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Architettura dal Rinascimento al Barocco

Storia dell'architettura 1 (Politecnico di Milano)

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(27) Architettura Rinascimento


Inizio e fine
Quando inizia il rinascimento? Quando l'arte svolta pagina rispetto alla tradizione medievale? È difficile
trovare una data di inizio esatta. Considerando il Rinascimento come ripresa degli ideali antichi, questo
pervade sempre la storia dell'architettura, è un legame con gli antichi sempre presente, soprattutto in
Italia, giá con le architetture del '200 e '300: campanile
di Giotto, cattedrale di Firenze ecc.
• Giotto, 1306: nella Cappella degli Scrovegni rappresenta una finestra con prospettiva: con
Giotto inizia un nuovo stile
• Con Nicola Pisano si ha una ripresa dei valori antichi: ad esempio il bassorilievo presso il
pulpito del battistero di Pisa riprende i canoni della classicità
• Anche con Carlo Magno si parla di rinascenza carolingia: una serie di elementi che hanno
come fondazioni su cui sussistere
e obiettivi da raggiungere i canoni della classicità. Si tratta quindi di un tentativo di
ripercorrere qualcosa, cioè l'esperienza degli antichi. Il Rinascimento è quindi un tentativo
di superamento dell'architettura degli antichi. Prima bisogna però conoscere un edificio
dell'antichità, dopo di che è possibile superarlo

Il Rinascimento in senso stretto è databile però intorno al 400: l'architettura arriva al Rinascimento dopo
le altre arti. Finisce circa con Michelangelo (muore nel 1564).
Si tratta di un avvenimento o fenomeno di lunga durata ("lungo rinascimento").
Periodizzazioni o unitarietà, pluralità o monolicitá
Non esiste un'idea totale o unitaria del Rinascimento, così come non c'è una monolicitá.Durante i secoli il
rinascimento cambia: c'è pluralità di forme d'espressione, che vengono via via diversificate (in base a
geografia, maestranze, popolazione, materiale).
Con il termine “Rinascimento” si è soliti indicare quella fase di rinnovamento culturale, ispirato all’antico
che ha origine a Firenze intorno al secondo decennio del 400. In questo periodo Alberti e Vasari lodano
l’usanza moderna di costruire di Brunelleschi riprendendo la classicità greca e romana (antico), mentre si
disprezza l’arte gotica e quella bizantina. Nel 500 Vasari conia il termine di Rinascita e loda quegli artisti
che sono riusciti a risuscitare l’arte del disegno. Per lui esistono 3 maniere: - antica (classicità), -
vecchia (medioevo), -nuova (Cimabue e 400), - moderna (Leonardo in poi).

Le corti diventano le principali committenze di questo periodo: per dimostrare il proprio potere, i duchi
vanno alla ricerca degli artisti più celebri. Ad esempio Filarete disegna per Francesco Sforza
l'Ospedale Maggiore. La committenza principale è l’oligarchia imprenditoriale fiorentina, ma come
destinatario abbiamo il popolo fiorentino in generale.

- Cultura letteraria e filosofica fondata sugli studi umanistici e antiquari: la cultura architettonica del
Rinascimento si fonda su una cultura letteraria e filosofica degli antichi (ad esempio il trattato di
Vitruvio) permette di creare un rapporto tra artisti e classe dirigente (poi trattatistica)
- Invenzione della prospettiva
- Rinascita dell'antichità: è presente un forte desiderio di rinascita dell'antichità
- Un'architettura fondata sull'Antico (nel '400 con "antico" si sta parlando di Roma, Atene viene
totalmente dimenticata in questo periodo)

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CLASSICISMO E NATURALISMO
Oltre all’antico viene ripresa anche la natura attraverso la mimesi; la natura possiede le leggi già
scoperte e applicate dagli antichi che vanno riprese e indagate per fondare su di esse la nuova
scienza e la nuova architettura. L’identificazione fra Microcosmo e Macrocosmo permette
l’inesistenza di una frattura tra
Medioevo e Rinascita. In architettura l’indagine di queste leggi è possibile grazie all’affiancamento al codice
proporzionale medievale; vengono dedotti una serie di modelli: umani (antropomorfismo), animali
(zoomorfismo) e vegetali (fitomorfismo).

Lo studio dell'antico
Per riproporre un ideale bisogna cogliere il vero significato di
questo. I modelli di riferimenti provengono infatti da:
1. Studio dell'antico
– Ricerca (riconoscimenti)
– Rilievo e disegni
2. Lettura dei trattati (“boni authori”)
3. Confronto tra le parole del testo di Vitruvio e di Plinio e il Giovane con gli edifici in parte osservati
4. Dall’antichità vengono ripresi anche l’ordine architettonico e l’arco a tutto sesto

Il disegno assume quindi un'importanza fondamentale: è lo strumento che permette la conoscenza


dell'antico e sono proprio i particolari rappresentati che permettono la sua comprensione.

I luoghi dell'antico sono:


• Roma, luogo della memoria per artisti, umanisti, viaggiatori e meta per i pellegrini.
• Nonostante Roma diventi la meta prediletta, l'antico si trova anche da altre parti: Spoleto,
Verona, Pola, Orange, Nimes, Rimini, Milano (fortificazioni, San Lorenzo, Sant'Aquilino,
Sant'Ambrogio ecc.)
Non tutti gli edifici sono però antichi: durante il Rinascimento si studiano generalmente esempi
conosciuti o exempla anomali, eccezioni capricciose (villa Adriana, oratorio di Santa Croce, arco di
Orange). Non si osservano solo edifici: si studiano anche tombe, monete ecc.

Se ci si appropria di alcune forme, come si fa a vedere se l'edificio che si sta costruendo é "all'antica"?.
Ci sono modi completamente diversi:

• Attraverso una semplice citazione (cito per esempio il concorrente del tempio di Marte Ultore
per far vedere che si conosce quell'edificio).
- Il basamento che Alberti posiziona alla base del Palazzo Rucellai è una
rappresentazione dell'opus quadratum e non un opus quadratum vero e
proprio.
- Il rivestimento di Santa Maria Novella riprende il battistero di
San Giovanni
- San Biagio a Montepulciano presenta colonne con pilastro
affiancato: questo schema era già presente nella basilica Emilia
- Gli archi che si trovano sul fianco del tempio Malatestiano sono
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la ripresa della circonferenza interna messa in vista dal crollo


della muratura del Colosseo

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- Il portale del tempio Malatestiano riprende la struttura


dell'arco di Augusto, presente sempre a Rimini

• Estraniando elementi dal contesto e riutilizzarli, con "altra significazione che la lor propria":
viene cioè decontestualizzato un edificio
• Copia
• Spolia (si utilizzano pezzi per collocarli nel nuovo edificio)
• Imitando le tecniche costruttive (Brunelleschi osserva per esempio le tecniche costruttive
del Ghiberti)
N.B. Durante il Rinascimento gli architetti iniziano ad acquisire per la prima volta una vera e
propria importanza

Perché si riprendono gli ideali dell'antichità


• Rapporto tra potere e architettura, tra potere e spazi pubblici: il committente da segno e
significato alla sua forma di potere attraverso l'architettura
• Architettura usata come strumento comunicativo
• Architettura chiamata a legittimare nuove forme di potere: saranno i Papi nel corso del '500
che utilizzano l'architettura per mostrare il proprio potere
• Roma idealizzata come communis patria, una patria comune. Nell'ideale del mondo
rinascimentale (Milano, Napoli, corte francese e spagnola), Roma è il centro culturale per
eccellenza - catalizzatore della società

Architettura rinascimentale
• Non è un'operazione nostalgica
• Non é un atteggiamento accademici
• Non è un atteggiamento da eruditi
• Non è una semplice imitazione dell'antico
1. Ma un processo che usa l'antico (non un antico ma la pluralità delle esperienze) come
segno in grado di rimandare a valori e significati
2. Un raffinato equilibrio tra ricerca di fondamento e sperimentazione: da una parte si cercano
le regole dell'antico, cioè il fissare di alcune precise regole. Dall'altra parte non tutti rispettano
queste regole e si assiste quindi a un distacco dall'antico (questo farà nascere il concetto di
manierismo). Da qui nascono due tipi di rinascimenti: da una parte la sperimentazione
(antico anomalo), dall'altra l'applicazione della regola (che, di fatto, è la morte della
ricerca).
3. Nasce la prospettiva scientificametodo di rappresentazione su un piano di uno spazio
tridimensionale secondo le regole della geometria proiettiva. Si può con questa rappresentare
uno spazio esistente, conoscendone le misure e le distanze tra gli oggetti.
4. Ripresa del tipo, della norma Vitruviana che viene studiata continuamenti (nel I Rinascimento)
5. Viene spesso usato l’ordine gigante, ovvero quell’ordine che va ad abbracciare e occupare più
di un piano in altezza (a volte voleva sottolineare la nullità dell’uomo nei confronti del
potere ritrovabile nel palazzo su cui l’ordine veniva posto).

Possiamo individuare due Rinascimenti:

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A) Sperimentazione
• Continuo confronto tra le esperienze e i modelli
• L'antico é soltanto simulato e la volontà è quella di superarlo
• L'uso dell'antico assume nuovi significati: si usa l'antico con una sintassi diversa. (Michelangelo e
Giulio Romano)
• La ricerca è indirizzata verso un Anticiceronismo e a favore di cultura dialogica
• Rinascimento come "événement" (→ evento)

B) Definizione di un sistema compiutamente rappresentativo


• La regola porta alla morte della ricerca
• La fine è la regola, l'ostentazione della regola
• Fenomeno di "lunga durata": dura fino al '700, con il neoclassicismo.
Quando si codifica la regola, c'è l'oblio del significato di partenza che porta anche al banalismo
dell'architettura.

IMPIANTO CENTRALE E LONGITUDINALE


Per gli edifici religiosi si preferisce usare l’impianto centrale in quanto, caricatosi di significato, permette di
rappresentare il “cosmo armonico”. Di conseguenza anche gli impianti longitudinali tendono ad acquisire la
caratteristica di impianti centrici allungati.

(28) Quattrocento_Filippo Brunelleschi


Si tratta di colui che apre le porte a questo modo di fare architettura, modo che guarda l'antico,
spesso di tipo locale.
Nasce appunto a Firenze, luogo che presenta già una particolare attenzione verso
l'antico. Se dovessimo scrivere una periodizzazione indichiamo indicativamente
due periodi:
1. Firenze 1420 – 1446, data della sua morte (Brunelleschi)
2. Firenze, Roma, Pienza, Urbino, Milano, Ferrara, Mantova 1450-1500 (Leon Battista Alberti,
Bernardo Rossellino, Michelozzo, Giuliano da Maiano, Filarete, Donato Bramante)
→ si diffonde soprattutto in alcune corti locali. Roma ritorna ad essere sede papale.
• Firenze: Medici
• Milano e Pavia: Visconti (Sforza dal 1451)
• Urbino: Montefeltro, Della Rovere
• Rimini: Malatesta
• Ferrara: d’Este
• Mantova: Gonzaga
• Napoli: Aragona
• Padova: Da Carrara
• Venezia: Repubblica

Gli architetti principali del quattrocento:


• Filippo Brunelleschi (Firenze, 1377-1446)
• Leon Battista Alberti (Genova, 1404-1472)
• Michelozzo Michelozzi (Firenze, 1396-1472)
• Antonio Averlino detto il Filarete (Firenze, 1400-1469)
• Giuliano da Maiano (Toscana, 1432-1490)
• Giuliano da Sangallo (Firenze, 1443-1516)
• Francesco di Giorgio Martini (Siena, 1439-1501)
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• Bramante da Urbino (Urbino, 1444-1514)


→ la maggior parte provengono dall'Italia centrale, quindi nascita Rinascimento si concentra nell'Italia
centrale per poi essere irradiata.

Uno dei primi per la ripresa dell'antico è appunto Filippo Brunelleschi, il quale lavora principalmente a
Firenze.
Passiamo dai caratteri generici di un periodo a quelli personali di un individuo, un'architettura dovuta
quindi alla cultura personale.
Si tratta di un artista: scultore, orafo e architetto. Non nasce come architetto. La sua formazione
artistica avviene come orefice.
Prima del 1418 abbiamo poche informazioni su di lui. Copre il ruolo di artista scienziato, per la sua
particolare abilità di risolvere problemi di tipo tecnologico. Viene spesso portato come esempio come
colui che ha saputo risolvere la copertura di Santa Maria del Fiore. È frequentemente coinvolto in
imprese di stato.
Oltre al suo particolare ingegno, ha potuto conoscere direttamente l'antico tramite lo studio di Roma →
obbiettivo di riprendere e riproporre la grandezza e le proporzioni degli antichi (es. il suo tipico
modulo quadrato ripetuto nelle architetture).

Le novità introdotte:
• «Il modo di murare degli antichi»
• «Un ordine certo di membri e di ossa» → sistema degli ordini architettonici
• «Le simmetrie degli antichi» (Santo Spirito)
• Un rapporto di continuità con la tradizione fiorentina (confronti possibili San Miniato, Battistero)
→ Brunelleschi, pur essendo un architetto rinascimentale, non si distacca totalmente dalla
tradizione fiorentina, bensì ne fa un'unione.
• Un nuovo rapporto con l’architettura degli antichi, non tipologica ma linguistica (solo corinzio) →
Lo spazio architettonico del Brunelleschi è tipicamente medievale, affonda le sue radici
nella
tradizione.
• Più che la ridefinizione degli elementi ci ha lasciato una grammatica → non ha rinnovato
tanto gli elementi quanto il rimettere in campo la grammatica di un tempo.

I caratteri tipici dell'architettura del Brunelleschi, il suo metodo, il suo linguaggio:


- la razionalità e chiarezza costruttiva, un modulo cubico che contempla anche l'inserimento di una volta
- colonna o parasta suddivisa in base, fusto e capitello
- trabeazione tripartita che obbliga l’arco ad essere impostato sopra la cornice o essere
tangente all’architrave (come ad esempio cortile di Spalato)

La trabeazione per stare in piedi deve avere delle “stampelle” →


ordine architettonico che sostiene la trabeazione.
Ogni elemento portato deve avere un altro elemento che lo porti

- arco rifinito da una fascia simile all’architrave o dall’architrave + cornice


- arco inquadrato dall’ordine (lanterna del Duomo di Firenze) → riprende il partito alla romana
- volta a vela → risponde alle esigenze del modulo quadrato/cubico
- bicromia materiali → intonaco e pietra serena nell'ossatura della costruzione. La sua è
un'architettura tettonica.
- superfici intonacate

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Nel 1401 partecipa al concorso per la fornella della porta del battistero di Firenze contro il Ghiberti,
il quale vincerà. E l'anno successivo vende un appezzamento di terreno e si trasferisce a roma con
Donatello, dove vi è un contesto culturale con grandi protagonisti. Fino al 1406/7 si occuperà di
scavi per portare a casa un grande repertorio figurativo. Donatello tornerà a Firenze, mentre
Brunelleschi rimarrà fino al '18 ca e si occupa del ridisegno degli edifici antichi; per poi tornare,
dopo questi 15 anni, a Firenze. Così facendo ha acquisito un grande occhio sul modo di lavorare
degli antichi e un grande bagaglio culturale superiore agli altri fiorentini.

• A Firenze si occuperà del Duomo di Firenze suggerendo


la costruzione degli “occhi” presenti sul tamburo.
Inoltre per la copertura si propone come il primo
capace di coprire una simile ampiezza con una
volta. Al concorso proposto per la copertura non
viene capito il suo progetto, successivamente viene
richiamato, nominato ingegnere del cantiere ma
sopra di lui viene posto il Ghiberti come supervisore
per controllare che il progetto sia realizzabile.
La soluzione prevede che la costruzione si basi su due gusci, uno interno e uno esterno,
caratterizzato da otto arconi, chiamati sproni, legati trasversalmente ad altri arconi più piccoli
interni. Il risultato è una struttura autoportante che possa sorreggere
il peso della lanterna superiore e della copertura.
Il guscio interno, invece, prevede una
disposizione a guscio a pesce (→ ripresa opus
spicatum) con andamento concentrico così che
la parte interna possa essere considerata quasi
una cupola di rotazione e non una volta.
Per realizzare un piano di lavoro a questa
altezza studia delle palcature aeree tramite buchi
pontai e quindi un cantiere che lavora in modo
sospeso, appoggiandosi alla parte superiore
del
tamburo già costruito. Fra le due calotte della cupola
studia un sistema di scale e percorso.
Il risultato è una volta a padiglione a 8 fusi che scarica
il peso da tamburo e arco ogivale, contraffortato dalle cappelle laterali e grandi pilastri.
Concettualmente è una soluzione di tipo medievale (gotica, tardo-gotica) nelle forme, ma che
mette in campo una capacità tecnica.

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• Portico dell'Ospedale degli Innocenti, è l'ospedale


degli orfani. Alle spalle susssitono due grandi cortili
che organizzano gli ambienti. L'attenzione maggiore
viene concentrata sulla facciata che da sulla piazza,
la quale è organizzata da archi a tutto sesto su
colonne libere, gli archi sono caratterizzati da elementi
in pietra con sopra un architrave ripiegato. Le finestre
sono disposte in modo ordinato, timpanate. Sono
presenti paraste, scanalate e rudentate, che
sostengono la trabeazione. Vi è la bicromia, utilizzata
per rimarcare l'ossatura dell'edificio. Tondi decorativi,
clipei, inseriti negli spazi di risulta, unico elemento
decorativo presente in facciata.
Costituisce il fondale di uno spazio urbano, ma non in
modo diretto, è rialzato rispetto al contesto urbano →
enfasi maggiore.
L'ordine delle colonne libere al primo ordine viene
riproposto al secondo ordine (possibile ricostruzione). Il
principio geometrico che governa questo prospetto,
e anche la pianta, è il cubo/quadrato, elemento
regolatore della composizione.
Volte a vela da un lato su semicapitelli, capitelli d'ordine
corinzio. Le volte non le imposta direttamente sul
capitello ma su un pezzo di cornice.
• Complesso di San Lorenzo, sacrestia vecchia
compoterà la riedificazione di tutto il complesso. La
pianta è composta da un impianto centrale di
forma
quadrata, pesenta una scarsella in un
quadrato, la quale è 1/3 della parete.
La copertura è a creste e vele con
aperture “occhi”,
mentre per
la scarsella
cupoletta
ribassata.
Presente una
gerarchia
degli ordini.
Lesena
filiforme.
Piccole
mensole che
sorreggono
la trabeazione che fa da
perimetro superiore. Le basi presenti sono basi attiche.
Basilica di San Lorenzo, impianto longitudinale croce latina tre navate con cappelle transetto con
terminazione piatta, come abside. Le tre navate sono scandite da archi su colonne. Copertura lignea
cassettonata centrale e nelle navate laterali volte a vela. Presenta un claristorio → impianto
tipologico paleocristiano, arriva dagli ordini mendicanti.
Sopra la colonna monolitica corinzia, di base attica, c'è un concio di trabeazione. Nelle cappelle
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laterali notiamo una similitudine al partito alla romana. Non vengono mantenute le proporzioni
tra colonne e lesene delle navate. Trabeazione che circonda l'edificio è sorretta dalle paraste.
Piccola cupola interna che si imposta su elementi rettilinei, inscritta all'interno di un
quadrato, esternamente non estradossata ma risolta all'interno di un tiburio di forma
quadrata.
Facciata rimasta incompiuta.

• Cappella Pazzi, l'atrio che precede la cappella e la cupola portano due date successive alla
morte di Brunelleschi. Il resto degli elementi corrispondono alle caratteristiche tipiche di
Brunelleschi. Impianto trasversale, scarsella superiore e sacrestia vecchia, con l'aggiunta
di due ali.

