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Vito Posca, Tiziana Fiorani

Chimica più
Capitolo 10

La configurazione
elettronica
degli atomi
Sommario
1. I limiti del modello di Rutherford e il modello atomico di
Bohr
2. Il modello atomico di Bohr per l’atomo di idrogeno
3. Il principio di indeterminazione
4. Gli orbitali atomici
5. I numeri quantici
6. La forma degli orbitali atomici
7. Il numero quantico di spin
8. Il principio di esclusione di Pauli

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Sommario
9. L’energia degli orbitali
10. L’ordine di riempimento degli orbitali
11. La configurazione elettronica

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I limiti del modello di Rutherford
e il modello atomico di Bohr
Il modello planetario di Rutherford era
in contraddizione con le leggi della fisica classica.

Un elettrone, ruotando attorno al nucleo, dovrebbe compiere orbite


a spirale sempre più piccole fino
a cadere sul nucleo.

Questo contrasta con la stabilità manifestata dagli atomi.

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I limiti del modello di Rutherford
e il modello atomico di Bohr
Nel 1913 Niels Bohr applicò
al modello planetario,
e precisamente all’atomo
di idrogeno, la teoria quantistica
formulata nel 1900 da Max Planck.

L’energia di una radiazione elettromagnetica è emessa


(o assorbita) da un oggetto non in modo continuo, secondo
quantità variabili, ma in modo discontinuo, secondo quantità
ben definite, dette quanti.

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Il modello atomico di Bohr
per l’atomo di idrogeno
Nello stato fondamentale, in cui gli elettroni possiedono il minor
contenuto energetico, il moto dell’elettrone
è possibile solo su determinate orbite circolari (orbite stazionarie).

Le orbite e i corrispondenti valori di energia permessi


si chiamano livelli energetici.

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Il modello atomico di Bohr
per l’atomo di idrogeno
L’elettrone, quando assorbe energia, passa dal livello
energetico inferiore (stato fondamentale) a un livello
energetico superiore (stato eccitato).

L’elettrone quindi non può trovarsi tra due livelli energetici.

La differenza di energia (indicata con ΔE) che esiste


tra il livello energetico di energia maggiore E2
e il livello energetico di energia minore E1 è data da:

ΔE = E2 – E1

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Il modello atomico di Bohr
per l’atomo di idrogeno
Un elettrone, passando da un’orbita a più elevata energia
(E2) a un’orbita a minore energia (E1), emette energia
sotto forma di radiazioni elettromagnetiche.

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Il principio di indeterminazione
Nel 1927 Werner Heisenberg formulò il principio di
indeterminazione.

È impossibile misurare con precisione e


contemporaneamente coppie di grandezze; anzi, la
precisione di misura di una grandezza è inversamente
proporzionale alla precisione di misura dell’altra.

Tale principio, applicato all’atomo di Bohr, non permette di


definire esattamente le orbite descritte dagli elettroni.

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Il principio di indeterminazione
La coppia di grandezze per la determinazione delle orbite
di un atomo è costituita dalla posizione e dalla velocità
dell’elettrone in ogni istante.

Secondo il principio di Heisenberg qualsiasi misura


della posizione di un elettrone influisce sulla sua velocità
e viceversa.

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Gli orbitali atomici
La nube elettronica è una regione di spazio
con contorno indefinito in cui è molto probabile che
si trovi l’elettrone nel suo movimento intorno al nucleo.

L’orbitale è la regione dello spazio intorno al nucleo


in cui la probabilità di trovare l’elettrone è del 95%.

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I numeri quantici
Dimensione ed energia, forma e orientamento
degli orbitali sono specificati da tre numeri interi detti
quantici, perché definiscono grandezze quantizzate,
che possono cioè assumere solo valori definiti.

Questi tre numeri quantici sono:


•il numero quantico principale;
•il numero quantico secondario;
•il numero quantico magnetico.

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I numeri quantici
Il numero quantico principale (simbolo n) definisce
le dimensioni e l’energia dell’orbitale.

Assume tutti i valori interi positivi compresi tra 1 e 7:


n = 1, 2, ..., 7
All’aumentare del valore di n aumentano la distanza
dal nucleo e le dimensioni e l’energia dell’orbitale.

Tutti gli orbitali con lo stesso valore del numero quantico


principale costituiscono un livello energetico.

Il numero di orbitali per un dato valore di n è dato da n2.

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I numeri quantici
Il numero quantico secondario o azimutale o angolare
(simbolo l) indica la forma dell’orbitale.

