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2020
Gotico in Italia tra il Duecento e il Trecento
1196-1220 1420/1450 tardogotico-Rinascimento ?
Non ci sono grandi committenti, quindi l’Italia non ha la possibilità di
avere grandi cantieri. In realtà non è vero, soprattutto per l’Italia
meridionale. Nell’Italia settentrionale i grandi cantieri vengono
avviati dopo la Pace di Costanza. La committenza in Italia non è
solo legata alla presenza di un imperatore o finanziatore, ma è una
committenza di tipo pubblico-collegiale, quindi sono delle
corporazioni, ma anche i comuni.
Il gotico italiano è sempre stato minore, a causa della permanenza
dei canoni di plasticità. Forse al posto di parlare di gotico “minore” è
meglio parlare di un linguaggio con tante sfumature diverse.
Alcuni episodi che introducono un linguaggio gotico.
Basilica di Sant’Andrea di Vercelli: fondata dal cardinale Guala che
aveva avuto contatti con cantieri d’oltralpe e chiama maestranze
religiose dalla Francia. Alcuni hanno attribuito questa novità di
cantiere a Benedetto Antelami, ma non sappiamo definire se c’è
stata questa interferenza, anche se questa struttura manifesta
alcuni caratteri distintivi. Facciata armonica inquadrata da
campanili, grande rosone in facciata e all’interno uno sviluppo
longitudinale con navate divise da pilastri che sorreggono arcate a
sesto acuto, l’assenza del matroneo, e il gusto per la luce e per il
manierismo. Molti di questi edifici sono stati restaurati.
L’avvio del Gotico in Italia si fa risalire al Battistero di San Giovanni
a Parma. Il cantiere segna il passaggio tra modi diversi di lavorare
sull’architettura, è un cantiere anche di contaminazione di linguaggi.
L’architetto è Benedetto Antelami, che fu un architetto e scultore di
riferimento per questo passaggio.
Il Battistero si presenta con rivestimento di lastre di marmo rosa di
Verona e appare come se fosse una torre troncata in cui c’è la
volontà di sottolineare gli spigoli, quindi una sorta di scheletro
strutturale.
Il battistero è strutturato su più livelli: il livello basamentale è quello
che accoglie i tre portali e superiormente si trovano 4 livelli di logge
praticabili e reggono la trabeazione. Un alto attico fa da
coronamento. Guglie e pinnacoli marcano ancora di più gli spigoli.
La pianta ottagonale mostra 3 portali e 5 facce senza ingressi. Lo
spazio interno ha una evidente ricerca delle geometrizzazioni delle
forme In ogni lato dell’ottagono sono ricavate 3 nicchie con
copertura archivoltata. Gli spigoli delle nicchie sono nascosti
attraverso esili colonnette. Questo sistema di scansione parte da
terra per ricongiungersi alla sommità dell’edificio.
Anche internamente è organizzato per livelli: al piano basamentale
corrono de registri di gallerie mutuate da quelle dell’esterno (gallerie
con esili colonnette che reggono architravi); queste nervature che
diventano colonnette e poi costolonature spartiscono la volta, che è
un arco a sesto acuto molto rialzato ad ombrello. La volta è inserita
in un prisma, una sorta di tiburio.
La diffusione del gotico si lega agli ordini religiosi, che hanno
origine dall’ordine Benedettino e da cui si staccano serie di costole
che poi origineranno delle proprie regole.
Ordini che abitano abbazie / monasteri e che hanno localizzazione
extra-muros, non vicino ai centri urbani ma in territori abbandonati
che sono strumento anche di bonifica di questi territori; sono delle
cittadelle isolate e autosufficienti grazie proprio alla quantità di
terreni donati all’ordine:
Benedettini (dal 529, Montecassino)
Cluniacensi (a partire dal 909, nascono come riforma della
regola benedettina, Cluny)
Cistercensi (dal 1098, riforma della regola benedettina; nel XIII
secolo espansione in tutt’Europa e valido strumento
d’esportazione del linguaggio gotico)
Certosini (dal 1084, Brunone, sempre legati ai benedettini; la
grande Certosa)
Ordine Florense (dal 1196, Giovanni da Fiore ex abate
cistercense; Sam Giovanni in Fiore)
Un’altra famiglia di ordini religiosi che fondano i propri conventi in
località cittadine, intra-muros e che utilizzano i conventi:
Domenicani, Francescani, Agostiniani; sono ordini mendicanti,
cioè appartengono alla regola di povertà (conventi in città con
linguaggio gotico personale)
Architettura cistercense:
1098: approvazione della regola monastica riformata contro
l’eccessivo lusso per un ritorno al rigore degli esordi
Il primo edificio: Abbazia a Cistercium
Diffusione capillare con un’organizzazione gerarchica con le 5
abbazie madri: Citeaux, Clairvaux, Morimond, La Fertè,
Pontigny.
Caratteri architettonici:
Polemica contro lusso chiesa cluniacensi aveva come effetto
un programma edilizio con monumentalità spoglia e funzionale
e rinuncia apparato decorativo
Gotico “semplificato: semplificazione avviene attraverso
scarnificazione delle decorazioni ma anche degli impianti (no
torri in facciata, definizione spaziale luminosa e adozione delle
volte a crociera ogivali, no vetrate, né sculture, né affreschi.