• Santo Spirito, progetto originario di costruire un grande tempio circondato da un


deambulatorio perimetrale, quindi navate più piccole che servono come elemento di secondo
passaggio rispetto alla navate centrale, la quale ha un modulo doppio. Cappelle
semicircolari che oggi sono in spessore di muro anche se Brunelleschi le aveva pensate
probabilmente estradossate. Il resto è tipico suo: archi impostati su colonne d'ordine
corinzio con

concio di trabeazione ecc. elemento delle navate laterali quadrato. A differenza di San Lorenzo
studia in maniera diversa la composizione delle navate sul lato.

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• Santa Maria degli Angeli, mai completata,


differisce dagli altri. Chiesama impianto centrale
ottagonale in

cui si aprono otto cappelle internamente biabsidate ed esternamente sistema di nicchie tra
cappella e cappella.
→ sistema di scavo della massa muraria.

Alla fine della sua carriera viene richiamato al Duomo di Firenze, per le
tribune morte che servono come contrafforti
per le spinte della cupola. Inserisce sistema binato nell'ordine
architettonico, stesso che abbiamo nella lanterna; simile al partito alla
romana. Contrafforti percorribili come contrafforto alla lanterna.

• Costruzione Palazzo Pitti,


uno dei primi esempi di
palazzi urbani. Condificazione di un
tipo di palazzo precedentemente
inesistente. Palazzo che si organizza
su
tre livelli, piano terra, piano
nobile e piano superiore.
Aperture tra loro allineate
con portale centrale simmetrico alla
facciata con elementi in marcapiano che individuano lo sviluppo in altezza del palazzo.
Rivestito interamente in muratura bugnata (→ questa sarà la aratteristica del palazzo
fiorentino del quattrocento.)

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(29) Quattrocento_Leon Battista Alberti


Di mestiere fa l'abbreviatore apostolico all'interno della curia, l'ufficio papale.
Grande cultura dell'antichità dal punto di vista letterario, impersonifica la figura dell'umanista. La sua
prima parte della carriera sono opere di tipo letterario (come De pictura oppure De re aedificatoria),
solo a partire dagli anni '50 si cimenta in opere architettoniche.
Riconosciuto come teorico dell'architettura del quattrocento per il trattato De re aedificatoria scritto
da lui in latino diviso in dieci libri che si occupano di diversi aspetti (Il Disegno, I materiali, L'esecuzione
dell'opera, Opere di carattere universale, Opere di carattere particolare, Gli Ornamenti, Gli Ornamenti
degli edifici di culto, Gli Ornamenti degli edifici pubblici profani, Gli Ornamenti degli edifici privati, Il
restauro degli edifici), inerente a tutti i principi, tecniche e materiali. Intenzione di imporsi come
erede di Vitruvio, vengono poste tutte le basi su quello che è il processo progettuale e costruttivo
della nuova architettura.
◦ È molto di più di un trattato
◦ In lingua latina senza illustrazioni → non è previsto per un pubblico di architetti
◦ Codifica la formazione dell’architetto che avviene attraverso: le regole, l’esperienza (la
storia), la ragione
◦ Prende forma l’immagine moderna dell’architetto, non più riducibile al maestro
muratore del Medioevo, né al tradizionale capomastro delle cattedrali gotiche, che dirige i
lavori applicando i criteri di uno schema geometrico astratto.
◦ Il nuovo architetto – pur unendo in sé, sulla base di un rigoroso fondamento teorico, la
perizia tecnica dei maestri di pietre e legnami e l’esperienza dei costruttori delle
cattedrali – è un progettista, ma anche un letterato e uno studioso, che con il suo
lavoro intellettuale risolve i problemi tecnici e teorici della costruzione garantendone,
insieme, la validità dal punto di vista culturale. Identifica dunque l'architetto come
ideatore e non come colui che in cantiere costruisce in prima persona
◦ L’esecuzione materiale di ciò che ha ideato non gli compete, è affidata ad altri.
◦ Distingue tra disegno e costruzione, tra progetto ed esecuzione dell’opera.
◦ Il tema della bellezza è risolto dall’introduzione del concetto di concinnitas, giusta
proporzioni tra le parti, dove non si può aggiungere o togliere niente senza alterare il
tutto.

◦ Anche i i riferimenti tipologici provengono dal passato, così come quelli teorici.

• Tempio Malatestiano, non abbiamo prove se non una medaglia (→


fenomeno frequente), la quale mostra il prospetto dell'edificio. Lo si
può descrivere diviso in tre piani: il primo un arco di trionfo con
quattro colonne libere, quasi triplice fornice. Il secono ordine è
composto da una finestra centrale tripartita con due volute che
legano elemento centrale con quello laterale. Il terzo elemento è
una gigantesca cupola molto più alta della chiesa, di forma
emisferica, che si imposta su spazio circolare. Affonda le sue radici
formali e concettuali nel Pantheon (nel caso dell'ultimo piano
risolto con una cupola) e nell'arco di trionfo.
Il portale ripropone lo schema dell'arco di
Augusto. Non si hanno prove sulla copertura, che
può essere una gigantesca volta a botte non di
muratura, ma lignea. L'esterno presenta un
sistema di archi su pilastri di forma quadrata
il cui modello lo abbiamo ritrovato
negli elementi interno del Colosseo a
Roma. Altri elementi tratti dall'antico
possono essere il rivestimento
completamente lapideo.
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Si tratta della vecchia chiesa di S. Francesco incamiciata.

• Palazzo Rucellai, considerato il primo palazzo che ripropone in


facciata scansione a più livelli di ordini architettonici, in particolare
tre ordini. Richiama in qualche modo il modello del Colosseo. Muratura
non isodoma, ma disegnata. Finestre molto piccole nel primo ordine,
a salire bifore architravate. Cornice con mensole, alla trabeazione
superiore manca il fregio (→ simile all'ultimo livello del Colosseo,
detto livello attico).
Un caso di copia abbastanza fedele di questo palazzo è il Palazzo
Piccolomini a Pienza circa un decennio dopo. La grande differenza è nella
dilatazione delle campate.

• Santa Maria Novella, chiesa già presistente; il sistema di


cappelle con archi ogivali, rosone centrale e sistema aperture
erano già esistenti. L'Alberti deve cancellare queste
presistenze ponendo elementi più forti. Si può leggere per
piani: la parte inferiore venne lasciata pressoché intatta nel
suo assetto medievale, aggiungendo solo il portale
classicheggiante, ispirato a quello del Pantheon, incorniciato
dal motivo colonna-pilastro, che ricorre, seppure con un
rapporto diverso, anche alle estremità sui lati. Oltre una
trabeazione classicheggiante si trova un'ampia fascia decorata
a tarsie quadrate, ispirata agli attici dell'architettura antica,
che separa e raccorda la zona inferiore e quella superiore. La
parte superiore venne influenzata dalla preesistenza del grande
oculo, attorno al quale Alberti installò, in posizione sfasata,
un
grande rettangolo tripartito, legato da rapporti geometrici di
multipli e sottomultipli con il resto degli elementi della facciata.
Esso è sormontato da un timpano con al centro il volto di Gesù
Bambino. Le due volute capovolte ai lati, dalle tarsie finissime,
hanno funzione di raccordo con la parte inferiore e mascherano il
dislivello tra la navata centrale e quelle laterali, notevolmente più
basse.
Gli elementi verticali del primo ordine non corrispondono a quelli
superiori orizzontali.
Organizzazione per fasce bicrome → in questo caso sposa la tradizione locale.

Ruolo che Leon Battista Alberti ha a Roma: molto vicino alla corte papale. Scrive il suo trattato, lo
dedica in parte a Niccolò V, destinato più a un pubblico delle corti piuttosto che reali architetti.
All'interno di questa corte può aver sicuramente suggerito progetti, soprattutto nei passaggi
papali.
A Niccolò V vanno dati vari meriti, come quello di aver una grande magistratura a Roma. Sposta la
residenza del papa nel colle vaticano → ricostruzione mura vaticano, fortificazione del borgo,
ricostruzione tra le chiese più importanti ormai abbandonate. Ingrandimento borgo vaticano,
impostazione con maglia abbastanza geometrica, una sorta di seconda città. All'interno del palazzo
pontificio viene costruita la Cappella Niccolina. Altro intervento: ricostruzione parziale della basilica
di San Pietro (avviene lo spostamento obelisco vaticano e la costruzione della basilica su quello
che era il circo di Nerone).
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Il problema di Battisti a Roma è che non abbiamo prove su tutti questi progetti elencati, una
giustificazione è che tra i due vi era una stretta vicinanza quindi non ci sono scambi di lettere ecc.
(slide interventi sommari su borgo vaticano)
(s. pietro → allargamento transetto e coro presbiteriale perchè non funzionale a cerimonie in presenza del

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papa. Dalle testimonianze pare che alberti abbia suggerito di rinforzare le murature perchè
murature abside troppo sottili per la volta (immagine sx). Quella che vediamo oggi, la cupola
esattamente in linea con tomba s pietro(immagine dx)

• Una prova certa viene data dopo pochi anni con San Sebastiano.
Ludovico Gonzaga ospita a Mantova una Dieta (→ riunione con principi duchi e regnanti italiani
per organizzare una grande crociata contro i turchi). Alberti è a Mantova per accompagnare
Pio II e verrà ospitato da Ludovico II in una delle sue proprietà in campagna, il quale gli
chiederà un progetto per questa chiesa.
Sorge nella periferia sud di Mantova, terreno piuttosto paludoso e instabile. La chiesa è stata
dedicata a San Sebastiano per un sogno di Ludovico, santo protettore della peste.
L'impianto è circolare (non molto frequente in questo periodo), a croce greca, articolato su un
vano centrale, pressoché cubico e coperto da volte a crociera, da cui si dipartono tre corti bracci
absidati di uguale misura. Presenta anche un livello sottostante, poco visitabile, si tratta di
un memoriale.
La chiesa è divisa su due piani, con quello inferiore seminterrato, che ricorda un podio classico.
Si accede al piano superiore oggi dalle due rampe di scale laterali, mentre originariamente
esisteva una scala laterale a sinistra. Anche le cinque aperture del portico in facciata sono
frutto del restauro. La parte superiore della facciata è originale e ricorda un'elaborazione del
tempio classico. Facciata tripartita, tetrastila, chiusa da un timpano.
Due possibili riferimenti: Spalato (il cortile), arco di trionfo.
I molti problemi dell'edificio: la terra paludosa rende impossibile la costruzione di un'edificio in
questo punto. Quindi viene realizzata su due diversi livelli, quello inferiore selva di pilastri
di fondazione, quello superiore coperto forse da una cupola, al quale si accedeva tramite scale.
Elementi innovativi: elemento semicircolare che spezza la continuazione del timpano, sistema
di bucature, una sorta di loggia aperta sull'esterno.
Elementi di dettaglio: partito alla romana, sopra porte ioniche con grandi plutei marmorei.

Non interrompe i rapporti con i Gonzaga. Ludovico ha l'idea di ricostruire la più importante chiesa
di Mantova. Rappresenta una delle reliquie più importanti, in due ampolle conservava del sangue preso
dalla croce. Durante la storia era diventata una chiesa benedettina, quindi reliquia importante per i
pellegrini → aspetto economico e di importanza per la cristianità. La reliquia veniva conservata
all'interno di una cripta e poi esposta in una loggia.
Lo scopo della ricostruzione era quello di ospitare molti pellegrini.
• Si tratta della chiesa di Sant'Andrea. L'Alberti morirà poco dopo aver mandato il modello, non ci
sarà lui in cantiere → dubbio su di chi sia l'edificio e quante trasformazioni abbia subito.
È una chiesa decisiva per la storia dell'architettura per le caratteristiche insolite dell'edificio: volta
a botte cassettonata continua, idea di avere una direzione precisa tra ingresso e
presbiterio. Può averla vista negli spazi di passaggio come ad esempio negli archi di trionfo.
Nelle cappelle lateriali abbiamo altre volte a botte che lavorano in maniera perpendicolare.
Ha tre cappelle per lato alternate ad altre tre sistemi di cappelle (simile alla Basilica di
Massenzio), questo genera un ritmo alternato di spazio grande ad arco e piccolo trabeato
(come nella facciata della chiesa, arco di trionfo) travata ritmica.
La facciata presenta un elemento con volta a botte cassettonata, ombrellone, sopra al
timpano, dentro c'è una finestra che dà luce alla navata centrale e sotto all'ombrellone ci
sono dei locali. È un corpo addossato alla facciata. Descritto come luogo di riunione e di
esposizione per la reliquia.
Mantiene anche la presenza di una cripta, suggerita dai quattro corpi scalari presenti nel
transetto che salgono e scendono in altezza.
Mantova è povera di materiale lapideo verrà costruita una fornace nei pressi del cantiere.

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I palazzi

Le residenze sono prevalentemente ubicate all'interno delle mura cittadine. La residenza più
ricorrente è la casa a torre. Vi è anche l'isolato stretto e allungato con un affaccio su strada
limitato e i terreni retrostanti hanno un valore ridotto. Si tratta del lotto gotico, tra
loro ciechi.
La casa a torre cresce in altezza, hanno delle aperture disassate, nascono in maniera casuale.
• Un'architettura di passaggio tra il medievale e rinascimentale Palazzo
Davanzati, permette una distribuzione di spazi attorno a una zona aperta, una
sorta di domus romana.
• Il Palazzo Pitti, anticipa palazzo fiorentino →
sviluppo su tre piani, il primo per la finanza,
deposito ecc. (alcune volte con grande loggia),
piano nobile della residenza, ulteriore piano per
eventuale servitù e ospiti. Seconda caratteristica
disposizione allineata di aperture e la terza è la
simmetria nella facciata con un portale centrale.
Ultima caratteristica rivestimento lapideo della
facciata.
• Palazzo Medici, codifica un po' questa
tipologia. Presenta molte
caratteristiche che ritroveremo nei
palazzi del '400 e '500. Il piano terra è
organizzato attorno a un cortile (per i
monasteri e conventi si parla di
chiostri), diventa luogo di
rappresentanza del palazzo. Porticato
con volte a crociera, organizzato da
archi su colonne. La parte del portico
superiore è più larga di quella
sottostante. È coperto da una volta a
botte lunettata.
Vestibolo di ingresso coperto da volta a
botte (come domus romana) che immette
nella casa. La scala è direttamente
connessa al portico → percorso
lineare. Idea di grande cornicione.
Leggerezza mano a mano che si sale.
Bifore finestre.
• Palazzo Strozzi, un'altra particolarità
del palazzo fiorentino e
rinascimentale. Un palazzo isola,
ovvero isolato da altri
edifici, il quale occupa un intero isolato. Idea di chiusura verso
l'ambiente urbano. Cortile di forma rettangolare, sempre archi su colonne, doppio
cromatismo.
• Palazzo Piccolomini, rispetto alla tradizione
brunelleschiana negli archi su colonne manca
l'elemento strutturale che sostiene la trabeazione.
Finestre crociate.

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• Palazzo Ducale di
Urbino, rappresenta quasi
una città. Abbiamo un
ordine nel cortile interno,
angolo risolto con un
pilastro a L al quale
vengono addossate due
semicolonne. Il fregio
presenta scritte
dedicatorie come nella
facciata di Santa
Maria Novella. Il capitello è ben curato, come all'antica, d'ordine trionfale.

• Palazzo Venezia, Roma, promosso da


un cardinale. Oggi si presenta in
maniera diversa da quella che
doveva essere in origine.
Rivestimento intonacato. Termina
con nervature/beccatelli, non hanno
una funzione strutturale (come il
Palazzo della Signoria di Firenze).
Altra caratteristica è la torre, in linea
con la stanza da letto. Residenza di
papa Paolo II.

• Palazzo della Cancelleria, palazzo che ingloba una chiesa.


Portico loggiato e parte sommitale: tre livelli.
Completamente rivestito di marmo, muratura isodoma.

• Palazzo Rucellai, Firenze.

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I seguaci di Brunelleschi
1- Michelozzo; vicinissimo a Cosimo de Medici tanto
da seguirlo nel suo esilio a Venezia. Per i medici
eseguì
l’ampliamento dei convento di S.Marco dove per
l’organizzazione funzionale delle parti risalta la
successione degli spazi attraverso le intelaiature
architettonichesemplificazione linguaggio Brunelleschi.
La biblioteca si articola su tre navate, la centrale
minore (luogo di percorso) e le laterali maggiori (per lo
studio e gli stalli dei libri); è intesa come una scatola
qualificata dalla successione di colonne ed archi
sui quali si sviluppa la volta a botte dello
spazio centrale e le volte a crociera degli spazi
laterali.
Michelozzo si dedicò anche alla sistemazione di
diverse ville medicee dove l’organizzazione degli
spazi interni-esterni è in rapporto sia funzionale sia
visivo con l’ambiente esterno. Realizza poi la villa-castello dove gli elementi militari sono
trasformati in elementi formali. Cosimo gli affida anche il suo palazzi, Palazzo Medici a Firenze
e a Milano realizzerà il palazzo del Banco dei Medici e la cappella Portinari in S.Eustorgio.

2- I da Maiano (Giuliano e Bendetto);


- Giuliano costruì ad Arezzo il chiostro di S.Flora e di
S.Lucilla. si dedicò a Palazzo Spannocchi a Siena che deriva
dal prototipo di Palazzo Medici per quanto riguarda
l’impostazione generale, ma cambia il disegno del bugnato.
Realizzò poi il Duomo di Faenza evocando nella pianta il
S.Lorenzo di Brunelleschi, ma
discostandosene nell’alzato. Lo spazio diviso in modo rigido da
campate quadrate con volte a vela divise da archi su pilastri
alternati a colonne. La lezione dell’Alberti si fonde con la
tradizione romanica locale. Dal 1477 è presente nel cantiere
della basilica di S.Loreto. va ad Urbino dove chiede a
Lorenzo il
Magnifico una pianta del Palazzo; nel 1484 è a Prato per la costruzione della Madonna delle
Carceri; a Napoli produce opere molto mature.
- Benedetto si forma accanto al fratello e ne segue le tappe. Parte con il portico di S.Maria delle
-
Grazie ad Arezzo tratto come un’architettura provvisoria. Lavora probabilmente a Palazzo
Strozzi a Firenze; si pone come un cubo le cui superfici bugnate a cuscino, divise nei piani
da marcapiani, mostrano una mano decisa a rendere l’immagine violenta.

3- Il Cronaca; permanenza a Roma. Subentra a Maiano nel


cantiere di Palazzo Strozzi e lo completa con il cornicione. Fu
presene in molti cantieri fiorentini (S.Maria del Fiore, Palazzo
Vecchio) e gli fu riconosciuta una grande abilità tecnica. Lavora con
Giuliano da Sangallo per la Sagrestia di S.Spirito e realizza poi
S.Salvatore al Monte in cui evidenzia il tentativo di essenzialità.
Navata unica che termina con un coro piatto separato da un arco
di trionfo. Con una serie di cappelle
sollevate da gradini che si affacciano sulla navata tramite archi inquadrati
da paraste. Le campate sono riprese al piano superiore dove si aprono
finestre con timpani alternati (rettang. Semicirc.) una trabeazione
senza fregio separa le due zone; unico ordine una sorta di dorico.
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Facciata semplice a due piani; sotto una sola porta, sopra 3 finestre a
edicola, solo la centrale reale. Una cornice separa le due zone e forma
una sorta di attico a disegno
trapezio con i lati che individuano le cappelle. Un timpano triangolare chiude il prospetto.

