La sensibilità romantica identifica la bellezza con tutte le forme possibili della vita.
rivalutazione romantica del sentimento religioso
NATURA= manifestazione immediata del divino
FAMIGLA= luogo privilegiato dell’affettività
sono 3 ideali che trovano una pronta adesione nella cultura italiana che istaura uno strettissimo rapporto tra
sentimento religioso e patriottismo.
Le tendenze conservatrici del movimento romantico in Italia è vincolato dall’ideologia cattolica autorevolmente
rappresentata da Gioberti.
Gradualmente, l’iniziale neomedievalismo evolve in un fenomeno di pià ampia contaminazione stilistica, il cosiddetto
ECLETTISMO.
2) Revivals ed eclettismo
sono effetto dell’esigenza post-rivoluzionaria di definire i concetti di popolo e di nazione che si esprime
contemporaneamente nell’interesse per la tradizione religiosa, letteraria, figurativa, artigianale e di costume.
REVIVALS: ritorno di attualità di tendenze della moda e dell’arte.
A tali motivazioni ideologiche si affianca soprattutto in Inghilterra l’intenzione di rinnovare l’architettura su
fondamenti di razionalità costruttiva e di armoniosa coerenza tra STRUTTURA e DECORAZIONE.
Solo verso la seconda metà del secolo il REVIVAL assume le forme del vero e proprio ECLETTISMO:
il revival del medioevo sorto in Inghilterra nel tardo 700 predomina durante la prima metà dell’800 in tutta Europa e
si palesa soprattutto in architettura come restauro e progettazione di edifici religiosi e civili in stile neoromantico.
Il castello di Carcassonne in Francia, stupefacente esempio di un concetto tanto radicale di ripristino cui si può
accostare la “ricostruzione” a Venezia del Fondaco dei Turchi.
Primo trentennio dell’800: gruppo di allievi dell’Accademia di Vienna guidato da Overbeck e Franz Pforr. L’opera dei
Nazareni assume un accento di “ricomposizione” formale dello stile di Raffaello.
Dimostra quanto il purismo italiano negli anni 40 si rifacesse all’esperienza dei Nazareni.
4)LA pittura “moderna”
la pittura di HAYEZ nel primo ventennio del secolo appare chiaramente aggiornata anche sul modello francese, che
durante i primi anni della Restaurazione continua a influire sulla cultura italiana.
Tra il 1818 e il 1824 ALESSANDRO SANQUIRICO esegue gli acquarelli dei costumi per le grandi rappresentazioni del
teatro della scala. La fedeltà filologica di tali costumi conferma l’indirizzo storico-documentaristico ella cultura
romantica.
5) Dalla pittura di storia alla pittura di genere
La pittura di storia si trasforma in quella di genere sotto la spinta di una critica conservatrice e di un pubblico che vede
nei quadri un oggetto di arredamento. I quadri di piccole dimensioni sono ben presto preferiti ai grandi quadri. La
pittura di genere si esprime in opere didascaliche come:
“Zingara che predice a Felice Peretti l’ascesa al pontificio” di TOMMASO DE VIVO 1845
6) La pittura di paesaggio
è considerata in genere inferiore, gode di maggiore libertà dai vincoli formali accademici e pertanto dimostra un
sollecito aggiornamento alle tendenze europee.
GIACINTO GIGANTE: pittore napoletano che giunge ad un interpretazione del paesaggio in cui il documentarismo delle
prime opere si attenua in atmosfere luminose resa quasi “liquide” con l’aiuto
della tecnica “Tramonto a Caserta” 1857 dell’acquarello.
Mentre in epoca romantica, il viaggio in Italia, era d’obbligo per la formazione dei pittori europei, ora sono gli italiani a
prendere la vita di Parigi: centro propulsore dell’arte moderna.
1855: anno significativo
Apre l’ESPOSIZIONE UNIVERSALE DI PARIGI, e il rivoluzionario “Pavillon du Realisme” di Courbet.
