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ossia
il
linguaggio
artistico
dell'antichit,
per
da
imporsi,
per
la
sua
eleganza
raffinatezza,
su
tutta
l'arte europea dando vita ad una "seconda et dell'oro", che arriva fino alla
caduta di Costantinopoli sotto i Latini (1204).
6. Con la ripresa bizantina della capitale (1261) si ha l'ultimo periodo di fioritura
con l'arte paleologa (detta anche Rinascenza paleologa, per il nuovo recupero
dell'arte ellenistica), fino alla definitiva caduta della capitale sotto Maometto
II nel 1453.
L'arte bizantina, con la sua ieraticit e il suo carattere a-spaziale, si richiama
evidentemente al misticismo del cristianesimo nell'Impero Bizantino (Origene) ed
"coerente con il pensiero del tempo, in gran parte caratterizzato dal neoplatonismo: la
tecnica musiva propriamente il processo del riscatto dalla condizione di opacit a
quella, spirituale, della trasparenza, della luce, dello spazio". [2]
Architettura
A determinare le caratteristiche di questa architettura, confluirono vari aspetti
culturali,
primo
fra
tutti,
quello
derivante
dalla
tradizione
ellenistica.
Oltre agli influssi ellenistici, il linguaggio architettonico bizantino comprender
caratteri siriani, persiani ed egiziani, in relazione alle vaste aree dove tale civilt si
diffuse. Nonostante le ovvie differenze scaturite dai contatti avuti nelle diverse aree
geografiche, l'architettura bizantina mantenne nel tempo dei comuni caratteri
distintivi di fondo. Ebbe una natura essenzialmente religiosa, intesa a voler assicurare
all'uomo
la
salvezza
dello
spirito.
Quando ci si riferisce alla produzione dell'arte bizantina, non si deve pensare
solamente alle forme espresse a Costantinopoli ed alla sua corte imperiale, ma anche
a tutta l'opera capillare compiuta dai monaci ed eremiti disseminati nel vasto impero.
Forse, anche per questo tali espressioni architettoniche mantengono ancora oggi un
fascino particolare, che ci ricorda e ci fa sentire quella tensione dell'uomo verso Dio,
che
si
esplicita
negli
edifici
sacri.
L'architettura Bizantina in genere viene suddivisa in diversi periodi. Il periodopaleobizantino dal IV a V sec. il primo periodo, quello per cos dire "di formazione", nel
quale si attua il passaggio dalla cultura tardo-antica alle delle forme pi tipiche.
Essendo l'architettura bizantina essenzialmente portatrice di valori religiosi si
manifester primariamente nella edificazione di luoghi di culto, che saranno sia pianta
basilicale che a pianta centrale. Per queste ultime si prender spunto dalle strutture a
cupola appartenenti al tardo-antico, approfondendone e sviluppandone i concetti di
unitariet spaziale e sottolineandone la centralit. Rispetto alla copertura a cupola
romana, che richiedeva un muro continuo circolare per sostegno, la cupola bizantina
sar impostata su una base quadrata. Si costruiranno cupole circolari su piante
quadrate attraverso l'uso di quattro triangoli sferici, detti "pennacchi". Altro elemento
caratteristico il capitello con "pulvino", cio un elemento a forma di tronco di
piramide rovesciato, generalmente decorato con motivi naturalistici o antropomorfi.
L'et giustinianea va dal 527 al 565. Giustiniano promosse una notevole attivit
costruttiva. Nel 532, ricostruisce a Costantinopoli, Santa Sofia, capolavoro assoluto
dell'architettura bizantina. Gli architetti, Isidoro di Mileto e Antemio di Tralles, idearono
una struttura innovativa, che non si formava pi per giustapposizione delle parti, come
avveniva prima, ma come un tutto unico. Una immensa cupola di ben 33 mt di
diametro, copre lo spazio centrale. La monumentalit dell'edificio smaterializzata, sia
dall'apertura di finestre che dalla decorazione musiva interna. L'innovazione pi
rilevante dell'et giustinianea, bene esemplificata da Santa Sofia, il definitivo
recupero della centralit e l'utilizzo sistematico di elementi architettonici a volta e a
cupola. Da questo momento, lo schema di edificio sacro, con copertura a cupola, a
qualitativi
raggiunti
furono
molto
elevati.
