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Palazzo Labia

Il ciclo di affreschi
con le storie di
Antonio e
Cleopatra
Venezia - 1745/1746

Gaetano Verde - Storia dell'Arte Moderna A 2020/21


Giovanni Antonio Canal detto Canaletto,
Il Canal Grande verso Cannaregio con la chiesa di San Geremia, palazzo Labia e il ponte delle Guglie, 1745-50.
Collezione Intesa Sanpaolo
Gaetano Verde - Storia dell'Arte Moderna A 2020/21
Ingresso
lato mare
Edificato tra il XVII ed il XVIII secolo
per volere della ricchissima famiglia

Palazzo Labia conterrà una delle sale affrescate


più famose della Venezia settecentesca.

Ingresso lato terra


I committenti

I Labia erano una famiglia originaria della Catalogna


che per meriti nei confronti della Repubblica
ottengono nel Cinquecento la cittadinanza de gratia.

Ascesero poi al Patriziato Veneziano nel 1646, dopo


aver contribuito con una cifra altissima (trecentomila
ducati) alla guerra di Candia sostenuta in quel
momento dalla Serenissima.

Nel 1745, in vista del Centenario della loro nobiltà, i


committenti decisero di affrescare la loro sala dei
banchetti, in una Venezia dedita spesso ai
festeggiamenti. Numerosi gli esempi dell’epoca
in cui le famiglie nobili si sfidavano sui conviti più
sfarzosi.

Per tale impresa ingaggiarono Giambattista Tiepolo e In alto,


Paolo Antonio Labia
Gerolamo Mengozzi-Colonna.
A quale punto della carriera di Tiepolo ci troviamo?

Committenze presso
nuova nobiltà veneziana
Tiepolo è accolto come astro nascente, Committenza
i suoi lavori sono meno costosi di S. Ricci Labia

1717/18 Terminata nel 1729 1734 Committenza Clerici

Tiepolo si affranca dalla bottega di Lazzarini, Muore Milano apre 1745


Committenza S. Ricci
espone il suo faraone sommerso a S. Rocco le porte europee
Dolfin
al maestro Tiepolo
Tiepolo erompe come una fanfara
Fase matura
Siamo in piena fase giovanile
S. Ricci ritorna dal suo soggiorno europeo, ‘’Li pittori devono procurare di riuscire nelle opere grandi,
ricco e famoso: è il più prestigioso pittore veneziano cioè in quelle che possono piacere alli signori nobili, e
Tiepolo termina il suo apprendistato ricchi perché questi fanno la fortuna de' professori […]
quindi la mente del Pittore deve sempre tendere al Sublime,
all’Eroico, alla Perfezione”
Tiepolo, alla vigilia della partenza per Madrid
La suggestione architettonica

"Il disegno, che segue è delle sale Egizie, le


quali erano molto simili alle Basiliche
[…] in queste Sale vi si faceva un portico
facendosi le colonne di dentro lontane dal
muro, come nelle Basiliche, e sopra le
colonne vi erano gli architravi, i fregi e le
cornici.
[…]  e fra gli intercolunnj vi erano le
finestre, che davano lume alla sala,
[…] dovevano riuscir molto comode,
quando vi si facevano feste, o conviti."

Andrea Palladio, I quattro libri dell’Architettura,


Capitolo X, Delle sale egizie

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Villa Barbaro a Maser

Teatro Olimpico
di Vicenza
Il contributo del quadraturista
Mengozzi-Colonna è fondamentale
alla costruzione di uno spazio
architettonico - illusionistico che riprenda
in modo realistico il lato breve d’ingresso.
Alcune collaborazioni Tiepolo/Mengozzi-Colonna ante1745

Ca’ Baglioni 1719/20

La figura del quadraturista


e scenografo Mengozzi-Colonna
rientra in quella divisione e specializz
degli operatori
artistici posta in atto lungo tutto
il XVIII secolo.

Palazzo Patriarcale di Udine 1726/29


La protagonista

Conosciamo dalle fonti la passione dei


Labia per la figura di Cleopatra.
Ai committenti appartenevano certamente
la Cleopatra dipinta dal Lazzarini, a lato,
ed una Cleopatra dipinta da Guido Reni.
Secondo Mariuz non è improbabile un
rimando alla figura di maggior prestigio
del palazzo, Maria Civran Labia, dama di
gran temperamento e dal passato galante,
collezionista di gioielli e vicina ad
autorappresentarsi nel ciclo come Regina
lontana dai canoni.
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Proprio la ‘Regina Meretrice’ Cleopatra,
non rappresenta quella figura di donna
virtuosa verso la quale il pubblico
era abituato.

