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Parte I - chimica generale e organica
Lezione 1 (La struttura atomica, gli orbitali e la tavola periodica. I legami chimici e la
trasformazione chimica.)
L’atomo secondo Dalton
La visione dell’atomo si è evoluta nel tempo. Il concetto moderno di atomo, deriva dagli studi di John
Dalton, che per primo formulò una teoria basandosi sulle leggi fondamentali della chimica, che si stavano
definendo a fine ‘700:
- Legge della conservazione della massa di Lavoiser
- Legge delle proporzioni definite di Proust (il solfato di rame, che sia fatto in laboratorio o trovato in
miniera, ha sempre le stesse proporzioni).
Dalton parte da queste leggi per arrivare alla teoria atomica, nel 1803. Egli definì «atomi» le più piccole
particelle costituenti la materia, che non possono essere né creati né distrutti, ma trasferiti da un composto
all’altro mantenendo un rapporto fra loro dal numero intero.
Composizione dell’atomo
Delle particelle che compongono l’atomo due di queste sono dotate di
carica, i protoni hanno carica positiva (+1) mentre gli elettroni hanno
carica negativa (-1), i primi si trovano nel nucleo assieme ai neutroni
(questi non sono dotati di carica, ma solo di massa) mentre gli
elettroni ruotano all’esterno dello stesso. Prende così forma il modello
secondo il quale l’atomo è rappresentabile tramite una nuvola in un
certo modo mutevole.
Regola dell’ottetto
La regola dell’ottetto è riassumibile nella tendenza degli atomi a cercare di avere 8 elettroni nello strato di
valenza. C’è infatti una corrispondenza tra: struttura atomica, struttura degli orbitali e reattività dell’atomo.
Sodio e Cloro singolarmente sono elementi altamente tossici eppure combinandosi formano il sale da
cucina, NaCl, il quale può essere tranquillamente ingerito. Questo perché una trasformazione chimica varia
completamente le caratteristiche chimiche del prodotto.
Le proprietà di ciascun elemento derivano dal numero di protoni: Z o numero atomico (= numero di e-).
Diverso è invece il numero di massa A, che rappresenta la somma tra protoni e neutroni, che assieme
formano il nucleo. (Cl- ha acquistato un elettrone ed è molto inerte, mentre il Cl2 uno dei due atomi
raggiunge l’ottetto e l’altro resta estremamente reattivo e cattura avidamente elettroni)
I legami chimici
• Il legame ionico si instaura tra atomi che presentano un’elevata differenza di elettronegatività (>1.9) la
quale comporta il completo passaggio di elettroni da un atomo all’altro, la conseguente formazione di ioni
con carica opposta genera delle forze elettrostatiche che permettono l’attrazione degli stessi.
Le ossa del corpo umano, essendo formate da un sale di idrossiapatite (Ca5(PO4)3OH5 sale ionico molto
solubile in acqua), presentano legami ionici.
+ composti traccianti
Questa separazione di cariche produce molecole dotate di un polo positivo e uno negativo (dipolo).
Nell’acqua ad esempio la maggior parte degli elettroni si trova sul grande atomo di ossigeno, che assume
quindi una carica parziale (-) rispetto all’atomo di idrogeno che assume invece una carica parziale (+). Le
stesse molecole di acqua si orientano in modo che l’atomo di idrogeno sia in direzione dell’atomo di
ossigeno, il legame elettrostatico che si forma quindi tra un H legato ad un atomo di O ed il doppietto
elettronico libero di un altro atomo di O viene detto legame ad idrogeno, il quale funziona solo a distanze
molto brevi essendo debole rispetto al legame ionico.
