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ARTE BIZANTINA

L'arte bizantina si sviluppata nell'arco di un millennio, tra il IV ed il XV secolo,


prima nell'ambito dell'Impero romano, poi di quello bizantino, che ne raccolse l'eredit
e di cui Costantinopoli fu capitale. Le caratteristiche pi evidenti dei canoni dell'arte
bizantina sono la religiosit, l'anti-plasticit e l'anti-naturalismo, intese come
appiattimento e stilizzazione delle figure, volte a rendere una maggiore
monumentalit ed un'astrazione soprannaturale. Infatti il gusto principale dell'arte
bizantina stato quello di descrivere le aspirazioni dell'uomo verso il divino. L'arte
bizantina ha comunque avuto espressioni stilistiche molto diverse fra di loro nei suoi
oltre mille anni di vita, ma nell'Impero d'Oriente l'arte rimase quasi invariata.
Cenni Storici
La storia dell'arte bizantina potrebbe essere divisa in:
1. un primo periodo paleobizantino, dalla fondazione di Costantinopoli al VI secolo,
nel quale inizialmente assorbe la produzione artistica diRoma, Alessandria
d'Egitto, Efeso e Antiochia,

ossia

il

linguaggio

artistico

dell'antichit,

per

elaborarlo e trasformarlo in un genere adatto soprattutto al suo mondo


spirituale ma anche a quello imperiale.[1]
2. Al primo periodo di formazione segue un secondo periodo denominato "prima
et d'oro" (VI secolo), nel quale l'espressione artistica raggiunge alti livelli di
qualit e produce capolavori.
3. La terza fase rappresentata da un periodo di involuzione che parte dal VII
secolo e prosegue durante l'intera lotta iconoclastica (726-843)
4. segue il periodo della cosiddetta Rinascenza macedone (IX-XI secolo), nel quale
si recuperano modi espressivi dell'arte ellenistica oltre ad una certa vivacit e
floridezza complessiva che si protrae e si innalza ulteriormente nel seguente
periodo
5. comneno (XII secolo), con un'arte di tipo linearistico, di notevole fioritura
artistica

da

imporsi,

per

la

sua

eleganza

raffinatezza,

su

tutta

l'arte europea dando vita ad una "seconda et dell'oro", che arriva fino alla
caduta di Costantinopoli sotto i Latini (1204).
6. Con la ripresa bizantina della capitale (1261) si ha l'ultimo periodo di fioritura
con l'arte paleologa (detta anche Rinascenza paleologa, per il nuovo recupero
dell'arte ellenistica), fino alla definitiva caduta della capitale sotto Maometto
II nel 1453.
L'arte bizantina, con la sua ieraticit e il suo carattere a-spaziale, si richiama
evidentemente al misticismo del cristianesimo nell'Impero Bizantino (Origene) ed

