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Analisi del suolo mediante lisi del DNA presente nel suolo e sua purificazione per poterlo analizzare; bisogna
fare in modo di ottenere frammenti che siano abbastanza grandi da permetterne l’analisi.
Perché è importante una ridondanza funzionale? Rappresenta una strategia di differenziazione che
consente di essere più pronti ad eventuali cambiamenti ambientali.
Analizzo la ricchezza e la ridondanza delle comunità di microrganismi del suolo, divido le comunità
microbiche del suolo in:
- dominanti (maggiormente rappresentate)
- recessivi/specie rare (rare in quanto poco rappresentate)
Studio delle epidasi nella zootecnia, per riportarlo poi nella nutrizione umana. ???
estraggo Rna, più complesso rispetto al DNA. Successivamente devo effettuare una conversione degli Rna in
cDNA, in modo tale da capire quale microrganismo è attivo e quale non lo è.
Strategie per rendere i nutrienti disponibili quando servono e che questi siano ecocostenibili.
Il fosforo nel suolo è prevalentemente insolubile e indisponibile, si ha quindi una difficoltà nella gestione del
fosforo nel suolo. È stato scoperto che vi sono de batteri che solubilizzano il fosforo mediante l’analisi delle
comunità microbiche del suolo.
Se tramite l’analisi sono state individuate anche in suoli differenti le stesse specie, significa che queste sono
quelle dominanti, le quali riescono ad adattarsi a più ambienti.
nel caso di stress ambientali, le piante micomizzante hanno mantenuto un grado di complessità minore per
risolvere il problema (stress), a differenza delle piante non .. che invece hanno dovuto creare un numero
elevato di connessioni.
Le piante spontaneamente riescono a regolare il ciclo dell’azoto andando ad attivare o inibire i vari
microrganismi.
Olio d’oliva: l’olivo è molto adattabile a stress ambientali, mediante tecniche di ricombinazione genetica si
cerca di indurre una maggiore resistenza al freddo.
Suolo: substrato o ecosistema biologico complesso che permette di sostenere la vita in una serie di attività,
il suolo è un bioreattore? Processo di mineralizzazione; il suolo degrada e permette il riutilizzo.
……...
Termodinamica: energia dei reagenti maggiore dell’energia dei prodotti.
In che cosa differiscono suolo e sedimento? Le sostanze di cui sono costituiti sono gli stessi, la differenza
consiste ……...
Il suolo si forma dall’interazione con le varie componenti (materiale) le quali conferiscono al suolo una
struttura organizzata. Il suolo rispetto al sedimento ha un valore termodinamico minore con un valore di
entropia più basso.
Un altro fattore è che il suolo è un suolo molto acido, vi è anche molta cenere, la quale è costituita da
minerali (fosforo, zolfo, zinco, rame) i quali aumentano il pH del suolo consentendo alle piante di poterci
vivere.
……….
In caso di suolo poco strutturato si ha una minore capacità dell’acqua di accumularsi nel suolo e…….
infiltrazione e capillarità o risalita capillare: acqua conservata nei sottofondi risalga contro gravità
nei periodi estivi abbiamo una maggiore capacità di ..nei periodi estivi.
………...
mediante l’utilizzo del rastrello vado a rimuovere i capillari posti sul suolo e in questo modo preservo la
risorsa idrica della pianta
Le funzioni dell’acqua:
- vettori di nutrienti
- vettore di eliminazione scorte
- regolazione termica del suolo
- permette il movimento dei microrganismi.
Ciclo dell’azoto:
affetto alternanza condizioni anaerobiche/aerobiche sulla degradazione della sostanza organica nel suolo.
……..
Minerale primario: minerale formato nei processi geo-chimici originato con il contatto con l’ambiente (sbalzi
termici, umido/secco, processi di permeazione all’interno della roccia in lunghi periodi porta a fenomeni di
frantumazione, questi aspetti sono anche alla base del processo della pedogenesi). Questi processi di
alterazione dovuti a interazione con agenti atmosferici, porta allo sviluppo di minerali diversi e
caratteristiche diverse, che nelle argille ne determinano la funzionalità del suolo (?).
La fertilità deve essere sempre contestualizzata alle caratteristiche pedoclimatiche dove il suolo si è
sviluppato. Tutti i suoli tendono a dare la massima fertilità possibile.
Minerale secondario (es argilla): minerale primario che ha subito diverse alterazioni; nel caso di minerali
argillosi hanno conferito particolari capacità in seguito a interazioni con l’ambiente.
Differenza tra roccia e minerale: la roccia è un insieme di minerali. Il minerale contiene una struttura
cristallina o può essere amorfo.
Tessitura del suolo: per capire le componenti minerali del suolo e non come questi si trovano strutturati;
effettuata con levigatore o setaccio (con pestello, si formano degli strati in base alla dimensione elle materie
che lo costituiscono: ottengo una classificazione dimensionale). Ottengo la tessitura, quindi che materie lo
costituiscono, ma non so come queste si combinano tra loro. Se invece utilizzo un levigatore, avrà che prima
precipiteranno i materiali più grandi e alla fine quelli più fini, che rimangono in sospensione, come ad
esempio le argille (presentano cariche negative che le consentono interazioni con l’acqua per cui rimangono
in sospensione); processo di sedimentazione.
Sale con molto sodio, agente , che idratandosi viene ad essere saturato dallo strato di acqua che lo circonda,
ne consegue che le argille sature di sodio vanno a respingersi tra loro (cariche negative si respingono).
Questo metodo consente di disgregare eventuali collanti/aggregati che altrimenti più pensanti, verrebbero
ad essere classificati come sabbia (ma in realtà sono costituiti da argilla e altri materiali).
Se invece voglio effettuare una setacciatura in acqua: ho un contenitore in acqua, metto i vagli, e pongo il
suolo nella parte superiore che poi andrà a sedimentare. Ottengo la frantumazione dell’aggregato, dovuto
alla pressione dell’acqua, che inserita in modo veloce, comprime l’aria presente e porta a frantumazione.
Se invece l’acqua viene fatta entrare negli aggregati in modo più progressivo, ottengo la resistenza di questi
all’acqua. (?)
L’argilla è uno dei collanti del suolo, i quali per essere efficienti devono avere la capacità di unire vari
componenti. L’argilla nonostante sia molto piccola, ha un rapporto superficie/volume molto elevato,
espresso in carica/raggio rilevante, il che fa sì che riesca a creare queste interazioni (con limo e sabbia).
Basta relativamente poca argilla per avere una superficie reattiva rilevante.
…...
Processo di alterazione della roccia madre. Da ossidi di ferro e alluminio l’alterazione diviene degradazione.
Successivamente si hanno i processi di desilicizzazione, che divengono più marcati…
Le argille:
minerali cristallini che hanno subito una serie di alterazioni che hanno portato al loro stato attuale.
Cella elementare:
struttura che si ripete indefinitivamente nel minerale.
Fe3+ ha una intensità di carica maggiore di Fe2+ data dal rapporto carica/raggio.
La capacità di coordinazione dipende dalle dimensioni dello ione, ma questo non definisce la forza di
legame, la quale dipende dal rapporto carica/raggio. Il silicio (Si 4+) coordina meno ma in modo più forte, ha
un’interazione con l’O dell’OH più forte.
..la cella che si forma ha un’intensità di carica che si ..allo ione centrale che forma i legami di coordinazione.
Nel caso in cui il catione centrale sia il Silicio, otteniamo un foglio tetraedrico, nel caso in cui invece si ha un
Al3+ o Fe3+/2+, ottengo una struttura ottaedrica dovuta al fatto che questi effettuano più legami di
coordinazione.
Struttura di un cristallo: argille organizzazione cristallina data dall’alternanza di fogli tetraedrici e fogli
ottaedrici. Oppure si può avere una struttura data da tre foglietti ripetuti: tetraedro, ottaedro, tetraedro.
Nel primo caso si hanno legami a idrogeno, nel secondo caso si hanno forze di Van Der Waals poiché in
questo caso interagiscono due tetraedri (quindi lo stesso tipo di foglietto) e quindi l’interazione è più
debole. Questo ha conseguenze funzionali, le argille di secondo tipo sono dette espandibili, è più semplice
l’entrata di acqua per cui si ottiene che i due strati si vadano ad allontanare e quindi ad aumentare il suo
volume. Nel caso di argille costituite dalla prima struttura questo non avviene in quanto le interazioni sono
più forti.
Solitamente quelle di tipo 1 si sono generate da quelle di tipo 1 mediante un processo di degradazione. Il
tipo di reticolo è definito dalla cella elementare, definita dal rapporto superficie/volume del catione. La
forza con cui questi coordinano è sempre data dal rapporto superficie/volume, che si esplicita con il
rapporto carica/raggio.
Le argille presentano la caratteristica di essere espandibili e di avere una carica negativa permanente (non
dipende da parametri ambientali, detta per questo motivo carica pH-indipendente). Si ha però comunque
una carica pH-dipendente posta lungo i punti di rottura.
Se ho un suolo salino sodico, e utilizzo acqua porterò a degradazione strutturale del suolo. Se invece ho un
suolo salino, ho una competizione idroscopica(?)
capacità di adsorbimento dei cationi che si legano grazie alla carica permanente negativa dell’argilla; questi
cationi rimarranno quindi nel suolo. Altri ioni (anioni) non saranno trattenuti. Si ha quindi una certa
discriminazione di legare determinate sostanze.
La carica pH-dipendente è sempre la carica esposta. Cariche negative si possono legare in queste posizioni,
nel caso in cui la rottura a libello del foglietto tetraedrico avviene a livello del catione; è un valore
trascurabile in quanto la quantità di anione assorbito è minima.
Tra un idrossido di ferro e un’argilla quale è il cemento più forte/più resistente? Idrossido di ferro, creano
una sorta di film che conferisce una stabilità strutturale importante, precipitando a certi condizioni di pH.
Quale è il più funzionale? L’argilla, in quanto mantiene una certa porosità a differenza dell’idrossido di ferro
che invece non consente permeazione e quindi porta alla perdita funzionale del suolo.
Posso tenere il terreno sempre coperto in modo che l’acqua non evapori, oppure mediante una sorta di
rastrellamento vado a rompere circa 2cm dei capillari in superficie facendo sì che questa rimanga distribuita
nel suolo evitandone la evaporazione.
La carica permanente può essere influenzata da qualcosa? La sostituzione isomorfa è nel foglietto
tetraedrico, in quanto maggiormente esposto rispetto all’ottaedro, ho un interazione più diretta e quindi
esplicita meglio la sua funzione. Ho un’induzione della carica permanente negativa più alta. Nel caso
dell’ottaedro, in cui il silicio non c’era già ...
Argille 2:1:1, argille non espandibili, poco trattabili e mantengono poca acqua.
