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Arte bizantina

L'arte bizantina si sviluppata nell'arco di un millennio, 6. Con la ripresa bizantina della capitale (1261) si ha
tra il IV ed il XV secolo, prima nell'ambito dell'Impero l'ultimo periodo di oritura con l'arte paleologa (det-
romano, poi di quello bizantino, che ne raccolse l'eredit ta anche Rinascenza paleologa, per il nuovo recu-
e di cui Costantinopoli fu capitale. Le caratteristiche pi pero dell'arte ellenistica), no alla denitiva caduta
evidenti dei canoni dell'arte bizantina sono la religiosit, della capitale sotto Maometto II nel 1453.
l'anti-plasticit e l'anti-naturalismo, intese come appiat-
timento e stilizzazione delle gure, volte a rendere una L'arte bizantina, con la sua ieraticit e il suo carattere
maggiore monumentalit ed un'astrazione soprannaturale a-spaziale, si richiama evidentemente al misticismo del
(smaterializzazione dell'immagine). Infatti il gusto prin- cristianesimo nell'Impero Bizantino (Origene) ed coe-
cipale dell'arte bizantina stato quello di descrivere le rente con il pensiero del tempo, in gran parte caratterizza-
aspirazioni dell'uomo verso il divino. L'arte bizantina ha to dal neoplatonismo: la tecnica musiva propriamente il
comunque avuto espressioni stilistiche molto diverse fra processo del riscatto dalla condizione di opacit a quella,
di loro nei suoi oltre mille anni di vita, ma nell'Impero spirituale, della trasparenza, della luce, dello spazio.[2]
d'Oriente l'arte rimase quasi invariata.

2 Costantinopoli
1 Cenni storici e periodi
La storia dell'arte bizantina potrebbe essere divisa in:

1. un primo periodo paleobizantino, dalla fondazio-


ne di Costantinopoli al VI secolo, nel quale ini-
zialmente assorbe la produzione artistica di Roma,
Alessandria d'Egitto, Efeso e Antiochia, ossia il lin-
guaggio artistico dell'antichit, per elaborarlo e tra-
sformarlo in un genere adatto soprattutto al suo
mondo spirituale ma anche a quello imperiale.[1]

2. Al primo periodo di formazione segue un secondo


periodo denominato prima et d'oro (VI secolo),
nel quale l'espressione artistica raggiunge alti livelli Interno della chiesa di Santa Irene, Costantinopoli.
di qualit e produce capolavori.
Dopo la fondazione della nuova capitale da parte di
3. La terza fase rappresentata da un periodo di invo- Costantino I (306-337) nel 330, inizi un complesso pro-
luzione che parte dal VII secolo e prosegue durante gramma di costruzione incentrato a legare indissolubil-
l'intera lotta iconoclastica (726-843) mente la nuova citt monumentale con il nome del suo
fondatore. L'unico monumento superstite dell'epoca di
4. segue il periodo della cosiddetta Rinascenza mace- Costantino l'Ippodromo, monumentale arena per i gio-
done (IX-XI secolo), nel quale si recuperano modi chi che aveva anche la funzione di permettere l'"epifania
espressivi dell'arte ellenistica oltre ad una certa vi- dell'Imperatore, che si mostrava nella sua tribuna circon-
vacit e oridezza complessiva che si protrae e si dato dagli attributi del suo potere e veniva acclamato dal
innalza ulteriormente nel seguente periodo popolo in una visione che doveva sembrare divina.
Con Teodosio II (408-450) vi fu un considerevole amplia-
5. comneno (XII secolo), con un'arte di tipo lineari- mento della citt, testimoniato da un vigoroso sviluppo
stico, di notevole oritura artistica da imporsi, per urbano che indusse l'Imperatore a far costruire una nuova
la sua eleganza e ranatezza, su tutta l'arte europea cinta muraria che da lui prese il nome. Ma fu solo in epoca
dando vita ad una seconda et dell'oro, che arri- giustinianea (VI secolo) che Costantinopoli acquis quelle
va no alla caduta di Costantinopoli sotto i Latini caratteristiche monumentali che ne fecero la pi splendi-
(1204). da citt allora conosciuta, soppiantando denitivamente