Nomenclatura
https://iupac.org/
https://iupac.org/wp-content/uploads/2016/07/Red_Book_2005.pdf
Mo= molibdeno
elemento H Na K Mg Ca Mo Mn Fe Co Cu Zn C N P O S Se F Cl Br I
Numero 1 11 19 12 20 42 25 26 27 29 30 6 7 15 8 16 34 17 35 53
atomico
Elettroni 1 1 1 2 2 6 7 8 9 1 2 4 5 5 6 6 6 7 7 7 7
di
valenza
Peso 1 23 39.1 24.3 40 95.95 54.94 55.8 59 63.54 65.38 12 14 31 16 32 78.96 18.99 35.45 79.9 126.9
atomico
Le formule chimiche
Le sostanze vengono rappresentate mediante notazioni simboliche, dette formule chimiche. Esse riassumo i
risultati di un’analisi chimica sperimentale volta ad identificare gli elementi costituenti una certa sostanza.
Esistono due tipi di formule chimiche:
- Formule brute: indicano la composizione della molecola. La più semplice è la formula minima*
- Formule di struttura: indicano la composizione e la disposizione degli atomi nella molecola
*La formula minima (o formula empirica), indica gli atomi costituenti il composto secondo il rapporto
numerico osservato. Si ottiene misurando il numero di grammi di ciascun elemento contenuti in 100g di
sostanza determiniamo la composizione elementare di una sostanza (la percentuale in massa degli elementi
che la compongono)
Formula minima dell’acqua: H2O
La sostanza acqua è un composto formato da H e O in rapporto 2 a 1.
NaCl indica la formula minima del cloruro di sodio i quali sono in rapporto 1:1 tra di loro. Questa però non ci dice la realtà della composizione del sale, perché i
rapporti in peso sono diversi (il Na è più piccolo del Cl (il Na pesa il 64% del Cl). Quindi, la quantità di sodio contenuta in 10g di NaCl non sarà 5g (10:2), ma un
po’ meno, 5 * 0,64 = 3,2 g.), su 10g di sale ad esempio ci sono circa solo 3g di sodio rispetto i 7g di cloro. È quindi una formula che da rapide indicazioni ma non
è esaustiva rispetto alla sostanza in esame.
Il concetto di molecola
è la minima parte della sostanza in esame che mantiene comunque le stesse caratteristiche fisico chimiche
della sostanza di partenza, essa può essere formata da 1 o più atomi uguali o diversi. Questa definizione
permette di introdurre il concetto di elemento e di composto. Gli elementi (quelli della tavola periodica)
sono fatti tutti dallo stesso atomo, le loro molecole infatti sono date dalla combinazione di 1 o più atomi
dell’elemento. Ad esempio l’ossigeno molecolare (O2), oppure l’ozono (O3) ma anche l’elio (He) sono
elementi le quali molecole sono formate da 1, 2 o 3 atomi dell’elemento di partenza.
I composti invece sono formati dalla combinazione di più atomi diversi, l’acqua ad esempio è formata da
idrogeno ed ossigeno in proporzione definita di 2:1 (H2O).
Viene così definita la formula molecolare che descrive la composizione della molecola in atomi.
La formula molecolare, indica il numero effettivo di atomi che compongono la molecola di un composto
chimico (≠ formula minima). A volte formula minima e molecolare coincidono, altre volte la formula
molecolare è un multiplo intero della minima.
La formula minima dell’acqua ossigenata è HO sebbene la sua molecola contenga 2 atomi di H e 2 atomi di O.
Isomeri di composizione
Esistono sostanze assai diverse tra loro che hanno stessa formula minima, ma formula molecolare diversa.
Questi composti prendono il nome di isomeri di composizione.
Esempio: Acetilene C2H2 Benzene C6H6
Isomeri di costituzione
Sono composti caratterizzati dalla stessa formula molecolare ma dalla molecola organizzata in modo
differente.
Esempio:
Alcol etilico C2H6O —> CH3—CH2—OH
Etere dimetilico C2H6O —> CH3—O—CH3
Formula di struttura
Specifica il modo in cui gli atomi sono legati tra loro a formare la
molecola di cui è costituito il composto. La formula di struttura
inoltre fornisce dettagli sui legami chimici che uniscono gli atomi
all’interno della molecola.
Analizzando la composizione della crosta terrestre rispetto a quella degli organismi viventi si nota subito
come le due siano completamente diverse. Sulla crosta, ad esempio, non si trova il Carbonio, che ritroviamo
negli esseri viventi.
