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Cinque strategie per rigenerare il suolo

guida pratica alla rigenerazione dei terreni

1) fai il compost
2) pianta alberi fertilizzanti
3) copri il suolo
4) fai il sovescio
5) imita il bosco

1.manciata di compost

ebook ©boscodiogigia
a cura di F.Della Giovampaola, F.Bellantoni, C.Gallinella, E.Jacquet

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Fai il compost
Nell’orto e nel frutteto una buona produzione di compost è una
pratica quasi imprescindibile. Permette di restituire humus al suolo
coltivato e di recuperare tutti gli scarti vegetali prodotti in casa e
fuori.

Il risultato finale del processo di compostaggio è un terriccio fertile e


facile da usare sia in giardino che nell’orto. Esistono grandi impianti
di compostaggio, ma è possibile attivare questo processo di
fermentazione e trasformazione di materie organiche anche in
piccoli impianti domestici

2.compostiera autoprodotta

Come si fa il compost

Gli ingredienti base del compostaggio sono la materia organica,


l’ossigeno e l’acqua. in pratica dobbiamo nutrire, far respirare e
idratare una marea di macro e micro-organismi terricoli a cui è
affidata la trasformazione degli scarti in terriccio fertile. Il
processo richiede alcuni mesi (circa quattro mesi, ma i tempi
possono variare) e un po’ di lavoro con la movimentazione della
materia organica.
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La compostiera

La scelta è vasta. Dalle compostiere appositamente progettate


per il compostaggio domestico ad un semplice cumulo di
materia a terra. Un buon compromesso sono le compostiere a
forma cubica che è facile costruire da sé recuperando bancali di
legno. Sono più efficienti anche di quelle in plastica perché
permettono una maggiore circolazione di ossigeno.

3.semenzaio con compost

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Le fasi di lavoro

Per avere il compost è necessario creare un mix equilibrato tra


materiale secco e materiale umido, mescolare saltuariamente per
ossigenare e mantenere il giusto grado di umidità. Dai materiali più
svariati, dopo qualche mese avremo un materiale scuro, profumato e
omogeneo, frutto del lavoro di una grande varietà di esseri viventi,
dai lombrichi, ai funghi, ai batteri.

Cosa serve per fare il compost

1) un contenitore grande almeno 1 metro cubo per raggiungere una


massa critica che faccia attivare correttamente i processi

2) materiale umido
Scarti di cucina, sfalci d’erba, foglie fresche, ecc.

3) materiale secco
Fieno, paglia, erba secca, fazzoletti di carta, materiale legnoso di
piccole dimensioni,segatura, foglie secche.

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4) acqua
il compost ha bisogno di mantenere una umidità costante che
favorisca le forme di vita. Se è troppo secco o troppo umido si ferma
la decomposizione o si attivano processi di marcescenza. Il compost
perciò va protetto dagli eccessi di sole e pioggia.

5) ossigeno
Serve per attivare la fase termofila, è il combustibile per i processi
aerobici. Se manca ossigeno si attivano processi anaerobici non
funzionali al corretto processo di compostaggio.

Alcuni materiali che possiamo mettere nel compost

● Sfalci d’erba (materiale verde, umido)


● Avanzi cibo (materiale verde, umido)
● Piante verdi (materiale verde, umido)
● Carta e fazzoletti facilmente degradabili (materiale secco)
● Ramaglie potature (materiale secco)
● Paglia, fieno secco (materiale secco)
● Fondi di caffè, cenere, gusci tritati (materiale secco)

4.stratificazione in una compostiera


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Pianta alberi fertilizzanti
Piantare alberi è sempre un'ottima strategia per rigenerare i nostri
suoli, gli alberi danno un contributo fondamentale per il suolo, le
radici aiutano a generare la “vita” dei micro e macro organismi del
sottosuolo e tengono la terra coperta, grazie alla caduta delle foglie in
autunno.

Tra gli alberi che possiamo piantare soprattutto in terreni molto aridi,
dove non si sono ancora create le condizioni per la partenza di un
ecosistema bosco, ricco di humus, ci sono gli alberi fertilizzanti.

5.Prosopis juliflora

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Cosa sono gli alberi fertilizzanti?

Sono piante sacrificabili, servono da innesco alla crescita di un


bosco.