Come si esplicita l’induzione della carica negativa? Nell’instaurarsi della capacità di adsorbimento e di
mantenere le sostanze nutritive e di essere rilasciate in base alla necessità della pianta. La forza con cui
sono trattenuti i cationi varia in relazione alle cariche ad essere adsorbite. I cationi preferenzialmente
assorbiti sono quelli che presentano un rapporto carica/raggio vantaggioso: carica elevata e raggio piccolo.
Si ha quindi una sorta di selezione nell’assorbirle varie sostanze/nutrienti in base alle caratteristiche
chimiche (carica-raggio).
Pirite (solfato di ferro): se monifico, ovvero tolgo acqua, ho più ossigeno e si ha quindi che il legame tra lo
zolfo e il ferro si rompe, portando alla formazione di acido ferrico e acido solfidrico, il che porta ad un picco
di acidità notevole. Per questo motivo prima di monificare un suolo è importante vedere quali minerali sono
presenti.
Come posso studiare i fenomeni di adsorbimento delle argille: con cinetiche e isoterme di assorbimento
(può essere di tipo specifico o aspecifico, in base alla discriminazione carica/raggio).
Catione irreversibile.. strato di acqua permane..interagiscono tra di loro ma rimangono separati (questo
riferito prevalentemente agli ossidi di ferro)
cinetiche: vedo la concentrazione in un tempo maggiore; quanto il valore di adsorbimento si protrae nel
tempo.
L’affinità di legame molto alta, basta una concentrazione minima per cui ho la
Isoterme:
- di Longmuir: un solo strato
- di Freudlich: posso conferire un valore, inoltre posso calcolare la forza di adsorbimento.
- di Brunauer: speculazioni per la misurazione specifica dei materiali. Posso vedere se si ha un adsorbimento
multistrato.
Vedo come la concentrazione varia nel tempo
Come determino la capacità di scambio? Saturo il suolo con qualcosa per vedere con cosa viene ad essere
scambiato, per prima cosa otterrò quelle legate più debolmente e poi quelle legate in modo più forte.
Lezione 3:
Le argille sono minerali secondari, ovvero minerali che si originano dalla alterazione del minerale primario.
L’aggregato è importante ai fini di creare una struttura mediante la quale il suolo si organizza; questo fa sì
che il sedimento di roccia madre si evolva verso un suolo (la differenza tra suolo e sedimento è che il
sedimento non ha un’organizzazione spaziale, mentre il suolo presenta una struttura). L’elemento base della
struttura del suolo è quindi l’aggregato, il quale si può formare grazie alla presenza di alcune sostanze di cui
del campo dei colloidi minerali sono le argille (dette colloidi in quanto molto piccole).
I colloidi organici sono dati dalla sostanza organica nel terreno. Vi sono quattro classi di sostanza organica
del terreno:
- parte vivente (detta biomassa, microflora, microfauna, mesofauna) (i lombrichi mediante strategie diverse
favoriscono il movimento della comunità microbica);
- fresca (detta necromassa, è costituita da residui animali, microbici, vegetali, secrezioni radicali, ecc);
- non completamente umificata (C/N medio basso);
- umificata (C/N alto, 10-40).
Con il termine umificazione si intende quella parte di sostanza organica che rappresenta il residuo del
processo di mineralizzazione. Questo ci fa capire che il processo di mineralizzazione non è efficiente al
100%, si ha che una parte viene degradata a seconda delle condizioni ambientali, in base a parametri come
umidità, sale, freddo e ghiaccio, ecc. Per quanto riguarda l’umidità, non deve essere eccessiva altrimenti
avremo una prevalenza degli organismi anaerobici, e quindi una minore capacità di degradazione del
materiale organico; ma non deve neanche essere troppo bassa in quanto altrimenti si ha secchezza, ovvero
ad una disidratazione marcata che può portare a processi di mummificazione. Per quanto riguarda il sale, è
igroscopico, ovvero trattiene acqua e quindi l’ambiente circostante avrà meno acqua a disposizione e quindi
i processi rallentano. Altri due parametri sono il freddo e il ghiaccio: il ghiaccio è igroscopico, trattiene acqua
e porta a disidratazione. Il freddo invece, se estremo rallenta tutte le funzioni, porta ad una preservazione
della sostanza organica.
Se questi parametri sono ben regolati tra loro, si hanno ad esempio le foreste pluviali, in cui il processo di
lisciviazione dei suoli ha portato a suoli fortemente desilicizzati, quindi con molti ossidi di ferro, si ha che
tutta l’attività si svolge sullo strato superiore del suolo e nella parte organica. Grazie però al fatto che si ha
umidità elevata, temperature costanti abbastanza alte, la comunità microbica vive molto bene quindi la
degradazione è molto veloce, si ha una mineralizzazione è molto efficiente, e questo fa sì che la necromassa
(in questo caso prevalentemente vegetale), riesca ad essere messa a disposizione velocemente e permette
alle piante di prosperare in modo evidente. Si ha poi la parte umificata, ovvero quella parte in cui la
sostanza organica riesce non ad eludere la mineralizzazione, ma essendo più ostica, persiste più a lungo.
Uno dei parametri importanti per determinare la degradabilità di una molecola è la loro composizione.
Quelli che riescono maggiormente a degradare sono i funghi, che però rispetto ai batteri presentano un
rapporto carbonio/azoto molto più alto, ovvero richiedono meno N, quindi sono un metabolismo più lento,
e possono quindi andare a degradare materiale organico in più tempo e più povero. I batteri invece sono
meno efficienti, hanno un metabolismo più veloce e richiedono più azoto, quindi attingono a fonti più ricche
di azoto.
Le molecole aromatiche sono reattive, riescono ad effettuare frequentemente scambi, presentano
un’elevata capacità di interazione dovuta alla notevole reattività dell’anello aromatico. Questo fa sì che
queste molecole possano attivamente interagire tra loro e creare una classe di sostanza organica ricca di
gruppi reattivi, stabile, che di sua natura cambia, e quindi creare quello che viene definito colloide organico.
La differenza tra colloidi minerali come le argille e colloidi organici, consiste nel fatto che l’argilla come
caratteristica principale ha una carica permanente, mentre i colloidi organici presentano molti gruppi
reattivi, i quali sono caratterizzati da una polarità, e quindi i colloidi organici presentano una carica pH-
dipendente.
Un altro aspetto importante è il rapporto carbonio/azoto. Nelle sostanze umiche questo rapporto è
solitamente alto, questo perché rappresenta la porzione più refrattaria quindi la maggior parte dell’azoto se
ne è andato e quello che ne rimane è una minima parte.
La degradazione della sostanza organica avviene mediante caratteristiche chimico-fisiche del suolo e
comunità microbica (se il suolo è acido sarà fungina, se il suolo è basico sarà batterica). In base a questi
parametri varia anche l’efficienza della mineralizzazione.
Un altro aspetto da considerare per valutare se la velocità di degradazione corrisponde alle caratteristiche
chimico-fisiche della molecola o se vi può essere qualcos’altro che può alterare questo valore sono i
parametri ambientali (di cui principali temperatura e umidità) e il fatto che il suolo può presentare superfici
reattive, le quali possono assorbire, e possono finire ad esempio nei micropori andando a costituire una
sorta di sacca che diviene difficilmente accessibile ai microrganismi e la degradazione in questi ambienti che
sono anche anaerobici diviene più lenta. Si parla quindi di effetti dovuti alle caratteristiche del suolo. Gli
assorbimenti possono essere diretti, cioè interagisco con la sostanza organica oppure nell’assorbimento
reagisce con cationi metallici (e questo fa sì che ne cambi anche la conformazione), oppure assorbimenti
indiretti: vi possono essere presenti enzimi nel suolo che possono interagire con le superfici; si ha un’azione
indiretta che preserva/riduce l’efficienza di mineralizzazione di quel suolo.
Fasi della decomposizione microbica aerobica di residui organici nel suolo:
In questa immagine vediamo una
quantità iniziale di residuo organico,
successivamente vediamo che si ha una
parte che viene ad essere degradata
indicata come biomassa, e si ha inoltre lo
sviluppo di CO2 (che si sviluppa poiché vi
è ossidazione, quindi vi è un fenomeno
ossidativo che porta a produzione di CO 2).
Con il passare del tempo vediamo che
l’efficienza diminuisce fino a stabilizzarsi.
Nel tempo vediamo inoltre che una parte
della matrice organica non viene però
degradata. Rappresenta una componente
di sostanza organica stabile e refrattaria
alla degradazione; stabile perché va ad
interagire con il suolo che si trova in
condizioni in cui non è facilmente
attaccabile, e refrattaria perché magari è del materiale monolitico che è di per sé refrattario. Quindi le due
condizioni o di non-biodisponibilità, o di refrattabilità portano ad un pull che viene ad essere difficilmente
degradato e che persiste quindi nel tempo. Questo pull è variabile a seconda anche delle caratteristiche del
suolo: se ad esempio ho un suolo in cui effettuo un’aratura, quindi arieggio e riporto in superficie la
porzione più stabilizzata, favorisco in questo modo la degradazione e quindi il pull diminuisce. Dipende
quindi dalle strategie agronomiche che voglio adottare. Se ad esempio adotto una pratica di aratura tutti gli
anni, il pull di materiale che rimane si riduce. Ho un ciclo di rotazione che mi consente di sfruttare le risorse
che ho messo nel suolo, e quando le ho esaurite effettuo un ciclo di ricarica e via dicendo; in questo modo
quindi non ho grandi impatti dal punto di vista della lavorazione, questo mi consente di prevedere di avere
questo pull di sostanza organica non degradata e che questo si implementi di anno in anno. Se però effettuo
una aratura tutti gli anni, metto il suolo nelle condizioni di essere fortemente ossigenato, di riportare su
quello che si era salvato e di far sì che questo favorisca la mineralizzazione. Questa strategia viene effettuata
in modo da mettere tutti i nutrienti a disposizione della coltura, quindi vengono ad essere degradati
velocemente in quanto la coltura è resa disponibile. Facendo ciò ho di conseguenza dei consumi elevati,
quindi non si va ad accumulare carbonio nel suolo; seguendo un’altra strategia posso avere un accumulo
progressivo e quindi di riportare la concentrazione del carbonio organico nei suoli ad un livello più elevato.
Questo presenta vantaggi come una maggiore disponibilità di carbonio organico nel suolo (e quindi
maggiore funzionalità del suolo, maggiore biodiversità, maggior ridondanza di funzioni, maggiore resistenza
agli stress, maggior difficoltà dei patogeni del suolo di avere vita facile nell’arrivare ad infettare le piante).