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4- Giuliano da Sangallo; realizza la villa di Lorenzo il


Magnifico a Poggio Caiano; dal 1480 mostra nel
programma e nelle soluzioni distributive e formali la
concretizzazione di ideali umanistici dell’ambiente
mediceo. Rapporto con la tradizione letteraria antica;
rapporto con il territorio. Podio di pianta quadrata,
porticato a cui si accedeva con due scale rettilinee
due blocchi paralleli e collegati fra loro da un nucleo
centrale = salone (con volta a botte) che occupa due
piani in altezza. Tutto si organizza geometricamente
secondo il quadrato. Tempio classico in facciata una
delle migliori soluzioni formali del rinascimento
(ripresa anche da Palladio).
1484/1498 realizza S.Maria delle Carceri a Prato;
pianta a croce greca organizzata intorno al quadrato
centrale dominato dalla cupola percorsa da costoloni che
definiscono lunette traforate da oculi. Molto decorata.
Piano inferiore paraste doriche marcano gli angoli, piano
superiore stesso
ritmo di paraste ioniche. Fronti conclusi con timpani regolari. Rievocato romanico tostavo
nelle riquadrature di marmo in facciata. Si occupa poi del cortile del palazzetto della Scala; del
vestibolo della sagrestia di Santo Spirito. A Poggio a Caiano realizza poi la villa medicea
(che come nel vestibolo di S.Spririto non presenta legame sintattico tra le colonne e le
membrature principali del disegno della volta posta su un architrave continuo.)

5- Francesco di Giorgio Martini; scultore e pittore poi


architetto e ingegnere. Lavora ad Urbino, Montefeltro. Egli
costruì ad Urbino la chiesa di S.Bernardino progettata come
un’aula terminante in un vano con 3 absidi. È una chiesa
con impianto composito (longitudinale centralizzato). La
terminazione è sormontata da una cupola internamente
emisferica. Egli cerco di fondere la basilica civile con il
tempio/sacello.
S.Maria delle Grazie pianta a croce latina e rinuncia ai rapporti
proporzionali anche nell’elevato. La struttura della chiesa
consiste in una navata affiancata da due cappelle laterali con un
transetto e una cupola all'intersezione dei bracci uguali del
presbiterio.
V’è una cupola a padiglione (realizzata dopo la sua morte) posta
su un tamburo traforato da finestre. Egli va poi a Milano e
partecipa alla costruzione del duomo di Pavia.

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30. Architettura Quattrocento a Milano

Cronologia politica quattrocento milanese Visconti


• 1385 Gian Galeazzo Visconti
• 1412 Filippo Maria Visconti duca dopo l’assassinio di Giovanni Maria da parte di una congiura nobiliare
• 1421 Filippo Maria Visconti conquista Genova
• 1422 Sconfitta degli Svizzeri e conquista alta valle del Ticino
• 1425 Conquista di Imoli e Forlì. Lega antivisconti (Firenze, Venezia, Savoia, Ferrara, Mantova e Monferrato)
• 1433 Pace di Ferrara. Milano cede a Venezia Bergamo e Brescia
• 1444 Francesco Sforza sposa Bianca Maria Visconti
• 1447 Alla morte di Filippo Maria Visconti viene proclamata la Repubblica Ambrosiana
• 1450 Francesco Sforza (Attendoli) duca di Milano
• 1454 Pace di Lodi e formazione della Lega italica
• 1464 Ferrante d’Aragona dona il ducato di Bari a Sforza Maria Sforza
• 1466 Galeazzo Maria Sforza alla morte di Francesco
• 1476 Assassinio di Galeazzo Maria
• 1476 Gian Galeazzo Maria Sforza sotto la reggenza di Bona di Savoia
• 1477 Congiura contro Gian Galeazzo. Ludovico Sforza, zio, è esiliato
• 1484 Gian Galeazzo sposa Isabella d’Aragona
• 1491 Ludovico il Moro sposa Beatrice d’Este
• 1492 Muore Lorenzo il Magnifico
• 1499 I Francesi si accordano con Venezia per la divisione del Ducato e lo conquistano

Il quattrocento milanese si divide in due periodi principali:


• Periodo che va da Giangaleazzo Visconti (1385-1400) e il crollo di Ludovico il
Moro (1499).
• Giudizio negativo della storiografia Ottocentesca rispetto agli stereotipi di un rinascimento
italiano (contrapposizioni tra conservatorismo e avanguardia, tra espressioni tardogotiche e
rinnovato linguaggio toscano)
• Ancora molte incertezze nell’attribuzione dei progetti o nel riconoscimento della paternità delle
opere (scarsa documentazione per incarichi e pagamenti a progettisti, no disegni, no modelli)
• Sono privilegiati due periodi:
Francesco Sforza (1450-66): Ospedale Maggiore
Cappella Portinari
Castello Sforzesco
Ludovico il Moro: Santa Maria delle
Grazie Piazza di Vigevano
Canonica Sant’Ambrogio
Santa Maria presso San Satiro

Rispetto questo periodo importantissimo abbiamo pochissimi documenti e scritti che ci possano
testimoniare le caratteristiche e le tendenze di questo periodo; specialmente riguardanti due artisti
(Filarete, Bramante).
• Dalla Pace di Lodi (1454) sino alla fine del
secolo periodo di stabilità: il Ducato va da
Bellinzona a Pontremoli, comprende Parma e
Piacenza.
• Milano è sede di corte
• Corte milanese accoglie un universo variegato di
architetti; non chiaro programma autocelebrativo, fatto
da episodi (differente da quello della vicina
Mantova).

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A Milano vi sono i migliori bombardieri, i migliori orefici, tanto da farla sembrare una capitale “ante

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litteram”. Milano è sede di corte e quindi affida all’architettura e all’arte un ruolo di potere notevole;
Sforza va a realizzare delle grandi opere architettoniche che vadano ad esaltare il suo potere.
Il ducato di Milano per tutto il ‘400 è un ducato estesissimo, si estende dal Ticino (possedimenti dei
Grigioni/Elvetici).

Questo periodo è caratterizzato da particolarità che vado a caratterizzare lo stato:


• Particolarità:
1. Un contrasto tra le forme tardogotiche e quelle rinascimentali (dialettica tra committenti, tra
architetti milanesi e non, tra maestranze milanesi e non).
Determinato da:
a. La continuità con alcune importanti fabbriche trecentesche e con la tradizione costruttiva e
formale di alcuni ordini religiosi.
b. Committenti non milanesi (banchieri e ambasciatori)
c. Arrivo di artisti toscani (Filarete, Benedetto Ferrini); questo non permette una completa
adesione ai canoni delle varie architetture provenienti da tutta Italia
2. La tradizione “solariana” (Giovanni, Guiniforte e Pietro Antonio): Tiburio del Duomo, Certosa di
Pavia, Ospedale maggiore, San Pietro in Gessate, Santa Maria del Carmine, Santa Maria delle
Grazie,
Castello. Questi sono in grado di portare avanti grandi cantieri; la famiglia Solari è fondamentale
per la storia dell’architettura perché testimonia che la Lombardia è in grado di formare delle famiglie
così abili a
livello edile e architettonico. Questa famiglia suddivide al suo interno i vari eredi in modo da spartirli in
base alle necessità del cantiere.
3. Il fenomeno dell’Osservanza francescana (Lugano, Bellinzona, Monza, Como, Missaglia, Novara,
Varallo, Caravaggio). Questi piccoli edifici con conventi annessi vengono costruiti in tutti i piccoli paesi
annessi.
3. Il cantiere del Duomo di Milano (concorso tiburio)si tratta di un cantiere che prosegue per
tutto il 400; esiste un grande cantiere di pietra che ha necessità differenti (ci si deve preoccupare
che vi siano tutte le possibilità per far arrivare il materiale e che vi siano maestranze qualificate
per lavorarlo).
4. Gli elementi più identificativi della tradizione lombarda sono stati conservati anche nel
Quattrocento e Cinquecento (vi è un richiamo al genius loci)
- tiburio  Bramante (ad esempio) userà in modo continuo il tiburio per la realizzazione di grandi coperture
- sistema della galleria interna ed esterna
- modulo quadrato; gran parte delle architetture risentono a
quest’impostazione (ripresa da S. Ambrogio).
- sincerità strutturale
- forte tradizione romanica (San Satiro, San Lorenzo, San Giovanni, San
Gregorio, Sant’Aquilino, Sant’Ippolito) riprese in piccole costruzioni
(S.Magno Legnano)
5. La particolare organizzazione del lavoro edile e la tradizione costruttiva;
(ripresa dei maestri comacini)
6. L’arricchimento fantasioso e decorativo delle architetture (uno dei caratteri
tipici dell’architettura lombarda); contrasto Cappella Portinari (cappella
finemente
decorata), mentre nell’esempio fiorentino abbiamo solo un contrasto tra intonaco
bianco e altri colori.
A metà del ‘400 esiste un’incredibile tradizione architettonica decontestualizzata
grazie al cardinale de Castiglione S.Maria in Villa che richiama in modo
particolare la tradizione fiorentina.

Famiglia Solari
• Marco da Carona (1393)
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• Giovanni (1400c.-1481)
• Guiniforte (1429-1481)
• Pietro Antonio (1450-1493)

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• No eccezionalità virtuosistica delle soluzioni strutturali, ma compattezza strutturale.


• Buona competenza tecnica e strutturale
• Capacità nell’organizzazione di un cantiere (sono molto abili nella conduzione dei cantieri
evitare imprevisti, no pause, no perdita di denaro)
• Spazi unitari impianti basilicali
• Nessun sperimentalismo della pianta centrale
• Spazi geometrici elementari
• Doti di assoluta efficienza organizzativa e di alta professionalità
• Errore valutarli nel confronto con altre esperienze rinascimentali

Linguaggio:
• Modulo del quadrato
• Abbandono del sistema alternato
• Campata-Crociera
• Crociere costolonate archiacute
• Cappelle seriali tutte uguali
• Compressione del transetto
• Colonne al posto di pilastri compositi
• Aperture ogivali
• Mattoni a vista
• Sostegno appeso
• Campiture di intonaco bianco per aperture in contrasto con inserti pietra e laterizio
• Ruolo importante della pittura

• Sottolineatura membra strutturali
(idea sincerità strutturale)

Un esempio importante è Santa


Maria delle Grazie, Milano.

Vi sono i capitelli che si devono


innestare sulle colonne, sono preceduti da archi ogivali e vi sono le lesene “stampelle”
che vanno a rinforzare la struttura.

S.Pietro in Gessate, Milano: architetture unitarie e compatte (perchè si tratta di cantieri unici).
Gran parte di queste chiese sono state poi restaurate nel corso dell’800 provando a
dare unitarietà come per esempio a S.Ambrogio e ristrutturate anche dopo la II
G.M.

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Castello Sforzesco, Milano:


Demolita, come si è detto, nel corso dell'Ottocento, la
cinta di fortificazioni più esterna, detta "Ghirlanda", ciò
che oggi si
vede del castello è la parte più antica, di edificazione
trecentesca e quattrocentesca. Questa struttura ha pianta
quadrata, con lati della lunghezza di duecento metri circa. I
quattro angoli sono costituiti da torri, ciascuna orientata
secondo uno dei punti cardinali. Le torri Sud e Est, che
incorniciano la facciata principale verso il duomo,
hanno forma cilindrica, mentre le altre due, che
incorniciano la facciata verso il parco, hanno pianta
quadrata e sono dette
"Falconiera" la Nord e "Castellana" la Ovest. Tutto il
perimetro è ancora circondato dall'antico fossato, ora non
più allagato.
La facciata che pospetta verso il centro della città fu edificata alla metà del quattrocento durante la
ricostruzione voluta dal Duca Francesco. Di tale periodo conservano il loro aspetto originario le due
torri laterali rotonde, rivestite di bugnato a punta di diamante, che furono utilizzate nel corso dei secoli
come
prigioni, e dalla fine dell'Ottocento ospitano cisterne dell'acquedotto. Al loro interno si conservano
ancora tracce delle segrete dove venivano rinchiusi i patrioti durante il periodo risorgimentale. Le
merlature
medioevali sono frutto del restauro ottocentesco; esse erano state infatti abbattute per far posto ai
grandi cannoni e alle artiglierie che erano issate sulla cima delle torri e rivolte a minaccia della
città, nei secoli in cui il castello ospitava la guarnigione austriaca, come si può vedere dai dipinti
dell'epoca.

Palazzo ducale, Milano: lo stampo dei Solari è


presente e particolarmente visibile  interessato
da una parziale
demolizione della sua corte. All’interno ritroviamo alcuni elementi
che contraddistinguono la presenza della famiglia Solari (bifore
ogivali e trilobate ecc..).

Fenomeno dell’osservanza: S.Maria della Pace chiesa suddivisa tra una esterna e una più interna,
tra esse vi è un arco con diaframma decorato con due cappelle; parte interna presbiteriale.

In questo periodo vi sono due grandi cantieri:


- Cantiere del Duomo: prosegue senza grandi discontinuità. Il modello viene perseguito
seguendo la tradizione gotica. Gran parte dell’archiettura nel corso del 400 è dedicata alla
costruzione delle campate e dei piloni. Le guglie e le decorazione sono aggiunte molto
più tardi.
- Certosa di Pavia: nasce come mausoleo dei visconti. Vi sono grandi contrafforti e absidi
triconiche che richiamano la tradizione precedente.
- S. Maria della passione idea delle gallerie superiori con sistema di serliano che definiscono le
diverse campate dell’edificio conventuale che risentono ancora dell’idea dei matronei presenti
in S. Ambrogio ma anche nei mausolei imperiali).
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- Gli elementi più identificativi della tradizione lombarda sono trasferiti alla nuova
architettura: - tiburio; -sistema della galleria interna ed esterna; - modulo quadrato; -
una certa sincerità strutturale

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Edifici religiosi

Impianto longitudinale
• Santo Spirito e San Lorenzo (Brunelleschi). San Lorenzo riprende schemi di origine cistercensi e
degli ordini mendicanti. Novità fondamentale nella connessione sintattica di due sistemi
dell'ordine architettonico e dell'arco. Ciò permette il coordinamento tra navata principale,
navata minore e cappelle.

Impianto “composito”
• San Bernardino (Francesco di Giorgio Martini). Costituito dalla fusione tra una parte a
sviluppo longitudinale e una parte terminale centrica, con cupola.

Impianto centrico
• Convinzione che il tipo più caratteristico di tempio avesse nell’antichità un impianto centrico a
cupola (Battistero di Firenze/tempio di Marte, Pantheon, Santa Costanza/tempio di Bacco, Santo
Stefano Rotondo, San Lorenzo a Milano o San Satiro, Anastasis)
• Equivalenza tra Cupola e volta celeste. Prima chiesa centrica: Santa Maria degli Angeli.
• Fortuna del tema delle cappelle centriche su modello della Sacrestia Vecchia a San Lorenzo.
Castiglione Olona, Bergamo, Milano….

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LA SAPIENZA COSTRUTTIVA DEI LOMBARDI.

Le maestranze sono giudicate le migliori e gli architetti migliori sono lombardi. Questi architetti si
formano nelle diverse branhe dell’arte (non esistono scuole di architettura, si diventa ingegneri e
architetti grazie alla pratica).
Gli architetti possono essere:
1. Magister a muro
2. Lapicidi e scultori
3. Intagliatore ligneo
4. Fornaciaro
5. Agrimensore
6. Bombardiero
7. Pittore
7a. Pittore prospettico

Gli ingegneri quindi rivelano diverse capacità e proprio per queste capacità, gli architetti lombardi
entrano in conflitto con gli architetti toscani e che giungono in Lombardia dal sud. Sono molto
scarsi nei confronti della conoscenza dello sviluppo architettonico o nelle scelte formali. Questo
dualismo tra cultura tardo gotica e cultura più aggiornata continua a notarsi in questi cantieri.
• tecnico-ingegneristica, progettista di macchine e ingegni con applicazioni soprattutto militari
• tradizione del magister che sa organizzare un cantiere.
• la terza è quella di ingegneri provenienti da altre arti e capaci di disegnare con un linguaggio aggiornato

Milano sente in bisogno di coprire ques’horror vacui.

Antonio Averlino detto il Filarete

- 1400c. Nasce a Firenze


- 1433 È a Roma, dove lavora alla porta di Bronzo della basilica di San Pietro
- 1447 Bandito da Roma perché accusato di un furto
- 1449 È a Venezia
- 1451 È l’ingegnere di Francesco Sforza per i lavori al Castello di Milano
- 1451 Il Duca cerca di imporlo alla Fabbrica del Duomo (dal 1452 con Giovanni Solari)
- 1454 Mandato a Cremona per un arco trionfale
- 1456 È a Firenze per vedere l’ospedale di Santa Maria Nuova
- 1457 È a Bergamo per il Duomo
- 1457 Lavora all’Ospedale Maggiore (1460 eletto ingegnere)
- 1458 È a Venezia per una casa donata dalla Serenissima al Duca
- 1461-64 Scrive il Trattato di Architettura e lo dedica a Piero de Medici
- 1465 Lascia Milano
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1433-1447: Porte bronzee di San Pietro in Vaticano


«Se Papa Eugenio IV, nel tempo che e’ liberò fare di bronzo la porta di S.
Pietro di Roma, avesse fatto diligenzia in cercare di avere uomini eccellenti a
questo
lavoro, sì come ne’ suoi tempi agevolmente poteva fare, essendo pur vivi
Filippo di Ser Brunellesco, Donatello et altri artefici molto rari, non sarebbe
condotta quella opera in sì sciagurata maniera, come ella si vede ne’
tempi nostri»
[Giorgio Vasari, Le vite de’ più eccellenti…, edizione Torrentiniana, 1550]

In questa
formella lui
ritrae sé stesso e per questo motivo verrà accusato soprattutto da va

Ospedale maggiore: crociera femminile e maschile con cortile


centrale che in origine doveva essere rettangolare ma oggi è
quadrato. Tra
letto e letto v’è una nicchia-armadio che serviva da porta oggetti.

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Cappella Portinari: piana con una scarsella quadrata con una serie di permanenze lombarde
intersecate ad influenze fiorentine. Permanenza lombarda visibile in: finestra ogivale e contrafforti
ben evidenti che segnalano la sincerità costruttiva e gugliette, piccole torri e un tiburio alla
lombardo; l’interno è molto
decorato tipico del contesto milanese in età sforzesca. Vi sono volte a vele di tipica ispirazione fiorentina.

Lazzaretto
•1468 primo progetto redatto da Elia Reina e Lazzaro Cairati (cittadella dei malati in 200 casette)
•1488 avvio della costruzione su disegno di Lazzaro Palazzi
•1511 intervento di Amadeo
•1585 Pellegrino Tibaldi realizza la cappella ottagonale di San Carlo al Lazzaretto
•1880 Demolizione ad eccezione della chiesa e di un breve tratto di mura ° 375 x 375 metri; 504 arcate,
288 celle

Viene realizzata in difesa della città dalla peste che devastano continuamente Milano.

Ogni abitazione viene occupata da una sola persona, era


interamente chiusa in muratura e contiene un letto in cui il
malato stava in quarantena (finita questa veniva tutto
bruciato). Tutte queste 288 celle si affacciavano su un
gigantesco cortile, opera
incredibile per via della sua vastissima superficie rispetto
alle costruzioni precedenti.

GIOVANNI ANTONIO AMADEO


• 1466 lavora alla Certosa di Pavia (chiostro)
• 1460 apprendistato presso Giovanni Solari
• 1470-75 Inizio committenza Colleoni (cappella, tomba di Medea, tomba di Bartolomeo)
• 1472-94 Altare San Giuseppe per il Duomo di Milano
• 1479 lavora alla facciata della Certosa di Pavia
• 1486 facciata Santa Maria presso San Satiro
• 1488 modello con Cristoforo Rocchi per Duomo di Pavia
• 1488 nomina ad ingegnere ducale
• 1490 nomina ad architetto del Duomo di Milano (Tiburio)
• 1492-99 progetto e lavori alla facciata Certosa di Pavia

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• 1494 ingegnere Santa Maria presso San Celso a Milano


• 1495 architetto generale della Fabbrica dell’Ospedale Maggiore
• 1497-1505 ingegnere Duomo di Pavia
• 1497 tiburio Santa Maria delle Grazie
• 1498 interventi progettuali all’Incoronata di Lodi
• 1505 tiburio Santa Maria dei Miracoli a Saronno
• 1508 Santa Maria della Fontana a Milano

1490 il tiburio del Duomo di Milano, minaccia di cadere e per


questo motivo fu indetto un concorso per risolvere questo
problema in cui vengono richiamati diversi architetti e
ingegneri da consultare per
risolvere la situazione. Amadeo progetta una volta a padiglione
impostata direttamente sui giganteschi archi sottostanti e nel 1500
la fabbrica del tiburio viene conclusa.

