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Sociologia dell’ambiente e del territorio

Contenuti: - qualche aspetto definitorio come i nomi in questo corso – connessioni pratiche e
distinzioni disciplinari – ambiente, territorio e città… ecc
Ambiente  è una parola molto spesso di senso comune, è un termine ambiguo, dal punto di
vista della biologia si intende la biosfera e quindi noi stessi siamo parte dell’ambiente. Tale
definizione non esclude l’ambiente costruito, ciò che ci circonda e quindi ognuno di noi ha il
proprio ambiente.
È speso utilizzato nel senso comune come sinonimo di natura “ambiente naturale” da un punto di
vista sociologico qualcuno ha cominciato a dire che forse non siamo in grado di distinguere tra
ambiente naturale e artificiale  la riserva è un ambiente naturale? Qualcuno direbbe di sì altri di
no (lo abbiamo lasciato così come è quindi è naturale ma allo stesso tempo in natura potrebbe
essere cambiato se non lo avessimo lasciato così)
Territorio è un termine di uso comune e utilizzato molto in ambito politico  è un area di una
certa estensione, definita da confini riconosciuti e riconoscibili. È una forma di dominio su quello
che vi è contenuto  non c’è la preoccupazione di distinguere tra naturale e artificiale in quanto si
da per scontato che sia occupato da qualcosa di artificiale come infrastrutture e insediamenti.
Non è comunque meno ambiguo come termine rispetto ad ambiente in quanto bisognerebbe
comprendere cosa si intende per confini (amministrativi o cosa?)
La sociologia dell’ambiente è lo studio dell’interconnessione tra società umane e l’ambiente
naturale o biofisico --> non disdegna lo studio di cosa l’ambiente naturale comporta, si è occupata
recentemente delle risposte che la società pongono in essere sulle minacce che l’ ambiente può
dare e viceversa, le norme inoltre sono il frutto di dinamiche sociali che possono condurre ad un
avanzamento delle riforme ambientali verso la sostenibilità(l’obiettivo più alto che la società si è
posta è quello della sostenibilità)
La sociologia del territorio più che una sociologia specifica è una sociologia che si occupa dei
processi sociali attraverso i vincoli dello spazio in un contesto storico che si pone in relazione ad un
ambiente naturale fino trasformarlo  fa attenzione alla dimensione territoriale dei fenomeni e
dei specifici fenomeni sociali connessi alla territorialità come l’utilizzo del suolo,comunità rurali,
relazioni di potere tra città e campagna, effetti locali di processi globali.
Se noi parliamo di territorialità stiamo parlando di una relazione che si sviluppa in contesto
spaziale , di nuovo abbiamo a che fare con uno studio di relazioni
Territorio e città  da un lato abbiamo la realtà rurale dall’altra la città, la relazione tra città e
aree rurali fanno parte degli elementi che storicamente hanno portato allo sviluppo della
sociologia (fenomeni di urbanizzazione)  città come complesso dispositivo tecnico di controllo
del territorio che non richiede necessariamente rapporti diretti, ma che hanno carattere
vincolante
Sociologia urbana storicamente molto rilevante al di la della scuola di Chicago ha comunque
contribuito nello studio del territorio a elementi concettuali importanti, guarda alle relazioni tra la
città e il territorio si occupa:
a) dell’origine, lo sviluppo il declino la specializzazione funzionale delle città
b) il conflitto i ambito urbano attorno alla gestione e all’accesso a risorse e servizi
c) la distribuzione sul territorio urbanizzato delle principali attività di produzione, di strati
etnie e in generale gruppi sociali
d) la relazione di gerarchia tra diverse città e rapporti di dominio tra città

Ambiente e territorio sono interconnessi e queste interconnessioni sono robuste e non è possibile
scinderle.
All’ambiente sono state attribuite tre funzioni nei confronti della società.
- Spazio  stiamo parlando di un’area che ha delle risorse al suo interno e che è libera
quindi possiamo occuparla e conquistarla per trarre risorse.
- Serbatoio di risorse  le risorse sono quelle d prelevare e quindi da trarre subito (cibo,
riscaldamento), ma anche risorse da conservare.  le prime forme di ambientalismo sono
di tipo conservativo
- Deposito di rifiuti  ciò che mangiamo e scartiamo va a finire necessariamente nel nostro
ambiente.

Al territorio vengono assegnate tante funzioni le più importanti:


- supporto  nel momento in cui una popolazione ha intenzione di espandersi, ma anche un
supporto fisico per quello che viene chiamato processo di territorializzazione (processo di
produzione del territorio che significa oltre che mutamento e plasmamento di un area)
- Risorsa  come risorsa simbolica (religiosa ma anche etica poiché il territorio deve essere
preservato) ma anche come risorsa materiale
- artefatto  ovvero il territorio è un artefatto fato di infrastrutture e insediamenti
Ruolo della città  da un lato la città ha una funzione chiave perché amministra il territorio,E
quindi di controllo del territorio, inoltre ha contribuito all’accentramento/decentramento poiché
le città all’epoca si sono riempite ad oggi invece vediamo molto più spesso uno svuotamento delle
città. Inoltre ha un ruolo di luogo del consumo di risorse, che va dalle attività produttive ai consumi
quotidiani, passando per i servizi.
Ci troviamo quindi 3 sub discipline diverse : sociologia dell’ambiente, del territorio e urbana  il
più delle volte vengono trattate in maniera differente (raro che si trovi sociologia dell’ambiente e
del territorio)  tutte studiano comunque l’inquinamento atmosferico( che è cioè la parte
monografica dell’insegnamento).
Lezione 10 marzo  INIZIO PARTE AMBIENTE
Quando si parla di sociologia dell’ambiente, ci si riferisce ad una disciplina che si occupa della
relazione tra problemi ambientali, questi sono sempre stati un problema sociale? In realtà no!
L’ambiente è diventato un problema sociale, fino agli anni ‘60-’70, periodo abbastanza recente.
I problemi sociali devono essere, infatti, riconosciuti come tali da una parte della società, che ha
un’influenza sulla restante parte della società.
Nel ‘62 Carson pubblica degli articoli sul New Yorker a proposito dell’uso dei pesticidi usati per la
produzione di grano rilasciate da piccoli aeroplani, come ad esempio il DDT. Quello che Carson fa è
raccogliere evidenze sugli effetti di questo pesticida sulle specie animali, non sulla salute diretta,
ma sulla “robustezza” delle uova dei piccoli volatili. Infatti, la scorza di queste uova era più sottile
rispetto a quelle di altre aree geografiche in cui questo pesticida non era usato, ciò portava ad una
più alta mortalità pre-natale. Da ciò proviene il titolo “Silent Spring”.