Com’è possibile questo? Nel corso dei millenni, le trasformazioni chimiche hanno portato alla formazione di
materiali organici partendo da composti
inorganici.
Focus sulle reazioni chimiche (≠ fisiche)
Una reazione chimica viene rappresentata simbolicamente dall’equazione chimica (equazione di reazione).
Le reazioni chimiche obbediscono alla legge di conservazione delle masse di Lavoiser: nulla si crea, nulla si
distrugge, tutto si trasforma.
Ciò significa che il numero di atomi presenti nei reagenti dovrà essere lo stesso nei prodotti, introducendo
dunque il primo concetto di bilanciamento.
—> STECHIOMETRIA:
è il settore della chimica che si occupa delle quantità delle sostanze coinvolte nella reazione. Il calcolo
stechiometrico consiste nell’addizione di coefficienti specifici alle reazioni in modo da soddisfare il
principio di conservazione della massa, giustapponendo dei numeri interi davanti a reagenti e prodotti
(coefficienti stechiometrici), fino all’uguaglianza del numero di atomi coinvolti.
Le Chatelier e Brown studiano gli effetti di una perturbazione sul sistema. Il principio di Le Chatelier
afferma che il sistema reagisce in modo da contrastare l’effetto dell’intervento esterno, cercando di
ripristinare l’equilibrio.
I 6 tipi di perturbazione dell’equilibrio chimico
- Aggiunta o sottrazione di un reagente
- Aggiunta o sottrazione di un prodotto
- Variazione di temperatura
- Variazione di pressione
Reazioni di prim’ordine
La velocità dipende dalla concentrazione del reagente, se la concentrazione è
elevata anche la velocità lo sarà, e viceversa.
La decomposizione del pentossido di diazoto è una reazione del primo ordine la cui velocità dipende dalla
concentrazione del composto di partenza.
Un altro esempio viene dato dall’acqua ossigenata che svapora (si decompone), seguendo il primo ordine.
Reazione di ordine 0
Reazione di ordine 1
Per le reazioni di ordine 1 il tempo di dimezzamento è fisso
Il meccanismo di reazione
Una reazione non si risolve in uno singolo step, ma in molteplici modificazioni. All’interno di una stessa
reazione vi sono quindi delle condizioni intermedie, in cui si hanno, quindi, diverse energie di attivazione.
L’insieme degli stadi intermedi (energizzazione, formazione dell’intermedio, stato di transizione, rottura e
formazione dei legami chimici) viene detto meccanismo di reazione.
Caratteristiche catalizzatori:
- Non si consuma nella reazione
- Non compare nelle equazioni di reazione
- Sono selettivi e specifici per una determinata reazione
- si combinano con i reagenti indebolendone i legami, e
rendendoli più facilmente trasformabili.
Funzionamento:
1- assorbimento del reagente sui siti attivi del catalizzatore (siti molecolari di legame), in questi la
concentrazione dei reagenti aumenta e i loro legami invece si indeboliscono;
2- Quando la concentrazione del reagente satura tutti i siti di legame sul catalizzatore, la velocità di reazione
diventa indipendente dalla concentrazione dello stesso.
In presenza di catalizzatori con siti attivi limitanti, non vale il principio di Le Chatelier.
Catalisi stereospecifica
Gli enzimi sono altamente specifici, ciò significa che nascono appositamente per una singola reazione.
Quando il catalizzatore agisce orientando le molecole dei reagenti in modo da dar luogo più facilmente a
specifici legami piuttosto che ad altri, si parla di catarsi stereospecifica.
Questa modalità di regolazione delle reazioni chimiche è tipica
delle forme viventi che hanno sviluppato enzimi con siti attivi di
dimensioni e geometria tali da poter accogliere esclusivamente la
molecola che deve essere trasformata, mantenendo tutti gli stati
intermedi nella conformazione geometricamente opportuna
affinché si ottenga uno specifico prodotto