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Un pennello
è caduto a terra
Sistina Fatta della Fratta
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negli anni 40, quando crea grandi tele, le cui esperienze vissute nell’autoritratto pubblicato Ficus, primi anni
sessanta, olio su tela
protagoniste sono quasi sempre figure nella copertina di Quando si cantava (Circolo Bellini)
femminili, colte in interessanti scene “Giovinezza”, un lungo delizioso racconto Mezzosangue, s.d.,
d’ambiente: del 1943 è il Ritratto di Camilla autobiografico, pubblicato a Palermo nel 1987 olio su faesite
(Fondazione Sicilia)
Tumino; del ’42 l’ampio dipinto Il tempo della dalle edizioni femminili La Luna in cui si
vendemmia con tre generazioni di contadine al afferma prepotentemente la dimensione
lavoro, in cui, come in quello seguente, L’attesa soggettiva con improvvise e sottili deviazioni
del ’47-’48, il corpo umano è centro di un nella Storia: un accumulo di memorie, un
sistema costruttivo pittorico, sintetico e dettagliato ritratto della Palermo tra il primo e
complesso insieme per via di quelle cinque il secondo dopoguerra, tracciato senza
donne, che danno vita a uno scenario e a un malinconici rimpianti, ma con il gusto della
racconto di possibilità figurative e caratteriali testimonianza. Ricordi che con effervescenza
di drammatica ispirazione verghiana, ma linguistica la Fatta sciorina davanti ai nostri
illimpidite dalla morbidezza del segno e dalle occhi, indulgendo spesso, da buona pittrice,
sicure scelte cromatiche. alla scenografia e ai colori dei luoghi, come
Del ’47 sono ancora A Cascia, una tela con quando con grande sensibilità cromatica
due figure di donne al centro e La sposa, scene descrive Petralia Soprana: «Il paese di Petralia
tutte affrontate con taglio personale e con una Soprana dominava la valle delle Madonie, era il
narrazione visiva ampia e ben dominata. più alto di tutti e terminava appuntino con le
Moderna e rapida, nella pennellata alla sue due guglie della chiesa di Loreto che
De Pisis, sfaldata e liquida, Sistina Fatta sembrava messa lì apposta per coronare il
tratteggia e risolve con un non finito disegno. Una minuscola piazzetta circolare ai
dissolvente queste scene e le altre di paesaggio, piedi delle scalinate della chiesa, un
cui preferibilmente si dedica. palcoscenico acciottolato chiuso da quinte di
E in quest’ottica sono da inserire i suoi casette a pietra viva, i cui balconcini di ferro
autoritratti, in cui indulge alla propria battuto grondavano di fiori. Un’esplosione di
autorappresentazione cogliendosi diversamente amaranto e arancio di begonie giganti, grappoli
atteggiata nei vari momenti della vita. In un di influorescenze viola e lilla, geranei rosa».
bell’olio dalle cromie calde e luminose si ritrae Altre volte, sotto la viva impressione del
giovane, sicura nello sguardo acuto e insieme vissuto, si abbandona ai tragici ricordi dei giorni
dolce, in atto di sfida al futuro, mentre della guerra: «Gli scoppi delle bombe facevano
accentua il peso della maturità e delle tremare lo stomaco e il petto… Ci eravamo da
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