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ORDINE DEGLI INGEGNERI DELLE PROVINCIA DI ROMA

CORSO ‘TECNICO / CONSULENTE AMBIENTALE’

‘LA TUTELA DELL’AMBIENTE A LIVELLO


INTERNAZIONALE:
I SUMMIT INTERNAZIONALI DEDICATI ALLA
PROTEZIONE DELL’AMBIENTE’

Ing. Gaetano Battistella


INDICE

1. Introduzione alle tematiche ambientali

2. Le Istituzioni Nazionali per la protezione


dell’ambiente

3. Le Istituzioni Internazionali per la protezione


dell’ambiente

4. L’analisi delle strategie ambientali

5. Gli indicatori ambientali

6. Conclusioni
1. Introduzione alle tematiche ambientali (I)
Il problema della tutela dell’ambiente comporta la corretta
comprensione dei fenomeni ambientali (fisici, chimici e
geologici), ma anche economici e sociali.
La pressione esercitata dai 6 miliardi di uomini che popolano
il pianeta Terra si riscontra in termini di effetti
sull’ambiente ed in effetti sulla popolazione stessa.
Il problema della corretta
conservazione delle risorse
del pianeta e del
miglioramento delle condizioni
di vita dell’uomo è
all’attenzione dei Governi e
dei cittadini di tutto il
mondo, per garantire il
futuro alle nuove generazioni.
1. Introduzione alle tematiche ambientali (II)

DEFINIZIONI - TIPI DI ECOSISTEMI


Composizioni e caratteristiche
L’Ecologia è la scienza che studia i rapporti tra gli
organismi e fra gli organismi e l’ambiente in cui essi vivono,
termine introdotto nel 1866 da E. Haeckel che lo coniò
intendendo con questa parola (oikos = casa, logos = studio)
lo studio degli organismi nel loro ambiente.
L’ecologia comincia ad essere una branca ben distinta della
biologia verso il 1900: Mobius nel 1877 chiarisce il
concetto di comunità sociale o biocenosi e Forbes nel 1887
quello di ecosistema.
Nel 1910 l’ecologia fu distinta in autoecologia (che tratta
di una singola specie) e sinecologia (che studia i rapporti
tra specie diverse).
1. Introduzione alle tematiche ambientali (III)

L’ecologia è una scienza antichissima (le prime osservazioni


di natura ecologica si possono far risalire alla preistoria)
solo negli ultimi anni diventato un termine di uso
corrente.
Si sta sviluppando di recente la consapevolezza che la
conoscenza delle molteplici relazioni tra la vita degli
organismi e le caratteristiche ambientali sia
indispensabile per la vita dell’uomo stesso e che una
oculata gestione del patrimonio naturale sia alla base del
miglioramento delle condizioni della nostra civiltà.
Questo avviene soprattutto da quando il progresso
tecnologico, l’aumento della popolazione umana, la ricerca
delle fonti di energia hanno mostrato i pericoli e le
conseguenze derivanti da inconsulte trasformazioni degli
ambienti naturali.
1. Introduzione alle tematiche ambientali (IV)

Dell'ambiente nella sua totalità, ovvero l'intero pianeta


Terra, si possono esaminare i suoi elementi comuni:
l’aria, l’acqua, il suolo, nei quali avvengono numerose
continue trasformazioni.
L’ambiente biologico è l’insieme delle condizioni chimico-
fisiche e biologiche che permettono la vita di determinati
organismi e si dividono in terrestri ed acquatici: nei primi
gli animali vivono sulla terra emersa e respirano l’aria
atmosferica e nel secondo caso sono immersi nell’acqua e
respirano l’ossigeno disciolto nel mezzo liquido.
L’ambiente acquatico è più ricco di forme di vita animale e
la distribuzione dei vegetali nelle acque è limitata dalla
fotosintesi della luce che penetra fino a 200 metri sotto
il livello del mare.
1. Introduzione alle tematiche ambientali (V)
L’ambiente terrestre può essere suddiviso in ambiente
epigeo (sopra la superficie) ed ambiente ipogeo (sotto la
superficie).
L’ambiente acquatico può essere suddiviso in ambiente
marino e in ambiente delle acque dolci.

  - Epigeo (sopra la superficie)


- Ambiente terrestre
- Ipogeo (sotto la superficie)

 
- Marino
- Ambiente acquatico
- Acque dolci
1. Introduzione alle tematiche ambientali (VI)

Le caratteristiche basilari del nostro ambiente sono inserite


in contesti differenti, creando i "microambienti“ (la casa,
la scuola, il parco, ecc.).
L'ecologia studia come le piante e gli animali, incluso
l’uomo, vivono ed interagiscano nel loro ambiente comune,
la Terra, e nei loro "microambienti“:
- nella biosfera, insieme delle forme viventi, del suolo,
dell'acqua e dell'aria del nostro pianeta nello strato della
crosta terrestre, degli oceani e dell'atmosfera in cui
avviene la vita;
- negli ecosistemi, insieme di un ambiente abiotico (la parte
non vivente) detto biotopo, e l’ambiente biotico (gli
organismi viventi) detto biocenosi.
1. Introduzione alle tematiche ambientali (VII)

L’ecosistema può quindi essere così rappresentato:


  - BIOCENOSI
ECOSISTEMA
  - BIOTOPO
L’ecosistema o biogeocenosi è l’unità funzionale
fondamentale dell’ecologia: ogni animale, ogni pianta e il
loro ambiente sono correlati tra loro ed agiscono l’uno
sull’altro secondo un meccanismo perfetto per cui niente
viene perduto o sprecato.
Anche l’energia che accompagna ogni trasformazione
materiale viene trasformata senza uscire dall’ecosistema
e lo scambio di materiali costituisce perciò un sistema
chiuso.
1. Introduzione alle tematiche ambientali (VIII)
Un sistema può essere Chiuso se è attraversato da energia
(solare) ma non dalla materia, Aperto se è attraversato
da energia e dalla materia, Isolato se non è attraversato
né alla energia né dalla materia.

