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Edifici caratteristici dell’architettura romanica sono soprattutto le cattedrali, monumentali chiese nelle

quali si trova il trono (chiamato appunto “cattedra”) del vescovo della città. La pianta della cattedrale è
sempre longitudinale, spesso a croce latina, con tre navate: una centrale più larga e due laterali più strette,
intersecate dal transetto. In altezza la cattedrale si articola generalmente su quattro livelli: quello della
navate, con il rialzo del presbiterio (il luogo dove si trova l’altare, in posizione sopraelevata), quello del
matroneo con le aperture nel livello superiore (cleristorio) e quello della cripta (scavata sotto il presbiterio,
nella quale si conservano le spoglie del santo al quale la cattedrale dedicata).

Lungo la navata le colonne si alternano a robusti pilastri. Collegati tra loro per mezzo di archi, le colonne e i
pilastri sostengono una serie di volte a crociera, a ognuna delle quali corrisponde uno spazio, detto
campata. Alle dimensioni della campata si rapportano tutte le altre parti del’edificio, in modo da ottenere
una struttura ben proporzionata. All’incrocio tra la navata principale e il transetto sorge la cupola. Le navate
laterali sostengono delle gallerie affacciate sulla navata centrale: spazi anticamente destinati alle donne e
per questo detti “matronei”. Tutte le navate, infine, terminano con un’abside.

Esternamente la cattedrale romanica presenta muri di pietra o di mattoni, rinforzati da pilastri


(contrafforti), sui quali si aprono strette finestre, e talvolta anche loggiati sorretti da colonnine e archetti
“ciechi” (così chiamati perché non sono vere aperture, ma hanno solo una funzione decorativa). La facciata
segue la forma interna delle tre navate di altezza diversa e pu essere di due tipi: a capanna o a salienti. La
prima costituita da un tetto a due spioventi e ha quindi la forma di un triangolo. La seconda rispecchia
invece il profilo delle navate interne e risulta divisa in tre parti.

Al centro della facciata si apre spesso un rosone: un’apertura circolare decorata a traforo. In basso si apre il
portone d’ingresso (portale), ornato da cornici, bassorilievi e statue a tutto tondo. A volte sono presenti più
ingressi e quello principale (portale maggiore) evidenziato da una copertura sporgente (pròtiro) sorretta da
due o quattro colonne spesso pogianti su leoni di pietra (leoni stilòfori).

Accanto alla cattedrale sorgono generalmente anche un campanile e un battistero: l’area della cattedrale
diviene quindi un complesso di monumenti, come a Parma. Questi sono i tratti comuni a tutte le cattedrali
romaniche, ma, in ogni regione nella quale si diffonde, lo stile romanico si differenzia per i materiali
impiegati e risente delle diverse tradizioni artistiche precedenti: di conseguenza, gli edifici presentano
spesso varianti locali talvolta anche notevoli.

LA BASILICA DI SANT’AMBROGIO (XI sec. d.C.) - Milano Questa basilica è stata costruita tra il 1.088 e il
1.099 su un preesistente edificio del IV secolo, fatto erigere da San- t’Ambrogio, che allora era il vescovo di
Milano. È stata il modello di molte altre chiese lombarde. Era un edificio con funzioni sia religiose che civili:
nel portico si riunivano, infatti, le assemblee cittadine. Lo spazio interno è severo e raccolto, scandito dalle
volte e dagli archi, evidenziati da cornici in mattone, che determinano un forte senso del ritmo.

Tutte le membrature del portico sono evidenti: le arcate, disegnate con nettezza dalla doppia ghiera, le
cornici sostenute da archetti pensili, i pilastri fiancheggiati da semicolonne, le sottili lesene che si profilano
sulle superfici superiori suddividendole in settori. La larga facciata a capanna presenta le arcate del loggiato
digradanti, con un effetto di forte alleggerimento.

