ingegno di artisti con fare ghiribzzoso, capriccio
-< come aggettivo
il capriccio indica qulcosa di irrazionale, capriccioso → anticlassico
è un inventisement, un divertimento una fantasia prospettica
L'Arcadia (in greco: Ἀρκαδία) è una regione antica della Grecia che nel corso della storia della letteratura è stata vista
come un mondo idilliaco. Si presenta infatti come una regione montuosa, disabitata per via della sua topografia:
prevalentemente occupata da pastori, ha assunto nella poesia e nella mitologia i connotati di sogno idilliaco, in cui non era
necessario lavorare la terra per sostenersi, perché la natura provvedeva già a donare all'uomo il necessario per vivere. Ha
una diversa connotazione dal concetto di utopia.