 Ecosistema M = cost

 Ne consegue che l’ecosistema può avere dimensioni


variabili, purchè esistano i componenti fondamentali ed
interagiscono con una certa stabilità funzionale: uno
stagno, una prateria, una foresta, ma anche un acquario
sono unità funzionali (micro-ecosistemi).
Molti piccoli ecosistemi sono compresi l'uno dentro l'altro e
formano un grande ecosistema: il terreno umido riparato
dalla luce sotto un sasso è un piccolo ecosistema della
foresta.
1. Introduzione alle tematiche ambientali (IX)

L'ecosistema ha delle componenti viventi (piante, animali) e


componenti non viventi (rocce, suolo, acqua, aria, luce e
calore).
Si possono dividere 5 megaecosistemi:
1. marino o delle acque salate
2. acque dolci
3. suoli inondati
4. terrestri o suoli areali
5. urbano-industriali

Come si costituisce un ecosistema può essere rappresentato


dalla "piramide ecologica" in cui gli organismi viventi sono
disposti secondo gerarchia, con scambio di energia con
l'ambiente circostante.
1. Introduzione alle tematiche ambientali (X)

La biosfera è l’area del pianeta dove è possibile la vita e


comprende tutti gli ecosistemi terrestri ed acquatici (è il
massimo sistema ecologico).
 I biomi sono gli ecosistemi più ampi in cui la superficie
terrestre può essere suddivisa: i ghiacci, le montagne, la
macchia, la foresta tropicale, il deserto, la foresta di
conifere, la prateria, la tundra, sono biomi dell’ambiente
epigeo dove condizioni di esistenza molto diverse
influenzano la distribuzione degli organismi, mentre
nell’ambiente ipogeo si hanno differenti biomi come le
caverne ed ai biomi terrestri va aggiunto il bioma marino.
Il clima di ciascun bioma influisce direttamente sulle
quantità di piante e di animali che lo popolano.
1. Introduzione alle tematiche ambientali (XI)

Habitat: è l’ambiente dove un determinato organismo può


vivere. E’ caratterizzato dal tipo di vegetazione o dalle
condizioni fisiche e chimiche dell’ambiente (habitat dei
laghi, delle scogliere, delle spiagge).
Esso comprende tutto ciò che è indispensabile a garantire
la sopravvivenza della specie stessa.
L'habitat della trota è il ruscello montano, con le sue
caratteristiche di temperatura dell'acqua, alghe, ciottoli,
insetti ed altre specie viventi (del leone è la savana, del
muschio è il sottobosco ombroso).
L'habitat di una specie si intreccia e si sovrappone con
quello di altre specie che convivono nel medesimo
ambiente costituendo la biocenosi caratteristica di quel
tipo di territorio.
1. Introduzione alle tematiche ambientali (XII)

La nicchia ecologica indica dove e come una specie animale o


vegetale vive, ciò di cui si nutre, come e dove si
riproduce, chi sono i suoi nemici naturali e quali sono le
relazioni fra un organismo con il suo ambiente e con le
altre specie che lo popolano (abitudini alimentari,
comportamento ecc.).
La nicchia ecologica è caratteristica di una specie o di
poche specie affini in competizione tra di loro e descrive
come e dove essa esercita la sua specifica attività:
l’habitat di una data specie corrisponde al suo possibile
indirizzo e la nicchia ecologica alla sua attività.

La popolazione: è un gruppo di individui della stessa specie


che occupano un determinato territorio.
1. Introduzione alle tematiche ambientali (XIII)

La sinecologia studia i rapporti inter ed intraspecifici fra le


varie componenti di un ecosistema.

Gli individui di una stessa comunità biologica sono legati tra


loro da molteplici rapporti di dipendenza e di disposizione
nello spazio influenzati da fattori ecologici.
Per fattori ecologici si intendono tutte quelle condizioni o
situazioni che influiscono sull'ambiente e sui cicli vitali.
I fattori pedologici sono l'insieme dei parametri che
dipendono dal suolo inteso come complesso abiotico, cioè
privo di vita, quali la composizione minerale, l'acqua, la
struttura del terreno (sassoso, sabbioso, ecc.).
1. Introduzione alle tematiche ambientali (XIV)

I fattori edafici sono l'insieme delle relazioni nutrizionali


tra i vari esseri viventi ed il suolo.
I fattori climatici si riconducono a tre elementi
fondamentali: la temperatura, le precipitazioni, i venti
oltre alla luce che è determinante per gli esseri viventi.
I fattori biotici sono interazioni tra gli organismi viventi di
un definito territorio, incluse le azioni dell'uomo e degli
animali domestici.
I fattori topografici derivano dalla configurazione del
territorio con effetti sull'intensità dell'azione dei fattori
ecologici (una catena montuosa, un arcipelago per un
ecosistema marino.
1. Introduzione alle tematiche ambientali (XV)