La decorazione esterna e interna è molto semplice, costituita solo dai diversi colori dei materiali impiegati e
da cornici e archetti. Le finestre sono presenti solo sulla facciata, nelle absidi e nella cupola, da cui entra la
luce che illumina l’altare d’oro. La pianta è strutturata in 3 navate senza transetto. L’edificio è costruito sul
modulo quadrato della campata a crociera, che viene dimezzato nelle navatelle conferendo un nuovo
ritmo. Sopra le navate laterali stanno i ma- tronei. I pilastri polìstili si alternano in due dimensioni diverse.
Nell’architettura paleocristiana lo spazio è unitario e l’impianto prospettico conduce direttamente verso
l’altare, esprimendo simbolicamente la presenza del divino. La luce è diffusa, serena. Nell’architettura
romanica, invece, lo spazio è suddiviso in campate, è umano, concreto, razionale. Lo spazio deriva dalla
somma delle campate ed è misurabile attraverso un modulo geometrico. La prospettiva è rallentata dalla
sequenza delle arcate. La luce è scarsa e contrastata, non è divina, ma umana.

LA SCULTURA Oggetto delle raffigurazioni sono i tradizionali temi religiosi: le Storie della Creazione e gli
episodi della Vita di Cristo. Sui portali viene spesso riprodotto anche il Giudizio universale, dove Cristo siede
sul trono all’interno di una mandorla, simbolo bizantino della divinità. Un elemento scultoreo spesso
presente nelle chiese romaniche è il leone “stiloforo” (portatore di colonna). Utilizzato come simbolo del
Bene ripropone lo stesso antichissimo messaggio: la belva protegge la porta (come le sfingi egizie), segna il
passaggio tra il mondo sacro e quello profano, tra il “dentro” e il “fuori”. Il leone è anche simbolo della
resurrezione, in quanto si pensava che i cuccioli di leone appena nati giacessero come morti finché il leone
padre alitava sui loro corpi risvegliandoli. I leoni rappresentavano anche la forza con cui Cristo difendeva la
sua Chiesa e le sue cattedrali.

Il duomo di Cefalù Duomo di Cefalù 1131 (Sicilia), commistione di elementi arabi e normanni Un esempio
di commistione tra elementi arabi e elementi normanni è il duomo di Cefalù, fatto costruire da Ruggero II
nel 1132 come mausoleo della dinastia. L’edificio è preceduto da un ampio sagrato a terrazzo che svolgeva
la funzione di cimitero. Il portico d’ingresso è fiancheggiato da due possenti torri, come nelle chiese del
nord, alleggerite da eleganti bifore e monofore e sormontate da cuspidi piramidali aggiunte nel
Quattrocento. Presenta una pianta a croce latina, diviso in tre navate da due file di colonne di spoglio. Due
grandi capitelli figurati reggono l’arco trionfale. Il transetto ha un’altezza maggiore rispetto alle navate ed
uno slancio ancora maggiore era previsto nel progetto originario. Duomo di Cefalù, mosaico del catino
absidale (XII sec.) Il soffitto è a capriate e l’abside ospita un mosaico che raffigura il Cristo Pantocratore che,
con la destra alzata, mostra i suoi attributi cristologici, indicanti le due nature inseparabili del Cristo (quella
divina e quella umana) e il mistero della Trinità, e con la sinistra regge il Vangelo aperto. Al centro, nel
registro inferiore, è raffigurata la Vergine orante scortata dai quattro arcangeli. Nel secondo e terzo
registro, ai lati del finestrone centrale, sono rappresentate alcune figure di apostoli ed evangelisti. La
decorazione musiva era forse prevista per tutto l’interno, ma fu realizzata solamente nel presbiterio e
ricopre attualmente l’abside e circa la metà delle pareti laterali. Per la sua realizzazione, Ruggero II chiamò
maestri bizantini di Costantinopoli che adattarono ad uno spazio architettonico per loro anomalo, di
tradizione nordica, dei cicli decorativi di matrice orientale.