La trdizione del paesaggismo francese offre spunti interessanti: dalla scuola di Barbizon e Camille Carot all’accentuato
verismo di soggetti colti con minuzia fotografica.
Nella ritrattistica il Piccio di colloca nell’autentica tradizione romantica allineandosi alla produzione di Hayez.
L’iniziale adesione al principio del VERO viene espressa da una pittura che attribuisce al colore un VALORE PLASTICO.
Tale evoluzione è idealmente segnata da:
“Ritratto di Gigia Riccardi” 1866 “Autoritratto” 1871
Bartolini mentre afferma che la natura vale pià dell’antico, cerca propri modelli nella scultura del Rinascimento
toscano e nella pittura di Gozzoli.
Una delle sculture di maggiore successo è: “LA fiducia in DIO”
Essa rivela abilità tecnica e non va al di
là delle suggestioni emotive che
suscitano il consenso del pubblico
milanese all’esposizione di Brera.
1835
Lo SPUNTO è tratto dalla “storia delle crociate” (1817-22) del Michaud e da “I lombardi alla prima crociata” (1826)
di Tommaso grassi.
L’AZIONE si svolge in Italia medievale: Pietro l’eremita chiama a raccolta gli italiani per liberare Gerusalemme.
Lo SPAZIO è dominato dal gruppo di crociati e popolani che si accalcano intorno al frate cenobita raffigurato a
cavallo in atto di arringare la folla.
Intorno a lui l’AZIONE si diversifica in gruppi:
-due familiari all’estremità destra e sinistra della tela
-quello più numeroso alle spalle del frate
-le due donne che si prostrano al suo cospetto
-il gruppo sullo sfondo presso il castello cui si contrappone il personaggio in primo piano inginocchiato a baciare una
croce.
La composizione è studiata in modo da evidenziare la figura del protagonista. Le linee direttrici di movimento
procedono da destra a sinistra; tali direttrici sono rimarcate dalla gestualità vivace di Pietro, dell’uomo con la mazza
ferrata del crociato diretto al cavallo, tutte tese verso sinistra.
DISSONANZE CROMATICHE delle vesti delle giovani donne in primo piano, il centrato netto fra la tonaca del frate, il
cavallo e lo stendardo bianco contro cui si staglia la sua figura.
PAESAGGIO ALPINO SULLO SFONDO e il CASTELLO: contrastano con l’accentuata tridimensionalità dei personaggi.
ANALOGIA TRA PITTURA DI STORIA E NARRAZIONE SCENICA
Il lungo titolo narrativo contestualizza l’opera in relazione alla convenzione letteraria cui si riferisce: 2 testi, quello
figurativo e letterario, si affiancano e collegano pittura di storia e melodramma.
Jappelli e l’architettura “romantica”
“Caffè Pedrocchi” 1817-26 costruito in pieno centro a Padova; Jappelli costruisce in severo stile dorico il
corpo principale del complesso in cui si risolve brillamente i problemi posti dall’irregolarità dell’area urbana
a disposizione.
Tra il 1831 e il 1842 Jappelli affianca all’edificio le forme gotiche del “Pedrocchino” sede della pasticceria
creando un vero centro della vita cittadina padana.
Gia nel 1833 PLANCHE in polemica con l’Accademia, l’Eclettismo e il Romanticismo, individua nella nozione di
“realismo” un’arte che fosse imitazione diretta del vero cioè LIBERA DAL DOMINIO DELL’IDEA E DELLA FANTASIA.
Tuttavia con il diffondersi della fotografia in quegli anni, il mondo della critica d’arte riduceva il “realismo” pittorico A
NOTAZIONE OGGETTIVA della realtà, a mera riproduzione. Tale “realismo” era ritenuto come NEGAZIONE DELLA
CREATIVITA’ essenza dell’arte.
