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ARTE PALEOCRISTIANA:

Arte paleocristiana è il termine che descrive la produzione artistica dei primi secoli dell'era cristiana; le
testimonianze più significative risalgono in genere al III-IV secolo quando diventa religione di stato
contrapponendosi al paganesimo. Pagani e cristiani usano gli stessi artisti e gli stessi artigiani, le opere
quindi sono molto simili; la differenza tra di arte cristiana e arte pagana consiste solo i valori simbolici che si
attribuiscono alle scene e agli elementi di un’opera. Ad esempio se viene ritratto un contadino che
vendemmia, un pagano lo interpreta per quello che è mentre un cristiano lo interpreta come quando Gesù
paragonava se stesso alle viti e i cristiani ai tralci.

ARCHITETTURA PALEOCRISTIANA:

Per i primi tre secoli non esiste un’architettura cristiana definita. Solo con Costantino si cominciano a
costruire grandi edifici come le basiliche paleocristiane: precedute da un quadriportico, attraverso la
nartece, si entra nella basilica divisa in tre o cinque navate. Quella centrale termina con l’abside
sormontato da un quarto di sfera chiamato catino absidale. Il corpo longitudinale è tagliato trasversalmente
dal transetto e può assumere una forma a croce greca, a croce immissa o latina e a croce commissa. Il
presbiterio, riservato al clero, è posto in fondo alla navata centrale. Il transetto è collegato alla navata
centrale tramite l’arco trionfale.

Basilica di San Pietro in Vaticano:

È stata costruita nel 324 sul luogo di sepoltura dell’apostolo Pietro. Era preceduta da un quadriportico e
divisa in 5 navate. Un transetto precedeva un’ampia abside semicilindrica e ospitava la tomba di San Pietro.
Distrutta nel sedicesimo secolo per far spazio all’attuale basilica di San Pietro.

Basilica di Santa Maria Maggiore a Roma:

È stata consacrata nel 434 ed è fra le basiliche cristiane meglio conservate, è divisa in tre navate da colonne
ioniche lisce. L’arco trionfale è ricoperto da scene in mosaico. La trabeazione delle colonne è interrotta
dagli arconi barocchi del diciassettesimo secolo. La copertura a cassettoni sostituisce quella originaria a
capriate. C’è un predominio della linea retta che porta l’attenzione al presbiterio.

Mausoleo di Santa Costanza a Roma:

È stato costruito nel 350 interamente in mattoni su una pianta circolare e ci si entra da un nartece a forcipe.
Le aperture sono collocate lungo le assi ortogonali principali e definiscono una croce all’interno dello spazio
circolare. Tra l’anello interno di colonne con il tamburo e le pareti perimetrali è presente un deambulatorio
con un volta anulare mosaicata interrotta solo nella porzione opposta all’ingresso. In origine anche la
cupola centrale era ricoperta da mosaici. Il sarcofago di Costanza è riposto al di sotto della campata coperta

IL MOSAICO PALEOCRISTIANO:

Questa tecnica si diffonde nel IV V secolo nell’impero romano grazie al fatto che dopo il terzo secolo si
usarono tessere di vetro aumentando enormemente i colori a disposizione. Le tessere si immergevano
nell’intonaco fresco e successivamente applicate al di sopra di un soggetto precedentemente disegnato.
Spesso il mosaico veniva sovrapposto a un dipinto vero e proprio e quindi dopo aver disegnato con piccole
tessere i contorni delle figure, si riempivano gli spazi tra esse con tecniche diverse a seconda del risultato
che si voleva ottenere.

Volta anulare di Santa costanza:

I mosaici rappresentano dei contadini che raccolgono l’uva, degli uccelli, dei frutti e delle conchiglie.
LA SCULTURA PALEOCRISTIANA:

Anche nella scultura è possibile notare la differenza tra l’arte basata sull’Ellenismo e quella plebea.

Sarcofago di Giunio Basso:

È un sarcofago di passione basato su scene della vita di Cristo e costruito nel 359. Le due testate
rappresentano la vendemmia e la mietitura del grano con riferimento al vino e al pane cioè il sangue e li
corpo di Cristo. Il fronte è un doppio porticato di colonne, con archi ribassati e timpani nella parte inferiore
e di colonne architravate nella parte superiore. Tra una colonna e l’altra sono raffigurate scene tratte
dall’Antico e dal Nuovo Testamento. Una speciale importanza è data ai due bassorilievi centrali divisi da
colonne più elaborate: quella inferiore rappresenta l’entrata trionfale di Gesù in Gerusalemme mentre
quella superiore rappresenta il Cristo risorto e seduto su un trono tra San Pietro e Paolo, con i piedi poggiati
su un vecchio signore che rappresenta il cielo. Manca uno svolgimento continuo della narrazione che,
quindi, resta episodica.

