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San Vitale:

La basilica di San Vitale fu edificata tra il 540 e il 548 ac nella zona nord ovest della città, vicino al
complesso che comprendeva anche il Mausoleo di Galla Placidia, per quanto riguarda i modelli
architettonici in questa basilica furono adottati i principi che ospitavano le maggiori opere
costantinopolitane. La basilica ha una pianta ottagonale a doppio involucro, lo spazio centrale è
articolato intorno ad 8 pilastri principali cuneiformi che sono posti a sostegno del tamburo nel
quali sono presenti 8 finestre. L’accesso alla chiesa avviene attraverso un nartece absidato
tangente con un angolo e non con un lato dell’ottagono, da questo nartece si accede tramite 2
ingressi , uno in asse con il presbiterio mentre l’altro fuori asse, entrando tramite questi 2 ingressi
si riescono ad avere 2 percezioni dello spazio, nel primo caso (in asse) si ha l’impressione di
trovarsi in un ambiente che si va ad estendere in senso longitudinale, nel secondo(fuori asse) si
percepisce uno spazio avvolgente e circolare, questa concezione di uno spazio che necessità di
essere percorso offrendo prospettive differenti è la testimoninza dell’influsso orientale che si
andava ad affermare in quel periodo. Quando si parla di questo questo edificio non si possono non
menzionare i mosaici presenti nella zona absidale: sulle pareti dell’abside sono rappresentati i 2
fastosi cortei di Giustiniano e Teodora accompagnati dai loro seguaci , in queste opere il realismo è
assente poiché viene dato spazio al gusto decorativo come possiamo notare da numerosi elemnti
all’interno delle opere, ad esempio nel ritratto di Teodora ciò si può notare tramite la cura e la
ricerca dei particolari nell’attenta rappresentazione degli abiti del copricapo e dei gioielli , inoltre
all’interno della veste di Teodora è possibile riscontrare un elemento molto importante, ovvero
quello della rappresentazione dei 3 re magi a significare che tutto ciò è un epifania poiché questo
episodio non è mai avvenuto realmente. Per quanto riguarda Giustiniano invece è molto
importante notare i personaggi che si sviluppano intorno ad egli, che stanno ad indicare il potere
potere spirituale con Massimiano e quello militare con l’esercito e Belisario.

IL MAUSOLEO DI TEODORICO

Teodorico intorno al 526 volle realizzare il proprio mausoleo a Ravenna, con mausoleo si
intendeva la tomba monumentale che solitamente era dedicato alla sepoltura di personaggi di
rilievo. Il mausoleo di Teodorico fu costruito fuori dalle mura di Ravenna vicino al porto e come
materiale vennero usati dei grandi blocchi di pietra d’istria , materiale insolito per i canoni del
territorio ravennate in cui era prevalentemente usato il mattone data anche la sua leggerezza che
si sposava con la conformazione paludosa del territorio, per quanto riguarda la struttura l’edificio
si sviluppa su due piani. Il primo piano esternamente sarà decagonale e internamente ospiterà un
vano cruciforme, il secondo piano esternamente si presenta come il primo, mentre all’interno
spita una vasca in porfido che era deputata ad essere il sarcofago del sovrano, per quanto riguarda
la copertura è costituita da una pseudocupola formata da un unico gigantesco blocco in pietra dal
diametro di 10,7 metri pesante 200 tonnellate voluto dallo stesso imperatore che andava ad
essere anche un simbolo di potenza, la cupola alla base è ornata da un fregio a tenaglia , tale
ornamento proveniva dal nord europa.
Battistero di San Giovanni
Il battistero era un edificio tipico dell’architettura paleocristiana, di norma era allocato vicino le
basiliche all’interno delle quali si svolgeva il rito battesimale. Per quanto riguarda gli aspetti
architettonici i battisteri avevano generalmente una pianta circolare o poligonale, uno dei
battisteri più antichi è quello di San Giovanni in Laterano che divenne il modello di questa tipologia
di edifici, aveva una pianta ottagonale, presenta un nartece dal quali si accede al battistero vero e
proprio, lo spazio centrale in cui si trova la vasca battesimale è definito da un doppio ordine di
colonne il più basso è costituito da otto colonne di porfido rosso, alte 6,3 metri, che si trovano in
corrispondenza degli angoli dell’ottagono che reggono un tamburo ( struttura verticale che
raccorda una cupola all’edificio su cui essa è posta) su cui si innesta la cupola, quello superiore fu
fatto realizzare in marmo bianco.