Le relazioni possibili sono tante: consideriamo quelle


alimentari della Catena alimentare.
I vegetali sono produttori primari, gli animali erbivori sono
consumatori primari, i consumatori secondari sono i
carnivori che mangiano i consumatori primari cioè gli
erbivori ed i consumatori terziari sono gli animali che
mangiano i consumatori secondari.
In realtà le cose possono essere più complicate perché gli
anelli possono essere più numerosi ed i rapporti alimentari
meno schematici e si deve parlare di una rete alimentare
con numerose maglie, poiché una stessa specie può essere
predata o predatrice di più specie diverse, con relazioni
che si intrecciano in modo spesso assai complicato.
1. Introduzione alle tematiche ambientali (XVI)

Attraverso le reti e le catene alimentari vi è sempre un


trasferimento di energia la cui sorgente prima è il sole
che rende possibile la vita.
Anche noi, come tutti gli animali, per muoverci e per
esplicare tutte le altre funzioni vitali utilizziamo, sia
pure indirettamente, energia solare immagazzinata nelle
nostre cellule sotto forma di zuccheri e di grassi e ad
ogni passaggio viene utilizzato al massimo il 10% del
materiale.
Questi fenomeni sono rappresentati schematicamente con le
piramidi alimentari, dove il piano inferiore corrisponde
alla produzione primaria dovuta ai vegetali ed i piani
superiori, ai consumatori primari (erbivori), secondari,
terziari ecc. (carnivori).
1. Introduzione alle tematiche ambientali (XVII)
CATENA ALIMENTARE
PRODUTTORI AUTOTROFI (piante verdi)
CONSUMATORI ETEROTROFI (animali)
TRASFORMATORI SAPROFAGI (batteri e funghi)
Con consumatori Primari - Secondari -Terziari

LEGGE DEL 10%


Ad ogni passaggio nella catena alimentare viene utilizzato al
massimo il 10% del materiale.

PIRAMIDE ALIMENTARE
CONSUMATORI
/ \
PRODUTTORI
1. Introduzione alle tematiche ambientali (XVIII)

La SIMBIOSI è un particolare tipo di rapporto tra individui


di specie diversa in associazione più o meno intima,
temporanea o permanente - i due individui sono detti
simbionti - con vantaggio reciproco dei due conviventi, o
senza loro danno, o col vantaggio esclusivo di uno solo dei
conviventi:
Parassitismo: uno solo dei simbionti causa all’altro danni
più o meno gravi
Inquilinismo:uno dei simbionti vive nel corpo dell’altro senza
provocare danni
Commensalismo: uno dei simbionti approfitta dei resti del
pasto dell’altro
Mutualismo: i simbionti traggono reciproco vantaggio dalla
vita comune.
1. Introduzione alle tematiche ambientali (XIX)

Per COMPETIZIONE si intende lo stato di concorrenza per


una stessa risorsa.
In una foresta le diverse piante competono per la luce, gli
animali si contendono il cibo ed il territorio.
La competizione può essere intraspecifica (per
l’accoppiamento) o interspecifica (per la stessa fonte di
cibo da parte di due specie diverse).
La PREDAZIONE è un aspetto particolare della
competizione, a volte così intensa da causare l’estinzione
della specie predata.
I predatori rappresentano un fattore indispensabile per
mantenere entro limiti stazionari la quantità degli
organismi predati (controllo del numero e selezione dei
più forti).
1. Introduzione alle tematiche ambientali (XX)
“I rapporti tra gli organismi e tra questi e l’ambiente hanno
creato durante la storia evolutiva della terra una serie di
delicati equilibri che spesso è assai pericoloso turbare.”
Tutti gli organismi viventi si trovano in uno strato
relativamente sottile del pianeta Terra e, escludendo
l’energia solare, estraggono da questo strato tutte le
risorse necessarie per la loro vita.
Alcune sostanze (l’acqua, l’ossigeno, il carbonio, l’azoto
ecc.) sono implicate nelle interazioni tra i componenti
fisici (luce, calore, composizione chimica del comparto
ambientale) e quelli biotici di un ecosistema e sono
continuamente utilizzati dagli organismi viventi e subito
riciclati, ritornando nuovamente in circolo per una nuova
utilizzazione e dando luogo a quelli che vengono definiti
“cicli bio-geochimici”.
1. Introduzione alle tematiche ambientali (XXI)
1. Introduzione alle tematiche ambientali (XXII)
1. Introduzione alle tematiche ambientali (XXIII)
1. Introduzione alle tematiche ambientali (XXIV)

Un quarto ciclo, non meno importante di quelli


dell’acqua, del carbonio e dell’ossigeno e
dell’azoto, è quello dei minerali.
Essi derivano dal suolo sia superficiale che
profondo da cui fuoriescono tramite le eruzioni
vulcaniche.
Il fosforo ed il ferro ad esempio sono
indispensabili per i processi vitali delle piante e
degli animali.
Altri, come lo Iodio, entrano a far parte
dell’atmosfera tramite aerosol dell’acqua di mare
e vengono riportati al suolo dalle precipitazioni.
Essi vengono assorbiti da piante ed animali per poi
ritornare in ciclo con la spaccatura delle rocce o
la loro erosione ed agiscono da catalizzatori.
1. Introduzione alle tematiche ambientali (XXV)