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Donato di Pascuccio d’Antonio, detto il Bramante


(Monte Asdruvaldo, Fermignano 1444 – Roma 1514)

• Bergamo, decorazione a fresco della facciata del palazzo del Podestà (1477)
• Milano, affreschi di una sala di casa Panigarola (ca. 1480-85)
• Milano, Incisione Prevedari (1481)
• Milano, decorazione a fresco di casa Fontana
• Milano, Chiesa di Santa Maria presso San Satiro (1479-83)
• Milano, chiostri e canonica di Sant’Ambrogio (1492-98)
• Milano, Tribuna di Santa Maria delle Grazie (1492 ca.)
• Abbiategrasso, arcone di Santa Maria Nuova (1497)
• Roma, chiostro di Santa Maria della Pace (1500-04)
• Roma, Tempietto di San Pietro in Montorio, (1502-10)
• Roma, Cortile del Belvedere (1504-13)
• Roma, coro di Santa Maria del Popolo (1505-07)
• Roma, Basilica di San Pietro (dal 1506)

Ci rimane poco delle sue decorazioni a Bergamo. È


un pittore prospettico, sa mettere in scena
splendidi affreschi per decorare le superfici degli
edifici. È
anche incisore e pittore. Gli fu affidata la
ricostruzione del Saccello si S.Satiro
(composizione ottoniana); pianta croce greca
iscritta in un quadrato e Bramante deciderà di
mantenere la stessa
impostazione compositiva.
Edificio annesso ad una chiesa parrocchiale la
cui costruzione è decisa in questi anni.
L’interno del saccello, rivestito estenamente da
Bramante, ha forma circolare con nicchie
intelaiate da lesene con capitelli a tesconi,
un’architrave e una cornice a
forma a croce cenrale (ottagono, croce, elemento circolare)
internamente Bramante realizza la costruzione in uno spazio di
circa 110cm di profondità il disegno di tre campate che sono le
corrispondenti della navata centrale. Lo stesso fa con il
transetto. Partito che mette in campo è il partito alla romana e
v’è una volta a botte che non centra nulla con il contesto
lombardo e vi è una
splendida cupola emisferica impostata su pennacchi. Al suo
interno conserva una serie di elementi architettonici che
rompono con la
tradizione lombarda. La cupola e la volta è a botte cassettonata. La
chiesa parrocchiale è dedicata a Santa Maria. Anche la facciata doveva essere realizzata da Bramante,
ma vi si dedicò anche Amadeo. Qui v’erano bassorilievi che vengono poi spostati. A fianco della navata
destra sorge la Sagrestia di S.Satiro, di impianto ottagonale e con partito alla romana e galleria
(tipicamente
lombarda) in corrispondenza delle lesene fuoriesce la trabeazione.

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Duomo di Pavia
- 1481 I deputati chiedono ad Ascanio Sforza di risistemare 2 basiliche esistenti e Battistero
- 1487 Scrivono ad Ascanio Sforza per il permesso di demolire le
due antiche cattedrali affermando di voler costruire un tempio
che somigliasse a quelli più belli di Roma o meglio come
Hagia Sofia
- 1488 Secondo progetto presentato ad Ascanio da
Amadeo e Cristoforo Rocchi
- 1488 (giugno) Fondazione
- 1488 (agosto) III progetto: tre architetti Giovanni Antonio Amadeo
e Cristoforo Rocchi + Bramante (?)
- 1492 compiuta la cripta
- 1497 Amadeo richiamato nel cantiere presenta un IV progetto

Ha uno splendido impianto centrale con vaso ottagolane al centro e


una serie di cappelle satelliti poste negli angoli. Si tratta di
un’architettura completamente in pietra e per questo ha bisogno di
maggiori attenzioni.

Milano, Santa Maria delle Grazie:

Bramante lascerà i lavori per questo progetto che verrà completato


da Amadeo, ma per quanto riguarda l’interno non può essere
realizzato da Amadeo (ancora legato al tardo gotico), ma
probabilmente fu realizzato da Bramante in quanto lo stile
appartiene a lui.
Il monumento funebre che si trova all’interno fu realizzato da
Solari e originariamente doveva essere posto nella scarsella di
S.Maria delle Grazie.

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Piazza di Vigevano:
in alcuni elementi richiama lo stile di
Bramante. Piazza Ducale a Vigevano è
una vasta piazza in stile rinascimentale.
La sua costruzione iniziò nel 1492 per
volere
di Ludovico il Moro come anticamera
del castello ormai trasformato in palazzo
ducale, e fu ultimata nel 1494. Egli
costruì la torre e intervenne sul castello
per volere del signore di Vigevano.

Successivamente Bramante da Urbino, quando mancano i lavori, si sposta a Milano.

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31. Architettura Cinquecento Roma 1499-1527

È codificato un modo di fare architettura e di rappresentare gli ordini architettonici che sarà alla base del
linguaggio classicista dei secoli successivi. Questo linguaggio che si forma tra il 1500 e il 1527 è molto
facile da applicare, e questo periodo è stato affrontato dalla storiografia a più riprese in quanto
“secolo d’oro” dell’architettura occidentale.
Questo periodo è caratterizzato anche da un contesto politico particolare:
- Nel 1492 muore Lorenzo Medici (il Magnifico) e da questo momento in poi cominciano ad avere
un ruolo fondamentale i papi:
- 1492-1503 Alessandro VI Antonio e Giuliano da Sangallo
- 1494 Ludovico il Moro chiama Carlo VIII per combattere
- Ferdinando I di Napoli. Isabella d’Aragona aveva
- sposato Gian Galeazzo Sforza, morto avvelenato nel
- 1494 a Pavia.
- 1499 Lega tra Luigi XII e Venezia, sconfitta del Moro
- 1503-13 Giulio II (Giuliano Della Rovere di Savona) Bramante e Sangallo
- 1513-1523 Leone X (Giovanni Medici di Firenze)
- Raffaello, Sansovino, Giulio Romano, Peruzzi e Sangallo
- 1517 Lutero rende pubbliche le sue tesi contro la Chiesa
- 1519 Carlo V, re di Spagna, re di Germania e dei Romani.
- Nel 1530 è incoronato imperatore a Bologna.
- 1523-34 Clemente VII (Giulio Medici di Firenze)
Sangallo
- 1527 Sacco di Roma

Architetti:
Anche per quanto riguarda questo periodo, si possono creare due divisioni principali partendo dalle
figure degli architetti più importanti:
1. 1500-1514: Bramante, Antonio da Sangallo il Vecchio e Giuliano da Sangallo
2. 1514-1527: Raffaello (Urbino), Baldassarre Peruzzi (Siena), Jacopo Sansovino (Firenze), Antonio
da Sangallo il Giovane (Firenze), Sebastiano Serlio (Bologna), Giulio Romano (Roma), Michele
Sanmicheli (Verona).

Temi
a) Importanza della committenza papale e della corte papale (Roma)
b) Utilizzo dell’antico con funzione simbolico-rappresentativa (papato=impero)
• Citazione di architetture dell’antico nelle nuove opere, ma anche citazione di architetture
contemporanee considerate di eguale valore di quelle antiche
• Monumentalità e grandiosità
• Recupero delle tecniche costruttive antiche

*Il problema chiave era quello di emulare l’architettura romana e degli antichi (delle grandi terme e
del Pantheon) e questo lo possono fare attraverso lo studio, il ridisegno della cultura degli antichi.
La caratteristica più importante che rappresentava il mondo degli antichi era l’abilità nell’uso
dell’OPUS CEMENTICIUM e il recupero di questa tecnica permetterà, ad esempio, la realizzazione
delle volte di San Pietro.

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Nell’opera di Raffaello, non


v’è una ripresa
dell’architettura dell’antico,
ma una nuova
architettura, sotto c’è la cultura
dell’antico (Platone e Aristotele),
ma l’architettura che viene
proposta è qualcosa di
veramente innovativo.

Bramante (1500-1514)
– Chiostro Santa Maria della Pace, Roma
– San Pietro, Roma
– Belvedere Vaticano, Roma
– San Pietro in Montorio, Roma
– Palazzo dei Tribunali, Roma
– Palazzo Caprini, Roma
– Palazzo Adriano Castellesi, Roma
– Tribuna Santa Maria del Popolo, Roma

Quando Bramante lascia Milano e torna a Roma, subito è


chiamato a realizzare il chiostro di S.Maria della Pace. Sempre
più noto alla corte papale, egli diviene l’architetto di papa
Giulio II e realizza il tempietto di S.Pietro in Montorio.

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Roma, chiostro di S.Maria della Pace.


Si trova al fianco dell’omonima chiesa, in prossimità di
Piazza Navona, è uno spazio piccolo, composto da 4
arcate per 4; queste arcate (4x4) su uno spazio quadrato
definiscono un problema nello spazio dl punto di vista
planimetrico (non si ha una dilatazione trasversale, ma
qualcosa che chiude
l’entrata. Quindi Bramante si inventa un sistema di entrata ad
angolo, che non è simmetrica e assiale, ma diagonale.

Nel piano inferiore abbiamo un partito alla romana (inusuale


per un chiostro, soprattutto per lo stesso Bramante). Egli si
distacca dalla tradizione milanese e mette le vesti dell’architetto
romano, usando il PARTITO ALLA ROMANA che era l’elemento
chiave e caratterizzante dell’architettura romana. A questo partito
segue una successione degli ordini architettonici. Nel loggiato
superiore, abbiamo un raddoppio del ritmo sottostante (a
sistema
alternato). Il loggiato sovrastante è inoltre architravato. Nel
loggiato sovrastante ritroviamo, in alternanza, sia lo stile
composito sia quello corinzio (nel capitello).

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Roma, San Pietro in Montorio. Questa chiesa


sarà fatta costruire dal cardine Cavaial (che
voleva prendere il posto di Giulio II). Egli trova
accanto a S.Pietro in Montorio, un libretto
chiamato “Apocalisse Nuova” in cui vengono
descritti una serie di fatti che sarebbero
dovuti accadere successivamente, tra cui
quello della successione di un papa molto
simile a lui. In questa occasione rifonda
questo tempietto affidando i lavori a
Bramante (che
originariamente doveva essere di forma
circolare, dentro uno spazio circolare).
Un tempietto è un martyrium, un luogo
di memoriala prima è la tholos
ipogea
circolare). È un edificio a impianto centrale,
circolare, periptero, su 3 livelli (uno
cripta), s’innalza su un crepidoma con
8/12/26
colonne. Il muro non è pieno, ma presenta
delle nicchie, alternate nella muratura
esterna e quella interna. Alla cripta
sottostante si accede con una scala esterna
in cui si trova un buco quadrato che richiama
la crocesimbolo
della crocefissione di S. Pietro. L’ordine è dorico (ripreso dalla Basilica Aemilia) e diviene il dorico
canonico che da questo momento viene codificato dai trattatisti e diverrà il nuovo modo di fare
dorico. Le metope non sono lisce, ma decorate con immagini tratte dalla liturgia. Queste colonne
sono monolitiche, con
un’entasi e hanno una ribattitura (la loro ombra) viene presentata anche sulla muratura interna
dell’edificio. È coperto da una cupola estradossata (gettata sul modello degli antichi) pur avendo sempre
usato il tiburio. Internamente il ritmo cambia perché corrisponde al ritmo esterno e sopra abbiamo
una cupola su tiburio finestrato.

San Pietro, Roma

Nel 1503 Giulio II diviene papa, è uno dei papi


più significativi della storia del 500 e uno dei più
grandi committenti. Appena eletto papa decide di
farsi costruire un enorme mausoleo e tra il
1503/1505 affida questo compito a Michelangelo
(progetto mai finito). Contestualmente l’idea di
farsi costruire
questa tomba contornata da statue, egli chiede
a Bramante e a Giuliano San Gallo
(architetto più affermato lavora per i
Medici) di riprogettare S.Pietro, non
modificando la parte absidale, ma
rifondarla completamente.
Voleva creare un luogo sepolcrale e affiancarlo al
luogo della tomba di S.Pietro (volontà celebrativa e
autoreferenziale molto forte).

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Tutto parte da questo progetto (agli Uffizi) su pergamena e progettato da Bramante (anche firmato), ma
egli disegna solo la metà di un progetto ipotetico (questa è la parte terminale o quella d’ingresso),
ma si

presume che sia la metà simmetrica di un progetto. La chiesa più significativa e meta di tutti i
pellegrinaggi si trasforma da impianto longitudinale a impianto
centrale.
Questa chiesa ha impianto centrale, a croce
greca iscritta in un quadrato con quattro
bracci
terminanti in absidi. Tutto è costruito in
funzione del centro, dove vi sta la cupola che
sormonta la tomba di S.Pietro (Bramante si
immagina la cupola più grande di quella del
Pantheon). Questa cupola è contornata da 4
altre cupole negli angoli del quadrato. È
costruita in opus cementicium (novità
strutturale) e inoltre s’imposta in uno spazio
ottagonale irregolare (con i lati diversi). I
pilastri
che sorreggono la cupola sono “a coda di rondine”,
tagliati trasversalmente. La cupola centrale, è più
larga della navata centrale (novità del 1504 di Bramante). Questo può farlo solo grazie al sistema dei
pilastri tagliati (in diagonale). Negli angoli abbiamo le cupole con un altro gioco di rimando ad altri spazi
ottagonali che corrispondono a 4 torri/campanili (ripresa di San Lorenzo).
Nel 1506 la cappella del presbiterio prende il nome di Cappella Iulia (in onore di Giulio II). Bramante
inoltre disegna una nuova chiesa a 5 navate, le due più strette a fianco a quella centrale, vanno a
picchiare contro i piloni della cupola. Diviene quindi una chiesa a 5 navate in ripresa delle basiliche.
Internamente, grazie ai deambulatori presenti, si crea un percorso (ripresa del Duomo di Milano e
di San Lorenzo).
Vedendo oggi S.Pietro si rivede perfettamente lo schema che lo stesso Bramante aveva disegnato per
la costruzione di questa chiesa; essa conserva al
suo interno le tracce di una serie di
modifiche che testimoniano il passaggio e i
cambiamenti apportati dai diversi architetti
che si
dedicarono a quest’architettura. Nei
sotterranei, oggi vi sono ancora le basi
delle colonne della basilica
costantiniana.
Giulio II non è però completamente soddisfatto
di questa chiesa e chiede a Bramante di
creare un passaggio per la sua passeggiata
quotidiana verso la zona del Belvedere (villa di
Innocenzo VIII, zona più rialzata che
permetteva di avere un’aria migliore rispetto
a quella che si aveva nella residenza papale
ufficiale Vaticano). E Giulio II chiede di
unire S.Pietro e la zona del
Belvedere; ha in mente una via di 1000
passi, una strada, e chiede la realizzazione
di questa via a Bramante a partire dall’unico
documento
rimasto (la medaglia). E quindi Bramante va a realizzare la via perpendicolare alla
Basilica di S.Pietro (cortile di circa 100m per 300m). Giulio II chiede di realizzare
una strada dalla sua stanza fino alla villa del Belvedere, ma il papa
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abbandona successivamente la zona degli appartamenti Borgia e si sposta nelle


stanze Vaticane, allora Bramante, sposta e rialza la strada per riportarla in
quota.

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Questo cortile del Belvedere


serviva come teatro all’aperto
(circo),
modellato sul palazzo di Cesare
(tempio della fortuna Primigenia) 
questo vuol dire che
quest’architettura
gareggia con l’antico (antichi sii
dei modelli di riferimento, ma
anche stimoli per andare oltre).
Vi era un
ninfeo e una grande nicchia del cortile.

Abbiamo diversi ordini


in basso toscano, poi
sovrapposto l’ordine ionico
e infine quello corinzio.

In facciata abbiamo il partito alla romana dorico. Sui lati abbiamo un sistema a serliane concatenate
con spazi grandi e piccoli alternati
(richiamo all’arco di trionfo). Vi è
poi una piccola torre con una
scala a rampa (ci può salire
chiunque e
nell’antichità il papa si muoveva
a cavallo o su una mula), e
mantenendo la stessa trabeazione
e la stessa altezza egli va ad
inserire
tutti gli ordini architettonici. Nella
parte più esterna, il cortile diviene
anche la zone di protezione del
papa, inoltre da S.Pietro parte
anche un
“biscione” coperto che porta a
castel Sant’Angelo (castello dove il
papa si rifugia durante il sacco di
Roma del 1527. Il palazzo che
demoliscono si
trovava sulla dx della via
principale che torna a san
Pietro e viene
costruito il palazzo Caprini (uno dei
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più importanti modelli architettonici). Abbiamo novità strutturali:


- Al piano terra abbiamo botteghe (classiche botteghe romane viste anche nei fori antichi); si
tratta di un palazzo che qualcuno si fa costruire e decide di destinare il piano terra a
botteghe per trarne
anche profitto. Il piano terra è un bugnato realizzato in intonaco.
- Il primo piano è il piano nobile con colonne binate e realizzato in laterizio intonacato;
non sono semicolonne in pietra, ma in laterizio e poi decorato.

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Per realizzare tutto ciò in laterizio e non in Pietra ci si mette la metà del tempo.

Egli costruisce anche Via Giulia, realizzata da una serie di


palazzi, tra cui:
- Palazzo Tribunali abbiamo grandi torri in facciata, con torri
ad angolo (successivamente ridimensionate) e a sistema
merlato con funzione di protezione. Anche nel Palazzo dei
Tribunali, come nel palazzo Caprini (modello), era presente
un piano terra, con un un possente bugnato al livello più
basso, caratterizzato come alto basamento dell'ordine che
doveva scandire la facciata con colonne a rilievo. Tale livello
era costituito da piano terreno destinato a botteghe, con una
lunga panca di via tra le aperture, e da un piano ammezzato
compresi nel basamento bugnato. Il piano nobile presentava
archi inquadrati dall'ordine, secondo
una concatenazione classica molto utilizzata da Bramante. La pianta dell'edificio, ci mostra
come gli angoli fossero sottolineati da una sorta di torrette

I papi tra il 1514 e il 27, vogliono spostare la loro residenza in una zona più centrale di Roma,
allora il papa chiede ad Antonio da Sangallo di realizzare un piano per lo spostamento della sede
papale (palazzo papale) vicino alla piazza Navona (un palazzo vicino ad un circo). Il papa vuole essere
il nuovo imperatore di Roma. Questo palazzo non verrà mai realizzato (oggi palazzo Madama) e dei
sistemi di residenze attorno alle quali vengono costruite delle chiese delle altre nazioni che
andavano a costituire le assemblee.

