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Chimica

Capitolo 6: par. 1-2


Il carbonio-12 è stato convenzionalmente definito come standard e gli è stata assegnata
una massa atomica uguale a 12.Le masse degli altri elementi sono tutte definite rispetto al
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C e sono chiamate masse atomiche relative.

La massa atomica relativa è definita come il rapporto fra la massa di un solo atomo di un
certo elemento e la dodicesima parte della massa dell’isotopo 12C del carbonio,ossia l’unità
di massa atomica (u).

La massa molecolare relativa è la somma delle masse atomiche relative degli atomi che
compaiono nella formula della molecola.

La mole (n) è la quantità chimica che contiene un numero di particelle elementari uguale al
numero di atomi presenti in 12g di 12C.

La massa molare (M)è uguale alla massa atomica espressa in grammi/mole.

Una mole di qualsiasi sostanza contiene sempre 6,022 x 1023 (N0)particelle.

N=numero di particelle

Capitolo 7: par. 1-7

Le particelle subatomiche

Per studiare gli effetti del passaggio di corrente elettrica in un gas di può adoperare un
tubo di vetro trasparente con due placche metalliche alle estremità chiamate elettrodi.La
placca negativa è chiamata catodo mentre quella positiva è chiamata anodo.

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Se si riduce la pressione del gas all’interno del tubo,al passaggio di corrente si diffonde una
luce rossastra. Se la si riduce ulteriormente di nota sulla parete di vetro di fronte all’anodo
una macchia fluorescente dovuta ai raggi catodici.

Thomson studia l’effetto,sui raggi catodici,di un campo magnetico e di un


ostacolo.Dimostra così che la radiazione emessa dal catodo consiste di particelle cariche
negativamente,gli elettroni. Dato che l’atomo nel suo complesso è neutro devono esistere
per forza anche particelle cariche positivamente.

Goldstein conduce esperimenti con un tubo di vetro dotato di un catodo forato.Questo


identifica particelle diverse dagli elettroni,che si muovono verso il polo negativo formando
un fascio di raggi anodici. Queste sono particelle cariche positivamente che provengono
dal gas rarefatto. Gli atomi e le molecole dei gas,contenuti nel tubo e attraversati dai raggi
catodici,vengono ionizzate,perdono alcuni elettroni e si trasformano in frammenti positivi
degli atomi stessi e vengono attirati verso il catodo.Queste particelle prendono il nome di
protoni.

I modelli atomici

Thomson propone un modello atomico in cui la carica positiva occupa come una nube tutto
il volume dell’atomo,mentre gli elettroni sono dispersi in modo regolare(plum pudding
model).

Rutherford utilizza particelle alfa,nuclei di elio, per colpire gli atomi di un sottilissimo foglio
d’oro,le particelle alfa sono poi raccolte da uno schermo che ne evidenzia la presenza.

● gran parte delle particelle attraversano il foglio senza subire deviazioni


● alcune particelle sono deviate
● una piccolissima frazione è respinta all’indietro

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Queste osservazioni portano ad affermare che:

● l’atomo è composto da un nucleo che contiene tutta la carica positiva e la massa


dell’atomo
● gli elettroni occupano lo spazio vuoto intorno al nucleo
● il diametro del nucleo è centomila volte più piccolo di quello dell’atomo
● gli elettroni ruotano intorno al nucleo

Il numero atomico (Z) è il numero di protoni,e di conseguenza quello di elettroni,presenti


nel nucleo di un atomo.

Il numero di massa è uguale alla somma del numero di protoni e del numero di neutroni
presenti nel nucleo di un atomo.

Gli isotopi sono atomi dello stesso elemento aventi le stesse proprietà chimiche ma masse
diverse poiché hanno un numero diverso di neutroni.

Isotopi dell idrogeno

● prozio → A=1
● deuterio → A=2
● trizio → A=3

Gli ioni sono atomi o gruppi di atomi con una o più cariche elettriche,positive o negative

Capitolo 8: par. 1-5

La distanza media di un elettrone dal nucleo dipende dalla quantità di energia posseduta
dall'elettrone:maggiore è l’energia,maggiore è la sua probabile distanza dal nucleo.

