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BASILICA DI SAN FRANCESCO AD ASSISI

San Francesco apparteneva all’ordine dei francescani, uno degli ordini mendicanti
sviluppatosi all’epoca. Non costruirono luoghi autosufficienti e isolati come i monasteri,
bensì il loro obiettivo era quello di predicare in mezzo alla gente.

Nel 1226 muore San Francesco e solo due anni dopo si ebbe la sua canonizzazione. Il
suo corpo venne nascosto già nel 1230, poiché vi erano i cacciatori di reliquie. Venne
costruita su quello che prendeva il nome di Colle dell’Inferno (vi facevano le esecuzioni)
che poi diventa Colle del Paradiso in successione alla costruzione della struttura a lui
dedicata.

La chiesa comprende due spazi distinti: la Chiesa superiore e la Chiesa inferiore. Vi è


anche una cripta sotterranea, dove nel 1800 venne scoperta la posizione del corpo del
santo. In corrispondenza ad essa vi è superiormente l’altare maggiore.

Si parla di croce commissa. Non è orientata dove sorge il sole, bensì verso Ovest e viene
definita Bibbia dei poveri per via della ricchezza internamente.
CHIESA SUPERIORE La chiesa superiore è costituita da un’aula unica di 5 campate, di
cui una rappresentata dall’ingresso. Vi è un abside semiottagonale semicircolare. L’aula,
coperta da crociere ogivali le cui nervature sono sostenute da pilastri polistilo, è
destinata alla predicazione. Il claristorio è caratterizzato da finestroni affrescati da
Giotto e Cimabue. Parte basamentale di affreschi, i registri superiori, la vita di S.
Francesco. Sui profili della chiesa papale vi si trovano contrafforti ingentiliti e archi
rampanti. Gli spicchi delle vele conterranno la notte stellata. Molti affreschi della parte
superiore si sono deteriorati a causa di un terremoto. Si percepisce il verticalismo.
CHIESA INFERIORE Risultava essere molto bassa, costituita da un'unica navata di 4
campate con volte ogivali e un transetto voltato a botte. Vennero aperte in seguito delle
cappelle laterali.
FACCIATA La facciata è divisa in tre registri. Presenta un portale strombato bipartito, un
timpano che presenta un oculo, vi è un grande rosone. Due torrioni (di cui uno mozzo),
campanile caratterizzato dalla successione di bifore e trifore. Vi sono diverse scale che
permettono il passaggio da giù a su.
BASILICA DI SANTA MARIA NOVELLA A FIRENZE
Si tratta della prima chiesa gotica di Firenze, posta vicino alla stazione. La costruzione
di tale chiesa fu portata avanti dall’ordine dei Domenicani. Il prospetto non è gotico,
difatti la chiesa rimane incompiuta e completata solo nel 1400. La muratura grezza è
realizzata in pietra forte. Soltanto la facciata è gotica.

La pianta è a croce commissa e presenta sei campate, le cui dimensioni diminuiscono


man mano che ci si avvicina al coro. Presenta un abside quadrato e un transetto e vicino
ad esso delle cappelle. La chiesa appare quasi come un’unica aula. Vi sono peraltro tre
chiostri.
Non essendoci i cimiteri, i corpi venivano messi nei chiostri; ragion per cui vi era un
numero enorme di sepolture. Si dice che in Francia fosse normale stare nei cimiteri, per
cui si facevano mercati, ci entravano le prostitute. Solo Napoleone vieta tale pratica. Qui
vi è anche il Crocifisso di Brunelleschi.
L’impressione che si ha quando si entra in chiesa è che i pilastri più lontani siano meno
alti di quelli più vicini e sembra che la distanza tra i pilastri vada sempre riducendosi.
Questo dà l’idea di un ambiente più lungo.

BASILICA DI SANTA CROCE A FIRENZE


Fu fondata dall’ordine dei Francescani ed è la più grande al mondo di tale ordine.
Presenta una pianta semplice, a croce commissa con campate rettangolari e in
corrispondenza dell'abside semiottagonale (che rimanda all’analogo della basilica di S.
Francesco) vi sono le 10 cappelle. La copertura era a capriate lignee e la facciata
rimase incompiuta, sicché venne completata nel corso dell’Ottocento. Si tratta (come
anche nel caso del duomo di Milano) di un falso gotico.