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RAFFAELLO (1483-1520)

Si forma ad Urbino e si dedicò alla realizzazione di un gran numero di opere. Egli svolge la funzione di
architetto dal 1514 al 1520 e opera architetture in cui mette in campo soluzioni tra loro molto
diverse, quindi non si può parlare di un vero linguaggio di Raffaello.
Fama di Raffaello soprattutto come pittore. Ma le sue opere architettoniche non sono per niente marginali.
Importante ruolo delle sue architetture dipinte che costituiscono l’unico precedente all’attività
architettonica (Sposalizio della Vergine, Scuola di Atene, Incendio di Borgo, Cacciata di
Eliodoro).
Attività architettonica tra il 1511 e il 1520. Soprattutto dopo 1514-16. ma colpito da damnatio memoriae
(opere non completate, demolite, pochi documenti, pochissimi disegni, scarsa fortuna
storiografica). Enorme distanza tra le prime opere (Chigi) e le ultime, con la straordinaria eccezione
della cappella in Santa Maria del Popolo.
Impossibile separare l’opera di Raffaello dalle strategie urbane e politiche pontificie nella Roma di primo
Cinquecento.
Due punti nodali su cui la critica insiste:
1) il continuo modificarsi del suo linguaggio;
2) come partecipe delle strategie di potere e delle implicazioni ideologiche della Roma di Giulio II e di
Leone X, dove prende forma e corpo.

La grande fabbrica che ci fa capire l’importanza delle opere di Raffaello è quella di Villa Madama, Roma.

Si tratta di una villa che Leone X decide di farsi costruire fuori dal Vaticano, in un luogo non
centrale, ma sotto le pendici di Monte Mario e a fianco dei campi del foro Italico e in linea retta
(2km) abbiamo la villa del Belvedere. Su questo luogo il papa chiede di progettare una grande villa di
otium per coltivare le proprie passioni (come imperatore) e questa villa non può non avere un teatro;
al centro vi è una cortile circolare (S.Pietro in Montorio, Villa Adriana) oggi imitato a Granada
(palazzo di Carlo V). Di questa villa viene
costruita solo la parte dx con gli appartamenti invernali e nella parte sottostante Raffaello progetta le
cucine, le saune e piccoli spazi termali su modello dell’antico. La parte sopra presenta teatri e atri per
accogliere gli ospiti. Presenta un peristilio antistante (ripresa antico). Verso il Tevere, vi è un sistema di
logge e a serliana (Spalato), richiamo anche della muratura che cinge e fortifica la villa.

Per la famiglia dei Chigi Raffaello costruisce una piccola cappella a impianto
ottagonale con grande cupola centrale e nicchia interna (riproposizione dello
spazio centrale della basilica di San Pietro). Internamente vi è tutta una serie
di marmi all’antica.

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Sulla fabbrica di Raffaello a San Pietro, tutto ciò che sappiamo è che lui è
più propenso verso un impianto longitudinale.

Sant’Eligio degli Orefici è una piccola chiesa realizzata da Raffaello per una
congregazione. Vi è sempre un motivo a serliana e di cupola contro un muro.

Si dedica anche alla decorazione delle Logge Vaticane.

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Baldassarre Peruzzi (1481-1536)

1481 Nasce ad Ancaiano vicino Siena da una famiglia


fiorentina 1501-02 Lavora per Agostino Chigi nella villa Le
Volte
1503 È a Roma dove lavora con il pittore Pietro Andrea da
Volterra 1506 Villa per Agostino Chigi, Roma
1511 Palazzo del cardinale Riario (Episcopio) ad Ostia
1515 Inizia a lavorare per Alberto III Pio a Carpi (facciata della cattedrale, Duomo, Palazzo, San
Nicolò) 1517 Concorso per la chiesa di San Giovanni dei Fiorentini
1520 Dopo la morte di Raffaello è architetto a San Pietro
1520 Lavori alla chiesa e al Palazzo Orsini a Bomarzo
1522-23 Lavora a Bologna (cappella Ghisilardi in San Domenico, portale di San Michele in Bosco,
Palazzo Lamberini, San Petronio)
1523-24 Villa Trivulzio a Salone
1524- Tomba di Adriano VI, chiesa di S. Maria dell’Anima a Roma
1527-32 Lavora a Siena (Fortificazioni, San Domenico, Duomo, San Sebastiano in Vallepiatta, case in via
Fusari 3-7, Palazzo Francesconi, castello di Belcaro)
1532-36 Lavora a Roma (San Pietro, palazzo Massimo alle Colonne)
1536 Muore a Roma

OPERE PRINCIPALI:

- VILLA FARNESINA: questa villa ha uno schema a C; una grande parte centrale dedicata alla
residenza e lungo le ali vi sono i vari appartamenti o i locali di servizio. Peruzzi progetta
questa loggia con un sistema di gradini come se fosse una piccola cavea per le
rappresentazioni. Le finestre si aprono
-
all’interno del fregio. È inoltre presente un sistema di ordine dorico su dorico.

- Vi è un partito alla romana lunghe arcate su


lesene. È una villa suburbana, non luogo di
residenza, ma solo luogo di svago.

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- PALAZZO MASSIMO DELLE COLONNE, ROMA: è un palazzo molto particolare e nel 1527 viene
bruciato nel sacco di Roma, ma ricostruito dalla famiglia. Sono 3 fratelli che decidono di
costruire un palazzo ciascuno. L’erede principale mantiene la posizione del palazzo bruciato.
Pianta generale con cui Peruzzi realizza il nuovo palazzo.
In facciata abbiamo un vestibolo.
Ho un sistema di colonne trabeate; abbiamo una variazione di ritmo data dall’importanza di
sistemi che sorreggono la struttura.
Ho un’accelerazione di
elementi, di ritmo verso
il centro. Accentua
questo passaggio verso
l’ordine
centrale. Questo palazzo è
interamente rivestito di
bugnato, tutta la superficie
è impostata sull’opera
isodoma
del palazzo di Augusto. Tutto
è affidato al bugnato.
Peruzzi sposta attenzione
sul tentativo di ricreare una
nuova
architettura sulla base
dell’antico.
Il 400 guarda continuamente l’architettura degli antichi, mentre il 500 guarderà il primo 500 che
a sua volta aveva guardato all’architettura antica presa come modello chiave.
Il cortile interno di questo edificio è molto piccolo, con ogni facciata diversa e con ordine
ionico, dorico (ma questo non ha il fregio), ma mette le guttae nell’architrave. Fa una sorta di
trabeazione contratta, perché sopra deve aprire delle finestre a bocca di lupo per dare luce
all’interno.
Sono tutti piccoli dettagli che ci fanno capire che questi architetti hanno una cultura molto
elevata e che stanno giocando con gli elementi architettonici.

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I Sangallo
“sette sangallesca”, si tratta di una tendenza a normalizzare il linguaggio dell’architettura riducendo
l’esperienza creativa all’elaborazione di pochi tipi fondamentali.
Caratteristica principale: costante e assiduo impegno professionale.

Antonio da Sangallo il Vecchio lavora con il fratello Giuliano, segue i modi stilistici di quest’ultimo e poi se
ne distacca. Dopo la morte del fratello inizia attività
indipendente e rinnova il suo linguaggioadotta elementi
e soluzioni del repertorio linguistico elaborato a Roma.

Chiesa di S.Biagio a Montepulciano croce greca


(S.Maria delle carceri di Giuliano), con due ordini
sovrapposti
all’esterno, ma all’interno v’è un forte
costruttivismo nell’infittirsi delle membrature sui
4 pilastri centrali.
Abbiamo archi cassettonati su cui imposta il tiburio per la
cupola.

Palazzo del Monte a Monte S.Savino applicazione dei prototipi romani, con basamento bugnato e
finestre a edicola incorniciate da paraste.

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ARCHITETTURA DEL CINQUECENTO: 1527/1580

Dopo il Sacco di
Roma: 1. 1527-1546
Verona: Michele Sanmicheli
Venezia: Jacopo Sansovino e Sebastiano Serlio
Firenze: Michelangelo Buonarroti
Roma: Antonio da Sangallo il
giovane Mantova: Giulio Romano
Pesaro: Girolamo Genga
2. 1546-1564
Roma: Michelangelo
Genova: Galeazzo Alessi
Veneto: Andrea Palladio

1527-1546periodo in cui vengono codificate le prime norme lasciati da Bramante e Raffaello in modo
particolare. Gli architetti di questo periodo possono decidere se perseguire queste norme oppure se
rompere totalmente gli schemi e seguire le proprie idee, cercando innovazioni.
APPLICAZIONE DELLA NORMA – ROTTURA DEGLI SCHEMI

1546-1564in questo periodo abbiamo un prevalere della norma e, potremo notare come Palladio sia
il massimo esponente della ripresa della norma e della sua applicazione sugli edifici dell’architetto.

3. 1564-1580  dopo il concilio di Trento cambia la liturgia e quindi gran parte delle chiese si
adattano a questo cambiamento.
- Milano: Pellegrino Tibaldi, Martino Bassi. Fabio Mangone, Francesco Maria Richino
- Venezia: Vincenzo Scamozzi, Andrea Palladio
- Firenze: Bernardo Buontalenti, Bartolomeo Ammannati
- Roma: Martino e Onorio Longhi, Ottavio Mascherino, Domenico Fontana

Antonio da Sangallo il Giovane (1484 – 1546)

Architetto particolarmente legato alla villa papale; egli non lascerà mai Roma, nemmeno dopo il
sacco di Roma del 1527. Egli è fiorentino di formazione, vive in una cultura architettonica di altissimo
livello perché i suoi zii sono architetti indiscussi sia del panorama architettonico fiorentino, sia
Romano.

OPERE PRINCIPALI
- Villa Madama, Roma (1520-)
- San Pietro, Roma (1520-1546)
- Concorso per S. Giovanni dei Fiorentini, Roma
- Palazzo Farnese, Roma (1512-1546)
- Cappella Paolina e Sala dei Re, Vaticano (1534-40)
- Palazzo Baldassini, Roma

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S.G IOVANNI DEI FIORENTINI: chiesa con pianta centrale che va a


richiamare l’impostazione del Pantheon, anche se alla fine si
arriva a costruire un edificio normale, a 3 navate.

PALAZZO FARNESE, ROMA: si tratta del più grande palazzo del 500 e racchiude al suo interno alcuni
elementi tipici del palazzo fiorentino e alcuni dell’architettura romana. I Farnese sono molto ricchi e
hanno quindi la possibilità di comprare gran parte del terreno circostante al palazzo e abbattere gli
edifici di fronte al palazzo per la costruzione di una piazza.

ELEMENTI FIORENTINI:
1- Palazzo in isola (chiuso su sé stesso palazzo Strozzi)
2- Si organizza rispetto ad un cortile quadrato, organizzato a sua volta rispetto ad un partito
alla romana.
3- Successione di 3 ordini: dorico, ionico, corinzio preimpostati sull’ordine del partito alla romana.
L’ordine dorico presenta semicolonne, con triglifi e metope propri dell’ordine.
4- Vestibolo a 3 navate per l’accesso (fu letto erroneamente un trattato di Vitruvio da un trattatista
che disse che Vitruvio aveva scritto che l’entrata nelle domus romane avveniva attraverso un
atrio, invertendo i due elementi)
5- Scala
6- Si sviluppa su 3 piani
7- Ingresso assiale
8- Aperture perfettamente allineate
9- Vi sono marcapiani e marca davanzali che dividono i pianoricerca di orizzontalità più
che verticalità ricercata solo dal portale con sopra un balcone loggiato
10- Cornicione che chiude la costruzione (cappello che delimita)

DIFFERENZE CHIAVE:
1- Il bugnato rimane solo sugli angoli per chiudere composizione

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2- Le finestre in questo caso sono grandi, mentre nel palazzo fiorentino rimanevano alte e
piuttosto piccole. Non c’è una netta chiusura con il mondo esterno
3- Finestre timpanate alternate semicircolare e triangolare (Pantheon edicole)

Egli lavora per 16 anni ad un modello ligneo di S.Pietro. Su questo modello vengono fate un gran
numero d’incisioni.
La grande cupola che si crea si sviluppa su 2 diversi ordini

SALA REGIA, PALAZZO VATICANO: egli si dedica soprattutto agli stucchi dei lacunari.

Non è un grande innovatore, applica nel modo migliore le norme.

Iacopo Tatti detto il Sansovino (Firenze, 1486-1570)

Egli voleva seguire il re in Francia e proprio per questo motivo si sposta a Venezia.

OPERE A CUI SI DEDICA:


- Facciata effimera S. Maria del Fiore, Firenze
- Concorso per S. Giovanni dei Fiorentini, Roma
- Palazzo della Zecca, Procuratie Nuove, Libreria Marciana, Venezia
- Palazzo Corner, Palazzo Dolfin, Venezia
- Facciata di S. Francesco alla Vigna, Venezia

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-
Libreria Marciana: gli viene chiesto di costruire un luogo pubblico
che potesse contenere un grande patrimonio librario. Egli riprende
nettamente la basilica Aemiliapilastro con colonna con ordine
dorico: ci si pensa all’interno di un foro con una loggetta.
L’ultima parte è aggiunta, in quanto il cantiere si fermava alla
fine della
stecca.
Sulla facciata abbiamo un PARTITO ALLA ROMANA per il primo
ordine; sul secondo ordine abbiamo seliane inserite all’interno di
semicolonne di ordine ionico; sopra v’è un enorme frego con
festoni e piccole finestre, contornato da una balaustra che slancia
la composizione in modo orizzontale. Egli per l’interno ha in mente
di costruire un enorme spazio voltato, ma ciò non è possibile
per il
territorio veneziano paludoso. Sansovino viene accusato e
viene obbligato a risarcire i danni.

Zecca: ultimo piano costruito successivamente (ripresa di Palazzo


Caprini, Bramante). È una facciata interamente realizzata in
pietra (d’Istria, biancaVenezia ne aveva molta). Si tratta di
una facciata aperta, qui dentro di batte la moneta, ma
comunque l’edificio si apre direttamente sul bacino, sulla
porta di Venezia verso il mondo, senza ricercare alcuna
chiusura verso l’esterno. Venezia non ha alcuna
paura verso i nemici.

Loggetta del Campanile, Venezia: viene collocata alla base del campanile e riprende nettamente l’arco di
trionfo, a 3 fornici con un grande fregio che li sovrastazona, tribuna da cui il doge si affacciava al
pubblico. Opposta alla porta d’ingresso del palazzo ducale. Loggia con partito alla romana.

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Venezia, Palazzo Corner: vi sono una serie di


elementi che lo obbligano ad agire in determinati
modi, soprattutto a causa del terreno paludoso e
instabile che rende inabitabile il pian terreno degli
edifici. Inoltre Venezia è povera di suolo (c’è
poco spazio) e quindi non si possono costruire
grandi cortili o grandi spazi liberi. Inoltre Venezia
ha un modo di costruire molto particolare; non si
usano volte, se non volte fitte realizzate con
cannette di palude, ma normalmente gli edifici
hanno
coperture lignee con una struttura che
permette l’innesto del soffitto e che va a
tripartire la facciata
dove la parte centrale è occupata da un
lunghissimo salone che si affaccia su canal
grade e con un
piccolo cortile sul retro chiamato salone
passante perché lega queste due estremità.
Il modello dei due primi ordini rimane Palazzo Caprini (bugnato) tripartizione della facciata
comprensibile grazie alle finestre  pieni e vuoti.
Sul primo piano abbiamo tre aperture, sul secondo le 3 finestre sono più vicine e anche le successive
(tripartizione verticale).

Giulio Pippi detto Giulio Romano (Roma, 1499-1546)


Pittore di formazione e soprannominato romano in quanto opererà prevalentemente a Roma.
Completerà le stanze vaticane alla morte di Raffaello.
I Gonzaga lo chiamano a Mantova ed egli accetta l’invito e si reca nella città. I Gonzaga scelgono un
architetto che fosse in grado di celebrare la loro casa in quanto Giulio Romano può essere definito un
designer ante litteram. Gli viene chiesto di sistemare gli appartamenti d’Isabella d’Este e poi viene
incaricato di sistemare/ricostruire una zona scuderia in una zona chiamata teieto (immersa
nell’acqua), appena
fuori la zona di S.Sebastiano.

Palazzo Te, Mantova: situato in una zona facilmente


raggiungibile in cui si recheranno figure importanti
(Carlo V)
Per quanto riguarda la pianta abbiamo un grande
quadrato ad unico piano con un cortile centrale e una
serie di
appendici completate successivamente. V’è un cortile
non percorribile, senza portici, con 4 entrate, la
maggiore, due laterali e una loggia aperta sul giardino
e conclusa successivamente. L’idea inziale è quella
di costruire un palazzo bassofacile e veloce da
costruire. Traveste tutte le 4 facciate con un bugnato
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in pietra in spessore e stile


diverso (riprende antichi e Bramante) dove le fitte nicchie e
le lesene sono realizzate in intonaco. Internamente il cortile riprede lo stile dell’arco di trionfospazio

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piccolo-spazio grande con superfici lisce con bugnato e definisce la facciata come una sorta di “non
finito” e l’idea che riprende la caduta (tutto che crolla)egli voleva rappresentare l’edificio come un
gigntesca
rovina. È un palazzo di svago, intrattenimenti, feste, deve rappresentare una gioia, una ricchezza di una
corte. V’è una gigantesca loggia che si apre verso le peschiere con un sistema di serliane concatenate
sui lati e definiscono un andamento particolare (spazi tra loro diversi)gioco con ordini
architettonici che
presuppone una perfetta conoscenza di quest’ultimi.

Duomo di Mantova: brucia e occorre ricostruirlo. Nel 1544/45


Giulio Romano ha in mente di costruire un duomo che è una
fabbrica
estremamente classica, antica. Realizzare il tempio per eccellenza
costruito in età imperiale per il culto cattolicomodello S. Pietro (basilica
costantiniana).
Nel 1546 pochi mesi prima della morte, Giulio Romano viene invitato a
divenire l’architetto di S. Pietro. È un edificio a 5 navate con un attento
uso degli ordini architettonicicolonne scanalate e rudentate con
copertura
lignea, fregio. Sulle volte laterali abbiamo una cassettonatura tipica anche
della sala regia e degli edifici di Raffello, ma vuole ricreare uno spazio
classico.

Casa Giulio Romano: edificio diverso da quello che era in realtà, è


stato allungato. Abbiamo una facciata molto strana, sviluppata su 2
livelli, con un bugnato (idea di naturalità) in intonaco e una serie di
aperture.
Abbiamo una fascia marca-davanzale che si piega all’altezza dell’ingresso
come se andasse a creare un timpano.

Michelangelo (Firenze, 1475-1564)

Pittorecappella sistina
Architetto per i Medici
Scultore
Vasari: «Michelangelo fece assai diverso da quello che di misura, ordine e regola facevano gli uomini»
Rottura decisiva nei confronti del classicismo vitruviano
Antinorma (Scala iperumana)
Tensioni strutturali (Dinamicità – dilatazione)

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Michelangelo deve confrontarsi con un edificio molto importante


per l’architettura italianachiesa san Lorenzo, Firenze.

Sacrestia nuova: secondo ordine introdotto per dare


maggiore luminosità alla sacrestia (più piccolo rispetto al
primo a cui è sovrapposta la lunetta in cui trova spazio
un’altra apertura
trapezoidale). Forma quadratascarsella quadrata. All’interno
di questo posto (ricalca arco di trionfo), vi è un insieme di
nicchie ed edicole che creano una sorta di tensione
(all’interno di
un’architettura statica) nel piccolo spazio in cui sono contenute.

Vestibolo biblioteca Laurenziana: Michelangelo presenta modello. È


un piccolo vestibolo quadrato che permette di accedere alla
sala di
lettura. È contrassegnato da una serie di elementi architettonici
pensati per uno spazio esterno.
ELEMENTI SIGNIFICATIVI:
1- Coppia di colonnevalore tettonico negato, la colonna
non porta nulla. Da elemento portante a elemento portato
da due volute, sono incassate e sono ribattute
lateralmente; la
cornice sopra le colonne in questo caso rientra e
non fuoriesce.
2- Spazio ricco di una serie di elementi (volute ecc) che creano una serie di tensione per la
mancanza di spazio
3- Idea di decontestualizzazione di alcuni elementi dell’ordinecolloca alcuni elementi degli
ordini in posti non loro.