Cleopatra non è una regina vergine,


non è sposa virtuosa, non è una madre:
discostandosi da tutti i cliché.
Non era casta guerriera e neanche una
saggia governante.
Era una regina che consapevolmente
usava le armi della seduzione per
arrivare ai propri fini, una donna
al potere diversa da ogni altra e che qui
è affrescata nel pieno del suo fulgore.
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La situazione storica in Laguna

Come possiamo constatare dall’esempio precedente,


anche il maestro Tiepolo era affascinato dalla figura della
Regina egizia, ancor prima d’entrare sul cantiere di Palazzo Labia.
Una certa chiave di lettura potrebbe suggerire che tale fascinazione sia da combinare alla situazione
storica in laguna.
Dopo la pace di Passarowitz del 1718 ed a pochi anni dal trattato di Aquisgrana (1748), la
Repubblica nel giro di trent’anni vive una caduta senza interruzioni verso il basso.
Gli affreschi del palazzo potrebbero corrispondere a quel presentimento di fine per la potenza di
Venezia e la conseguente nascita del suo ruolo subalterno alle nuove potenze di metà Settecento.
Cleopatra come la nuova Venezia: figure che riescono a soggiogare il muscolare Antonio e gli stati
confinanti grazie alle armi della seduzione e del fascino.
Nelle diapositive precedenti, tre versioni
Giambattista Tiepolo, Banchetto di Antonio e Cleopatra, Bozzetto e redazione finale del 1743 per l’elettore di Sassonia e
bozzetto del 1746 per nobile russo
Parigi, Musee Cognag-Jay (bozzetto versione 1743)
National Gallery of Victoria, Melbourne (versione 1743) – National Gallery di Londra (bozzetto versione 1746)
Nota a margine, l’ascendente di Veronese
"[…] che Tiepolo traspone, al suo solito, nel Cinquecento, che è il suo orizzonte temporale per ogni fatto storico."
(Mariuz)

Paolo Caliari detto il Veronese, Cena in casa Levi, 1573. Venezia, Gallerie dell’Accademia
Nota a margine, l’influenza di Francesco
Algarotti

Soggiorni veneziani 1737


1743/45
di Algarotti 1753/56
In tutte e tre le circostanze Tiepolo e Canaletto erano
al lavoro in città e negli anni successivi Algarotti
scrisse lettere e trattati che influirono non poco sul
mutamento delle idee sopra cui essi lavorarono.

Fu nel 1742 che diventò una figura


importante nel mondo artistico
internazionale, dando ufficialmente il via
alla sua carriera di critico e committente.
Egli creò un progetto per ampliare la
Galleria di Dresda che Augusto di Sassonia
stava allestendo. Oltre allo studio per scuole
e la riscoperta dei primitivi,
contravvenendo alla prassi per la redazione
di una galleria del tempo, Algarotti fu
strenuo sostenitore nell’ospitare anche
opere contemporanee.
Nota a margine, l’influenza di Francesco
Algarotti

Soggiorni veneziani 1737


1743/45
di Algarotti 1753/56

Dei rapporti tra Algarotti e Tiepolo si ha notizia solo successivamente al soggiorno del 1737, quando il
mecenate contatta il pittore per chiedergli consiglio sui quadri da acquistare per la Galleria di Dresda.
Tiepolo era ormai considerato il più grande pittore di Venezia ed i suoi consigli furono preziosi.

Nel 1743 Algarotti accenna per la prima volta al conte Bruhl, che si
trovava a Dresda, della sua intenzione di spedire un grande quadro di
Tiepolo che originariamente era stato già iniziato per un altro
committente. Il quadro era proprio il Banchetto di Cleopatra e l’ex
committente era Joseph Smith che, probabilmente per ragioni finanziarie,
rinunciò al dipinto. Algarotti presenterà Tiepolo come
Veronese redivivo.
Nota a margine, l’influenza di Francesco
Algarotti

“Non basta che il pittore sappia


delineare le più scelte forme, rivestirle
de’ più bei colori, e bene comporle
insieme, che mediante i chiari e gli scuri
faccia sfondare la tela, dia a’ suoi
personaggi di convenienti vestiti, e di
graziosi posituri; conviene ancora che
sappia atteggiarli di dolore e di letizia, “il più classico che sia stato prodotto da
di tenerezza e d’ira, che scriva in certo un pittore veneziano sin dalla fine del
modo nella faccia loro ciò che pensano, Rinascimento”
ciò che sentono, che li renda vivi e (Haskell)
parlanti”.
Algarotti, Saggio sopra la Pittura, 1763
Nota a margine, l’influenza di Francesco
Algarotti
Sempre attorno a quel lasso di tempo Algarotti incaricò Tiepolo della realizzazione di altri due quadri, questa volta
per il ministro di Augusto, il conte Bruhl.

Scelse personalmente i soggetti per lusingare le ambizioni artistiche del ministro ed inserì due dei tesori più cari a
Bruhl: i giardini pensili e la fontana di Nettuno di Lorenzo Mattiello, che si trovavano nelle due residenze del conte.
Anche qui Algarotti cercò di fare leva sul classicismo e l’accuratezza delle due scene.
Nota a margine, l’influenza di Francesco
Algarotti
Dall’eco dei lavori per l’elettore di Sassonia il principe-vescovo del regno di Franconia inviterà a Wurzburg
Tiepolo affinché decori il suo nuovo palazzo, con la sua prima trasferta all’estero.

