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Palladio

1508-1580
Andrea Palladio, è stato un architetto, teorico dell'architettura e scenografo
italiano del Rinascimento, cittadino della Repubblica di Venezia. Influenzato
dall'architettura greco-romana, è considerato una delle personalità più influenti
nella storia dell'architettura occidentale. Fu l'architetto più importante della
Repubblica di Venezia, nel cui territorio progettò numerose ville che lo resero
famoso, oltre a chiese e palazzi, questi ultimi prevalentemente a Vicenza, dove
si formò e visse. Pubblicò il trattato I quattro libri dell'architettura (1570)
attraverso il quale i suoi modelli hanno avuto una profonda influenza
sull'architettura occidentale; l'imitazione del suo stile diede origine ad un
movimento destinato a durare per tre secoli, il palladianesimo, che si richiama
ai principi classico-romani. La città di Vicenza e le ville palladiane del Veneto
sono uno dei patrimoni dell'umanità UNESCO.

Basilica di San Giorgio Maggiore


L’architetto mette insieme due prospetti templari, uno per la navata centrale,
d’ordine composito, e uno per le due navate laterali, d’ordine corinzio. Questo
prospetto è ispirato al classico, richiama, infatti, un tempio prostilo tetrastilo
greco, applicato però a un edificio tripartito tipico di una basilica romana. Ai lati
del portale vi sono le statue di S. Giorgio e S. Stefano.La facciata, in pietra
bianca d’Istria, ha un unico accesso, ai lati del quale vi è un ordine gigante di
quattro semicolonne composite, su alti plinti, sormontate da una trabeazione
pulvinata sulla quale si instaura il timpano dentellato. Questo primo schema del
corpo centrale s’intreccia con un secondo schema corrispondente ai due corpi
laterali, caratterizzati da un frontone spezzato che poggia su un architrave
sorretto da paraste corinzie.
La pianta dell’edificio è una fusione di una centrale classica e di una cruciforme
e comprende un grande ambiente rettangolare, diviso nella parte anteriore in
tre navate, dalle quali sporgono due esedre corrispondenti alle opposte
estremità del transetto. Seguono un presbiterio quadrato un po’ sopraelevato e
un profondo coro per i monaci che si conclude a semicerchio. All’incrocio della
navata centrale con il transetto vi è una grande cupola.
L’interno della Chiesa è caratterizzato da due tipi di copertura, uno a volte a
botte, per la navata centrale, l’altro, per quelle laterali, a volte a crociera. Le
pareti dell’edificio sono intervallate da semicolonne gemelle a quelle della
facciata, addossate a pilastri. Gli arconi e il tamburo, sottolineato da una
balaustra e da finestre, s’instaurano sopra membrature verticali composte da
un pilastro e da una semicolonna. Gli spazi interni della basilica sono infine
arricchiti da splendidi dipinti del Tintoretto, tra i quali la drammatica e
visionaria Ultima cena (1592-1594).