La stabilità degli ecosistemi è la sua capacità di


rigenerarsi e di ritornare alle sue caratteristiche
primitive.
Perturbazione

Regolare ampiezza
Funzione Ecosistema

delle oscillazioni

Misura
di
resistenza

Misura di resilienza

Tempo

Fig.- Stabilità di resistenza e di resilienza


2. Le Istituzioni Nazionali per la protezione
dell’ambiente (I)
Una rete territoriale nazionale garantisce in Italia
l’interscambio di informazioni e di dati ambientali.
Nel nostro Paese, la protezione dell’ambiente è gestita a
livello nazionale dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela
del Territorio e del mare (MATTM) e dall’Istituto
Superiore per la Ricerca e Protezione Ambientale (ISPRA),
e, a livello locale, dalle Assessorati Regionali e Provinciali
per l’Ambiente e dalle Agenzie Regionali e delle Province
Autonome per la Protezione dell’Ambiente.
L’informazione e la comunicazione istituzionale del Ministero
per l’Ambiente e per la Tutela del Territorio è fornita:
•dall’Ufficio Stampa, per diffondere l’informazione relativa
alla sua attività legislativa ed alle sue principali iniziative;
•dal Sito Web ufficiale, dove è possibile reperire
informazioni, notizie e bandi pubblici;
•dal bollettino periodico “Ambiente Informa”,disponibile on-
line.
2. Le Istituzioni Nazionali per la protezione
dell’ambiente (II)
La comunicazione istituzionale dell’Istituto Superiore per la Ricerca
e Protezione Ambientale (ISPRA) è principalmente fornita:

•dall’Ufficio Stampa, che cura le relazioni con i media


coinvolti sulle tematiche ambientali e che considerano
l’Agenzia una fonte di informazione ambientale di
riferimento, affidabile e valida.
•dal Sito Web ufficiale (www.Isprambiente.it), dove è
possibile reperire informazioni e notizie;
•dal bollettino periodico “Ideambiente”, disponibile on-line.
Le Agenzie Regionali e delle Province Autonome forniscono
informazioni ambientali sul territorio di riferimento
attraverso siti web dedicati e collegati a quelli dell’ISPRA.
2. Le Istituzioni Nazionali per la protezione
dell’ambiente (III)
Il Sistema delle Agenzie è composto dall’Istituto Superiore
per la Ricerca e Protezione Ambientale e dalle Agenzie
Regionali e delle Province Autonome per la Protezione
dell’ambiente, integrate in un sistema unico che garantisce i
controlli sulle matrici ambientali e lo sviluppo delle relative
competenze tecnico scientifiche.
Questo sistema fornisce l’interscambio di informazioni e
competenze per migliorare le conoscenze sullo stato
dell’ambiente nel nostro Paese e collega la conoscenza
diretta del territorio e dei problemi ambientali locali alle
strategie nazionali di prevenzione e di protezione
dell’ambiente.
2. Le Istituzioni Nazionali per la protezione
dell’ambiente (IV)
Il completamento del Sistema, dalla Legge istitutiva
(n.61/94), ha richiesto circa dieci anni.
Secondo il primo Rapporto di Benchmarking sulla
organizzazione del sistema delle Agenzie, le attività
agenziali possono essere:
•istituzionali, come per i
controlli sulle matrici
ambientali;
•funzionali, come per le
autorizzazioni, il supporto
alla pianificazione
regionale, gli interventi di
emergenza, il monitoraggio
sulle matrici ambientali, le
attività di informazione ed
educazione ambientale.
2. Le Istituzioni Nazionali per la protezione
dell’ambiente (V)
Per fornire informazione al pubblico sulle loro
attività, quasi tutte le Agenzie hanno il loro sito web
ufficiale, dove alcune pagine sono riservate alle
attività di comunicazione, informazione, formazione
ed educazione ambientale, con differenti livelli di
evidenza, in accordo con la loro importanza.
Queste attività trovano una
definizione e collocazione diversa
nella struttura organizzativa
delle differenti Agenzie del
sistema agenziale, sebbene esse
possano essere considerate uno
strumento importante per le
strategie di protezione e
prevenzione dell’ambiente.
3. Le Istituzioni Internazionali
per la protezione dell’ambiente

Le principali Istituzioni internazionali che si occupano di


protezione dell’ambiente sono:

•UNEP
•UNESCO
•UNECE
•EEA
•La DG Environment della U.E.
•I Ministeri e le Agenzie per la protezione dell’ambiente
nazionali
•I network internazionali riconosciuti
•Le NGOs riconosciute
4. L’analisi delle strategie ambientali (I)