Nel 1966 vi fu un'alluvione che portò a straripare l’Arno; ecco perché vi sono delle
targhette che indicano dove fosse arrivata l’acqua. Piazza S. Croce venne allagata per
l’appunto.

INTERNI L’interno è molto austero e spoglio in conformità allo spirito francescano. Il


verticalismo della chiesa è interrotto dal ballatoio orizzontale che corre per tutto il
perimetro della navata come se fosse un telaio. Vi si trovano arcate a tutto sesto che
poggiano su pilastri ottagonali e volte a crociera costolonate. Per garantire stabilità alla
struttura vennero aggiunte degli archi trasversali alle pareti della navata centrale.

Vi sono le tombe dei più illustri personaggi: Ugo Foscolo, Michelangelo (morto a Roma
l’imperatore rubò il corpo e lo portò a Firenze), Newton. Dove c’è una tomba vi
corrisponde un monumento funebre, il cenotafio. Le lastre a terra sono tombe.

Vi si trovano affreschi di Giotto, un crocifisso di Donatello che presenta braccia girevoli


per delle giunture. Giorgio Vasari fece costruire anche la Tomba Monumentale di
Michelangelo Buonarroti. Giorgio Vasari fu importante in quanto architetto, pittore e
scultore, noto per aver scritto le biografie degli artisti dell’epoca. Nell’Ottocento
dovettero creare una giuria per far sì che venisse seppellito con i più illustri.
L’ordine dei cistercensi venne fondato nel 1098 e segue la regola benedettina. Il primo
centro importante di diffusione dell’ordine è a Citeaux. Nel giro di pochi anni, grazie
anche all’opera di Bernardo di Chiaravalle, il nuovo ordine si diffuse in tutta Europa.
Differentemente ai monasteri, le abbazie sorgevano apertamente nelle campagne, infatti
il loro sostentamento deriva soprattutto dalla coltivazione dei campi. All’interno di tali, i
diversi luoghi seguono una disposizione specifica che deriva dalla ripresa dei modelli
francesi di riferimento, secondo la tecnica della filiazione. L’abbazia madre si situa a
Chiaravalle e venne fondata dallo stesso Bernardo di Chiaravalle.

La chiesa abbaziale, orientata da Est a Ovest, è posta a Nord per proteggerla dai freddi
venti. La chiesa solitamente è sempre a tre navate, con o senza transetto; quando vi era,
ci aprivano delle cappelle in cui gli stessi monaci avrebbero potuto dedicarsi al culto.
L’abside solitamente presenta un oculo. Le campate sono quasi sempre coperte da volte
ogivali costolonate e mancano i campanili, delle volte sostituiti da grandi torri nolari. Di
rappresentativo invece troviamo il chiostro.

LUOGHI Dal lato orientale si accede alla sala capitolare e lì vi si riuniva il capitolo,
l’assemblea di tutti i monaci. Tutto coperto da volte a crociera. vi era poi una scala,
grazie alla quale si può accedere al dormitorio comune. Troviamo poi il parlatorio, in cui
si discuteva su cosa si sarebbe dovuto fare in giornata e si potevano ricevere visite. Al
suo fianco si sviluppa la sala dei monaci che fungeva anche da scriptorium.
Sul lato meridionale si sviluppa il calefactorium, il quale, oltre alle cucine, era l’unico
ambiente riscaldato. In esso avvenivano i lavori di trascrizione, le miniature. Il lato
occidentale era destinato ai conversi. Vi è il dispensarium che fungeva da magazzino e
laboratorio. i novizi erano appena entrati nell’ordine, dovevano ancora salire nella scala
gerarchica, c’erano poi i monaci. I conversi erano coloro i quali non avevano preso i voti e
si dedicavano alla vita monastica. Per loro era conveniente stare nei monasteri. il
refettorio dei conversi era diverso da quello dei monaci. c’erano sale comuni diverse.