Una
testimonianza
molto
interessante di scultura lapidea bizantina osservabile in Italia si trova a Pisa. Qui infatti
una "taglia" bizantina (si ipotizza direttamente proveniente da Costantinopoli) istori
(inizi XIII secolo) il portale maggiore del battistero. Tutto ci non significa per che le
arti plastiche nel loro complesso fossero scarsamente coltivate. Se la scultura ebbe un
ruolo minore (quanto meno rispetto ad altri campi) risultati altissimi, invece, vennero
raggiunti nelle arti suntuarie, cio nella lavorazione di materiali preziosi: metalli,
avorio, pietre e cristalli. Le lavorazioni in metallo (reliquiari, arredi sacri) inoltre
implicavano il frequente utilizzo di decorazioni in smalto, altra tecnica in cui l'arte
bizantina raggiunse livelli qualitativi eccelsi. Celeberrime poi sono molte opere in
avorio (come il cosiddetto Avorio Barberini, tra i pi noti avori bizantini). Fu proprio
nella lavorazione dell'avorio che la scultura bizantina raggiunse le sue vette. Tra le pi
alte lavorazioni bizantine in avorio che abbiamo in Italia si annovera la cattedra
vescovile di Massimiano, a Ravenna, risalente al VI secolo.
Nella pittura ad affresco si riscontrano gli stessi caratteri ed elementi dell'arte musiva.
La pittura bizantina trae origine dalla grande tradizione classico-ellenistica (anche
attraverso gli apporti delle province mediorientali dell'Impero che tale tradizione
rielaborano peculiarmente) , ma ne rivede e ne corregge gli elementi di fondo per
fare fronte alle nuove esigenze religiose, spingendosi verso una intima spiritualit che
predilige la prospettiva frontale a quella verticale, in grado di dilatare l'estensione del
colore
limitando
le
oscillazioni cromatiche;
inoltre
schematizza
le
forme
altro non sono che adattamenti delle icone alla diversa struttura delle chiese
d'Occidente (spesso prive di iconostasi) e alla diversa liturgia. Una delle pi
straordinarie
raccolte
di
icone
(molte
delle
quali
di
paternit
direttamente
comprendono
primi
libri
della Bibbia,
gli Evangeliari e
[1]
Arte musiva
Il mosaico ricopr un'importanza fondamentale all'interno dell'arte bizantina, come
l'aveva avuta nel mondo romano-imperiale di espressione latina, poich l'utilizzo di
tessere vitree policrome risult essere uno strumento ideale per soddisfare le esigenze
espressive di carattere visivo con contenuti artistici. Senza nulla togliere ai centri
musivi storici, come Roma, Ravenna, Tessalonica, Napoli, e Milano, indubbiamente a
Costantinopoli dal VI secolo il mosaico assurse al ruolo di arte per eccellenza e proprio
l assunse particolari caratteristiche. Mirabile testimonianza della magnificenza
dell'arte musiva bizantina del VI secolo si osserva nella Basilica di San Vitale a
Ravenna.
Uno degli elementi preminenti del mosaico bizantino fu la lirica della luce, attraverso
la
quale
gli
artisti
proiettarono
le
loro
immagini
fantasiose
in
una
Pantocratore attorniato
celestiaco,
mentre
un
qui
vista
posto
come
luogo
nei pennacchi,
direttamente
chiamate
da
Costantinopoli.