Scala: di Bartolomeo Ammannati; permette l’entrata nel salone di


Lettura che si sviluppa di diversi ordini. Vi sono una serie di codici
che regolano la disposizione delle sedute. Soffitto a cassettoni che
richiama la decorazione interna e del pavimento.

Michelangelo abbandona Firenze e si reca a Roma per la


sistemazione del Campidoglio.

Roma, Campidoglio: egli traveste il palazzo dei Senatori e dei


Conservatori e organizza il Palazzo nuovo simmetrico all’opposto in
modo da definire una
piazza trapezoidale. All’interno della piazza inserisce uno spazio ovoidale
con la statua di Marc’Aurelio.
Palazzo dei coservatoriprimo ordine con serliana completamente
trabeata e sul secondo ordine abbiamo finestre con timpani
semicircolari.

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San Pietro: 1546 diviene architetto di S. Pietro e prova ad annullare tutto il progetto di San Gallo. Il
progetto richiama e semplifica il progetto di Bramante. Abbiamo la grande cupola centrale con le
cupole laterali e 4

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absidi sugli assi maggiori. Grande pronao su due


livelli di profondità, on abbiamo però alcun
disegno di come aveva pensato la facciata.
Non vi sono campanili, e un primo ordine che
racchiude in sé lo spazio di 3 ordini e un attico
sovrastante. Dal 46 al 64 la fabbrica ha un
notevole impulso con un
incremento dei lavori e dei finanziamenti e alla fine
del 500 S. Pietro è finito tranne la facciata.

S. Maria degli Angeli: 1559 viene eletto papa Pio IV, unico papa
milanese della storia, che porta a compimento parte delle
fabbriche iniziate nel 500. A lui si deve Porta Pia, Via Pia, il
compimento del
Belvedere. Terme di Diocleziano erano state affidate ad un
ordine monastico e Pio IV decide di dedicare questa zona ad
una chiesa. Mantiene andamento chiesa, colloca sul fondo un
piccolo coro. Le volte e le colonne libere sono ancora quelle
delle terme.
Porta Pia: non completata da Michelangelo perché muore prima
(1562/64). Egli inserisce tutta una serie di dettagli degli ordini architettonici
rompendo però la sintassi che vige tra gli elementi e questi vengono
postati dalla loro posizione.

Jacopo Barozzi da Vignola (1507-1573)


- 1507 Nasce a Vignola (Modena)
- 1538-41 Formazione a Roma
- 1541-43 Soggiorno in Francia a Fontainebleau
- 1541 Architetto capo della basilica di San Petronio a Bologna
- 1551 Villa Giulia per Giulio III Del Monte
- 1553 Chiesa di Sant’Andrea sulla via Flaminia
- 1558 Villa Farnese a Caprarola Palazzo Farnese a Piacenza
- 1562 Regola delli cinque ordini
- 1564 Nomina a secondo architetto di San Pietro a Roma
- 1568 Chiesa del Gesù a Roma
- 1568 Chiesa di Sant’Anna dei Palafrenieri
- 1573 Muore a Roma

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-
Palazzo Farnese, Roma: usa un bugnato e una sorta di
partito trionfale con sopra serliane
concatenate richiamando l’arco di
trionfoidea di fortezza.

Roma, Villa Giulia: è un corpo di fabbrica organizzato attorno ad un cortile


semicircolare alla cui parte opposta sorge un grande ninfeo disposto su due livelli.
Viene usato in modo semplice e corretto ogni elemento dell’ordine architettonico.
Riprende il partito trionfale con una perfetta descrizione e sovrapposizione degli
ordini.

Roma, Chiesa del Gesù: chiesa che diventa la chiesa madre dei Gesuiti (nascono
in un momento in cui si tenta la riforma della chiesa dopo il sacco di Roma)
a Roma. È la chiesa della “casa professa. Sono tutti ordini
religiosi che come obiettivo scelgono
l’educazionesi occupano dei collegi. La chiesa
dei Gesuiti è stata spesso usata come modello
delle altre chiese anche se non esiste un modello
di chiesa, ma dei tipi che sono
legati ai vari ordini religiosi. È una chiesa molto
particolare. È una chiesa a impianto composto da
una zona con impianto a croce greca iscritta in un
quadrato con un sistema di 5 cupole a cui viene
giustapposta una navata unica con cappelle sui
lati. La copertura è una volta a botte (S.Andrea
di Mantova). C’è un’abside in cui è collocato
l’altare = la chiesa non
deve avere ostacoli così che l’occhio possa dedicarsi al
luogo di Cristo (altare). Ha un coro poco profondo e quindi non ha bisogno di un
corpo corale per le diverse liturgie. Vi sono però coretti, ovvero zone dove vi stanno i coretti. Abbiamo
una cupola al centro su un impianto quadrato della stessa ampiezza della navata centrale.
La facciata oggi molto diversa da quella pensata all’inizio (visibile nella medaglia di fondazione
facciata con due ordini della stessa ampiezza e altezza con una serliana al centro della
facciataoggi simile al
Santuario di Saronno). La facciata di oggi presenta un’accentuazione di elementi verso il centro per
sottolineare il portale d’ingresso con una serie di elementi che fuori escono verso lo spettatore. Sono
chiese molto ricche, ricoperte d’oro perché è la casa di Dio e quindi è il luogo che va esaltato più di
tutti. La chiesa secondo il concilio di Trento dev’essere il più aperta possibile verso il culto esterno
(anche l’idea che si ha del luogo).

Sant’Andrea e Sant’Anna: presentano piante molto diverse.


SANT’ANDREA: chiesa molto spartana e semplice
SANT’ANNA: dedicata ai palafrenieri, molto decorata.

Piacenza, palazzo Farnese: mai portata a compimento. Palazzo gigantesco, fuori scala rispetto alle
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misure della città. Al suo interno conservava un semicerchio che conteneva un teatro all’aperto con un
sistema di serliane.

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Giorgio Vasari (manierista toscano, 1511-1574)


- Pittore, architetto, storiografo
- Sua opera è palazzo degli Uffizi (1560 in poi) facciata densa di
partiti architettonici organizzata secondo un ritmo ternario che si
conclude con la loggia che si apre sul fiume, realizzando così una
quinta prospettica che inquadra la zona di Piazza della Signoria e di
Palazzo Vecchio.

Bartolomeo Ammanati (manierista toscano, 1511-1592)

- Si occupa di Palazzo Pitti nel cui cortile interpreta in


chiave manieristica il bugnato caro alla tradizione
fiorentina con un rivestimento rustico dove entrano in
commistione ordini e forme naturali.
- Si occupa poi del Ponte a S.Trinita con cui crea un’opera molto
semplice che si impone per la sua linea elegante.

Bernardo Buontalenti (manierista toscano, 1536-1608)

- Realizza una serie di opere caratterizzate da una notevole semplicità nell’impianto.


- Si occupa del Giardino dei Boboli (1583), Villa Pratolino (1569-1575), è scenografo e
inventore di fontane e giochi d’acqua e proprio in questo lui mostra la sua idea
manierista di un mondo misterioso e mutevole come quello della natura.

Pirro Ligorio (1513-1584)

- Manierista che si dedicò alla costruzione della villa d’Estè a Tivoli voluta dal cardinale
d’Este; progetta un giardino a terrazze ricco di percorsi e di giochi d’acqua (istinto
manierista)
- Si dedica poi con il Casino di Pio IV ai giardini Vaticani dove propone un tipo di facciata
subordinata alla decorazione; anche gli ordii sono ridotti a fasce cariche di motivi in stucco
con bassorilievi, elementi floreali ecc..

Girolamo Genga (1476-1551)

- Proveniente da Urbino
- Opera più importante: l’imperiale Nuova edificio aggiunto alla villa 400esca Sforza presso
Pesaro. La villa si articola su vari livelli: il primo livello abbiamo il cortile esterno con
nicchioni e ambienti
sotterranei; le scale portano al secondo livello con un’aula
absidata, un atrio-loggia, vari ambienti e il cortile; al
terzo livello abbiamo le stanze, una cappella e il primo
giardino pensile, poi terrazze un altro giardino e un
grande
ingresso. La villa è un organismo compatto all’esterno,
ma all’interno si articola in diversi spazi. L’atrio
presenta una volta a botte triplicata e sorretta da
colonne con al fianco due vani simmetrici, bassi e
strettitipologia pseudo vitruviana. Sulla superficie il
moduelo chiave è la nicchia con specchiature
rettangolari.
- A Pesaro abbiamo poi la chiesa di S.Giovanni Battista una navata con cupola.
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L’esterno è incompiuto, nella zona inferiore abbiamo 3 grandi fornici (tempio


malatestiano), nella parte superiore un timpano (s.Maria Novella).
- Ha un atteggiamento di tipo sperimentale.

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Galeazzo Alessi (Perugia, 1512-1572)

Allievo di Antonio da San Gallo il giovane, quindi ha un’educazione particolarmente attenta agli ordini
architettonici. Lavora a Genova (tempo d’oro per Genova), lavora per la famiglia Sauli, poi lavora per la città
stessa e poi è chiamato a Milano per realizzare Palazzo Marino (rimane a Milano 10-12 anni).
- 1548 è documentato nei lavori di Villa Giustiniani a Genova
- 1549 Convenzione tra la famiglia Sauli e Alessi per Santa Maria di Carignano
- 1553 Porta del Molo a Genova
- 1557 è documentato nel cantiere di Palazzo Marino a Milano
- 1561 Elabora una soluzione per la chiesa di San Barnaba a Milano
- 1562 Parere di Alessi sul Palazzo della Loggia di Brescia
- 1564 È pagato dalla fabbrica di Santa Maria presso San Celso a Milano
- 1566 È pagato dalla fabbrica di Santa Maria della Consolazione di Todi
- 1567 È pagato per un primo modello per Santa Maria degli Angeli ad Assisi
- 1572 Muore a Perugia

Strada Nuova, ora via Garibaldi, Genova: il tessuto


genovese è caratterizzato da vie molto piccole che
scendono direttamente sul mare e non v’è la possibilità di
accorpare diversi lotti per realizzare grandi palazzi.
Genova sceglie quindi una zona più lontana dal mare e
lottizza questa zona. È una sorta di enclave, di
Genova 2, dove le famiglie scelgono se costruire i loro
edifici verso monte o verso valle. Sono tutte
architetture che devono risolvere al loro interno un
problema di dislivelli. Tutti i
palazzi sono conformati con un vestibolo molto articolato
presso il quale sorge un sistema di scale per arrivare in quota e arrivare ai giardini superiori o alle
terrazze esterne.

Santa Maria Assunta di Carignano, Genova: aveva come


obiettivo quello di essere una chiesa-mausoleo, chiesa-sepolcro
della famiglia dei Sauli (ebbe un cantiere molto lungo). È una
chiesa quinconce, a 5 cupole e viene realizzato sull’idea di
Bramante; è una chiesa che
testimonia la fortuna di un modello di una chiesa che viene
continuamente ripresa. È una chiesa perfettamente isolata con
4 facciate da organizzare, con 4 campanili sui 4 angoli.
Abbiamo una
cupola più ampia della navata principale ottenuta con lo smusso
dei pilastri (modello duomo nuovo di Brescia) e presenta al suo
interno diversi elementi e impianti scalari negli spazi di risulta che
si creano e portano alle cappelle sulle navatelle laterali.

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Palazzo Marino, Milano: Tommaso Marino è il più ricco uomo sulla terra in quel periodo; è il garante di
ogni spesa del Papa ed è garante anche delle spese dell’imperatore, ma egli farà un fallimento
colossale, tanto
che il palazzo non sarà mai terminato e sarà anche espropriato nel momento del fallimento di
Tommaso. La facciata (che ora non esiste più, sul lato della scala) è completata uniformandosi
all’originale.
Planimetria: ci sono due cortili, uno di rappresentanza, separato da un gigantesco salone (a doppia
altezza) e un cortile rustico alle spalle (accedono i carri, dove ci sono le stalle, ecc), è un palazzo in
isola (pochissimi palazzi milanesi sono in isolaripresa palazzo genovese, infatti l’architetto e il
committente sono genovesi), non abbiamo un corpo di fabbrica in facciata, accediamo direttamente
al cortile; il salone posto al piano
terra è strano perché a Milano abbiamo sempre un piano nobile e il salone delle feste è solitamente
rialzato, qui no, il salone è al piano terra (completamento della volontà di rappresentarsi).

Pellegrino Tibaldi
Puria in Valsolda (1527) - Milano (1596)
1547-55 È a Roma come pittore lavora con Daniele da Volterra e Perin del
Vaga 1550-51 È a Bologna e lavora negli affreschi di Palazzo Poggi
1551-63 È pittore a Roma, Ancona e
Bologna 1563 Collegio Borromeo a Pavia
1563 Lavori all’arcivescovado di Milano e S. Maria Podone
1567-86 (luglio) Architetto della Fabbrica del Duomo (scurolo, battistero, tabernacolo, altari, organi, coro
ligneo)
Chiesa di San Fedele per i Gesuiti Seminario Maggiore Canonica degli Ordinari del Duomo Chiesa di
San Vittore
1571 Santuario di Caravaggio
1577 San Sebastiano
1578 Santuario di Saronno: facciata
1580 San Carlo al Lazzaretto San Raffaele: facciata
1584 Santuario di Rho
1586-93 È in Spagna e lavora all’Escorial, scrive il suo Discorso
1596 Muore a Milano

Si forma a Bologna, è di formazione pittore. Lavora per il papa nelle fortificazioni delle Marche e serve
anche il papa in alcune sale di castel sant’Angelo. Nel 1563 Borromeo (nipote di Pio IV) conosce Tibaldi
e lo conosce attraverso Pio IV e la famiglia Borromeo decide di far costruire un enorme collegio; Tibaldi
nel 1563 arriva a Pavia con la fama di grande pittore, ma con una scarsa impostazione
architettonica. Dal 1563 al 1586 è presente in quasi tutti i cantieri papali sollecitato dalla famiglia
Borromeo. Diventa anche architetto fondamentale per le architetture civili; Milano non ha una corte,
ma governatori e la vera committenza di questi anno è religiosa e Pellegrino ne è protagonista; è
chiamato anche come architetto e ingegnere della Camera (lavora per lo stato); si fa anche una
grande quantità di nemici che lo processano per tentativi di concussione che lo mettono ai ferri
corti negli anni del 1584-85; muore Borromeo e quindi non ha un
difensore e per questo accetta di andare in Spagna e lavorare all’Escorial. In questo periodo si diffonde
il sistema della gara di appalto.

CARATTERISTICHE FONDAMENTALI:
- Straordinaria ricchezza del vocabolario decorativo (varianti del fregio, mensole, lesene
scanalate e rastremate, ordini figurati).
- È aggiornato sul dibattito architettonico sugli ordini (in particolare dorico e corinzio)
- Debito nei confronti di Michelangelo (grande amante dello stile e dell’architettura di Michelangelo)
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- Ruolo delle Istructiones di Borromeo del 1577 (conosce cambiamento della liturgia grazie a
Borromeo che aveva partecipato attivamente al concilio di Trento) durante il concilio di Trento ci
si rende conto che è fondamentale l’istruzione per i sacerdoti che hanno poca capacità
dialetticanasce il seminario (la scuola per i preti), evoluzione del termine collegio. La
formazione del clero viene affidata ad una congregazione “gli oblati”, che si forma in
Lombardia.
- Collaborazione tra architetto e vescovo
- Idea della magnificenza e del decoro degli edifici religiosi
- Altari, reliquiari, tabernacoli, ripostiglio per olii e vasi sacri
- Invenzione del tipo del collegio

Collegio Borromeo, Pavia: c’è bisogno di un collegio-convitto dove gli studenti che arrivano a Pavia
possano stare lì a vivere e a dilettarsi nei loro hobby. Qui non vi sono scuole né grandi chiese, ma
solo una piccola cappella. In facciata vi sono elementi che percorrono lo stile del palazzo del 500
con una specie di horror
vacui, ovvero una continua ripetizione quasi con insistenza degli ordini proposti. Abbiamo una
serie di colonne fasciate in facciata. L’interno riprende il modulo compositivo delle serliane, molto
esili, molto leggere, concatenate (usata da Alessi a palazzo Marino) con un ordine dorico e
uno ionico.

Pellegrini e il Duomo di Milano (1567-1585)


Viene completamente riplasmata all’interno senza che l’architetto si preoccupi dell’esterno, andando ad
inserire una serie di elementi:
• lo scurolo
• la sistemazione dell’altare maggiore e del tabernacolo
• il coro ligneo
• il retrocoro
• gli organi con le pareti dei sottorgani
• la croce con il crocefisso
• i pulpiti
• altari
• battistero
• facciata

Entrando si trova un piccolo battistero che forma un tempietto con 4 colonne libere. La vera
riforma s’incentra nella parte del presbiteriocoro e altari che contornano l’altare maggiore sono
ricostruiti.
L’altare maggiore ha una posizione dominanterialzato con un tabernacolo. Prima dell’altare vi sono
due giganteschi organi e davanti i due pulpiti colossali attaccati ai piloni. Pulpito di sx per il
Vangelo e quello di dx alle altre letture e attraverso a questi i pulpiti avviene il commento (esegesi
del testo ancora in latino). Sono realizzati in legno con lamine di argento dorato. Coro ligneo viene
disegnato e predisposto da
Pellegrino e viene collocato all’interno della chiusura del deambulatorio. Sotto l’altare, in corrispondenza
dell’altare maggiore, c’è lo scurolo di forma circolare al cui interno si trovano le reliquie dei santi (la
chiesa si fonda sulle loro reliquie). Coro iemalis ambiente più caldo che impone al clero di
accedere al duomo e a
celebrare le liturgie delle ore per ostacolare la diffusione dell’eresia luterana. All’interno del coro vi sono
dei sacerdoti che celebrano all’interno del coro e abitavano sparsi nel mondo, ma Borromeo fece
costruire per
loro delle residenze. La pietra usata è quella di Azzo con una serie di stucchi che ricoprono.

San Fedele, milano:

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S.Sebastiano, Milano: tamburo circolare sormontato da un’enorme cupola

S.Vittore, Milano: chiesa a 3 navate molto vicino all’impianto composto di S.Giorgio a Venezia (richiamo di

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Palladio
San Lorenzo, Escorial: partecipazione di architetti italiani e spagnoli. Grande fabbrica che è il palazzo
di Filippo II di spagna, è un collegio ed è un monastero con una grandissima biblioteca. La
facciata è
chiaramente Tibaldiana.
La parte inferiore riprende l’Ospedale maggiore (9 cortili); due crociere, 4 cortili a dx e 4 a sx con
un cortile centrale e la chiesa terminale con impianto quinconce (ripresa di S.Pietro). pellegrino lavora
come pittore.

