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Tiepolo

Ho concepito il seguente testo allo stesso modo con cui preparo conferenze e/o lezioni di
storia dell’arte. Una sorta di “canovaccio” una serie di pochi eventi e di opere della vita del
Tiepolo. Una breve linea guida di ciò che potrebbe interessare maggiormente un pubblico
inesperto del mondo della storia dell’arte.
è composto dalle seguenti parti:

1-Una breve introduzione dei luoghi e dell’epoca in cui ha vissuto l’artista.


2-Gli anni giovanili e le prime opere.
3-L’incontro e la storia d’amore con la moglie.
4-Il raggiungimento della piena maturità artistica.
5-La bottega dell’artista e il successo nell’europa.
6-Gli ultimi anni all’estero.

Seguono poi alcune pagine relative alla poetica dell’autore e alcuni commenti sparsi.
Nel file Pdf è riportata invece una breve antologia Critica.

N.b.
In questo testo non ho ancora inserito nulla preso da “Rosa Tiepolo” e da altri testi che sto
studiando in questi giorni. Non ho ancora inserito nulla relativamente alle pale Verolesi, solo
un brevissimo accenno.
1. 1 - La Venezia dell'epoca

Nella storia dell'arte il Tiepolo è un punto fisso imprescindibile, da questo nome si


deve prima o poi passare. Non un genio universalmente riconosciuto, ma un autore che ha
saputo raccogliere tanti consensi dalla critica. Perché tuttavia questo nome sconosciuto ai più
veste un ruolo importante nella storia dell'arte? Perché Giambattista Tiepolo viene
considerato l'ultimo grande pittore della storia dell'arte moderna, ultimo grande erede della
scuola veneziana, di artisti come Tiziano Vecelio, Paolo Veronese e il Tintoretto. Vive in
un’epoca di cambiamenti, in pieno illuminismo, e dopo la sua morte il mondo della pittura,
grazie all'invenzione della fotografia, comincerà a mutare sempre più e a distaccarsi dall'arte
e dai "dogmi" utilizzati dal rinascimento in poi. Ho citato l'illuminismo non a caso. Anche se
non condivide nulla con la nota corrente, Tiepolo viene chiamato da alcuni critici "il maestro
della luce".

Tiepolo nasce in un luogo pieno di luce, la città di Venezia: che gode dei riflessi del sole
nella sua splendida laguna, e vive di feste, balli in maschera in stanze piene di stucchi dorati e
grandi carnevali. È la Venezia dipinta da Canaletto, raccontata da Carlo Goldoni, che conosce
la musica di Vivaldi e vede le avventure di personaggi come Casanova. È tuttavia una
Venezia in profonda crisi: economica, sociale, politica e militare. Nell'oro e nello sfarzo
nessuno di questi grandi personaggi avrà immaginato che la repubblica del leone stava
inesorabilmente avvicinandosi alla fine. Tiepolo infatti nella sua carriera avrà occasione di
lavorare agli affreschi celebrativi per il matrimonio di Ludovico Manin ed Elisabetta
Grimani, l'ultimo doge della città che verrà costretto ad abdicare da Napoleone.
[accompagnare questa parte da opere varie, anche di canaletto, che immergano nel clima
della Venezia dell'epoca]
2. 2 - Vita di Giambattista Tiepolo

Ci si potrebbe aspettare una vita avventurosa piena di luci e ombre, ma effettivamente


