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Che cos’è la permacultura

La simbiosi con i fiori femminili delle piante angiosperme

Secondo l’antropologo Tony Wright, la formazione della neocorteccia cerebrale umana è il frutto
della simbiosi tra l’uomo e i fiori femminili delle piante angiosperme. Dalla sua interessante ricerca
si evince che, in tempi remotissimi, il nostro habitat naturale era formato da un bosco di frutta,
piante medicinali e piante edibili di varie specie.
Secondo Wright, dunque, il nostro straordinario cervello si sarebbe formato, grazie alla relazione
simbiotica tra l’essere umano e il sistema riproduttivo delle piante da fiore, 50 milioni di anni fa.
Simbiosi: termine generico per indicare vari modi di convivenza tra organismi
di specie diversa
Diverse discipline hanno esaminato la natura fondamentale dell’uomo e l’impatto che la relazione
simbiotica ancestrale ha avuto sul nostro sviluppo, e i dati provenienti da un grande numero di fonti
accademiche ci conducono alla stessa ovvia e semplice conclusione: "Reversione post simbiotica".

In altre parole, la causa di alcune azioni umane distruttive è la reversione post simbiotica. L’effetto
di esse è la demenza post simbiotica, che porta a un’apocalisse autoinflitta di cui l’uomo stesso non
conosce le ragioni.

La simbiosi ci aveva fatto evolvere e in mancanza di essa torniamo ad una


involuzione primordiale

( ref. https://www.istitutoitalianodipermacultura.com/la-demenza-umana/)
( ref. https://www.childrenoftheforest.info/)

Il nostro habitat: il paradiso terrestre

I fattori unici e incredibili del design della nostra corteccia celebrale (neocortex) e il complesso
sistema “operativo biochimico” che è stato necessario per l’evoluzione e il funzionamento del
nostro cervello, sono stati sviluppati grazie al nostro ospite simbiotico, ossia al sistema riproduttivo
delle piante angiosperme.
E dov’era questa moltitudine di piante da fiore? Nel paradiso terrestre.
Va detto che il vero habitat umano è sempre stato il paradiso terrestre, la cui immagine riflette l’età
dell’oro dove si viveva nella natura più assoluta e tutto era alla portata di tutti. Nel paradiso
terrestre, infatti, prosperavano piante da legna, da frutto, medicinali e angiosperme.

Il vero habitat umano è sempre stato il paradiso terrestre

Lo ripetiamo: il nostro habitat naturale è un luogo che assomiglia a una foresta fatta di piante che
soddisfano tutti i nostri bisogni, dove l’essere umano è in risonanza e in simbiosi con il tutto. Un
luogo dove non esistono malattie, che favorisce la longevità e la giovinezza, in cui viviamo felici.

Vivere costantemente immersi nella natura, in connessione con il tutto, consente la realizzazione di
un’esistenza felice e totalmente rigenerata, che consente di essere in equilibrio con se stessi e di
conseguenza in armonia con il ciclo naturale delle cose. Una vita in cui i bisogni sono reali e
l’economia è basata sulla cooperazione e sullo scambio.
Agricoltura e permacultura

Con l’avvento dell’agricoltura basata prevalentemente su coltivazioni annuali, ad esempio cereali e


ortaggi, si sono diffuse pratiche distruttive come l’aratura. L’utilizzo indiscriminato delle risorse
idriche, il disboscamento (con la pratica di taglia e brucia), fino all’aratura profonda, hanno
promosso l’uso di sostanze chimiche nocive per gli ecosistemi, con conseguenti frane, alluvioni,
perdita di suolo fertile.

Quanto alla permacultura, essa è in realtà l’opposto dell’agricoltura perché è basata


prevalentemente sulla coltivazione di piante perenni, come alberi da frutto o piccoli frutti, e ortaggi
perenni, come carciofi, aglio e asparagi. Non sono più rare le sperimentazioni per rendere perenni
gli ortaggi biennali.

La permacultura è in realtà l’opposto dell’agricoltura

La differenza più importante tra agricoltura e permacultura è che la prima distrugge e dilava il
suolo, mentre la seconda lo produce.
La permacultura ha un approccio olistico ed ecosistemico. L’agricoltura, invece, ha un approccio
funzionale alla crescita della produzione prescindendo dal rispetto dell’ecosistema.
Inoltre, la permacultura si occupa direttamente della cura delle persone, elevandole a una vita più
conscia e consapevole, avviando un discorso di economia circolare basata sullo scambio equo e sul
dono.