1972 il ‘Club di Roma’ pubblica il rapporto “I Limiti


dello Sviluppo”
1972 Le Nazioni Unite organizzano a Stoccolma la
Conferenza sull’Ambiente Umano
1974 viene fondato il Programma delle Nazioni Unite
per l’Ambiente e lo Sviluppo, UNEP
4. L’analisi delle strategie ambientali (II)
1977 viene definito il Piano di Azione Mondiale dell’UNEP
sullo strato di ozono
1980 viene presentato al Presidente degli Stati Uniti Jimmy
Carter il rapporto “Global 2000”: gli scenari possibili per il
2000 relativi alla popolazione, all’economia, alla tecnologia,
all’energia, all’acqua, alle foreste ed alla disponibilità delle
risorse
1985 Convenzione di Vienna per lo strato di Ozono
1987 Adozione del Protocollo di Montreal nell’ambito della
Conferenza dell’UNEP sulle Sostanze dannose allo strato di
Ozono
1987 Presentazione del rapporto ‘Our Common Future” del
Ministero dell’Ambiente danese Gro Harlem Brundtland alla
World Commission on Environment and Development, in cui è
stata formulata la definizione storica dello “Sviluppo
sostenibile” e del principio di ‘equità intergenerazionale”
4. L’analisi delle strategie ambientali (III)

1992 Convenzione Quadro sui Cambiamenti Climatici,


entrata in vigore nel 1994
1992 “Earth Summit” Conferenza di Rio de Janeiro
delle Nazioni Unite su Ambiente Sviluppo (UNCED), con
elaborazione dei 6 documenti: la Dichiarazione di Rio
su Ambiente e sviluppo, la Agenda 21, la Convenzione
sui Cambiamenti climatici (UNFCCC), la Convenzione
sulla Biodiversità (UNCDB), la Convenzione sulla lotta
alla desertificazione e i ‘Principi relativi alla
conservazione delle foreste’
4. L’analisi delle strategie ambientali (IV)

Il documento Agenda 21,


pubblicato durante tale
conferenza, sottolinea la
necessità di considerare le
relazioni tra ambiente,
economia e società per
risolvere i problemi di
disuguaglianza tra le
Nazioni, la povertà e il
degrado dell’ambiente naturale, attribuendo un ruolo
centrale alle Autorità locali per la realizzazione di un
progetto di pianificazione territoriale sostenibile e
condiviso per la protezione dell’ambiente, con una
particolare attenzione ai cambiamenti climatici, all’uso
delle risorse idriche, al degrado dei suoli, ai rifiuti
pericolosi, alla perdita della biodiversità.
4. L’analisi delle strategie ambientali (V)
I principi fondamentali
Principi Concetti
Patrimonio comune dell’umanità L’ambiente è un insieme indivisibile, indipendentemente
dall’estensione territoriale e temporale
Precauzionale Cercare il massimo della cautela scientifica nella minaccia di un
danno
Informazione e notifica Dovere di informazione di uno Stato verso gli altri di un evento
nefasto e/o periodico
Cooperazione ed assistenza Gli Stati devono cooperare per prevenire e combatter il degrado
ambientale
Responsabilità oggettiva I responsabili sono i titolari delle attività a prescindere dall’evento
ai fini del risarcimento dei danni causati
Canalizzazione delle Il responsabile dell’attività è tenuto a risarcire il danno a
responsabilità prescindere dalle effettive responsabilità
Delimitazione responsabilità Il responsabile è responsabile fino alla somma limitata assicurata
nell’ammontare
Delimitazione responsabilità nel Il diritto alla riparazione del danno si estingue dopo il tempo
tempo stabilito dalle norme
Obbligatorietà assicurazione Obbligatorietà da parte del titolare a stipulare contratto di
assicurazione
Chi inquina paga Le persone fisiche e/o giuridiche responsabili dell’inquinamento
devono sostenere i costi della riparazione
4. L’analisi delle strategie ambientali (VI)
1992 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite insedia
la Commissione sullo Sviluppo Sostenibile (UN CSD)
1992 Prima Sessione della CSD a New York
1994 Adozione della Convenzione delle Nazioni Unite
per la Lotta alla Desertificazione, entrata in vigore nel
1996
1994 Conferenza Europea sulle Città Sostenibili,
organizzata dall’ICLEI e dalla Commissione Europea,
durante la quale è stata sottoscritta la ‘Carta di
Aalborg’
1994 La Conferenza
Internazionale al Cairo
sulla Popolazione e lo
Sviluppo organizzata dalle
Nazioni Unite
4. L’analisi delle strategie ambientali (VII)
1996 La Conferenza di Lisbona sulle Città Sostenibili,
durante la quale è stata approvata la “Carta di Lisbona”
1997 Sessione Speciale della Assemblea generale delle
Nazioni Unite (UNGASS), denominata ‘Rio + 5’, per
valutare lo stato dell’arte dell’applicazione dei principi
dell’Agenda 21
2000 avanzamento delle attività sulle convenzioni globali con
le Conferenze delle Parti
2000 Avvio delle attività per la
valutazione sullo stato di
implementazione a 10 anni dalla
Agenda 21
2002 World Summit delle Nazioni
Unite a Johannesburg sullo
sviluppo sostenibile
4. L’analisi delle strategie ambientali (VIII)
Il World Summit di Johannesburg 2002 riafferma
tutti i principi dello sviluppo sostenibile e della
protezione ambientale, promuovendo nuovi strumenti di
cooperazione e l’avvio di numerose iniziative progettuali
di collaborazione nelle diverse aree di intervento per
finalizzare tutti i
precedenti sforzi
compiuti.
Durante la
Conferenza sono
stati pubblicati due
importanti
documenti: la
‘Dichiarazione del
Millennio’ e il ‘Piano
di Implementazione’
4. L’analisi delle strategie ambientali (IX)