Sistema proporzionale “ad quadratium”
Ordine ha momento di splendore e diffusione legato a San
Bernardo di Clairvaux: teorico della essenzialità assoluta
dell’organismo architettonico: “il fine è produrre una
sensazione di dolcezza e di pace attraverso l’architettura”
San Bernardo condannava il lusso delle ciese come furo ai poveri.
Voleva chiese prive di decorazioni, sia dipinte che scolpite, mentre
esaltava le pareti nude.
Il complesso monastico doveva essere organizzato come una
cittadella autosuffuciente dove si trovi tutto il necessario.
Diffusione che fa riferimento a un modello-tipo, ad una pianta ideale
che però comporta anche una notevole tolleranza, rispetto ad
esempio alla disponibilità delle tecniche costruttive e materiali.
La pianta-tipo (“plan bernardin”): complesso perfettamente
orientato, con chiesa ad est; complesso autosufficiente,
tradizionalmente recintati:
Atrio porticato
Chiesa: edificio cruciforme con transetto; diviso a tre navate
con coperture a crociera; un’abside piatto con cappelle laterali
che si affacciano sul transetto
Chiostro: cortile quadrangolare porticato su cui si affacciano
tutti gli edifici principali, soprattutto legati alla vita dei monaci.
Posto al centro con a volte anche un pozzo.
Sala del capitolo (con dormitorio dei monaci soprastante): in
collegamento con il transetto
Refettorio: locale stretto e lungo, voltato e c’era sempre
appoggiato alle pareti un pulpito per la lettura durante i pasti.
Scriptorium (o biblioteca): a sud-est per utilizzare la luce del
giorno
Cellarium: dispense
Dormitori dei conversi: locali divisi rispetto ai monaci
Locutorium (parlatorio)
Calefactotorium: stanza riscaldata in cui i monaci si recavano
prima delle funzioni per scaldarsi
In Italia i Cistercensi si legano alla presenza di Bernardo di
Chiaravalle.
Caratteristiche tipologiche:
Strutturazione attorno a un chiostro: chiesa, sagrestia, sala
capitolare, refettorio, dormitori, infermerie
Chiesa a tre navate con transetto, abside rettangolare
fiancheggiato da cappelle
Copertura a volte a crociera a sesto acuto su campate
quadrangolari
Sistema di sostegni costituito da massicci pilastri con
colonnine addossate (pilastro polistilo, a fascio) che
proseguono fino al soffitto e si raccordano ai costoloni degli
archi trasversali delle volte a crociera; anche piloni cilindrici in
laterizio
Tiburio molto alto con campate (torre nolare, cioè una torre
campanaria)
Interno semplice ed austero
Facciata con rosone a raggiera
Sono caratteri comuni probabilmente legati alla circolazione di
maestranze francesi (monaci, conversi) all’interno dei cantieri
(cantieri-scuola).
Abbazia di San Galgano, Siena: si estende longitudinalmente. La
parte absidale caratterizzata da grande rosone (anche nella
facciata principale) e la scansione in livelli attraverso delle
monofore allungate. A destra e a sinistra il transetto, alto quanto
navata centrale e tre cappelle laterali. Sono evidenti i grandi
contrafforti che sostengono le spinte delle coperture interne. La
navata centrale è divisa da quelle laterali tramite pilastri polilobati a
fascio che presentano delle serie di costolonature. Le campate più
vicine al transetto era al coro dei monaci, quelle più vicine
all’ingresso erano al coro dei conversi.
Abbazia di Fossanova: riporta il plan bernardin. Qui si nita la scala
che metteva in collegamento il transetto con il dormitorio. La
semplicità estrema dell’interno, scandito da pilastri con
costolonature pensili che partono da 2 m circa e contribuiscono a
sottolineare la scansione delle campate e la strutturazione delle
coperture delle volte a ogiva. È presente un triforio cieco, e più in
alto delle finestre strombate che illuminano la chiesa.
Le volte sono a crociera costolonate.
Abbazia di Casamari, Frosinone: archi a crociera ogivale con
pilastri polilobati con semicolonne pensili. Il grande refettorio è
diviso in due. La sala capitolare è scandita in tre piccole navate
organizzate su campate ogivali a crociera. La navata centrale ha
dei grossi pilastri a fascio. Capitelli a motivi vegetali (volte con
peducci) addossati alle pareti laterali.
Abbazia di Chiaravalle: utilizzo di grossi pilastri cilindrici. Utilizzo di
laterizio per sottolineare la struttura, alternato a settori di muratura
trattati ad intonaco. Le volte sono costruite secondo una scansione
diversa, non sono tutte uguali. La torre nolare è stata realizzata
successivamente all’incrocio del transetto e della navata centrale
con il motivo dei trifori e delle loggette.
Abbazia della Matina: fondazione benedettina e poi passata ai
cistercensi, oggi privata a utilizzata come aziende agricola.