The limits to growth è un rapporto sostenuto dalla compagnia Volkswagen, riguardo al limite sullo
sviluppo umano in base alle risorse che noi usiamo, nel 1972 il report sosteneva che le risorse si
sarebbero esaurite a ridosso degli anni 2000, ovviamente non è andata così, ma per la prima volta
ci ha messo di fronte ad un contesto di risorse limitate.

È diventato un problema sociale grazie ai vari movimenti sociali quali: il pacifismo,


l’antinuclearismo e l’ecofemminismo. Ci sono anche eventi chiave, come gli esperimenti dell’atollo
Bikini, ma anche lo shock petrolifero che in seguito alla crisi dello ??? chiusero i “rubinetti”
all’occidente, e infine ci sono gli incidenti, come quello del Seveso, dove sono state inquinate le
acque nell’area fino a Milano e quello di Three Mile Island, il primo incidente in una centrale
nucleare, prima di Chernobyl.

Ma com’era prima la concezione funzionale dell’ambiente? C’era un deposito di risorse.


L’inquinamento atmosferico ad esempio era un fastidioso effetto collaterale, piuttosto che un
problema vero e proprio. Si mostravano con vanto le proprie ciminiere fumanti, che erano
sinonimo di produzione e potenza.
La prima ondata dell’ambientalismo si contestualizza in Inghilterra e Nord-America nel 19’ Sec., in
cui il movimento back-to-the-land era un comune sentire per limitare l’industrializzazione per
salvaguardare l’innocenza delle campagne inglesi. O anche le wilderness Idea, cioè la voglia di
conservare l’integrità delle terre del nuovo mondo. E infine il conservazionismo scientifico, che
puntava non su una questione ideale ma sulla definizione della conservazione delle risorse naturali
a partire dai dettami di una comunità scientifica.
C’è però un’assenza di critica sociale e dell’elitarismo, infatti, queste persone che abbracciavano
questa prima ondata non si concentrava sugli operai, ma sull’ambiente che era totalmente
sovrapponibile alla natura, dove quest’ultima era totalmente idealizzata.
Perché c’è un buco tra la fine dell’800 e la seconda ondata dell’ambientalismo? Secondo Gua è
colpa degli eventi bellici tra il 1938 e il 1945, che non lasciava spazio per la riflessione sulla
situazione ambientale.

Ma quando l’ambiente è diventato una questione di rilevanza sociologica? Da poco tempo in


verità, ad esempio, col contributo del 1978: Environmental Sociology: a new paradigm. La
sociologia ha un certo ritardo, come anche gli scienziati politici. Infatti, se si erano occupati
l’ambiente si occupavano dei movimenti sociali legati a determinate classi sociali. 
La crisi ambientale rispetto alla sostenibilità per il futuro, cioè come l’attuale sviluppo dell’essere
umano riguardo al futuro, rispetto alla giustizia sociale e ambientale riguardo a termini di ricadute
ambientali, e rispetto al deterioramente della qualità della vita.
Catton e Dunlap propongono il Paradigma Occidentale Dominante (DWP), che riassume il concetto
esposto fino ad adesso, l’ambiente inteso come natura aperta e disponibile ad essere manipolata,
che è la linea principale. Abbiamo poi una seconda linea che è il carattere attivo e olistico della
natura, dove c’è lo sviluppo di discipline come l’Ecologia. Queste due linee hanno dei punti in
comune come ad esempio, un progresso tecnoscientifico. Ciò però porta ad esiti ambigui, come il
fattore della “conquista” e della “tutela”, sia nella prima che nella seconda linea si possono trovare
questi due concetti.

Le diverse prospettive esistenti (marxismo, funzionalismo, ecc) costituiscono per Catton e Dunlap
semplici varianti di un’ unica visione antropocentrica che hanno chiamato Paradigma
dell’Esenzionalismo Umano: deriva dal paradigma di prima e fondamentalmente ha queste
caratteristiche: gli umani si distinguono dalle specie viventi per la propria cultura; i fattori sociali e
culturali rappresentano elementi che produco lo “status quo” sociale, si parla di
autodeterminazione umana e determinismo sociale; c’è poi l’ambiente biofisico che diventa
rilevante rispetto ai contesti sociali, sottolineando la questione della “limitatezza” delle risorse;
infine c’è la caratteristica del progresso, questo può continuare all’infinito rendendo ogni
problema risolvibile, questo è l’elemento condizionante del ritardo della sociologia all’approccio
sull’ambiente. Questo ha permesso alle scienze sociali di ignorare lo studio dell’ambiente.
Secondo questi autori però per comprendere ed affrontare la crisi ecologica è necessaria una
nuova prospettiva ovvero il “Nuovo Paradigma Ecologico” (NEP), questo dice che per quanto gli
essere umani siano esseri viventi eccezionali siamo pur sempre una tra le varie specie che
popolano l’ecosistema globale. Poi, noi esseri umani non siamo immuni ai meccanismi di
retroazione, cioè alcune azioni umane possono portare a delle conseguenze inattese. Infine gli
essere umani vivono in rapporto con l’ambiente biofisico, quest’ultimo può vivere, a differenza
nostra, senza di noi e che le leggi ecologiche non possono essere annullate nonostante l’inventiva
umana.