Il bisogno umano di trasformazione

Viste le nostre condizioni ambientali, l’inquinamento, la conseguente infertilità dei terreni, oggi
tutto il nostro sistema terra necessita di una trasformazione, dalla distruzione totale alla
rigenerazione del tutto (in greco antico n to pan).

Una rigenerazione in cui il terreno ambientale e il terreno corporeo umano, malati e improduttivi, si
trasformino in uno altamente produttivo e rigenerativo che ogni giorno aumenti la fertilità.

Come ritornare al paradiso terrestre?

Possiamo ritornare al nostro originario paradiso terrestre grazie alla permacultura, che è una scienza
di design.
Pensiamo al processo alchemico di trasformazione del mercurio in oro, dove il mercurio rappresenta
noi e il nostro ambiente intossicato e disfunzionale e dove l’oro rappresenta il nostro vero habitat
naturale, il paradiso terrestre. Utilizzando come materia prima il materiale organico, i minerali e i
semi, sfruttando il sole e l’acqua come energia, rivitalizzando il tutto con i microbi del suolo,
possiamo ritornare alle nostre origini più autentiche e naturali.

E ancora, ottenendo un habitat dove ogni essere vive grazie all’altro, dove l’energia vitale è la
cooperazione amorevole, seminando i nostri cuori con l’amore vitale, rigeneriamo il nostro pianeta
con paradisi terrestri.
La permacultura

La parola permacultura è composta da “permanente” e “cultura”, dove “cultura” vuol dire


coltivazione dell’individuo e “permanente” è legato al significato di duraturo che si protrae
nel tempo, e quindi si associa ai concetti di stabilità e funzionalità.
Di conseguenza, la permacultura è una coltivazione dell’individuo stabile e funzionale a lungo
termine.

La permacultura è una scienza basata sul design o progettazione olistica e sostenibile, tant’è vero
che si basa su tre etiche: cura della terra, cura delle persone, condivisione del surplus. Un esempio
pratico della progettazione olistica usata per mettere in sicurezza economica e alimentare interi
paesi è quello di Cuba, dove nel 1994 il governo di Fidel Castro chiamò i permaculturisti per
sopperire alla crisi petrolifera. Creando un’economia alternativa basata sul mutuo aiuto e sulla
condivisione di ciò che abbiamo in più e creando ecosistemi alimentari che producono alimenti e
semi, nonché fibre e materiali da costruzione naturali, come canapa e legno. Va sottolineato che la
permacultura è una scienza nata nel 1978 grazie a Bill Mollison e David Holmgren per resistere alla
crisi del petrolio e al collasso globale in modo costruttivo. In altre parole, una scienza per la
resilienza.

Le tre etiche

Cura della terra: curare la nostra terra arricchendola, invece che impoverirla, è il requisito di base
per la sopravvivenza nostra e dei nostri figli. Ridiamo alla terra l’energia che utilizziamo,
restituendo ciò che prendiamo. La terra è la nostra madre, se basiamo su questo concetto la nostra
società, avremo una società gilanica (matriarcale) in linea con la nostra cultura europea delle origini
totalmente rigenerativa e resiliente. Vivremo in un sistema stabile e permanente.

Cura delle persone: avere persone sane da tutti i punti di vista sia fisico, psichico e animico ci
porterà ad avere gruppi sociali basati sulla stabilità e protratti verso il vero progresso.

Condivisione del surplus, consumo equo e solidale: doniamo quello di cui non abbiamo bisogno,
perché riceveremo quello di cui abbiamo bisogno. Connettiamoci all’economia del dono.
Consumiamo solo quello di cui abbiamo veramente bisogno in modo che anche le future
generazioni possano godere della stessa cosa. Rispettiamo i diritti umani e la libertà individuale sul
posto di lavoro.

Il design

Il design di permacultura fa parte del design sostenibile, il quale, prendendo in considerazione più
aspetti possibili dello stesso problema, sviluppa un approccio sistemico e di conseguenza olistico
alla sua risoluzione. In permacultura progettiamo sistemi ecologici, quindi progettiamo e
realizziamo ecosistemi atti a soddisfare i bisogni umani. Ogni elemento del sistema interagisce
armoniosamente con tutti gli altri elementi nel modo più efficiente possibile, relazionandosi con il
confine del sistema e l’ambiente esterno.