ABBAZIA DI FOSSANOVA
Nella chiesa, che presenta una croce commissa, la navata centrale è più grande delle
laterali. Presenta una facciata a salienti. Portale quasi strombato, molto semplice.
L’unica nota di decorativismo è nella lunetta del portale, fatta di tanti marmi di vari colori,
alternati a delle specchiature dorate. Il rosone è molto grande per illuminare meglio.
Ulteriore illuminazione è l’oculo ottagonale che si trova sopra; si tratta di una stella a
otto punte inserita in una sagoma ottagonale. Presenta un timpano dentellato. La torre
nolare (che poteva anche essere chiamata tiburio) si chiude con una lanterna. Per i
cistercensi il 3 era il numero perfetto; ci sono tantissimi riferimenti al 3, oltre al 7. Molte
proporzioni stanno in un rapporto di 6:7. Tutta la facciata, costituisce un triangolo
equilatero. Hanno visto che iscrivendo il triangolo in un rettangolo si creava il rapporto di
6:7. L’interno è semplice e si percepisce il verticalismo, dovuto a archi a sesto acuto e
arconi trasversali sorretti da colonnine pensili.
CASTEL DEL MONTE
Fu fatta costruire da Federico II, nipote di Barbarossa. Presenta una pianta ottagonale e
tutto si basa sul numero 8. All’interno si individua un cortile ottagonale e anche le torri
hanno la stessa pianta, agli spigoli. Tutto per rinforzare la residenza imperiale. Ha due
piani uguali, dove vi sono 8 stanze trapezoidali. In 3 vi sono le scale a chiocciola, nelle
altre delle cisterne per la raccolta dell’acqua. Tutto il sistema di tubazioni che c’è ha
fatto pensare che, oltre a essere un castello, fosse sede di ordini religiosi che lui
ospitava. Si pensava fosse anche un osservatorio astronomico. All’epoca era costituito
da preziosi marmi che però vennero rubati. Si notano anche maestranze arabe, di
Costantinopoli. Le stanze sono coperte da volte a crociera. Vi sono le vele triangolari.
Solo il portone presenta un motivo decorativo a tenaglia. Ci sono archi a sesto acuto,
l’unico elemento che denota che è stato fatto in epoca gotica. Al centro di ogni stanza ci
sono le bifore che ingentiliscono alla facciata. Si dice che siccome siano tutte bifore e
solo una trifora, che Federico II avesse fatto metterla perché lui vedeva il panorama e il
luogo dove era nata e morta la madre.

LA SCULTURA GOTICA
Si tratta di una scultura che non mette in evidenza i particolari anatomici, i sentimenti.
Gli unici esempi importanti sono i pulpiti di due artisti che lavorarono anche in Francia e
conoscevano la scultura francese. Cominciarono a dare uno sguardo alla scultura
antica. Essi sono: Nicola Pisano e suo figlio Giovanni Pisano.

NICOLA PISANO E IL PULPITO DEL BATTISTERO DI PISA


Molto probabilmente lo scultore era pugliese, anche se prendevano i nomi a seconda del
mestiere o del luogo di provenienza. Pisano difatti si riferisce al fatto che abbia lavorato
a Pisa; tuttavia nelle sue prime opere si firmava “Nicola de Apulia”.
Per pulpito si intende una struttura in cui il prete sale e predica. Vi è il ligio dove veniva
posto il libro. Nelle chiese tale non aveva avuto molta importanza. Solo Nicola gliela
attribuisce . Fino ad allora i pulpiti erano in legno, di forma quadrata/rettangolare e
addossati alle mura della chiesa, invece con Nicola, il pulpito assume un’altra forma: si
stacca dalla parete diventando una vera e propria architettura. Questo ha forma
esagonale.

Il pulpito è sorretto da sei colonne e da una centrale che ha funzione sia decorativa che
statica; permette infatti al solaio di non cadere. Si parla di colonne stilofore, sorrette da
leoni e quella centrale presenta una serie di figure, cui i profeti del Vecchio Testamento
che avevano profetizzato la venuta del messia. Sono fatte in granito e risultano essere
massicce, pesanti e robuste. I capitelli sono uncinati, a doppio crochet. Esse sorreggono
6 archi a tutto sesto trilobati e vi si trovano una serie di bassorilievi, presenti anche nei
pennacchi. Ci sono figure di profeti e delle virtù:
- virtù cardinali, ovvero: giustizia, prudenza, temperanza e fortezza (appartengono
a un cittadino perfetto);
- virtù teologali, fede, sostanza e carità (appartengono a un cristiano perfetto).
Sopra vi sono i pannelli che fungono da parapetto e su ognuno di tali c’è un bassorilievo
che rappresenta la vita di Gesù, dalla nascita al martirio (magi e la natività, fuga in
Egitto, strage di erode, crocifissione, deposizione e giudizio universale). I parapetti
sono 5, non 6, tale manca perché permette l’entrata del sacerdote. Ogni pannello è diviso
dall’altro da un insieme di 3 colonnine che si dicono tristilli. Poi c’è il ligio, posto
sull’aquila, simbolo di San Giovanni, simbolo a sua volta della Teologia.