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Il primo livello energetico può contenere al massimo due elettroni,mentre il secondo e il
terzo livello ne possono contenere otto ciascuno.Gli elettroni più esterni si chiamano
elettroni di valenza.

I gas nobili hanno una bassissima reattività in quanto la struttura con otto elettroni nel
livello più esterno è stabile.Un atomo è stabile quando ha otto elettroni nello strato di
valenza,ovvero quando raggiunge l’ottetto.

Legame covalente

Nel legame covalente si condividono gli elettroni più esterni di ciascun atomo impiegato
nel legame.Due atomi mettono in comune una coppia di elettroni, definita coppia di
legame.

Quando gli elettroni sono condivisi in modo perfettamente equilibrato si ha il legame


covalente puro,se invece gli atomi appartengono a elementi di versi e quindi sono
leggermente attratti dall’atomo che li attrae con più forza si ha il legame covalente polare.

Legame ionico

Se le caratteristiche degli atomi che si legano sono nettamente diverse,con un atomo che
attrae con molta più forza gli elettroni mentre l’altro li respinge,si avrà addirittura un
trasferimento di elettroni da uno all’altro.In seguito al trasferimento di elettroni,gli ioni di
carica opposta che si sono formati resteranno uniti mediante il legame ionico.

Legame idrogeno

I legami tra gli atomi di idrogeno e quello di ossigeno sono covalenti polari.L’ossigeno attira
fortemente gli elettroni di legame,assumendo così una polarità negativa. Gli atomi di
idrogeno perdono elettroni assumendo una carica leggermente positiva,questo rende la
molecola nella sua totalità una molecola polare, o dipolo.

La presenza di cariche parziali positive sugli atomi di idrogeno e negativa sull’ossigeno fa si


che le molecole si orientino per rendere più efficaci le attrazioni elettrostatiche. Quando le
molecole sono sufficientemente vicine origina il legame a idrogeno in cui gli atomi di

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idrogeno di una molecola vengono attirati da quelli di ossigeno di molecole vicine e,
viceversa gli atomi di ossigeno attirano atomi di idrogeno di molecole vicine.

Proprietà fisiche dell’acqua

● Ha un elevato calore specifico


● Tensione superficiale
● Capillarità:dovuta alla forte coesione tra le molecole a causa dei legami a idrogeno e
a causa della polarità delle molecole d’acqua che garantisce una grande adesione

L’acqua allo stato solido occupa un maggiore volume di quando si trova allo stato liquido e
ha perciò una minore densità.

Capitolo 9: par. 1-9

La luce ha una doppia natura,ondulatoria e corpuscolare.Nella propagazione appare il


comportamento ondulatorio (caratterizzato da una lunghezza d’onda e da una frequenza)
nelle interazioni con la materia emerge l’aspetto corpuscolare.

Le grandezze che caratterizzano i fenomeni ondulatori sono:

● la frequenza: il numero di oscillazioni compiute in un’unità di tempo


● la lunghezza d’onda(λ): distanza tra due punti alla stessa altezza sull’onda
● la velocità di propagazione: v=3 x 108 m/s-1

La lunghezza d’onda e la frequenza sono inversamente proporzionali.

Lo spettro visibile comprende i colori dal violetto al rosso (λ=400-700 nm).

La prova più evidente della natura ondulatoria della luce è legata al fenomeno della
diffrazione.La diffrazione si verifica quando un fascio di luce giunge su una fenditura con
dimensioni paragonabili alla lunghezza d’onda dell’onda luminosa. Il fascio dopo aver
superato la fenditura si propaga espandendosi formando zone chiare e scure alternate,
dette frange di interferenza. Le frange chiare sono dovute all’interferenza costruttiva
prodotta da onde in fase tra loro.Le zone scure sono dovute all'interferenza distruttiva
prodotta da onde in opposizione di fase.

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I fotoni

Possiamo considerare ciascun raggio di luce come a un insieme di pacchetti di energia.


Questi sono i fotoni.

