L’ARTE BIZANTINA
Vista di Ravenna con la chiesa di Sant’Apollinare Nuovo Mausoleo di Teodorico Sant’Apollinare in Classe
Battistero Neoniano Battistero degli Ariani Mausoleo di Galla Placidia Basilica di S. Vitale
Pantheon, Roma
cupola su base circolare cupola a pennacchi cupola a pennacchi su base quadrata cupola a pennacchi
approfondimento sui Mosaici di Galla Placidia approfondimento sulla Lunetta del Buon Pastore
SANT’APOLLINARE NUOVO
Eretta sotto Teodorico è di fondamentale importanza per i mosaici della navata centrale.
La decorazione è divisa in tre ordini: in alto si alternano immagini di nicchie con colombe e sce-
ne della passione e dei miracoli di Cristo; nella fascia centrale, tra le finestre, le figure dei profeti;
in basso una lunga teoria di martiri che si muovono dal palazzo di Teodorico verso Cristo in
trono e una fila di vergini (sul lato sinistro) che vanno dal porto di Classe verso la Madonna.
Tutti i mosaici presentano un fondo d’oro, astratto, uno spazio divino. Le figure sono aspazia-
li, atemporali, bidimensionali (poiché la tridimensionalità indica qualcosa di corporeo, quindi
di terreno) e frontali.
I mosaici delle due processioni sono il punto culminante dell’arte ravennate: martiri e vergini
sono statici, separati, non comunicano tra loro, sono molto simili ma tutti leggermente diversi.
È il punto di massima astrazione dalla realtà, il momento più “orientale” dell’arte italiana e il più
distante dalla tradizione romana.
SAN VITALE
Realizzata tra il 525 e il
547, questa chiesa è la
summa dell’architet-
tura ravennate.
Ottagonale con cupola
inglobata nel tiburio mo-
stra il consueto esterno
disadorno che permet-
te di leggere i volumi
interni: la sporgenza
dell’abside affiancata
da pròthesis e diacònic-
on, il nartece inserito in
un vertice dell’ottagono
e il deambulatorio a
doppio livello.
I due pannelli si trovano nel vano absidale della chiesa bizantina di San Vitale a Ravenna. In
quello di sinistra è rappresentato l’imperatore Giustiniano, circondato dai dignitari della sua
corte e dai soldati. Sulla parete opposta si trova il pannello con l’imperatrice Teodora, moglie di
Giustiniano, con il suo seguito di dame.
Posti nella zona più importante della chiesa, i due mosaici hanno una valenza simbolica e po-
litica: sottolineano, infatti, gli stretti legami tra Dio, Costantinopoli e Ravenna.
L’imperatore e l’imperatrice sono raffigurati in una forma simbolica e astratta, così da richiamare
una realtà divina, non umana. I personaggi sono immobili, privi di rilievo, con sguardi fissi e
disposti in modo ritmato. Le figure dell’imperatore e del vescovo sono più caratterizzate delle
altre dichiarando un intento ritrattista.
I mosaici sono realizzati con pietre dure e tessere d’oro posizionate in modo non complanare
in modo da riflettere la luce in tutte le direzioni e creare un effetto di “smaterializzazione” delle
superfici.
Il generale con la bar- Giustiniano ha in mano il pane e Sulla testa dell’imperatore In secondo piano c’è Giuliano
ba è Belisario, il con- si avvia ad entrare in chiesa per la vi è l’aureola che indica la l’Argentario.
quistatore di Ravenna. celebrazione della messa. La sua fi- sacralità che lo caratterizza
gura non è coperta da nessun’altra. in quanto sovrano
Accanto all’imperatore vi è il vesco-
vo di Ravenna, Massimiano, come
I consiglieri dell’imperatore sono riportato dall’iscrizione.
tutti vestiti nello stesso modo.
Le figure, frontali e
allineate, non hanno
Le figure dell’impe-
profondità: i corpi
ratore e del vescovo
sembrano senza
sono più caratteriz-
peso, appiattiti sul
zate delle altre, con
fondo d’oro.
evidenti intenzioni
ritrattistiche.
I personaggi sono
collocati in uno spa-
zio simbolico: il sen-
so della profondità è
soltanto suggerito dai
piedi sovrapposti.
Teodora ha in mano il Dietro di lei c’è una grande Teodora è seguita dalle ancel-
Un prelato affianca calice dell’offertorio e lo nicchia con un motivo a le, tutte con il volto frontale
l’imperatrice porta verso la direzione conchiglia
dell’abside
Un’altra tenda sollevata mostra il
fondo oro dietro le donne
La tenda aperta nella por-
ta richiama gli spazi del
palazzo
SANTA SOFIA
(Istanbul, 532-537):
notevole per la gran-
de cupola su pen-
nacchi totalmente
traforata di finestre,
fu trasformata in
moschea dopo la
conquista degli
Ottomani nel 1453.
Oggi è un museo.