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Ecologia Umana
La sopravvivenza dellumanit dipender
dal nostro grado di competenza ecologica...
(Fritjof Capra)
ECOLOGIA =
scienza delle relazioni fra lorganismo e il mondo esterno circostante
AUTOECOLOGIA
SINECOLOGIA
ECOSISTEMA =
comunit di organismi e del loro ambiente fisico interagenti come
ununit ecologica
PRINCIPIO di INTERDIPENDENZA
Tutti i membri di una comunit ecologica sono interconnessi
in unimmensa e intricata RETE di RELAZIONI:
essi traggono le loro propriet essenziali e, di fatto,
la loro stessa esistenza dalle relazioni con gli altri membri.
Le relazioni fra i membri di una comunit ecologica
essendo NON LINEARI
coinvolgono anelli di retroazione multipli:
una perturbazione non rester limitata a un singolo effetto
ma si diffonder in configurazioni che si estendono in ogni direzione.
Promuovere la comunit significa
promuovere le relazioni fra i suoi membri.
PRINCIPIO di CICLICITA
Gli anelli di retroazione dellecosistema sono i percorsi
attraverso cui le sostanze nutritive vengono continuamente riciclate.
Essendo sistemi aperti, tutti gli organismi di un ecosistema
producono rifiuti, ma ci che materiale di scarto per una specie
cibo per unaltra,
cosicch i rifiuti vengono completamente riciclati
e lecosistema nel suo complesso rimane privo di materiali residui.
Gli ecosistemi utilizzano energia rinnovabile (energia solare)
per alimentare gran parte dei cicli ecologici.
PRINCIPIO di FLESSIBILITA
La flessibilit di un ecosistema una conseguenza
dei suoi anelli di retroazione multipli, che tendono a riportare il sistema in equilibrio
ogniqualvolta ci sia una deviazione dalla norma,
dovuta al cambiamento delle condizioni ambientali.
Poich nellambiente le perturbazioni avvengono di continuo,
le variabili di un ecosistema (densit delle popolazioni, disponibilit di nutrienti, ecc)
fluttuano continuamente, mantenendo il sistema dinamico e flessibile
nonch capace di adattarsi alle condizioni ambientali che cambiano.
Tutto questo vale per entro i limiti di tolleranza propri di ciascun ecosistema.
PRINCIPIO di DIVERSITA
Negli ecosistemi la complessit della RETE una conseguenza della sua biodiversit.
Una comunit ecologica eterogenea una comunit elastica,
capace di resistere e adattarsi alle perturbazioni, poich contiene molte specie
le cui funzioni ecologiche si sovrappongono e si integrano.
ECOLOGIA UMANA
ECOLOGIA SOCIALE
ECOFEMMINISMO
sottofamiglia PONGINAE
sottofamiglia HOMININAE
genere GORILLA
genere PAN (scimpanz)
genere HOMO
genere AUSTRALOPITHECUS
ed altri estinti
genere PONGO (orango)
RIDOTTA STATURA
MICROUSURA DENTARIA
2,5 MYA
Inizia levoluzione del genere Homo in Africa orientale
La transizione dagli australopitechi agli esseri umani
fu indotta da due sviluppi distinti:
A) la fragilit dei piccoli nati prematuramente,
che richiedevano famiglie e comunit in grado di dar loro sostegno
2 milioni di anni fa
PLEISTOCENE
(5 grandi GLACIAZIONI)
10.000 anni fa
OLOCENE
(ultimo periodo POST-GLACIALE)
Epoche UMANE
PALEOLITICO
(OMINIZZAZIONE)
NEOLITICO
Et dei METALLI
(URBANIZZAZIONE)
2 MYA
Homo habilis
AUMENTO del VOLUME ENCEFALICO
CHOPPERS
CHOPPING TOOLS
AUMENTA la CAPACITA di
costruire UTENSILI per
RACCOGLIERE e TRATTARE il CIBO
1,8 MYA
Homo ergaster
Il pi importante reperto fossile di ergaster stato rinvenuto in Kenia,
vicino al lago Turkana (KIMEU 1984).
Si tratta di uno scheletro
quasi completo
di un bambino di circa 10 anni,
alto circa 1,58:
il cranio presenta naso osseo evidente
(adattamento alle condizioni climatiche),
non piatto,
e rivela un certo prognatismo facciale.
1,6 MYA
Homo erectus
Questa specie fu la prima a lasciare il clima confortevole dellAfrica e a migrare
in Asia e in Europa. Lontani dalla terra natia, questi primi esseri umani
dovevano sopportare condizioni climatiche estremamente rigide, che ebbero
un forte impatto sulla loro evoluzione successiva.
AUMENTO delle CAPACITA COGNITIVE
ELABORAZIONE di
STRATEGIE di CACCIA e
UTENSILI sofisticati
USO del FUOCO
400.000 anni fa
Inizia levoluzione di Homo sapiens
Mentre Homo erectus si evolveva gradualmente in Homo sapiens, in Europa
avvenne il distacco di un ceppo distinto da cui, circa 125.000 anni or sono,
si evolvette la forma NEANDERTALIANA classica.
Luomo di NEANDERTAL, il cui nome deriva da quello della localit tedesca
dove furono scoperti i suoi primi esemplari, sopravvisse fino a 35.000 anni fa:
250.000 anni fa
Estinzione di Homo erectus
e comparsa di forme arcaiche di Homo sapiens
100.000 anni fa
Piena evoluzione di Homo sapiens in Africa e Asia
40.000 anni fa
Piena evoluzione di Homo sapiens (CRO-MAGNON) in Europa
I CRO-MAGNON, anatomicamente identici a noi, produssero unautentica
esplosione di innovazioni tecnologiche e di attivit artistiche.