1
2 3 RAVENNA

in ricchezza e popolazione i pi ricchi e antichi centri ur-


bani del Mediterraneo orientale (Alessandria, Antiochia)
e la stessa Roma, la cui popolazione si era ridotta, a se-
guito delle invasioni barbariche e delle guerre gotiche a
poche decine di migliaia di anime.
Durante il regno di Giustiniano furono infatti edicati al-
cuni dei monumenti pi famosi di Costantinopoli, come
la magnica Hagia Sophia, chiesa della Santa Sapienza,
ricostruita in seguito a un incendio nelle forme monu-
mentali date dalla maestosa cupola che irradia di una luce
quasi ultraterrena il vastissimo spazio dell'aula a base cen-
trale della basilica. Altre opere dell'epoca di Giustiniano
sono la Santa Irene, la chiesa dei Santi Sergio e Bacco, la
ricostruzione della chiesa dei Santi Apostoli.
La capitale si aerm presto come centro di irradiazio-
ne artistica in tutti i campi, grazie al convergere di artisti
provenienti da tutto l'impero, che poi riportavano nelle
province le novit apprese.
A causa delle distruzioni di opere per eventi bellici e na-
turali nei territori dell'Impero e in particolare nella stessa
Costantinopoli, alcuni dei migliori documenti di arte bi-
zantina si trovano in altre aree toccate dall'inuenza della
Seconda Roma quali l'Italia, la Grecia, i Balcani e, forse
in minor misura, in Russia ed Ucraina.

3 Ravenna
Mosaici di San Vitale, Ravenna
A Ravenna si sono conservati i migliori mosaici risalenti
all'epoca di Giustiniano I (527-565), grazie al program-
ma celebrativo iniziato dal vescovo Massimiano a partire la ripetitivit dei gesti,
dal 560 circa. Specialmente nella Basilica di San Vitale,
a base ottagonale con sorprendenti analogie con la chiesa la preziosit degli abiti,
dei Santi Sergio e Bacco a Costantinopoli, tanto da aver
fatto pensare alla mano dello stesso architetto, ha un inter- la mancanza di volume (con il conseguente appiat-
no sontuosamente decorato, con marmi policromi, stuc- timento o bidimensionalit delle gure),
chi, capitelli e pulvini scolpiti, ma soprattutto da celeber-
l'assoluta frontalit,
rimi mosaici, dove celebrata l'epifania di Giustiniano
e dell'Imperatrice Teodora, ciascuno accompagnato dai l'isocefalia,
personaggi della corte, tutto lo sfarzo che richiedeva il
loro status politico e religioso. la ssit degli sguardi e la ieraticit delle espressioni;
L'arte bizantina si stacc dalla precedente arte paleocri-
la quasi monocromia degli sfondi (in abbacinante
stiana per la maggiore monumentalit delle gure, che pe-
oro),
nalizz per la resa dei volumi e dello spazio: i corpi so-
no assolutamente bidimensionali e stereotipati, e solo nei l'impiego degli elementi vegetali a scopo puramente
volti regali si nota uno sforzo verso il realismo, nonostante riempitivo e ornamentale,
l'idealizzato ruolo semidivino sottolineato dalle aureole.
Non esiste prospettiva spaziale, tanto che i vari personag- la mancanza di un piano d'appoggio per le gu-
gi sono su un unico piano, hanno gli orli delle vesti piatti e re che, pertanto, appaiono sospese come uttuanti
sembrano pestarsi i piedi l'un l'altro. Nonostante questo si nello spazio.
rimane abbagliati dalla ricchezza delle vesti dei personag-
gi e dallo splendore dei loro attributi, immersi nel fondo Chiusero la stagione dell'arte ravennate i mosaici di
oro che d loro una consistenza ultraterrena. Sant'Apollinare in Classe, dove la rappresentazione or-
Dello stesso periodo anche la serie di Martiri e Vergini mai dominata dal simbolismo pi puro, ormai stacca-
nella chiesa di Sant'Apollinare Nuovo, dove sono ormai to completamente da qualsiasi esigenza naturalistica di
ben chiari gli elementi dell'arte bizantina: stampo classico.
3