"coerente con il pensiero del tempo, in gran parte caratterizzato dal neoplatonismo: la
tecnica musiva propriamente il processo del riscatto dalla condizione di opacit a
quella, spirituale, della trasparenza, della luce, dello spazio". [2]
Architettura
A determinare le caratteristiche di questa architettura, confluirono vari aspetti
culturali,
primo
fra
tutti,
quello
derivante
dalla
tradizione
ellenistica.
Oltre agli influssi ellenistici, il linguaggio architettonico bizantino comprender
caratteri siriani, persiani ed egiziani, in relazione alle vaste aree dove tale civilt si
diffuse. Nonostante le ovvie differenze scaturite dai contatti avuti nelle diverse aree
geografiche, l'architettura bizantina mantenne nel tempo dei comuni caratteri
distintivi di fondo. Ebbe una natura essenzialmente religiosa, intesa a voler assicurare
all'uomo
la
salvezza
dello
spirito.
Quando ci si riferisce alla produzione dell'arte bizantina, non si deve pensare
solamente alle forme espresse a Costantinopoli ed alla sua corte imperiale, ma anche
a tutta l'opera capillare compiuta dai monaci ed eremiti disseminati nel vasto impero.
Forse, anche per questo tali espressioni architettoniche mantengono ancora oggi un
fascino particolare, che ci ricorda e ci fa sentire quella tensione dell'uomo verso Dio,
che
si
esplicita
negli
edifici
sacri.
L'architettura Bizantina in genere viene suddivisa in diversi periodi. Il periodopaleobizantino dal IV a V sec. il primo periodo, quello per cos dire "di formazione", nel
quale si attua il passaggio dalla cultura tardo-antica alle delle forme pi tipiche.
Essendo l'architettura bizantina essenzialmente portatrice di valori religiosi si
manifester primariamente nella edificazione di luoghi di culto, che saranno sia pianta
basilicale che a pianta centrale. Per queste ultime si prender spunto dalle strutture a
cupola appartenenti al tardo-antico, approfondendone e sviluppandone i concetti di
unitariet spaziale e sottolineandone la centralit. Rispetto alla copertura a cupola
romana, che richiedeva un muro continuo circolare per sostegno, la cupola bizantina
sar impostata su una base quadrata. Si costruiranno cupole circolari su piante
quadrate attraverso l'uso di quattro triangoli sferici, detti "pennacchi". Altro elemento
caratteristico il capitello con "pulvino", cio un elemento a forma di tronco di
piramide rovesciato, generalmente decorato con motivi naturalistici o antropomorfi.
L'et giustinianea va dal 527 al 565. Giustiniano promosse una notevole attivit
costruttiva. Nel 532, ricostruisce a Costantinopoli, Santa Sofia, capolavoro assoluto
dell'architettura bizantina. Gli architetti, Isidoro di Mileto e Antemio di Tralles, idearono
una struttura innovativa, che non si formava pi per giustapposizione delle parti, come
avveniva prima, ma come un tutto unico. Una immensa cupola di ben 33 mt di
diametro, copre lo spazio centrale. La monumentalit dell'edificio smaterializzata, sia
dall'apertura di finestre che dalla decorazione musiva interna. L'innovazione pi
rilevante dell'et giustinianea, bene esemplificata da Santa Sofia, il definitivo
recupero della centralit e l'utilizzo sistematico di elementi architettonici a volta e a
cupola. Da questo momento, lo schema di edificio sacro, con copertura a cupola, a

pianta centrale, diventa un modello di riferimento in tutti i centri dell'impero ed in


tutte le aree di influenza bizantina: come l'area balcanica, quella persiana e russa.
Cambia, rispetto ai precedenti esempi di pianta basilicale, il concetto stesso di
spazialit e ci si rivolge sempre pi ad una concezione di spazio dilatato, quasi
immateriale, per supportare il quale ci si rivolge sempre pi alla decorazione musiva.
Ravenna
Un capitolo a parte merita l'architettura ravennate. Nel 540 Ravenna, a conclusione
della guerra gotica viene conquistata dai bizantini e diventa la capitale dell'esarcato,
che a sua volta dipendeva da Bisanzio. Questa citt viene scelta per la sua posizione
strategica, e per il suo porto militare, il porto di Classe. Ravenna, che diventa
conseguentemente anche la sede dell'Esarca di Costantinopoli, rappresenter in Italia
un punto principale per la diffusione delle nuove forme espressive provenienti
dall'Oriente. L'architettura assumer dei caratteri tipici e si identificher con alcune
soluzioni ricorrenti come: le pareti esterne in mattoni in cotto a vista, scandite da
arcatelle e lesene oppure, l'ingresso preceduto dal nartece o l'abside semicircolare
all'interno
e
poligonale
all'esterno.
Le chiese ravennati del VI-VIII secolo utilizzeranno le tipologie basilicale, per
Sant'Apollinare in Classe o Sant'Apollinare Nuovo, e centrale, per il battistero degli
Ortodossi e per San Vitale (vedi foto), che, nel 547, dopo la conquista operata dai
bizantini, verr consacrata a Ravenna. Sia nella struttura che nella decorazione interna
sono evidenti gli influssi bizantini. Le superfici esterne, nella loro semplicit, sono
alleggerite da ampie finestre. La planimetria e il gioco dei volumi ricordano il SS.
Sergio e Bacco di Costantinopoli. L'interno a pianta ottagonale e s'innesta al nartece
in un angolo, dando a chi entra un'impressione di movimento. L'ingresso della basilica
infatti consentita da due porte: una in asse e l'altra posta obliquamente all'asse
principale. Dei pulvini contribuiscono a staccare l'innesto con gli archi che sembrano
quasi sollevarsi in alto. La cupola, raccordata alla forma ottagonale centrale con delle
nicchie, stata realizzata con anelli concentrici di anfore vuote. La luce infine giunge
da varie angolazioni e contribuisce a smaterializzare la struttura che appare leggera e
quasi priva di una vera e propria massa strutturale. L'abside, affiancata da "prothesis"
e "diaconicon", sporge all'esterno con una forma poligonale. La pianta costituita
anche da un corpo centrale polilobato, circondato da un ambulacro anulare. Esedre
semicircolari dilatano lo spazio interno. La cupola all'esterno palesata dalla presenza
del tiburio ottagonale. Mentre all' esterno presenta la tipica semplicit del laterizio
all'interno era interamente ricoperta da mosaici (che sono purtroppo stati in parte
sostituiti da affreschi nel 1700) ora ridotti alla parte della tribuna e dell'abside. I
rivestimenti musivi, atti a creare effetti di dilatazione spaziale che concorrono ad
esaltarne le tensioni dinamiche, hanno una importanza sia artistica che storica: essi
dimostrano infatti che da questo momento il potere imperiale si unito con la Chiesa,
tanto che da essa riceve l'investitura.