La ragione per cui Catton e Dunlap cominciano a ragionare per paradigmi è perché per via del
ritardo nello sviluppo della sociologia dell’ambiente, questa non aveva strumenti per lo studio di
queste problematiche.

In sostanza, Catton e Dunlap attribuiscono delle colpe alla sociologia a loro contemporanea e ai
padri della disciplina.
Parliamo di ciò attraverso la polemica a Burch/Etzioni, nel 1970 (quest’ultimo è stato un
importante sociologo della Columbia University), e lui in questo articolo commentava proprio i
problemi ambientali. Lui dice che nonostante ci siano specie minacciate, lui pensa che è ridicolo
pensare che la questione ecologica possa portare al collasso della società, quindi bisogna
focalizzarsi su aspetti più importanti dello studio sociologico.
La risposta viene da Burch che gli porta un dato interessante, dicendo che il “falco pellegrino” e la
fetta della popolazione urbana più povera, hanno dei collegamenti. Lui infatti sottolinea come,
l’ossido di idrogeno, prendendo i livelli all’interno di un’area urbana incrociandoli con il livello
medio di reddito familiare. Lui mostra come le persone con reddito medio ed elevato tendono ad
essere meno esposti a livelli elevati di inquinamento.Viceversa coloro che sono più esposti ad un
livello elevato di inquinamento tendono ad essere le persone più povere. Qual è il punto di Burch?
Non possiamo ignorare che determinati problemi che vanno a riflettersi su determinate specie,
non possano ricadere anche in forma equa all’interno della popolazione. Burch in maniera meno
raffinata, vuole ricercare se le differenze sull’inquinamento vadano ad inficiare più sui bianchi o sui
neri, ma non ci sono evidenze a supporto di questa tesi, quindi è solamente legata alla classe
sociale. 
Burch è una voce fuori dal coro rispetto all'establishment sociologico presente in quel periodo.

Etzioni e Burch vengono citati da Catton e Dunlap, ma non sono loro il cuore del problema. Il vero
cuore di tutto il ragionamento che fanno nel loro paper, è l’andare contro la tradizione Sociologica.
La critica mossa, infatti, è nei confronti dei due papà della disciplina sociologica, il primo dei quali è
Durkheim, il quale viene accusato attraverso il concetto di patto sociale, di aver agevolato il
pensiero di esclusione dallo studio sociologico tutto ciò che non è propriamente “sociale”. Lo
fanno prendendo ad esempio “il Suicidio”, che viene considerato il prototipo dell’anti-riduzionismo
geografico e ambientale, questi vanno a criticare il fatto che vengano studiati i fenomeni sociali
solo attraverso variabili puramente sociali.
Questo perché Durkheim stava sviluppando una scienza sociale totalmente nuova e soprattutto
perché la sociologia che si stava affacciando nel pantheon delle scienze sociali, aveva il problema
di doversi confrontare con la filosofia sociale, facendolo attraverso la ricerca empirica, è vero, ma
escludendo da ciò tutto ciò che non fosse prettamente sociale. Durkheim ha fatto quindi di
demarcazione della sociologia, ma questo ha escluso le variabili di tipo ambientale e la rilevanza
dell’ambiente come oggetto di studio.
Dopo questa critica, più recentemente, hanno mosso una critica nei confronti di Max Weber.
Infatti, loro hanno rilevato come la tradizione discendente dalla sua, rimarcando che l’ambiente
fisico può essere escluso, nel momento però, in cui l’ambiente non è rilevante per gli attori.

Etzioni ben incarna, infatti, questa prospettiva appena espressa.


Quello però che loro fanno, è sì imporsi contro la tradizione sociologica, ma qual è questa
tradizione che criticano? Quella in cui si sono formati. Essi si sono formati nel secondo dopoguerra
negli Stati Uniti, un periodo in cui la sociologia si era istituzionalizzata all’interno delle Università
statunitensi. Per cui si sono formati in un contesto per ragioni pratiche il sapere doveva essere
manualizzato e istituzionalizzato e ciò è stato fatto da Talcott Parsons, che lo ha reso trasmissibile
agli studenti. Questo ha posto una pietra miliare soprattutto in quella americana, ma anche in
quella europea, perché quest’ultima si basa sui testi arrivati dagli Stati Uniti. Tutto ciò ha delle
implicazioni importanti, come ad esempio la rassegna delle 9 scuole sociologiche di Sorokin
vengono lasciati in secondo piano, ma anche lo studio di Durkheim, che viene svolto su sintesi e
testi tradotti, ed anche una selezione dei documenti.

Connel ha mostrato come l’opera manualizzante di Parsons ha prodotto alcune storture: ha


portato infatti a limitare il panorama sociologico, che come scriveva Sorokin era composto da ben
9 scuole, tra cui una scuola di sociologia geografica. Lo stesso Durkheim, nel “Suicidio”, non
esclude a priori alcune cause “ambientali”, le esclude solo nel momento in cui queste non
risultano non rilevanti. Ciò vuol dire che le variabile prettamente non sociali non avessero una
rilevanza, ma nel caso in cui non l’avessero venivano scartate. Inoltre, poi, autori come Weber e
Marx non erano indifferenti rispetto alle questioni di tipo ambientali: Weber ha compiuto dei
viaggi negli Stati Uniti, nelle lettere che mandava alla famiglia e ai suoi amici, poneva importanza
alla questione del suolo rispetto agli afroamericani e rispetto all’estrazione di petrolio massivo.
Infine, anche Marx, considerava chiaramente la dimensione ambientale come risvolto negativo
della dimensione capitalista. La natura all’interno del rapporto economico capitalista è una delle
parti più perdenti, perché questa che produce un surprus, non va solo a vantaggio di chi possiede i
mezzi di produzione, ma non restituisce nulla all’ambiente (il capitale estrae e non restituisce).

