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VANESSA DE LEONARDIS

Ecologia Umana
La sopravvivenza dellumanit dipender
dal nostro grado di competenza ecologica...
(Fritjof Capra)

ECOLOGIA =
scienza delle relazioni fra lorganismo e il mondo esterno circostante

AUTOECOLOGIA

SINECOLOGIA

ECOSISTEMA =
comunit di organismi e del loro ambiente fisico interagenti come
ununit ecologica

PRINCIPI di ORGANIZZAZIONE degli ECOSISTEMI


(PRINCIPI FONDAMENTALI dellECOLOGIA)

PRINCIPIO di INTERDIPENDENZA
Tutti i membri di una comunit ecologica sono interconnessi
in unimmensa e intricata RETE di RELAZIONI:
essi traggono le loro propriet essenziali e, di fatto,
la loro stessa esistenza dalle relazioni con gli altri membri.
Le relazioni fra i membri di una comunit ecologica
essendo NON LINEARI
coinvolgono anelli di retroazione multipli:
una perturbazione non rester limitata a un singolo effetto
ma si diffonder in configurazioni che si estendono in ogni direzione.
Promuovere la comunit significa
promuovere le relazioni fra i suoi membri.

La trama della vita fatta di RETI allinterno di RETI:


gli organismi possono essere considerati come RETI di cellule,
gli ecosistemi come RETI di organismi.
(Capra, 1996)

PRINCIPIO di CICLICITA
Gli anelli di retroazione dellecosistema sono i percorsi
attraverso cui le sostanze nutritive vengono continuamente riciclate.
Essendo sistemi aperti, tutti gli organismi di un ecosistema
producono rifiuti, ma ci che materiale di scarto per una specie
cibo per unaltra,
cosicch i rifiuti vengono completamente riciclati
e lecosistema nel suo complesso rimane privo di materiali residui.
Gli ecosistemi utilizzano energia rinnovabile (energia solare)
per alimentare gran parte dei cicli ecologici.

PRINCIPIO di COOPERAZIONE o PARTNERSHIP


Gli scambi ciclici di energia e di risorse in un ecosistema
sono sostenuti da una cooperazione diffusa.
La tendenza ad associarsi, a stabilire legami,
a vivere luno dentro laltro o luno attaccato allaltro
una caratteristica dei sistemi viventi.

PRINCIPIO di FLESSIBILITA
La flessibilit di un ecosistema una conseguenza
dei suoi anelli di retroazione multipli, che tendono a riportare il sistema in equilibrio
ogniqualvolta ci sia una deviazione dalla norma,
dovuta al cambiamento delle condizioni ambientali.
Poich nellambiente le perturbazioni avvengono di continuo,
le variabili di un ecosistema (densit delle popolazioni, disponibilit di nutrienti, ecc)
fluttuano continuamente, mantenendo il sistema dinamico e flessibile
nonch capace di adattarsi alle condizioni ambientali che cambiano.
Tutto questo vale per entro i limiti di tolleranza propri di ciascun ecosistema.

PRINCIPIO di DIVERSITA
Negli ecosistemi la complessit della RETE una conseguenza della sua biodiversit.
Una comunit ecologica eterogenea una comunit elastica,
capace di resistere e adattarsi alle perturbazioni, poich contiene molte specie
le cui funzioni ecologiche si sovrappongono e si integrano.

LECOSISTEMA una RETE AUTOPOIETICA :


ogni componente ha la funzione di partecipare
alla produzione o alla trasformazione
di altri componenti nella RETE.
In tal modo,
lecosistema costruisce continuamente se stesso:
prodotto dai suoi componenti e li produce a sua volta.

Lessere e lagire (dei sistemi viventi) sono inseparabili,


e ci costituisce la (loro) modalit specifica
di organizzazione.
(Maturana e Varela, 1987)

LECOSISTEMA una STRUTTURA DISSIPATIVA :


sistema termodinamicamente APERTO che scambia
energia e materia con lambiente.
A differenza dei sistemi chiusi,
in cui si stabilisce uno stato di equilibrio statico,
i sistemi aperti si mantengono in questo stato stazionario
lontano dallequilibrio, caratterizzato da flusso e cambiamenti
continui.
L organismo non un sistema statico chiuso verso lesterno
e tale da contenere sempre gli stessi componenti:
un sistema aperto in stato (quasi) stazionario,
e che, rispetto allambiente esterno,
in una relazione continua di scambio di materiali.
(Bertalanffy, 1968)

LECOSISTEMA una SOCIETA SOSTENIBILE :


nel corso di oltre tre miliardi di anni di evoluzione
gli ecosistemi del pianeta si sono organizzati
per vie ingegnose e complesse in modo da raggiungere
la massima sostenibilit.
Questa saggezza della Natura
costituisce lessenza delleco-competenza.