PARTICOLARI BASSORILIEVI
- pannello con l'adorazione dei magi che sono arrivati, si sono inginocchiati, il primo ha
già dato il dono, gli altri due attendono. Ci sono anche i cavalli e tante figure una sopra
l’altra, su diversi piani. La Vergine è seduta su un trono la cui spalliera ha terminazione di
leone
- pannello con la presentazione al tempio. I figli maschi vengono portati al tempio per
essere presentati al sacerdote. Si faceva prima che venissero circoncisi. Dopo che si
vedono i personaggi uno dietro l’altro, si vede dietro anche l’architettura, sono inquadrati
in un contesto urbano. C’è un tempietto che dona maggiore profondità oltre che donare
un contesto
- madonna, il bambino che compare due volte su un pannello (si raffigura nella stessa
scena la natività e le ancelle lo lavano) (2 scene in un unico pannello)

GIOVANNI PISANO E IL PULPITO DEL DUOMO DI PISA


Il figlio Giovanni Pisano porta avanti il lavoro del padre e i pulpiti assumono un aspetto
più articolato. I lati diventano otto e perciò più circolare. Per la prima volta, i bassorilievi
sono realizzati su lastre convesse, così da accentuare il movimento circolare e si crea
anche una continuità tra le figure e le rappresentazioni. Non ci sono più riquadri veri e
propri. Anche il materiale è lo stesso. Nella colonna centrale vi sono delle cariatidi e dato
che le lastre non vi sono più, si presentano maggiori particolari e i temi sono gli stessi
del pulpito del padre. Di lastre ve ne sono 9 , infatti ci sono due lastre che fungono da
parapetto.

Tale pulpito fu smembrato in seguito all’incendio del duomo e rimase così fin quando
non lo rimontarono in epoca fascista, con Mussolini. Molti pezzi sparirono e non si sa se
l’ordine con il quale sono stati inseriti sia corretto. Mussolini stesso donò le grandi
colonne in granito rosso e furono messe in bella mostra le colonne semplici, e dietro
quelle stilofore poiché dovevano omaggiare il duce. Ci sono 3 figure di donna nella
colonna centrale (virtù teologiche) e altre figure alla base (profeti/santi). il capitello è
gotico (a crochet) e al posto dell’arco trilobato, ci sono le volute (due volute). Poi vi sono
anche bassorilievi sia nel pennacchio che nei capitelli. I rilievi sono molto sporgenti,
quindi si potrebbe parlare anche di altorilievi. Giovanni Pisano poi si è firmato,
vantandosi del suo lavoro.
MADONNA COL BAMBINO DI PISA E DELLA CAPPELLA DEGLI
SCROVEGNI
Dall’epoca romana in poi si perse la tradizione relativamente alla statua e quando
l’impero cadde, si continuarono a rappresentare i bassorilievi. Soltanto Giovanni Pisano
riporterà alla luce tali sculture.

La prima, è una statua che rappresenta la Madonna col Bambino ed è eburnea, fatta cioè
in avorio. Si vede come la figura della Madonna viene rappresentata con una posa
sinuosa. C’è un po’ più di naturalezza e difatti la Vergine viene più vista come una donna
comune. Tale opera si trova nel Museo dell’Opera di Pisa ed è alta 50 cm. Tale posa ha
una funzione pratica: la donna per tenere il bambino in braccio doveva fare leva. Si può
dire che quindi porta in Italia qualcosa che si è perso per molto tempo.

Un’altra si chiama Madonna Rucellai (1.85m) e si trova a Padova nella Cappella degli
Scrovegni. Quello che noi troviamo di davvero innovativo è il fatto che i due si guardano
come se ci fosse una specie di intesa. Vengono condivisi per cui momenti di intimità
che prima erano più ieratici. Anche qui si nota la posa sinuosa, la quale era molto più
pronunciata nella prima per motivi pratici. I fianchi sono più larghi e sporgenti per
appoggiare il Bambino.

