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Luigi Vanvitelli

Luigi Vanvitelli nasce a Napoli nel 1700. È Stato pittore ma soprattutto architetto. Era figlio di
Gaspar Van Wittel, un vedutista olandese; il padre per motivi di lavori si trasferisce dall'Olanda
all'Italia e quindi Luigi nasce a Napoli. Luigi va a Roma perché decide di studiare ai grandi
architetti como Carlo Fontana e lì probabilmente conosce Filippo Juvarra. Vanvitelli si fa
conoscere e diventa l'architetto di Papa Pietro , ha l'incarico di salvare la cupola di San Pietro
che si stava lesionando e lo fa con un sistema di cerchiatura di ferro e collabora con Giovanni
Poleni.

La Reggia di Caserta
Nel 1751 Vanvitelli viene chiamato a Napoli dal re Carlo III di Borbone che li commissiona il
Palazzo Reale che vuole costruire a Casera, perche Caserta diventa una citta importante. Carlo
li commissiona questo palazzo perché in quel periodo era stata costruita la Reggia di Versailles.
Vanvitelli con solo si occupa del progetto architettonico del palazzo, ma anche della
realizzazione dell’ immenso parco e dalla risistemazione urbanistica dell'intera città circostante.
Il palazzo appare come un massiccio parallelepipedo a pianta rettangolare dove lo spazio
interno è diviso da due bracci che si uniscono al centro, dando origine a 4 grandi cortili
rettangolari. Su questi prospettano le facciate interne nel quale si allinea una serie di finestroni
alternatamente timpanati. Un grande portico costituisce il collegamento con il parco e la
cascata. Il perno centrale di tutto l'edificio è il grande atrio ottagonale, dove i due bracci mediani
si incontrano dando origine a delle prospettive scenografiche. Il grande scalone d'onore si
compone da una rampa principale che si apre in 2 scaloni paralleli con una struttura ad archi e
colonne. È largo 18 metri ed è coperto da una cupola. Lo scalone d'onore collega il piano
inferiore ed il superiore ci conduce agli appartamenti reali. Le stanze utilizzate dalla famiglia
reale sono stati rielaborate molte volte per raggiungere la omogeneità degli interni. Lo scalone
d’ onore porta al vestibolo centrale del palazzo. Sul vestibolo è possibile visitare la Cappella
Palatina, progettata da Vanvitelli. Il teatro di Corte si trova sul lato occidentale del palazzo, è un
esempio di architettura teatrale del XVIII sec.
Vanvitelli per la realizzazione ha dovuto affrontare molti problemi di tipo tecnico, come la
fornitura delle acque necessarie al funzionamento delle cascate artificiali e delle numerose
fontane.
Nel parco possiamo vedere il parterre che è un’ ampia radura verde che si vede appena sei
uscito dalla Reggia. Alla sinistra del parterre c'è il Bosco Vecchio, già esisteva prima della
costruzione del Parco e Vanvitelli decise di non cambiarne la struttura. Dentro questo bosco c’ è
la Castelluccia, che è una piccola torre a pianta ottagonale circondata da un fosfato.
Le fontane si trovano nella seconda parte del parco. Ci sono diverse fontane:
- Fontana dei tre delfini: rappresenta la figura di un mostro marino con la testa di un
delfino.
- Fontana di Eolo: rappresenta il Dio dei Venti, Eolo.
- Fontana di Cerere: rappresenta Cerere, dea della fertilità dei Campi, circondata da ninfe.
- Fontana di Venere e Adone: rappresenta il momento in cui Venere implora invano
Adone di non andare a caccia.
- Fontana di Diana ed Atteone e Cascata: da una parte c'è Diana, la dea della caccia e
dei boschi, circondata da ninfe, dall’ altro lato c’ è Atteone, che aveva guardato Diana
nuda, lei lo trasforma in cervo.