E= h x f → E= h x c/f

h=costante di Planck=6.63 x 10-34 Js

Spettro a righe

Se si analizza la luce emessa da gas rarefatti ad alta temperatura si creerà uno spettro
discontinuo caratterizzato da un certo numero di righe colorate,esso è chiamato spettro a
righe ed è caratteristico per ogni elemento analizzato.

Il più semplice spettro a righe è quello dell’atomo di idrogeno:nel visibile e nell’ultravioletto


vicino esso è costituito da un numero relativamente piccolo di righe,le cui mutue distanza e
intensità decrescono in maniera regolare verso le lunghezze d’onda minori.

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L’atomo di bohr

Il modello di Rutherford che descrive l’atomo come un piccolissimo nucleo centrale con gli
elettroni che girano intorno ad esso,dimostra l’inesattezza del modello di Thomson ma non
è in grado di spiegare né la stabilità dell’atomo né gli spettri a righe degli elementi.

Bohr riprende il modello nucleare e applica a livello atomico l’idea di quanti di


energia,giustificando così lo spettro a righe dell’atomo di idrogeno.

Bohr usa queste assunzioni:

● l’elettrone percorre soltanto determinate orbite circolari,chiamate orbite


stazionarie,senza assorbire o emettere energia
● all’ elettrone sono permesse solo certe orbite quindi le orbite sono quantizzate
● per passare da un’orbita a un’altra di livello energetico più elevato,l’elettrone
assorbe un quanto di energia fornita
● quando un elettrone cade su un livello di energia inferiore emette un fotone di
opportune frequenza
● l'energia del fotone emesso o assorbito corrisponde alla differenza di energia tra le
due orbite

Bohr elabora un’equazione matematica per determinare il contenuto energetico di un


elettrone in un’orbita. L’equazione comprende un numero interno,n, detto numero
quantico principale.

I livelli di energia delle orbite che l’elettrone dell’idrogeno può raggiungere dipendono dal
numero quantico principale,esso assume valori interi.Il livello di energia più basso è quello
con n=1. I livelli di energia superiore sono chiamati stati eccitati.

De briglie ipotizza che il comportamento ambivalente della luce sia una caratteristica della
materia.Tuttavia,qual è la lunghezza d’onda associata a un corpo in moto?

λ = (ℎ・ 🇨)/ E = h/(m ・🇨)=h/(m · v)


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Se immaginiamo ora di ottenere le frange di diffrazione dimostrate come risultato di lanci
successivi sul bersaglio di un elettrone alla volta,si può supporre che le zone chiare si
formino dove arrivano molti elettroni e che quelle scure siano la conseguenza dell’arrivo di
pochi elettroni. Questo fenomeno tuttavia si basa su leggi statistiche della meccanica
quantistica. Essa non permette di prevedere né il cammino che seguirà un
elettrone/fotone e né la sua posizione dopo un intervallo di tempo e quindi la sua velocità.

Non si possono conoscere contemporaneamente la posizione e la velocità di una particella


come l’elettrone.

Numeri quantici e orbitali

Un numero quantico è un numero che specifica il valore di una proprietà dell’elettrone e


contribuisce a definire lo stato quantico di esso stesso.

L’orbitale è una funzione d’onda elettronica caratterizzata da una particolare terna di


valori dei numeri quantici n,l e m;a ciascuna terna corrisponde un determinato stato
quantico dell’elettrone.

Il numero quantico principale (n)definisce l’energia dell’elettrone,assume valori interi


positivi,All’aumentare del valore di n aumenta la distanza dell’elettrone dal nucleo e si ha
quindi un aumento dell’energia.

Il numero quantico secondario (l) può assumere tutti i valori compresi tra zero e n-1.
Determina il sottolivello energetico a cui appartiene quel certo orbitale.

Il numero quantico magnetico (m) determina le proprietà dell’atomo quando è


sottoposto a un campo magnetico esterno.Può assumere tutti i valori tra -l e +l .

Il numero quantico di spin (ms) può assumere valori pari a -1⁄2 o + ½ . Esso è legato al
senso della rotazione, orario o antiorario, dell'elettrone attorno al proprio asse.

