Sei sulla pagina 1di 22

Introduzione alla 

Food Forest

STEFANO SOLDATI
a cura di Bosco di Ogigia e Orto Da Coltivare
Food Forest

Introduzione alla Food Forest


Il bosco è un ambiente fertile e ricco di vita, dove le piante prosperano

anche senza l'intervento di un coltivatore. Un bosco non ha bisogno di

trattamenti, irrigazioni, concimazioni o potature. Le dinamiche naturali

provvedono in altro modo.

Possiamo prendere a modello questo sistema, introducendo nel nostro

bosco piante utili ai nostri bisogni, in modo da ottenere un raccolto senza

bisogno di manutenzione.

La Food Forest è un argomento affascinante, ancora troppo poco

conosciuto, su cui abbiamo tanto da scoprire e tanto da sperimentare. Vi

regaliamo quindi questo ebook in cui Stefano Soldati ci introduce alla foresta

alimentare.

Stefano Soldati è stato il primo in Italia a tenere corsi sulla Food Forest ed è

sicuramente la persona più adatta a farci conoscere questo approccio.

Pag 1
Food Forest

cos'è una food forest


Una Food Forest è un sistema che si ispira al bosco e che cerca di

produrre il massimo di cibo, fibre e legna, per soddisfare i nostri

bisogni.

Noi la chiamiamo Food Forest, perché richiama il concetto di cibo, ma ci

sono altre funzioni altrettanto importanti che le piante possono darci, dalla

legna alle fibre.

Pag 2
Food Forest

Nella nostra foresta ci siamo noi, ci sono le piante, ma troviamo anche altri

esseri, che hanno bisogno di alimentazione e ricovero. Sono parte funzionale

di questo sistema, che dev'essere un ambiente in equilibrio. Quindi

dobbiamo considerare anche animali, micro organismi e macro

organismi  che fanno parte di questo sistema complesso.

Ci sono diverse definizioni che si possono dare: in inglese si usa Forest

Gardening o Forest Garden .

Il termine “ Garden ”, che noi di solito traduciamo come giardino, in realtà

significa anche orto. In italiano con giardino intendiamo solo il bello,

l'estetica, e non intendiamo invece il cibo (orto), in inglese invece è un

termine solo che racchiude i due significati, le due funzioni.

Quindi possiamo tradurre come foresta di cibo, foresta alimentare o anche

giardino commestibile.  Il concetto è far riferimento a un sistema

complesso, dove abbiamo produzione di alimenti per noi, che siamo artefici

di questa di questa foresta.

Pag 3
Food Forest

È importante specificare che questo non ha bisogno di essere coltivato

con interventi continui come l'orto, dove noi andiamo a coltivare ogni anno,

ripetendo le operazioni di semina e trapianto.

L'idea di Food Forest è un sistema permanente, dove andiamo a piantare

delle piante da frutto e anche piante erbacee, ma privilegiando le specie

perenni o perennanti (ovvero quelle che permangono più anni e quelle che

si auto riproducono).

Come tutti i boschi non si tratta di sistemi statici , quindi ci saranno piante

che muoiono e piante che nascono. Si interverrà tagliando una pianta secca,

andando a piantare e trapiantare una nuova pianta o integrando dove vedo

che si creano spazi più aperti, posso intervenire anche con un minimo di

manutenzione, magari annuale.

La manutenzione intesa come potature, trattamenti, interventi continui,

come quella che faccio in orto e frutteto, non fa parte del concetto di

Food Forest.

La Food Forest nasce per autoconsumo, per soddisfare il fabbisogno che

può avere una famiglia, o un gruppo di persone. Si distingue dalla

produzione per ottenere un reddito, questo si riflette nella scelta delle piante,

delle varietà, nei sesti d'impianto e nelle tecniche di potatura e coltivazione.

Pag 4
Food Forest

Prendere a modello la natura


Da sempre l'essere umano è stato fortemente connesso con l'ambiente

e con la natura, negli ultimi decenni, abbiamo aumentato il divario tra attività

antropiche e ambiente. E purtroppo ne stiamo vedendo i risultati. Dobbiamo

considerare le piante come esseri viventi, in stretta connessione con noi

esseri umani.

Vorrei trasmettere un altro approccio nei confronti delle piante.  Noi

dipendiamo dai vegetali molto più di quanto immaginiamo, il rispetto per

questi esseri viventi è importante. Fare un giardino puramente estetico può

essere anche bello ma risulta molto artefatto. Dobbiamo recuperare la

bellezza dei sistemi naturali e la Food Forest va in quella direzione.