Una societ sostenibile una societ


che soddisfa i propri bisogni
senza ridurre le prospettive delle generazioni future.
(Lester Brown, 1981)

ECOLOGIA UMANA

Materia a carattere interdisciplinare che studia


la dipendenza delluomo dallambiente e gli effetti delluomo sullambiente

Le attivit antropiche che hanno un impatto sugli ecosistemi


sono fortemente influenzate
dal tipo di societ umana (ORGANIZZAZIONE SOCIALE).
I valori e le conoscenze (CULTURA)
che plasmano la nostra visione del mondo,
sia come individui sia come sistema sociale,
decidono le modalit attraverso cui
elaboriamo e interpretiamo le informazioni e le trasformiamo in azioni;
e la tecnologia determina il nostro repertorio di iniziative possibili.
L'organizzazione sociale e le istituzioni sociali che definiscono
i comportamenti socialmente accettabili trasformano le possibilit in
comportamenti effettivi.

VIOLAZIONE DEI PRINCIPI FONDAMENTALI dellECOLOGIA


VIOLAZIONE del PRINCIPIO di CICLICITA
La nostra economia, a differenza della Natura, lineare:
le nostre imprese utilizzano quasi esclusivamente energia non rinnovabile
e sfruttano le risorse
con conseguente accumulo di rifiuti e deterioramento ambientale.

VIOLAZIONE del PRINCIPIO di COOPERAZIONE o PARTNERSHIP


La nostra economia, a differenza della Natura, incoraggia la competizione,
lespansione e la dominazione.

VIOLAZIONE del PRINCIPIO di FLESSIBILITA


La mancanza di flessibilit nelle comunit umane si manifesta come stress.
In particolare, lo stress si presenta quando una o pi variabili del sistema vengono
spinte ai loro valori massimi, invece di essere ottimizzate,
causando una maggiore rigidit di tutto il sistema

VIOLAZIONE del PRINCIPIO di DIVERSITA


La nostra societ, a differenza della Natura, con le sue forme di intolleranza
(razzismo, sessismo, etnocentrismo, ecc) si oppone alla diversit.

Principali scuole filosofiche ecologiste


ECOLOGIA PROFONDA (Arne Naess, anni 70)
A differenza dellecologia SUPERFICIALE,
che si fonda su una visione antropocentrica,
lecologia PROFONDA riconosce il valore intrinseco di tutti gli esseri viventi
e considera luomo semplicemente come uno dei moltissimi fili
della trama della vita.
La consapevolezza ecologica profonda una consapevolezza spirituale
ideale per uno stile di vita ecologico e per lattivismo ambientalista.
Tutto ci che accade alla Terra,
accade ai figli e alle figlie della Terra.
Luomo non tesse la trama della vita;
in essa egli soltanto un filo.
Qualsiasi cosa fa alla trama, luomo la fa a se stesso.
(T. Perry, ispirato dal Capo Indiano SEATTLE)

ECOLOGIA SOCIALE

Studia le caratteristiche culturali e i modelli di organizzazione sociale


che hanno provocato la crisi ecologica attuale.
Terreno comune delle varie scuole di ecologia SOCIALE
il riconoscimento del fatto che
il carattere fondamentalmente antiecologico
di molte delle nostre strutture sociali ed economiche,
e delle tecnologie a esse legate, ha le sue radici
in ci che Riane Eisler ha definito sistema dominatore
di organizzazione sociale.
Patriarcato, capitalismo, imperialismo e razzismo
sono esempi di dominazione sociale antiecologica
basata sullo sfruttamento.

ECOFEMMINISMO

Considera la dominazione patriarcale degli uomini sulle donne come


il prototipo di ogni dominazione e di ogni sfruttamento.
In particolare, l ECOFEMMINISMO sottolinea che
lo sfruttamento della Natura andato di pari passo con quello delle donne,
che in ogni epoca sono state identificate con essa.