Michele Sanmicheli (Veneto, 1484-1559)

- Unico grande architetto del Rinascimento italiano ad aver conosciuto gli antichi edifici greci.
- Visita Roma
- Nel 1509 lavora al Duomo di Orvieto;
- 1535 entra al servizio di Venezia come sovrintendente di tutte le opere difensive militare
attivo della repubblica, attivo alle fortificazione di Corfù, Creta e Cipro.
- Sue architetture civili Verona
- Progetta a Verona alcune porte tra cui Porta Nuova e Porta Palio. La prima è costituita da un
blocco trasversale con passaggio voltato e torri per artiglieri ai lati; movimento rustico delle
facciate (porta Maggiore Roma); ordine corinzio. La Porta Palio non era destinata alle artiglierie;
sul lato esterno, 3 passaggi voltati che portano in un’aula a volta che si apre sulla città con 5
archi. Edificio allungato e membrature forti. Ordine dorico. Le porte si elevano sopra le mura
intorno.
- Palazzo Bevilacqua (riprende palazzo Caprini); 3 aperture raggruppate ad arco trionfale su
colonne corinzie interne spiralate. Cornicione con una ricca decorazione a festoni; piano
nobile colonne innalzate su piedistalli; piano terreno finestre più alte. Una scala esterna
conduce ai piani alti.
- Palazzo Canossa a Verona; blocco allungato a C con cortile, atrio e 3 aperture con
facciata posteriore sull’Adige; lesene binate al piano nobile e una balausta con statue,
parte inferiore bugnato liscio.
- Palazzo Pompei Verona; rettangolo allungato con vasto atrio e cortile; la facciata è divisa in
zona inferiore con bugnato, aperture e arco centrale e zona superiore con colonne doriche
scanalate e con ampie finestre.
- Palazzo Grimani (su canal Grande, Venezia), sorge su un lotto lungo e stretto, atrio 3 navate
con un lungo salone centrale e un cortile. Facciata  pilastri corinzi reggono colonne
corinzie al piano nobile e al centro di ogni piano viene inquadrato il motivo dell’arco
trionfale
- Cappella Petrucci in S.Domenico (Orvieto), pianta ottagonale.
- Madonna di Campagna (verona) unica grande chiesa 500 che realizzi l’idea albertiniano di
un tempio rotondo libero fuori dalla città. Basso colonnato tuscanico circonda la base del
grande cilindro: la superficie del tamburo è interrotta solo da pilastri ionici e finestre; una
balaustra corona la cupola. La pianta interna è un ottagono con nicchie e volta a 8 spicchi
sotto la semisfera conchiglia esterna. Di fronte all’ingresso di accede al coro (seconda piccola
chiesa a croce greca) la cui cupola è tangente al tamburo di quella maggiore.

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33. Architettura Trattatistica

Nei paesi dell’est europeo i manuali di architettura costituiranno un elemento fondamentale per la fase di
progettazione degli edifici.
La prima distinzione che si può fare è tra TRATTATO E MANUALE:
- Il trattato è un libro di regole che traccia
norme utili per qualcosa
- Il manuale ha un’accezione più tecnica
relativa ad uno specifico argomento
La produzione teorica che noi abbiamo tra 400 e 500 sono norme che possono essere divisi in due tipi:
- di tipo tecnico;
- di tipo ideologico o teorico

Nell’antichità le regole fondamentali erano la mimesi della natura e la precisione nella


tecnica di esecuzione.
A metà del 400 viene stampato il primo libro a caratteri mobili (Bibbia) e da qui la stampa avrà una
grande diffusione infatti anche i trattati verranno stampati.
- Incunabolo: volume pubblicato con caratteri mobili dalla seconda metà del Quattrocento
- Cinquecentina: volume pubblicato nel XVI secolo
- In folio: i fogli di stampa sono stati piegati una sola volta in modo da avere quattro
facciate. Le dimensioni in altezza della pagina possono variare da 30,49 cm e 38,1
cm.
- In quarto: il foglio è piegato in quattro parti
- In ottavo
- In sedicesimo

Quattrocento
- Poche edizioni
- Un indirizzo essenzialmente teorico (Teoria dell’architettura)  creare i principi generali
dell’archiettura e riflettere sulla materia.
- Una ricerca filologica da parte di circoli umanisti (Esegesi del trattato di Vitruvio)
- A volte sotto forma di dialogo, non un corpus di regole ma una verifica pubblica delle argomentazioni, una
Disputatio (Filarete)
- Tentativo di elevare fra le arti liberali l’architettura che per la sua forma pratica era invece relegata fra le
artes mechanicae  obiettivo principale degli architetti.

LEON BATTISTA ALBERTI

• Descriptio urbis Romae (1434)


Breve scritto che risulta essere il primo studio sistematico per una ricostruzione della città antica
tutto il rilievo è basato su un sistema di coordinate riferite al Campidoglio che permette di localizzare
con precisione ogni punto topografico

• De pictura (1435 in latino, 1436 in volgare)


Vengono sistematizzate e divulgate le intuizioni di Brunelleschi in tema di prospettiva
la pittura viene affrontata, letteralmente, come se si trattasse di un teorema matematico essa deve
consistere infatti in un’imitazione razionale della natura, guidata dal sapere scientifico e dalla
conoscenza delle leggi che la governano

• Il De re aediicatoria (In latino; senza illustrazioni; circa 1450 (pubblicato 1485))


Descrive la formazione dell’architetto che avviene attraverso: le regole, l’esperienza (la storia), la ragione.
Prende forma l’immagine moderna dell’architetto, non più riducibile al
maestro muratore del Medioevo, né al tradizionale capomastro delle cattedrali gotiche, che dirige i lavori

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applicando i criteri di uno schema geometrico astratto. Il nuovo architetto è un progettista, ma anche un
letterato e uno studioso, che con il suo lavoro intellettuale risolve i problemi tecnici e teorici della
costruzione garantendone, insieme, la validità dal punto di vista culturale.

Prologo
Libro I: Il Disegno (scelta del sito, il progetto, le principali componenti dell’edificio)
Libro II: I materiali
Libro III: L’esecuzione dell’opera
Libro IV: Opere di carattere universale (le infrastrutture urbane)
Libro V: Opere di carattere particolare (edifici pubblici e residenze per i privati)
Libro VI: Gli Ornamenti (la bellezza, macchine impiegate per la costruzione, tipi di rivestimenti e
decorazioni)
Libro VII: Gli ornamenti degli edifici di culto (templi, ordini, basiliche, uso delle statue)
Libro VIII: Gli ornamenti degli edifici pubblici profani (tombe, torri, strutture pubbliche tra cui strade,
porti, fori, archi trionfali, edifici per lo spettacolo, terme, curie senatorie)
Libro IX: Gli ornamenti degli edifici privati (decorazioni e bellezza, concinnitas, proporzioni, l’architetto)
Libro X: il restauro degli edifici (acque e loro impiego, canali, dighe, argini, chiuse, difetti delle strutture
e restauri)

L’esecuzione materiale di ciò che ha ideato non gli compete, è affidata ad altri.
Distingue tra disegno e costruzione, tra progetto ed esecuzione dell’opera.
Il tema della bellezza è risolto dall’introduzione del concetto di concinnitas, giusta proporzioni tra le
parti, dove non si può aggiungere o togliere niente senza alterare il tutto.

Antonio Averlino detto il Filarete


Trattato di architettura (1460-64)
In volgare; è illustrato; è scritto in forma dialogica; non venne mai stampato (quindi ebbe una diffusione
limitata)
- Dissertazione dialogata con intenti moralistici
- Dedica allo Sforza e poi a Medici è una lode al mecenatismo che rappresenta
l’occasione per scrivere il trattato
- Scelta del volgare per non «essere esercitato troppo in lettere».
- Emerge una figura dell’architetto che partecipa alle feste, alle battute di caccia, ai pranzi della corte.
- 25 libri divisi in tre parti
- Narra della Fondazione di una città ideale: Sforzinda  città ottenuta dalla rotazione di
due quadrati (stella ad 8 punte) interamente circondata da mura. Parla poi di una città
fantastica in cui viene trovato un libro d’oro che racconta la costruzione di questa città,
Plusiapolis, voluta dal sovrano Zogalia.
- In questo continuo dialogo emerge lo stretto rapporto che signore e architetto hanno;
l’architetto parla con la moglie, disegna per loro, porta il signore a vedere palazzi e
architetture, ecc.

Pianta ideale dell’ospedale maggiore di Milano:

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Il trattato sull’Architettura civile e militare (1492) di Francesco di Giorgio Martini


(Siena 1439-1501)

Francesco di Giorgio Martini, Trattati di Architettura, Ingegneria e Arte Militare, a cura di Corrado
Maltese, Ed. Il Polifilo, Milano, 1967.

L’ Architettura civile e militare (In volgare; illustrato; non fu mai stampato)


•Dichiarata derivazione da Vitruvio
• Protagonista è l’ingegneria militare
• In esso, città ideale e città balistica si combinano
•La città è come “un corpo articolato” la cui testa è la fortezza del signore

• Compare per la prima volta la rappresentazione del corpo umano armonizzato con il cerchio e il quadrato
• L’architettura viene proporzionata a partire da un modulo desunto dall’uomo (visione
fortemente antropometrica)
• Nel capitolo relativo ai templi (per i quali la pianta più adatta è ritenuta
quella circolare), a fianco di antichi esempi vengono descritte le “moderne
formazioni” I 7 libri del trattato sono così strutturati: premessa;
1: condizioni preliminari per la costruzione. Teoria dei materiali;
2: costruzione di case e palazzi. Metodi di rinvenimento
dell’acqua; 3: castelli e progettazione delle di città;
4: costruzione di templi;
5: forme della fortificazione;
6: impianti portuali;
7: macchine mobili di trasporto; conclusioni.

Egli è uno dei primi architetti che si occupano di Urbanistica e riesce a segnare il
passaggio da una forma di architettura medievale di tipo difensivo/fortificato, a una
invece più tozza in grado di difendere chi vi stava dentro anche da grandi colpi
(su tutti i lai è molto resistente).
Le città venivano costruite in base al corpo umano (testacorte del signore, parte
pensante).

Cinquecento
La trattatistica nel Cinquecento diventa:
- Il principale tramite di colloquio con la storia e con l’antichità; e la trasmissione delle
esperienze contemporanee attraverso:
- Il rilievo dell’antico (Raffaello; Giuliano e Antonio da Sangallo; Peruzzi; Sansovino; Serlio)
- l’illustrazione delle opere degli architetti contemporanei (Bramante, Serlio, Palladio)
- Si inverte il rapporto tra testo e immagine. Il trattato si trasforma in un volume illustrato dove le
immagini arrivano a sostituire il testo:
• Il trattato è stampato con incisioni
• Il testo è un commento delle immagini
• Poche premesse teoriche

Si possono stampare volumi a prezzi molto bassi e questo aiuta notevolmente lo sviluppo della stampa.
La trattatistica si divide in due gruppo principali:

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1. Si preoccupa di trasmettere le idee vitruviane del passato


2. Vuole trasmettere nuove idee architettoniche  autopromozione dell’attività degli
architetti contemporanei.
La trattatistica cambia quindi e si trasforma in volume illustrato dove le immagini arrivano a sostituire quasi
completamente il testo.

La trattatistica nel Cinquecento sceglie di affrontare due temi:


- da una parte la revisione e la traduzione del testo di Vitruvio (Fra Giocondo 1511, Cesariano
1521, Raffaello) dopo l’edizione del 1486
- Dall’altra la ricerca di una regola (Serlio, Vignola 1562, Palladio 1570)

1. La revisione del testo di Vitruvio

Abbiamo diversi trattati particolarmente interessati che vengono stampati e si diffondono ponendosi
come obiettivo la revisione del testo di Vitruvio:

1. Fra Giovanni Giocondo da Verona (Napoli, Blois, Roma, Verona, Venezia) (1433 c. – 1515)
Edizione del testo di Vitruvio del 1511, 1513, 1522 e 1523 a Venezia
- Edizione ancora in latino e senza commento, ad eccezione delle didascalie delle incisioni
- 136 xilografie (illustrazioni) che cercano di eliminare le difficoltà create dalla perdita dei disegni, ma
anche, forse
a sostituire l’autorità delle immagini all’autorità del testo
- L’edizione sembra rispondere ad una utilizzazione concreta del testo Vitruviano più che ad una
edizione Filologica.
Il suo obiettivo è quello di castigare il codice vitruviano e illustrarlo con una serie di figure affinchè esso
possa essere più comprensibile per gli architetti.

Il De Architectura
tradotto e commentata (1521) da Cesare Cesariano
- L’edizione commentata del testo vitruviano
- In latino il testo; in volgare la traduzione e le
note; a stampa
- I riferimenti all’architettura antica sono ispirati
da esempi dell’Italia settentrionale
- I commenti in corpo tipografico più
piccolo intorno al testo vero e proprio
- I concetti vitruviani di icnografia, ortografia e
scenografia sono illustrati con la pianta, la
sezione e la “triangolatura” del duomo di
Milano.

Egli ha dei problemi economici e si affida a editori


di Como che gli rubano il trattato e lo pubblicano a sua insaputa (a loro nome). È un trattato
piuttosto Milanese; egli morirà povero e solo.
La tavola sugli ordini architettonici non è particolarmente innovativa, anzi ci fa capire come questo
architetto sia particolarmente legato all’Italia del nord piuttosto che alla conoscenza propria

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dell’architettura classica.

Schema del Duomo, creato proprio durante la costruzione del modello


ligneo del Duomo del 1519 e quindi Cesariano è perfettamente a
conoscenza degli spazi e delle dimensioni di quest’architettura.

2. La ricerca di una regola

- Ordine architettonico è scelto quale intermediario linguistico tra architettura antica e


architettura moderna
- All’inizio c’è la volontà di capire, poi di conoscere, impadronirsene, uguagliare, superare,
normalizzare e unificare.
- Accanimento e riduzione al solo problema degli ordini che porta ad affrontare i problemi
architettonici solo ad un livello lessicale e non sintattico
- Riduzione della pluralità sino al prototipo assoluto (censura)
- Costruzione di qualcosa che non è mai esistito
- Riduzione della ricerca filologica in
normativa: La regola:
- la posso citare in un contesto differente
- la posso trasgredire
- la applico

L’esito è la costruzione, l’inserzione di una serie di norme che però non sono mai esistite. Nell’antica
Roma non c’è una norma che regola gli ordini architettonici, tutto è anche solo leggermente diverso da
altro. C’è qui l’astrazione della regola fino alla creazione di una norma.

Il Trattato di architettura (1537-1575) di Sebastiano Serlio (Bologna 1475 – Lione 1552)

L’autore è il primo a pubblicare un trattato in cui crea una regola per quanto riguarda gli schemi
architettonici.
A Roma dal 1514 al 1527, dove fu assistente di Baldassarre Peruzzi (tanto da essere accusato da
Lomazzo di aver rubato le sue idee; Vasari lo dice senza usare questi toni), a Venezia (1527-1540) e in
Francia (1540- 1553) 1528 serie di incisioni di basi e capitelli, nel 1537 appaiono a Venezia le
Regole generali di
architettura, concepite come il quarto di una serie di sette libri. È un trattato nuovo, costituito
soprattutto da illustrazioni accompagnate da testi non collegati organicamente tra loro.
Opera in nove libri
Libro IV (Venezia, 1537)
Libro III (Venezia,
1540) Libri I e II
(1545)
Libro V (1547)
Libro Extraordinario (1551)
Libro VII (1575)

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I 9 libri del trattato sono così articolati:


4: “Regole generali di architettura sopra le cinque maniere degli edifici […] cogli essempi dell’antichità,
che, per la maggior parte concordano con la dottrina di Vitruvio”
3: “Il terzo libro […] nel quale si figurano e descrivono le Antichità di Roma […]”
1: geometria
2: prospettiva
5: “Il quinto libro di architettura […] nel quale si tratta di diverse forme de’ tempj sacri […]”
- “Extraordinario libro di architettura nel quale si dimostrano trenta porte di opera rustica mista […]”
7: “Il settimo libro di architettura nel quale si tratta di molti accidenti che possono occorrere
all’architetto […]”
6: “Sesto libro. Delle habitationi di tutti li gradi degli homini”
8: “Della castramentatio di Polibrio ridotta in una cittadella murata […]”

La Regola delli cinque ordini d’architettura (1562) di Jacopo Barozzi detto il Vignola (1507-
1573)
Esordisce come pittore; arriva all’architettura solo dopo gli studi sull’antico; allievo del
Serlio; a Roma dal 1530 al 1540 e dal 1549
La Regola delli cinque ordini di architettura
- 250 edizioni in 9 lingue
- Si rifà al IV libro del Serlio
- Si impone come il più conciso, chiaro, semplice e
influente manuale sugli ordini tanto da diventare nei secoli
successivi il vademecum per principi, architetti,
disegnatori…
Non è più un trattato ma una serie di incisioni su rame con figure, dati numerici e spiegazioni
concise (il testo è solo un corredo)
Titolo: regola, ordini, cinque
Maturata all’interno dell’Accademia Vitruviana. Funzione didattica: misura ogni parte dell’ordine.

Più che un tratto in questo caso è un manuale in quanto il titolo è “Regole..”, quindi si tratta di una
serie di spiegazioni coincise date da incisioni su rame con figure, dati numerici.

Obiettivo è razionalizzare la costruzione dell’ornamentazione architettonica classica


Vignola non presenta più gli ordini come risultato dal rilievo dei singoli monumenti, ma ricomposti
secondo un sistema numerico-proporzionale da lui elaborato che gli consente di stabilire
un’assoluta armonia di rapporti. Milizia afferma che con Vignola avviene la riduzione a sistema
l’architettura
Sette edizioni nel ‘500, 20 nel ‘600, 25 nel ‘700, 46 nell’800 (250 edizioni in 9 lingue)

I Quattro libri dell’architettura (1570) di Andrea Palladio


(Padova 1508 – Maser, Treviso 1580)
Nella seconda metà del XVI secolo, Andrea Palladio – già autore delle illustrazioni di un’edizione del
1556 del De architectura di Vitruvio curata da Daniele Barbaro – pubblica i Quattro libri
dell’architettura
(1570), in cui viene dato un forte risalto all’antico come espressione massima della perfezione
architettonica e propugnata la progettazione di edifici basati sulla modularità dell’ordine classico.
Volendo testimoniare la pari dignità degli edifici a lui contemporanei rispetto a quelli dell’antichità,
Palladio non esita ad inserire nel suo trattato un abbondante numero di suoi progetti.
Nuovo rapporto testo/illustrazione.
I Quattro libri dell’architettura di Andrea Palladio si articolano:
vol. 1: teoria dei materiali; costruzione di una casa dalle fondamenta al tetto; precetti generali;
teoria dei 5 ordini;
vol. 2: la casa privata in città e in campagna
(villa) vol. 3: strade, ponti, piazze, basiliche;
vol. 4: templi antichi a Roma, in Italia e fuori d’Italia.

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L’obiettivo di Palladio è quello di auto-promuoversi attraverso delle tavole.

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Vincenzo Scamozzi (L’idea dell’architettura universale) - Venezia 1615


• Scamozzi raccoglie i suoi studi e i propri progetti in un trattato intitolato "L'Idea dell'architettura
Universale", stampato a Venezia nel 1615, che già dal titolo dichiara l'ambizione dell'autore di offrire
una risposta sistematica a tutte le domande dell'architettura.
• Primo fra gli architetti rinascimentali, pone il proprio ritratto al centro del frontespizio.

Scamozzi è una sorta di Bibbia conclusiva di tutte le ricerche che gli architetti avevano fatto tra il 400 e il
500. Egli è l’erede di Palladio e molto spesso si raffigura come architetto ed è anche quello che nel
frontespizio del suo trattato si raffigurapromozione dell’architetto si chiude proprio con la sua
rappresentazionearchitetto = erudito fatto e finito, non più muratore.

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Età Barocca 1600-1750


Barocco, barocchetto, Rococò, tardobarocco
1. Aggettivo che identifica negativamente i caratteri di complessità formale e ridondanza decorativa
2. Vista come reazione del genio individuale contro il classicismo accademico
3. Cultura complessa e particolarmente legata a Roma (religione, politica, propaganda,
spazio sacro…)situazione complicata e che non si riesce a spiegare nel modo
migliore.
4. Un carattere ricorrente della Storia dell’Architettura? Viene ripreso così come viene ripresa
ciclicamente l’architettura classica? Si può dire di sì, vedendo alcuni momenti, periodi che
cercano di staccarsi dalla
troppa classicità, ma di recuperare una ridondanza di elementi. Tutto il XX secolo, l’arte Liberty, Art Nouveau
lasceranno tutto alla decorazione riprendendo il Barocco.
5. Città (strade e piazze), residenze extraurbane, giardiniimmensa costruzione, enormi cantieri.
- Fenomenologia europea ed extraeuropea ampia e contraddittoria
- In Italia non esiste una discontinuità con la tradizione classica; il linguaggio utilizzato è ancora
quello classico

CARATTERI PRINCIPALI:
- Uso antidogmatico del linguaggio classico
- Utilizzo di geometrie volumetriche diverse da quelle elementaridal cubo e da elementi
poligonali si passa a elementi circolari, più plastici
- Uso di tematiche illusionistiche (grazie anche all’uso compositivo della luce)si scelgono
forme illusionistiche per andare ad enfatizzare spazi e caratteristiche non esistenti
realmente.
- Complessità (spazi dentro spazi, modanature complicate, intricato, “dentro una cosa cavare un’altra
cosa” risponde Borromini al cardinale Spada)dentro uno spazio ne creo un altro.

