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13.11.

2020
Gotico in Italia tra il Duecento e il Trecento
1196-1220  1420/1450 tardogotico-Rinascimento  ?
Non ci sono grandi committenti, quindi l’Italia non ha la possibilità di
avere grandi cantieri. In realtà non è vero, soprattutto per l’Italia
meridionale. Nell’Italia settentrionale i grandi cantieri vengono
avviati dopo la Pace di Costanza. La committenza in Italia non è
solo legata alla presenza di un imperatore o finanziatore, ma è una
committenza di tipo pubblico-collegiale, quindi sono delle
corporazioni, ma anche i comuni.
Il gotico italiano è sempre stato minore, a causa della permanenza
dei canoni di plasticità. Forse al posto di parlare di gotico “minore” è
meglio parlare di un linguaggio con tante sfumature diverse.
Alcuni episodi che introducono un linguaggio gotico.
Basilica di Sant’Andrea di Vercelli: fondata dal cardinale Guala che
aveva avuto contatti con cantieri d’oltralpe e chiama maestranze
religiose dalla Francia. Alcuni hanno attribuito questa novità di
cantiere a Benedetto Antelami, ma non sappiamo definire se c’è
stata questa interferenza, anche se questa struttura manifesta
alcuni caratteri distintivi. Facciata armonica inquadrata da
campanili, grande rosone in facciata e all’interno uno sviluppo
longitudinale con navate divise da pilastri che sorreggono arcate a
sesto acuto, l’assenza del matroneo, e il gusto per la luce e per il
manierismo. Molti di questi edifici sono stati restaurati.
L’avvio del Gotico in Italia si fa risalire al Battistero di San Giovanni
a Parma. Il cantiere segna il passaggio tra modi diversi di lavorare
sull’architettura, è un cantiere anche di contaminazione di linguaggi.
L’architetto è Benedetto Antelami, che fu un architetto e scultore di
riferimento per questo passaggio.
Il Battistero si presenta con rivestimento di lastre di marmo rosa di
Verona e appare come se fosse una torre troncata in cui c’è la
volontà di sottolineare gli spigoli, quindi una sorta di scheletro
strutturale.
Il battistero è strutturato su più livelli: il livello basamentale è quello
che accoglie i tre portali e superiormente si trovano 4 livelli di logge
praticabili e reggono la trabeazione. Un alto attico fa da
coronamento. Guglie e pinnacoli marcano ancora di più gli spigoli.
La pianta ottagonale mostra 3 portali e 5 facce senza ingressi. Lo
spazio interno ha una evidente ricerca delle geometrizzazioni delle
forme In ogni lato dell’ottagono sono ricavate 3 nicchie con
copertura archivoltata. Gli spigoli delle nicchie sono nascosti
attraverso esili colonnette. Questo sistema di scansione parte da
terra per ricongiungersi alla sommità dell’edificio.
Anche internamente è organizzato per livelli: al piano basamentale
corrono de registri di gallerie mutuate da quelle dell’esterno (gallerie
con esili colonnette che reggono architravi); queste nervature che
diventano colonnette e poi costolonature spartiscono la volta, che è
un arco a sesto acuto molto rialzato ad ombrello. La volta è inserita
in un prisma, una sorta di tiburio.
La diffusione del gotico si lega agli ordini religiosi, che hanno
origine dall’ordine Benedettino e da cui si staccano serie di costole
che poi origineranno delle proprie regole.