Catton e Dunlap, sono fondanti della critica alla sociologia, ma va considerata alla luce del fatto
che di alcuni autori non venissero considerate parti di scritti o pensiero che invece consideravano
anche l’ambiente.

Gli sviluppi recenti parlano di un bisogno del superamento di dualismi, tra cuI: natura e cultura, tra
la materialità e umanità, tra gli elementi tecnologici e sociali e sulla contestazione del ruolo della
scienza.

Lezione 11 Marzo
Lo sviluppo della sociologia dell’ambiente può essere vista come uno sviluppo della teoria sociale
per lo studio della crisi Ambientale. In realtà non sarebbe corretto dire che prima del NEP le
scienze sociali non si siano minimamente interessati dell’ ambiente sociale.
Negli anni 60-70 abbiamo un punto di svolta per la relazione tra sociologia e ambiente perché la
sociologia comincia a farsi carico del problema della “prima crisi ambientale”  oggi si parla di
seconda crisi ambientale o addirittura la terza (a partire da chernobyl) la prima crisi ambientale è
stata sancita da produzione letteraria divulgativa e scientifica, da movimenti sociali e da eventi
chiave a livello geopolitico (come la prima conferenza di Stoccolma nel 1972, conferenza che verrà
poi bissata nel 1992 con la conferenza mondiale di Rio dove si comincerà a parlare di sostenibilità
ambientale in maniera molto più forte).
Tra coloro che si sono occupati di ambiente troviamo Durkheim, ma nel suo caso quando ha
provato a studiare l’influenza dei fattori ambientali, ma riteneva che dovessero essere posto al di
fuori della sociologia, egli parlava di morfologia sociale.
Il determinismo ambientale altro non è che la scuola di sociologia geografica , poi troviamo
l’ecologia umana corrente che si è sviluppato nella scuola di Chicago.
Infine c’è il modello POET che prende in considerazione per lo studio della società questi elementi:
 Popolazione
 Organizzazione sociale
 L’ambiente in cui vive
 Il grado di sviluppo tecnologico

Succede poi che arriva un’azione livellatrice da parte della sociologia che viene a istituzionalizzarsi
in accademia che avviene attraverso la manualizzazzione (Parsons)
Nel processo che va dalla fine degli anni 30 al secondo dopoguerra ci andiamo a perdere
all’interno della sociologia la morfologia sociale, il determinismo ambientale, mentre l’ecologia
umana si trasforma e diventa un modo di andare a guardare come vi siano delle relazioni di
feedback tra esseri umani, prevalentemente appannaggio dei sociologi umani dei pianificatori
urbani ecc ma non della sociologia. Anche il modello POET viene fondamentalmente dimenticato
 in una sociologia manualizzata la questione ambientale diventa irrilevante o ha comunque un
ruolo limitato, può essere considerato come uno sfondo all’interno dei processi sociali.
Tutto ciò (movimenti sociali, Burch vs Etzioni, NEP vs HEP) però ha un punto in comune, ovvero la
prospettiva critica  la critica di alcune frange della comunità scientifica nei confronti dello
sviluppo economico sociale, l’altra parte della comunità scientifica contribuisce addirittura alla
produzione industriale.
Questo punto in comune si mantiene anche nel momento in cui vogliamo andare a inquadrare le
diverse proposte della sociologia dell’ambiente  come la divisione tra strutturalismo e
ostruzionismo (cap 2 sociologia ambiente)
Allan Schnaiberg  è un sociologo americano che nel 1980 ha scritto “The environment. From
surplus to scarcity”  si ispira abbastanza da Marx , egli si basa sul concetto del treadmill of
production (macina da mulino azionata manualmente)  egli si concentra su tale meccanismo di
produzione che non solo qualcosa di economico ma anche di politico che si va ad affermare in
tale epoca di modernità
È un sistema di produzione conflittuale perché al suo interno ci sono 3 sistemi che hanno le loro
peculiarità:
 Società capitalistica avanzata che si compone di produzione e consumo
 Ricerca scientifica e tecnologica applicata alla produzione industriale che si basa su una
marcata assenza di giustizia sociale
 Strutture biofisiche che a livello globale è in conflitto con la distribuzione della ricchezza
per come è adesso e il sistema di produzione.

Questi tre elementi sono quelli che caratterizzano la crisi ambientale inoltre tale 3 sottosistemi
sono in conflitto perché hanno degli orizzonti di valor differenti, tipologie di copi e possibilità ri
realizzarsi differenti e per questo in conflitto questi agiscono tutti insieme e non sono separabili,
sono inconciliabili ma non separabili.
Nel dibattito negli stati uniti individuano queste 4 cause come le principali responsabili delle crisi
ambientali:
 Espansione popolazione
 Mutamento tecnologico  richiede sempre più energie per poter funzionare
 Crescita economica  prevede l’erosione di risorse naturali alla luce di una continua
richiesta di profitto
 Consumo di massa  viene intesa come una questione moralizzante