Il teatro Olimpico
L'ultima opera di Palladio è il primo grande teatro stabile dell'età moderna, il
Teatro Olimpico di Vicenza.  I lavori furono portati a compimento dal figlio e da
Vincenzo Scamozzi. Palladio ripropone qui il teatro dei romani con precisione
archeologica, fondata sullo studio accurato del testo di Vitruvio e delle rovine
dei complessi teatrali antichi.
La cavea, di quattordici gradini, è per ragioni di spazio semiellittica, anzichè
semicircolare come nell'antichità, ed è coronata da una loggia superiore
corinzia dietro a cui si aprono le finestre. Il soffitto dipinto con un cielo
nuvoloso, per rievocare i teatri classici che erano posti all'aperto. 
La scena fissa fu portata a termine da Scamozzi nel 1585: è in legno e stucco e
riproduce la facciata di un edificio classico a due ordini corinzi, la cui zona
mediana è assimilabile a un arco trionfale, ed è adorna di statue entro nicchie
architettoniche e di rilievi nell'attico con episodi della vita di Ercole, eroe
protettore dell'Accademia.
Nella scena si aprono tre porte sul sfondo e due laterali, ma per la
ramificazione a tre dell'apertura centrale si scorgono in tutto sette vie. Queste
vie sono profonde solo pochi metri, ma, grazie alla forte inclinazione del
pavimento e agli edifici in bassorilievo, sembrano lunghissime.
Paolo Caliari: il Veronese
1528-1588
Caliari è stato un pittore italiano rinascimentale della Repubblica di Venezia. La
sua formazione si svolse a Verona e successivamente si spostò a Venezia.
Attratto dalle innovazioni manieristiche rispetto allo stile dei suoi maestri
veronesi,   mantenne un'identità artistica "foresta". Il disegno sarà il valore
centrale e il trattamento del colore diverso dalla tradizione, poiché preferirà
utilizzare colori vivaci e netti. Caliari diventerà poi una delle componenti  di
rilievo del barocco italiano

Nozze di Cana
Si trova nel museo di Louvre  di Parigi. In quest'opera emerge la capacità di
Veronese di saper rappresentare con chiarezza espressiva episodi complessi e
articolati.
L'atto compiuto da parte di Gesù viene descritto nel Vangelo di Giovanni come
primo miracolo  pubblico di Cristo, ed è rappresentato attraverso un dialogo tra
passato e presente, tra sacro e profano.
L'architettura è classica: ci sono due grandi colonnati ai lati del dipinto e al
centro di apre un cortile sormontato da una zona rialzata. Il cielo, azzurro e con
poche nuvole bianche, è tagliato da una torre classica. La cena è in primo piano 
e avviene in uno spazio aperto. Al centro ci sono i musicisti, i quali due
rappresenterebbero Veronese e Tiziano, ai loro piedi si trovano due cani
bianchi legati e fermi.
Sullo sfondo si intravedono città con un atmosfera armoniosa data dai
colonnati. Al centro della tavolata siede Cristo con accanto la madre, entrambi
calmi e composti. Gesù ha lo sguardo rivolto verso l'osservatore della tela e la
sua figura è illuminata e monumentale, distaccata dal resto della sala.
In quest'opera, il pittore offre all'osservatore  un quadro generale della vita
dell'aristocrazia veneziana nella metà del 500.
Cena in casa Levi
Nel 1573 i domenicani del convento veneziano, commissionarono a Veronese
una grande Ultima cena, che prende il nome di "Cena in casa Levi". 
La cena è ambientata sotto un loggiato classico composto da una sequenza di
tre serliane divise da un ordine gigante corinzio, con angeli nei pennacchi e
accessibile da due scalinate laterali.
La prospettiva centrale è concepita secondo un punto di fuga all'altezza dello
spettatore. La loggia si apre su una veduta di città con edifici classici concepita
come scenografia dipinta. Lo sfondo e le figure che si affacciano rendono l tutto
più realistico. Sotto l'arcata centrale siedono Cristo tra Pietro e Giovanni e ai
lati gli altri apostoli. I personaggi rappresentano tutte le fasce sociali: dignitari,
nobili, ricchi borghesi, fanciulli e a destra i lanzichenecchi.
L'evento è attualizzato e reso vivo non solo dall'ambientazione, ma anche da
ricchi abiti contemporanei e dal clima di festa e confusione.
Cristo, nodo centrale del tema, si trova al centro contro il cielo luminoso e al di
sopra della bianca tovaglia. In questa cena è presente l'allegoria del sacrificio 
eucaristico nella forma dell'agnello, che viene tagliato da San Pietro.
Il  Concilio di Trento(1545)
Con il Concilio di Trento si voleva Riformare la chiesa su 2 fronti:
1.Importanza dei sacramenti
2. Vicinanza al volere di Dio
L'arte è uno strumento fondamentale per poter diffondere questo messaggio,
nello stesso concilio infatti si introdusse la necessità di una collaborazione tra
religione e chiesa per la preghiera e la comunicazione della verità quindi
allontanamento dal manierismo.La chiesa delegò poi ai preti la decisione di
verificare che lo opere avessero uno scopo sacro quindi gli artisti erano meno
liberi.
Esistevano quattro scenari possibilita
1. Il prete poteva approvare subito, ma era ovviamente il caso più raro;
2.II prete poteva richiede delle correzioni;
3. Il prete poteva disapprovare;
4. Il prete poteva rifiutare direttamente e cosi poter chiamare in causa la
Santa Inquisizione , in questo
caso o veniva distrutto il quadro o veniva perseguitato l'artista.
Il Barocco
Le caratteristiche del 600
Il termine barocco starebbe a significare "perla, bella, ma di forma irregolare".
Il significato che quindi gli viene generalmente attribuito è "eccentrico,
bizzarro". All'inizio a questo movimento artistico e letterario veniva attribuito
un valore negativo, dispregiativo. Il Barocco indicava, infatti, qualcosa di
irregolare, artificioso, di "cattivo gusto". Così è stato valutato fino al termine del
1800 e del 1900, quando finalmente si riconobbe il Barocco semplicemente
come una corrente culturale, una delle tante.
Lo stile e lo scopo
il Barocco è sinonimo di mancanza d'equilibrio, di sfarzosità, eccentricità. Lo
stile è proprio questo. A dominare e la linea curva. Dopo il Rinascimento che,
con i suoi canoni classici di perfezione ed equilibrio, aveva preferito una linea
più razionale, qui si è di fronte a una linea che vuole colpire il cuore, non
l'intelletto. Lo stile è caratterizzato da un grande movimento pluridirezionale
delle masse, da audaci scorci prospettici, da forti contrasti chiaroscurali da luci
improvvise, da figure policentriche, da una pittura "illusionistica" che allarga lo
spazio architettonico.   Quello di meravigliare, di stupire lo spettatore. Per
colpirne il cuore e parlare ai suoi sentimenti.
Bernini
Gian Lorenzo Bernini  è stato uno scultore, urbanista, architetto, pittore,
scenografo, e commediografo italiano.
Bernini è considerato il massimo protagonista della cultura figurativa barocca.
La sua opera conobbe un clamoroso successo e dominò la scena europea per
più di un secolo dopo la morte.
Le opere berniniane presentavano un'integrazione tra scultura, pittura e
architettura che presupponeva l'aiuto di collaboratori e discepoli, malgrado
molto spesso le committenze richiedevano che l'opera ordinata fosse autografa
dell'artista, che fosse di «di propria mano»