Pag 5
Food Forest

Tre criteri importanti


Nel pensare a una Food Forest abbiamo tre criteri direttamente ispirati dal

sistema bosco, che ci fanno da linee guida.

Prevalenza
  di piante perenni e perennanti, cioè piante che una volta

messe a dimora, si instaureranno e le potremo ritrovare anche negli

anni successivi, senza doverle ripiantare. Importante è pensare che nel

bosco non vado a coltivare tutti gli anni, come avviene nell’orto.

 
Un sistema in divenire. Il bosco non è un sistema statico, ma in

continuo divenire, ossia c’è sempre un ricambio. Piante vecchie che

muoiono, cadono e lasciano spazio, luce e nutrienti alle nuove piantine

che inizieranno a svilupparsi prendendo il loro posto. In una food forest

dobbiamo considerare di poter piantare ogni anno qualche pianta nuova

per sostituire quelle morte o eventualmente tagliate perché non ben

sviluppate o non di nostro gusto.

Varietà
  e biodiversità. In un bosco generalmente si riconoscono

diversi componenti: gli alberi grandi che determinano la struttura, quelli

medi arbustivi, le piante più piccole cespugliose, vegetazione erbacea e

quella strisciante, detta tappezzante, le radici e le rampicanti, nonché

quelle acquatiche quando abbiamo presenza di stagni o laghetti e i

funghi. Oltre ai molti elementi vegetali troviamo poi microrganismi,

insetti, animali. Ogni elemento è parte integrante dell’ambiente e

l’obiettivo è rendere il sistema quanto più complesso possibile. La

biodiversità che comporta una ricchezza di elementi differenti che

entrano in relazione tra loro e rendono stabile il nostro ecosistema.

Pag 6
Food Forest

Le funzioni di una Food Forest


La Food Forest è interessante perché è un sistema che ha bisogno di poca

manutenzione , poche cure e attenzioni, ed è estremamente produttivo

quando entra a regime. Anche senza dover intervenire con prodotti, energia,

attrezzi, riusciamo ad avere  una grande produzione .

I sistemi forestali hanno il massimo dell'efficienza a livello di produttività,

intesa come produzione di biomassa. Quindi quando noi riusciamo a

produrre cibo all'interno della nostra foresta, diventa ancora più interessante.

Nella Food Forest vogliamo impostare un ambiente che risponda a una serie

di nostri bisogni, abbia quindi delle funzioni utili per noi.

Il cibo è la prima esigenza, questo ci accomuna. Produrre cibo, tutto

quello che in un sistema complesso possiamo raccogliere è quindi una

funzione primaria. Ci sono però tante altre funzioni che possiamo creare.

Pag 7
Food Forest

Tra le funzioni positive è da citare il benessere. Quando entriamo in un

bosco stiamo bene, è piacevole. Sicuramente è un effetto che possiamo

avere a livello psicologico, ma ci sono studi interessanti di medicina

forestale, che stanno dimostrando che il nostro organismo percepisce

qualcosa a livello fisiologico  entrando in un bosco. Misurando prima e

dopo l'ingresso nel bosco cambiano parametri come battito cardiaco e

pressione. In Giappone se ne parla da anni.

Quali funzioni abbiamo in una Food Forest?

Questo dipende da come la progettiamo. Quando piantiamo una pianta o

seminiamo stiamo facendo qualcosa di buono per noi, ma anche per il

sistema.  Lo sviluppo che prenderà il nostro progetto dipende molto dalle

nostre esigenze, che possono essere molteplici.

Pag 8
Food Forest

Ad esempio:

P
  roduzione cibo

R
  ealizzare uno spazio bello e piacevole (benessere psicofisico per noi e

per chi frequenta la Food Forest)

P
  roduzione di legna da ardere

P
  roduzione di legno da opera per mobili

P
  iante tintoree

P
  iante aromatiche

P
  iante officinali, magari estrarre degli oli essenziali

P
  iante da fibra, per intrecciare

(
  ...)

Funzioni possono essercene tantissime ancora. Ad esempio chi ha uno

spazio e ha bisogno di ospitare gente potrebbe creare piazzole per tende.

Tutto questo è da considerare in progettazione : se avrò da mettere tende

piuttosto che percorsi didattici. Se questi percorsi saranno adatti a bambini,

adulti o magari persone con difficoltà a deambulare.

Una caratteristica interessante è l'autonomia che il sistema sviluppa :

all'interno dello spazio Food Forest troviamo gli oggetti che servono ad

esempio per pratiche agricole: materiale per legacci oppure per

pacciamatura.