L’ARTE A RAVENNA:

L’arte a Ravenna inizia a prosperare dopo la morte di Teodosio, quando venne nominata capitale
dell’imperio Romano d’Occidente da Onorio nel 402. Successivamente l’ultimo imperatore d’Occidente,
Romolo Augustolo, fu deposto dal barbaro Odoacre nel 476 che a sua volta venne sconfitto dal Teodorico,
re degli ostrogoti, che si impossessò di Ravenna nel 488. Per tutto il quinto secolo i barbari si sparsero nei
territori del vasto impero. Nel 535 l’imperatore d’Oriente Giustiniano provò a riunificare l’impero
riacquisendo parte dell’Occidente compresa Ravenna. Solo nel 751 furono costretti a lasciare Ravenna dopo
la conquista dei Longobardi. Con l’inizio del medioevo la citta di Ravenna è stata oggetto di ampi interventi
artistici romani, paleocristiani e bizantini.

Missorium d’argento:

È un manifesto politico del 388 o del 393 con la funzione di celebrare il decennale del regno di Teodosio.
Quest’opera è divisa in due parti: la parte superiore rappresenta Teodosio mentre consegna un dittico e i
due co-imperatori Arcadio e Onorio o Arcadio e Valentiniano II, mentre, la parte inferiore, rappresenta una
figura femminile in un campo di spighe che raffigura la Terra come segno di pace e prosperità.

L’ARCHITETTURA E I MOSAICI A RAVENNA:

A Ravenna l’architettura e i mosaici sono l’una in funzione degli altri e vengono raggruppati in periodi
storico-politici omogenei:

- il periodo imperiale (dal 402 al 476)

- il periodo ostrogotico (dal 476 al 540)

- il periodo giustinianeo (dal 540 al 565)


- IL PERIODO IMPERIALE (DAL 402 AL 476)

Mausoleo di Gallia Placida:

Questo Mausoleo risale alla meta del quinto secolo, fatto costruire da Teodosio il Grande per la figlia.
All’esterno l’edificio è molto semplice e spoglio ma all’interno è di una stupefacente ricchezza ornamentale
e questo è un contrasto simbolico tra il corpo e lo spirito. La cupola è ricoperta da un mantello blu notte
ricolmo di stelle dorate attorno a una croce gemmata e nei quattro pennacchi sono presenti i simboli
apocalittici degli Evangelisti. Al di sotto della cupola sono ospitati coppie di santi e nelle volte a botte sono
rappresentati vegetali e forme geometriche. Tra la coppia di santi posta di fronte all’ingresso è posta una
fontana nella quale ci sono due colombe che bevono. Nella lunetta sottostante, invece, è rappresentato san
Lorenzo che si sta dirigendo sopra il fuoco per il suo martirio con accanto un armadio contenente i quattro
vangeli.

- IL PERIODO OSTROGOTICO (DAL 476 AL 540)

Basilica di Sant’Apollinare Nuovo:

È stata fatta costruire nel 505 da Teodorico, è divisa in tre navate, è priva di quadriportico e quindi ci si
accede tramite il nartece. Gli splendenti mosaici interni appartengono a epoche differenti visto che alcuni
dei mosaici commissionati da Teodorico furono successivamente sostituti dal vescovo Agnello in periodo
giustinianeo. Sulla parete di destra della navata centrale è rappresentato il palazzo di Teodorico in
prospettiva ribaltata e alcuni edifici basilicali come simbolo della città di Ravenna. Sulla parete di sinistra
della navata centrale è rappresentato il porto di Classe: a destra la città dentro le mura con un anfiteatro,
un portico e una basilica e a sinistra tre navi nel mare. Dal Palazzo e dal porto di Classe partono due
processioni che si dirigono da Cristo e dalla Vergine con il Bambino. In questa basilica si possono ritrovare
molti caratteri distintivi dell’arte Bizantina come la ripetitività dei gesti, l’assoluta frontalità delle
rappresentazioni e la mancanza di volume. Tra le finestre sono presenti piccole scene che narrano episodi
evangelici come l’ultima cena.

- IL PERIODO GIUSTINIANEO (DAL 540 AL 565):

Basilica di San Vitale a Ravenna:

È stata consacrata nel 547 del vescovo Massimiano, ha un pianta ottagonale ed era preceduta da un
quadriportico poi andato distrutto. All’esterno è molto semplice visto che è costruito in soli mattoni e senza
particolari decorazioni. All’ottagono perimetrale esterno si aggiunge uno interno coperto da una cupola
emisferica collegata al basamento ottagonale tramite un tamburo finestrato. Sono presenti due ingressi per
accedere alla Basilica: l’ingresso posto di fronte all’abside da cui si nota uno spazio rettangolare e quello sul
lato contiguo da cui si nota una spazio concentrico e avvolgente. La struttura è in marmo ma è resa meno
massiccia dal lavoro di traforo che la adorna. I mosaici del presbiterio sono i più importanti della Basilica e
rappresentano con uno stile schematico Giustiniano con la sua corte e la moglie Teodora con la sua corte
mentre portano all’altare le offerte per la consacrazione della Basilica. In questo ritratto ufficiale però
manca un’ambientazione architettonica completa.