I caratteri stilistici sono quelli tipici dell'arte bizantina: le


figure, disposte frontalmente sembrano quasi non avere
peso materiale, (esemplificata anche dalla innaturale
posizione dei piedi), e sono inserite in ambienti che non
rispettano le regole di visione prospettica anzi, le
sovvertono
tanto
da
arrivare
alla
cosiddetta
rappresentazione di oggetti in "prospettiva inversa".
Il mausoleo di Galla Placidia,-450 ca-, presenta una pianta a
croce latina, ma con i bracci quasi uguali, all'incrocio dei
quali, una cupola emisferica raccordata, mediante pennacchi, al quadrato centrale.
Semplicissimo all'esterno, con mattoni in cotto a vista, all'interno rivestito di mosaici
che riprendono il tema della notte. Questo contrasto tra la semplicit dell'esterno e la
ricchezza dell'interno, potrebbe avere un significato simbolico: la richiesta di un
maggior peso allo splendore dell'anima, contrapposto a quello dell'involucro corporeo.
Lo splendente rivestimento a mosaico delle pareti interne allude inoltre ad una
condizione di riscatto della consistenza dell'animo umano verso una nuova spiritualit,
rispetto
alla
pesantezza
della
materia,
simboleggiata
dall'opacit.
Il Battistero degli Ortodossi, chiamato anche Neoniano in relazione al vescovo che lo
decor dopo il V sec. che si chiamava appunto Neone, anch'esso spoglio all'esterno e
ricco di mosaici all'interno. Il Battistero, a pianta ottagonale e sormontato da una
cupola, costruita con anfore di cotto per essere pi leggera. Essa raccordata
mediante otto pennacchi, ai vertici dell'ottagono.
Non si pu non citare l'episodio architettonico del particolarissimo Mausoleo di
Teodorico, - inquadrabile nel 493-526, dove Teodorico manifester il suo pensiero
profondamente ancora legato all'ideale del tardo antico. Il Mausoleo, trae infatti
ispirazione dai mausolei romani della provincia ma possiede un gusto "barbarico" che
si evidenzia nella decorazione "a tenaglia" e nella massa della pesantissima copertura.
Esso ha una struttura ottagonale che presenta della arcate cieche, ed sormontata da
un corpo cilindrico e coperta da una monolitica calotta schiacciata, poderosa, di
impronta decisamente barbarica. Per questo motivo, questo edificio pare voler
sintetizzare il gusto proveniente dalle popolazioni barbariche con le suggestioni del
tardo-antico.
Il 726 la data dell'editto di Leone III, che impedir ogni rappresentazione visiva della
forma divina. l'iconoclastia, destinata a perdurare fino al 843. Il periodo detto
iconoclastico, va infatti dal 726 al 843, e avvia un periodo di decadenza. L'architettura
ricalca fondamentalmente i modelli precedenti ma si consolida il modello pianta
centrale con copertura a cupola. Gli edifici sacri che si edificheranno successivamente,
saranno caratterizzati da piccole dimensioni, e l'interno sar uno spazio sacro, reso
addirittura non accessibile ai fedeli durante le funzioni, riducendo lo spazio per
assistere al nartece, o addirittura a quello aperto antistante. Successivamente