Ma per Schnaiberg le soluzioni sono concentrate solo su una di queste 4 ovvero sull’espansione
della popolazione  afferma che non va bene perché non siamo in grado di scindere i 3 elementi
che producono la crisi ambientale  egli propone quindi che essendo una questione legata al
capitalismo industriale e come si costruisce, questo è un rapporto di tipo contradditorio perché:
 non può fare a meno di espandersi  tesi
 non può fare a meno di essere ingiusto perché ha bisogno di continuare ad accumularsi a
partire dal surplus che non può essere distribuito in maniera equa
 non può fare a meno di erodere l’ambiente da cui trae le risorse.  antitesi

per superare tesi e antitesi bisogna elaborare una sintesi e quindi Schnaiberg quindi ne intravede
tre differenti:
 sintesi economica  lasciamo uno sviluppo incontrollato e qualcosa succederà  in
questo caso lo stato verrebbe meno
 sintesi della gestione della crisi  si prova a dare una tutela dell’ambiente ma
fondamentalmente il sistema di produzione non viene messo in discussione  si continua
a produrre in una chiave di tipo capitalistico.
 Sintesi ecologica  prevede sviluppo di tecnologie in grado di rendere le crisi ambientali
superabili ma si deve accompagnare a un redistribuzione del surplus, ci deve quindi essere
una forma di supporto allo sviluppo della giustizia sociale (soluzione più auspicabile per
l’autore)

Strutturalismo ecologico NEP  quello che il NEP fa da un punto di vista di teoria sociale è una
presa in carico dei problemi ambientali, delle relazioni di feedback tra società e ambiente, la
struttura della società, la cultura e infine gli atteggiamenti individuali  ciò implica che questi 5
elementi (citati qua sopra) agiscono sull’ambiente e l’ambiente retroagisce su questi
Catton e Danlap si rifanno a Parsons e quindi vanno a rileggere la loro prospettiva all’interno di una
sociologia che inizialmente loro avevano criticato per aver criticato il fatto che esista l’ambiente 
da un punto di vista degli elementi concettuali però non è cosi una prospettiva rivoluzionaria.
Uno dei meriti di Danlap è stato quello di sfruttare i 4 pilastri del NEP per sviluppare un sistema di
rilevamento per quanto riguarda la preoccupazione per gli atteggiamenti ambientali  la scala
NEP è stata rivista nell’anno 2000, perché la versione precedente aveva 20 anni. Quello che conta
però è che la prospettiva NEP rimane nel paradigma, all’interno della storia della sociologia
dell’ambiente come spartiacque. C’è da dire che da un punto di vista di teoria sociale non è stato
così forte come altre prospettive.
Costruzionismo sociale  le caratteristiche sono: che ci sia una struttura sociale di base che entra
in relazione con altri tipi di struttura, soprattutto col NEP in poi con quella dell’ambiente.
 Costruzione culturale del rischio, anche ambientale modello di Mary Douglas, per lei il
rischio è la probabilità di un evento combinata con la magnitudine di perdite dei profitti
che questo evento comporterà. Vi è il calcolo che possa succedere qualcosa in termini di
perdite e di profitti (rischio oggettivo)  Mary ritiene che l’assunzione a priori della validità
dei rischi in un a società deve essere rifiutata, non dobbiamo dare per scontato
determinate relazioni sistemiche, non deve farci pensare che sia accettabile all’interno di
una determinata società. La costruzione sociale del rischio è quindi i l fatto che il rischio
risente di alcune caratteristiche della società indipendentemente dal fatto che un rischio
può essere fatto proprio da una società in maniera diversa a seconda della società stessa.
Noi possiamo considerare due dimensioni, due stili con cui i rischio può essere considerato:
queste danno vita a 4 idealtipi di come viene gestito il rischio.
La sua proposta è il Grid – Group Model  griglia è la regolazione delle attività sociali
mentre il gruppo è la dimensione della coesione sociale.  un alto livello di griglia implica
che vi sia una forte componente di determinismo da parte delle istituzioni della società
(istituzioni molto forti che regolano in maniera ferrea la vita in una società), un basso livello
significa un tendenziale lassismo, dove vi è molta più libertà e un più basso livello
gerarchico, un basso livello di gruppo significa che la società è fatta di individui che si
sentono scollegati fra loro ( in chiave anomistica) , un alto livello di gruppo significa che in
una società c’è un alto livello di coesione e di condivisione di valori.
Per quanto riguarda il rischio significa che possiamo avere degli individui (idealtipi) per ogni
quadrante rispetto alla dimensione del rischio ovvero:
- Fatalisti  coloro che sono indifferenti rispetto alla questione del rischio
ambientale
- Individualisti  consapevole che ci sono dei rischi che sono uguali per tutti ma
l’individuo deve essere anche lasciato libero di prendersi questi rischi e di gestirseli
in maniera autonoma
- Ambito gerarchizzato (in alto a destra) dove esiste un rischio ambientale, ci sono
gruppi per la limitazione del rischio ambientale e sono responsabile di ciò, persone
che potranno godere di un sistema di mitigazione del rischio ma non è egualmente
distribuita
- Ambito egualitario ( in basso a destra) non ci devono essere dei rischi che vanno
a colpire maggiormente determinati tipi di persone
 Costruzione dei problemi ambientali

Una mancanza che ha Douglas è che non elabora in maniera chiara come avviene la costruzione e
come determinati rischi possano spodestare altri problemi sociali.
Cosa che viene fatta nell’approccio costruzionista dei problemi sociali  il problema sociale è
qualcosa che va contro un ordine socialmente definito, accettato, condiviso e messo in pratica.
I problemi sociali sono, in situazioni standard, sono il frutto della presentazione di rivendicazioni di
gruppi che si rivolgono ad organizzazione, agenzie volte alla gestione di determinati problemi, che
sono di volta in volta selezionate.  non è qualcosa di statico ma qualcosa che deve essere
ridefinito nel tempo.
Ciò parte da un processo composto da attori che possono essere collettivi ma anche individuali
che applicano un processo di Claim- Making ovvero il farsi di un’affermazione, l’affermazione di un
problema sociale, si compone di tre passaggi:
- Individuare gli elementi chiave per poter costruire la propria rivendicazione, rivelare che si
è scoperto un determinato problema
- La presentazione in pubblico attraverso un nome efficace che presenta un nome semplice
ad un problema complesso sviluppata nel primo passaggio
- Legittimazione del problema sociale e queesta va ottenuta tramite tre arene:
 Quella mediale
 Degli organi di governo
 Comunità scientifica