Ordini che abitano abbazie / monasteri e che hanno localizzazione
extra-muros, non vicino ai centri urbani ma in territori abbandonati
che sono strumento anche di bonifica di questi territori; sono delle
cittadelle isolate e autosufficienti grazie proprio alla quantità di
terreni donati all’ordine:
 Benedettini (dal 529, Montecassino)
 Cluniacensi (a partire dal 909, nascono come riforma della
regola benedettina, Cluny)
 Cistercensi (dal 1098, riforma della regola benedettina; nel XIII
secolo espansione in tutt’Europa e valido strumento
d’esportazione del linguaggio gotico)
 Certosini (dal 1084, Brunone, sempre legati ai benedettini; la
grande Certosa)
 Ordine Florense (dal 1196, Giovanni da Fiore ex abate
cistercense; Sam Giovanni in Fiore)
Un’altra famiglia di ordini religiosi che fondano i propri conventi in
località cittadine, intra-muros e che utilizzano i conventi:
 Domenicani, Francescani, Agostiniani; sono ordini mendicanti,
cioè appartengono alla regola di povertà (conventi in città con
linguaggio gotico personale)
Architettura cistercense:
 1098: approvazione della regola monastica riformata contro
l’eccessivo lusso per un ritorno al rigore degli esordi
 Il primo edificio: Abbazia a Cistercium
 Diffusione capillare con un’organizzazione gerarchica con le 5
abbazie madri: Citeaux, Clairvaux, Morimond, La Fertè,
Pontigny.
Caratteri architettonici:
 Polemica contro lusso chiesa cluniacensi aveva come effetto
un programma edilizio con monumentalità spoglia e funzionale
e rinuncia apparato decorativo
 Gotico “semplificato: semplificazione avviene attraverso
scarnificazione delle decorazioni ma anche degli impianti (no
torri in facciata, definizione spaziale luminosa e adozione delle
volte a crociera ogivali, no vetrate, né sculture, né affreschi.
Sistema proporzionale “ad quadratium”
 Ordine ha momento di splendore e diffusione legato a San
Bernardo di Clairvaux: teorico della essenzialità assoluta
dell’organismo architettonico: “il fine è produrre una
sensazione di dolcezza e di pace attraverso l’architettura”
San Bernardo condannava il lusso delle ciese come furo ai poveri.
Voleva chiese prive di decorazioni, sia dipinte che scolpite, mentre
esaltava le pareti nude.
Il complesso monastico doveva essere organizzato come una
cittadella autosuffuciente dove si trovi tutto il necessario.
Diffusione che fa riferimento a un modello-tipo, ad una pianta ideale
che però comporta anche una notevole tolleranza, rispetto ad
esempio alla disponibilità delle tecniche costruttive e materiali.
La pianta-tipo (“plan bernardin”): complesso perfettamente
orientato, con chiesa ad est; complesso autosufficiente,
tradizionalmente recintati:
 Atrio porticato
 Chiesa: edificio cruciforme con transetto; diviso a tre navate
con coperture a crociera; un’abside piatto con cappelle laterali
che si affacciano sul transetto
 Chiostro: cortile quadrangolare porticato su cui si affacciano
tutti gli edifici principali, soprattutto legati alla vita dei monaci.
Posto al centro con a volte anche un pozzo.
 Sala del capitolo (con dormitorio dei monaci soprastante): in
collegamento con il transetto
 Refettorio: locale stretto e lungo, voltato e c’era sempre
appoggiato alle pareti un pulpito per la lettura durante i pasti.
 Scriptorium (o biblioteca): a sud-est per utilizzare la luce del
giorno
 Cellarium: dispense
 Dormitori dei conversi: locali divisi rispetto ai monaci
 Locutorium (parlatorio)
 Calefactotorium: stanza riscaldata in cui i monaci si recavano
prima delle funzioni per scaldarsi
In Italia i Cistercensi si legano alla presenza di Bernardo di
Chiaravalle.
Caratteristiche tipologiche:
 Strutturazione attorno a un chiostro: chiesa, sagrestia, sala
capitolare, refettorio, dormitori, infermerie
 Chiesa a tre navate con transetto, abside rettangolare
fiancheggiato da cappelle
 Copertura a volte a crociera a sesto acuto su campate
quadrangolari
 Sistema di sostegni costituito da massicci pilastri con
colonnine addossate (pilastro polistilo, a fascio) che
proseguono fino al soffitto e si raccordano ai costoloni degli
archi trasversali delle volte a crociera; anche piloni cilindrici in
laterizio
 Tiburio molto alto con campate (torre nolare, cioè una torre
campanaria)
 Interno semplice ed austero
 Facciata con rosone a raggiera
Sono caratteri comuni probabilmente legati alla circolazione di
maestranze francesi (monaci, conversi) all’interno dei cantieri
(cantieri-scuola).