l'architettura bizantina conosce un momento di rinascita, con la dinastia macedone.


Siamo nel periodo che va dal 867 al 1057: la forma planimetrica cui maggiormente si
ricorre quella a croce greca, e la copertura a cupola. Presente inoltre la variante
detta a quinconce- la croce greca inscritta in un quadrato-, che rappresenter il tipo
pi diffuso, dal X sec. in poi. Infine si avr il periodo chiamato della rinascita
bizantina, tra il 1261 e il 1453. Si tratta di una fase tarda, nella quale si ricostituisce a
Costantinopoli il potere bizantino, dopo la parentesi latina durata ben 57 anni. Per ci
che riguarda lo sviluppo planimetrico delle chiese, in questo periodo non si
registrarono variazioni significative la forma della pianta rimane a croce greca,
invece si arricchiscono notevolmente gli apparati decorativi esterni, attraverso l'uso i
cotti policromi, bassorilievi e ceramiche.
Le arti plastiche: scultura e arti suntuarie
Se la pittura e l'arte del mosaico ebbero un ruolo centrale nell'arte bizantina, forse lo
stesso non pu dirsi della scultura lapidea. In particolare, a differenza di quanto non si
osserva in occidente, la scultura non si emancip dalla funzione decorativa
architettonica, rarissime infatti sono le sculture a tutto tondo. Forse in questo
fenomeno gioc un ruolo la diffidenza della cultura religiosa orientale verso la
raffigurazione tridimensionale del sacro, associata al paganesimo a causa del grande
numero di statue classiche accumulatosi a Costantinopoli. E del resto il ponderso
corpus teologale sviluppato sulla liceit e sul valore della rappresentazione sacra elaborato dalle correnti iconodule nella disputa contro l'iconoclasmo - si occupa
essenzialmente della produzione pittorica. Ci non di meno anche in campo scultoreo i
risultati

qualitativi

raggiunti

furono

molto

elevati.

Una

testimonianza

molto

interessante di scultura lapidea bizantina osservabile in Italia si trova a Pisa. Qui infatti
una "taglia" bizantina (si ipotizza direttamente proveniente da Costantinopoli) istori
(inizi XIII secolo) il portale maggiore del battistero. Tutto ci non significa per che le
arti plastiche nel loro complesso fossero scarsamente coltivate. Se la scultura ebbe un
ruolo minore (quanto meno rispetto ad altri campi) risultati altissimi, invece, vennero
raggiunti nelle arti suntuarie, cio nella lavorazione di materiali preziosi: metalli,
avorio, pietre e cristalli. Le lavorazioni in metallo (reliquiari, arredi sacri) inoltre
implicavano il frequente utilizzo di decorazioni in smalto, altra tecnica in cui l'arte
bizantina raggiunse livelli qualitativi eccelsi. Celeberrime poi sono molte opere in
avorio (come il cosiddetto Avorio Barberini, tra i pi noti avori bizantini). Fu proprio
nella lavorazione dell'avorio che la scultura bizantina raggiunse le sue vette. Tra le pi
alte lavorazioni bizantine in avorio che abbiamo in Italia si annovera la cattedra
vescovile di Massimiano, a Ravenna, risalente al VI secolo.
Nella pittura ad affresco si riscontrano gli stessi caratteri ed elementi dell'arte musiva.
La pittura bizantina trae origine dalla grande tradizione classico-ellenistica (anche
attraverso gli apporti delle province mediorientali dell'Impero che tale tradizione
rielaborano peculiarmente) , ma ne rivede e ne corregge gli elementi di fondo per