Coubert sottolinea il contenuto innovativo del Realismo degli anni 50 ormai lontana dalla semplice imitazione indicata
da Planche. L’artista si colloca in modo nuovo rispetto alle poetiche NEOCLASSICHE e ROMANTICHE che avevano
trovato ispirazione nella storia passata.
La volontà realista di cogliere la “verità” oggettiva della natura e la fede nel ruolo positivo dell’uomo impegnato
attivamente nella società hanno origine nel RECUPERO DEL RAZIONALISMO ILLUMINISTA del 18 secolo.
Il Realismo fissa però alcuni principi che costruiranno una base essenziale per lo sviluppo dell’Impressionismo:
l’interesse dei realisti per la contemporaneità e la loro volontà di cogliere il momento PRESENTE si trasformerà per
gli Impressionisti nel desiderio di appropriazione dell’istante sviluppando in pittura le possibilità suggerite dalla
diffusione del mezzo fotografico.
L’OBIETTIVO degli Impressionisti rimarrà puntato come per i realisti sulla VITA QUOTIDIANA (natura e società).
INGRES E DELACROIX (personalità guida del classicismo e romanticismo in Francia) dominano la scena artistica parigina
Nel 1856 terminano “La sorgente” tanto verosimile da parer vero.
La presenza di Ingres e Delacroix genera nel panorama artistico parigino una contrapposizione tra scelte classiciste e
scelte romantiche che suscita nel pubblico e nella critica contrapposti e polemici consensi.
È tuttavia la PITTURA DI STORIA che registra una particolare sensibilità verso la nascente estetica realista:
L’opera anticipa la nuova tendenza realista ma possiamo notare anche un accentuato carattere eclettico.
Verso la metà del secolo amche i pittori più conformisti dimostrarono di preferire il mondo medievale e
rinascimentale.
Soggetti di vita moderna sono tollerati nei Salon fino a quando i pittori realisti non vogliono “imporli” all’attenzione del
pubblico elevandoli al rango della pittura di storia con opere di grande formato come:
“Funerale a Ornans” presentato da COURBET 1850-51
Il dipinto aveva suscitato polemiche per l’eccessiva “verità” dei personaggi definiti dalla critiche “grotteschi”.
L’amico CHAMPFLEURY si lamentava che COURBET fosse considerato “rivoltoso” perché in piena buona fede aveva
rappresentato a grandezza naturale, borghesi, contadini e donne di villaggio.
BARBIZONpresso Fountaine Bleau (meta preferita dei paesaggisti parigini) si forme nel 1830 una vera e propria
scuole che si affianca al Realismo di Courbet. I loro quadri rappresentano un’aperta sfida alla pittura di paesaggio
tradizionale.
Nel Salon 1852 “Giovani donne di paese danno l’elemosina a una guardiana di vacche di una vallata di Ornans” di
COURBET che aveva suscitato l’irritazione del pubblico e dissenso da parte della critica: l‘immagine apparentemente
innocua era criticata per l’aspetto volgare delle 3 donne, la sorella del pittore, dai volti sgraziati dalle mani grossolane
dai vestiti pretenziosi.
Il Realismo di Courbet svolge un ruolo determinante per il diffondersi della nuova sensibilità artistica. Negli stessi anni
che vedono fiorire il Realismo di Courbet in Francia, la pittura inglese sceglieva altre vie per interpretare vita e costumi
della società moderna con composizioni di particolari.
“Il risveglio della coscienza” di WILLIAM HUNT
Quando nel 1847 gli Impressionisti per la prima volta le loro opere come gruppo, il Salon dominò ancora il sistema
espositivo francese. Nel contesto dei privilegi e delle garanzie elargite dal Salon, l’apparizione tra gli anni 60/70 di
artisti che si pongono al di fuori dell’arte ufficiale suscita scandalo e riprovazione.
Nel creare una sede di esposizione alternativa, gli impressionisti non intendevano contestare il Salon, desiderando di
esservi ammessi.