Lo spin è una proprietà dell’elettrone che si manifesta quando esso è soggetto all’azione
del campo magnetico e assume due diversi stati energetici,

Un orbitale può descrivere lo stato quantico di due soli elettroni,esso devono avere spin
opposto.

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Forma dell’atomo

La forma dell’atomo è determinata dal valore del numero quantico secondario l,e il volume
dipende anche dal numero quantico principale n.

La configurazione elettronica

La configurazione elettronica di un atomo o di uno ione è l'insieme degli orbitali necessari a


descrivere tutti i suoi elettroni, è la sistemazione degli elettroni negli orbitali dell'atomo.

Come scriverla?

● Determinare il numero degli elettroni


● Distribuire gli elettroni negli orbitali in ordine di energia crescente riportando
all’esponente di ciascun orbitale il numero di elettroni che esso descrive

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● Se necessario riorganizzare la configurazione elettronica in base al valore di n
crescente
● Controllare che la somma di tutti gli esponenti corrisponda al numero di elettroni

Capitolo 10: par. 1-6

La prima classificazione degli elementi era in base alla massa atomica. Newlands è stato il
primo a scoprire che messi per massa crescente, c’era una periodicità di proprietà ogni 8
elementi: nasce la legge delle ottave.Questo è importante perché aiuta anche a scoprire
che il volume atomico cresce in funzione della massa atomica con andamento periodico.

Mendeleev ordinò poi gli elementi in base alla massa atomica crescente, ma tenendo in
considerazione anche le proprietà chimiche, creando una disposizione da 12 file orizzontali
e 8 verticali: da H a U.

● elementi con stesse proprietà chimiche nella stessa colonna


● due caselle vuote perché per rispettare il criterio di periodicità lascia 2 spazi vuoti
ipotizzando l’esistenza di elementi non ancora scoperti. verranno poi scoperti
successivamente, rispettando le sue previsioni

Nella moderna tavola periodica gli elementi sono disposti in base al numero atomico;
all’aumentare di Z aumenta anche la massa. L'arrangiamento cambia di poche coppie.

Gli elementi hanno proprietà simili grazie alla configurazione elettronica: il numero di
elettroni più esterni, detti di valenza, si ripete periodicamente determinando la
somiglianza tra proprietà. poiché gli elementi nella stessa colonna hanno lo stesso numeri
di elettroni valenti, tali colonne si chiamano gruppi.

La struttura della tavola periodica ci dice che:

● il posto degli elementi è determinato dal numero atomico


● ci sono 118 elementi, quelli dopo l’uranio sono artificiali, detti transuranici
● ci sono 7 periodi, orizzontali: il numero del periodo indica il livello principale di
energia dove si trovano gli elettroni di valenza, che aumentano andando a destra.

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● alla fine di ogni periodo ci sono i gas nobili che sono altamenti non reattivi grazie a
una configurazione elettronica stabile
● verticali sono i gruppi: 18 in numeri arabi o VI in numeri romani che indicano solo i
gruppi principali: il numero romano corrisponde al numero di elettroni di valenza
● tra i gruppi II-III ci sono gli elementi di transizione

Configurazione elettronica viene abbreviata scrivendo il gas nobile che precede l’elemento
e poi i rimanenti livelli energetici in più rispetto al gas nobile

Il simbolo di Lewis è una scrittura dove c’è il simbolo dell’elemento intorno al quale ci sono
tanti punti quanti gli elettroni disposti sui 4 lati: se gli elettroni sono più di 4, si scrivono i
punti a coppia.

Le famiglie chimiche

Essendo che gli elementi nello stesso gruppo hanno simili proprietà. Questo è
particolarmente più evidente in alcuni gruppi principali, che vengono chiamati famiglie.

Nel gruppo I ci sono i metalli alcalini sono molto reattivi, perdono facilmente un elettrone
formando ioni 1+

Nel gruppo II ci sono i metalli alcalini-terrosi: sono reattivi ma meno dei primi( r aumenta
andando giù), si trovano in natura come composti, perdono 2 elettroni formando ioni 2+

Tra II e III ci sono i metalli di transizione(blocco d) che si distinguono per il numero di


elettroni nel sottolivello d ma hanno proprietà simili. Si usano spesso come leghe, quindi
uniti ad altri elementi. Il blocco f è formato da lantanidi, terre rare, di difficile estrazione dai
minerali e gli attinidi che sono radioattivi.