( La nascita di Adone; Bernard Picart )

STORIA del rapporto UOMO-AMBIENTE


FAMIGLIA HOMINIDAE

sottofamiglia PONGINAE

sottofamiglia HOMININAE

genere GORILLA
genere PAN (scimpanz)
genere HOMO
genere AUSTRALOPITHECUS
ed altri estinti
genere PONGO (orango)

4 MYA (era CENOZOICA)


genere AUSTRALOPITHECUS
Le scimmie antropomorfe dotate di stazione eretta e andatura bipede,
che si estinsero circa 1,4 milioni di anni fa,
appartenevano tutte al genere Australopithecus.
Il nome significa scimmia australe ed un tributo alle prime scoperte di
resti fossili appartenenti a questo genere, avvenute in Sud Africa.

La specie pi antica di Australopithecus chiamata afarensis,


dal nome della regione etiopica (Afar) in cui sono stati rinvenuti alcuni reperti
fossili, compreso il famoso scheletro di una femmina che i paleontologi
battezzarono Lucy
(COPPENS e JOHANSON 1974).

RIDOTTA CAPACITA CRANICA

RIDOTTA STATURA

MICROUSURA DENTARIA

DIETA VEGETARIANA e FIBROSA:


Ipotesi
della RACCOLTA nonch SPARTIZIONE
del CIBO
(GLYNN ISAACS)

2,5 MYA
Inizia levoluzione del genere Homo in Africa orientale
La transizione dagli australopitechi agli esseri umani
fu indotta da due sviluppi distinti:
A) la fragilit dei piccoli nati prematuramente,
che richiedevano famiglie e comunit in grado di dar loro sostegno

B) la libert di usare le mani per costruire e adoperare utensili,


che stimol la crescita del cervello contribuendo probabilmente
allo sviluppo del linguaggio

lanciando sassi, e tramortendo o uccidendo piccole prede,


i primi esseri umani furono catapultati in una nuova nicchia evolutiva.
Le capacit psicomotorie necessarie per uccidere a distanza
dipendevano dallaumento dimensionale dellemisfero cerebrale sinistro.
Le capacit di comunicare tramite il linguaggio
(che sono state associate con il lato sinistro del cervello)
possono fortuitamente aver accompagnato un simile aumento
delle dimensioni cerebrali.
(Margulis e Sagan, 1986)

La teoria del linguaggio e della coscienza di Maturana


ci permette di collegare queste due spinte evolutive.
Poich il linguaggio porta a una coordinazione di comportamenti
assai sofisticata ed efficiente, la sua evoluzione permise ai primi esseri umani
di incrementare notevolmente le loro attivit di cooperazione e di formare
famiglie, comunit e trib che fornirono loro enormi vantaggi evolutivi.
Il ruolo cruciale del linguaggio nellevoluzione umana non consistette
nellabilit di scambiare idee, ma nellaccresciuta capacit di cooperare.

La comunicazione non una trasmissione di informazioni, ma piuttosto una


coordinazione comportamentale fra organismi viventi
Il linguaggio nasce quando c una comunicazione sulla comunicazione.
Lunicit dellessere umano consiste nella capacit di tessere continuamente
la rete linguistica di cui fa parte.
Essere uomini significa esistere nel linguaggio.
In una conversazione umana il nostro mondo interiore di concetti e idee,
le nostre emozioni e i movimenti del nostro corpo sono saldamente legati
in una coreografia di coordinazione comportamentale.
Possiamo comprendere la coscienza umana solo attraverso il linguaggio
e lintero contesto sociale in cui inserita.
(Maturana e Varela)

Era geologica NEOZOICA

2 milioni di anni fa
PLEISTOCENE
(5 grandi GLACIAZIONI)

10.000 anni fa
OLOCENE
(ultimo periodo POST-GLACIALE)

Epoche UMANE

PALEOLITICO
(OMINIZZAZIONE)

NEOLITICO

Et dei METALLI
(URBANIZZAZIONE)

2 MYA

Homo habilis
AUMENTO del VOLUME ENCEFALICO

Utensili usati per la lavorazione della carne:

CHOPPERS

CHOPPING TOOLS

AUMENTA la CAPACITA di
costruire UTENSILI per
RACCOGLIERE e TRATTARE il CIBO

RACCOLTA di cibo VEGETALE e SCAVENGING

Gli ominidi si servivano


degli avvoltoi per localizzare
la posizione della carcassa
che raggiungevano in gruppo.
Una volta giunti a destinazione,
dovevano competere
con iene e sciacalli
per accaparrarsi il cibo
che consumavano
al campo base.