Abbazia di San Galgano, Siena: si estende longitudinalmente. La
parte absidale caratterizzata da grande rosone (anche nella
facciata principale) e la scansione in livelli attraverso delle
monofore allungate. A destra e a sinistra il transetto, alto quanto
navata centrale e tre cappelle laterali. Sono evidenti i grandi
contrafforti che sostengono le spinte delle coperture interne. La
navata centrale è divisa da quelle laterali tramite pilastri polilobati a
fascio che presentano delle serie di costolonature. Le campate più
vicine al transetto era al coro dei monaci, quelle più vicine
all’ingresso erano al coro dei conversi.
Abbazia di Fossanova: riporta il plan bernardin. Qui si nita la scala
che metteva in collegamento il transetto con il dormitorio. La
semplicità estrema dell’interno, scandito da pilastri con
costolonature pensili che partono da 2 m circa e contribuiscono a
sottolineare la scansione delle campate e la strutturazione delle
coperture delle volte a ogiva. È presente un triforio cieco, e più in
alto delle finestre strombate che illuminano la chiesa.
Le volte sono a crociera costolonate.
Abbazia di Casamari, Frosinone: archi a crociera ogivale con
pilastri polilobati con semicolonne pensili. Il grande refettorio è
diviso in due. La sala capitolare è scandita in tre piccole navate
organizzate su campate ogivali a crociera. La navata centrale ha
dei grossi pilastri a fascio. Capitelli a motivi vegetali (volte con
peducci) addossati alle pareti laterali.
Abbazia di Chiaravalle: utilizzo di grossi pilastri cilindrici. Utilizzo di
laterizio per sottolineare la struttura, alternato a settori di muratura
trattati ad intonaco. Le volte sono costruite secondo una scansione
diversa, non sono tutte uguali. La torre nolare è stata realizzata
successivamente all’incrocio del transetto e della navata centrale
con il motivo dei trifori e delle loggette.
Abbazia della Matina: fondazione benedettina e poi passata ai
cistercensi, oggi privata a utilizzata come aziende agricola.
Conserva ancora la sala capitolare, che si rifà alla sala capitolare di
Casamari.
Ordine certosino: fondazione di Brunone. I certosini vivono in un
eremitaggio, quindi molto lontana dai centri abitati con un
insediamento superiore per i monaci ed inferiore per i convessi. Ci
sono quindi due chiese diverse.
La certosa di S. Stefano: fondata da Brunone e passata ai
cistercensi. Insediamento che si articola su una chiesa e un
chiostro, che è circondato da piccole casette con schema a
“pettine”, in quanto c’era una clausura totale. Ad ogni monaco è
assegnata un’abitazione che si eleva su due piani con un piccolo
giardino/orto.
L’architettura degli ordini conventuali: ordini mendicanti (agostiniani,
francescani, domenicani)
 Dal 1270 in poi grande sviluppo e sedi importanti
 Localizzazione dei complessi presso le porte urbiche o nelle
immediate vicinanze delle mura
 Complesso edilizio inserito nel tessuto urbano, pianta ad “L”
 Chiesa ed ambienti monastici affacciati su una piazza, luogo di
incontro e predicazione
 Chiesa a navata unica, di grandi dimensioni, ambiente privo di
ostacoli e suddivisioni per facilitare l’ascolto della predica
 Semplicità e severità costruttiva. Rinuncia ideologica al
superfluo
Diversificazioni locali:
 chiese cruciformi scandite in campate, copertura a volta a
crociera ogivale;
 impianto ad aula unica coperta a tetto con pareti nude alte
forate da grandi finestre. Un vano povero e spoglio ma
solenne e imponente (come ad esempio le chiese a granaio,
fienile..)