Bisogna pensarne tante e man mano integrare aggiungendo piante e

funzionalità. Ad esempio il salice da cui ricavare i manici degli attrezzi. I

contadini con il buonsenso hanno sempre guardato la

multifunzionalità. Con questo buonsenso contadino è stata nutrita l'umanità

per migliaia di anni, lavorando con grande efficienza.

Altra funzione ad esempio è una Food Forest su terreni degradati,  che

lavori in direzione di bonifica . Si possono inserire funghi o piante utili in

questa cura del suolo.

Possiamo utilizzare piante fitodepuratrici , per depurare acqua.

Pag 9
Food Forest

Un esempio: sto vicino a un fiume che spesso esonda portando sostanza

organica. Ho creato una griglia con piante di nocciolo capace di trattenere

questa sostanza organica che costituisce un compost naturale e che posso

poi raccogliere e impiegare.

Uno dei principi della permacultura è "il limite sta nella nostra

immaginazione".

Più riusciamo a scrollarci di dosso gabbie mentali e culturali che abbiamo,

più riusciamo a vedere veramente le grandi opportunità che la natura ci

offre.

Pag 10
Food Forest

Food Forest e permacultura


Cos'è la permacultura? Chiedendo a mille permacultori si ottengono 2000

definizioni, spesso non in sintonia tra loro.

Per me la permacultura è un approccio, un modo di vedere le cose, di

pensare e di agire in modo sostenibile . Quindi in direzione di ridurre

l'impatto degli esseri umani sull'ambiente. Quindi non è una tecnica agricola,

non prevede soltanto la produzione di cibo, ma è un approccio.

All'interno di questo approccio, per quanto riguarda la produzione del cibo, la

Food Forest è una delle possibilità per prodursi del cibo buono, sano e

in equilibrio con l'ambiente.  Una produzione sostenibile, ossia che possa

avere una continuità nel tempo.

La Food Forest è un'ottima applicazione dei principi della permacultura.

Poi tecnicamente io potrò utilizzare tecniche di agricoltura biologica,

sinergica, sintropica, tutto quello che vogliamo. La permacultura non è una

tecnica agricola.

Food Forest e orto


Orto e Food Forest sono due principi di coltivazione diversi ma che si

possono integrare bene. Nel bosco di Ogigia la Food Forest ha sempre

lasciato spazio all'orto, ma col tempo mi sono accorta che la Food Forest

invade sempre più l'orto con funzioni utili.

Pag 11
Food Forest

Sicuramente l'orto e la Food Forest sono qualcosa che nasce da approcci

profondamente diversi:

Food Forest: sistema pensato per essere permanente e con bassa


 

manutenzione.

Orto: sistema annuale che deve essere riseminato e che è un


 

susseguirsi di manutenzioni. Anche alberi da frutta in sistemi di

coltivazione vengono gestiti con potature, per contenerli e indirizzarli

piegandoli tramite manutenzioni costanti al volere del coltivatore.

In realtà tra questi due approcci differenti possono essere interessanti

integrazioni , ne è esempio il Bosco di Ogigia, dove pezzi di orto compaiono

tra la food forest e viceversa. La presenza di alberi fornisce ottima

pacciamatura naturale e protezione estiva, particolarmente importante con il

cambiamento climatico.

La Food Forest in quanto ambiente naturale, porta con sé biodiversità

che fornisce un grande vantaggio anche per l'orto.  Ospitando fauna e

insetti utili, generando un ecosistema che diventa positivo in ottica di

coltivazione biologica dell'orto, gestito con metodi naturali e non ispirandosi

all'agricoltura convenzionale basata su trattamenti, diserbo e monocoltura.

Pag 12
Food Forest

Questa biodiversità si rivela particolarmente preziosa per l'orto se

viviamo in un contesto molto urbanizzato  o inserito in contesti di

agricoltura convenzionale, dove abbiamo un circondario povero in

biodiversità e ricreare un ambiente naturale come la Food Forest  diventa

ancora più importante.

Progettare una Food Forest


Se vogliamo fare una Food Forest serve per prima cosa tanto entusiasmo ,

tanta voglia di dare vita a dei sistemi complessi pieni di interazioni.

Pag 13
Food Forest

Sarebbe buona cosa avere un po' di terra, un pezzetto di terra grande o

piccolo . I sistemi possono essere complessi anche in piccole dimensioni,

come nelle grandi estensioni. Chiaramente saranno sistemi diversi: dove

abbiamo grandi estensioni possiamo avere più piante grandi.