della vita privata di questo autore sappiamo poco: uno dei dati certi è che Tiepolo è nato in
ristrettezze economiche, a Venezia il 5 marzo del 1696, ultimo di nove fratelli. Il padre
Domenico Tiepolo, "mercante di negozi da nave" (probabilmente un armatore) muore un
anno dopo la nascita del pittore lasciando la famiglia nella povertà più assoluta. L'infanzia del
nostro pittore non è stata sicuramente facile, ma c'è una strana curiosità: Il cognome della
famiglia è lo stesso di un'omonima casata patrizia, ma la famiglia del pittore non è
sicuramente nobile, non ricevendo alcun aiuto in questo momento di difficoltà. (esistevano
all'epoca società che assistevano esclusivamente famiglie nobili in ristrettezze economiche).
Fatto ancor più curioso è che Tiepolo riceve il battesimo nella chiesa di San Pietro di Castello
avendo come Padrino di battesimo un nobile, tal Giovanni Donà, membro di una famiglia che
ha donato a Venezia molti dogi e patriarchi. Tuttavia nelle genealogie non è stata ritrovata
alcuna parentela tra le famiglie. Nato nella povertà più assoluta, il Tiepolo è uno dei pochi
artisti della storia a essere morto nella ricchezza. infatti visti i problemi economici il giovane
inizia subito a lavorare nel 1709, imparando il mestiere dell'artista nella bottega di Gregorio
Lazzarini, uno dei pittori più in voga nella Venezia dell'epoca. Anche qui gli storici dell'arte
brancolano nel buio, non sapendo come il giovane finisca in questa bottega, in quanto la
famiglia del giovane non ha alcun legame con il mondo dell'arte. Sono comunque chiari le
doti tecniche del giovane: già nel 1715 inizia a dipingere le sue prime opere lavorando anche
per il doge in carica, Giovanni II Corner.

Al 1717 risale la prima menzione dell'artista nella Fraglia dei pittori veneziani,
documento che ci dà la conferma che il ventunenne non è più considerato apprendista e che
possiede probabilmente una propria bottega. Inizialmente dipinge soggetti molto scuri e in
ombra, seguendo una corrente chiamata tenebrosa, ma in poco tempo se ne distacca per
abbracciare in pieno la luce. [accompagnare questa parte da immagini del periodo giovanile-
tenebroso, come il Ritratto del Doge Giovanni II corner, Martirio di san Bartolomeo, Il
sacrificio di Isacco]

Luce che probabilmente entra nella sua vita in seguito a un incontro: Il 21 novembre
1717 sposa segretamente Maria Cecilia Guardi (1702-1779) la sorella dei pittori Francesco
Guardi e Giovanni Antonio Guardi: un matrimonio che durerà più di cinquant'anni. La coppia
risiede inizialmente nella casa di uno dei fratelli di Giambattista. Ma le molte commissioni
ottenute in quegli anni e la fama sempre crescente permetteranno a Tiepolo di diventare
indipendente economicamente. È certo il grande amore per la moglie: dopo la morte del
padre, Maria Cecilia versava nella più profonda indigenza. Ciò le impediva di procurarsi una
dote, elemento indispensabile per ottenere l’approvazione della madre di Tiepolo. I due
innamorati, però, non si arresero: le nozze furono celebrate comunque, sia pure in forma
segreta. La loro è stata un’unione felice, benedetta dalla nascita di dieci figli. Giambattista ci
ha lasciato una testimonianza della sua devozione per la moglie in alcune opere nelle quali
compare il ritratto di lei. Ne Il ratto d’Europa (1720), è facile intravedere nel placido
toro/Giove disteso ai piedi d’Europa una metaforica raffigurazione di Tiepolo, carezzato dalla
consorte. In Alessandro e Campaspe nello studio di Apelle (1726-28) Giambattista va oltre,
rappresentando sé nelle vesti del sommo pittore greco e Maria Cecilia in quelle della
meravigliosa cortigiana Campaspe, amante di Alessandro Magno. Come narra Plinio
nell’Historia Naturalis, Apelle, mentre ritraeva Campaspe, se ne invaghì perdutamente. Ad
opera finita, Alessandro, ammirato dalla leggiadria della composizione, si rese conto di quali
sentimenti avevano guidato la mano dell’artista; e, in un impeto di generosità, rinunciò alla
cortigiana in suo favore. Omaggiando la moglie, paragonata ad una delle donne più belle
dell’antichità, Tiepolo le fa sapere che quello che prova per lei è un amore sconfinato, non
inferiore a quello provato da Apelle molti secoli prima. [accompagnare con Il ratto d'Europa
e Alessandro e Campaspe nello studio di Apelle]