Un suolo anaerobico ha un’inefficienza di degradazione maggiore rispetto ad un suolo aerobico; ho quindi
meccanismi diversi che in un suolo aerobico mi consentono di degradare il suolo più velocemente e a
produrre per espirazione CO2. In un suolo anaerobico invece produco meno CO 2, ma produco inoltre
metano, quindi emetto un gas serra che ha una potenzialità dannosa maggiore rispetto a CO 2 (1 mole di
ossido di azoto fa un danno come 30 moli di CO 2). Se ad esempio tengo un suolo con una forte
fertilizzazione, quindi aggiungo molto azoto, si ha che l’efficienza di gestione di questo eccesso diminuisce,
diminuendo creo eutrofizzazione delle acque (ovvero le acque divengono anossiche, si sviluppa una
comunità microbica in risposta all’eccesso di nutrizione azotata che fa sì che si formi un ambiente anossico e
può portare alla presenza di patogeni), l’altro rischio è l’implemento di ossidi di azoto, ovvero i gas serra più
pericolosi (1 mole di ossido di azoto fa un danno come 300 moli di CO 2). Ad esempio nelle risaie la
fertilizzazione può portare a queste problematiche.
Le sostanze umiche:
Le sostanze umiche sono il prodotto di processi di
resintesi (umificazione) dei prodotti della decomposizione
e trasformazione chimica e biologica di biomolecole
provenienti dalle spoglie e dalle emissioni di organismi
vegetali ed animali. Le sostanze umiche sono composti
amorfi, di colore scuro, parzialmente aromatici, in gran
parte idrofili, chimicamente complessi, polielettroliti, con
un peso molecolare che va da poche centinaia a migliaia
di Dalton. Le sostanze umiche sono refrattarie (/resistenti)
a degradare, sono difficilmente degradabili e per questo
rappresentano un pull di carbonio utile per la funzionalità
del suolo.
Teorie di formazione delle sostanze umiche:
- Teorie biotiche: per molti anni si è ritenuto chele sostanze umiche derivassero dalla lignina. Secondo
questa teoria, la lignina, non completamente utilizzata dai microrganismi, sarebbe la parte fondamentale
dei composti umici presenti nel suolo. La macromolecola della lignina reagirebbe con le proteine, derivate
da sintesi microbica, con formazione di una lignina trasformata. Prodotti iniziali di successive reazioni di
polimerizzazione sarebbero gli acidi umici che, per successiva ossidazione e frammentazione darebbero
origine agli acidi fulvici.
- Teoria abiotica: reazione di Maillard: serie di reazioni spontanee nel suolo a determinati valori di umidità,
temperatura e pH, partendo da carboidrati e composti azotati, porterebbero alla costituzione di piccole
molecole umiche (melanizzazione).
Gli enzimi polifenolossidasi uniscono sostanze di resintesi ai monomeri derivanti dalla degradazione delle
molecole organiche dando origine, attraverso processi di polimerizzazione, a molecole via via più
complesse.
La struttura supramolecolare:
Risultati sperimentali ottenuti indicano che le sostanze umiche sono associazioni supramolecolari di
molecole eterogenee stabilizzate da legami deboli, i quali possono essere scissi da minime quantità di acidi
organici (comunemente presenti negli essudati radicali). È stato visto che la forza che fa sì che le molecole
umiche si aggreghino a formare sostanze umiche è l’idrofobicità; questo è stato visto facendo interagire le
sostanze umiche con delle molecole in una soluzione debolmente acida, si vide che in questo modo si
portava alla disgregazione del core nei vari componenti. La forza principale è quindi dovuta all’idrofobicità
che tende ad aggregare tra loro le particelle in modo da risultare impermeabili all’acqua.
La struttura dell’humus è quindi costituita da una componente apolare, quale matrice, dalla quale si hanno
delle componenti alifatiche che sporgono fuori.
La matrice organica ha interagito più fortemente con la matrice minerale, per cui si hanno sostanze più
idrofobe, vanno nel suolo e conferiscono al suolo il vantaggio di essere più arieggiato, più strutturato, una
maggiore capacità di scambio ecc. Se si ha un suolo più arieggiato con un pH più alto mi posso aspettare
una comunità microbica prevalentemente fungina, ovvero organismi con un rapporto carbonio/azoto molto
alto che sono metabolicamente più lenti; se invece si ha un terreno neutro o basico, la comunità microbica
prevalente è quella batterica, quindi meno efficiente nel degradare sostanze refrattarie ma molto attivi e
con una richiesta di azoto superiore. L’aumento di temperatura può portare ad un aumento dei processi
degradativi. Ogni anno quindi nel periodo freddo vado ad accumulare sostanze, che vengono ad essere
degradate soprattutto in momenti in cui si hanno temperature più elevate.
Queste sostanze umiche hanno un effetto stimolatorio nei confronti dell’apparato radicale
(implementazione del gruppo dei peli radicali; questo è importante per aumentare la capacità di
assorbimento, queste tipologie di interazioni fanno sì che la pianta abbia meno necessità di effettuare una
simbiosi). Se si ha un’azione di stimolo, significa che si stimola il metabolismo ad aumentare la parte
anabolica. Le sostanze di stimolo sono gli ormoni; per questo motivo si dice che le sostanze umiche hanno
una funzione ormono-simile. Le sostanze umiche quindi favoriscono la radicalizzazione, ma anche
l’elongazione, stimolazione della crescita, fioritura, ecc. È quindi importante andare a caratterizzare le
sostanze umiche in modo da andare a vedere qual è l’interazione con le piante, e trovare quindi la
combinazione più favorevole; questo consente di effettuare azioni di miglioramento dell’efficienza delle
coltivazioni, come piante che consumano meno e producono di più.
Calcolo della sostanza organica (S.O.) mineralizzata in un anno (in un determinato tipo di terreno):
Calcolo della S.O. umificabile apportata:
Un ricercatore, analizzando diversi suoli, ha scoperto che il rapporto tra carbonio, azoto, fosforo, zolfo, pari
circa a 10.000:800:200:100, è un rapporto costante in tutte le componenti umiche di tutti i suoli. Quando
questi elementi sono presenti in questo rapporto, stimolano la comunità microbica ad avere un tipo di
azione che implementa il processo di umificazione.
(Differenza tra concimi e fertilizzanti:
Il fertilizzante rappresenta l’elemento in forma che la pianta può subito utilizzare/assimilare (ammonio o
nitrato). Nella concimazione invece, conferisco alla pianta materiale organico che deve essere degradato.)
Nel caso in cui questi rapporti non vengano rispettati, posso intervenire al momento dell’interramento, con
una fertilizzazione in modo tale da potare questi rapporti nel range ottimale. Questa fertilizzazione non
serve direttamente alla pianta, ma consente di creare quelle condizioni in cui i microrganismi possano agire
al massimo ed avere la miglior efficienza di umificazione. Questo rappresenta un approccio migliorativo; la
fertilizzazione è specifica del suolo su cui deve essere effettuata (dipende dalle sua caratteristiche).
Differenza tra letame e compost: il compost è favorito, perché se do troppo letame si ha che la comunità
microbica di quei suoli aumenta enormemente la sua attività microbica; nel caso di troppo letame il
contenuto di ossigeno diminuisce e si creano condizioni di anossia che portano ad esempio a fermentazioni
anaerobiche che inducono una condizione di tossicità per la comunità aerobica, e creo quindi un danno
(danno di resilienza); quindi la letamazione deve essere limitata e questo dipende inoltre dalla tipologia di
suolo: maggiore nel caso di un suolo argilloso, minore nel caso di un suolo sabbioso perché la
mineralizzazione è più spinta. Se invece la parte iniziale di primo attacco (per poi arrivare a qualcosa di più
stabilizzato), la effettuo fuori suolo, il prodotto che ottengo, più stabile e più refrattario alla degradazione,
posso mettere più letame nel suolo. Effettuo quindi la fase di compostaggio.
Il compostaggio:
La degradazione della sostanza organica si sviluppa in natura con tempi di completamento che variano da
pochi mesi ad alcuni anni in base al materiale di partenza e all’influenza dei fattori esterni. Il compostaggio è
un processo biologico di trasformazione della sostanza organica non vivente. Il processo biochimico del
compostaggio è una stabilizzazione aerobica. I principali microrganismi attivi nel processo di compostaggio
sono gli schizomiceti ed eumiceti. Altri microrganismi non unicellulari sono le alghe, i virus e i protozoi.
Il compost ha funzioni ammendanti, non è un concime. La differenza tra concime e ammendante è che il
concime è una sostanza che rilascia nutrienti, l’ammendante rilascia i nutrienti, ma ha soprattutto una
funzione di miglioramento della funzionalità del suolo. L’ammendante ha minore valenza nutrizionale ma
acquisisce altre funzioni che lo rendono un elemento molto importante.
Il compostaggio è quindi essenzialmente una degradazione guidata del materiale organico. Questo sistema
migliora la nostra capacità di digestione.
Trattamenti di blending per:
- mantenere la temperatura sotto controllo (ottimale per le funzioni aerobiche, quindi maggior
degradazione e maggior efficienza di questa azione);
- favorire l’ossigenazione della intera biomassa.
Se alla fine del processo di compostaggio ci aggiungo dei microrganismi che sono antagonisti naturali dei
patogeni vegetali presenti nel suolo; oltre quindi ad ottenere un biocompost con capacità nutrizionale
maggiore e capacità ammendante maggiore, è un compost arricchito con dei microrganismi antagonisti dei
patogeni. Aggiungo materiale che presenta oltre a humus, una necromassa molto ricca di nutrienti che
vengono ad essere rilasciati nell’arco temporale (simula quindi l’effetto del letame ma senza esserlo) inoltre
ho una biomassa più stabilizzata che mi dà anche un efficienza di stabilizzazione più elevata, inoltre ho
antagonisti naturali che combattono i patogeni. In questo modo quindi, garantisco una maggiore efficienza
delle rese colturali delle piante.
Il biochar è quindi materiale organico spesso vegetale che viene trattato termicamente. Aumentare le
temperature in assenza di ossigeno (pirolisi), rappresenta una strategia mirata per una fertilizzazione, ma lo
svantaggio consiste nel fatto che non apporta nulla ad aumentare i carbon sink del suolo (ovvero pozzi di
assorbimento del carbonio; sottraggono dall’aria la CO 2). Il biochar è quindi un trattamento senza ossigeno
in cui si effettua un’azione termica dei legami ma non di ossidazione. Quando usato come ammendante dei
suoli, il biochar ne migliora la qualità agendo sulla sua struttura, il pH, la capacità di scambio cationico e la
densità; anche la biomassa microbica presente nei suoli viene influenzata dalla presenza del biochar. Il
biochar, oltre ad essere utilizzato come ammendante, può essere utilizzato come agente di
decontaminazione: avendo una forte capacità di scambio, essendo poroso, con una elevata superficie
specifica, può interagire e quindi assorbire non solo nutrienti ma fungere da assorbente per inquinanti.
Questo perché essendo molto poroso con anche molta microporosità riesce a renderli poco disponibili, e
quindi abbassa il livello di tossicità e inquinanti all’interno di un suolo (la loro biodisponibilità decresce
molto e questo consente l’utilizzo di questi suoli più precocemente per pratiche agricole ecc.). vi sono
diverse tipologie di biochar, differiscono ad esempio nella scala di temperature a cui è stato prodotto; prima
di utilizzarlo in un certo suolo devo caratterizzarlo.