Nel VII gruppo ci sono gli alogeni, altamente radioattivi che tendono a prendere un
elettrone formando ioni 1-

Nell VIII gruppo ci sono i gas nobili che sono non reattivi perchè livello esterno completo

Proprietà atomiche

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La Ionizzazione è la quantità di energia necessaria ad allontanare un elettrone dall’atomo.
Aumenta ad ogni ionizzazione successiva, ma non in modo regolare. Tra elettroni dello
stesso livello cresce poco. quando si salta da un livello all’altro si ha un considerevole
incremento. Più ci si avvicina al nucleo più energia serve per battere l’attrazione ai protoni.
La Ionizzazione aumenta andando a destra e diminuisce scendendo.

L’affinità elettronica è l’energia che si libera quando l’atomo isolato in fase gassosa cattura
un elettrone. É analoga all'energia di ionizzazione quindi aumenta andando a destra e
diminuisce scendendo.

L’elettronegatività è la tendenza di un atomo ad attrarre elettroni a sé. Aumenta andando a


destra e diminuisce scendendo. Non è intrinseca di un elemento ma ha significato solo
quando l’elemento si unisce a un altro. Non dipende quindi solo dalla struttura dell’atomo
ma anche da quella dell’atomo con cui interagisce.

Classificazione degli elementi

I metalli sono a sinistra. Sono solidi a temperatura ambiente, buoni conduttori di calore ed
elettricità, malleabili e duttili

I non metalli sono a destra in alto. Sono cattivi conduttori di calore ed elettricità (isolanti). A
temp. ambiente possono essere sia gassosi, solidi che liquidi. Non sono né malleabili ne
duttibili.

I semimetalli hanno proprietà intermedie.

Capitolo 11: par. 1-9

I legami chimici si formano solo se gli atomi legati tra loro hanno un’energia minore degli
atomi separati. L’energia di legame è la quantità di energia che deve essere fornita per
rompere legami tra atomi di una mole. Tanto più grande l’energia di legame tanto più
stabile è l’aggregato e tanto più forte sarà il legame tra gli atomi.

Nei legami chimici partecipano solo gli elettroni di valenza. Un atomo è stabile quando 8
elettroni si trovano nello strato di valenza, per questo i gas nobili non reagiscono con
niente, perché sono stabili. I legami infatti si creano per dare stabilità, cedendo,

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prendendo o mettendo in comune un elettrone di valenza. La valenza è il numero di
elettroni che un atomo guadagna, cede o condivide quando si lega con altri atomi.

Il legame ionico

È dovuto alla forza di attrazione elettrostatica che tiene uniti ioni di carica opposta. Questo
legame crea una struttura cristallina compatta, dove uno ione è circondato da tanti ioni di
carica opposta.

I metalli di gruppo I II III perdono 1, 2 e 3 diventando ioni positivi, raggiungendo la


configurazione del gas nobile che li precede. I metalli di transizione non sono così
prevedibili, possono comportarsi in modo diverso ogni volta. I non metalli dei gruppi V VI
VII tendono a prendere 3, 2 e 1 elettrone diventando ioni negativi con configurazione del
gas nobile più vicino. Quando metalli e non metalli si incontrano, i primi cedono gli
elettroni di valenza ai secondi che li acquistano. Il numero di atomi coinvolti dovrà garantire
il bilanciamento di cariche.

Il legame metallico

Gli atomi di metallo hanno in genere pochi elettroni di valenza che sono facilmente
delocalizzabili in un reticolo di atomi metallici caricati positivamente. Si può visualizzare
questo tipo di legame immaginando un metallo come un reticolo di ioni positivi tenuti uniti
da una nube di elettroni.

Nel legame metallico ogni atomo di un metallo mette a disposizione per gli altri metalli
degli elettroni liberi.Si instaura tra gli elettroni di valenza e gli ioni positivi metallici.