Tiepolo si rivela inoltre molto fantasioso e disponibile a trattare qualunque tipo di


tema. Tra il 1719 e il 1720 esegue la decorazione a fresco nel salone del primo piano della
villa Baglioni a Massanzago. Questa sala è completamente rivestita dagli affreschi che,
sfondando illusionisticamente le pareti, creano uno spazio infinito. Con questo ciclo inizia la
collaborazione con il pittore di quadrature Gerolamo Mengozzi detto il Colonna, che
dipingerà per Tiepolo la maggior parte delle decorazioni a finte architetture che inquadrano i
suoi affreschi. Ma non è tanto l'illusione ottica che affascina i committenti, quanto l'utilizzo
della luce e dei colori accesi, sgargianti affiancati spesso da colori molto più delicati, dalle
tonalità pastello. L'utilizzo incredibile dei colori complementari e delle ombre colorate
vengono prese a piene mani dall'arte del grande maestro Veronese morto circa 200 anni
prima, Tiepolo diventa un maestro assoluto in queste tecniche facendole sue, tanto da
guadagnare dai contemporanei l'appellativo di "Veronese Redivivo". E non è solo la scelta
del colore, egli immagina i personaggi, a volte anche bizzarri, nelle pose più disparate
prendendo spesso spunto da Tintoretto, pittore che viene oggi considerato il primo artista a
utilizzare composizioni quasi cinematografiche per le sue opere. [alcune opere con le
caratteristiche citate come La caduta degli angeli ribelli, L'educazione della vergine, Fetonte
chiede ad apollo il carro del sole]

La maturità

Un'arte così luminosa, al servizio di qualsiasi tema, religioso profano o anche di


leggende, piace molto nell'Europa dell'epoca. Tra il 1726 e il 1746 sono collocati gli anni
della maturità artistica, pieni di commissioni tra le più disparate per temi e collocazione,
molte delle opere sono accompagnate da brevi viaggi tra Venezia e altre località del nord
Italia: Udine, Milano, Bergamo, Vicenza, Padova e Brescia.

Nel frattempo il 30 agosto 1727 e nel 1736 nascono i figli Giandomenico seguito da
Lorenzo Baldissera. Entrambi lavoreranno nella bottega del padre, una bottega "addestrata" e
perfettamente in grado di imitare le tecniche del maestro. La rapidità e l'eccezionale qualità
degli aiutanti permettono a Tiepolo di svolgere contemporaneamente sempre più opere di
grande valore, rendendo il maestro sempre più ricco e selettivo per quanto riguarda le
commissioni. Per esempio nel 1736 rifiuta l'offerta di decorare il palazzo reale di Svezia,
dichiarando che la somma di denaro offerta è inadeguata. Nel 1743 giunge nella città
lagunare il collezionista Francesco Algarotti ad acquistare dipinti per conto del re di Sassonia
Augusto III. Sempre dello stesso anno è la prima pubblicazione dei Vari Capricci, una
cartella con dieci incisioni, alcune di esse pubblicate postume dal figlio con il titolo: Scherzi
di Fantasia. [in questa fase per spiegare anche il come la bottega riesca a copiarlo e seguirlo
così fedelmente vengono mostrati schizzi e abbozzi, che mostrano comunque come tiepolo
concepiva la luce per dare forma e colore alle opere, mostrate alcune immagini dei capricci
e degli scherzi]

Nel 1748 dipinge due soffitti per palazzo Dolfin Manin a Venezia, in occasione delle
nozze di Ludovico Manin ed Elisabetta Grimani.

Dal 1742 al 1748 è impegnato ad eseguire per la Basilica di san Lorenzo Martire di
Verolanuova le enormi tele con la Caduta della manna e Sacrificio di Melchisedec.
[Immagini e commento delle pale verolesi?]