1,8 MYA

Homo ergaster
Il pi importante reperto fossile di ergaster stato rinvenuto in Kenia,
vicino al lago Turkana (KIMEU 1984).
Si tratta di uno scheletro
quasi completo
di un bambino di circa 10 anni,
alto circa 1,58:
il cranio presenta naso osseo evidente
(adattamento alle condizioni climatiche),
non piatto,
e rivela un certo prognatismo facciale.

1,6 MYA

Homo erectus
Questa specie fu la prima a lasciare il clima confortevole dellAfrica e a migrare
in Asia e in Europa. Lontani dalla terra natia, questi primi esseri umani
dovevano sopportare condizioni climatiche estremamente rigide, che ebbero
un forte impatto sulla loro evoluzione successiva.
AUMENTO delle CAPACITA COGNITIVE

ELABORAZIONE di
STRATEGIE di CACCIA e
UTENSILI sofisticati
USO del FUOCO

AUMENTO della STATURA/MASSA corporea

AUMENTO della FORZA fisica


nonch della CAPACITA di
CACCIARE

RACCOLTA di cibo VEGETALE e CACCIA


Le AMIGDALE venivano impugnate e
scagliate con forza contro la preda

Gli Homo erectus davano la caccia


ad animali come il mammut,
il bisonte e simili,
con asce di pietra:
banchettavano con le loro carni,
presso il fuoco acceso nelle caverne,
e utilizzavano le loro pellicce
per proteggersi dal freddo.

Lo stile di vita dei CACCIATORI-RACCOGLITORI comporta:


nomadismo
economia di SUSSISTENZA
(sfruttamento delle risorse alimentari fornite direttamente dalla natura,
senza un preventivo intervento di trasformazione)
dieta varia ed equilibrata
suddivisione sessuale dei ruoli
conoscenza delle specie selvatiche e dei loro cicli di crescita
egalitarismo sociale
struttura sociale di bande di 20-50 individui
bassa densit di popolazione
(alto INTERVALLO INTERGENESICO e alto TASSO di MORTALITA INFANTILE)

400.000 anni fa
Inizia levoluzione di Homo sapiens
Mentre Homo erectus si evolveva gradualmente in Homo sapiens, in Europa
avvenne il distacco di un ceppo distinto da cui, circa 125.000 anni or sono,
si evolvette la forma NEANDERTALIANA classica.
Luomo di NEANDERTAL, il cui nome deriva da quello della localit tedesca
dove furono scoperti i suoi primi esemplari, sopravvisse fino a 35.000 anni fa:

era tozzo e robusto,


con ossa massicce,
fronte sfuggente,
mascelle possenti e
denti anteriori lunghi e sporgenti.
Le sue caratteristiche anatomiche erano probabilmente dovute al fatto
che fu la prima specie umana a trascorrere periodi prolungati in ambienti
estremamente freddi, dato che fece la sua comparsa allinizio dellultimo
periodo glaciale.

250.000 anni fa
Estinzione di Homo erectus
e comparsa di forme arcaiche di Homo sapiens
100.000 anni fa
Piena evoluzione di Homo sapiens in Africa e Asia

40.000 anni fa
Piena evoluzione di Homo sapiens (CRO-MAGNON) in Europa
I CRO-MAGNON, anatomicamente identici a noi, produssero unautentica
esplosione di innovazioni tecnologiche e di attivit artistiche.
Gli utensili di pietra e di osso finemente lavorati,
i gioielli fatti con conchiglie e avorio e le magnifiche pitture sulle pareti
di caverne costituiscono testimonianze vivide della raffinatezza culturale di quei
primi membri della moderna razza umana.