Agenda di Risultati di
Johannesburg Johannesburg
Equità e giustizia sociale La Dichiarazione del
Millennio
Diritto allo sviluppo
attraverso differenti Piano di implementazione
modelli
Benessere equamente Iniziative progettuali
diffuso sviluppate in partenariato
4. L’analisi delle strategie ambientali (X)
1993 Il Quinto Piano di Azione Ambientale della
Commissione Europea “Towards Sustainability”, a differenza
dai precedenti programmi, definisce obiettivi a più lungo
termine e si focalizza su un approccio maggiormente
globale, identifica le principali problematiche ambientali ed
indica i principali settori che richiedono una gestione del
rischio.
2001 Il Sesto Piano di Azione
Ambientale, ‘Ambiente 2010: il
nostro futuro, la nostra scelta’
parte dalla valutazione delle
strategie ambientali
comunitarie e dai risultati
ottenuti, evidenziando i
problemi ecologici ancora
esistenti. In particolare, indica
4 aree ambientali critiche:
4. L’analisi delle strategie ambientali (XI)

Cambiamenti Climatici
Climatici Ambiente ee Salute
Ambiente Salute
Cambiamenti

Natura ee Biodiversità
Biodiversità Risorse naturali
Risorse naturali ee rifiuti
rifiuti
Natura
4. L’analisi delle strategie ambientali (XII)
Il VI Piano di Azione Ambientale identifica 5 principali
approcci strategici per ottenere gli obiettivi di qualità
ambientale, andando oltre un approccio strettamente
normativo:
1. miglioramento dell’attuazione della legislazione
ambientale vigente;
2. integrazione delle problematiche ambientali nelle altre
strategie;
3. indurre il mercato a
lavorare per l’ambiente;
4. partecipazione dei
cittadini e modifiche
comportamentali,
5. pianificazione e gestione
del territorio più ecologiche.
4. L’analisi delle strategie ambientali (XIII)
2001 “Un’Europa sostenibile per un mondo migliore: una
Strategia dell’Unione Europea”. Il Consiglio di Gothenburg
approva una strategia Europea per lo sviluppo sostenibile
definendo i maggiori ostacoli allo sviluppo sostenibile che
sono parte di diversi ambiti strategici ambientali:
Surriscaldamento globale
Apparire di sacche virali resistenti agli antibiotici e gli
effetti a lungo termine di molti prodotti chimici usati
quotidianamente
Povertà ed esclusione sociale
Invecchiamento della popolazione e bassa natalità
Perdita della biodiversità
Traffico veicolare
Disuguaglianze regionali all’interno dell’Unione Europea
4. L’analisi delle strategie ambientali (XIV)
Questa strategia evidenzia che, per realizzare gli
obiettivi prestabiliti, è pertanto necessario:
1. promuovere a livello europeo e nazionale la
diffusione e disseminazione delle informazioni;
2. investire in nuove tecnologie;
3. aprire i processi
decisionali alle imprese
ed ai cittadini;
4. tenere in
considerazione
l’espansione della
Unione Europea e la
dimensione globale dei
problemi.
5. Gli indicatori ambientali (I)

La scelta dei parametri di riferimento: quali adottare nella


complessità dei fenomeni ambientali?
Necessità di rispettare alcune esigenze fondamentali nella
scelta dei parametri:
•cogliere gli aspetti più importanti dei fenomeni ambientali,
di gestione delle risorse naturali e di inquinamento
•sinteticità e semplificazione
•immediatezza di comunicazione
Alcuni esempi di parametri di fenomeni di complessi.
5. Gli indicatori ambientali (II)
il controllo del moto
5. Gli indicatori ambientali (III)
il controllo del volo
5. Gli indicatori ambientali (IV)
 Tematica  Sottotematica  Indicatore  Dati
Nazioni Nazioni Unite Nazioni Unite (indicativi)
Unite
  Cambiamenti Emissioni di gas serra  
  climatici
Atmosfera Diminuzione
strato di ozono
Consumo di sostanze che
riducono l’ozono 
  Concentrazione ambientale di
Qualità dell’aria inquinanti dell’aria nelle aree
urbane
    Area coltivabile e a raccolto  
     
  Agricoltura Utilizzo di fertilizzanti  
   
  Utilizzo di pesticidi in
Suolo
 
agricoltura
Area a foresta come % del

Foreste territorio
Intensità di raccolta del
legname
Desertificazione Territorio affetto da
desertificazione
Urbanizzazione Area di insediamenti urbani
autorizzati e non
5. Gli indicatori ambientali (V)
Tematica  Sottotematica  Indicatore  Dati
Nazioni Nazioni Unite Nazioni Unite (indicativi)
Unite
    Concentrazione di alghe nelle  
    acque costiere
  Zone costiere % di popolazione totale vivente
  nelle aree costiere  
Acqua
Pesca Pesca annuale delle maggiori
specie

  Consumo annuale di acqua di
Quantità acqua sottosuolo e di superficie come
% dell’acqua totale disponibile
Qualità acqua BOD nei corpi acquiferi