L'epilogo
il 12 dicembre 1750, chiamato dal principe vescovo Karl Philipp von Greiffenklau per
decorare la propria Residenza, giunge a Würzburg assieme con i figli Giandomenico e
Lorenzo, ormai membri effettivi della sua bottega Nel 1761 Carlo III di Spagna chiama
Tiepolo a Madrid per decorare a fresco le sale del nuovo Palazzo Reale. Il pittore, partito
assieme ai figli Lorenzo e Giandomenico il 31 marzo 1762, giunge a Madrid il 4 giugno.
Giambattista accetta l'incarico ed il viaggio di controvoglia, costringendo la diplomazia
veneziana ad intervenire in aiuto della diplomazia spagnola, il tutto per riuscire a convincerlo.
Il Tiepolo, riceve una lettera ufficiale con tanto di testo originale in castigliano e traduzione
italiana incluse, oltre alla mappa del luogo da dipingere. Tuttavia tergiversa: vuole
tranquillamente finire gli impegni precedentemente presi. Viene così convocato dal segretario
di stato spagnolo l'ambasciatore veneziano a Madrid. Una volta giunta a Venezia tale notizia
il Tiepolo è convocato d'urgenza dagli inquisitori di Stato che sostanzialmente lo obbligano a
partire. Il re inizialmente commissiona solo le sale del nuovo palazzo reale ma rimane
talmente soddisfatto dell'esito, che commissiona altri due affreschi a soffitto. Dopo queste
Tiepolo ottiene molte altre commissioni dalla famiglia reale che lo tengono impegnato fino
alla sua morte, quando ormai il suo grande prestigio sta tramontando, il 27 marzo 1770.
3. 3 - Poetica dell'autore

Ecco alcuni commenti ad alcune opere di tiepolo, commenti che sintetizzano tuttavia
alcune caratteristiche tecniche e non solo dell'autore.

capacità di unire i differenti insegnamenti della tradizione veneziana, apprese il gusto


per il grandioso e teatrale nelle composizioni. una grande capacità di guardarsi attorno, e di
assorbire da molti maestri le caratteristiche che più gli piacciono. usa diversi stili a seconda
del tema che deve rappresentare. Rielabora sulla base della propria sensibilità e adatta alle
proprie esigenze espressive. Duttile capacità di utilizzare indifferentemente diverse
intonazioni stilistiche in funzione del tema da trattare.

si sposterà verso i colori brillanti dai toni chiari immersi in una luminosità solare. lo
schiarimento del colore che diventerà suo tratto stilistico inconfondibile, ispirato dalla
riscoperta dell'opera di Paolo Veronese. Utilizza le ombre colorate e i colori complementari.
"le sue figure non si sforzano di dirci nulla (del Veronese), non cercano di proiettare a noi
qualcosa che hanno dentro, esse guardano all'interno del loro mondo. Il Veronese non è mai
illusionistico. Tiepolo al contrario vuole stupirci, sconvolgerci, sedurci.

In alcune opere il tono drammatico è più forte e si ravvisa l'influenza di Tintoretto e del
Tiziano degli ultimi anni, ma anche delle incisioni di Rembrandt, soprattutto nei tipi barbuti e
profetici. Personaggi nelle posizioni più diverse e disparate in coinvolgenti scene di teatro,
con una vena narrativa che predilige un ritmo serrato di grandissima vivacità.

Lo spazio della visione risulta concepito come inesorabilmente lontano e il mondo


della rappresentazione risulta così fittizio, illusorio, al contrario di quanto avveniva
nell'estetica barocca, in cui lo spazio, anche se infinito, manteneva un certo grado di realtà.
Perfetta coincidenza del gioco della luce. Con colori brillanti, sui toni chiari su cui trionfa una
luminosità solare apollinea, irreale e vivida che esalta i valori cromatici delle opere. Bellezza
apollinea dei volti dei grandi angeli e la capacità di collegare tra loro le singole figure
attraverso la dinamica dei gesti e degli sguardi. Vorticoso dinamismo della composizione e
splendida orchestrazione cromatica incentrata sul contrasto tra le zone in ombra e quelle in
luce. Suntuosi drappeggi delle vesti e luminose chiarità dei cieli azzurri. Bianchi e argentei,
turchini rossi e amaranto creano una sinfonia di misure solenni, solcato da celesti apparizioni
che rivelano la limpida delicatezza del roccocò.
Stupende e irraggiungibile fantasia creativa di Giambattista. Nell'800 corsa all'acquisto
delle opere di Tiepolo. Con opere che vanno anche in Russia, Inghilterra e Francia.

"un bel campo di architettura, l'arioso del sito, la bizzarria né vestiti, i bei contrasti
nella collocazione dei colori locali, una franchezza e leggiadria indicibile di pennello lo
rendono cosa veramente paolesca". Commento Dell'algarotti al banchetto di "Antonio e
Cleopatra."

"impiegava meno tempo a dipingere un quadro che un altro a stemperare i colori".


ministro della Svezia.

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