Altare di Sant’Ambrogio
Altare deputato a ospitare il sarcofago con i resti di sant’Ambrogio e dei santi martiri Gervasio e
Protasio commissionato dall’arcivescovo di Milano Angilberto2 e realizzato dal maestro orafo
Vulvinio tra l’835 e l’840. Questo capolavoro dell’oreficeria carolingia è composto da un ossatura
in legno rivestita in lamine d’oro e argento che sono lavorate a sbalzo o filigrana, quest’ultime
sono d’oro sul lato anteriore che è rivolto ai fedeli e d’argento sugli altri, inoltre il tutto è
impreziosito dalla presenza di più di 4000 gemme. Nel lato posteriore ai lati della fenestella
confessionis ( l’apertura a due ante che consentiva l’osservazione dell’urna con le reliquie, sono
poste 12 fornelle nelle quali sono raffigurati altrettanti episodi di vita di sant’Ambrogio. Il lato
anteriore presenta nel pannello centrale una grande croce gemmata con al centro CRISTO
TRIONFANTE IN TRONO circondato dai simboli degli evangeliste presenti nelle braccia della croce e
intorno gli apostoli, ai lati del pannello centrale troviamo ulteriori 12 fornelle che raffigurano
Storie della vita di Cristo. Il programma iconografico si basa dunque sul parallelismo tra la vita
Gesù e quella di Ambrogio. Nei lati brevi sono posti una croce al centro e intorno angeli e busti di
santi martiri. Sopra quest’altare fu eretto tra il 972 e il 973 un ciborio sostenuto da 4 colonne in
porfido. Sono state però notate differenze stilistiche, tanto che si è ipotizzato l'intervento di
almeno due diverse personalità. L'autore del lato posteriore si caratterizza per un linguaggio più
sintetico e sobrio. Le scene con gli episodi della vita di Ambrogio presentano tendenzialmente
solo i personaggi principali. L autore del lato anteriore mostra invece un linguaggio più vivace e
sciolto, le sue fornelle presentano scene più articolate ricche di dettagli e personaggi, con strutture
archite. Sfruttando la qualità luministica della materia ottiene effetti di un raffinato pittoricismo.
Altare di Ratchis:
L’opera più interessante ed originale della scultura longobarda è l’altare in pietra noto come altare
di ratchis, dal nome del duca longobardo che divenne re tra il 744 e il 749.L’altare e costituito da
un unico blocco a forma di paralIelepipedo in pietra d’Istria scolpito a bassorilievo, secondo il
modello dell "altare a blocco", ampiamente điffuso a partire dall'età tardoantica e durante tutto il
Medioevo. I quattro rilievi che compongono l’altare sono delimitati da cornici decorate con motivi
a intreccio tipici della scultura longobarda. Il lato posteriore è impreziosito da croci gemmate.
mentre il lato frontale e i due fianchi presentano scene sacre. Sul fronte è rappresentata la
Maiestas Domini : Cristo, affiancato da due cherubini, e inserito in una mandorla, resa come una
corona vegetale , sostenuta da quattro angeli in volo e interrotta dalla mano di Dio che scende
dall'alto. Le iconografie derivano da modelli paleocristiani, ma la resa bidimensionale delle figure è
chiaramente antinaturalistica. Vi prevale infatti la frontalità e sono evidenti alcune ingenuità
anatomiche, come il volto schematizzato di Cristo, con il naso allungato e grandi occhi sbarrati e
inespressivi, oppure le braccia e le mani degli angeli, sproporzionate per evidenziarne i gesti:
l'attenzione è infatti concentrata sull'azione, ma come in un fermo immagine, senza l'idea del
movimento. Sui lati sono raffigurate la visitazione , con l’incontro di Maria e la cugina Elisabetta e
l’adorazione dei magi. Anche se i corpi sono privi di volume i bassorilievi hanno comunque una
notevole efficacia espressiva.