Un altro aspetto consiste nell’utilizzo della zeolite, ovvero un minerale amorfo che si forma normalmente in
natura quando si ha eruzione lavica e la lava finisce in acqua; si ha un raffreddamento improvviso, questo
porta ad avere una forte porosità di questo materiale dato dal fatto che le bolle d’aria che erano presenti
all’interno, con questa forte pressione tendono ad esplodere. Questo è quindi un materiale minerale, con
nutrienti, e ha capacità di scambio (e ha basso prezzo).
Un tipo di coltivazione che può essere favorevolmente stimolata da questi utilizzi che richiedono tempi di
persistenza lunghi sono i vitigni. Questi trattamenti consentono di diminuire gli interventi in vigna dal punto
di vista di passaggio con macchinari, di aumentare la qualità dei suoli (sono suoli stressati, collinari, con
poco volume). Una delle caratteristiche che può aumentare la qualità del vino, così come quella dell’olio, è
rappresentata dalla presenza di metaboliti secondari che sono metaboliti (polifenoli) prodotti dalla pianta in
condizione di stress. Uno stress moderato quindi, migliora la qualità dell’olio e del vino, rendendoli
maggiormente pregiati.
Nonostante il ruolo positivo che il biochar sembra avere sulla fertilità dei suoli, bisogna fare attenzione nel
suo utilizzo perché in alcuni casi sono stati riportati effetti negativi sulla produttività agricola. In realtà, prima
dell’utilizzo di un qualsiasi tipo di biochar, bisogna effettuare studi dettagliati in merito alle sue
caratteristiche chimico-fisiche in modo tale da poterne indirizzare l’uso nel modo migliore, impedendone gli
effetti negativi.
La prima caratteristica di preservazione è data dalla caratteristica della sostanza organica. La seconda
caratteristica consiste in cosa succede a questa sostanza organica nel suolo (una parte mineralizza, una
parte umifica, ecc.); ottengo quindi componenti diverse più o meno resistenti. Infine si ha l’inaccessibilità
spaziale come ad esempio i micropori, oppure l’inglobazione in molecole umiche. Questa strategia della
sostanza organica di essere inglobata la si riscontra anche in alcuni microrganismi e alcune piante,
producendo molecole quali siderofori per i microrganismi e fitosiderofori per le piante.
Un altro effetto della sostanza organica del suolo è quello che avviene in seguito ad incendi: la materia
organica brucia e prima di bruciare si liquefa (ad esempio le cere e i grassi) e va in profondità. Questo nel
suolo, che è un termoisolante, fa sì che questo materiale liquefatto si condensi dovuto alle basse
temperature, e questo è poco degradabile, inoltre nelle zone in cui si va ad accumulare si viene a creare un
orizzonte idrofobico, ovvero un orizzonte che interrompe la continuità del suolo tra superficie e parte
profonda del suolo (la continuità rappresenta un elemento fondamentale per la funzionalità del suolo).
Questo rappresenta un effetto deleterio soprattutto negli incedi con temperature elevate che provocano
questo fenomeno.
La presenza di sostanze organiche nel suolo può condizionare fortemente la percolazione dell’acqua e
quindi limitare anche la diffusione dei nutrienti.
La denitrificazione:
Questo processo è realizzato da batteri dei generi Pseudomonas e Clostridium in condizioni anaerobiche. La
denitrificazione è una forma di respirazione anaerobica che usa il nitrato come accettore di elettroni in
assenza di ossigeno. I batteri denitrificanti sono anaerobi facoltativi dal momento che possono vivere anche
in presenza di ossigeno.
lezione 25/03:
Miglioramento/efficienza dell’utilizzo dell’acqua; soprattutto in paesi del Nord Africa.
Valutare l’impatto delle diverse coltivazioni in modo da valutarne l’efficienza di utilizzo dell’acqua (anche
dell’acqua di falda rispetto all’acqua piovana). È importante aumentare la capacità produttiva anche
mediante un sistema di meccanizzazione adeguato alle esigenze del terreno.
Nutraceutica: intermedio tra nutrizione e farmaceutica; produzione di un prodotto molto più efficiente dal
punto di vista dell’alimento e con valori nutrizionali aggiunti. Migliorare l’efficienza dell’utilizzo delle risorse
per esplicitare al massimo le capacità della pianta.
Possibilità nei suoli di avere idrofobicità, la durata di idrofobicità è variabile in base al suolo. Posso indurre
condizioni che possono determinare idrofobicità, ad esempio gli incendi causano idrofobicità del suolo
(riguarda la matrice organica costituita da cere e grassi che si scioglie e questo fa sì che vada ad essere
svincolata nel suolo, andare maggiormente in profondità, e poi successivamente si ricondensa andando a
costituire uno strato del suolo idrofobico che compromette la funzionalità del suolo). L’idrofobicità può
essere presente più superficie, oppure in profondità diverse e questo causa un utilizzo dell’acqua non
ottimale. L’acqua causa un fenomeno di lisciviazione...eludiazione; questo può succedere in ere geologiche e
posso risalire al processo che lo ha comportato. Possono causare uno strato petro calcico (carbonato di
calcio) e petro...solidificandosi creano una zona impermeabile, per cui si ha un’induzione di idrofobicità del
suolo naturale.
…..andamento climatico. Queste componenti da sole non sono molto importanti, funzionano quando si ha
una sinergia tra questi. È interessante valutare quali sono le cause primarie che inducono un terreno
idrofobico; bisogna vedere l’interazione tra suolo e acqua. Quando la goccia d’acqua forma un angolo
minore di 90% rispetto al suolo, significa che il suolo è idrofilo, altrimenti si parla di suolo idrofobo; questo
perché si ha un’interazione tra il suolo e l’acqua tale da vincere le forze di tensione.
questa polarità fa sì che rendano queste sostanze in grado di interagire con l’acqua, si ha miscibilità. Se il
suolo presenta una componente con una certa polarità, fa sì che questa molecola sia idrofila e che quindi
possa interagire con l’acqua. In base a questo si ha un’idrofobicità o idrofilicità più o meno marcate del
suolo. Suolo argilloso idrofilo, suolo sabbioso idrofobo. L’argilla è quindi un suolo argilloso e questa
idrofobicità dipende dalle varie caratteristiche. Per quanto riguarda invece il suolo sabbioso, questo non
presenta capacità di scambio ma risulta idrofobo. Nel suolo sabbioso, il passaggio dell’acqua è favorito
perché gli spazi vuoti sono maggiori (macroporosità) e questo fa sì che l’acqua riesca a penetrare nel suolo
ma non essere trattenuta in quanto non interagisce con il suolo sabbioso in quanto idrofobico.
Un parametro da considerare è la tessitura: sabbie e argille sono due minerali con caratteristiche
completamente diverse. La microporosità che si forma nei suoli dovuta a fenomeni di aggregazione del
suolo, se si formano gli aggregati ho una macro e mezzo e microporosità (che caratterizza gli aggregati).
Questo fa sì che l’acqua riesca a penetrare ed assorbirsi nel suolo. Aumenta quindi la quantità di acqua
trattenuta rispetto a quella che un suolo argilloso potrebbe trattenere ?
Se un suolo è strutturato e ah quindi la capacità di sfruttare la porosità, possiamo aver una risalita dell’acqua
(dal basso verso l’alto), e questo è possibile solo nel caso di idrofilia. Da quindi al suolo di poter gestire
l’utilizzo dell’acqua nei vari periodi. Nei periodi di siccità per evitare ulteriori perdite di acqua si fa la tecnica
del rastrello.
Percorrimento dell’acqua a finger: significa che il suolo è idrofobico e l’acqua non riesce a scorrere. Le vie di
percolazione dell’acqua sono molto limitate, si parla di vie di scorrimento preferenziale. Si crea quindi un
danno. Il suolo è quindi meno capace di intrappolare acqua (il suolo diviene subito saturo) e ho un
problema di mal gestione dell’acqua con conseguente condizione di anossia (e produzione di ossidi di
azoto); ho quindi una scarsa capacità di interfacciarsi con l’acqua.
Questo consente di avere due vantaggi: la porzione radicale con meno sali e l’utilizzo di molta meno acqua;
per fare ciò è importante avere una particolare canalizzazione .…
Questo mi consente di evitare condizioni di sommersione e di eliminare l’eccesso di sale dalla zona
lizosferica. Consente quindi di utilizzare suoli salati con un consumo limitato di acqua.
Nell’utilizzo delle acque per l’agricoltura, si utilizzava acqua reflua/sporca con materiale organico, con
possibile però presenza di patogeni che poi andrebbero ad infettare le piante. Il materiale organico presente
in queste acque però bisogna vedere se questo è o meno solubile e in base a ciò avremo effetti diversi a
livello del suolo. L’acqua di irrigazione stessa induce un fenomeno di idrofobicità del suolo. Un aumento
dell’azoto porta ad uno sviluppo maggiore della comunità microbica anaerobica che porta a fenomeno di
anossia e quindi rappresenta un danno del suolo e per la nostra salute.
Genera un danno da compattazione del suolo e quindi aumenta idrofobicità. La prolungata siccità può
promuovere fenomeni di insorgenza di una idrofobicità maggiore del suolo.
Che strategie utilizzare per gestire questo problema? Mediante la copertura del suolo con altre coltivazioni
riesco ad attenuare questo effetto. Inoltre anche l’irrigazione a goccia aiuta a ridurre gli effetti e l’utilizzo di
argilla che però poiché costosa si può utilizzare la zolite (roccia vulcanica rappreddata rapidamente con
contatto con l’acqua, molto porosa, contente il passaggio dell’acqua se utilizzata nel suolo).
In Toscana la coltura, soprattutto di vitigni, è in collina e necessita di molta acqua. Spesso sono terreni non
molto profondi, possiamo avere un’aratura più profonda...ecc.
Nell’ulivo invece non si ha interesse a questo approccio, l’ulivo infatti resiste bene alla siccità e alla salinità,
ma resiste male al freddo
In Toscana commercialmente l’olio comporta un prezzo più alto, in quanto ha una resa molto minore. L’olio
esposto alla luce tende ad ossidare, per questo motivo le bottiglie sono verdi (stessa cosa nel vino, anche se
una leggera ossidazione ne favorisce una maggiore aromaticità).
Un’altra opportunità è l’utilizzo di surfattanti, molecole con una porzione idrofoba e una idrofila. Genera una
riduzione della forza di tensione superficiale, favorisce la liberazione dell’acqua. Creo quindi una
riduzione….consente il passaggio dell’acqua, è necessario però che venga ad essere assorbita/trattenuta dal
suolo. Nel caso di suoli sabbiosi l’utilizzo di surfattanti non si ha perché avremo solamente il passaggio
dell’acqua ma non il suo trattenimento.
Lezione 1/04:
Biodiversità del suolo:
il valore del pH può variare di 2 , e quindi la concentrazione di H+ di 100 volte. Nei suoli basici risulta miore
la comunità batterica, nei suoli acidi …
si ha una differenza nell’entità di degradazione
biodiversità del suolo: varie componenti viventi e loro diversità (alcuni hanno una maggiore valenza rispetto
ad altri dal punto di vista della produttività di un suolo).