Dal 1740 l’apice classicista dell’artista,


coadiuvato nell’impresa, terminerà con
un nulla di fatto a causa anche della
prematura scomparsa di Algarotti.

Conciliare le virtù veneziane care sin dai


tempi di Ricci:
fantasia,
inventiva,
facilità nell’eseguire,
armonia compositiva,
vibrazione del colore
con l’erudizione neoclassica
avrà il suo picco in quel decennio e li
terminerà.

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Incontro tra Antonio e Cleopatra

"Forse non esiste nella storia dell’arte


un’opera che come questa
rappresenti il turbamento all’apparire della bellezz
(Mariuz)

Ricevendo l’invito dai Labia, gli ospiti veneziani arrivando dall’ingresso di


mare, scendevano dalle proprie imbarcazioni insieme ai protagonisti,
appena attraccati anch’essi nel porto di Alessandria.
Incontro tra Antonio e
Cleopatra

Bozzetto e disegno
preparatori
Sopra:
Giambattista Tiepolo, Apollo tra gli dei
Il rapporto di Tiepolo con le fasi preliminari dei suoi lavori è sempre
dell’Olimpo e altre divinità, 1739 circa. Fort infuocato. Una fucina continua di idee che il maestro modifica anche
Worth, Kimbell Art Museum durante la fase di esecuzione, nonostante il modello mostrato ai
committenti.
Il bozzetto a lato è il caso-limite per eccellenza, seppur per ragioni
A destra: probabilmente pratiche (la possibilità di un cambio sala deciso dai
Giambattista Tiepolo, La corsa del carro del committenti), tra la redazione di questo Apollo ed il risultato finale in
sole, 1740. Milano, Palazzo Clerici Palazzo Clerici, vi è un abisso.
Dalla parete dove si viene accolti,
scendendo le scale e camminando
nello spazio reale,
insieme ai protagonisti
degli affreschi si attraversa la sala,
per giungere infine e salire
al banchetto della Regina
nello spazio dell’illusione.
Dal soffitto di Palazzo Labia: il prontuario per immagini di Tiepolo
1730/31
Pegaso di Palazzo Archinto
1724/25
Pegaso di Palazzo Sandi
Pegaso di Palazzo Labia
Dal soffitto di Palazzo Labia: i tòpoi di Tiepolo
1757
1751/53 Villa Valmarana
1719 Residenza di Wurzburg
1722
Ca’ Baglioni Ratto d’Europa
Il Banchetto di Antonio e Cleopatra
"Mentre Antonio si cibava ogni giorno di cibi squisiti, facendo
comparire sulla sua tavola le portate più ricercate, Cleopatra,
con l'orgoglio e l'impudenza di una meretrice regina, derideva
l'apparato e la sontuosità dei suoi banchetti. Antonio le chiese
che cosa potesse aggiungere alla magnificenza della sua tavola
e lei gli rispose che in un solo pranzo avrebbe speso dieci
milioni di sesterzi.
[…] Fecero una scommessa […]
Antonio domandò ironicamente che gli si mostrasse il conto.
Cleopatra ordinò che si portasse la seconda portata. Gli
inservienti, che aveva prevenuto, misero davanti a lei solo un
vaso pieno d'aceto, di cui la forza e il mordente dissolvono le
perle. Cleopatra distaccò una perla e la gettò nell'aceto; appena
vide che la perla si era dissolta la bevve. Già ella teneva l'altra,
e stava per procedere nello stesso modo, ma Planco, arbitro
della scommessa, la ferma e dichiara che Antonio è vinto,
presagio di compiuto malaugurio."
Plinio il Vecchio,
Naturalis Historia (Libro IX, 58)
La musica in balconata si
ferma, il momento più alto
della pièce teatrale sta per
arrivare

L’orchestra reale era presente


nella cantoria sopra l’ingresso
della sala, Tiepolo ne finge
un’altra nella cantoria superiore
all’affresco di fronte.

Di fianco un particolare con il


maestro di musica che ferma i
suonatori per guardare il gesto
di Cleopatra.
Sopra: Qui, straordinariamente, uno stereotipo di genere della cultura
Particolare con gli autoritratti di Tiepolo Occidentale è ribaltato da Tiepolo.
e Mengozzi-Colonna
Non è Antonio a rapire Cleopatra come potrebbe far credere
A destra: l’allegoria superiore, bensì è la Regina a vestire i panni del dio
Particolare con Plutone che rapisce vecchione e far soccombere il suo amante.
Proserpina
La festa è finita, si ritorna a casa.
Villa Valmarana, un confronto tra
sceneggiature

Due committenze diverse a distanza di


quasi dieci anni.
Da un lato la sfavillante vita mondana
veneziana con il suo teatro urbano.
Dall’altro il ritiro solitario in una zona
tranquilla, lontana dal cicaleccio lagunare.
Con una tecnica sublime che produce sogni
a consolazione di chi sta perdendo, come
Venezia, secolari certezze.
Il teatro guizzante, aneddotico e sbruffone
dei Labia.
Il teatro Shakesperiano, di pensiero e
meditazione a villa Valmarana.

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