fare fronte alle nuove esigenze religiose, spingendosi verso una intima spiritualit che
predilige la prospettiva frontale a quella verticale, in grado di dilatare l'estensione del
colore

limitando

le

oscillazioni cromatiche;

inoltre

schematizza

le

forme

le figure donando fissit espressiva degli sguardi e intensificando la simbolicit della


narrazione.
Purtroppo nessuna opera risalente al primo periodo bizantino sopravvissuta, mentre
del VIII secolo rimasto qualche affresco nellecatacombe romane e nella chiesa di San
Demetrio a Salonicco. Di notevole valore storico-artistico sono gli affreschi delle chiese
rupestri inCappadocia, quelli di arte monastica del X-XI secolo in Anatolia, quelli greci
(XI secolo) a Salonicco, a Kastoria e a Focide, cos come le pitture nelle chiese
di Bachkovo in Bulgaria e a Santa Sofia di Kiev risalenti al XII secolo. Certamente degni
di menzione poi sono gli affreschi ciprioti, tra i quali spiccano quelli della piccola chiesa
della Panagia Phorbiotissa ad Asinou (XII secolo). In Italia affreschi bizantini si trovano
nelle chiese rupestri soprattutto nelle regioni meridionali (Puglia e Basilicata) ad opera
di monaci dell'Asia Minore che fuggivano dall'iconoclastia a dalla successiva invasione
dei turchi musulmani.
Per quanto riguarda i due secoli seguenti, si impongono per raffinatezza e delicatezza
cromatica gli affreschi nel territorio della ex Iugoslavia, massima testimonianza
pervenutaci della cosiddetta rinascenza paleologa, probabilmente gravidi, secondo i
pi recenti indirizzi di ricerca, di conseguenze sullo sviluppo dell'arte italiana della
seconda met del XIII secolo. Si ricordano anche le opere del XIV secolo conservate
nelle chiese cretesi,rumene ad Arge, russe a Novgorod dove oper in questo periodo
il grande pittore greco Teofane, maestro di Andrej Rublv.
Oltre alla pittura monumentale, un capitolo di fondamentale importanza nell'ambito
della pittura bizantina costituito dalle icone: rappresentazioni di Ges, della Vergine,
di santi, delle Dodici Feste della Cristianit ortodossa. Le tecniche di produzione delle
icone possono essere le pi varie (encausto,tempera, mosaico, su tavola o su muro) e
nel mondo bizantino ebbero (e tuttora hanno nel mondo ortodosso) un alto e
complesso significato religioso, cui, fino alla caduta dell'Impero si associava anche un
significato civile: alcune icone assursero a palladio dello stato bizantino.
Dal punto di vista strettamente artistico ebbero grandi implicazioni su molte aree
soggette all'influenza politica e culturale dell'Impero di Bisanzio, e ci anche per la
notevole facilit di spostamento di questi manufatti (si gi ricordata la significativa
presenza di antiche icone a Roma). La stessa ripresa della pittura su tavola in ambito
occidentale (utilizzata nel modo antico, ma che scompare nell'alto Medioevo
d'Occidente a vantaggio della pittura murale e della miniatura), pittura su tavola che
tanta parte avr nell'arte europea, ed italiana in specie, dal XII secolo in avanti,
debitrice al costante esempio dell'icona. Secondo alcune prospettazioni (O. Demus)
produzioni fondamentali dell'arte occidentale, quali la pala d'altare e poi il polittico,

altro non sono che adattamenti delle icone alla diversa struttura delle chiese
d'Occidente (spesso prive di iconostasi) e alla diversa liturgia. Una delle pi
straordinarie

raccolte

di

icone

(molte

delle

quali

di

paternit

direttamente

costantinopolitana) conservata oggi presso il Monastero di Santa Caterina sul Sinai,