4 Roma

Madonna Theotoks, Santa Maria in Trastevere


Strati sovrapposti (1 e 2), Santa Maria Antiqua, Roma

Durante l'epoca di Teodorico, dal 493 al 526, Roma visse romane specie durante la cosiddetta rinascenza carolin-
un periodo di pace, governata dal cancelliere Cassiodoro,
gia dove il tema della parusia (e in generale la profezia
mentre il Re risiedeva a Ravenna. Mentre i monumenti apocalittica) fu ampiamente ripreso: si veda in particola-
cittadini subivano un inesorabile e irrimediabile degrado,
re il ciclo musivo di Santa Prassede. In ogni caso il mo-
tanto da alimentare un mito nostalgico dell'antica Roma saico di Cosma e Damiano, coerentemente al fatto che
(Teodorico stesso si fece mandare colonne e marmi dei a Roma la tradizione classica oriva ancora modelli su
palazzi imperiali). Di rilievo fu l'iniziativa di Papa Feli- cui confrontarsi, mostra un senso plastico ed una carat-
ce IV (526-530), che decise di rompere la stasi facendo terizzazione delle gure pi sviluppati dei coevi mosaici
edicare una chiesa nel centro del foro romano, la Chiesa bizantini. In questo senso da notare anche il fatto che
dei Santi Cosma e Damiano, tramite il riutilizzo di parti sono rappresentate anche le ombre proiettate dalle gure,
di edici preesistenti quali la sala delle udienze e la biblio- particolare che scompare nei mosaici romani posteriori,
teca del Tempio della Pace e il vestibolo di Massenzio. Si mentre lo sfondo blu cobalto non in oro. Dopo la con-
trattava di una rottura della stasi edilizia nel Foro dura- quista di Roma durante le guerre gotiche (552), la citt
ta pi di due secoli e sanciva la continuit tra tradizione tocc il minimo storico di abitanti (30.000), entrando nel
classica e cristianesimo in un luogo altamente simbolico. periodo pi buio della sua storia. Inizialmente i bizantini
Il grande mosaico del catino absidale rappresenta Cristo si preoccuparono di restaurare le opere pubbliche di ne-
tra i Santi Cosma e Damiano e rispetto al mosaico di Santa cessit immediata, quali mura, acquedotti, e ponti legati
Pudenziana (ne del IV, inizio del V secolo) mostra il alle vie consolari. La cristianizzazione del centro prosegu
passaggio a una rappresentazione pi irreale, simbolica e con l'apertura di chiese in edici pubblici o la riconver-
soprannaturale, con il Cristo nell'atto di scendere da una sione di templi come il Pantheon, consacrato nel 609, o
cortina di nuvole infocate disposte in scorcio, che forma il Tempio della Fortuna Virile, divenuto tra l'872 e l'882
un rigido schema triangolare, come se stesse dirigendosi chiesa di Santa Maria in Gradellis. Dall'aula di rappre-
verso l'osservatore. La scena rappresentata quella del- sentanza dei palazzi imperiali venne ricavata la chiesa di
la Parusia, cio la seconda venuta di Cristo profetizzata Santa Maria Antiqua, coperta da una frana nell'847 e ri-
nell'Apocalisse di Giovanni. un tema che molta inuen- scoperta solo nel Novecento, con importante tracce di un
za ebbe nella successiva decorazione musiva delle chiese ciclo di areschi databile con notevole precisione (grazie
4 5 ARTE MUSIVA

ad iscrizione ed altre fonti) a quattro interventi diversi:

1. Il primo quello della Madonna col bambino tra


angeli nella nicchia centrale, dipinta subito dopo la
conquista bizantina, quasi a sottolineare il cambio
di destinazione del palazzo, che presenta la marcata
frontalit iconica tipicamente bizantina.
2. Il secondo quello dell'Annunciazione, di mano di
un artista pi ranato e pi attento agli eetti del-
la luce, e risale al 565-578, quando l'aula venne
destinata a cappella palatina. Mosaico con giochi di bambini dal Gran Palazzo di
Costantinopoli (V secolo)
3. Il terzo risale al 650 circa, con le tracce sulla
parete palinsesto (Santi Basilio e Giovanni e altri
frammenti). nel mondo romano-imperiale di espressione latina,
4. Il quarto coincide con il ponticato del papa poich l'utilizzo di tessere vitree policrome risult
greco Giovanni VII (705-707), ed rappresen- essere uno strumento ideale per soddisfare le esigenze
tato dall'immagine di San Gregorio Nazianzeno espressive di carattere visivo con contenuti artistici.
nell'abside ed altre scene nel presbiterio, con uno sti- Senza nulla togliere ai centri musivi storici, come Roma,
le cos vicino all'arte bizantina da aver fatto pensare Ravenna, Tessalonica, Napoli, e Milano, indubbiamente
ad artisti provenienti da Costantinopoli. a Costantinopoli dal VI secolo il mosaico assurse al ruolo
di arte per eccellenza e proprio l assunse particolari ca-
Se no alla ne del V secolo l'arte romana (soprattutto ratteristiche. Mirabile testimonianza della magnicenza
paleocristiana) segu uno sviluppo autonomo, costituen- dell'arte musiva bizantina del VI secolo si osserva nella
do semmai essa stessa un modello, per molti artisti bi- Basilica di San Vitale a Ravenna.
zantini, a partire dal VI secolo a seguito della liberazio- Uno degli elementi preminenti del mosaico bizantino fu
ne giustinianea della citt dal giogo gotico e ancor pi la lirica della luce, attraverso la quale gli artisti pro-
nei due secoli successivi, convivranno nella Citt eter- iettarono le loro immagini fantasiose in una dimensio-
na sia inussi strettamente romano-orientali, sia stimoli ne astratta e ultrasensibile, ancorandosi ad una realt
verso il classicismo. Se il mosaico del catino absidale di trascendente. Mentre lo spazio tese a dilatarsi, le gure
Sant'Agnese fuori le mura (625-638) presenta tre gu- umane o spirituali invece si convertirono in immagini im-
re isolate, altamente simboliche e immateriali, circondate materiali, povere di plasticit e dinamismo bens ricche di
da un abbagliante fondo oro, gli areschi della Cappella colori. Se nei primi secoli di sviluppo le nalit narrative
di Teodoto (un alto funzionario) presso Santa Maria An- furono preminenti, dopo il IX secolo invece le gurazioni
tiqua mostrano inuenze dalla Siria e dalla Palestina, con rappresentarono concetti religiosi e dogmatici, correlati
un uso semplice del colore e del disegno, ma altamente ef- alla redenzione. La distribuzione tipica dei mosaici nei
cace. Nello stesso arco di tempo si colloca la decorazio- luoghi di culto consistette nella ragurazione di Cristo
ne della cappella di San Venanzio (databile alla met del Pantocratore attorniato dagli angeli nella cupola, qui vi-
settimo secolo) presso il Battistero Laterano. La cappel- sta come luogo celestiaco, mentre agli Evangelisti spett
la mostra richiami alla decorazione della Basilica di San un posto nei pennacchi, la Madonna nell'abside, in questo
Vitale a Ravenna, specie nella disposizione paratattica del caso rappresentativo della mediazione fra la sfera celeste
corteo di santi, ane alla celeberrima rappresentazione e quella terrena, inne nelle navate vennero elencati gli
della corte di Giustiniano. Altro elemento bizantino la avvenimenti evangelici fondamentali.
rappresentazione nel catino della Vergine orante del tipo
In realt il mosaico, arte imperiale per eccellenza, fu so-
iconograco della Aghiosoritissa. Ci restano di quel pe-
stanzialmente una costante dell'arte bizantina e le (relati-
riodo anche una serie di icone sparse in varie chiese: una
vamente) molte testimonianze che ce ne restano ci dimo-
Madonna al Pantheon datata 609, o la Madonna Theoto-
strano come questa tecnica decorativa (sia pure in modo
ks di Santa Maria in Trastevere (datazione incerta tra il
non lineare) si dipan lungo i secoli. In questo senso van-
VI e l'VIII secolo) con una rigida frontalit e colori sma-
no senz'altro citati i cicli musivari veneziani e siciliani
glianti messi in relazione con il primo strato di areschi
(avviati nel XII secolo) unanimemente attribuiti (alme-
di Santa Maria Antiqua.
no per le fasi iniziali) a maestranze direttamente chiama-
te da Costantinopoli. Tra gli altri mosaici sopravvissuti
nel tempo si annoverano la Piet presso Santa Soa di
5 Arte musiva Costantinopoli (XII secolo), il San Giorgio conservato al
Louvre (XII secolo), quelli conservati e del periodo ico-
Il mosaico ricopr un'importanza fondamentale noclastico quelli di Santa Irene a Costantinopoli oltre alle
all'interno dell'arte bizantina, come l'aveva avuta ragurazioni della moschea di Omar a Gerusalemme.[1]
5