Legami covalenti

Si formano quando due atomi mettono in comune una o più coppie di elettroni. La coppia
di elettroni condivisa tra gli atomi dei non metalli appartiene contemporaneamente a
entrambi. Questo consente a entrambi gli atomi di avere 8 elettroni di valenza, e quindi
raggiungere la configurazione dei gas nobili. Nella formula di struttura, una linea (_)
rappresenta una coppia di elettroni. Nei legami singoli si condivide una sola coppia di
elettroni. In quelli multipli invece più di una coppia: doppio o triplo. I legami multipli sono
più forti e corti di quelli singoli.

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Il legame covalente dativo si ha quando la coppia di elettroni comuni è fornita da uno
solo degli atomi partecipanti al legame. Questo succede quando un atomo ha già raggiunto
l’ottetto esterno; se possiede ancora una o più coppie libere di elettroni, può comportarsi
da donatore nei confronti di un atomo accettore, che in questo modo raggiunge l’ottetto.
Si formano composti complessi quando un metallo o ione metallico viene circondato da
atomi donatori di elettroni, appartenenti a molecole o ioni -. Le molecole che circondano si
dicono leganti, mentre il metallo al centro si chiama coordinante.

La scala di elettronegatività

Se il legame avviene tra atomi diversi,esiste la proprietà definita elettronegatività,ovvero la


capacità di un elemento di attrarre verso di sé l'elettrone condiviso.Il numero più alto di
elettronegatività lo ha il fluoro(3,98).

L’elettronegatività dipende dal numero di protoni(i protoni attraggono gli elettroni,è


direttamente proporzionale al numero atomico) e dal numero di gusci (bisogna sempre
tenere in conto la forza di coulomb che tiene conto della distanza),più il guscio è lontano
minore è l’attrazione.

Se due atomi identici uniti da legami covalenti esercitano la stessa forza di attrazione sugli
elettroni di legame questo legame si dice legame covalente puro. Quando tra atomi diversi
invece viene esercitata una forza non uguale, si ha un legame covalente polare. In questo
caso si forma un polo parzialmente positivo e uno parzialmente negativo. Il centro di
cariche positive non coincide più con quello delle negative, e si forma un dipolo,
separazione di cariche. Quanto maggiore è la differenza di elettronegatività fra gli atomi,
tanto maggiore è la polarità del legame.

● 0-0,4=se la differenza di elettronegatività è tra questi due valori il legame è


considerato covalente puro
● 0,4-1,9=se la differenza di elettronegatività tra questi due valori il legame è
considerato covalente polare in quanto crea un polo leggermente negativo.
● > 1.9 =Se la differenza di elettronegatività è maggiore di 1,9 il più elettronegativo
“ruba” un elettrone all’altro formando un legame ionico.

Legami tra elementi

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● metalli fanno legami metallici tra loro
● non metalli tra loro legami covalenti: puri se gli atomi sono uguali, polari se sono
diversi e hanno diversa elettronegatività
● non metalli + metalli fanno legami ionici

Come scrivere la struttura Lewis

● al centro l’atomo con elettronegatività minore


● contare gli elettroni di valenza e quindi quanti ne mancano per l’ottetto
● posizionare una coppia di elettroni in modo da completare l’ottetto

La forma delle molecole

Le molecole si formano da legami covalenti. Molte proprietà dipendono anche da come le


molecole sono poste nello spazio. La forma delle molecole dipende dalla lunghezza di
legame, distanza tra i 2 nuclei del legame cov. e l’angolo di legame, l’angolo formato dagli
assi che congiungono i nuclei degli atomi legati.

Le coppie di elettroni condivisi si chiamano coppie elettroniche di legame, le coppie di


elettroni che appartengono a uno solo degli atomi invece si dicono coppie solitarie.

La teoria VSEPR

Teoria della repulsione delle coppie di elettroni del guscio di valenza; presuppone che le
coppie di elettroni esterni si respingano reciprocamente.