David
Bernini scelse di rappresentare il momento di massima tensione dell’episodio
biblico: il gesto audace del giovane eroe che con un sasso scagliato da una
fionda colpisce il gigante Golia. L’energia fisica ed emotiva dell’azione si traduce
in una struttura spiraliforme di grande dinamismo: la rotazione del busto e la
postura del giovane che carica il peso del corpo sulla gamba anteriore
determinano un complesso movimento della figura nello spazio.
Le braccia e il busto sono concentrati nello sforzo di tendere la fionda, ma
anche alcuni particolari del volto quali lo sguardo severo e le labbra serrate
suggeriscono in modo realistico l’impresa compiuta dal giovane eroe.
in origine, era collocata contro una parete: le opere di Bernini, infatti,
presuppongono un punto di vista unico, che consente di farle emergere in tutta
la loro forza visiva. Spettacolare è la teatralità del gesto di David, che
interagisce con lo spettatore nella stessa maniera con cui avrebbe dovuto
scontrarsi con Golia.
Apollo e Dafne
mito
Dafne era una ninfa amata da Apollo. Ella però per un sortilegio di Cupido, non
ricambiava il suo amore. Inseguita da Apollo, proprio mentre stava per essere
raggiunta, la fanciulla invocò l’aiuto del padre, il dio fluviale Peneo, che la
trasformò in pianta d’alloro.