    Area degli ecosistemi chiave  


  Ecosistema selezionati  

Biodiversità
Area protetta come % dell’area
totale 
Specie Abbondanza di specie chiave
selezionate
4 Aree  13 18 Indicatori  
Tematiche Sottotematiche  
5. Gli indicatori ambientali (VI)
Area Obiettivi Generali del Obiettivi Generali della
Tematiche VI Programma Ambientale Strategia Ambientale
U.E. Europeo Nazionale
-Stabilizzazione della -Obiettivo a breve
concentrazione atmosferica dei termine: riduzione delle
gas serra ad un livello che non emissioni nazionali di gas
causi variazioni innaturali del serra entro il 2008-2012
Cambiamenti
clima della terra, (in accordo alla del 6,5% rispetto ai livelli
Convenzione Quadro sui del 1990
Climatici Cambiamenti Climatici) -Obiettivo a lungo termine:
e -Obiettivo a breve termine: riduzione delle emissioni
Qualità riduzione delle emissioni di gas globali del 70% rispetto ai
serra entro il 2008-2012 dell’8% livelli del 1990
dell’Aria rispetto ai livelli del 1990
-Obiettivo a lungo termine: -Riduzione delle emissioni
riduzione mondiale dei gas serra inquinanti in atmosfera e
entro il 2020 del 20-40% mantenimento delle
rispetto ai livelli del 1990 concentrazioni di inquinanti
- Raggiungere livelli di qualità al di sotto di limiti che
dell’aria che non comportino escludano danni alla salute
5. Gli indicatori ambientali (VII)

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-Conservazione della
biodiversità
-Protezione del territorio
dai rischi idrogeologici,
-Proteggere, ed ove necessario, sismici e vulcanici e dai
risanare il funzionamento dei fenomeni erosivi delle
sistemi naturali ed arresto della coste
Natura, perdita della biodiversità sia -Riduzione e prevenzione
Biodiversità nell’Unione Europea che su scala del fenomeno della
e Suolo mondiale desertificazione
-Riduzione
dell’inquinamento nelle
-Proteggere il suolo dall’erosione e
acque interne,
dall’inquinamento e dalla perdita
nell’ambiente marino e nei
di superficie a scopi edilizi suoli
-Riduzione della pressione
antropica sui sistemi
5. Gli indicatori ambientali (VIII)
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-Riduzione del prelievo di


-Garantire che il consumo di risorse senza pregiudicare
gli attuali livelli di qualità
risorse rinnovabili e non
della vita attraverso alcuni
rinnovabili e l’impatto che esso strumenti tra cui:
comporta non superi la capacità di aumento dell’efficienza
Uso
dell’uso delle risorse nei
sostenibile carico dell’ambiente modelli di produzione e
delle Risorse consumo
Naturali riforma della politica
-Dissociare l’utilizzo delle risorse fiscale in senso ecologico
dalla crescita economica orientamento dei modelli
migliorando l’efficienza delle di consumo dei cittadini e
degli acquisti della Pubblica
risorse, “dematerializzando”
Amministrazione
l’economia -Conservazione,gestione e
5. Gli indicatori ambientali (IX)

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-Conservazione o ripristino
-Conseguire livelli di qualità delle
della risorsa idrica
acque che non producano impatti o
In
rischi inaccettabili per la salute -Miglioramento della
particolare
umana e per l’ambiente e qualità della risorsa idrica
le risorse garantire che il tassodi -Gestione sostenibile del
idriche estrazione delle risorse idriche sistema
risulti sostenibile sul lungo
produzione/consumo della
periodo
risorsa idrica
5. Gli indicatori ambientali (X)
Area Obiettivi Generali del Obiettivi Generali della
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-Scindere l’aspetto della -Riduzione della
produzione dei rifiuti da quello produzione, recupero di
della crescita economica per
ridurre la quantità dei rifiuti materia e recupero
prodotti, migliorando le iniziative energetico dei rifiuti. In
di prevenzione, aumentando particolare:
l’efficienza delle risorse e
passando a modelli di consumo più riduzione della
Gestione dei sostenibili produzione dei rifiuti,
-Per i rifiuti ancora prodotti urbani, speciali e pericolosi
Rifiuti
garantire che: recupero di materia e
non siano pericolosi e presentino
riciclaggio dei rifiuti
un rischio limitato per l’ambiente
e la salute speciali
siano reimmessi nel ciclo sicurezza ambientale e
economico sanitaria delle discariche e
vengano distrutti e smaltiti solo riduzione dei quantitativi di
in minima parte
5. Gli indicatori ambientali (XI)
Area Obiettivi Generali del Obiettivi Generali della
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-Riequilibrio territoriale ed
urbanistico
-Miglioramento della
qualità dell’ambiente
urbano
-Ottenere una qualità -Riduzione
dell’ambiente tale che i livelli di dell’inquinamento acustico e
riduzione della popolazione
Ambiente e contaminanti di origine antropica, esposta
compresi i diversi tipi di
salute -Riduzione all’esposizione a
radiazioni, non diano adito a campi elettromagnetici
conseguenze o a rischi -Uso sostenibile degli
significativi per la salute umana. organismi geneticamente
modificati
-Sicurezza e qualità degli
alimenti
-Bonifica e recupero dei
siti inquinati
ARIA
ARIA ACQUA
ACQUA