Il suolo si definisce come un ecosistema ..garantiscono quella adeguata ridondanza funzionale che gli
consente di recuperare quelle ..in contesti anche di ..ambientale.
.. poi ci sono quelli che vivono perennemente nel suolo. Un esempio sono i lombrichi, questi manifestano 3
strategie di vita: alcuni vivono nell’orizzonte organico, altri vivono nel suolo e ritornano in superficie (creano
una bioporosità con la loro attività), altri vivono solo nel suolo in profondità (non tornano mai in superficie).
Rappresentano organismi importanti per la funzionalità del suolo.
I servizi ecosistemici: dare un favore commerciale a quello che il suolo indipendentemente fa.
.. quindi ci da un servizio che ha un valore
Un suolo non agrario ha una normativa meno stringente di un suolo non agrario (altrimenti non si
riuscirebbe a produrre), in base alla costo-convenienza.
La biodiversità del suolo è importante ed è un fattore a rischio. Molti suoli sono in condizioni degradate, di
questi molti sono altamente degradati/desertici (non produttivi),
Alcuni individui si adattano ad un certo pH (entro un certo range), temperatura, e umidità. La biodiversità ci
permette quindi di avere organismi diversi che lavorano più o meno bene in base ai parametri ambientali. ..
i dominanti hanno un turn-over in relazione.. fino ad arrivare a quelli che sono quasi quiescenti. Questi sono
importanti perché sono i potenziali futuri dominanti quando i parametri varieranno.
Fenomeno di resistenza e resilienza.
…
ci interessa valutare la velocità di recupero
.. se si ..per vedere il DNA estratto dalle varie componenti vitali
Effetto indiretto dato dalla capacità della pianta in cui riesce a creare condizioni della comunità microbica a
lei più favorevoli. Possono rispondere effettuando simbiosi. Le ife fungine riescono a trattenere acqua che
poi viene ceduta alla pianta. Se si ha un suolo ricco di azoto..
le simbiosi vengono attivate in modo ciclico quando nel corso dell’anno si hanno determinate condizioni.
Azoto-fissatori non simbionti: accumulano azoto, quando muoiono si ha una necromassa microbica, danno
luogo a disponibilità di forme ..e forme di nitrato. Rappresentano una orta di auto-fertilizzazione del suolo.
Sono quindi risorse molto importanti che la pianta utilizza. Una condizione di necromassa costante nel
tempo in grado di soddisfare le esigenze..
si garantisce un apporto di necromassa ottimale in tutto il periodo embrionale. Garantisco un risultato
ottimale che mi consentono un minore intervento in campo.
La comunità microbica è importante inoltre nella degradazione dei polimeri, vanno a colonizzare la
superficie plastica..
è importante studiare questi aspetti perché se trovo e caratterizzo i colonizzanti presenti sulla plastica.
Questi possono trarre nutrimento ad esempio dalla plastica stessa (magari un singolo polimero). Le
plastiche sono note in quanto vettori di inquinanti. Le plastiche si dividono in polimeri idrofobi e idrofili;
queste interagirranno nel suolo con componenti con caratteristiche simili. Rappresentano quindi dei vettori
preferenziali.
…..
..in modo da avere piante come le leguminose associate a ..rotazioni ..avendo la leguminosa sempre
presente.
..si crea un ecosistema più complesso dove la pianta arborea da il suo contributo, poi si ha un parte meno
consistente della leguminosa che consente un minore utilizzo di fertilizzanti e un grado di produzione
rispettabile con una coltura ecosostenibile.
…
Approccio di intensificazione ecologica
microbiologo olandese nel 1913 con una teoria risponde ad un quesito: come fa il ciclo dell’azoto ad essere
rispettato in paesi diversi? L’ambiente condiziona e favorisce la comunità microbica..andando a vedere la
differenza con nitrificanti, vedo qual è la differenza, la ridondanza (quanti dominanti e quanti recessivi),
quello che è in comune tra i suoli e quello che è caratteristico di ciascun suolo (frutto dell’adattamento a
quel pedoclima). ..questa differenza specifica è alla base della peculiarità del prodotto che vendo; si ha
valorizzazione del territorio a dare un particolare prodotto unico a cui è quindi associato anche un valore
commerciale maggiore.
I funghi:
La comunità fungina è sempre presente ai vari pH, ma la si riscontra maggiormente a valori di pH..
..si voleva creare un fotosintema capace di scambiare fotosintetato
un’altra tipologia di inquinanti sono i persistent organici pollutanst (POP); se un organismo in natura si
interfaccia con molecole aventi una struttura simile sono in grado anche di agire su questi
…
porta all’instaurarsi a diverse
si crea quindi un’ulteriore simbiosi a vantaggio della pianta.
Il vantaggio viene calcolato in relazione a costi e ricavi.
Questo sistema ha però un limite, lo posso utilizzare in certe condizioni: ..fissa l’azoto gassoso (N 2); se ho un
suolo sabbioso la miglior strategia consiste nell’arco
..la condizione di simbiosi è conveniente ma declinato ad una condizione di sopravvivenza.
Mix tra organismi fotosintetizzanti e funghi che garantisce la capacità di colonizzare anche suoli difficili. La
cosa interessante è che l’evoluzione delle biocroste si è evoluta fino ad arrivare ai giorni nostri, le condizioni
ambientali.. negli ultimi 30 mln di anni si sono evolute le praterie. L’evoluzione di queste croste biologiche è
una strategia per colonizzare determinati
nematodi: parassiti di batteri, piante, ecc. hanno l’azione di completare questo ciclo di nutrienti
Tardigradi: organismi con la capacità di andare in una condizione criptobiontica nei periodi siccitosi
Collembola
Entriteidi: svolgono un ruolo rilevante nella funzionalità del suolo dove magari per via della siccità o altre
condizioni ambientali.. non hanno una superficie esterna, devono quindi emettere una sostanza gelatinosa..
hanno il ruolo dei lombrichi superficiali: ..sostanza organica e hanno la capacità di modificare la struttura
chimica delle sostanze umiche nel loro intestino, dandogli una maggiore refratterietà a degradare.
….
questo è uno studio fatto con o senza lombrichi nel suolo nel vedere come si riesce ad aumentare il carbon
sink del suolo.
M = componente mineralizzata
S = componente stabilizzata.
Se si va a vedere il suolo senza lombrichi, la parte S diviene ridondante rispetto alla parte M.
..è un organismo che potrebbe essere utile come intensificatore biologico.
Mi da un incremento di tutti i componenti organici del suolo. Il lombrico è quindi un elemento utile degli
intensificatori biologici.
Il vermicompost ha una copertura nelle discariche, sviluppa ..una capacità metanotrofica (degrada il metano
utilizzandolo come fonte di carbonio). Questo metodo viene utilizzato in discariche piccole, in discariche
grandi non è possibile in quanto la produzione di metano sarà molto prodotto e viene ad essere utilizzato
come prodotto da vendere; nelle grandi discariche si cerca quindi di produrre la maggior quantità possibile
di metano. I lombrichi in un anno possono digerire un ettaro di 450 metri cubi (elevata capacità di
filtrazione). Lo svantaggio consiste nel fatto che sono organismi aerobici.. hanno un’estrema rilevanza se si
riesce a gestirli al meglio.
Formiche: sono capaci di degradari o favorire la degradazione, di elementi refrattari. Le termiti degradano il
legno.
..producono delle sostanze antipatogene dei patogeni..
le termiti possono formare anche il termitaio, ad esempio durante gli incendi danno rifugio a molti
organismi. I termitai sono fatti in modo da rispettare parametri ambientali stringenti e permettere alle
colonie fungine di sopravvivere. Situazione concentra..
Lezione 08/04:
suolo: più complesso ecosistema
informazione di diversa distribuzione del calore, si ha un’informazione termica/termodinamica. Si studiano i
flussi di energia di un certo sistema, riguardanti la diffusione dell’energia. L’energia la possiamo calcolare in
calore; andiamo a vedere come si distribuisce questa energia e questo ci dice la capacità di lavoro del
sistema. Con lavoro si intende produrre qualcosa; quando invece aumenta la temperatura del sistema si
parla di calore. Esempio: beneficio in un suolo urbano per dare sollievo alla popolazione: mix tra capacità
del suolo di stoccare acqua (in modo da avere un contenuto idrico importante); si ha una diminuzione di
temperatura e quindi un refrigeramento della popolazione. Pareti verdi: far crescere piante rampicanti sulle
pareti che fungono quindi da isolanti: mantengono la temperatura interna all’edificio costante (si ha quindi
un costo minore dal punto di vista del riscaldamento). Green roof: il suolo idratato è un termoregolatore:
l’irraggiamento solare porta beneficio da un punto di vista termico.
Termodinamica:
Dice la capacità di fare lavoro e l’efficienza di questo. Cambia la capacità del mezzo di fare lavoro. Ci si
riferisce ad un sistema, è importante valutare il grado di interconnessione tra il sistema e l’ambiente esterno
(eventuali dissipazioni termiche ecc.). Si hanno quindi sistemi isolati (l’unico sistema chiuso è l’universo),
sistemi chiusi (si ha solo scambio di energia) e sistemi aperti (in primo luogo i sistemi aperti sono tutti gli
organismi viventi). Nel sistema aperto si applicano due principi...
La fase luminosa della fotosintesi è un sistema aperto: si ha interazione con l’ambiente esterno che in
questo caso è rappresentato dalla luce.
fotosistemi: endoergonici
ATPsintetasi: esoergonica
questa differenza di energia permette all’elettrone di eccitare i fotosistemi
fotosistema 2 p680, fotosistema 1 p670: nel fotosistema 1 si ha un minor contenuto energetico per far
avvenire la reazione.
Per far sì che vi sia un lavoro è necessario una diversa distribuzione di energia del sistema; nel caso in cui i
reagenti abbiano una maggiore energia dei prodotti permette di ottenere la spontaneità della reazione.
Non mi riferisco più al reagente, ma al sistema. Se l’energia del sistema è elevata permette di far avvenire
comunque il lavoro ad esempio anche nel caso in cui si abbiano reagenti endoergonici (ad esempio nel caso
di anabolismo di molecole: queste reazioni sono possibili in quanto il sistema conferisce l’energia
necessaria). Si parla di entropia: descrive il livello di distribuzione omogenea dell’energia nei vari
componenti; ci dice se un sistema è reattivo o meno.
Gli enzimi sono molto importanti dal punto di vista termodinamico, permettono di abbassare l’energia di
attivazione necessaria per far avvenire una reazione.
Nonostante l’effetto albedo sia uguale in sistemi diversi, bisogna vedere come l’energia viene ad essere
utilizzata da questi (capacità di utilizzo dell’energia da parte di un sistema). L’asfalto riemette l’energia
(quindi la temperatura dell’aria aumenta), mentre un bosco/prato assorbono e di conseguenza riemettono
in modo minore l’energia. La biodiversità (più sistemi che interagiscono tra di loro) aumenta l’efficienza del
sistema di utilizzare l’energia.