10.000 anni fa: rivoluzione NEOLITICA


Sviluppo dellAGRICOLTURA e della PASTORIZIA
Il passaggio alleconomia PRODUTTIVA
ha avuto un enorme impatto sulla vita sociale e culturale delluomo.
Ha infatti consentito:
uno stile di vita sedentario e pi sicuro
la costruzione di strutture permanenti
spazio libero per linvestimento nella cultura e nella tecnologia
laumento della densit di popolazione di 10-20 volte
Ha per comportato:
una dieta meno varia ed equilibrata
diffusione di nuove malattie
ineguaglianza sociale
impatto ambientale

Ipotesi sullorigine dellagricoltura

La stretta associazione tra aumento della popolazione e diffusione


dellagricoltura lascia pensare che vi sia una relazione tra i due fenomeni, ma
quale sia da considerare la causa e quale leffetto ancora dibattuto.
I cambiamenti ambientali avvenuti alla fine del PLEISTOCENE
avevano alterato la qualit e la distribuzione geografica delle specie.
Lavanzamento delle linee di costa favor la formazione di aree costiere
ricche di risorse nutritizie.
La loro disponibilit, insieme alle conoscenze ormai acquisite sulla natura
e lo sviluppo delle piante e degli animali,
consentirono la produzione e il controllo delle risorse alimentari.
I CACCIATORI-RACCOGLITORI divennero sedentari, adottarono lagricoltura,
e quindi aumentarono le proprie dimensioni.

Verso la fine del PALEOLITICO, lo squilibrio tra lincremento demografico


(probabilmente dipeso da un aumento della fertilit)
e la disponibilit delle risorse alimentari ha stimolato lorigine dellagricoltura.

RACCOLTA di piante selvatiche

PRODUZIONE di piante selvatiche con forme minime di COLTIVAZIONE

COLTIVAZIONE SISTEMATICA

AGRICOLTURA = SELEZIONE POSITIVA delle specie vegetali POLIPLOIDI


2n

T. monococcum (farro piccolo)

4n

T. durum (grano duro)

6n

T. aestivum (grano tenero)

Nascita della pastorizia


12.000 anni fa

CANE (Asia occidentale)

9.000 anni fa

CAPRA e PECORA (Asia occidentale)

8.000 anni fa

BUE e MAIALE (Asia occidentale)

6.000 anni fa

CAVALLO (Asia centrale) e ASINO (Arabia, Nord Africa)

4.000 anni fa

POLLO (Asia meridionale)

Effetti dellADDOMESTICAMENTO (selezione artificiale umana):


riduzione delle dimensioni corporee (arti, scheletro facciale)
aumento della massa grassa
aumento della frequenza delle stagioni di accoppiamento e della numerosit
della prole in ciascuna figliata
riduzione dellaggressivit
creazione di razze

VARIABILITA UMANA
LUomo lunico primate, tra quelli attualmente viventi,
ad aver colonizzato lintera superficie terrestre,
cio lunica specie cosmopolita.
I vari gruppi umani appartengono tutti ad ununica specie: Homo sapiens,
evolutasi in Africa circa 150.000 di anni fa
e diffusasi nei restanti continenti a partire da 100.000 anni fa.
Le differenze fenotipiche devono essere considerate
come forme di adattamento ad ambienti diversi
e frutto della progressiva dispersione dallAfrica verso altre latitudini.
( modello MONOCENTRICO o Out of Africa )

In passato, per indicare questa variet di forme,


era comunemente utilizzato il termine razza;
oggi esso decisamente superato poich la sua indefinibilit
non gli consente di avere validit scientifica.

Gi nel 1871, Darwin nel libro


Lorigine delluomo e la scelta in rapporto al sesso
asser che la specie umana una sola,
dal momento che
ogni razza confluisce gradualmente nellaltra.

2 buoni motivi per escludere lesistenza di razze umane


1) Se si considerano singoli caratteri, o meglio singoli geni, essi sono sempre presenti in quasi tutte
le popolazioni umane, anche se con frequenza diversa, e nessun gene pu essere utilizzato per
distinguere una popolazione umana dallaltra.
Le popolazioni umane sono geneticamente molto simili le une alle altre.
Tutte, in ogni caso, discendono da una medesima trib vissuta in Africa circa 150.000 anni fa e
diffusasi nei restanti quattro continenti a partire da 100.000 anni fa.
Siamo tutti migranti africani. Veniamo tutti da l.

Cento millenni sono pochi per determinare significative divergenze genetiche tra gruppi di migranti.
In ogni caso, qualsiasi accenno di divergenza tra popolazioni diverse sarebbe stato presto
interrotto, perch in questi cento millenni tutte le popolazioni umane sono state in contatto tra di
loro. Non c stata la possibilit di formare razze diverse.

2) La variabilit genetica allinterno delle singole popolazioni,per esempio tra gli europei o gli
italiani, elevatissima.Mentre le differenze genetiche tra i tipi mediani delle diverse popolazioni,
tra gli italiani e gli etiopi, per esempio, sono modeste e pressocch irrilevanti
rispetto alla variabilit interna alle singole popolazioni.