Questi tre livelli sono aree collegate tra loro ed è attraverso l’area mediale che si esprimono le
altre due.
Lezione del 16 marzo
Superare i dualismi (qualche sviluppo recente)
Strutturalismo  fondamentalmente si basa sul fato che esistono sottosistemi all’interno del
sistema sociale e sono in forte relazione tra di loro che porta a una sorta di conflittualità
culturale, economico e biofisico. All’interno di tale cornice ovvero che ci sono delle cause
strutturali che producono le crisi ambientale  si ha un basso dinamismo e istituzioni forti e
quindi il tutto porta a una capacità di autoriproduzione del sistema sociale molto elevata e capace
di mantenere lo status quo  esiste una certa oggettività delle problematiche ambientali che ci
sono sempre state ma sono risultate evidenti con l’epoca moderna, inoltre ci sono sottosistemi
indipendenti dagli individui e che sono strutturalmente universali, infine abbiamo un piano
analitico che tende ad essere macrosociale poiché gli individui restano riconducibili a una
dimensione collettiva
Costruzionismo  prospettiva che vede la realtà sociale costituita da costrutti culturali, da un
maggior dinamismo rispetto allo strutturalismo , tale dinamismo si manifesta attorno al problema
di che cos’è un problema o un rischio  in tale caso si parla di competizione (anziché essere uno
scontro e quindi un conflitto) è più orientato a capire quali sono le modalità con cui l’ambiente è
percepito, definito e interpretato, inoltre le problematiche hanno diverse interpretazioni possibili,
l’ordine sociale si regge su costruzioni comuni,la creazione di significato è variabile rispetto ai
gruppi che lo costruiscono e infine il piano analitico non è solo macrosociali
Le differenze fondamentalmente è che lo strutturalismo risente di una tradizione sociologica di
tipo parsonsiano, si è formato nel contesto statunitense quindi la matrice del pensiero di Parsons è
presente , loro ritengono che le cause appunto siano strutturali all’interno della società, vogliono
risvegliare la sociologia andando ad analizzare le cause.
Il costruzionismo non lo fa, perché si sviluppa in un periodo successivo e si occuparono
dell’ambiente solo successivamente e comunque si interessavano meno delle cause ma più alle
risposte e a come queste di differenziano. È un cambio di passo ciò perché anziché essere un
elemento strutturale si parla di dinamica processuale che da rilevanza al linguaggio. Ciò ha a che
vedere con la svolta discorsiva e post modernista.
Tesi costruzioniste
Tesi post materialista (Inglehart)  abbiamo la preoccupazione ambientale e dei problemi che
sono la conseguenza del mutamento dal punto di vista dei valori all’interno della società
occidentale siamo in un contesto in cui i bisogni materiali sono stati risolti, non abbiamo più
motivo di preoccuparci di una condizione materiale per questo abbiamo sviluppato una sensibilità
per altre dimensioni per una buona qualità della vita, bisogna quindi essere più attenti alla
dimensione territoriale poiché è una risorsa che deve essere garantita anche in seguito 
inglehart ha visto come più si va verso il valore tre (nel grafico) più si va verso la sensibilità
dell’ambiente, al crescere della ricchezza del nostro paese avremmo una maggior tendenza a
sviluppare una tendenza a valori post materiali. Gli stati uniti ad esempio avendo una grande
ricchezza dovrebbero avere una maggior sensibilità verso l’ambiente.
Tesi della nuova classe media  l’ambientalismo emerge come espressione della nuova classe
media che si distingue dalla presedente per un livello di scolarizzazione più alta, un più alto livello
di reddito, maggiori servizi ecc. si sviluppa quindi tale etica ambientalista con una maggior
attenzione al riciclo, consumi responsabili e un rifiuto del principio di accumulazione limitata 
tale tesi però non funziona così bene soprattutto ai nostri tempi
Secondo recenti ricerche però I gruppi più preoccupati per l’ambiente sono i latini e inoltre anche i
gruppi più poveri sono più preoccupati dei benestanti.
Studio degli Approcci regolativi  è un modo per poter leggere alcuni processi che diversamente
andremo a perdere  bisogna andare a vedere come le diverse soluzioni ambientali producano
delle relazioni , si può studiare quindi come si svolgono i processi deliberativi ,le dinamiche
politiche ma anche i movimenti sociali che si manifestano in riferimento ai cambiamenti
ambientali  i movimenti sociali possono essere efficaci contro la crisi ambientale Politiche
multilivello stanno avendo una rilevanza sempre maggiore nei giochi decisionali poiché spesso
abbiamo a che fare con determinate richieste di intervento sui territori nazionali, richieste che
provengono da organismi sovranazionali.
Ipotesi riflessiva  parte da una constatazione ovvero che i problemi ambientali contemporanei
sono poco percepibili in maniera diretta dalle persone, i governi vengono infatti mediata da diversi
attori come ad esempio i media attraverso i quali si esprimono altri attori come scienziati o politici
che cercano di ottenere il favore del pubblico per cambi di condotta un effetto comune che è
difficile da evitare è che vi sia una sovrapposizione tra la percezione di un determinato problema e
la magnitudine e la rilevanza dl problema stesso  la relazione tra media e opinione pubblica: tra
il 2009/11 il numero di articoli che parla della questione nucleare culmina nel 2011 con la
deviazione dell’opinione pubblica che fino a prima sembrava essere un po’ più possibilista.
L’incidente della centrale nel 2011 ha determinato un cambiamento di opinione.  la riflessività
avviene certo indipendentemente ma anche tramite elementi come mezzi di comunicazioni di
massa o più recentemente web su cui si esprimono diversi attori come politici ecc
Ci siamo dimenticati delle cause?  da un punto di vista delle prospettive costruzioniste non si
parla più delle cause , non c’è quindi la volontà di dedicarsi a forme di prescrizioni da parte di
cittadini ecc
Contesto globalizzato : siamo in un contesto globalizzato  è aumentata l’interdipendenza tra
regioni lontane, ovvero bisogna pensare alle funzioni dell’ambiente e come queste si
distribuiscono …il più delle volte abbiamo a che fare con luoghi molto diversi e lontani. Luoghi
delle risorse, luoghi del consumo produzione e luoghi dello scarto che non coincidono.
Esempi:
 Conservazione in Africa Equatoriale vi sono diverse regioni destinate alla creazione di
parchi e riserve naturali, in tali parchi c’era una popolazione che a seguito dell’istituzione di
tale riserva sono stati spostati in un altro luogo. Abbiamo a che fare con una decisione
dell’unione africana su pressione delle nazioni unite affinché si potessero realizzare parchi
per garantire una parte del patrimonio verde a livello globale, scelte che hanno comportato
la ridefinizione degli equilibri locali di una quota non marginale della popolazione
 Biocarburanti  diverse compagnie hanno cominciato ad investire sul biodiesel per ridurre
impatto inquinante e perché il biodiesel dovrebbe ridurre lo sfruttamento di determinate
tipe di coltivazioni, esso può essere utilizzato però solo da chi se lo può permettere
ragliando fuori quindi una parte consistente di consumatori  le piantagioni necessarie
alla coltivazione di piante come la lacrofa utilizzata per la sintesi del biodiesel sono piante
che hanno bisogno di coltivazioni intensive, inoltre tali terreni realizzate per tali piantagioni
difficilmente possono essere riconvertiti ad altro in quanto è una pianta difficile da
estirpare  per ridurre quindi il peso della crisi ecologica abbiamo destinato una serie di
soluzioni il cui peso ricade in larga parte su paesi che non possono godere dei vantaggi
dell’utilizzo del biodiesel o del bio carburante
 Commercio auto di seconda mano dall’Europa Occidentale a quella Orientale  abbiamo
un flusso di auto di seconda mano tendenzialmente diesel che si muovono verso i paesi di
più recente ingresso nell’unione europea , ciò si realizza con la libera mobilità delle merci ,
sono automobili che hanno un livello di emissioni molto più basso .