Giambattista Tiepolo
Nasce a Venezia il 5 marzo 1696 e muore a Madrid il 27 marzo 1770. E stato un pittore e
incisore italiano. Per alcuni anni lavora nella bottega di Gregorio Lazzarini ma nel 1716 viene
chiamato per eseguire affreschi in varie chiese e ville private del Veneto, qui Tiepolo ottiene le
sue prime commissioni importanti: la chiesa dell’Ospedaletto e la casa del doge Giovanni II
Cornaro. Tiepolo e chiamato a Madrid nel 1762 dove, nella corte del re Carlo III trascorre i suoi
ultimi anni. Qui realizza gli affreschi per il Palazzo Reale. Con Giambattista si spegne l’ultimo
pittore italiano di fama europea.
Giambattista fin dalle prime opere usa una tecnica pittorica rapida e sicura che gli permetterà di
affrontare con velocità incredibile la decorazione ad affresco di immensi spazi.
Con Giambattista risalgono due tecniche importanti: il quadraturismo e il vedutismo.
Il quadraturismo
È un genere pittorico il cui termine deriva dalla tecnica di dividere la superficie in graticole, che
sono basi geometriche, su cui il pittore disponeva figure e architetture, dunque una
rappresentazione illusionistica prospettica.
Per vedutismo si intende un genere pittorico nel quale si rappresentano vedute prospettiche di
paesaggi o citta riprese dal vero. Le opere vedutiste corrispondono alle cartoline moderne. Per
realizzare queste opere era necessario curare nel dettaglio e dovevano coincidere con la realtà,
allora e per questo motivo che viene utilizzata la “scatola ottica” che era come la macchina
fotografica.
Una delle opere del Tiepolo, con collaborazione del suo figlio Giandomenico, e Il sacrificio di
Ifigenia, opera che forma parte di un straordinario ciclo di affreschi. Il suo figlio Giandomenico
anche formò parte della realizzazione. Questo ciclo e realizzato nella Villa Valmarana ai Nani
nella città di Vicenza. La palazzina principale e particolarmente speciale perché ripercorre temi
mitologici e classici. Ma la scena più bella e “Il sacrificio di Ifigenia”, commissionato da Giustino
Valmarana.
L’opera e situata all'ingresso della villa. L’artista coglie il preciso istante nel quale, secondo la
tradizione mitologica, la miracolosa comparsa di una cerbiatta fa comprendere che la dea
Artemide rinuncia al sacrificio della fanciulla, sacrificio che l’indovino Calcante aveva suggerito
al di lei padre Agamennone al fine di placare l’ira della dea che lui aveva offeso.
La quadratura prevede quattro colonne ioniche dipinte che sorreggono la vera trabeazione della
stanza facendo un gioco tra realtà e illusione. La nuvola rossa sulla quale Cupido alato sta
conducendo la cerbiatta divina verso il luogo del sacrificio, pare al di qua delle colonne quasi
come se veramente potesse appartenere allo spazio reale della sala. Tutti i personaggi volgono
gli occhi verso l’apparizione. Ifigenia, seduta presso l’area del sacrificio volge gli occhi al
sacerdote Calcante, che avrebbe dovuto immolare con un coltello, mentre Agamennone si
copre il volto con il mantello. Il cielo rischiara i personaggi sullo sfondo, mentre la nuvola e le
colonne sono illuminate da una luce frontale. La brocca piena d’acqua e il rogo sono pronti e un
servo e gia in posizione con il vassoio. Nella folla c'è un personaggio con vestiti settecentesche,
forse e il committente Valmarana. I colori sono chiari e colorati che contrastano con il freddo del
cielo.

Un'altra opera del Tiepolo e Il banchetto offerto dalla regina al condottiero Antonio che fa parte
della decorazione del Salone da ballo del Palazzo Labia a Venezia, costruito tra il XVII ed il
XVIII secolo. L’opera fa parte del ciclo di affreschi dedicato alle Storie di Antonio e Cleopatra, su
commissione dei coniugi Labia, famiglia di mercanti di origine spagnola. I soggetti degli
affreschi sono inseriti in quadrature realizzate da Girolamo Mengozzi Colonna. Qui Tiepolo si
ritratta con il figlio Giandomenico. Questo affresco specificamente venne realizzato tra il 1746-
1747.
Il Banchetto spiega il momento durante il quale la regina egiziana scioglie, nel vino, una perla
per dimostrare la ricchezza dell’Egitto.
Nell’affresco sono raffigurati i due celebri amanti, Antonio e Cleopatra.
Cleopatra, e il prototipo della gran dama settecentesca, al cui fascino concorrono in egual
misura la pienezza delle forme e la magnificenza degli abiti. Incorniciato da un arco a tutto
sesto, sorretto da 2 colonne a fusto liscio e dei pilastri scanalati, si trova il banchetto. Importanti
sono anche i personaggi secondari che contribuiscono alla sfarzosità dell’evento, come il nano
in primo piano, il cane sulle scale e la servitù di colore. Tipica di Tiepolo, e la presenza di una
luce fresca e brillante che avvolge gli oggetti e i personaggi. Antonio, si trova al centro del
dipinto. Indossa un’armatura classica. Sul capo, infatti, porta un elmo prezioso di metallo. Inoltre
indossa dei calzari e un ampio mantello rosso che arriva fino a terra. Cleopatra, invece, veste
abiti eleganti e sfarzosi. Il vestito che indossa presenta un’ampia scollatura. Il viso, è
sottolineato da un ampio colletto e impreziosito da gioielli stretti al collo. Il cielo è azzurro e si
alzano grandi nubi bianche. La scena è ambientata su di una scalinata che scende verso il
basso. Di lato, si notano architetture classiche con colonne, lesene, capitelli corinzi, un arco a
tutto sesto e un architrave.
La complessa griglia prospettica predisposta dal Mengozzi Colonna necessita, per dare la
giusta illusione, di due punti diversi di fuga. Il primo, relativo ai quattro gradini in primo piano,
cade circa all’altezza dell’occhio dello spettatore, mentre il secondo, corrisponde alle cornici
architettoniche e al portico retrostante, risulta molto più basso. In questo modo genera una
visione dal sotto in su.