Apollo e Dafne 
 opera
Bernini fissa il momento della trasformazione, quando i piedi si mutano in
radici e i capelli si intrecciano alle mani, diventando foglie di alloro. Lo sguardo
di Dafne è impaurito, l’espressione di Apollo incredula. I due corpi si sfiorano
ma non giungono a toccarsi. L’opera è uno dei risultati più rappresentativi di
tutta la scultura barocca: atteggiamenti dinamici; torsioni dei corpi; espressività
gestuale e fisionomica; lucentezza brillante della superficie marmorea; visione
circolare e molteplice dell’opera.
Un cartiglio, posto sul basamento, riporta una frase in latino di Maffeo
Barberini, il futuro papa Paolo V: “Chiunque amando insegue le gioie della
forma fuggitiva, volge la mano alle fronde per cogliere frutti, invece raccoglie
amarezze”.
Tale scritto dimostra quindi come il soggetto mitologico sia utilizzato per
esprimere un concetto morale: Dafne, trasformata in arbusto per sfuggire
all’inseguimento di Apollo, diviene simbolo di virtù;
NEOCLASSICISMO
Intorno alla metà dell'XVIII secolo gli scavi che avevano riportato alla luce intere
città come Pompei ed Ercolano, rinnovarono l'interesse degli artisti verso lo
studio delle antichità greche e romane e Roma divenne il centro culturale per
eccellenza. Imitazione dell'antico voleva dire, per l'artista neoclassico, una
fonte a cui attingere, nella forma e nel contenuto, in quanto modello estetico
per la rappresentazione degli ideali e delle scene contemporanee. Il
neoclassicismo nasce soprattutto come contrapposizione agli sfarzi del barocco
e della religione. In particolare la religione aveva perso il ruolo centrale che
giocava da secoli nella società e questo inevitabilmente si ripercosse nell'arte
che assunse un significato sociale diverso, acquistando un carattere pubblico.
Inoltre gli artisti si liberarono dai canoni tematici imposti dai committenti e
scelsero liberamente i soggetti da rappresentare.
La pittura neoclassica
In pittura scompaiono quasi del tutto i motivi religiosi, mentre la mitologia fu
sostituita dalla rappresentazione storica e dalle vicende borghesi. I dipinti sono
caratterizzati da un realismo quasi fotografico, rappresentato con colori freddi,
contorni duri, scarso interesse per gli effetti di luce, tutto questo da un'aspetto
sobrio ai dipinti mantenendo l'osservatore a distanza e non più partecipe.  i
temi rappresentati, scompaiono quasi del tutto i soggetti a carattere religioso,
grande importanza si dette invece alla rappresentazione storica.
La scultura neoclassica
La scultura fu la forma artistica che meglio si prestava all'applicazione delle
teorie neoclassiche. Infatti in questo periodovenne studiata la statuaria greca,
la cui conoscenza era piuttosto frammentaria, attraverso le copie romane.
La scultura neoclassica fu spesso considerata fredda e impersonale, in realtà
queste caratteristiche furono precisa scelta dei maggiori artisti del tempo
intenti a svolgere una funzione didascalica.
L'architettura neoclassica
Le caratteristiche tipiche del gusto neoclassico sono particolarmente evidenti
nell'architettura, il repertorio classicista venne applicato non solo a palazzi e
chiese, costruiti come templi classici, ma anche a teatri, caserme, ospedali e
numerosi altri edifici aventi funzione pubblica.
La città, luogo della vita civile, divenne il tema principale, gli architetti agirono
sul tessuto urbano, creando strade, piazze, giardini, nacque infatti in questo
periodo il concetto di urbanistica in senso moderno.

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