Tra
gli
altri
mosaici
quelli
di Santa
Irene a
Costantinopoli
oltre
alle
raffigurazioni
della moschea di Omar a Gerusalemme.[1] Infine, nel XIV secolo il mosaico bizantino
conobbe un ultimo periodo di rifioritura e di innovazione ed infatti le sue
caratteristiche evidenziarono colori pi brillanti, atteggiamenti pi umani e una
delicata intimit. Risalgono a quest'epoca i mosaici della chiesa di San Salvatore in
Chora, a Costantinopoli.
esemplati quelli dell'abside del duomo di Monreale; infine nelle pareti (quelli del soffitto sono pi tardi)
della Sala di Re Ruggero nel Palazzo dei Normanni, e in quelli che decorano la volta a crociera sul
bema nella cattedrale di Cefal.
La decorazione di Monreale stata realizzata fra il 1180 e il 1190, anche se iconograficamente appare
in gran parte prefigurata dalla decorazione delle navate della Cappella Palatina avviata al tempo
di Guglielmo I, quando, in connessione con quanto avveniva nell'architettura, per la mediazione della
cultura campana, pensieri e modi occidentali incominciarono ad intaccare il tessuto orientale (arabo e
bizantino) dell'arte siciliana. cos testimone di un nuovo afflusso di maestranze bizantine
in Sicilia legate al giro della cultura sviluppatasi nell'et tardo-commena. L'agevole confronto tra le
analoghe scene di due cicli corrispondenti (quelle, ad esempio, tratte dal Vecchio Testamento),
dimostra infatti che dai mosaici della Cappella Palatina a quelli del duomo di Monreale non vi alcun
passaggio; e per del tutti impossibile postulare, come ha giustamente notato il Kissinger, una
continuit nello sviluppo dei modi stilistici.
In confronto ai modi ancor aulici e classicheggianti, pur negli accenti narrativi, dei mosaici della navata
della Cappella Palatina, alla loro ornamentale staticit, tanto efficacemente secondata dal gioco
melodico delle linee, le scene di Monrealesi caratterizzano per un andamento rapido e movimentato,
servito dalla continua frammentazione della linea, dal risalto dei colori non pi stesi in zone locali
statiche e circoscritte; per un inserimento pi organico nelle vaste partiture architettoniche, sicch
questi ultimi sembrano pensate per accogliere la decorazione musiva ed essere esaltate dalle stesure
musive, e la decorazione per esser inserita nell'architettura, e da quest'ultima al massimo valorizzata e
resa evidente.
Questi modi, dal punto di vista formale, non hanno precedenti in Sicilia, ma ben li hanno nell'Oriente
greco, dove tutto dice il Kitzinger un vasto gruppo di affreschi e di mosaici sparsi in varie parti del
mondo bizantino e lungo i suoi confini (Macedonia, Bulgaria, Cappadocia), presenta fenomeni
stilistici sostanzialmente analoghi. Tali manifestazioni, per apparire simultaneamente in una vasta area
fin nelle lunette principali di Sant'Angelo in Formis e nei mosaici di Monreale possono spiegarsi solo
come irraggiamento di umori metropolitani. Tali umori, nei mosaici monrealesi, si saldano con quelli
della cultura campana, convalidando anche per quest'aspetto il fenomeno che s'avverte
nell'architettura, in un momento in cui nella corte palermitana avevano posizioni di primissimo piano
uomini come Romualdo Salernitano e Matteo Aiello, formatisi nell'ambiente catanese dell'Italia
meridionale.
Nell'architettura, infatti, con il completamento del duomo di Monreale, s'avverte il declino delle antiche
forme d'ascendenza orientale, araba o bizantina, e l'influsso di forme campane, che si manifestano,
non solo nella ripresa degli impianti latini ma anche, e soprattutto, nella vistosa decorazione coloristica
(archi intrecciati, dischi colorati, porte di bronzo, suppellettile liturgica, ecc), che decanta e trasfigura
le antiche architetture composte su moduli di speculata geometria, conferendo un nuovo carattere, pi
ornato e movimentato, all'assetto delle nuove costruzioni.