Conserva ancora la sala capitolare, che si rifà alla sala capitolare di
Casamari.
Ordine certosino: fondazione di Brunone. I certosini vivono in un
eremitaggio, quindi molto lontana dai centri abitati con un
insediamento superiore per i monaci ed inferiore per i convessi. Ci
sono quindi due chiese diverse.
La certosa di S. Stefano: fondata da Brunone e passata ai
cistercensi. Insediamento che si articola su una chiesa e un
chiostro, che è circondato da piccole casette con schema a
“pettine”, in quanto c’era una clausura totale. Ad ogni monaco è
assegnata un’abitazione che si eleva su due piani con un piccolo
giardino/orto.
L’architettura degli ordini conventuali: ordini mendicanti (agostiniani,
francescani, domenicani)
Dal 1270 in poi grande sviluppo e sedi importanti
Localizzazione dei complessi presso le porte urbiche o nelle
immediate vicinanze delle mura
Complesso edilizio inserito nel tessuto urbano, pianta ad “L”
Chiesa ed ambienti monastici affacciati su una piazza, luogo di
incontro e predicazione
Chiesa a navata unica, di grandi dimensioni, ambiente privo di
ostacoli e suddivisioni per facilitare l’ascolto della predica
Semplicità e severità costruttiva. Rinuncia ideologica al
superfluo
Diversificazioni locali:
chiese cruciformi scandite in campate, copertura a volta a
crociera ogivale;
impianto ad aula unica coperta a tetto con pareti nude alte
forate da grandi finestre. Un vano povero e spoglio ma
solenne e imponente (come ad esempio le chiese a granaio,
fienile..)
Architettura legata alle teorie estetiche:
nel caso dei francescani il teorico è San Bonaventura, teorico
della proporzione in cui l’art eterna è legata alla teoria della
proporzione; i francescani riprendono la polemica del lusso a
favore di un’estrema semplicità (pareti affrescate a scopo
educativo)
San Tommaso d’Aquino, domenicano: proporzioni, luminosità
degli ambienti
San Francesco d’Assisi: è un’eccezione all’interno delle architetture
francescane perché sorge in una zona scoscesa e perché il suo
impianto è pluripiano con triplice funzione: spazio sepolcrale per S.
Francesco, la basilica inferiore legata alle necessità dei padri, e una
chiesa superiore dove si celebrano liturgie particolari ma che è
anche una sorta di cappella papale. C’è anche una differenziazione
di linguaggi: la chiesa inferiore è di linguaggio romanico, con volte
ribassate, mentre la basilica superiore legata a linguaggio più
moderno con soluzioni gotiche nell’utilizzo di pilastri e nella
presenza di grandi vetrate.
La chiesa inferiore presenta una navata unica con 4 volte con un
ingresso laterale; la chiesa superiore ha un’aula unica con volumi
semplici, divisa in 4 campate, illuminate da vetrate istoriate coperte
da volte a crociera ogivali. Anche il transetto diviso in 3 campate e
come novità vi è l’abside poligonale con copertura a volte e
altissime vetrate che viene affiancato da due elementi circolari che
contengono le scale lunate.
Esternamente i contrafforti semicircolari, e degli archi rampanti.
La chiesa e convento di Santa Croce, Firenze: edificio stratificato e
completato con la facciata in stile neogotico. Extra-muro, fuori dal
centro urbano.
Realizzata dall’architetto Arnolfo di Cambio. Lo spazio è unitario e
con una luminosità diffusa. La chiesa è a tre navate molto alte, una
copertura a capriate lignee (meno costosa). Molto semplice,
disadorna, ideale francescano della povertà. La pianta a T, ha un
transetto con tante cappelle private. L’abside è estradossato dal
perimetro di base, è poligonale. La navata centrale presenta degli
alti pilastri che sorreggono arcate a sesto acuto, con copertura a
capriate, arconi trasversali che sostengono le navate laterali. Nella
parte superiore dell’impianto sporge un ballatoio sporgente sulla
navata centrale. La zona dell’abside presenta delle altissime vetrate
con abside poligonale ad ombrello.
A Firenze operano anche i domenicani: Chiesa e convento di Santa
Maria Novella: 3 navate scandite da pilastri polilobati e sono
coperte da delle volte a crociera le cui nervature sono evidenziate
dall’utilizzo di elementi bicromi (marmo bianco e marmo verde).
Le cappelle laterali sono molto alte e presentano anche una sorta di
contrazione in termini di misure forse legata a problemi di
accentuazione prospettiva.
Edifici civili, le sedi del potere civile (post 1183): palazzi comunali,
palazzi della regione…
Firenze, Palazzo Vecchio: attribuito ad Arnolfo di Cambio. Bifore,
aspetto merlato.
Palazzo di Siena; Palazzo della Ragione, Padova; Milano, piazza
dei Mercanti e palazzo della Ragione (Broletto nuovo): prisma
rettangolare con piano inferiore ad arcate e sala superiore coperta
a capriate.
Palazzo Ducale, Venezia: portico inferiore e grande sala interna per
manifestazione ufficiale del doge ma anche di tipo politico
amministrativo.