Tale teoria si basa sull'ipotesi che la distribuzione dei legami attorno ad un atomo dipende
dal numero totale di coppie di elettroni che lo circondano, sia quelle che sono coinvolte in
legami chimici sia quelle che non sono coinvolte in nessun legame chimico. Tali coppie di
elettroni si dispongono nello spazio in modo da minimizzare le forze di repulsione
reciproca.

● due coppie elettroniche=assetto lineare della molecola


● tre coppie elettroniche=assetto triangolare equilatero della molecola
● quattro coppie elettroniche=assetto tetraedrico della molecola
● cinque coppie elettroniche=struttura trigonale bipiramidale

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● sei coppie elettroniche=struttura ottaedrica

Capitolo 13: par. 1-5

Forze intermolecolari

Le forze intermolecolari e gli stati condensati della materia tra una molecola e l’altra
devono agire forze di coesione che prevalgono sull’agitazione termica delle molecole stesse
e le mantengono vicine nello spazio vuoto. Tali forze sono chiamate Intermolecolari, per
distinguerle dai legami covalenti che agiscono all’interno delle molecole, e dai legami ionici
che vincolano gli ioni in un cristallo.

Le forze intermolecolari sono forze di natura elettrostatica che mantengono le molecole


vicine tra loro. (Fra le molecole c’è spazio vuoto)

I legami chimici possono essere classificati in tre diverse categorie:

● Forze dipolo-dipolo
● Forze di London
● legami a idrogeno

La natura e l’intensità delle forze molecolari dipendono dalle caratteristiche strutturali e


sono influenzate sia dalla polarità sia dalla geometria della stessa molecola.

Molecole polari e apolari

Se un composto ha legami covalenti polari non significa che la molecola è polare. La


polarità di una molecola dipende anche dalla sua geometria, dalla disposizione nello spazio
dei suoi legami. Le molecole degli elementi sono sempre non polari; tra atomi uguali si
stabiliscono sempre legami covalenti puri, quindi qualunque sia la geometria molecolare
saremo in presenza di una molecola non polare. Al contrario, i composti con molecole
diatomiche sono sempre polari. La differenza di elettronegatività porta a una distribuzione
asimmetrica delle cariche e quindi si ha una polarità più o meno forte. In presenza di
molecole poliatomiche la semplice differenza di elettronegatività non è più un criterio
sufficiente. Ogni legame covalente polare origina un dipolo elettrico (un sistema con due
poli elettrici con uguale carica parziale, ma di segno posto)denominato q. Separati da una

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certa distanza d. Un dipolo elettrico è caratterizzato dal suo momento polare μ, una
grandezza vettoriale che a intensità tanto maggiore quanto più grandi sono q e d. (La sua
unità di misura è il Debye,D)

μ: qd

Una molecola è polare se la somma dei momenti polari di tutti i suoi legami è diversa da
zero. Nel caso di semplici molecole: sono non polari solo le molecole che hanno l’atomo
centrale legato a gruppi uguali e che non presenta coppie di legame libere. Classificare una
molecola come polari e non polari e permette di fare una previsione sulla solubilità. Una
regola della solubilità è che il simile scioglie il simile. I solventi non polari sciolgono
composti formati da molecole non polari. I solventi polari si prestano solubilizzare molecole
polari.

Le forze dipolo-dipolo

Sono forze di attrazione tra dipoli, in qualsiasi stato fisico. Si tratta di interazioni deboli, di
natura elettrostatica, a corto raggio. Le molecole polari possiedono dipoli molecolari
permanenti e tendono a orientarsi in modo tale che la propria estremità positiva si avvicini
a quella negativa del dipolo adiacente stabilendo dei legami di natura elettrostatica. Non
possiamo fare lo stesso ragionamento per le molecole apolari. A causa del moto degli
elettroni anche in questo caso si può parlare di una piccola polarità: la carica elettrica della
molecola può risultare sbilanciata per brevi istanti. Può formarsi cioè un dipolo
temporaneo che polarizza a sua volta le molecole vicine (dipolo indotto) ed esercita su di
esse una forza di attrazione. Tali forze sono chiamate forze di London.

Forze di London

Le forze di London sono dovute all’attrazione tra i dipoli temporanei di molecole vicine.