nel territorio dell'attuale Egitto. Qui si conservano icone antichissime come il
celeberrimo Cristo Pantocratore, risalente al VI secolo.
Miniatura[modifica | modifica wikitesto]
Di pregevole qualit sono anche le miniature dei manoscritti. Le miniature pi antiche
rivelano tendenze orientaleggianti ed elleniche, mentre le pi recenti evidenziano una
tendenza cattedratica legata agli scriptoria di Costantinopoli oltre ad una popolare
manifestata dalla ricchezza ornamentale. I manoscritti pi diffusi sono i salteri, come
quelloKhludov di Mosca e di San Giovanni a Costantinopoli; di pregevole fattura sono
anche gli omeliari, come i Coislin 79 descriventi le omelie di San Giovanni Crisostomo,
gliOttateuchi che

comprendono

primi

i Menologi che illustrano le vite dei Santi.

libri

della Bibbia,

gli Evangeliari e

[1]

Arte musiva
Il mosaico ricopr un'importanza fondamentale all'interno dell'arte bizantina, come
l'aveva avuta nel mondo romano-imperiale di espressione latina, poich l'utilizzo di
tessere vitree policrome risult essere uno strumento ideale per soddisfare le esigenze
espressive di carattere visivo con contenuti artistici. Senza nulla togliere ai centri
musivi storici, come Roma, Ravenna, Tessalonica, Napoli, e Milano, indubbiamente a
Costantinopoli dal VI secolo il mosaico assurse al ruolo di arte per eccellenza e proprio
l assunse particolari caratteristiche. Mirabile testimonianza della magnificenza
dell'arte musiva bizantina del VI secolo si osserva nella Basilica di San Vitale a
Ravenna.
Uno degli elementi preminenti del mosaico bizantino fu la lirica della luce, attraverso
la

quale

gli

artisti

proiettarono

le

loro

immagini

fantasiose

in

una

dimensione astratta e ultrasensibile, ancorandosi ad una realt trascendente. Mentre


lo spazio tese a dilatarsi, le figure umane o spirituali invece si convertirono in
immagini immateriali, povere di plasticit e dinamismo bens ricche di colori. Se nei
primi secoli di sviluppo le finalit narrative furono preminenti, dopo il IX secolo invece
le figurazioni rappresentarono concetti religiosi e dogmatici, correlati alla redenzione.
La distribuzione tipica dei mosaici nei luoghi di culto consistette nella raffigurazione
di Cristo

Pantocratore attorniato

celestiaco,

mentre

dagli angeli nella cupola,

agli Evangelisti spett

un

qui

vista

posto

come

luogo

nei pennacchi,

la Madonna nell'abside, in questo caso rappresentativo della mediazione fra la sfera


celeste e quella terrena, infine nelle navate vennero elencati gli avvenimenti
evangelici fondamentali.

In realt il mosaico, arte imperiale per eccellenza, fu sostanzialmente una costante


dell'arte bizantina e le (relativamente) molte testimonianze che ce ne restano ci
dimostrano come questa tecnica decorativa (sia pure in modo non lineare) si dipan
lungo i secoli. In questo senso vanno senz'altro citati i cicli musiviari veneziani e
siciliani (avviati nel XII secolo) unanimemente attribuiti (almeno per le fasi iniziali) a
maestranze

direttamente

chiamate

da

Costantinopoli.

Tra

gli

altri

mosaici

sopravvissuti nel tempo si annoverano la Piet presso Santa Sofia di Costantinopoli(XII


secolo), il San Giorgio conservato al Louvre (XII secolo), quelli conservati e del periodo
iconoclastico

quelli

di Santa

Irene a

Costantinopoli

oltre

alle

raffigurazioni

della moschea di Omar a Gerusalemme.[1] Infine, nel XIV secolo il mosaico bizantino
conobbe un ultimo periodo di rifioritura e di innovazione ed infatti le sue
caratteristiche evidenziarono colori pi brillanti, atteggiamenti pi umani e una
delicata intimit. Risalgono a quest'epoca i mosaici della chiesa di San Salvatore in
Chora, a Costantinopoli.