LA SCULTURA A RAVENNA:

Ravenna si arricchisce di una produzione scultorea a carattere aulico nel quinto e sesto secolo visto che era
saldamente legata all’impero d’Oriente. In particolare, molti sarcofagi giungono da Costantinopoli come
semilavorati e gli artigiani locali si limitano a rifinirli. I sarcofagi ravennati sono caratterizzati dal coperchio a
semibotte o a tetto e il rilievo basso o piatto.
L’ARTE BARBARICA E LE ARTI MINORI:

Il carattere dell’arte barbarica riguardò la piccola struttura in legno, l’oreficeria e le decorazioni di


ispirazione vegetale, animale e fantastica. Queste sono chiamate arti minori perché non comprendo né la
pittura, né la scultura, né l’architettura. Le caratteristiche di queste arti sono la costante predilezione per la
policromia e la frantumazione delle superfici da decorare. Inoltre, i manufatti in metallo nobile sono spesso
tempestati di perle e di pietre preziose.

Fibule ostrogote:

Il simbolo dell’arte barbarica sono le fibule cioè i fermagli che circolavano con facilità in tutta l’Europa. Ci
sono vari tipi di fibule: le fibule circolari del settimo secolo con motivi a intreccio, a cerchietti o a curve
concentriche, le fibule con lo stile colorato del quinto secolo, le fibule a staffa realizzate ad alveoli e smalti
policromi e le fibule a forma di aquila stilizzata tipiche delle donne gote in Italia.

LE ARTI NELLA LONGOBARDI MAIOR:

Alla fine del sesto secolo la regina Teodolinda e il re Agilulfo portarono alla conversione al cattolicesimo il
popolo dei Longobardi che quindi nonostante la cruenta e distruttiva campagna che li aveva fatto
conquistare l’Italia erano visti con fascino e attrazione dal popolo italiano. Il Cividale del Friuli è una delle
città più importanti rette dai Longobardi infatti ospitò la sede del patriarca di Aquileia a partire dal 737.

Altare del duca Ratchis:

Questo altare è il monumento che ci dà più informazioni riguardo i metodi di rappresentazione artistica dei
Longobardi. È costruito da quattro lastre in pietra d’Istria scolpite a basso rilievo e, in origine, colorate. Per
ogni lastra sono scolpite diverse rappresentazioni: in quella nel paliotto anteriore è rappresentato Cristo tra
due angeli in una cornice a forma di mandorla sorretta da quattro angeli, in quella sul fianco destro sono
rappresentati la Vergine e il Bambino che accolgono i doni dei Re Magi, in quella sul fianco sinistro è
rappresentata la visita della Vergine Maria alla cugina Elisabetta e nel fronte posteriore sono rappresentate
due croci. In tutte le rappresentazioni le mani e i visi sono sproporzionati, le vesti sono composte da fasci di
pieghe parallele e tutte le parti lasciate libere dalle figure sono state riempite da stelle, fiori e piccole croci
apparentemente disposti senza una logica ma che in realtà sono a causa della modalità con sono state
scolpite che si chiama “horror vacui” cioè la paura del vuoto.

ARTE DELLA RINASCENZA CAROLINGIA:

Carlo Magno capì che per raggiungere la dignità imperiale doveva dotarsi di una capitale fornita di palazzi di
rappresentanza. Allora, nel 789, diede inizio alla costruzione della propria residenza ad Aquisgrana, dotata
di un’Aula Regia per le udienze, una cappella poligonale chiamata cappella Palatina, dei bagni termali e
delle scuderie. Inoltre Carlo Magno decise di creare un’analogia tra la città del Vaticano e Aquisgrana
facendo costruire nel suo palazzo molti particolari simili a quelli presenti nello stato pontificio come la
grande pigna presente nel giardino del palazzo di Carlo Magno che richiamava al quadriportico della Basilica
Vaticana.

Altare di Sant’Ambrogio a Milano:

È stato realizzato tra il 826 e il 859 durante il vescovato di Angilberto II, è costruito in legno rivestito da
lamine d’oro, d’argento e d’argento d’orato separate tra loro da cornici di gemme che richiamano lo stile
barbarico. Il fronte anteriore è diviso in riquadri con storie della Vita di Cristo seguendo una narrazione dal
basso verso l’alto e dall’esterno verso l’interno e al centro del fronte c’è Cristo seduto su un trono dentro a
una cornice a forma di mandorla. Il fronte posteriore è diviso in riquadri con episodi della vita di
Sant’Ambrogio e al suo centro, in quattro cornici rotonde sono presenti: L’arcangelo Michele, l’arcangelo
Gabriele, Sant’Ambrogio che incorona Angilberto e Sant’Ambrogio che incorona Vuolvinio che quindi si
autonomina l’autore dell’opera dopo secoli di arte anonima. Il fronte posteriore e quello anteriore anche se
molto simili differiscono nello stile: nel fronte anteriore le linee sono molto mosse producendo effetti di
luce vivaci e i personaggi appaiono collocati in spazi reali, mentre, nel fronte posteriore viene usato uno
stile severo e austero e le figure appaiono isolate ma ben salde, con rari riferimenti al paesaggio. Sui
entrambi i lati minori è presente un quadrato disposto a losanga con al centro una croce realizzata in
smalto e impreziosita da gemme; gli spazi vuoti sono riempiti da figure di santi e angeli.

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