Nella pittura ad aresco si riscontrano gli stessi caratte-


ri ed elementi dell'arte musiva. La pittura bizantina trae
origine dalla grande tradizione classico-ellenistica (an-
che attraverso gli apporti delle province mediorientali
dell'Impero che tale tradizione rielaborano peculiarmen-
te) , ma ne rivede e ne corregge gli elementi di fondo
per fare fronte alle nuove esigenze religiose, spingendosi
verso una intima spiritualit che predilige la prospettiva
frontale a quella verticale, in grado di dilatare l'estensione
del colore limitando le oscillazioni cromatiche; inoltre
schematizza le forme e le gure donando ssit espres-
siva degli sguardi e intensicando la simbolicit della
narrazione.
Purtroppo nessuna opera risalente al primo periodo bi-
zantino sopravvissuta, mentre dell'VIII secolo ri-
masto qualche aresco nelle catacombe romane e nella
chiesa di San Demetrio a Salonicco. Di notevole valo-
re storico-artistico sono gli areschi delle chiese rupe-
stri in Cappadocia, quelli di arte monastica del X-XI se-
Cappella Palatina, Palermo, Nativit (XII secolo)
colo in Anatolia, quelli greci (XI secolo) a Salonicco, a
Kastoria e a Focide, cos come le pitture nelle chiese di
Inne, nel XIV secolo il mosaico bizantino conobbe un Bachkovo in Bulgaria e a Santa Soa di Kiev risalenti al
ultimo periodo di rioritura e di innovazione ed infatti le XII secolo. Certamente degni di menzione poi sono gli
sue caratteristiche evidenziarono colori pi brillanti, at- areschi ciprioti, tra i quali spiccano quelli della picco-
teggiamenti pi umani e una delicata intimit. Risalgono la chiesa della Panagia Phorbiotissa ad Asinou (XII se-
a quest'epoca i mosaici della chiesa di San Salvatore in colo). In Italia areschi bizantini si trovano nelle chie-
Chora, a Costantinopoli. se rupestri soprattutto nelle regioni meridionali (Puglia e
Basilicata) ad opera di monaci dell'Asia Minore che fug-
givano dall'iconoclastia a dalla successiva invasione dei
turchi musulmani.
6 Pittura Per quanto riguarda i due secoli seguenti, si impongono
per ranatezza e delicatezza cromatica gli areschi nel
territorio della ex Iugoslavia, massima testimonianza per-
venutaci della cosiddetta rinascenza paleologa, probabil-
mente gravidi, secondo i pi recenti indirizzi di ricerca,
di conseguenze sullo sviluppo dell'arte italiana della se-
conda met del XIII secolo. Si ricordano anche le opere
del XIV secolo conservate nelle chiese cretesi, rumene ad
Arge, russe a Novgorod dove oper in questo periodo il
grande pittore greco Teofane, maestro di Andrej Rublv.
Oltre alla pittura monumentale, un capitolo di fondamen-
tale importanza nell'ambito della pittura bizantina costi-
tuito dalle icone: rappresentazioni di Ges, della Vergine,
di santi, delle Dodici Feste della Cristianit ortodossa. Le
tecniche di produzione delle icone possono essere le pi
varie (encausto, tempera, mosaico, su tavola o su muro) e
nel mondo bizantino ebbero (e tuttora hanno nel mondo
ortodosso) un alto e complesso signicato religioso, cui,
no alla caduta dell'Impero si associava anche un signi-
cato civile: alcune icone assursero a palladio dello stato
bizantino.
Dal punto di vista strettamente artistico ebbero grandi
implicazioni su molte aree soggette all'inuenza politi-
ca e culturale dell'Impero di Bisanzio, e ci anche per la
notevole facilit di spostamento di questi manufatti (si
Angelo Gabriele, aresco dell'VIII secolo dalla navata centrale gi ricordata la signicativa presenza di antiche icone a
della chiesa di Santa Maria Antiqua a Roma.
6 7 LE ARTI PLASTICHE: SCULTURA E ARTI SUNTUARIE