Man mano che passano le stagioni vengono potati per creare


pacciamatura dai loro rami, le foglie daranno così luce alla
coltivazione che noi andremo a fare sotto la loro chioma. Dopo alcuni
anni di rigenerazione rimarranno pochi di questi alberi fertilizzanti, si
saranno trasformati in humus e succosa frutta piena di sole.

Esempi di alberi fertilizzanti per climi aridi

● Prosopis juliflora
● Gliricidia sepium
● Albizia lebbeck
● Leucaena leucocephala
● Allocasuarina torulosa

Esempi di alberi fertilizzanti per climi più temperati

● Ontano nero
● Paulownia
● Pero
● Melo
● Susine selvatiche

6. albero di melo

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Anche nei climi più temperati è possibile aver bisogno di molta
materia organica: meli, peri e susine selvatiche sono ottimi alberi
perché crescono molto velocemente, è possibile potarli e procurarci
molto materiale per i nostri orti, e per coprire il suolo. Gli alberi
fertilizzanti sono molto importanti ma non sufficienti, serve anche
una spessa pacciamatura per rigenerare suoli molto aridi, una
confortevole coperta per riparare la vita del suolo e tenere la radici
delle piante umide.

7.albero di Pero

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Copri sempre la terra per rigenerare l’humus

“Pacciamare” sembra un verbo da iniziati. Una parola che può


capitare di non sentire mai nella vita, ma che, per chi si occupa di
agricoltura naturale, orti sinergici, permacultura e difesa del suolo, è
pane quotidiano, pratica imprescindibile, soluzione a molti mali. La
pacciamatura è la copertura del suolo coltivato con materiali vari,
naturali o artificiali. Si effettua per varie ragioni e con materiali molto
diversi tra loro.

8.pacciamatura di foglie

Il terreno in natura è sempre pacciamato, cioè coperto. Il suolo nudo,


senza erba, foglie altro materiale vivo o in decomposizione non esiste
naturalmente. Se un terreno è completamente spoglio non è vivo,
come accade nel deserto o nelle zone rocciose. Da questa semplice
osservazione comprendiamo che se vogliamo far crescere le nostre
piante commestibili il più possibile in modo naturale si deve coprire
il terreno.

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La copertura ha molte funzioni: protegge la terra (e i suoi abitanti) da
caldo o freddo eccessivi, limita l’evaporazione e quindi mantiene più
a lungo l’umidità, rallenta la crescita di piante spontanee in quanto
ferma il passaggio della luce necessaria per la loro crescita, evita il
compattamento della terra quando piove

Materiali con cui si può pacciamare

● Paglia
● Fieno
● Canne spezzate
● Foglie
● Cartone e carta
● Sterpaglie e potature triturate
● Lana
● Resti di vinificazione
● Corteccia

9. pacciamatura di fieno

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Fai il sovescio
Arrivati a questo punto abbiamo capito che la terra preferisce
rimanere coperta. Il sovescio è una pratica agronomica che ci
consente di proteggere il suolo durante i periodi in cui non viene
coltivato (generalmente in autunno e inverno) con una copertura
fatta con una o più piante vive. Le piante del sovescio non arrivano ad
offrire un raccolto, ma vengono interrate prima della fine del loro
ciclo vitale.

Questa massa vegetale, lasciata a decomporsi nei primi centimetri


di terra, aumenta la quantità di materia organica nel suolo utile alla
creazione di humus. Un ulteriore nutrimento alla terra viene fornito
dalle radici, attraverso i loro essudati radicali, e la simbiosi con i
batteri azotofissatori. Molto utile anche l’attività meccanica delle
piante del sovescio, che in profondità scavano e affinano la terra e in
superficie la proteggono dagli agenti atmosferici evitando l’erosione
del suolo.

10. semi mix di sovescio

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Quando si effettua il sovescio

Il più comune è il sovescio autunnale. Alla fine del ciclo di


produzione estivo, invece di lavorare la terra per poi lasciarla scoperta,
si effettua la semina. Le giovani piantine spuntano in autunno,
superano l’inverno e a primavera sono pronte per essere tagliata e
interrate. In genere il taglio si effettua al momento dell’avvio della
fioritura, quando le piante hanno il massimo del vigore e degli
elementi nutritivi.