La crisi ambientale scorre in un contesto in cui abbiamo il ruolo delle istituzione centrali che viene
meno perché le ragioni per cui avvengono tali cose sopra citate derivano dal ruolo delle istituzioni
sovranazionali
Ibridazione dei contesti:
 Crollo del ruolo preponderante delle istituzioni statali centrali
 Effetti locali di flussi globali attraverso cui si spostano merci e persone che hanno però
effetti a livello globale

Seminario 17 Marzo
Etnografia  descrizione di un popolo

Lezione del 18 Marzo


La crisi ambientale scorre da un contesto all’altro ad esempio con il commercio delle auto di
seconda mano dall’Europa Occidentale a quella Orientale.
Noi siamo in una situazione in cui i contesti locali e globali cominciano ad ibridarsi: da un lato
abbiamo il crollo del ruolo preponderante delle istituzioni statali centrali (chi è che definisce
l’agenda politica ed economica di un paese? Sicuramente l’andamento dei mercati, ma
soprattutto, in un paese europeo, l’agenda politica deve stare all’interno di determinati accordi).
Per quanto riguarda le politiche ambientali questo è vero.
Poi abbiamo anche gli effetti locali di flussi globali (oggetti, persone etc.), cioè tutto scorre e ci
sono equilibri che si formano o assestano in un complesso globale. Questi si formano attraverso
delle reti, di standard condivisi tra paesi, di protocolli definiti e dati.

In una situazione di ibridazione dei contesti (cap.1 e cap.6, Sociologia dell’Ambiente), già nel 1998
Alan Touraine, alcune categorie classiche che hanno fatto la fortuna della sociologia quando è
nata, diventano poco utili in termini esplicativi, viene infatti da domandarsi se esiste ancora la
società con la configurazione che aveva quando è nata la sociologia. John Hurry dice di no, anzi
dice che dovremmo smettere di parlare di società.
Come si realizza il crollo della preponderanza del ruolo delle istituzioni statali centrali, queste sono
state affiancate da altre forme politiche dal passaggio dal governo alla “governance”. La
governance è un sistema in cui le istituzioni perdono la centralità e si vede la nascita di nuove
istituzioni sovranazionali/internazionali. C’è anche l’emersione di attori non statuali e non
istituzionali (privati), a cui si affiancano le associazioni ambientaliste di grandi dimensioni come ad
esempio Greenpeace. C’è anche la questione dell’autoregolamentazione, ad esempio: ci sono
alcune delle grandi compagnie della ICT producendo energia autonomamente, ma questo non è
un obbligo del paese, è una forma di autoregolamentazione che si è autoimposta di produrre
energia da forme rinnovabili, siamo infatti in un contesto in cui ci sono attori POTENTI che
definiscono le regole del settore dove si trovano. Ma anche per esempio le grandi compagnie
orientali del settore del grano e della soia vengono rese autonome nella scelta del livello salariale,
dei pesticidi etc.

Questo è stato considerato all’interno di una cornice che prende atto di questa cosa, che si basa
sull’approccio della sociologia dei flussi e delle reti (cap.1 Non è aria), Mol 2010, e che analizza che
la crisi ecologica si realizza in flussi che scorrono attraverso le reti della globalizzazione. Questa
infatti è una struttura dove queste reti si muovono.
Gli elementi che hanno un ruolo nel perpetrare la crisi ambientale sono soltanto umani?