I pi antichi mosaici della Sicilia


L'arte bizantina, nelle sue forme pi auliche, documentata oltre che nei mosaici riemersi in Santa
Sofia, nelle decorazioni delle chiese periferiche e nelle miniature nel nucleo pi antico di mosaici nelle
chiese siciliane: nella parte pi antica (cupola e presbiterio) dei mosaici della Cappella Palatina e in
quelli che ammantano la chiesa di Santa Maria dell'Ammiraglio di Palermo; in quelli che decorano
l'abside della cattedrale di Cefal (i pi classici tra i mosaici siciliani), sui quali vennero pi tardi

esemplati quelli dell'abside del duomo di Monreale; infine nelle pareti (quelli del soffitto sono pi tardi)
della Sala di Re Ruggero nel Palazzo dei Normanni, e in quelli che decorano la volta a crociera sul
bema nella cattedrale di Cefal.
La decorazione di Monreale stata realizzata fra il 1180 e il 1190, anche se iconograficamente appare
in gran parte prefigurata dalla decorazione delle navate della Cappella Palatina avviata al tempo
di Guglielmo I, quando, in connessione con quanto avveniva nell'architettura, per la mediazione della
cultura campana, pensieri e modi occidentali incominciarono ad intaccare il tessuto orientale (arabo e
bizantino) dell'arte siciliana. cos testimone di un nuovo afflusso di maestranze bizantine
in Sicilia legate al giro della cultura sviluppatasi nell'et tardo-commena. L'agevole confronto tra le
analoghe scene di due cicli corrispondenti (quelle, ad esempio, tratte dal Vecchio Testamento),
dimostra infatti che dai mosaici della Cappella Palatina a quelli del duomo di Monreale non vi alcun
passaggio; e per del tutti impossibile postulare, come ha giustamente notato il Kissinger, una
continuit nello sviluppo dei modi stilistici.
In confronto ai modi ancor aulici e classicheggianti, pur negli accenti narrativi, dei mosaici della navata
della Cappella Palatina, alla loro ornamentale staticit, tanto efficacemente secondata dal gioco
melodico delle linee, le scene di Monrealesi caratterizzano per un andamento rapido e movimentato,
servito dalla continua frammentazione della linea, dal risalto dei colori non pi stesi in zone locali
statiche e circoscritte; per un inserimento pi organico nelle vaste partiture architettoniche, sicch
questi ultimi sembrano pensate per accogliere la decorazione musiva ed essere esaltate dalle stesure
musive, e la decorazione per esser inserita nell'architettura, e da quest'ultima al massimo valorizzata e
resa evidente.
Questi modi, dal punto di vista formale, non hanno precedenti in Sicilia, ma ben li hanno nell'Oriente
greco, dove tutto dice il Kitzinger un vasto gruppo di affreschi e di mosaici sparsi in varie parti del
mondo bizantino e lungo i suoi confini (Macedonia, Bulgaria, Cappadocia), presenta fenomeni
stilistici sostanzialmente analoghi. Tali manifestazioni, per apparire simultaneamente in una vasta area
fin nelle lunette principali di Sant'Angelo in Formis e nei mosaici di Monreale possono spiegarsi solo
come irraggiamento di umori metropolitani. Tali umori, nei mosaici monrealesi, si saldano con quelli
della cultura campana, convalidando anche per quest'aspetto il fenomeno che s'avverte
nell'architettura, in un momento in cui nella corte palermitana avevano posizioni di primissimo piano
uomini come Romualdo Salernitano e Matteo Aiello, formatisi nell'ambiente catanese dell'Italia
meridionale.
Nell'architettura, infatti, con il completamento del duomo di Monreale, s'avverte il declino delle antiche
forme d'ascendenza orientale, araba o bizantina, e l'influsso di forme campane, che si manifestano,
non solo nella ripresa degli impianti latini ma anche, e soprattutto, nella vistosa decorazione coloristica
(archi intrecciati, dischi colorati, porte di bronzo, suppellettile liturgica, ecc), che decanta e trasfigura
le antiche architetture composte su moduli di speculata geometria, conferendo un nuovo carattere, pi
ornato e movimentato, all'assetto delle nuove costruzioni.

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