18634000 opere rifiutate: Napoleone III ordinò l’apertura di nuove sale nel Palais de l’Industrie sede del Salon per
accogliere i cosiddetti “rifiutati”. Nasce così il SALON DES REFUSES per decisione dell’Imperatore.
MANET vi espone “Colazione sull’erba” ironicamente comparato dalla critica all’opera di GIORGIONE…
LA reazione tanto negativa è dovuta non solo al soggetto nudo ma anche alla TECNICA PITTORICA che abbandona
l’abituale cura nella resa dell’incarnato femminile.
Manet inoltre definisce le forme per opposizione di toni senza il consueto aiuto della linea. Scomparsi i riferimenti alla
mitologia Manet crea ulteriore sconcerto offrendo la visione di una donna nuda in mezzo a degli uomini in
abbigliamento cittadino moderno nei quali lo spettatore è indotto a rispecchiarsi:
QUOTIDIANITA’ ASSOCIATA A UNA SITUAZIONE DI FORTE CONTENUTO EROTICO.
Nonostante il nuovo Salon “speciale” la commissione esaminatrice del Salon ripugnava ancora la nuova pittura. Cos’
Monet considerò la possibilità di organizzare un’esposizione degli ARTISTI INDIPENDENTI A LORO SPESE.
Su proposta di CAMILLE PISSARRO alla fine del 1873 viene creata una società per azioni sottoscritta da:
-MONET
-RENOIR
-PISSARRO
-SISLEY
-DEGAS
-MORISOT
-GUILLAUMIN
L’esposizione è inaugurata il 15 APRILE 1874
Degas invita il pittore italiano DE NITTIS a inviare alla prima esposizione del gruppo una sua opera importante.
Ancora nel 1880, i quadri di Renoir e Monet sebbene accolti dai Salon, erano esposti a 6 metri d’altezza come opere di
scarso rilievo.
L’abitudine a giudicare le opere in base alla moralità del soggetto darà l’anno a un EQUIVOCO VALUTATIVO, condurrà
cioè ad associare agli impressionisti alcuni pittori di genere che mai avranno un ruolo determinante ai fini della
RIVOLUZIONE ESTETICA DA ESSI AVVIATA.
Alla fine del 1771 MONET si stabilisce ad Argenteuil (Francia) dove lo raggiungeranno RENOIR, SISLEY, PISSARRO e
MANET. La produzione di questo gruppo tra il 1872 e il 1874 è testimoniata dalla “Regata a Argenteuil” di Manet.
Egli è tra gli impressionisti è forse l’artista più fedele all’assunto ANTIACCADEMICO. Ha lo scopo di annotare sulla tela
le variazioni del soggetto naturale al mutare della luce. Monet elabora tale presupposto con le più tarde SEQUENZE.
L’opinione pubblica rimase su posizioni ostili rispetto alla pittura impressionista nonostante che, in occasione della
seconda parte della critica riconoscesse i suoi meriti.
DIFFUSIONE DELLA SCULTURA: Strumento privilegiato di propaganda politica in virtù della forza di suggestione e
dell’impatto emotivo esercitati sul cittadino medio.
Scultura 800 si ispira a molteplici stili, secondo i dettami del diffuso gusto eclettico.
Tra il 1850-1870, Il Secondo Impero, alla ricerca di una NUOVA LEGITTIMAZIONE POLITICA, intensifica le commissioni
pubbliche con opere che si attengono agli "Stili Storici”.
Con l’avvento della terza Repubblica si assiste alla ripresa delle ordinazioni statali di grandi monumenti che celebrano i
fasti del rinnovato sentimento nazionale, tali ORDINAZIONI SPESSO VINCOLAVANO LA LIBERTA’ CREATIVA DEGLI
ARTISTI.
Più dispendiosa della pittura, la SCULTURA richiedeva un impegno economico notevole, spesso solo sostenibile
dall’amministrazione pubblica.