Il fattore selettivo che ha agito con maggiore intensit sugli esseri umani
stato il CLIMA.
La VARIABILITA umana deriva da un processo di adattamento complesso:

ADATTAMENTO CULTURALE
ADATTAMENTO FISIOLOGICO
ADATTAMENTO GENETICO

LEGGI ECOGEOGRAFICHE
o TIPI di VARIAZIONE CLINALE

REGOLA di BERGMAN
ALTA temperatura : RIDOTTA massa corporea
BASSA temperatura : CONSISTENTE massa corporea
La quantit di calore che un animale disperde attraverso la pelle
direttamente proporzionale alla sua superficie.
Il rapporto tra il volume e la superficie del corpo tale per cui
pi un animale grosso, minore la sua superficie per unit di volume e,
di conseguenza, pi lenta la sua perdita di calore.

pinguino IMPERATORE dell ANTARTIDE (120 cm)

pinguino equatoriale delle GALAPAGOS (50 cm)

REGOLA di ALLEN

La lunghezza degli ARTI e delle APPENDICI (naso, orecchie, ecc)


aumenta allaumentare della temperatura.

ESCHIMESE

DONNE AFRICANE

(ADIPE sottocutaneo distribuito uniformemente)

(ADIPE sottocutaneo distribuito non uniformemente)

REGOLA di GLOGER
La pigmentazione corporea aumenta allaumentare della temperatura.
Il colore della pelle dipende dalla presenza di sostanze colorate chiamate pigmenti.
Il principale pigmento la melanina, di colore scuro,
prodotto da cellule chiamate melanociti che si trovano all'interno della pelle.
Le diverse tonalit che la pelle pu assumere nelle popolazioni umane dipendono
dalla distribuzione e dalla quantit di melanina.
La melanina possiede l'importante propriet di trattenere i raggi ultravioletti (UV) presenti
nelle radiazioni solari, i quali possono avere degli effetti dannosi sul nostro organismo (tumori epiteliali).
L'abbronzatura che ci prendiamo in estate un esempio dell'effetto protettivo della melanina.
Sulla terra il grado di irraggiamento solare (e quindi di UV) aumenta passando dai poli all'equatore.
Le popolazioni mediterranee e africane hanno la pelle scura per il fatto che questa assicura
una buona protezione dagli effetti dannosi delle radiazioni ultraviolette, presenti in grandi quantit
poich il grado di insolazione in queste aree (soprattutto in Africa) molto elevato.
Per quanto riguarda il problema del surriscaldamento, la pelle scura assorbe una maggior quantit di radiazioni;
la temperatura cutanea per non si innalza poich in queste popolazioni esistono degli efficienti
meccanismi di dispersione del calore (esempio: maggiore sudorazione a causa della presenza di un maggior numero
di ghiandole sudoripare).
La pelle chiara rappresenta un vantaggio laddove il grado di irraggiamento solare non molto elevato.
Il motivo risiede nel fatto che i raggi UV hanno anche un effetto benefico sul nostro organismo.
Essi stimolano la produzione di vitamina D, la quale permette una corretta crescita delle ossa, e quindi un normale sviluppo
scheletrico. Una carenza di vitamina D durante la crescita pu portare al rachitismo, cosa che avverrebbe
se le popolazioni che vivono a latitudini nelle quali il grado di insolazione poco elevato avessero la pelle scura.
La forte pigmentazione non permetterebbe il passaggio delle radiazioni UV necessarie per la produzione di vitamina D.
Una eccezione rappresentata dagli Eschimesi che vivono in zone dove l'insolazione bassissima,
poich lontanissime dall'Equatore, per hanno la pelle scura.
Non potendo sfruttare i raggi ultravioletti per produrre vitamina D, consumano degli alimenti ricchi di questa vitamina.

BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE
APPUNTI di LEZIONE della Prof.sa Silvana Borgognini
LA RETE DELLA VITA (F. CAPRA)
CHE COSE LECOLOGIA UMANA? (G. MARTEN)
PERCHE LA POPOLAZIONE AFRICANA HA LA PELLE NERA? (I. PIRAS)
COME INVENTAMMO LE RAZZE (P.GRECO)
LUOMO: UNA SOLA RAZZA COSMOPOLITA (A. SPAGNA)

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