La Cappella Palatina del Palazzo Reale normanno di Palermo Il Palazzo Reale normanno di Palermo La
prima costruzione del Palazzo Reale di Palermo risale al periodo della dominazione araba (IX secolo). I
Normanni trasformarono il precedente edificio arabo in un centro complesso e polifunzionale che doveva
dimostrare la grandezza e la potenza della monarchia. Vennero così realizzati laboratori tessili e di
oreficeria collegati tra loro da portici e giardini, le sale di rappresentanza furono rivestite di marmi e i
maestri bizantini rivestirono pareti e soffitti di mosaici con figure di animali e scene di caccia. Infine, sotto
Ruggero II, tra il 1132 e il 1140, venne anche edificata al suo interno la Cappella Palatina. La Cappella
Palatina ha un impianto basilicale a tre navate ed è dedicata a San Pietro e San Paolo. Le tre navate,
terminanti in tre absidi, sono separate da colonne romane di spoglio in granito e marmo cipollino che
sorreggono una struttura di archi acuti. Tutto l’edificio è decorato da uno scintillante tappeto musivo e da
marmi preziosi. I mosaici, eseguiti da un gruppo di mosaicisti bizantini, raffigurano storie del Vangelo. I
mosaici dell’abside sono dominati dall’imponente immagine del Cristo Pantocratore. Il soffitto in legno
della navata centrale è a lacunari (cassettoni), con stelle lignee in cui vi sono raffigurati animali, danzatori e
scene di vita della corte islamica, e muqarnas. Le travature delle altre navate sono decorate con intagli e
dipinti sempre di stile arabo. Strettamente legati al medesimo gusto ornamentale islamico sono i mosaici
profani con scene venatorie della Sala di re Ruggero, situata anch'essa nel Palazzo Reale. In una delle scene
del mosaico parietale si possono osservare, ai lati di una palma, due centauri che si affrontano tendendo un
arco. Una cornice separa l'ordine superiore del mosaico da quello inferiore dove vi sono rappresentati
alternati pavoni, alberi esotici e leopardi, questi ultimi disposti simmetricamente.

La chiesa di san Giovanni degli Eremiti a Palermo La cultura araba trova riflesso anche nella chiesa di San
Giovanni degli Eremiti, edificata nel 1132. Più che a una chiesa cristiana, questo edificio rimanda a una
moschea islamica e tale richiamo all’Oriente viene ancor più enfatizzato dalle cupole emisferiche di colore
rosso acceso. La chiesa, le cui origini risalgono al VI secolo d.C., durante la dominazione araba fu
trasformata in moschea per essere poi nuovamente consacrata all’antico culto cristiano da Ruggero II. Si
tratta di un complesso monumentale che comprende, oltre alla chiesa, il chiostro del monastero e un corpo
quadrato anteriore, forse della moschea. Orientata verso est, la chiesa ha un impianto a croce commissa
(cioè una pianta a forma di T) e una rigorosa forma geometrica, sulla quale spiccano le 5 cupolette
emisferiche di colore rosso. Il campanile, che si sviluppa sul braccio occidentale del transetto, ha tre ordini
di finestre. Il modulo costruttivo interno della chiesa è dato da una struttura cubica sormontata da una
cupola. Tale modulo si ripete cinque volte: due nelle campate dell'unica navata, tre nel transetto.
L'accostamento del quadrato, che rappresenta la terra, al cerchio, che rappresenta il cielo, ricorre sia nella
cultura islamica fatimita sia in quella bizantina. Nelle volte la struttura quadrata trapassa nella cupola
semisferica per mezzo di piccole nicchie angolari. Persi gli intonaci originali, queste nicchie a triplice incasso
restano il solo elemento decorativo di un interno lineare e semplicissimo. Il paramento murario è costituito
da blocchi compatti di parallelepipedi in conci di tufo squadrati, dai quali emergono i volumi rossi delle
cinque cupolette poste in corrispondenza delle cinque campate interne. Il chiostro, abbellito da un
lussureggiante giardino, è la parte conservata meglio del convento antico; spiccano per bellezza e
leggerezza le colonnine binate con capitelli a foglie d'acanto che reggono archi ogivali a doppia ghiera.

Il Romanico Pisano Pisa, Repubblica Marinara al pari di Venezia, subì nel suo linguaggio artistico le
innumerevoli contaminazioni legate ai consistenti scambi commerciali e culturali specialmente con
l’Oriente.

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