SCANDALO SUSCITATO DAL GRUPPO DI SCULTURE “La Danza” che l’architetto GARNIER aveva commissionato a
CARPEAUX per la facciata dell’Opera francese. Il pubblico rimase scandalizzato dal realismo dei nudi femminili (fu
persino chiesta la riduzione). Le figure di Carpeaux non evocano “La danza” ideale e divina ma il MOMENTO REALE DEI
CORPI. 1869
Bisognerà attendere la fine degli anni 80 e AUGUSTE RODIN per assistere al rinnovamento della scultura monumentale
“I borghesi di Calais” 1885-95 Rende onore in modo nuovo alla resistenza della città, assediata
dagli inglese nel 14 secolo. LA sofferenza dei personaggi
“isolati” diventa elemento umanizzante del fatto eroico
(lontano dalla retorica comune ai monumenti pubblici).
Il gruppo rappresenta i cittadini nel momento in cui decidono di
darsi in ostaggio all’invasore per salvare la città. La collocazione
delle statue sul piedistallo non è voluta da Rodin ma dalle
autorità pubbliche di Calais. Rodin non voleva fossero poste sul
piedistallo ma esprime la sua intenzione di coinvolgere i
passanti in modo quasi teatrale.
ULTERIORE RIPROVA della sua appartenenza al momento di transizione della cultura figurativa tra tardo romanticismo
e preavanguardia è fornita dal monumento “Monumento a Hondre de Balzac” 1891-98
Opera monumentale per il quale hanno posato una 50ina di abitanti di Ornans, città natale del pittore.
La tela ritrae con FIGURA A GRANDEZZA NATURALE un episodio di vita socio-familiare. Courbet trasforma la
rappresentazione di un funerale in “manifesto” della pittura realista, indignazione della critica e del pubblico al Salon.
GIUDIZIO IMMEDIATAMENTE NEGATIVO: l’affollamento in primo piano di personaggi dalla fisionomia rude determina
franchezza di rappresentazione, di certo percepita come provocatoria.
Le figure si ADDENSANO in primo piano, ma nello Stesso tempo sono COMPRESSE appiattite sullo sfondo, in uno
spazio quasi contratto. I personaggi sono ripartiti secondo 3 nuclei omogenei a sinistra il clero, a destra conne con
fanciulli e al centro le figure alla quale il pittore vuole attribuire maggior rilievo.
I toni NERI dominanti sono rialzati dalle improvvise zone bianche del DRAPPO FUNEBRE, DEI MANTELLI, DEL CANE che
contrastano con i ROSSI VIVACI delle vesti dei notabili.
Courbet evita con ogni mezzo di IDEALIZZARE e NOBILITARE i personaggi.
L’inquadratura quasi fotografica, suggerita dai margini laterali che tagliano le figure di alcuni partecipanti di rito.
DAUMIER E LA CARICATURA
Fine 18° secolo la caricatura da rappresentazione del buffo e del deforme, si trasforma soprattutto nella liberale
Inghilterra in STRUMENTO DI SATIRA POLITICA.
Il bisogno prediletto delle vignette inglesi sono Napoleone e la Francia Post-rivoluzionaria bonapartista.
Primo metà dell’800Il primato della caricatura passa alla Francia dove PHILIPPON fonda il giornale umoristico “la
caricature”. In collaborazione con DAUMIER la garbata satira politica assume toni veementi della denuncia sociale. Al
suo debutto Daumier pubblica una caricatura del re Luigi Filippo che distribuisce CROCI AL MERITO nelle vesti di
Gargantua, l’eroe-ghiottone (Daumier finisce in prigione).
Una volta libero propone “Rue transnonain il 15 aprile 1834” che si ispira ad un cruento episodio di repressione della
rivolta popolare scoppiala a Lione durante la monarchia di Luigi Filippo.
L’anno successivo “La caricature” venne soppressa in base alla legge contro la libertà di stampa.