Architettura legata alle teorie estetiche:
 nel caso dei francescani il teorico è San Bonaventura, teorico
della proporzione in cui l’art eterna è legata alla teoria della
proporzione; i francescani riprendono la polemica del lusso a
favore di un’estrema semplicità (pareti affrescate a scopo
educativo)
 San Tommaso d’Aquino, domenicano: proporzioni, luminosità
degli ambienti
San Francesco d’Assisi: è un’eccezione all’interno delle architetture
francescane perché sorge in una zona scoscesa e perché il suo
impianto è pluripiano con triplice funzione: spazio sepolcrale per S.
Francesco, la basilica inferiore legata alle necessità dei padri, e una
chiesa superiore dove si celebrano liturgie particolari ma che è
anche una sorta di cappella papale. C’è anche una differenziazione
di linguaggi: la chiesa inferiore è di linguaggio romanico, con volte
ribassate, mentre la basilica superiore legata a linguaggio più
moderno con soluzioni gotiche nell’utilizzo di pilastri e nella
presenza di grandi vetrate.
La chiesa inferiore presenta una navata unica con 4 volte con un
ingresso laterale; la chiesa superiore ha un’aula unica con volumi
semplici, divisa in 4 campate, illuminate da vetrate istoriate coperte
da volte a crociera ogivali. Anche il transetto diviso in 3 campate e
come novità vi è l’abside poligonale con copertura a volte e
altissime vetrate che viene affiancato da due elementi circolari che
contengono le scale lunate.
Esternamente i contrafforti semicircolari, e degli archi rampanti.
La chiesa e convento di Santa Croce, Firenze: edificio stratificato e
completato con la facciata in stile neogotico. Extra-muro, fuori dal
centro urbano.
Realizzata dall’architetto Arnolfo di Cambio. Lo spazio è unitario e
con una luminosità diffusa. La chiesa è a tre navate molto alte, una
copertura a capriate lignee (meno costosa). Molto semplice,
disadorna, ideale francescano della povertà. La pianta a T, ha un
transetto con tante cappelle private. L’abside è estradossato dal
perimetro di base, è poligonale. La navata centrale presenta degli
alti pilastri che sorreggono arcate a sesto acuto, con copertura a
capriate, arconi trasversali che sostengono le navate laterali. Nella
parte superiore dell’impianto sporge un ballatoio sporgente sulla
navata centrale. La zona dell’abside presenta delle altissime vetrate
con abside poligonale ad ombrello.
A Firenze operano anche i domenicani: Chiesa e convento di Santa
Maria Novella: 3 navate scandite da pilastri polilobati e sono
coperte da delle volte a crociera le cui nervature sono evidenziate
dall’utilizzo di elementi bicromi (marmo bianco e marmo verde).
Le cappelle laterali sono molto alte e presentano anche una sorta di
contrazione in termini di misure forse legata a problemi di
accentuazione prospettiva.
Edifici civili, le sedi del potere civile (post 1183): palazzi comunali,
palazzi della regione…
Firenze, Palazzo Vecchio: attribuito ad Arnolfo di Cambio. Bifore,
aspetto merlato.
Palazzo di Siena; Palazzo della Ragione, Padova; Milano, piazza
dei Mercanti e palazzo della Ragione (Broletto nuovo): prisma
rettangolare con piano inferiore ad arcate e sala superiore coperta
a capriate.
Palazzo Ducale, Venezia: portico inferiore e grande sala interna per
manifestazione ufficiale del doge ma anche di tipo politico
amministrativo.

Lezione di Claudia Candia


Cattedrali in Italia, Gotico / Tardo gotico- rinascimento

Cattedrale di Firenze, Santa Maria del Fiore: diversi materiali:


marmi e cotto. Si inserisce nel cuore della città. SI inserisce su una
preesistenza della basilica paleocristiana. La chiesa preesistente
era avanzata di circa 8 metri rispetto alla facciata di adesso.