Struttura dissipativa: consente un aumento della capacità di gestione dell’utilizzo dell’energia.
La differenza tra un suolo coltivato e un suolo desertico consiste nel flusso di calore latente; nel primo si ha
il rilascio di vapore che consente l’abbassamento della temperatura, cambia la capacità di gestire l’energia e
la capacità di mantenere quindi una regolazione termica funzionale.
Il suolo è un sistema complesso in cui si ha un elevata competitività per le risorse naturali/reperire nutrienti.
Si hanno quindi strategie diverse che dipendono anche dal periodo in cui ci troviamo (cambiano i parametri
ambientali); per quanto riguarda l’azoto e ammonio si ha una competitività soprattutto in terreni sub-acidi e
sub-alcalini. Enzimi extracellulari: enzimi che vengono estrusi per avere una certa azione; non è detto che
questi riescano a funzionare nel suolo, dipende se siamo in sistemi competitivi o incompetitivi, o se si ha
uno stimolo mediante molecole che fungono da inibitori o attivatori dell’attività enzimatica. La regolazione
delle reazioni metaboliche dipende quindi (1:15 ora)….
L’enzima deve essere poco sensibile a condizioni esterne….funzionalità degli enzimi extracellulari.
Nel suolo l’enzima può andare incontro ad impedimenti quali temperatura ma soprattutto umidità: affinché
un substrato e l’enzima possano legarsi è necessario che questi possano muoversi, quindi si ha una
correlazione con l’acqua. Si ha poi il pH e la concentrazione salina: il pH può determinare una variazione
conformazionale dell’enzima che porta anche ad una variazione della funzionalità. L’enzima presenta una
matrice proteica, si hanno quindi cariche pH-dipendenti, questo determina interazioni con
superfici/coenzimi e possibili interazioni con sostanza organica che può arrivare a chelarlo; possono portare
ad un cambiamento conformazionale dell’enzima che lo attiva/inattiva. Si può inoltre avere un fenomeno di
degradazione.
Per alcuni enzimi non si riesce a capire se questo sia intracellulare o extracellulare.
Vado ad alterare il sistema in modo tale da avere condizioni in cui il substrato è ridondante; mi esprime
un’azione potenziale. La potenzialità dipende dalla quantità di substrato a disposizione.
Per vedere se una comunità di ruminanti è più o meno efficiente in un certo processo, vado a vedere il
grado di calorespirometria che mi dice il grado di CO 2, e quindi il grado di efficienza metabolica.
La rizosfera:
costituita dalla porzione di suolo che risulta in contatto con la radice. Si parla di endorizosfera
(microrganismi all’interno della radice), ectorizosfera (superiore alla radice), ed il rizoplano (suolo
immediatamente a contatto con la radice). in corrispondenza della rizosfera si ha il punto di
interconnessione tra suolo e pianta.
La parte attiva della radice è focalizzata nella parte terminale, ovvero la parte metabolicamente attiva che
mi garantisce l’interscambio (e in cui sono presenti i peli radicali). Questa porzione estrude sostanze
mucillaginose che permettono un miglior contatto tra radice e suolo.
….
passando da una condizione di siccità a umidità, si ha una variazione del metabolismo delle cellule della
parte terminale della radice, le quali sviluppano un sorta di filamenti che consentono di bloccare il patogeno
e creare un ambiente detto ..
Questo “blocco” dipende dal fatto che il patogeno sia dannoso per la pianta o meno (simbionte); si ha
quindi una capacità della pianta di discriminare i vari microrganismi. L’emissione di queste sostanze
mucillaginose consente inoltre alla pianta di difendersi da eventuali sostanze/elementi tossiche, come ad
esempio l’alluminio. Riducono l’interazione che queste sostanze tossiche possono avere con la radice della
pianta. Nella radice si ha quindi una divisione della struttura che consente di avere funzioni diverse ai vari
livelli e quindi di adattarsi alle varie condizioni che si possono avere.
Lezione 22/04:
La rizosfera:
ha lo scopo di selezionare l’attività microbica, il numero di specie intorno alla rizosfera è minore rispetto a
quelli presenti nel suolo; la biodiversità è minore ma maggiormente funzionale.
Azione della pianta di modifica chimico-fisica dell’ambiente e selezione della comunità microbica. La radice
più avere un pH maggiore rispetto all’estero (rizosfera?), oppure minore. La composizione del suolo
(argilloso,ecc) determina anche la profondità che può raggiungere la radice. Si ha una sinergia di azioni che
condizionano lo sviluppo radicale della pianta.
Effetti che le sostanze umiche generano sulla pianta, sono effetti indotti simile a quelli conferiti dagli ormoni,
sono state chiamate infatti sostanze simil-ormonali. Si ha un’interazione tra la sostanza umica e la radice,
che ha come risultato nella pianta un’apertura radicale diversa. In base a come si organizzano le diverse
tipologie di suoli avremo effetti diversi a livello della pianta.
Andando verso pH è più basici, le sostanze umiche hanno un’interazione con il suolo maggiore, che
conferisce al suolo caratteristiche chimico-fisiche specifiche. ..due sostanze umiche diverse,una determina
lo sviluppo delle piantine l’altro un po’ meno. La pianta ha un’elevata plasticità ormonale. Quando il suolo
trattiene poco e si ha una forte perdita, si può ricorrere ad una irrigazione a livello fogliare, in cui la pianta
riesce a fare l’up-take, ad esempio del ferro. Più l’apparato radicale è profondo, maggiormente la pianta ha
difficoltà a raggiungere i nutritivi e l’acqua.
Approccio di diversificazione ecologica, per ottenere il massimo possibile. ...questi prodotti hanno il
vantaggio di essere ecosostenibili poiché più adatti all’ambiente.
Si ha una grossa ripresa della rivalutazione del germoplasma.
Allelopatia:
- Diverse sostanze vegetali inibiscono la germinazione dei semi, la crescita della radice e del germoglio,
inibiscono processi quali fotosintesi, respirazione, trasporto attraverso le membrane, ecc.
- Sono prodotte come essudati radicali o per dilavamento di tessuti vegetali o morti o durante la
degradazione di tessuti vegetali.
- Composti quali la catechina vengono stimolati dalla presenza delle pareti vegetali…
Ci sono dei microrganismi maggiormente efficienti nell’aiutare la pianta, che sono quindi caratteristici
perché sono quelli maggiormente espressi con quel determinato pedoclima in quella zona. Vi sono poi altri
microrganismi che sono invece caratteristici di quella zona. Altri sono invece più adattabili, sempre presenti
in tutti i suoli. In base ai vari microrganismi (biofilm) possiamo stimolare maggiormente o minormente la
pianta.
Le sostanze umiche possono conferire uno sviluppo radicale dei peli radicali: non si parla di estensione della
radice in profondità, i peli radicali consentono un maggiore up-take delle sostanze nutritive.
La matrice organica presenza una porzione amminica. In base al pH e alle condizioni di arieggiamento del
suolo si decide se a partire dall’azoto organico si produce NO 3- o NH4+. Questo ha portato allo sviluppo di
piante BNI, ovvero piante capaci di effettuare l’inibizione biologica della nitrificazione. Si è visto che alcune
piante sono in grado di intervenire nel ciclo dell’azoto, ovvero riescono a diminuire il nitrato andando a
trasformare in ammonio. Parte dell’ammonio viene preso dalla pianta e parte è mantenuto nel suolo.
Quando trasformo il nitrato in ammonio, consente di avere una risorsa bloccata nel suolo che può essere
utilizzato o mantenuto ed essere utilizzato successivamente (anche per essere convertito nuovamente in
nitrato). Queste piante, che hanno la capacità di interagire con la componente microbica, andando a variare
la loro produzione di ammonio.
Assimilazione dell’ammonio:
Accumulo e rilascio acidi bicarbossilici per tamponare lo ione NH 4+ e bilanciare gli ioni H + estranei. In alcune
leguminose l’assorbimento di NH 4+ inibisce il rilascio radicale di isoflavonoidi, responsabili del quorum
sensing che regola il processo di infezione dei batteri azoto fissatori nelle piante.
A differenza del nitrato, alte concentrazioni di ammonio sono tossiche per piante ed animali.
La cosa importante per la pianta è mantenere basso il contenuto di ammonio libero, dobbiamo discriminare
due zone della panta dove avviene la gestione dell’ammonio: radice e foglia. La pianta utilizza molecole
particolari, come l’acido alfa-chetoglutarico, il quale presenta un gruppo carbossilico e un gruppo amminico.
Si parla dell’aminoacido glutammina e glutammato sono considerati due aminoacidi non proteici, ovvero
che il metabolismo non li riconosce come AA da inserire in una sequenza peptidica ma che vengono
utilizzati come carrier di gruppi amminici. L’enzima che codifica per la transaminazione dall’alfa-
chetoglutarico a glutammato, nella radice è detto NAD-dipendente mentre nella foglia è detto NADP-
dipendente. La differenza importante consiste nella Km, la Km nella radice è così elevata che è efficiente
solo a concentrazioni di ammonio tossiche; nei mitocondri è solo possibile effettuare solamente il passaggio
da glutammina a glutammato. La radice è meno efficiente nel trasportare l’ammonio rispetto a quanto non
lo sia la pianta.
Si ha inoltre la variante delle piante carnivore, in cui a partire da proteine si ottiene ione ammonio.
Se effettuo una fertilizzazione fogliare, l’up-take arriva direttamente dalla foglia.
Il fosforo nel suolo è presente quasi sempre sotto forma non accessibile (?). Vi sono fosfati fissati o
precipitati, fosfati solubili e fosfati allo stato liquido. Il fosforo organico ha un tempo di persistenza breve
poiché altamente interattivo con il suolo. Gran parte del fosfato stoccato rimane poco disponibile. Quello
non labile è una risorsa difficilmente accessibile. Si cerca di migliorare la disponibilità di fosfato nelle
coltivazioni.
Ferro
Alluminio: tossico, molto diffuso nei suoli, le piante hanno messo a punto sistemi come la secrezione di
mucillagine per bloccarne la tossicità: strategie metaboliche che consentano alla pianta di essere tollerante.
I processi della pedogenesi: studio dei sistemi di formazione del suolo, come si è formato anche mediante
l’interazione con il clima e con l’ambiente.
Desilicizzazione: il silicio (componente principale delle rocce) dilavato, ha fatto sì che si formassero suoli
molto ricchi di silicio (e quindi anche poco fertili).
Lezione 29/04:
Riassumendo:
mantenere costante il pH consente di…
Suoli acidi in cui si ha una maggiore predominanza di comunità fungina, fa sì che il ciclo dei nutrienti di
questi suoli sia più lento ma molto efficiente. Mentre i suoli basici in cui prevale la comunità batterica,
questi hanno un’attività metabolica più veloce rispetto ai funghi anche se un pochino meno efficiente nel
degradare materiale refrattario.