Daumier, si impone all’attenzione del pubblico tramite la TECNICA LITOGRAFICA che gli consente un tratto dai contorni
e ombreggiature sfumate. La scultura è spesso il punto di partenza per la pittura e il disegno di Dumier.
Dal 1848 con la Seconda Repubblica Doumier riprende la satira politica nel “Le Charivari” nel contempo si dedicò
anche alla pittura, volgendo l’attenzione alle precarie condizioni di vita del popolo di Dumier.
“Il dramma” 1862
Con una nutrita sequenza di dipinti e opere grafiche l’artista affronta il tema della GIUSTIZIA illustrando in particolare
episodi di vita Forense.
L’intensità poetica dell’arte di Daumier è esaltata da alcune caricature volte a radicalizzare l’opera pittorica di Courbet.
Di Courbet giudica le “inguaribili ingenuità” e incapacità tecniche.
la caricatura di Daumier non suscita mai il riso. È comunque sempre intesa a infrangere la pesantezza retorica dell’arte
Ufficiale per mettere a nudo gli aspetti negativi della realtà politica e sociale del tempo.
L’ARTE “POMPIER”
l’etimologia di questo termine può farsi risalire all’appellativo affibbiato ai seguaci di David, che usavano porre in capo
elmetti (più da pompiere che da antico eroe) ai personaggi greci e romani delle loro tele.
Secondo altri sarebbe la deformazione di “POMPEISTI” nome assunto da un retro guardia di pittori neoclassici in
antitesi con il realismo.
Spesso di ispirazione STORICO-SOCIALE quest’arte illustra con enfasi gli ideali della ricca borghesia durante il secondo
impero, propone improbabili esemplificazioni ricordi di esortazione e monito dei contemporanei.
I soggetti rappresentati vanno dalla pittura di INTONAZIONE STORICA all’esotismo orientalista fino al Simbolismo.
Qualità tecnica in linea con la tradizione accademica.
Il risalto di LEENHOF è potenziato dall’inquadratura che taglia le gambe. Per la giacca Manet utilizza il nero alla
maniera dei giapponesi. Manet dipingeva direttamente su tela. L’attenzione ai particolari, la resa volumetrica e la
finitezza dei primi piani avvicinano Manet all’area del Realismo mentre SOMMARIA TRATTAZIONE DELLO SFONDO E
USO CROMATICO DEL NERO inciderà sull’esperienza IMPRESSIONISTA.
RENOIR, “BAL AU MOLIN DE LA GALETTE” 1876
Ritrae una piccola piazza di Montmartre presso il famoso mulino dove il pomeriggio di Domenica gli abitanti del
quartiere e artisti di ritrovano per ballare.
Sono rappresentati anche alcuni amici di Renoir (il giornalista: Lhote, il critico: Georges Riviere).
La composizione di svolge con ANDAMENTO CURVILINEO. Dal primo piano verso lo sfondo lungo la diagonale del
quadro l’interesse di Renoir si appunta sulla folla in movimento e sugli effetti di luce che studia per la prima volta in un
dipinto di grande formato.
Impressione della folla che si accalca nella piazzetta: diventa con la SOVRAPPOSIZIONE delle figure tagliate ai bordi del
dipinto in modo da suggerire la CONTINUITA’ dell’azione.
Uso del colore: tocchi di giallo sul vestito della danzatrice, nelle magiostrine a destra e tra il verde delle foglie nella
parte superiore. NON RICORRE A TONI SCURI E OMBRE. Lo studio della luce naturale è risolto nel terreno screziato di
rosa e azzurro. La luminosità diffusa del dipinto è armonizzata su toni dominanti di blu e malva, mentre la
contrapposizione del verde arancio e tocchi di giallo ne accrescono la ricchezza cromatica. Offre una visione
OTTIMISTICA della vita parigina di cui Renoir si fa portavoce.
1877: il dipinto è esposto alla 3° mostra degli Impressionisti.