Si può effettuare anche il sovescio estivo. In questo caso la semina si


effettua a fine inverno o inizio primavera e si possono utilizzare anche
varietà che non sarebbero in grado di attraversare l’inverno.

11.semina del sovescio

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Quali piante utilizzare per il sovescio

Le leguminose non possono mancare in un sovescio perché hanno la


caratteristica di ospitare nelle radici i batteri azoto fissatori e quindi
riescono a rendere disponibile per le piante l’azoto che si trova in
atmosfera.

Preferibilmente si seminano dei mix di semi, nei quali si inseriscono


piante appartenenti a diverse famiglie, oltre alle Leguminose o
Fabacee, vanno inserite Graminacee o Poacee e Brassicacee o
Cruciferae.

Alcuni esempi di piante idonee per il sovescio:

Leguminose o Fabacee

● trifogli
● sulla
● ginestrino
● erba medica
● veccia
● lupinella
● favino
● soia
● meliloto

Graminacee o Poacee

● avena
● segale
● orzo
● sorgo

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Brassicacee o Cruciferae

● colza
● rapa
● senape
● rucola
● rafano
● mostarda
● ravizzone

Le piante che regalano belle fioriture sono molto gradite nel sovescio,
perché consentono di nutrire api e altri insetti con le prime fioriture.
La facelia, con i suoi bellissimi fiori blu-viola è una specie mellifera
che rilascia azoto nel terreno e rende anche molto bello il prato
coltivato a sovescio. Per questo è molto comune trovarla nei mix di
semi del sovescio.

12.fioritura di facelia

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13. sovescio di veccia e avena

L’importanza dei microrganismi

I microorganismi ricoprono un ruolo fondamentale per la vita del


suolo. Ecco un breve elenco dei principali attori della biocomunità del
terreno: batteri, funghi, attinomiceti, alghe, protozoi e nematodi.

Per approfondire: Video su microbioloiga del suolo

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Imita il bosco

Questo punto riassume i precedenti perché le strategie di cui


abbiamo parlato fin qui avvengono naturalmente
nell’ecosistema bosco.

“Il bosco è, secondo la definizione del Vocabolario Treccani, una


associazione vegetale di alberi selvatici di alto fusto (e inoltre di
arbusti, suffrutici ed erbe, che più propriamente costituiscono il
«sottobosco») su una notevole estensione di terreno”.

Nel bosco avviene la massima esplosione energetica. Piante,


animali, funghi, microrganismi qui si sviluppano, crescono,
moltiplicano più che in ogni altro ecosistema. Osservando cosa
avviene nel bosco possiamo organizzare il nostro terreno,
coltivato per rispondere ai nostri bisogni, in modo da riprodurre,
il più possibile, i processi che portano il suolo del bosco a
sostenere tutta quella vita.

14. Bosco del Monte Amiata, Toscana


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Alcune osservazioni da fare nel bosco:

- Cosa accade nel bosco quando piove?


- Cosa accade alle foglie che cadono a terra?
- Cosa accade al legno degli alberi morti o dei rami spezzati?
- Come si distribuiscono le piante per ottenere la loro dose di
raggi solari?
- Come si forma l’humus sul suolo?
- Qual è il contributo dei funghi?
- Come fanno le piante a prosperare senza essere
annaffiate?
- In che modo vengono controllate le invasioni di parassiti?
- Quanti organismi diversi vivono nel bosco?
- Qual è il contributo degli animali che vi vivono?

Il bosco è il nostro modello.


Imitiamo il bosco, sia per creare food forest che per creare i nostri
orti e, quando abbiamo delle difficoltà nell’orto e non sappiamo
come intervenire, facciamo una passeggiata nel bosco.

Conoscere i processi vitali che lo compongono ci aiuterà ad avere un


suolo eccellente per le nostre culture.

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Grazie della lettura!

Guida a cura di
Francesca Della Giovampaola, Filippo Bellantoni,
Cristiano Gallinella, Emile Jacquet

grazie a Matteo Cereda (Orto da Coltivare)


ebook ©boscodiogigia

Grazie di aver scaricato e letto l’ebook sulle strategie


per rigenerare il suolo. Per approfondire i nostri video
corsi:

Corso Il suolo è vita

Corso Food Forest

Corso Orto Facile

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