DAL PUNTO DI VISTA SPAZIALE:


- Ricerca e sperimentazione planimetrica come la fusione tra pianta centrale e longitudinale =
longitudinale centralizzata o centrali allungate  non più spazi concatenati, ma spazi fusi tra loro
- Ricerca di uno spazio interno continuo
- Rapporto tra spazio esterno / spazio interno e quindi superficie curva (concava e convessa) risultato
della continuità e del rapporto tra spazio esterno/interno  anche esternamente viene denunciata la
forma
interna.
- Ricerca di una forma aperta  forma chiusa = classica, forma aperta = tipica di questa architettura

Papati:
Si parla di Roma, di un contesto religioso particolarissimo dove il papato svolge un ruolo indiscusso di
committenza per le costruzioni. Bisogna considerare che queste famiglie papali sono famiglie enormi e
quindi capendo quali sono i vari committenti dei diversi periodi e la provenienza dei diversi papi si
comprende la fortuna dei vari architetti.
Vi sono 3 papati principali che racchiudono al loro interno l’avviamento di grandi cantieri. Molte
fabbriche sono papali (usate dal papa), altre sono invece necessarie per spostare il baricentro del papa
dalla zona vaticana al centro della città (es. costruzione Quirinaleno residenza extraterritoriale, ma
centrale: sulle terme di Costantino). Questi papi commissionano anche una serie di opere che servono
per la vita della
curia.

• Urbano VIII Barberini (1623-1643)


• Bernini: Baldacchino
Architetto di San Pietro (Logge delle reliquie nei piloni)
Palazzo Barberini
Cappella Re Magi in Propaganda Fide
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Santa Bibiana
Architetto dell’Acqua Vergine e Felice

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Tomba di Urbano VIII


Loggia al palazzo del Quirinale
Fontana del Tritone e Fontana delle Api

Innocenzo X Pamphili (1644-1655)


• Borromini: Palazzo di Propaganda
Fide San Giovanni in Laterano
Palazzo Pamphili
Sant’Agnese
Obelisco piazza Navona
Condotta dell’acqua di Trevi

• Bernini: Fontana Quattro


Fiumi Campanili di San Pietro
Palazzo Ludovisi (sposa Costanza Pamphili)

Alessandro VII Chigi (1655-1666)


• Borromini : Cappella Re
Magi Facciata Propaganda
Fide
Biblioteca Alessandrina alla Sapienza
Cupola Sant’Ivo alla Sapienza
Restauro battistero lateranense

• Bernini: Facciata della Porta del


Popolo Lavori Palazzo Vaticano
Colonnato di San
Pietro Restauro
Pantheon
Cattedra e gloria a San
Pietro San Tommaso a
Castelgandolfo Santa Maria
Assunta ad Ariccia Scala
Regia in Vaticano
Palazzo Chigi
Tribuna e abside Santa Maria
maggiore Tomba di Alessandro VII
Tabernacolo SS. Sacramento a San Pietro

• Figura dell’architetto
– Mediazione tra strutture sociali e produzione architettonica (es. Bernini è il braccio architettonico
del papa)
• Tecnica
– Innovazioni strutturali e rivalutazioni
– Tecniche operative al di fuori delle prassi (abbiamo la ripresa di alcune tecniche precedenti, c’è una
rivalutazione di tecniche precedenti)
• Cultura scientifica degli architetti
– Arti meccaniche e arti liberali (si apre sempre di più alla sperimentazione e alla conoscenza del
mondo naturale; gli architetti erano interessati alle forme che la natura mette in campo che
richiamano le forme architettoniche.

Gian Lorenzo Bernini (Napoli 1598 – Roma 1680)

Papà fiorentino che si sposta a Napoli per una serie di commesse e sposa una donna napoletana; il
padre è un abile scultore e fin dai primi anni di vita è inserito nel campo.
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· Suo primo maestro è il padre Pietro

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· È architetto, scultore, pittore, scenografo, autore di teatro.


· Con il 1624 inizia un quarantennio in cui è quasi costantemente impegnato nel grande cantiere di
San Pietro inizia l’inimicizia con Borromini (nipote di Carlo Maderno (papa) che preferisce
Bernini a Borromini)
· Lascia Roma soltanto per pochi mesi nel 1665, chiamato a Parigi per il rinnovamento del
Louvre 1624-33 Roma: Baldacchino di San Pietro (ai tradizionali cibori si sostituisce una
struttura bronzea
1633 Roma: compimento di Palazzo Barberini (iniziato nel 1625 dal Maderno con l’aiuto del Borromini)
… Roma: rivestimento in marmi policromi delle navate di San Pietro
… Roma: Cappella del Sacramento e grande “macchina” della Cattedra di San Pietro
… Roma: Cappella Cornaro in Santa Maria della Vittoria (statua di Santa Teresa,
1644- 52) 1643 Roma: Fontana del Tritone
1644 Roma: Fontana delle Api
… Roma: progetto di 2 campanili ai lati della Basilica di San Pietro
1650 Roma: avvio della costruzione del Palazzo di Montecitorio/Palazzo Ludovisi (completato da
Carlo Fontana)
1656-67 Roma: Colonnato di San Pietro
1658-51 Roma: Fontana dei Fiumi
1658-70 Roma: Sant’Andrea al Quirinale
1661 Castel Gandolfo: Chiesa di San Tommaso da Villanova
1664 Ariccia: Chiesa di Santa Maria dell’Assunzione
1665 Parigi: progetti per il Louvre (Luigi XIV ha la possibilità di chiamare Bernini a Parigi) 
chiamato a progettare una modifica per le stanze del Louvre. A Parigi si scontra con altre maestranze e
lascia la città, sicuro della realizzazione del suo progetto (che in realtà non verrà mai realizzato).

Critica

• Bernini conformista e reazionario


• Bernini strumentale al potere papale
• Bernini classicista
• Bernini scenografo
• vero dominatore della scena artistica per quasi 50 anni
• serve cinque papi, capacità di ottenere favori
• parlatore brillante e spiritoso, socievole, aristocratico nel comportamento, uomo di gran fascino, buon
organizzatore, rapido…
• architetto, pittore e scultore
• nuovo Michelangelo, si considera soprattutto scultore
• lavora simultaneamente a diverse imprese

Molti legano la grande fortuna di Bernini al suo carattere spigliato; ha quelle caratteristiche
(elencate sopra) già visibili in Carlo Fontana; un uomo versatile, su cui si può contare; egli unisce
a queste caratteristiche un carattere che lo porta al successo. È amico del papa (quando è sul letto di
morte arriverà il papa a dargli l’estrema unzionericonoscimento incredibile). È un personaggio che sta
bene nella corte e questa è la sua grande fortuna.
Bernini è un architetto che lavora su più campi architettonici, ma anche artisticivuole passare alla
storia come il nuovo Michelangelo, ovvero una figura che ha compreso tutte le diverse arti ed è
riuscito a metterle in pratica. Borromini è considerato un buon mediatore, mentre Bernini è un
architetto conformista e il suo erede è Carlo Fontana; Bernini è strumentale al potere papale, dove
il papa non ha bisogno di architetture molto decorate, molto complicate, ma ha bisogno di qualcuno
che realizzi dei segni molto leggibili dai fedeli (la sua piazza è classicista; chiaro e diretto).

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Baldacchino e Cattedra di S.Pietro: 1624 eredita una


serie di progetti già creati da Carlo Maderno (non proprio
baldacchino, ma ciborio), posto in corrispondenza
dell’altare maggiore, sopra il luogo della sepoltura di San
Pietro. Sono
colonne tortili (quelle poi collocate nei piloni in un’edicola)
che appartenevano alla balaustrata della vecchia basilica di
San Pietro. Questa forma realizzata in bronzo è decorata
con quelle colonne che si pensava derivassero dal
Tempio di Salomone. Lavorò al baldacchino anche
Borromini. Vi sono angeli che sembrano portare e far
cadere il tetto bronzeo sulle colonne. Quest’opera sarà
molto criticata e ritenuta inadeguata al luogo (inoltre si
pensa che sia stata presa la copertura bronzea della
cupola del Pantheon e fusa per
realizzare quest’opera). Furono fatte costruire anche una
serie di nicchie dedicate ai martiri più importanti (Longino
con la punta della lancia, il velo della Veronica, Elena con la
croce e la testa di S.Andrea, oggi restituita). Sul fondo
una volta
ricostruito tutto il presbiterio da Carlo Maderno, egli colloca la grande cattedra con il ciborio, quella
macchina che per dimensione parla con il baldacchino. Rivestito in opus sectile (lastre di marmo).

Piazza di San Pietro: Bernini dovette creare un gigantesco


punto di collegamento tra la città e la basilica. Vi sono tanti
problemi:
- vi sono delle preesistenze (obelisco, fontana di Bramante, palazzo
sulla dx tangente di Domenico Fontana e altri edifici sorti
nell’area più alta)
- enorme dislivello tra la parte più bassa e la quota su cui era
sorta la basilica di San Pietro (sopra i resti di quella di
Costantino).
Bernini divide la struttura in due parti; realizza un trapezio (ripreso da
Campidoglio, Pienza) all’interno del quale realizza due zone porticate e
colloca le scale in corrispondenza della facciata principale  piazza
sopra elevata.
Organizza poi il resto della piazza con due gigantesche esedre di forma
ellittica (secondo alcuni l’idea arrivi dal papa) perché egli voleva che i
bracci fossero percorribili. Al centro  passaggio carrozze; ai lati 
passaggio
pedonale. Organizza poi tre fornici (strada trionfale). Vorrebbero
rappresentare le braccia della chiesa che avvolge il popolo dei
fedeli.
Bernini si pensa avesse anche immaginato una chiusura della piazza,
mai realizzata. Ma oggi si pensa ad una chiusura con due piccole
aperture
trasversali in modo da passare da uno spazio chiuso ad un molto aperto.
Bernini colloca le due fontane nei fuochi dell’ellisse.
Bernini sceglie per i bracci un ordine dorico (procedimento
particolare perché le colonne sono disposte radialmentebase
trapezoidale) senza un fregio, ma con una cornice dentellata
(appartiene all’ordine ionico).
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Al centro degli assi principali colloca portali su colonne binate. Le


colonne non sono monolitiche (rivestite di travertino e poi scialbate
e rese omogenee). La base è a singolo toro. Per accordare il
colonnato realizza colonne binate che s’innestano verso il cimitero dei
tedeschi e verso il palazzo Vaticano per andare a chiudere la
piazza.

S.Andrea al Quirinale: palazzo che sorge davanti S.Andrea e sorge vicino al noviziato dei Gesuiti. Pianta
ellittica con un gioco di illuminazione. C’è un richiamo al Pantheon, ma di forma ellittica, senza un
pronao principale, ma con un piccolo protiro confesso; qui sull’asse trasversale abbiamo un pieno e non
una nicchia

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a differenza del Pantheon che ha una nicchia. Abbiamo una sorta di dilatazione
laterale. Asse maggiore parallelo all’ingresso. Questo per permettere di
concentrarsi sul rapporto ingresso-altare. Abbiamo un sistema dei coretti
(su balcincini).

Santa Maria Assunta: netto richiamo al Pantheon; chiesa vicino ad una residenza
papale e si pensa che sia la ricostruzione del vecchio Pantheon.

San Tommaso, Castelgandolfo: pianta a croce greca.

Scala Regia: che da piazza San Pietro porta agli ambienti superiori delle stanze vaticane. Sfrutta questo
lotto costruendo un corpo scalare di forma trapezoidale, con una prospettiva accentuata per il
ristringimento
dello spazio. Aumenta prospettiva diminuendo altezza colonne e volta a botte. Oltre al senso
d’imponenza e di grandezza gli permette di sistemare la seconda rampa per raggiungere la quota degli
appartamenti papali.

Palazzo Chigi: mette in campo le caratteristiche chiave di palazzo Farnese e del palazzo romano;
finestre allineate, timpani semicircolari e triangolari che si alternano.

Parigi, Louvre: 1665 parte per Luigi XIV (consacrazione di una carriera), presenta vari progetti, sta lì
diversi mesi. Coulbert appena divenuto I ministro (ha una straordinaria importanza perché risistema le
casse dello stato, cerca di separare il re dall’aristocrazia)nasce idea di autarchia nazionale. Per
rendere ricco il re
dev’essere ricco il popolo francese e rendere ricchi i prodotti francesi per avere un buon
reddito nel campo economico. Fonda accademia di Francia per rivendicare alla nazione un dominio
architettonico assoluto. Vuole riprendere un’architettura classicaBernini lascia vari disegni tra cui uno
con un blocco centrale di forma ovale, convessa, sopra una grande gradinata. Un progetto “barocco”.
Questo palazzo è ritrovabile a Carignano (Guarino Guarini che era in Francia)

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Bernardo Vittone (1702/1770, Piemonte)


Studia a Roma e nel 1737 cura la pubblicazione de “l’Architettura civile” di Guarini.
La sua attività s’incentra su edifici religiosi a schema centrale.
- Il Santuario di Vallinotto presso Carignano ha una pianta esagonale con
cappelle radiali ed un coro semicircolare; la copertura (elemento chiave),
soluzione che combina una volta a costoloni incrociati e altre due
sovrapposte di dimensione decrescenti con sopra una lanterna.
- Chiesa di S.Chiara a Bra nucleo circolare su cui si aprono quattro
cappelle uguali; impianto a croce greca e una galleria con alti archi
sovrastanti le cappelle. Involucro murario appare svuotato e anche la cupola
sembra tagliata nella parte inferiore. Vi sono grandi aperture.
- Scrive anche due trattati  Istruzioni elementari; Istruzioni diverse.

Pietro Berrettini da Cortona


(Cortona, 1596-1669)

1596 Nasce a Cortona. Suo padre è un lapicida.


1613 A Roma lavora presso il pittore fiorentino Andrea Commodi
1614 Lavora presso lo studio di Baccio da Carpi
1623 È al servizio della famiglia Sacchetti Villa del Pigneto
1625 Pittore di affreschi a Santa Bibiana
1624-38 Principe dell’Accademia di San Luca
1635-50 Chiesa dei Santi Martina e Luca
1640-47 Affreschi a Palazzo Pitti a Firenze
1645 Progetto per la chiesa Nuova di San Filippo Neri a
Firenze 1651-54 Affreschi per la galleria Pamphili a
piazza Navona 1656-57 Rinnovamento di Santa Maria
della Pace, Roma
1658-62 Facciata Santa Maria in via Lata,Roma
1665 Progetto per il Louvre
1668 Cupola San Carlo al Corso, Roma

- Chiesa dei Santi Luca e Martina; risultato di una evoluzione progettuale


che porta l’autore da un primo schema centrale (due cerchi concentrici)
ad uno schema a croce greco con absidi terminali dove però i due
bracci laterali si accorciano riportando l’organismo verso il
tipo longitudinale. La facciata a due
ordini è intelaiata da paraste e colonne
addensate e si inflette nella parte
centrale.

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- Santa Maria in Via Lata; ha una fronte non ricurva, ma piana a due ordini
separati da una cornice. Un doppio loggiato che immette in un atrio sia
al piano inferiore sia a quello superiore.

- Santa Maria della Pace; piccola


piazza organizzata come un recinto
chiuso, in un la facciata della chiesa
con il protiro
semicircolare è l’episodio predominante.

Giacomo del Duca (1520/1604)

Allievo di Michelangelo, opera in


Sicilia. Realizza:
- Porta san Giovanni, due schemiraggera di bugne a denti e fascio di paraste chiuso in alto
da un attico e un’ordinanza architettonica.
- Santa Maria di Loreto (iniziato da Antonio da Sangallo il giovane)sistema cupolare più campanile.
Non si regge su travi curve ma è formata da due calotte ottagonali che poggiano sul tamburo.
- S.Maria in Trivio con sistemi e meccanismi simili a S.Maria di Loreto.
- Giardino Caprarola insieme murato costruito da un ripiano basso, una cordonata-scalinata
con al centro acqua, un piano ovale con scale e un piano alto con la palazzina finale.

Ottavio Mascherino (1536/1606)

Si forma sotto Gregorio XIII. Le sue opere principali sono:


- S.Salvatore in Lauro
- Santa Marta al Vaticano dove riprende S.Maria in Trivio di G.Del Duca
- Progetta la chiesa di S.Spirito dei Napoletani a schema ovale
- Progetto per loggia dei Mercantisviluppa tema della galleria trasparente attorno ad un
cortile ovale

Martino Lunghi il Vecchio (1540/1591)

Architetto ufficiale di Gregorio XIIIopere canoniche al mondo.


- Campanile del Campidogliosovrapposizione di cellule omogenee risolte con un sistema di
paraste binate.
- Palazzo Borgheseintervento visibile dal doppio colonnato sui lati del cortile
- S.Girolamo degli Schiavoni
- Cappella Olgiati in S.Prassede
- S.Maria Maddalena delle Convertite

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La città rinascimentale.

Questa città dovrà rinfuzionalizzarsi alle nuove esigenze, alla dinamica imposta dai rapporti sociali
mutati, alle intenzioni dei nuovi signori. Si afferma in modo definitivo il concetto di “piano
urbanistico”, di programmazione, cioè di progetto dello sviluppo urbano, sia che si tratti di
ristrutturare singole zone,
percorsi o intorni della città preesistente sia che si debba creare una città dall’inizio. Lo spazio
urbano rinascimentale è unitario, concluso, costituito da parti simmetriche, basato su forme geometriche
regolari e misurabili, del tutto razionale.

La città italiana tra Rinascimento e Barocco

Caratterizzate dal delinearsi di una nuova coscienza politica e sociale che porta a formulare proposte
per nuovi ordinamenti e servizi. La città di Palmanova rappresenta perfettamente tutti gli ideali teorici in
chiave militare; è una città fortificata a piano radiocentrico. Un poligono regolare a 9 lati con una
piazza centrale collegata al resto della città da strade radiali che la uniscono anche alle mura e alle
porte.

La città barocca.

Il XVII secolo è un periodo di grande sviluppo urbanistico. Abbiamo lo sviluppo di 3 città chiave:
- La città capitale: si tratta di una rappresentazione tangibile dell’ideologia del potere;
trasformazione e sviluppo avvengono dall’alto per diretto intervento del sovrano e del
governo. Non si tratta più di una città chiusa nelle mura ma di un organismo aperto.
All’interno della città, il tracciato è determinante urbanistica, con grande vie larghe e dritte
che convergono in ampie piazze. I due tipi urbanistici fondamentali sono la strada e la piazza.
(Parigi, Amsterdam, Torino e Londra seguono questo modello).
- Complessi paesistici: residenze suburbane dei sovrani tra cui Versailles (modello chiave).
L’architettura si esercita a livello paesistico con un paesaggio inteso come spazio infinito ordinato
secondo l’asse longitudinale predominante che rappresenta il fuoco prospettico del sistema.
- Citta militari: importanze della capitale con l’espandersi anche fuori della cinta muraria, la
difesa dello stato viene assunta dalle città nei più prossimi confini sviluppo di opere di
fortificazione non solo per le città esistenti, ma quelle nuove vengono costruite già in punti
strategici.

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