LA NUOVA PARIGI E L’OPERA DI GARNIER
Attraverso una radicale ristrutturazione del tessuto urbano Parigi viene rifondato come “capitale delle capitali”
LA riorganizzazione della città doveva rispondere a pratiche ESIGENZE DI ORDINE INTERNO:
-demolizioni integrali, permettono l’apertura di grandi viali
-allestimenti di Parchi, nuove chiese, 5 nuovi ponti sul Senna
-l’opera edilizia più ambiziosaPalazzo del Louvre con la costruzione dell’intera da sinistra
-illuminazione su gas
-nuove fognature
-si inventano l’approvvigionamento idrico
UN MOVIMENTO SI IMPONE PER ORIGINALITA’ E ALTO LIVELLO QUALITATIVO: L’OPE’RA, il nuovo teatro progettato da
Garnier. Espressione architettonica più tipica del Secondo Impero che contribuirà ad abattere il tradizionale
razionalismo architettonico francese:
-policromia dei marmi
-scintillio dei bronzi e della cupola in RAME
-andamento curvilineo
La massiccia facciata (con decorazioni e dorature) è un’INTERPRETAZIONE ECLETTICA dell’architettura del 500.
Garnier vuole esaltare la forza creativa dell’immaginazione. L’opera è concepita da Garnier come LUOGO DI RIUNIONE
e di CELEBRAZIONE DELLA BORGHESIA del Secondo Impero, in cui il pubblico diventa protagonista. IMPORTANZA DEL
FOYER E DELLA GRANDE SCALINATA dove l’arredo architettonico si integra con l’abbigliamento sforzoso degli
spettatori. Lungo la facciata compaiono 4 gruppi scultorei dei quali il secondo da destra è “La danza” di Carpeaux.
RITRARRE GLI EFFETTI DELLA LUCE utilizzando il colore come MACCHIA-CONTRASTO, chiaro su chiaroscuro è
l’innovazione formale dei macchiaioli.
L’arte della “macchia” vive una breve, seppure intensa stagione indicativa tra il 1855 e il 1875.
1) L’ESPOSIZIONE NAZIONALE (1861) a Firenze, capitale dell’Italia Unita, favorisce lo sviluppo di nuove esperienze
da parte degli artisti fiorentini.
Se nei padiglioni espositivi prevalgono i tradizionali soggetti di storia, un nucleo di OPERE MACCHIAIOLE affronta
soggetti di storia contemporanea.
“LA cacciata del duce d’Atene” di USSI 1854 “I novellieri fiorentini del XIV secolo” di CABIANCA 1860
La pittura di GIOVANNI FATTORI rielabora con autonomia le premesse accademiche che conserva però in
“Ritratto della cugina Argia” 1861
COLORE e SUPPORTO: mezzi attraverso il quale Fattori da consistenza “materica” alla propria pittura.
Ricordiamo anche SILVESTRO LEGA che offre una personale interpretazione della “macchia” meno essenziale di
Fattori, attenta a più sottili gradazioni di colore.
L’esperienza EN PEIN AIR della statua di Castiglioncello è anticipata da RAFFAELLO SERNESI in “tetti al sole” dove
adotta precocemente la soluzione di ampie superfici colorate contrapposte. (1861)
Anche fuori dai confini della Toscana la pittura di paesaggio si orienta verso la rappresentazione del vero tramite una
nuova dilatazione della gamma cromatica.
Alcuni pittori piemontesi, si riuniscono nella SCUOLA DI RIVARA.
Un artista della cerchia dei macchiaioli ADRIANO CECIONI invece organizza il gruppo della SCUOLA DI RESINA di cui fa
parte anche De Nittis. Il gruppo persegue obiettivi analoghi a quelli toscani e manifestano attenzione per il vero.
2)LA SCAPIGLIATURA LOMBARDA
La scelta antiaccademica dei macchiaioli toscani è condivisa in ambito Lombardo dalla scapigliatura milanese ma con
metodi ed esiti ben diversi.
