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Il ciclo di affreschi
con le storie di
Antonio e
Cleopatra
Venezia - 1745/1746
Committenze presso
nuova nobiltà veneziana
Tiepolo è accolto come astro nascente, Committenza
i suoi lavori sono meno costosi di S. Ricci Labia
Teatro Olimpico
di Vicenza
Il contributo del quadraturista
Mengozzi-Colonna è fondamentale
alla costruzione di uno spazio
architettonico - illusionistico che riprenda
in modo realistico il lato breve d’ingresso.
Alcune collaborazioni Tiepolo/Mengozzi-Colonna ante1745
Paolo Caliari detto il Veronese, Cena in casa Levi, 1573. Venezia, Gallerie dell’Accademia
Nota a margine, l’influenza di Francesco
Algarotti
Dei rapporti tra Algarotti e Tiepolo si ha notizia solo successivamente al soggiorno del 1737, quando il
mecenate contatta il pittore per chiedergli consiglio sui quadri da acquistare per la Galleria di Dresda.
Tiepolo era ormai considerato il più grande pittore di Venezia ed i suoi consigli furono preziosi.
Nel 1743 Algarotti accenna per la prima volta al conte Bruhl, che si
trovava a Dresda, della sua intenzione di spedire un grande quadro di
Tiepolo che originariamente era stato già iniziato per un altro
committente. Il quadro era proprio il Banchetto di Cleopatra e l’ex
committente era Joseph Smith che, probabilmente per ragioni finanziarie,
rinunciò al dipinto. Algarotti presenterà Tiepolo come
Veronese redivivo.
Nota a margine, l’influenza di Francesco
Algarotti
Scelse personalmente i soggetti per lusingare le ambizioni artistiche del ministro ed inserì due dei tesori più cari a
Bruhl: i giardini pensili e la fontana di Nettuno di Lorenzo Mattiello, che si trovavano nelle due residenze del conte.
Anche qui Algarotti cercò di fare leva sul classicismo e l’accuratezza delle due scene.
Nota a margine, l’influenza di Francesco
Algarotti
Dall’eco dei lavori per l’elettore di Sassonia il principe-vescovo del regno di Franconia inviterà a Wurzburg
Tiepolo affinché decori il suo nuovo palazzo, con la sua prima trasferta all’estero.
Bozzetto e disegno
preparatori
Sopra:
Giambattista Tiepolo, Apollo tra gli dei
Il rapporto di Tiepolo con le fasi preliminari dei suoi lavori è sempre
dell’Olimpo e altre divinità, 1739 circa. Fort infuocato. Una fucina continua di idee che il maestro modifica anche
Worth, Kimbell Art Museum durante la fase di esecuzione, nonostante il modello mostrato ai
committenti.
Il bozzetto a lato è il caso-limite per eccellenza, seppur per ragioni
A destra: probabilmente pratiche (la possibilità di un cambio sala deciso dai
Giambattista Tiepolo, La corsa del carro del committenti), tra la redazione di questo Apollo ed il risultato finale in
sole, 1740. Milano, Palazzo Clerici Palazzo Clerici, vi è un abisso.
Dalla parete dove si viene accolti,
scendendo le scale e camminando
nello spazio reale,
insieme ai protagonisti
degli affreschi si attraversa la sala,
per giungere infine e salire
al banchetto della Regina
nello spazio dell’illusione.
Dal soffitto di Palazzo Labia: il prontuario per immagini di Tiepolo
1730/31
Pegaso di Palazzo Archinto
1724/25
Pegaso di Palazzo Sandi
Pegaso di Palazzo Labia
Dal soffitto di Palazzo Labia: i tòpoi di Tiepolo
1757
1751/53 Villa Valmarana
1719 Residenza di Wurzburg
1722
Ca’ Baglioni Ratto d’Europa
Il Banchetto di Antonio e Cleopatra
"Mentre Antonio si cibava ogni giorno di cibi squisiti, facendo
comparire sulla sua tavola le portate più ricercate, Cleopatra,
con l'orgoglio e l'impudenza di una meretrice regina, derideva
l'apparato e la sontuosità dei suoi banchetti. Antonio le chiese
che cosa potesse aggiungere alla magnificenza della sua tavola
e lei gli rispose che in un solo pranzo avrebbe speso dieci
milioni di sesterzi.
[…] Fecero una scommessa […]
Antonio domandò ironicamente che gli si mostrasse il conto.
Cleopatra ordinò che si portasse la seconda portata. Gli
inservienti, che aveva prevenuto, misero davanti a lei solo un
vaso pieno d'aceto, di cui la forza e il mordente dissolvono le
perle. Cleopatra distaccò una perla e la gettò nell'aceto; appena
vide che la perla si era dissolta la bevve. Già ella teneva l'altra,
e stava per procedere nello stesso modo, ma Planco, arbitro
della scommessa, la ferma e dichiara che Antonio è vinto,
presagio di compiuto malaugurio."
Plinio il Vecchio,
Naturalis Historia (Libro IX, 58)
La musica in balconata si
ferma, il momento più alto
della pièce teatrale sta per
arrivare