Santa Maria del Fiore è il susseguirsi di preesistenze ed
ampliamenti. Il progetto di Arnolfo di Cambio verrà poi ingrandito da
Talenti e renderà ancora più complesso la copertura del grande
vuoto della cupola. Giotto tra il 34 e il 37 si occuperà del campanile
che verrà completato da Andrea Pisano e da Talente.
La pianta presenta tre navate suddivise da pilastri e archi a sesto
acuto in pietra. Le vetrate hanno una superficie ridotta.
Il cleristorio è formato da degli oculi; il pavimento originariamente
era in cotto. La struttura che sorregge la cupola ha una forma
ottagonale. All’esterno la cupola, oltre al rivestimento laterizio,
come decorazione sono presenti 8 costoloni in marmo bianco che
tengono insieme la calotta interna della cupola con quella esterna.
La cupola di Santa Maria del Fiore venne realizzata da Ghiberti e
Brunelleschi. Nel 1410 viene completato il tamburo, nel 1417 inizia
il progetto della cupola. Brunelleschi farà realizzare un modello in
mattoni per dimostrare la possibile tenuta. Scrisse anche una
relazione per evidenziare le sue caratteristiche.
Introdusse anche degli elementi statici: rafforzò la base dell’edificio
con la costruzione di una calotta interna molto più spessa e da una
esterna che proteggeva quella interna; i costoloni ; l’intercapedine
doveva essere percorribile e venne costituito con mattoni in laterizio
a lisca di pesce. Il concetto è quello di una cupola autoportante. Il
peso della lanterna avrò ruolo determinante per tenere le spinte per
la struttura della cupola.
Il battistero di Firenze e Pisa: entrambi ottagonali, con le stesse
proporzioni, con la stessa logica geometrica.
La copertura è costruita con l’alternarsi di materiali diversi. Il tutto è
appoggiato su una struttura ottagonale.
La lanterna è molto decorata.
Il duomo di Milano: opera grandiosa anche dal punto di vista
dimensionale e dei materiali. Costruita sotto l’epoca dei Visconti.
L’edificio è rivestito in marmo, estratto dalla cava di Candoglia e
proprio il cantiere fece sì che la città sviluppò della serie di
innovazioni e di rivoluzionare il sistema di trasporto. Infatti doveva
essere trasportato il marmo attraverso il naviglio.
Santa Maria Maggiore era il primo nome col quale era riconosciuta
la basilica. Il processo di formazione della piazza e della riforma
degli edifici limitrofi assunse peso importante per la definizione degli
edifici della città.
In questo cantiere lavorarono moltissimi progettisti. Nel 1386-1388
inizia la costruzione della pianta da parte di progettisti italiani.
L’impianto generale rispecchia la cultura italiana e locale soprattutto
per la caratteristica portante dei muri perimetrali. Pianta compatta,
senza le articolazioni tipiche delle cattedrali gotiche. Croce latina
con rapporto proporzionale 2:1; 5 navate con un transetto
sporgente formato da tre navate e il capocroce a tre navate. I due
rettangoli che affiancano zona del coro sono le sacrestie nord e
sud. Tutto questo sistema retto su una griglia di un modulo di
quadrati per 16 braccia per lato.
Il transetto viene utilizzato come una galleria per attraversare la
città da un lato all’altro della chiesa.
L’incrocio tra transetto e navata principale presenta un grande
vuoto.
La geometria dell’abside, semi-ottagonale e senza cappelli radiali,
con una possente muratura. È presente un deambulatorio.
Il primo grande progetto è dato dalle fondazioni dalla costruzioni di
un alto basamento che costituisce il “podio classico” dell’edificio.
Una delle aperture absidali mostra una finestra che non sfondano
completamente la superficie muraria, ma erano più contenute. La
presenza della continuità della linea, l’eleganza del decoro sono
tipici del linguaggio gotico. Nelle decorazioni viene rappresentata
l’annunciazione, un sole, la presenza viscontea, e Sant’Ambrogio.