Il gruppo si ispira nel nome del romanzo di CLETTO ARRIGHI “LA Scapigliatura e il 6 febbraio” manifesto di un
atteggiamento di estremismo romantico, patriottico ma ribelle nei confronti della cultura borghese.
Nel RITRATTO, genere preferito insieme al PAESAGGIO, viene accentuata la caratterizzazione psicologica dei
personaggi attraverso una pittura di evocazione atmosferica basata sulle tonalità calde.
-CREMONA –FARUFFINI -GRANDI creano opere in cui la luce sembra investire le figure come fendendo l’ombra che
le avvolge, colpisce un particolare dell’ambiente o del corpo. Tali effetti risentono delle sperimentazioni della tecnica
fotografica che permette di creare immagini luminose dai contorni sfocati.
“Il ritratto di Nicola Massa” 1867 di CREMONA
La pittura di RANZONI si distacca da quella di CREMONA le sue figure sono costruite con un particolare senso plastico
ottenuto attraverso la pennellata ricca di vibrazioni cromatiche.
SENSIBILITA’ per gli effetti della luce in “Il lago maggiore visto dalla villa di Ada Troubtzkoy” 1871-72
La società intellettuale-mondana della Milano liberale apprezza dell’arte degli scapigliati la SUBLIMAZIONE BOHEME e
SPIRITUALISTA DELLA VITA. Ma il merito reale della Scapigliatura è quello di aver tentato una sperimentazione sugli
effetti di luce-ombre-colore attraverso la tecnica del “NON-FINITO”, in decisa polemica con la tradizione accademica di
Bertini e Hayez.
3)GLI ITALIANI A PARIGI
1866: De Nittis lascia Napoli e la scuola di Resina per Firenze dove era entrato in contatto con i Macchiaioli.
1876: si trasferisce a PARIGI.
la pittura di De Nittis raccoglie consensi nei Salon Ufficiali ma anche gli Impressionisti lo invitarono alla loro prima
esposizione del 1874 convinti che la sua presenza li avrebbe attuati con la critica.
In seguito De Nittis si avviava al gruppo non solo nelle tematiche ma anche in quelle STILISTICHE.
Si differenzia dai macchiaioli soprattutto per i RITRATTI, per i quali diviene famoso in tutta Parigi.
Tra gli italiani che trovano a Parigi un ambiente più favorevole alle nuove sperimentazioni artistiche è
FEDERICO ZANDOMENEGHI: la sua pittura è indirizzata verso un’accentuata concretezza formale.
Si accosta agli Impressionisti con i quali espone dal 1879. Finisce per adeguarsi nelle luminose vedute di
piazze parigine. Zandomeneghi ama “tagliare” alcune sue composizioni alla maniera di Degas come in
“Al Caffè” che si richiama col “Assenzio”.
Una maggiore conoscenza dell’Impressionismo si diffonderà in tutta Europa solo tra la fine del secolo e i
primi anni del 900. Anche la struttura italiana ottiene consensi di pubblico e di critica ai Salon parigini.
I contatti tra la cultura figurativa francese e quella italiana contemporanea permettono una più esatta
valutazione del procedere dell’arte italiana.
In Italia la peculiare dimensione regionale dei macchiaioli non riesce a scuotere le fondamenta dell’arte
ufficiale.
Parigi, grande metropoli che costituisce un “polo” recettivo anche delle alternative artistiche, stimolate dal
vivace dibattito critico (es. Courbet, portavoce del nuovo Realismo)
Anche la letteratura contemporanea esalta l’avventura orientale e contribuisce alla rapida diffusione di
determinanti temi figurativi con la pubblicazione della rivista “Diari di viaggio”.
La pittura del Verismo italiano riserva minor spazio alle ricerche sul colore, minor attenzione al dato
immediato della visione rispetto a quella degli Impressionisti e mantiene in primo piano i contenuti sociali
del soggetto in modo analogo alla fase realistica dell’arte francese.