IL ROMANICO

Con il periodo del romanico si indica il contemporaneo processo di sviluppo delle lingue e
letterature romanze caratterizzate da una comune radice latina, sottolineando così il riferimento a
modelli e pratiche costruttive di età romana avvenuto nel corso del 1200. Del romanico sono
fondamentali il simbolismo con il quale le immagini non hanno solo valore in sé ma rimandano
sempre un significato più profondo. La campata è l'elemento fondamentale del sistema
architettonico romanico in quanto diventa modulo proporzionale per l'intero edificio il
pellegrinaggio che coinvolge la produzione architettonica.

Sono importanti anche alcune tecniche come per esempio l'horror vaqui, cioè la tendenza di
riempire ogni porzione libera della superficie tramite elementi decorativi. Durante questo periodo
inoltre l'arte di lavorare le pietre e metalli preziosi fu molto prestigiosa: il materiale più importante
fu senz'altro l'oro, che con il suo colore rispecchia anche la luce divina, unito talvolta anche a
materiali e pietre antiche di diverso tipo.
Differenze tra Chiesa Romanica e Chiesa Paleocristiana

Per quanto riguarda le piante, le navate della chiesa paleocristiana forniscono uno spazio unico e
longitudinale mentre, mentre nella chiesa romanica la campata suddivide le navate in spazi
autonomi originando un ritmo pausato. Riguardo gli alzati ,nella paleocristiana sono costituiti da
superfici lisce ed ininterrotte che internamente ospitano molte decorazioni, mentre nella chiesa
romanica l'edificio è costituito da pareti mosse da corridoi, gallerie e finestre che creano un
effetto quasi scultoreo. Riguardo i sostegni, nella paleocristiana la copertura è a cassettoni e la
navata centrale si eleva sulle laterali in cui sopra vi è un grande piano finestrato sostenuto da
colonne monolitiche, mentre nella romanica la copertura è costituita da volte a botte o a
crociera, il matroneo assume la funzione statica e di rafforzamento ed i sostegni sono sempre più
complessi , e spesso appaiono dei contrafforti esterni. Riguardo l'illuminazione, nella
paleocristiana la luce diffusa e illumina ogni elemento in modo uniforme, mentre nella romanica
ci sono forti contrasti chiaroscurali dati soprattutto dalla poca presenza di grandi finestre.

LE CARATTERISTICHE DELLA CHIESA ROMANICA

Senz'altro una delle caratteristiche fondamentali della architettonica romanica è l'utilizzo dell'Arco
sia come elemento costruttivo e statico sia come elemento decorativo. La copertura a volta fu
adottata da prima e spazi piccoli come la cripta e in seguito anche nelle navate laterali e in quella
centrale. Le volte potevano essere a botte o a crociera, anche se comunque la copertura lignea
continua ad essere utilizzata, nascosta però da cassettoni, sia per uso statico cioè di equilibrio del
peso che estetico. Sulle volte però il peso veniva scaricato alla base delle colonne e quindi queste
vennero sostituite con i pilastri la cui base poteva cambiare a seconda del peso.

Un'altra caratteristica fondamentale della chiesa romanica è lo spazio quadrato delimitato da


arcate rette da pilastri che prende il nome di campata. La campata divide spesso la navata
centrale in tre o quattro quadrati che portano alla zona della crociera. Nelle navate più piccole
cioè in quelle laterali che prendono il nome di navatelle, c'è una proporzione con la campata
centrale tramite un rapporto di 1 a 2. Dobbiamo ricordare che questa scansione dello spazio dà
anche origine ad un sistema alternato di sostegni in cui nella campata centrale vi è un sostegno
più forte e in quella laterale uno più debole.