Assume tutti i valori interi compresi tra 0 e n – 1:

l = 0, ..., (n – 1)

Insieme al numero quantico principale n, contribuisce a


determinare l’energia di un orbitale atomico.

Tutti gli orbitali con lo stesso valore di n, ma con diverso


valore di l costituiscono un sottolivello.

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I numeri quantici
Il numero quantico magnetico (simbolo m) precisa
l’orientazione dell’orbitale nello spazio rispetto ai tre assi
ortogonali x, y, z.

Assume tutti i valori interi compresi tra –l e +l:


m = –l, ..., 0, ..., +l
Il numero degli orbitali con lo stesso valore di l, ma con diversa
orientazione, è dato dal valore di 2l + 1.

Orbitali con lo stesso valore del numero quantico principale (n) e


del numero quantico secondario (l ),
ma con diversa orientazione, si chiamano degeneri.

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I numeri quantici
I valori del numero quantico m dipendono da quelli del
numero quantico l, che a loro volta dipendono dai valori
del numero quantico n.

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La forma degli orbitali atomici
Per ogni valore di n esiste sempre un orbitale con l = 0.

Questi orbitali sono detti orbitali s e hanno forma sferica.

Per distinguerli si premette al simbolo s il corrispondente


valore di n.

Si rappresentano graficamente con un quadratino:

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La forma degli orbitali atomici
Per ogni valore di n > 1 (n = 2, 3, 4, 5, 6) esistono tre orbitali
con l = 1 detti orbitali p.

Per distinguerli si premette al simbolo p il corrispondente


valore di n.

I tre orbitali di tipo p con lo stesso valore di n


si rappresentano graficamente con tre quadratini:

I tre orbitali p considerati hanno uguali dimensioni


ed energia, la stessa forma a due lobi, ma diverso
orientamento (orbitali degeneri).

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La forma degli orbitali atomici
I tre orbitali p si dispongono lungo tre assi cartesiani
(x, y, z), da cui i nomi px, py, pz.

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La forma degli orbitali atomici
Per ogni valore di n > 2 (n = 3, 4, 5, 6) esistono cinque orbitali con l
= 2 detti orbitali d.

Per distinguere gli orbitali d con diverso valore di n


si premette al simbolo d il corrispondente valore di n.

I cinque orbitali d con lo stesso valore di n sono degeneri.

Si rappresentano con cinque quadratini:

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La forma degli orbitali atomici
Per i valori di n = 4 e 5 esistono sette orbitali che hanno
l = 3 detti orbitali f.

Per distinguere gli orbitali f con diverso valore di n


si premette al simbolo f il corrispondente valore di n.

I sette orbitali f con lo stesso valore di n ma diverso


valore di m sono degeneri.

I sette orbitali di tipo f si rappresentano graficamente


con sette quadratini:

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La forma degli orbitali atomici
Lo schema riporta i dati per gli orbitali dei primi tre livelli
energetici.

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Il numero quantico di spin
L’elettrone si comporta come fosse una piccola sfera che
ruota anche intorno al proprio asse.

Tale moto di rotazione (dall’inglese spin, rotazione) è descritto


dal numero quantico di spin (simbolo ms).

Il numero quantico di spin


può assumere solo due valori
a seconda che la rotazione
avvenga in senso orario o antiorario:

1 e 1
ms  ms  
2 2

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Il numero quantico di spin
Un orbitale con un elettrone si rappresenta
con un quadratino contenente una freccia:
elettrone con 1 elettrone con 1
ms  ms  
2 2
Due elettroni nello stesso orbitale con diverso numero quantico
di spin hanno spin opposto:
due elettroni con 1 e1
ms  ms  
2 2
Due o più elettroni che si trovano in due o più orbitali con lo
stesso numero quantico di spin hanno spin parallelo:
tre elettroni con
1
ms 
2
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Il principio di esclusione di Pauli
Nel 1925 Wolfgang Pauli (1925) formulò il principio di
esclusione di Pauli.

Un orbitale non può essere occupato da più di due elettroni e


quando due elettroni occupano lo stesso orbitale devono
avere spin opposto.

In un atomo non possono coesistere due o più elettroni che


abbiano tutti e quattro i numeri quantici uguali.

In base al principio di Pauli possiamo stabilire il numero


massimo di elettroni per sottolivello e quello per livello.

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Il principio di esclusione di Pauli

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L’energia degli orbitali
La distribuzione degli elettroni in un atomo è in relazione con
l’energia degli orbitali presenti nei diversi livelli
e sottolivelli.