La parte organica svolge il ruolo principale di garantire lo sviluppo della struttura dei suoli. Colloidi minerali
e colloidi organici. Consente ai suoli di sviluppare le diverse caratteristiche che permettano di garantire la
funzionalità del suolo.
Glutammina e asparagina
Gli enzimi sono o NAD-dipendenti (nelle radici) o NADP-dipendenti (nelle cellule delle foglie dove si hanno i
cloropasti).
La pianta nella radice deve utilizzare glutammato per convertirlo in glutammina mediante gruppo amminico.
Questi aminoacidi complessi (complessi poiché trasportano gruppi amminici) sono anche detti aminoacidi
non proteici in quanto non vengono utilizzati nella sintesi proteica ma vengono utilizzati come vettori di
gruppi amminici. ….
Se il pH del suolo è tra 6,5 e 7 si ha una buona quantità di fosforo, è solubile poiché legato ad un anione
minerale e quindi reperibile sotto forma di fosfati di ferro, fosfati di calcio, fosfati di alluminio, ecc.
Fosfato labile: si può utilizzare con un po’ di sforzo
..c’è un legame diretto tra il catione metallico e il fosfato, per cui questo diviene indisponibile. I fosfati dei
fertilizzanti che si trovano in commercio sono di origine minerale. Si è sviluppata una linea di ricerca che
tende a migliorare l’utilizzo dei fosfati per cercare di ottimizzare i nutrienti del suolo.
Individuazione e inoculazione di microrganismi per migliorare l’efficienza dell’utilizzo dei fosfati del suolo.
Con un’azione di miglioramento genetico, magari è di più lungo periodo, però consente alla pianta di
interfacciarsi con la comunità microbica del suolo; questo ci consente costi minori e un’efficienza maggiore
nell’utilizzare le risorse del suolo. Non tutte le simbiosi sono vantaggiose per la pianta, si deve cercare di
indirizzare la selezione con specie che sono maggiormente idonee a stabilire un vantaggio per la pianta
(questo vantaggio si esplicita con la produttività della pianta).
I suoli soggetti ad esondazione dei fiumi sono suoli che vengono continuamente “ringiovaniti” per cui non si
hanno orizzonti distinti.
Le sedimentazioni possono portate alla presenza di orizzonti distinti. Ho fenomeni di dilavamento che
possono arrivare anche alla falda. Il costante dilavamento può portare a fenomeni di desilicizzazione e
portare a suoli in cui la porzione minerale diviene assente e rimane solo la componente insolubile.
Questi fenomeni di desilizzazione possono portare alla formazione di argille….
..questo processo crea un orizzonte di interruzione.
..è importante che vi sia un’alternanza di periodi umidi a periodi secchi.
Alle caratteristiche della roccia madre e alle caratteristiche del clima in cui il suolo si forma.
Un esempio classico delle nostre parti sono le frane: si ha una forte perdita di fertilità del suolo nella parte
in cui “cade” la frana.
Se faccio percolare l’acqua del suolo, tende a diminuire la porosità e quindi si favoriscono le condizioni
anaerobiche e quindi si può accumulare una forma ridotta di metallo che diviene impermeabile e può
portare a dilavamento.
La desilicizzazione può portare ad un accumulo di silicio in orizzonti più profondi.
I sali sono igroscopici, trattengono acqua e quindi entrano in competizione con la pianta. Salinità sodica
prevede che una parte di questi sali sia di sodio; mentre il sale normale ha azione igroscopica, il sodio in
presenza di acqua perde la sua carica e quindi non funziona più da ponte tra sostanze argillose. Quando
questo è superiore al 15% perde la capacità di fare da collante tra le argille, le quali avendo carica negativa
si respingono ed intasano l’orizzonte sottostante. Questo porta nel periodo secco alla formazione di una
crosta superficiale. Questa problematica è principalmente di zone litoranee ed è legata ad un contenuto
salino nella falda. Avviene per risalita capillare..
……
condizioni inerenti a periodi freddi e periodi caldi e a periodi secchi e umidi.
Formazione di una lente di ghiaccio che essendo igroscopico richiama formazione di altro ghiaccio, quindi
aumenta e determina una spinta dal basso verso l’alto e crea un fenomeno di rimescolamento motivo
Orizzonte mineral-organico subisce delle conseguenze, viene dilavato e diviene chiaro, si impoverisce.
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suoli vulcanici: suoli più fertili originati dal rimescolamento di minerali, sono suoli ricchi di elementi nutritivi
che vanno a sostenere una comunità biotica molto rilevante
suoli gilgoli: formati mediante argille espandibili (quindi argille 2:1 che sono espandibili dall’acqua), cibo
umico. In periodi secchi l’argilla si compatta a formare dei cretti in superficie e quindi si creano dei solchi.
Quando torna a piovere l’argilla si espande e nel suolo si vanno ad eliminare i solchi formati
precedentemente, formando uno stato di rimescolamento continuo.
si è sviluppata una branca della pedogenesi sulla base dell’impatto marcato dell’uomo che ha influenzato i
processi di formazione e sviluppo del suolo.
Questo avviene quando si ha uno scioglimento tra punto di contatto e punto di ..si velocizza il fenomeno
della degradazione dei ghiacciai.
Hanno studiato cosa succede in un suolo che si origina da un ghiacciaio: è un suolo sedimentario in cui si
hanno accumuli ..e inizia a crearsi un orizzonte mineral-organico. Si ha quindi un accumulo di materiale
organico. In questi suoli si potrebbero sviluppare meglio piante capaci di fare azoto-fissazione o no? Sono
suoli minerali quindi ricche di elementi minerali, sono suoli con poca fonte di azoto quindi le piante azoto-
fissatrici sono preferite. Questo processo di azoto fissazione porta ad un aumento del carbonio organico e
ad un progressivo abbassamento del pH, si ha un processo di acidificazione. Ad un certo punto di
acidificazione, la pianta sparisce perché diviene un ambiente sfavorevole.
La biodiversità dei suoli agrari è molto ridotta, sono suoli molto semplici. Pesticidi e fertilizzanti hanno una
sinergia che porta al danno effettivo, come ad esempio l’acidificazione. Il suolo è molto elastico, presenta
una certa capacità di adattamento.
Tra i target principali che si è posta la comunità europea è quello di avere un’agricoltura più sostenibile:
entro il 2020 stop alla perdita della biodiversità per arrivare entro il 2050 alla restaurazione della
biodiversità di questi suoli. Non è successo, non siamo arrivati allo stop nel 2020.
Analizzando quali microrganismi sono attivi in determinati periodi e condizioni, è stato visto che molto
spesso le specie rare (meno presenti in quel suolo) sono quelle più attive rispetto alle specie dominanti.
Quanto più sono presenti le specie rare, quanto più quel suolo mantiene la massima efficienza. L’alternanza
tra rari e dominanti è presente normalmente nell’alternarsi varie stagioni.
Laboratori studiano come migliorare l’utilizzo dell’acqua con distinzione tra acqua di falda e acqua piovana.
Il suolo forestale come riserva idrica: la sostanza organica in questi suoli è abbastanza elevata. La sostanza
organica trattiene acqua, per cui durante l’anno si ha una quantità di acqua che va a percolare nel suolo e
che può dare un ritorno di acqua utilizzabile. Quest’acqua sfrutta la capacità di scambio della sostanza
organica, la capacità di scambio dell’orizzonte organo-minerale, per cui è un’acqua fortemente purificata. I
costi medi di potabilizzazione sono di circa 20 centesimi per metro cubo. Si ha quindi che il risparmio di
produzione è di circa 80 milioni di franchi all’anno (siamo in Svizzera). Si utilizza quindi un servizio
ecosistemico a costo zero da cui si trae un notevole vantaggio. Per queste zone è stato messo a punto quindi
fatto un sistema di gestione apposito in cui si previene la diffusione nell’acqua potabile di sostanze
inquinanti o di agenti patogeni. Ci sono dei suoli in cui questo approccio non rende, due esempi: suolo
sabbioso, suolo calcareo.
Il passaggio di mezzi forestali sul suolo provoca delle modificazioni nel terreno. Si ha un cedimento per cui il
suolo compatta. Si ha la perdita di connessione dei pori larghi.
La produzione di ossigeno durante la fase di crescita delle piante di mais è a vantaggio della Corn Belt (USA);
produce più ossigeno rispetto alla foresta Amazzonica. Nel periodo di ossidazione si registra la più alta
attività fotosintetica dell’intero pianeta, quindi produzione di O2 e CO2 fissata. La coltivazione agraria è
meglio rispetto alla foresta pluviale? No, perché la produzione massiccia di ossigeno da parte della
coltivazione si ha in un arco temporale breve, a differenza della foresta Amazzonica in cui la produzione di
ossigeno è sempre presente. Inoltre nel suolo agricolo si ha un forte utilizzo di fertilizzanti, pesticidi e si ha
inquinamento; per cui si ha un’alta produzione di O2 ma a costi elevati. Quindi dal punto di vista della
funzionalità la foresta pluviale ha un valore molto maggiore.
Un altro aspetto di interconnessione si ha con i fosfati tra il deserto del Sahara e le foreste pluviali del
centro-sud America. Venti di nubi di sabbia ricche di fosfati si spostano dal Sahara alla foresta pluviale. Il
Sahara rappresenta il fertilizzante, ovvero la fonte di fosfato, delle foreste pluviali.
Lezione 13/05:
Inquinamento del suolo:
Quando un suolo che ha una concentrazione di uno o più elementi (si parla di metalli pesanti) più alta del
normale, ma se questo valore è sempre sotto il valore soglia di dare un danno, in quel caso si definisce quel
suolo non contaminato ma inquinato. Si parla di danno ambientale, il rischio è sempre misurato in base al
rischio per l’uomo. Lo stesso suolo a seconda del tipo di utilizzo può avere un valore soglia che passa da
contaminato a inquinato diverso. Se ad esempio si prende in considerazione un parco, il limite tra
contaminato e inquinato è molto basso, poiché il livello di rischio deve essere molto ridotto. In un ambiente
lavorativo, si deve avere un danno da inquinamento limitato; in ambiente lavorativo quindi, il valore soglia è
più alto rispetto ad un suolo urbano. Utilizzo del verde rame nei vigneti, ora si inizia a sostituirlo con agenti
antiparassitari di origine naturali, tutti i suoli agrari sarebbero fuori norma (perché vi è utilizzo di pesticidi,
ecc). Per cui si ha una differenza dei limiti tra suolo agrario e suolo forestale. Nel suolo agrario il livello di
tolleranza è più alto perché altrimenti tutti i suoli agrari sarebbero fuori limite e quindi fuori legge.
L’inquinante è organico o inorganico? Se è inorganico, questo inquinante o contaminante non è degradabile
per cui si ha la sua persistenza. Se invece è organico posso valutare a priori la degradabilità degli inquinanti.