Riguardo la pianta della chiesa romanica, questa è solitamente a croce latina. Le navate
conducono alla crociera, ovvero uno spazio a forma di quadrato che funge da intersezione con il
transetto, dove è posto l' altare per i laici . Subito dopo vi è il presbiterio, cioè lo spazio riservato
agli ecclesiastici dove è situato l'altare maggiore e poi dietro il presbiterio vi è l'abside. Quando si
entra nella basilica e quindi davanti alla facciata si può trovare a volte un quadriportico o
semplicemente un nartece, cioè degli spazi usati anche successivamente per cerimonie civili.
Riguardo l'alzato della basilica , questo è suddiviso in quattro livelli : la prima è la cripta che è
seminterrata e che ospita le reliquie , poi abbiamo le navate al piano terra, poi il matroneo, che è
un corridoio posto sopra le navate laterali e che ha funzione soprattutto statica e di stabilità , poi
c'è il cleristorio, cioè il livello delle finestre aperte sopra il matroneo. Può avvenire al di sopra della
zona della crociera che si innalzi una torre o una cupola che all'esterno può essere coperta da un
tiburio , struttura sormontata da un tetto. Infine con la facciata possiamo notare dall'esterno
l'articolazione dello spazio interno della chiesa. Riguardo la facciata inoltre questa può essere o a
capanna quando presenta solo due spioventi o a salienti quando il profilo degli spioventi è
spezzato su due o più livelli.

Riguardo la luce all'interno della Chiesa questa è fondamentale in quanto insieme alla cadenza
delle arcate e alla sequenza delle campate mira ad un punto specifico dal punto di vista simbolico
della chiesa come l'altare. Nella chiesa romanica le finestre erano più piccole ed erano poste in
modo piuttosto misurato in modo da creare un effetto di chiaroscuro e quindi di contrasto.
Sul colore, questa è una caratteristica delle chiese romaniche molto importante nonostante lo
abbiano perso con il passare del tempo. Tramite i restauri però possiamo vedere come il ruolo
giocato dalla policromia estetica sia molto rilevante anche grazie all'utilizzo di sculture e quadri o
grazie all'utilizzo di materiali antichi o di pietre alternate.

IL MAUSOLEO DI GALLA PLACIDIA

Il mausoleo ha una pianta a croce latina, ma i quattro bracci hanno lunghezza simile, e sono
coperti da volte a botte. All’incrocio dei bracci si trova una cupola, nascosta all’esterno dal tiburio.
L’esterno è rivestito in laterizi, e il nel paramento ci sono semplici arcate cieche e una cornice a
dentelli sotto il tetto. Le pareti dell’interno invece presentano marmi color ocra nella parte
inferiore e mosaici dal fondo blu sulle volte e sulla cupola. Sulle volte sono raffigurati elementi
floreali e geometrici, mentre la cupola imita la volta celeste stellata, che indica il regno di Dio, e ha
una croce dorata al centro, simbolo della salvezza dopo la morte, e agli angoli gli esseri viventi che
circondano il trono di Dio. Nelle zone in cui c’è la decorazione vegetale, prevale un linguaggio
ancora naturalistico. La straordinaria tecnica esecutiva di basa sul preciso accostamento di tessere
colorate.

CRISTO PASTORELLO BELLO BELLO

Il linguaggio artistico del V/VI sec. a Ravenna subì una trasformazione, venne infatti abbandonato il
filone naturalistico tipico dell’età ellenistica; ciò è dimostrato da due opere:

Il Buon pastore, che si trova nel mausoleo di Galla placidia, realizzato nel 450 circa, mantiene forti
legami con l’arte classica e le figure rappresentate hanno forte valore simbolico. Al centro della
scena c’è Cristo seduto su una roccia, circondato da un paesaggio naturale, il cielo azzurro, piante
rigoglioso e il bello morbido delle pecore. Le figure sono tridimensionali, e gli animali, pur essendo
divisi in gruppi di tre, si trovano tutti in posizioni diverse, e guardano tutti Cristo. Cristo rivolge le
gambe verso sinistra e il busto verso destra, questo è un esempio dello schema del contrapposto.

Il Cristo che divide le pecore dai capretti invece è un’opera di età teodoriciana, e si trova a S
Apollinare Nuovo. Nell’opera mancano elementi naturali, infatti il cielo dorato rimanda a una
dimensione ultraterrena, e non c’è movimento. Al centro c’è sempre Cristo con due angeli, e non
sembrano seduti; le pecore e i capretti non sono disposti su diversi piani di profondità ma sono
sovrapposti. La composizione è simmetrica.

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