Per fare un esempio il melo, potremmo avere varietà diverse che ci diano

una produzione scalare per anni. Se invece ho un piccolo pezzetto di terra

potrò mettere un'unica pianta di melo, però posso mettere tante piante

piccole e avere comunque produzione di cibo, aromi e fiori, raccogliendo

quello che mi può servire.

Perché io posso lavorare con piante perenni, erbacee, a radice, piante

cespugliose, quindi anche piante relativamente piccole, da inserire in

grande numero su superfici limitate.  L'importante è avere dei criteri

nell'impostare il nostro sistema.

Partendo da un sistema mono colturale, come un uliveto, un vigneto o un

frutteto convenzionale, dove magari qualcuno prima di noi ha usato pesticidi,

possiamo comunque fare una buona conversione. Magari ci vorrà tempo:

dobbiamo disintossicare il nostro terreno, per andare verso questo

equilibrio di cui abbiamo bisogno. Non è solo un equilibrio tra piante ma è

proprio un sistema complesso.

Dobbiamo considerare il suolo . Ci sono nel terreno una miriade di esseri

viventi, la cui presenza è importante. Quando parto da un sistema

semplificato, come quello di campi coltivati, si è persa molta di questa

biodiversità, che è la vera ricchezza che contribuisce alla fertilità della

terra . Quindi il lavoro da fare è ripristinare questi equilibri, aggiungendo

nuove piante, seminando diverse specie, scegliendo miscugli di piante che

abbiano funzioni diverse, in modo tale da pian piano ripristinare il nostro

sistema.

Io non sono per tagliare tutto e rifare tutto ex novo, possiamo iniziare a

inserire piante che siano complementari a quelle che già ci sono  e

vedere come integrarle anno per anno.

Pag 14
Food Forest

Se noi vogliamo imparare a fare una Food Forest, ovvero riportare in

equilibrio un sistema, dobbiamo farlo come lo farebbe la natura. La

permacultura parte dall'osservazione. La natura, a parte le catastrofi, è

molto graduale nei cambiamenti: le foreste, i sistemi naturali si evolvono

lentamente.

Noi non abbiamo i tempi che ha la natura  quindi dobbiamo un po'

accelerare, però osservando la natura possiamo capire come possiamo

intervenire in un sistema che può esser stato appiattito e semplificato da anni

di monocoltura. Ecco che lentamente (lentamente per noi, non per la natura),

possiamo andare ad affiancare nuove piante di differenti dimensioni,

ricreando questa biodiversità, tanto necessaria e utile per tutti noi.

Lo stesso vale anche partendo da un sistema già esistente, un sistema

forestale come può essere un piccolo bosco o un grande bosco. Posso

intervenire sempre come farebbe la natura: in un bosco ogni tanto qualche

pianta muore, e in seguito cadendo libera degli spazi, quindi luce e

disponibilità di nutrienti.

Pag 15
Food Forest

Questi spazi verranno occupati da altre piantine, che cresceranno

integrandosi al sistema esistente. Anche noi invece di radere al suolo il

bosco perdendo un equilibrio esistente possiamo agire gradualmente,

sostituendo man mano le piante  con altre specie che hanno funzioni per

noi interessanti.

Partendo da un bosco pensiamo per prima cosa ai frutti di bosco:

 lampone, more, mirtilli, fragole, con cui in brevissimo tempo possiamo

ottenere frutto. Ci sono poi molte altre piante, alcune vivono bene in ombra,

per cui possono stare nell'interno del bosco, altre chiamano la penombra e

possiamo inserirle ai margini del bosco. Alcune piante ci daranno frutta

rapidamente, altre chiedono tempo per arrivare a fruttificare.

Pag 16
Food Forest

I livelli della Food Forest


Quando noi osserviamo un bosco notiamo che è pieno di piante, sono la

prima cosa che vediamo e possiamo notare che ci sono tanti tipi di piante, di

diverse dimensioni e portamento.

A prima impressione vediamo le piante grandi , sono quelle che danno la

struttura alla nostra foresta. Ci sono poi delle piante intermedie , altre più

piccole, arbustive o cespugliose. Spostandoci a livello del terreno vediamo

specie erbacee e piante tappezzanti ., mentre le radici sviluppano sotto

terra la parte per noi importante. Un altro genere di piante sono le lianose o

rampicanti, dove ci sono punti d’acqua possiamo poi individuare piante

acquatiche .

Queste definizioni non sono rigide, ogni distinzione non è delimitata in

modo netto. L'importante progettando è capire l'indole che possono avere

piante lasciate crescere spontaneamente e ragionare sui diversi livelli che

compongono la foresta. Possiamo quindi popolare il nostro bosco con

piante commestibili a ogni livello.