CIBORIO DI SANTA CECILIA IN TRASTEVERE


C’è un’altra tipologia che è stata inventata adesso per dare importanza alla chiesa: sono
i cibori, strutture assimilabili a una specie di baldacchino (usati per portare in giro i
personaggi importanti), sostenute da 4 colonne e coperte. Il loro scopo era quello di
caratterizzare il luogo in cui vi era l’altare maggiore e dove vi erano le ostie consacrate (il
contenitore veniva chiamato pisside). Possono essere considerate delle grandi sculture
o delle vere e proprie architetture.

Secondo la tradizione Cecilia, poiché si era convertita venne rinchiusa nel Calidarium e
lasciata a morire. Solo che i soldati notarono che dopo giorni lei era ancora viva e allora
la uccidono con un fendente di spada. A un papa poi venne in sogno questa donna e da
quel momento fece costruire una chiesa a lei dedicata. Trovarono anche il corpo di una
donna intatto, con il taglio della spada sul collo e la testa rigirata. Nel 1599, incaricarono
uno scultore (Stefano Moderno) di ritrarre la donna come era stata trovata.

STRUTTURA Il ciborio è sostenuto da 4 colonne di marmo venato bianco e nero,


sovrastate da capitelli corinzi molto rielaborati, quasi a crochet. Sopre di essi vi sono
una specie di dadi, alla maniera bizantina e che servono per conferire maggiore
slanciatezza agli archi a sesto acuto trilobati. Vi sono raffigurazioni ovunque: nei
pennacchi (figure di evangelisti e profeti), in corrispondenza dei capitelli ci sono 4
statue: una a Cecilia, l’altra al marito, al padre e al papa. Tutto termina con 4 cuspidi. È
come se ci fosse un piccolo rosone nei timpani. Tutto simula molto la chiesa. C’è una
piccola lanterna e verrà sempre messa sulle cupole della chiesa. Per far risaltare le
figure ci sono degli specchietti.
CROCIFISSO DI SAN DOMENICO AD AREZZO (TEMPERA E ORO SU
TAVOLA)
Viene dipinto da Cimabue che, secondo la tradizione, fu maestro di Giotto. Presenta
molte analogie con l’esempio di Christus patiens visto in epoca bizantina. Osserviamo le
differenze rappresentative:
1. Viene a sottolinearsi la posa arcuata del corpo verso sinistra; la sofferenza è più
evidente;
2. vi è il fiotto di sangue che esce dalle mani e dai piedi, anche se non molto
realistico;
3. la struttura della croce è molto più semplificata, infatti l’attenzione non doveva
essere distolta dal soggetto: i tabelloni laterali presentano decorazioni gotiche
che garantiscono una maggiore ricchezza;
4. sopra la cimasa, nella quale vi è la scritta INRI, viene inserito un clipeo che
contiene il Redentore;
5. Vengono lasciati nei terminali i dolenti, la Madonna e San Giovanni Evangelista;
6. la muscolatura è più evidente e infatti l’addome è tripartito, vi sono poi i
muscoletti delle braccia;
7. il perizoma rosso (colore della passione) contiene le lumeggiature;
8. le espressioni facciali, indicanti chiaramente sofferenza, rimandano a quasi una
“V”
9. Il disegno è nitido per via dei restauri applicati nel 2001 e viene utilizzata la
tecnica del chiaroscuro per accentuarli. Si parte da un fondo in terra verde e
bianco (il “verdaccio”), sul quale sono stati sovrapposti diversi tratteggi orientati.
Sul volto ritroviamo un ocra chiaro (attorno agli occhi) fino all’arancio della gota
sinistra e poi il bruno della barba.

MADONNA DI SANTA TRINITA A FIRENZE (TEMPERA E ORO SU


TAVOLA)
La tavola è realizzata da Cimabue e si trova nella Galleria degli Uffizi. Ciò che si vede a
prima vista è la continuità con la tradizione bizantina: il fondo dorato, le aureole e la
schematicità delle figure e dei loro atteggiamenti. Ai lati vi sono otto angeli, molto più
piccoli al fine di individuare la figura più importante: La Madonna col Bambino in braccio.
La Vergine si trova su un trono così articolato da sembrare un’architettura. I braccioli
presentano delle linee che confluiscono in un unico punto di vista. Si parla ancora di
prospettiva intuitiva che serviva per dare la giusta profondità.