L’energia degli orbitali dipende dal numero quantico


principale (n) e dal numero quantico secondario (l)
e aumenta al crescere dei valori di n e di l.

•Per orbitali con diverso livello energetico (n)


ma con la stessa forma (l), l’energia degli orbitali aumenta
con il valore di n.
Esempio:

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L’energia degli orbitali
• Per orbitali con lo stesso livello energetico (n)
ma con diversa forma (l), l’energia degli orbitali aumenta con
il valore di l:

• Per orbitali con n = 4 e l = 0, 1, 2, 3 si ha quindi:


4s < 4p < 4d < 4f

• Orbitali che appartengono allo stesso livello


energetico (n) e che hanno la stessa forma (l)
hanno la stessa energia (orbitali isoenergetici).

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L’energia degli orbitali
In base a questi criteri costruiamo l’ordine di energia
crescente degli orbitali.

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L’energia degli orbitali
Gli effetti della maggiore vicinanza al nucleo
degli elettroni e della maggiore forza di attrazione
nucleo-elettrone determinano variazioni di energia
tra gli orbitali s e d e tra s e f di diversi livelli energetici:
•gli orbitali nd possiedono una quantità di energia maggiore
rispetto a quella degli orbitali (n + 1) s:
nd > (n + 1) s per n = 3 3d > 4s
•gli orbitali nf possiedono una quantità di energia maggiore
rispetto a quella degli orbitali (n + 2) s:
nf > (n + 2) s per n = 4 4f > 6s

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L’energia degli orbitali
Considerando le variazioni, l’ordine di energia crescente
degli orbitali è:

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L’ordine di riempimento
degli orbitali
L’ordine, con cui gli elettroni degli atomi polielettronici nello
stato fondamentale (o di minima energia) riempiono gli
orbitali che hanno a disposizione,
deve tenere conto delle seguenti regole:
•gli elettroni tendono a occupare gli orbitali di minore energia
secondo l’ordine dei livelli energetici crescenti (principio della
minima energia);
•due elettroni in un atomo non possono avere
i quattro numeri quantici uguali
(principio di esclusione di Pauli);
•la regola di Hund.

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L’ordine di riempimento
degli orbitali
Secondo la regola di Hund o della massima molteplicità gli
elettroni di un atomo che hanno a disposizione
orbitali degeneri (i tre orbitali p, i cinque orbitali d,
i sette orbitali f) si dispongono con spin parallelo occupando il
maggior numero di orbitali.

Esempio: disposizione di tre elettroni nei tre orbitali degeneri e


isoelettronici di tipo p.

Un atomo è più stabile quanti più elettroni con spin parallelo


possiede.

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La configurazione elettronica
La configurazione elettronica degli atomi, ovvero
la disposizione degli elettroni nei vari orbitali di un atomo
nel suo stato fondamentale, si può rappresentare con:
1.il diagramma energia-orbitale, che consiste
nel rappresentare gli orbitali con dei quadratini
e gli elettroni con delle frecce verticali, disponendoli
secondo la loro energia crescente;
2.la notazione s p d f, che consiste nel denominare
i vari orbitali che contengono gli elettroni con i simboli s, p,
d, f, e nel precisare con un esponente il numero di elettroni
contenuti.

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La configurazione elettronica
La configurazione elettronica di un atomo che ha due
elettroni nell’orbitale 1s è:

La rappresentazione con il diagramma energia-orbitale


delle configurazioni elettroniche degli atomi di idrogeno
(H), elio (He) e litio (Li) è:

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La configurazione elettronica
La rappresentazione degli atomi di berillio (Be), boro (B)
e carbonio (C) è:

La rappresentazione degli atomi di azoto (N), ossigeno


(O) e fluoro (F) è:

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La configurazione elettronica
Le configurazioni elettroniche del calcio (Ca) e del ferro
(Fe) sono:
20Ca = 1s 2s 2p 3s 3p 4s
2 2 6 2 6 2

26 Fe = 1s2 2s2 2p6 3s2 3p6 4s2 3d6

Le configurazioni elettroniche di alcuni atomi (Cr, Cu, Mo,


Ag, Au) non riflettono l’ordine di riempimento degli orbitali
e l’orbitale ns non è completo.
Esempi:
24 Cr = 1s2
2s2
2p6
3s2
3p6
4s1
3d5

47 Ag = 1s2 2s2 2p6 3s2 3p6 4s2 3d10 4p6 5s1 4d10
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