6.1 Miniatura

Di pregevole qualit sono anche le miniature dei


manoscritti. Le miniature pi antiche rivelano tendenze
orientaleggianti ed elleniche, mentre le pi recenti evi-
denziano una tendenza cattedratica legata agli scriptoria
di Costantinopoli oltre ad una popolare manifestata dal-
la ricchezza ornamentale. I manoscritti pi diusi sono i
salteri, come quello Khludov di Mosca e di San Giovan-
ni a Costantinopoli; di pregevole fattura sono anche gli
omeliari, come i Coislin 79 descriventi le omelie di San
Giovanni Crisostomo, gli Ottateuchi che comprendono i
primi 8 libri della Bibbia, gli Evangeliari e i Menologi che
illustrano le vite dei Santi.[1]
Tra i manoscritti miniati di particolare importanza vi
il Codex Purpureus Rossanensis, un prezioso evangelario
del VI secolo, custodito a Rossano in Calabria.

7 Le arti plastiche: scultura e arti


suntuarie

Monastero di Santa Caterina sul Sinai, Egitto, Cristo Pantocra-


tore (VI secolo)

Deesis, Portale del Battistero di Pisa, XIII secolo.

Se la pittura e l'arte del mosaico ebbero un ruolo cen-


Roma). La stessa ripresa della pittura su tavola in ambito trale nell'arte bizantina, forse lo stesso non pu dirsi del-
occidentale (utilizzata nel modo antico, ma che scompare la scultura lapidea. In particolare, a dierenza di quanto
nell'alto Medioevo d'Occidente a vantaggio della pittura non si osserva in occidente, la scultura non si emancip
murale e della miniatura), pittura su tavola che tanta parte dalla funzione decorativa architettonica, rarissime infatti
avr nell'arte europea, ed italiana in specie, dal XII secolo sono le sculture a tutto tondo. Forse in questo fenomeno
in avanti, debitrice al costante esempio dell'icona. Se- gioc un ruolo la didenza della cultura religiosa orien-
condo alcune prospettazioni (O. Demus) produzioni fon- tale verso la ragurazione tridimensionale del sacro, as-
damentali dell'arte occidentale, quali la pala d'altare e poi sociata al paganesimo a causa del grande numero di sta-
il polittico, altro non sono che adattamenti delle icone al- tue classiche accumulatosi a Costantinopoli. E del resto
la diversa struttura delle chiese d'Occidente (spesso prive il ponderso corpus teologale sviluppato sulla liceit e sul
di iconostasi) e alla diversa liturgia. Una delle pi straor- valore della rappresentazione sacra - elaborato dalle cor-
dinarie raccolte di icone (molte delle quali di paternit renti iconodule nella disputa contro l'iconoclasmo - si oc-
direttamente costantinopolitana) conservata oggi pres- cupa essenzialmente della produzione pittorica. Ci non
so il Monastero di Santa Caterina sul Sinai, nel territorio di meno anche in campo scultoreo i risultati qualitativi
dell'attuale Egitto. Qui si conservano icone antichissime raggiunti furono molto elevati. Una testimonianza mol-
come il celeberrimo Cristo Pantocratore, risalente al VI to interessante di scultura lapidea bizantina osservabile
secolo. in Italia si trova a Pisa. Qui infatti una taglia bizantina
7