NATURA EE
NATURA
SUOLO
SUOLO BIODIVERSITA’
BIODIVERSITA’

ENERGIA EE
ENERGIA
RIFIUTI
RIFIUTI RADIAZIONI
RADIAZIONI

DEMOGRAFIA
DEMOGRAFIA CULTURA
CULTURA
ED ECONOMIA
ED ECONOMIA AMBIENTALE
AMBIENTALE
5. Gli indicatori ambientali (XII)
AREA TEMATICA PARAMETRO
ARIA CO2 prodotta al giorno pro capite (valore medio

italiano 23 Kg/g)

ACQUA Fornitura di acqua equamente distribuita in metri


cubi al giorno pro capite (valore medio 1-3 mc/g *
capite).
SUOLO Numero di ha di suolo impermeabilizzato

RIFIUTI Rifiuti solidi urbani prodotti in chili al giorno pro


capite (valore medio italiano 1,3 Kg/gg *capite).

NATURA E BIODIVERSITA’ Numero delle aree protette in termini % delle aree


complessive (valore medio 10 %).
Consumo procapite di energia elettrica per uso
domestico (valore medio 1.066kwh uso
ENERGIA E RADIAZIONI
domest./*capite/anno)
 DEMOGRAFIA ED Popolazione e tasso di crescita annuale

ECONOMIA
CULTURA AMBIENTALE Diffusione della cultura ambientale ai cittadini
5. Gli indicatori ambientali (XIII)
(aspetti demografici)
Anno 2002 0-18 anni 19- 59 anni 60 anni e
(%) (%) oltre
(%)

Mondo 37 52 11

Europa 23 56 21

Italia 19 56,5 24,5

Lazio 18 60 22

Puglia 22,2 57,1 20,7

Emilia Romagna 15 56 29
5. Gli indicatori ambientali (XIV)
(aspetti demografici)
5. Gli indicatori ambientali (XV)

MATRICI VALORE MEDIO VALORE INTERVALLO


AMBIENTALI NAZIONALE MEDIO EMILIA TRA I VALORI
ROMAGNA MIN-MAX
ARIA (Qualità dell’aria)

   
 NO2 41,5 µg/mc 60 µg/mc 4- 94 µg/mc

   
PM10 39µg/mc 41,5µg/mc 20– 77 µg/mc

ACQUA

267 245 140– 612


Consumo acqua per litri per uso civile- litri per uso civile- litri per uso civile-
utente al giorno domestico domestico domestico
  /abitante /abitante /abitante
Prelievo d’acqua      
utente al giorno 1,5 2,5 1 - 3
per uso agricolo,
energetico ed m3/ab/giorno m3/ab/giorno m3/ab./giorno
industriale
5. Gli indicatori ambientali (XVI)
MATRICI VALORE VALORE INTERVALLO TRA I
AMBIENTALI MEDIO MEDIO VALORI MIN-MAX
NAZIONALE PUGLIA
SUOLO (Ambiente urbano)

Disponibilità procapite 8,5 14 0,5 – 35,6


verde urbano fruibile m2/ab. m2 /ab. m2 /ab.

Aree verdi sul 920 545 6 - 7141


territorio comunale m2 / Ha m / Ha
2
m2 / Ha

RIFIUTI

Produzione procapite      
di rifiuti urbani al 1,3 1,6 0,72 – 2,35
giorno kg/ab. kg/ab. kg/ab.

Raccolte      
differenziate 14 % 20 % 1 % - 52 %
(% sul totale dei RU
prodotti)
5. Gli indicatori ambientali (XVII)
MATRICI VALORE MEDIO VALORE INTERVALLO
AMBIENTALI NAZIONALE MEDIO PUGLIA TRA I VALORI
MIN - MAX
MOBILITA’

Uso annuale del 207 80 9 – 481


trasporto pubblico viaggi/abit./anno viaggi/abit./anno viaggi/abit./anno

Tasso di 57 62 43 - 96
motorizzazione autovetture autovetture autovetture
circolanti/100ab circolanti/100ab circolanti/100ab

ENERGIA

  690 970 345 – 1513


Consumo procapite di kep/ab./anno di kep/ab./anno di kep/ab./anno di
carburante benzine e gasolio benzine e gasolio da benzine e gasolio da
  da trazione trazione trazione

Consumo procapite di 1056 1100 779 - 1545


energia elettrica per kwh uso kwh uso kwh uso
uso domestico domest./ab./anno domest./ab./anno domest./ab./anno
6. Conclusioni
• L’analisi delle strategie ambientali a livello nazionale
ed internazionale mostra una sostanziale concordanza
di obiettivi e di iniziative per lo sviluppo sostenibile e
per la protezione dell’ambiente.
• Tra gli strumenti individuati i dati ambientali in
riferimento alle aree tematiche individuate (aria,
acqua, suolo, rifiuti, mobilità, energia) indicano lo
stato dell’arte e lo stato di attuazione delle
strategie in relazione ai valori misurati.
• In tale contesto, è opportuno aumentare
l’informazione sui dati ambientali-economici e sociali,
per evidenziarne le peculiarità e per sviluppare una
conoscenza che permetta di diffondere buone
pratiche per un ‘equilibrato governo del territorio’.

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