Gli utensili di pietra e di osso finemente lavorati,
i gioielli fatti con conchiglie e avorio e le magnifiche pitture sulle pareti
di caverne costituiscono testimonianze vivide della raffinatezza culturale di quei
primi membri della moderna razza umana.
COLTIVAZIONE SISTEMATICA
4n
6n
9.000 anni fa
8.000 anni fa
6.000 anni fa
4.000 anni fa
VARIABILITA UMANA
LUomo lunico primate, tra quelli attualmente viventi,
ad aver colonizzato lintera superficie terrestre,
cio lunica specie cosmopolita.
I vari gruppi umani appartengono tutti ad ununica specie: Homo sapiens,
evolutasi in Africa circa 150.000 di anni fa
e diffusasi nei restanti continenti a partire da 100.000 anni fa.
Le differenze fenotipiche devono essere considerate
come forme di adattamento ad ambienti diversi
e frutto della progressiva dispersione dallAfrica verso altre latitudini.
( modello MONOCENTRICO o Out of Africa )
Cento millenni sono pochi per determinare significative divergenze genetiche tra gruppi di migranti.
In ogni caso, qualsiasi accenno di divergenza tra popolazioni diverse sarebbe stato presto
interrotto, perch in questi cento millenni tutte le popolazioni umane sono state in contatto tra di
loro. Non c stata la possibilit di formare razze diverse.
2) La variabilit genetica allinterno delle singole popolazioni,per esempio tra gli europei o gli
italiani, elevatissima.Mentre le differenze genetiche tra i tipi mediani delle diverse popolazioni,
tra gli italiani e gli etiopi, per esempio, sono modeste e pressocch irrilevanti
rispetto alla variabilit interna alle singole popolazioni.
Il fattore selettivo che ha agito con maggiore intensit sugli esseri umani
stato il CLIMA.
La VARIABILITA umana deriva da un processo di adattamento complesso:
ADATTAMENTO CULTURALE
ADATTAMENTO FISIOLOGICO
ADATTAMENTO GENETICO
LEGGI ECOGEOGRAFICHE
o TIPI di VARIAZIONE CLINALE
REGOLA di BERGMAN
ALTA temperatura : RIDOTTA massa corporea
BASSA temperatura : CONSISTENTE massa corporea
La quantit di calore che un animale disperde attraverso la pelle
direttamente proporzionale alla sua superficie.
Il rapporto tra il volume e la superficie del corpo tale per cui
pi un animale grosso, minore la sua superficie per unit di volume e,
di conseguenza, pi lenta la sua perdita di calore.
REGOLA di ALLEN
ESCHIMESE
DONNE AFRICANE
REGOLA di GLOGER
La pigmentazione corporea aumenta allaumentare della temperatura.
Il colore della pelle dipende dalla presenza di sostanze colorate chiamate pigmenti.
Il principale pigmento la melanina, di colore scuro,
prodotto da cellule chiamate melanociti che si trovano all'interno della pelle.
Le diverse tonalit che la pelle pu assumere nelle popolazioni umane dipendono
dalla distribuzione e dalla quantit di melanina.
La melanina possiede l'importante propriet di trattenere i raggi ultravioletti (UV) presenti
nelle radiazioni solari, i quali possono avere degli effetti dannosi sul nostro organismo (tumori epiteliali).
L'abbronzatura che ci prendiamo in estate un esempio dell'effetto protettivo della melanina.
Sulla terra il grado di irraggiamento solare (e quindi di UV) aumenta passando dai poli all'equatore.
Le popolazioni mediterranee e africane hanno la pelle scura per il fatto che questa assicura
una buona protezione dagli effetti dannosi delle radiazioni ultraviolette, presenti in grandi quantit
poich il grado di insolazione in queste aree (soprattutto in Africa) molto elevato.
Per quanto riguarda il problema del surriscaldamento, la pelle scura assorbe una maggior quantit di radiazioni;
la temperatura cutanea per non si innalza poich in queste popolazioni esistono degli efficienti
meccanismi di dispersione del calore (esempio: maggiore sudorazione a causa della presenza di un maggior numero
di ghiandole sudoripare).
La pelle chiara rappresenta un vantaggio laddove il grado di irraggiamento solare non molto elevato.
Il motivo risiede nel fatto che i raggi UV hanno anche un effetto benefico sul nostro organismo.
Essi stimolano la produzione di vitamina D, la quale permette una corretta crescita delle ossa, e quindi un normale sviluppo
scheletrico. Una carenza di vitamina D durante la crescita pu portare al rachitismo, cosa che avverrebbe
se le popolazioni che vivono a latitudini nelle quali il grado di insolazione poco elevato avessero la pelle scura.
La forte pigmentazione non permetterebbe il passaggio delle radiazioni UV necessarie per la produzione di vitamina D.
Una eccezione rappresentata dagli Eschimesi che vivono in zone dove l'insolazione bassissima,
poich lontanissime dall'Equatore, per hanno la pelle scura.
Non potendo sfruttare i raggi ultravioletti per produrre vitamina D, consumano degli alimenti ricchi di questa vitamina.
BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE
APPUNTI di LEZIONE della Prof.sa Silvana Borgognini
LA RETE DELLA VITA (F. CAPRA)
CHE COSE LECOLOGIA UMANA? (G. MARTEN)
PERCHE LA POPOLAZIONE AFRICANA HA LA PELLE NERA? (I. PIRAS)
COME INVENTAMMO LE RAZZE (P.GRECO)
LUOMO: UNA SOLA RAZZA COSMOPOLITA (A. SPAGNA)