I legami elettrostatici tra dipoli permanenti o temporanee sono chiamate forze di Van der
Waals. L’intensità di queste forze cresce molto rapidamente con la distanza tra le molecole
(se la distanza raddoppia la forza attrattiva diventa 64 volte più piccola). La loro intensità
aumenta al crescere delle dimensioni e della massa delle molecole

Il legame a idrogeno

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Il legame idrogeno è una forza attrattiva che si stabilisce tra molecole che contengono un
atomo di idrogeno, legato covalentemente a un autonomo piccolo, molto elettronegativo e
con una copia elettronica libera (N,O,F) Il legame idrogeno è un interazione dipolo-dipolo
molto particolare, trova la sua massima espressione nelle molecole d’acqua. Le particolari
caratteristiche dell’acqua dipendono proprio da questi legami, che sono dovuti alla polarità
della molecola. L’ossigeno possiede una parziale carica negativa, i due idrogeni una parziale
carica positiva. La forza attrattiva, si stabilisce tra l’idrogeno e l’ossigeno, chiamata legame a
idrogeno. Per distinguerlo dal legame covalente, si indica con una linea tratteggiata; e ciò
mette in evidenza che l’atomo di idrogeno fa da ponte tra due atomi di ossigeno:

Il legame idrogeno non si forma soltanto tra molecole d’acqua ma tra tutte le molecole che
hanno le seguenti caratteristiche:

● Contengono un atomo di idrogeno legato a un atomo piccolo e molto


elettronegativo
● L’atomo piccolo molto elettronegativo possiede almeno una copia elettronica libera
(Gli unici casi importanti si incontrano con gli atomi di azoto, ossigeno e fluoro).

Il legame a idrogeno è la più intensa forza attrattiva intermolecolare, ma circa 10 volte più
debole di un legame covalente. È in grado di influenzare nettamente le proprietà fisiche
delle sostanze.

Le alte temperature di ebollizione sono proprio dovute alla presenza dei legami a idrogeno
tra una molecola e l’altra: per separarle occorre separare tali legami. I legami idrogeno a un
importante requisito geometrico: i tre atomi coinvolti (i due elettronegativi e l’idrogeno)
devono trovarsi tutti sulla stessa linea. I legami a idrogeno sono inoltre responsabili della
particolare geometria delle proteine. Esse contengono atomi di idrogeno legati all’azoto gli

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atomi di ossigeno legati al carbonio; fra idrogeno e ossigeno si stabiliscono forze attrattive
capaci di far ripiegare la catena secondo la caratteristica struttura elicoidale.

Legami a confronto

Per rompere legami che aggregano tra loro ioni atomi e molecole è necessario fornire una
quantità di energia. Tanto più è grande tanto più forte il legame.il termine forza di legame
non è collegato al concetto fisico ma l’energia necessaria per allontanare l’una dall’altra le
particelle legate. E quindi la scala energetica che sancisce quale sia il più forte il meno forte
di legami chimici. L’unità di misura se ci si riferisce a un singolo legame è l’Elettronvolt,
molto più frequentemente si considera 1 mol di legami quindi si usano i kilojoule. I legami
dei vari tipi di particelle hanno forza molto diversa: 1 mol di legami di Van der Waals
corrispondono a qualche kj di energia,1 mol di legami a idrogeno qualche decina di kj, 1
mol di legami Inter atomici si hanno centinaia di kj. L’energia che lega l’elettrone al proprio
nucleo dell’ordine del migliaio di kj/mol: Per ionizzare 1 mol di atomi di idrogeno servono
1310 kj. Possiamo dire che le forze dei vari legami (Wonderwall, a idrogeno, tra atomi e
nucleo/elettrone) stanno rispettivamente nel rapporto 1:10:100:1000.

● Nei legami covalenti si formano molecole che interagiscono poco tra loro.La
maggior parte delle sostanze formate da legami covalenti, a parte l’acqua,sono
gassose.
● Nel legame ionico le varie particelle fanno un numero alto di legami.Per questo le
sostanze formate da legami ionici sono solide a temperatura ambiente(nel legame
ionico viene perso o ottenuto un elettrone).

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