I principi di design: Applicando tutti i principi raggiungeremo l’applicazione delle tre etiche di
permacultura. Questo tipo di design abbraccia un’ampia varietà di discipline come l’ecologia, il
paesaggismo, le scienze ambientali e la conservazione energetica.
Il ciclo chiuso: è fondamentale per la gestione circolare, quindi naturale e autosufficiente di un
sistema. Infatti li chiamiamo sistemi a ciclo chiuso, e tutti i progetti di permacultura sono a ciclo
chiuso. In essi l’energia naturale che passa attraverso il progetto viene raccolta e conservata per un
successivo utilizzo, non esiste lo scarto e tutto viene riutilizzato anche attraverso la trasformazione
che usa processi biologici come il compost, il bagno a secco, la fitodepurazione ecc.

La gestione dell’acqua: l’acqua in permacultura è la cosa principale, ossia tutta la progettazione


olistica in permacultura parte dall’acqua. In permacultura si gestisce l’acqua piovana sul territorio
attraverso lo scavo di dighe di terra, canali di raccolta, canali di distribuzione, fosse livellari ecc.
Raccogliamo l’acqua piovana da tutti i tetti e la conserviamo accumulandola in cisterne, laghi,
dighe di terra, perché uno dei metodi per sopravvivere al cambiamento meteorologico è l’accumulo
di energia sotto forma di acqua, di materiale organico, di microbi, di luce solare, di calore ecc.

La produzione di suolo: in permacultura produciamo suolo, perché è la cosa più facile da fare per
l’essere umano. Noi tutti defechiamo suolo e siamo gli unici esseri sulla terra che conosciamo un
processo biochimico che trasforma lo scarto in suolo vivo, attraverso l’ossidazione della
decomposizione del materiale organico, il processo di compostaggio cosciente. Questo rappresenta
la vera intelligenza umana: essere l’aiutante della natura che aumenta la sua fertilità, perpetuandola
nel tempo in modo permanente o a lungo termine.
Questa è la base della rigenerazione ambientale e umana che ci dà l’opportunità di chiudere il ciclo
vitale. Quindi usiamo questa risorsa per alimentare i progetti di permacultura in modo totalmente
naturale. Usiamo il suolo fertile prodotto, ad esempio per effettuare dei preparati per proteggere le
piante ma anche per aumentare l’assorbimento dell’acqua sui campi in pendenza, riducendo i rischi
di dilavamento del suolo e frane. Automaticamente, aumentando l’umidità del suolo aumenta anche
la fertilità perché i processi biologici di rigenerazione come la riproduzione microbiologica si
velocizzano.

La produzione di cibo: il cibo in permacultura viene prodotto in modo totalmente naturale e a ciclo
chiuso, rigenerando gli ecosistemi. A tal proposito, viene usato l’approccio ecosistemico alla
produzione di cibo. Questo vuol dire imitare gli ecosistemi naturali per generare ecosistemi
commestibili che rigenerano l’ambiente e i cuori umani. Ecco perché serve un’attenta progettazione
fatta attraverso il design di permacultura: per generare ecosistemi bisogna usare un approccio
sistemico, e il design olistico di permacultura è un processo multidisciplinare razionale basato
sull’osservazione.

Viene usato l’approccio ecosistemico alla produzione di cibo

Permacultura anticatastrofe: i sistemi di permacultura, essendo multifunzionali, sono sistemi


anti-erosione, anti-alluvione, anti-incendio, anti-siccità, quindi resistenti alle catastrofi. Questo
aspetto, per ovvie ragioni, è fondamentale per mitigare il cambiamento meteorologico che si sta
verificando ormai ogni anno.
La permacultura, insomma, offre una sicurezza in più in rapporto ad altri sistemi di progettazione
del territorio.

La permacultura abbraccia tutti gli aspetti della nostra vita: dalla rigenerazione ambientale alla
progettazione sociale di comunità locali, fino alla realizzazione di un’economia alternativa, dando
un’alternativa reale alla nostra società rendendola più armonica e resiliente. Seminando paradisi
terrestri e rigenerando cuori umani.

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