Vi sono parecchie lumeggiature e gli angeli sono dipinti col rosso, bianco e blu che
indicano la sostanza di cui erano fatti. Quindi vi è la fusione tra elementi di aria e di
fuoco, in cui il bianco rappresenta la purezza. Questo trono, presenta nella parte
sottostante delle arcate dove vi sono i profeti (Geremia e Isaia) come a voler significare
che si era realizzato ciò che avevano profetizzato. Al centro vi sono invece Abramo e
Davide. È come se stessero in una cripta. Tutti e quattro hanno dei rotoli con scritte
leggibili di pagine del libro del Vecchio Testamento. Il Bambino sembra un adulto in
miniatura, ha una mano che benedice e l’altra stringe un rotolo. Pare che questa opera
fosse stata fatta per esser stata messa su un altare di una cappella, al fine di esser visti
anche da lontano. È alta 4 metri.

CROCIFISSIONE DI ASSISI
Gran parte degli affreschi di Giotto e di Cimabue si sono deteriorati poiché sono state
usate delle pitture in ossido di piombo che hanno provocato l’alterazione del colore.
Questo affresco si trova nella basilica superiore e riguarda la vita di Cristo. Al centro
della composizione vi è il crocifisso che fa da divisione tra buoni e cattivi. La figura di
Gesù riprende molto quella del Crocifisso di Arezzo. A sinistra vi sono i dolenti: le tre
Marie, Madonna e Evangelista (alza la mano e dice che è lui il messia e al contempo
consola la Madonna). Poi vi è la Maddalena che da un tocco drammatico cercando di
toccare Gesù. L’altro motivo di drammaticità è il fatto che lei si trovi di spalle e ciò induce
a concentrarsi maggiormente sul soggetto. Il crocifisso si trova posto su un monte
attorno al quale vi sono dei teschi e San Francesco inginocchiato. A destra vi è la figura
del Centurione Longino (o forse un fariseo) che afferra la veste di Gesù. Egli aveva
inveito contro di lui e poi si era convertito. Seguono poi soldati e farisei. Superiormente
ci sono gli angeli che volano e ognuno di essi ha una cosa diversa per esprimere il
dolore. Sembrano addirittura impazziti, alcuni si coprono anche il volto. Quasi tutti
hanno le coppette per raccogliere il sangue di Gesù.

PALAZZO DELLA SIGNORIA A FIRENZE


L’architettura del Trecento si definisce Tardogotica. Un esempio caratteristico è il
Palazzo Municipale, il Comune. Era il luogo dove si insediava il governo della città. Non
aveva forme snelle come le cattedrali gotiche, doveva essere possente, infatti in
momenti di tumulto il signore della città si rifugiava. Era anche il luogo delle prigioni
(Prima prigione a Venezia). Si è chiamato prima Palazzo dei Priori, Palazzo Ducale,
Palazzo Vecchio (per indicare la vecchia dimora di Cosimo I, il quale poi si insediò a
Palazzo Pitti) si chiama anche Palazzo della Signoria. Tutto è costituito da pietra forte.

Il pian terreno appare molto monotono e privo di finestre e questo fa supporre che si
tratti di una struttura possente e robusta. Vi è solo l’ingresso.
Il primo piano è caratterizzato da delle finestre piccole e le decorazioni sono ridotte al
minimo. Il secondo piano è ingentilito da delle bifore, dalle quali defenestravano i
personaggi ritenuti traditori di Firenze. Nella parte superiore c’è una parte più
sporgente, il ballatoio, sostenuto da beccatelli, ovvero mensole triangolari, e dentro al
quale c’era il camminamento. Tra un beccatello e l’altro vi sono le caditoie, dalle quali
facevano cadere pietre o oli bollenti per allontanare i nemici. Vi sono gli stemmi che
contengono i protagonisti più illustri del comune ecc..
La torre appare decentrata poiché sorge su un torrione preesistente e presenta delle
vergature:
- vergatura guelfa, di forma rettangolare/quadrata;
- vergatura ghibellina, a coda di rondine.
Nella cella campanaria vi sono le campane bronzoree che suonavano solo in momenti
particolari della giornata o quando vi erano le esecuzioni. Tutto il popolo si raggruppava
e osservava, anche i bambini. Erano difatti momenti importanti.

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