Su questa base si sono riuniti in una categoria degli inquinanti che hanno una struttura chimica
particolarmente resistente alla degradazione, questi sono gli idrocarburi aromatici policiclici; sono molecole
refrattarie a degradare per le caratteristiche della molecola. Queste molecole sono dette POPs. Gli
inquinanti organici sono quindi tutti degradabili a differenza di quelli inorganici, ma ve ne sono alcuni più
resistenti alla degradazione (es. polimeri delle plastiche) di altri. È importante capire inoltre se questi
inquinanti sono polari o apolari, poiché se fossero polari potrebbero reagire con le colloidi, si potrebbe
quindi avere un’interazione chimica e un trattenimento nel suolo. Quando si valuta il livello di rischio
generato bisogna tenere in considerazione l’eventuale interazione chimica. Per capire se un inquinate è
reattivo bisogna tenere conto del rapporto carica-raggio per capire se un certo elemento inquinante ha un
effetto di attrazione di elettroni e quindi un effetto acidificante. Sulla base di ciò si può avere già un’idea
della mobilità del suolo, se è poco mobile, la sua biodisponibilità (dell’inquinante) è trattenuta dalle colloidi.
Bisogna capire a quale livello quell’inquinante rappresenta un rischio per l’uomo. Il concetto di inquinante
(ad esempio di un metallo pesante) è più preponderante in un suolo sabbioso rispetto a un suolo con
argilla? La differenza dal punto di vista chimico-fisico tra questi due suoli è l’interazione e la capacità di
scambio che ha il suolo argilloso; nel suolo argilloso il rischio è minore perché il contaminante è
maggiormente trattenuto mentre nel suolo sabbioso si ha una maggiore possibilità di diffusione
dell’inquinante. Bisogna considerare anche la biodisponibilità: si considera la facilità che quell’elemento
possa essere disponibile per un organismo vivente. Se un elemento è trattenuto fortemente, si ha una
biodisponibilità minore dal punto di vista chimico, e quindi è meno biodisponibile. Si può considerare inoltre
una biodisponibilità fisica: riferita all’interazione che l’inquinante può avere con il suolo. Un suolo di medio
impatto (argilloso) è maggiormente strutturato di un suolo sabbioso. Se ad esempio l’inquinante finisce in
un microporo invece che in un macroporo, l’inquinante nel suolo strutturato può essere quindi trattenuto
chimicamente, ma anche fisicamente (finisce nel microporo). Un suolo sabbioso quindi, a parità di input,
sarà meno contaminato di un suolo argilloso. Calcolare quindi l’indice di rischio deve essere fatto per
ciascun tipo di suolo (perché in base al suolo considerato si hanno valori soglia differenti). Il danno viene
rapportato al danno sull’uomo. Vi sono piante biosensori. Bisogna fare riduzione del rischio della presenza
di un inquinante che è divenuto contaminante. Un modo è fare interventi per ridurre la biodisponibilità
dell’inquinante, ad esempio aumentando il contenuto di sostanza organica, utilizzare ferro (valenza 0, funge
da fonte di elettroni per legare altri metalli come il ferro 2+/3+, rendendoli quindi non disponibili). Vi sono
microrganismi che se messi in contatto con il contaminante danno colorazione; se non si ha colorazione
significa che non vi è interazione con l’inquinante perché questo non è biodisponibile, e quindi a questo
punto non si parla più di inquinante ma di contaminante. Mediante i microrganismi posso favorire la
bioassimilazione, il bioaccumulo (in questo caso diviene il microrganismo stesso l’inquinante, devo quindi
saperlo gestire). Si cerca quindi di utilizzare le piante, si parla di fitodepurazione. Possono agire in due modi:
up-take (nel caso di inquinanti non degradabili, si parla di fitoestrazione) o degradazione degli inquinanti (si
utilizza la rizosfera). Nel primo caso un parametro importante è che la pianta non deve essere super
sensibile perché altrimenti morirebbe subito, bisogna utilizzare piante che hanno un’elevata capacità di
accumulazione. Con queste piante iper-accumulatrici, l’accortezza da avere è che tutto quello che cade da
questa (foglie ecc) deve essere rimosso dall’ambiente poiché diviene la pianta stessa inquinante; deve
essere considerata come rifiuto inquinante. Il modo migliore per utilizzare le piante alla fine è bruciarla, in
modo da ottenere energia. Ci sono attività che sfruttano queste piante in suoli che sono contaminati da un
particolare metallo che è utile a livello economico ma che non posso utilizzare nell’alimentazione, ma per
bruciarle e ricavarne ceneri e energia. Oppure si può rientrare nei limiti del livello soglia e poter rientrare
nei suoli utilizzabili in campo agricolo. Si parla inoltre di fitodepurazione dell’apparato radicale delle piante.
Molte città hanno previsto di creare delle zone limite a monte e a valle del corso d’acqua. Le zone umide
sono zone in cui si rallenta il decorso dell’acqua, favorendo in questo modo un processo di sedimentazione.
Il sedimento, avendo una componente anaerobico, favorisce.. si riduce l’inquinamento in ingresso e in
uscita.
Sistemi di disinquinamento:
La depurazione delle acque: si utilizza il concetto di intensificazione biologica.
Due tipi di rimozione dell’inquinamento: in situ (sul sito) e ex situ (fuori sito).
Bioremediation: utilizzo qualcosa di bio che mi favorisce o la diluizione o la degradazione.
Ex situ:
- Bioleaching: piante che solubilizzano, favoriscono lo scambio, sono ottimi per il dilavamento. Devo
prendere il suolo, trattarlo e riportarlo in sito (potrebbe subire un’alterazione della sostanza organica per cui
è necessario un periodo in cui riacquisisce la fertilità).
- Bioslurry: suolo in reattori in cui viene agitato e la porzione in sospensione che rappresenta la parte
contaminante viene rimossa.
- Land farming: il terreno viene preparato e lavorato cercando di favorire la degradazione o per favorire il
liscing; avviene in modo isolato dall’ambiente.
Trattamenti in situ:
- Aumentare il contenuto di sostanza organica nel suolo. O ricoprendo il suolo con letame (non troppo
perché aumenta l’effetto booster?, il suolo diviene anossico e anaerobico). Si ricorre alla tecnica del
composting: degradazione della sostanza organica e diviene “letame maturo. Altrimenti si può aumentare la
componente aerobica del compost. L’ammendante non funge da fertilizzante. Col compost si produce un
ammendante. Stessa funzione di ammendante come il compost, è il biochar.
- Zeolite = minerale che si forma da un processo di rappreddamento veloce della lava. Nella formazione si
formano delle bolle d’aria che esplodono e rendono questo materiale molto poroso. Questo effetto di
rappreddamento fa sì che questo minerale presenta una forte porosità e cariche negative, il che lo rendono
un forte trattenitore di sostanze.
Biochar, compost e zeolite: ottimi approcci ad esempio in viticoltura per ovviare i cambiamenti climatici.
Tecnologie emergenti: sfruttano le capacità dei microrganismi abbinato o meno con l’utilizzo di ..
Elettrocinesi
Le piante che presentano vacuolo sono più efficienti dal punto di vista dell’accumulo di sostanze inquinanti.
Aumentare l’energia del sistema può portare ad un’ottima azione di degradamento dell’inquinante .
Fonti antropogeniche dell’inquinamento dei suoli: estrazione, fertilizzanti, attività militare, infrastrutture
urbane e trasporto.
Miniere d’uranio
Anche i fertilizzanti sono vettori di radioattività, in particolare i fosfati sono particolarmente ricchi. La
fertilizzazione con molto fosfato ha contribuito alla contaminazione dei suoli. Miniere d’uranio causano
patologie nell’uomo.
Speciazione: tutte le interazioni che un inquinante produce nel suolo determinano un insieme di effetti che
si racchiudono nel termine speciazione.
Lezione 20/05:
… 50 min
differenza tra concime e compost: nella concimazione metto la sostanza organica così com’è, nel compost
invece metto un materiale organico meno nutriente ma più persistente
...materiale refrattario che è più resistente e..
i compost vengono arricchiti con microrganismi che aiutano a degradare , oppure si possono utilizzare
agenti antagonisti naturali dei patogeni.
Soil crop = utilizzo dei residui vegetali delle coltivazioni
sono approcci per migliorare la fertilità del suolo, mantenendo un giusto equilibrio tra mineralizzazione e
umificazione (le sostanze umiche hanno effetti molto positivi).
Differenze nell’up-take delle risorse aumentano la qualità dell’utilizzo delle risorse.
…
inibizione biologica della nitrificazione, in suolo sub-acido e sub-alcalino dove..porta un problema di
gestione dell’azoto. L’ammonio può essere trattenuto, e in parte viene rilasciato/perso.
Capacità delle piante di inibire la nitrificazione, processi che riportano il nitrato ad ammonio,
possiamo intervenire facendo sì che vi sia una fonte di sostanza organica che poi una volta utilizzata diviene
inorganica.
Il fosforo molto spesso nei suoli o non è presente o non è utilizzabile. È importante riuscire a gestire la
disponibilità di fosforo.
I suoli acidi non hanno un’elevata efficienza di rilascio di nutrienti, le piante si sono adattate a questo tipo di
suoli.
…..
Suoli salini-alcalini:
pH < 8,5 alcalinità costituzionale – terreni calcarei
pH > 8,5 alcalinità di adsorbimento – terreni sodici
I suoli salini-sodici sono quelli più difficili da gestire a causa delle caratteristiche di questi suoli.
Suoli sommersi:
si hanno fenomeni di anaerobiosi, al contrario di zone arieggiate in cui si ha una forte mineralizzazione.
Queste condizioni anaerobiche inducono una variazione dello stato ossidato (reazioni di ossido-riduzioni)
degli elementi nutritivi. I suoli sommersi non sono naturali ma rappresentano pratiche agricole. Perché
viene fatta la sommersione? L’acqua attenua gli sbalzi termici (isolante) e crea condizioni sfavorevoli per
alcuni patogeni. Gli svantaggi sono lo sviluppo di gas serra (come il metano) e ossidi di azoto, avendo quindi
un impatto climatico negativo.
Erpicatura= modo per interrompere la risalita capillare dell’acqua mediante la rottura di capillari superficiali.
In questo modo elimino il problema dell’evaporazione.
Per evitare condizioni di ristagno idrico ed erosione, utilizzo dreni e scoline.
Suoli aridi:
Fenomeni di inaridimento (perdita di fertilità) con siccità prolungata e migliore gestione dell’acqua.
Rilevanza dell’interazione pianta-batteri-suolo.
Suoli vulcanici.
Trattengono molto calore ma riescono anche a gestirlo poiché molto fertili e quindi cresce molta
vegetazione. Le Hawaii derivano dall’origine di un punto caldo che crea una sorta di rigonfiamento che
determina tutta una serie di vulcani sottomarini. Ossidazione rocce ferrose determina uno sgretolamento.