(si ipotizza direttamente proveniente da Costantinopoli)


istori (inizi XIII secolo) il portale maggiore del battiste-
ro. Tutto ci non signica per che le arti plastiche nel
loro complesso fossero scarsamente coltivate. Se la scul-
tura ebbe un ruolo minore (quanto meno rispetto ad altri
campi) risultati altissimi, invece, vennero raggiunti nelle
arti suntuarie, cio nella lavorazione di materiali preziosi:
metalli, avorio, pietre e cristalli. Le lavorazioni in metallo
(reliquiari, arredi sacri) inoltre implicavano il frequente
utilizzo di decorazioni in smalto, altra tecnica in cui l'arte
bizantina raggiunse livelli qualitativi eccelsi. Celeberrime
poi sono molte opere in avorio (come il cosiddetto Avorio
Barberini, tra i pi noti avori bizantini). Fu proprio nella
lavorazione dell'avorio che la scultura bizantina raggiunse
le sue vette. Tra le pi alte lavorazioni bizantine in avorio
che abbiamo in Italia si annovera la cattedra vescovile di
Massimiano, a Ravenna, risalente al VI secolo.

8 Note
[1] Le Muse, De Agostini, Novara, 1964, Vol.II pag.278-
287

[2] Giulio Carlo Argan, Storia dell'arte italiana, Sansoni,


vol.1, 1978, p.212.

Dittico Barberini, avorio bizantino della met del VI secolo,


9 Bibliograa Museo del Louvre

John Beckwith, L'arte di Costantinopoli. Intro-


duzione all'arte bizantina, Collana Saggi n.400,
Torino, Einaudi, 1967.

Victor Lazarev, Storia della pittura bizantina,


Torino, Einaudi, 1967.

G. Cavallo, V. von Falkenhausen, I bizantini in Italia,


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V. V. Bychon, L'estetica bizantina, Galatina, Lecce


1983

A. Cutler e J. Nesbitt, Storia universale dell'arte.


L'arte bizantina, UTET, 1989

Ernst Kitzinger, L'arte bizantina. Correnti stilistiche


nell'arte mediterranea dal III al VII secolo, Milano,
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Ernst Kitzinger, Il culto delle immagini.


L'arte bizantina dal cristianesimo delle origini
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8 12 COLLEGAMENTI ESTERNI

Saso Korunovski e Elizabeta Dimitrova, Macedonia.


L'arte medievale, Jaca Book, 2006. ISBN 978-88-
16-60335-6

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2008. ISBN 88-06-19115-2

Tania Velmans (a cura di), Il viaggio dell'Icona, Jaca


Book, 2008. ISBN 88-16-61506-0

10 Voci correlate
Costantinopoli

Architettura bizantina
Avorio Barberini

Stile teodosiano
Storia del mosaico

Chiese bizantine nel Salento

11 Altri progetti

Wikimedia Commons contiene immagini o


altri le sull'arte bizantina

12 Collegamenti esterni
Arte bizantina, in Thesaurus del Nuovo soggettario,
BNCF, marzo 2013.
9

13 Fonti per testo e immagini; autori; licenze


13.1 Testo
Arte bizantina Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Arte_bizantina?oldid=85082078 Contributori: Ruthven, Marcok, M7, Panairjdde, Spe-
DIt, Rdocb, Pil56, Elwood, Alexander VIII, Rago, Eumolpo, Medan, Sailko, Pequod76, SashatoBot, Trixt, Ignisdelavega, Johnlong, Demo-
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13.2 Immagini
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