Confronto con la cattedrale di Praga e di Colonia: diversi progettisti
si sono avvicendati nel cantiere. Differenze: la soluzione dell’abside
di Milano non presenta cappelle radiali e sottili elementi strutturali
che sostengono le coperture; il deambulatorio è presente in tutti i
casi; è presente una geometria molto chiara per l’articolazione in
pianta dell’area dell’abside. Nel caso di Praga la maglia di pilastri
non segue tanto la regola dl quadrato; a Colonia la forma è di un
dodecagono. Le cinque arcate del coro milanese si ritrovano come
proporzioni nell’impianto di Colonia.
La presenza delle cinque navate ci porta ad un esempio tipico di
una chiesa a sala e nell’alzato, a differenza delle chiese a sala, le
quote vengono impostate a gradoni (navata centrale più alta e
navate laterali fatte a scale, degradante). Soluzione a triangolo: le
cinque campate della chiesa trova rapporto con la dimensione
verticale con lo sviluppo di una serie di triangoli inclinati a 60 gradi
che vanno a definire delle quote sulle quali i progetti successivi si
sarebbero potuti attenere.
Scarsa pendenza delle coperture (aspetto atipico del gotico).
Presenza di matronei.
Mediazione tra chiesa a tipologia a sala e chiesa a tipologia a
gradoni.
La struttura realizzata non farà fede al rapporto di triangoli.
All’interno troviamo una forte verticalità delle linee che ci richiamano
modelli gotici.
I pilastri a fascio molto possenti e molto alti. Tutto ciò stava in piedi
prevedendo la forte influenza delle strutture di copertura che
avrebbero appesantito la struttura.
Presenza di catene metalliche che si sviluppano tra una colonna e
l’altra e che non fanno altro che rafforzare la struttura. Queste
catene vennero fortemente criticate. Presenza di capitelli altissimi
ricchi di sculture, alti quasi 6 m. Questi vennero criticati, ma i
progettisti giustificarono citando Vitruvio: doveva essere 4 volte la
colonna. Si scelse di farlo 5 volte per aggiungere ulteriori
decorazioni.
Esternamente è presente un sistema di contrafforti e guglio
testimonia il ruolo portante che hanno le facciate che assorboono le
spinte e il peso di tutti i contrafforti.
Un’altra anomalia di questa chiesa è la presenza di un doppio
sistema di copertura di volte per la copertura della navata centrale.
In questo modo le volte a crociera all’interno vanno a nascondere le
volte a botte superiori.
Una analogia che il duomo ha con Santa Maria Maggiore è il
problema della copertura.
Venne scelta la soluzione del tiburio. I primi personaggi sono
Giovanni Solari, Antonio Averlino (Filarete) , Guiniforte Solari.
La costruzione del tiburio fu un problema che aveva anche u grosso
impatto urbano nella città. Guiniforte Solari fu il primo
concretamente a proporre una soluzione tecnica per coprire il
grande vuoto. I quattro pilastri su cui si poggerà il peso del tiburio fu
una scelta che venne presa molto tempo addietro.
La soluzione adottata da Guiniforte Solari che intervenne su una
soluzione di archi a sesto acuto già realizzata. Introduce dei nuovi
archi a tutto sesto in pietra che avrebbero sorretto il peso del
tiburio. Questa soluzione si ritrova in altri tiburi importanti come
nella Certosa di Pavia. Guiniforte Solari rende la soluzione
invisibile: riveste l’arco a tutto sesto con il marmo e quindi si vede
solamente l’arco a sesto acuto. Questa soluzione creò delle rotture
e la fase successiva venne assegnata da Pietro Antonio Solari e
Giovanni Antonio Amadeo, affiancati da un architetto straniero.
Il ruolo di Leonardo non fu importante per la definizione del tiburio
perché non venne considerato. Ma gli venne assegnato il ruolo di
progettista architetto per la fabbrica del Duomo.
Copertura interamente in pietra con un’inclinazione molto leggera
che ha garantito poi l’utilizzo come terrazza panoramica.

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