Il vedutismo
È un genere pittorico molto tipico del settecento che si sviluppa in Italia ma
principalmente a Venezia. In questo genere pittorico si rappresentano vedute
prospettiche di paesaggi o cittá riprese dal vero. I soggetti artistici erano principalmente
paesaggisti, urbanistiche con monumenti e luoghi tipico della cittá di Venezia. Le opere
erano a volte rappresentate da sole o poco probabilmente con piccoli gruppi di persone.
Principalmente questo genero si utilizzo per dare ai turisti un ricordo della cittá visitate e
non solo prende importanza e popolarità in Italia ma poco a poco in tutta l’Europa. I
principali esponenti di questo stile sono stati: Canaletto, Francesco Guardi, Michele
Marieschi e Luca Carlevarijs.
Lo scopo degli artisti del vedutismo non è solo dare un ricordo al turista o ai committenti
stranieri ai committenti locali, uno dei principali scopi é il dettaglio giacché l’opera deve
essere il piú simile possibile alla realtá.
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La scatola ottica:
La scatola ottica é stato un elemento fondamentale per fare le opere più reali, è un
elemento e un antenato alla macchina fotografica dei nostri tempi. La scala ottica
portatile era composta da una cassettina di legno con un bucchino e una volta che il
soggevo veniva puntato con questo lo rifletteva su uno specchio che si trovava
all’interno della cassettina e dopo si proiettava su un vetro. L’artista dopo la proiezione
del paesaggio sul vetro poggiava il foglio su questo e ricalcava l’immagine e avere le
proporzioni, distanze e prospettive corrette per dopo dipingere il soggetto.
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Giovanni Antonio Canal conosciuto maggiormente come Canaletto, è stato un pittore e
incisore italiano nato a Venezia e noto come un gran vedutista e il piú noto del
vedutismo veneto. Canaletto lavoro una serie di tavole e come soggetto Venezia ma
non solo mostrava i luoghi piú belli e conosciuti ma anche nei meno conosciuti. Le
pennellate di Canaletto sono fluidi e con precisione nelle sue opere, Canaletto usa la
sua camera ottica come il suo strumento principale lo che permette la realtà nelle sue
opere.
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Piazza san marco è un'opera di Canaletto a olio su tela databile al 1723 ed è
conservato in un museo a Madrid. Il soggetto dell’opera è la Piazza San Marco e nella
parte dietro si puó osservare la Basilica di San Marco. Questa piazza era il centro della
cittá di Venezia ed è il motivo del turismo, l’anima e il centro di questa cittá. In questa
piazza si trovavano molti degli edifici rappresentativi e si trovavano ai lati, erano i
palazzi delle procuratie e anche il Palazzo Ducale che lo possiamo trovare in fondo a
destra. Il sole viene utilizzato dall'artista per illuminare l’opera è soprattutto il campanile
del Palazzo ducale.
Evidentemente possiamo notare il realismo finalmente ottenuto dall’artista e
l’approssimazione al vero, Canaletto in quest'opera mette la luce del sole in questo
caso e con il contrasto della luce fa che gli edifici sembrano sempre più reali ma anche
prova a differenziare gli edifici del governo veneziano e quelli delle persone della classe
medio bassa. Per dare un maggior movimento e realismo Canaletto rappresenta l’arrivo
di una tormenta ed é cui anche dove i dettagli dell’artista si possono apprezzare.
L’opera é stata rappresentata dalla parte oeste della piazza dove oggi si trova l’ala
Napoleonica e da una parte un pó più alta (6 o 7 metri dal suolo)per cosí poter lavorare
la piazza lo sufficientemente ampia per apprezzarla. Anche c’é una linea orizzontale nel
fondo che contrasta con la linea verticale del campanile e le procuratie che fa dare la
profonditá all’opera. L’opera vuole rappresentare più o meno le 10 o 11 del mattino e si
puó notare grazie al cielo.
Una piccola osservazione in quest’opera é che il campanario ha meno finestre che nella
realtá.
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Il canal Grande verso Rialto anche conosciuto come Il Gran Canale dal Palazzo Balbi
verso il ponte Rialto, è un dipinto a olio su tela lavorata da Canaletto quando si trovava
in Italia nel 1723.Questo diínto appartiene alle opere giovanili di Canaletto È stata
commissionata da un nobile della cittá di Venezia con il fine di decorare il suo Palazzo
insieme ad altri tre dipinti. Ora si trova nell’accademia Carrara di Bergamo. Quest’opera
ha come soggetto la vista verso il ponte Rialto, un luogo molto conosciuto della cittá di
Venezia e una meraviglia turistica che nessuno puó lasciar di visitare. Nel quadro, nella
parte sinistra si trova il Palazzi Balbi e alcuni edifici nella riva del grand Canal. Il dipinto
è inserito all’interno di una cornice di colore dorato ed è più o meno di 45x73 cm.
Canaletto esalta la città di Venezia intesa come la cittá d’acqua mostrando anche
l’ampiezza del Canale, a destra dell’opera si trova il sole illuminando l’intera
composizione, anche in quest’opera l’artista disegna il paesaggio “osservandolo” da un
punto più in alto rendendo questo dipinto più ampio e prospettico e utilizza la luce e
l’ombra per far risalire certi punti del paesaggio.

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