Pag 17
Food Forest

Qualche esempio:

Le piante grandi tipiche del bosco, come ad esempio querce, frassini,


 

faggi, si potrebbero rimpiazzare con alberi da frutto quali castagno,

melo, pero, ciliegio o altre piante che possano raggiungere grandi

dimensioni. È vero che essendo abituati a vedere impianti di meli o peri

di dimensioni ridotte, siamo portati a pensare che tali piante siano molto

piccole e non possano essere paragonate a una quercia; ma questo è

dovuto al fatto che nella frutticoltura convenzionale vengono scelte

appositamente piante nanizzate, che abbiano quindi uno sviluppo

limitato per facilitare le operazioni colturali quali potature, trattamenti,

raccolte,… L’indole però di un melo o di un pero invece sarebbe quella

di crescere parecchio, fino a venti metri in altezza, sviluppando una

chioma poderosa. Le vecchie varietà facevano esattamente questo.

Piante medie potrebbero essere considerate i susini, gli albicocchi, gli


 

agrumi, i fichi, i melograni; insomma tutte le piante che hanno uno

sviluppo contenuto e difficilmente diventeranno enormi.

Piante cespugliose sono quelle essenze che hanno un fusto legnoso,


 

ma rimangono di taglia ridotta, come molte aromatiche quali rosmarino,

salvia, lavanda, ma anche lamponi, ribes, mirtilli, more (magari da

giardino, quelle senza spine).

Essenze a foglia potrebbero essere l’erba cipollina, il tarassaco, le


 

varie cicorie selvatiche, la melissa, la malva,…

Specie tappezzanti: le fragole, le mente, il trifoglio bianco, il timo, che


 

coprono il terreno con uno sviluppo orizzontale.

Tra le radici citiamo i topinambur, la bardana, le carote selvatiche, la


 

valeriana, il rafano, l’aglio selvatico, …

Tra le lianose o rampicanti il luppolo, i cui fiori vengono utilizzati per


 

aromatizzare la birra, in primavera fornisce degli ottimi germogli; la vite

e il kiwi.

Pag 18
Food Forest

Tra le molte piante acquatiche utilizzabili, interessante è la lenticchia


 

d’acqua, commestibile cruda in insalata; la typha, detta anche mazza

sorda, che offre radici carnose, ottimi germogli e la stessa mazza,

altamente proteica, può essere mescolata nell’impasto per farne torte,

pane o biscotti.

Diversi tipi di funghi possono essere coltivati inoculando micelio su


 

tronchi che verranno accatastati in una zona ombrosa e fresca della

nostra food forest.

Pag 19
Food Forest

Stefano Soldati

Stefano Soldati lavora in agricoltura dal 1982, occupandosi di agricolture

alternative dal 1986. Dal 1990 in qualità di consulente specializzato ha

lavorato in Australia, Canada, India, USA, Argentina, Brasile, Uruguay e Cile,

Kenya e Tanzania, Russia, Ungheria e diversi paesi europei contribuendo

alla conversione al biologico di circa 30.000 ettari di seminativi.

Dopo un Master alla Scuola di Direzione Aziendale dell’Università Bocconi di

Milano e molta esperienza pratica in diverse aziende agricole sia in Italia che

all’estero, ha iniziato a girare per il mondo insegnando, arrivando a oltre 600

corsi e seminari. È stato il primo in Italia a tenere corsi sulla

progettazione e realizzazione di Food Forest.

È stato uno dei primi quattro italiani diplomati in Permacultura nonché

fondatore e primo Presidente della Accademia Italiana di Permacultura.

Ha coltivato il suo orto per 37 anni.

Il bisogno di condividere il suo percorso con persone interessate alla natura,

alla produzione di cibo sano e alla costruzione di case confortevoli e di

qualità, lo portano a organizzare attività di formazione e divulgazione con

l’intento di trasmettere esperienze ed entusiasmo.

Pag 20
Food Forest

Introduzione alla Food Forest, con Stefano Soldari

Un progetto di Bosco di Ogigia e Orto Da Coltivare

Testi di Stefano Soldati, Francesca Della Giovampaola e Matteo Cereda Foto

di Filippo Bellantoni

Illustrazione Food Forest di Giada Ungredda (@solugraf)

Permacultura La Boa: https://www.laboa.org/  

Bosco di Ogigia: https://www.boscodiogigia.it/

Orto Da Coltivare: https://www.ortodacoltivare.it/

Pag 21

Potrebbero piacerti anche