I fondatori dell’etichetta di modernizzazione ecologica sono tedeschi, Janicke e Huber ed è stata


sviluppata molto in Olanda con Mol e Spaargaren; entrambi i paesi hanno investito molto nelle
riforme ambientali. Mol e Spaargaren sono degli autori prolifici, sono capostipiti di una scuola
molto influente e sono fra i promotori di uno dei più rilevanti gruppi di Sociologia dell’Ambiente in
Europa e nel mondo.
Assume, infatti, che bisogna muoversi dal degrado della crisi come espressione della modernità e
dai problemi della modernità ancora insufficientemente sviluppata. Quindi essi sostengono che ci
dobbiamo occupare di descrivere ciò che è stato fatto, per poter prescrivere ciò che dovrà essere
fatto.
I tratti fondamentali della modernizzazione ecologica sono: la crescita economica non deve
necessariamente corrispondere ad un maggiore consumo di risorse ed energia; le riforme in senso
ecologiche sono necessarie e possibili, infatti scienza e tecnologia sono viste come positive perché
è vero che hanno causato la crisi ambientale, ma possono anche risolverla se usate nel modo
giusto; vi sono poi delle dinamiche di mercato, incoraggiamente di innovatori e imprenditori in un
regime di autoregolamentazione per poter effettivamente crescita economica con più basso
impatto sull’ambiente; lo Stato è sì rilevante, ma deve essere promotore di approcci: preventivi,
quindi di cosa non deve essere ottenuto sull’ambiente; partecipativi, cioè devono includere diversi
attori; e devono essere decentrati. All’interno dei tratti fondamentali troviamo anche una critica ai
movimenti ambientalisti, vengono infatti accusati di essere anti-modernisti per delle posizioni ostili
nel settore dello sviluppo tecnologico.

ELEMENTI CHIAVE

Al pessimismo si sostituisce una certa fiducia nei processi dell’Eco Ristrutturazione, infatti, il
progresso tecno scientifico è la chiave per una completa e realizzata modernizzazione. E la
gestione strategica delle risorse ambientali dei consumi e dello sviluppo economico è la base di
questi processi. Tutto ciò è la base di una tecnocrazia.
La ME nasce in contesti “adatti”, Germanie e Olanda, soprattutto in Olanda.
Il primo aspetto critico, il corollario di Esping Andersen (questo è uno dei primi che ha classificato
sistemi di welfare in base alla disponibilità di servizi) assume che un approccio nato in un contesto
non è necessariamente esportabile con lo stesso successo in un contesto con condizioni diverse. In
effetti, questi due paesi sono tra i principali promotori di politiche verdi e sono all’avanguardia
nella proposizione di buone pratiche a livello tecnologico (vd. smartgrids). Sono inoltre due paesi
fortemente europeisti e hanno quindi un’elevata fiducia nell’impatto positivo della scienza sui temi
ambientali, i quali sono sopra la media europea in questi Stati, avendoli applicati con largo anticipo
rispetto agli altri paesi europei.
Il secondo aspetto critico è quello secondo cui l’opera di attori istituzionali non necessariamente
conduce a risultati migliori in contesti locali (vd. Politica Agraria comune, slide lez. 5).
L’ultimo aspetto si basa su quali attori possono giocare un ruolo rilevante in contesti con elevata
regolamentazione. Rinkevicius ricostruisce come è nata l’agenzia di protezione ambientale lituana:
viene concessa a Mosca l’autorità di come procedere nell’uso delle risorse. Il lago d’Aral infatti era
uno dei laghi più grandi al mondo, in un periodo in cui i piani quinquennali dell’Unione Sovietica
hanno drenato risorse idriche dal lago per l'approvvigionamento d’acqua per le piantagioni della
zona. Infatti, gli ingegneri non si erano posti problemi sulla gestione di un intero lago. Cosa
succede in Lituania: essa doveva sottostare a piani quinquennali, doveva sottostare alle esigenze
dell’USSR. Parallelamente si era creata in modo informale l’agenzia di protezione ambientale
lituana, riuscendo in qualche modo attraverso i buchi dell’amministrazione sovietica, o anche
attraverso la corruzione e discrezionalità, sono riusciti a varare piccoli accorgimenti normativi che
permettevano di applicare i dettami da Mosca, ma con l’attenzione necessaria al fine di preservare
e tutelare le risorse che venivano usate.
Ciò indica che anche in un contesto altamente regolamentato come quello dei piani , le proposte
non producono essenzialmente processi positivi, facendo prendere piede a network informali che
sono comunque in grado di attuare ciò che la modernizzazione ecologica dice.

Lezione del 23 Marzo

Tecno scienza e ambiente  causa, soluzione o panacea?


Tecno scienza  Shapin è uno storico della tecnologia ha fatto un ragionamento
Secondo gli studi sociali che si occupano di tecno scienza e tecnologia sono due modi di intendere
l’attività di ricerca da parte di geologi fisici medici ecc. in maniera inadeguata perché non coglie le
tecniche di ricerca.
Gli science e technology studies STS Hanno notato come la scienza e la tecnologia non funzioni
cosi bene.
Uno dei punti di svolta loro sono i laboratori studies ovvero studi di tipo etnografico  questi sono
andati nei laboratori a studiare come lavoravano i tecnici  hanno visto come nella pratica, la
distinzione tra scienza e tecnologia sia prevalentemente nominale

Un rapporto paradossale è quello tra scienza e tecnologia, questo perché si alternano momenti di
invocazione, di appelli e accuse
Accuse  lo strutturalismo in cui abbiamo il sistema capitalistico industriale che viene individuato
come la causa della crisi ambientale e la production science che è una versione aggiornata di
Gould che accusa una parte della comunità scientifica e tecnologica (quindi la tecno scienza) che
da un lato produce gli introita per la società capitalista e dall’altro porta a uno sviluppo di questa
appelli  2 ondata dell’ambientalismo con la primavera silenziosa e i limiti dello sviluppo
(proponevano una previsione rivelatesi sbagliata)
Invocazioni modernizzazione ecologica ovvero viene invocato uno sviluppo della tecnologia non
solo in termini generici ma anche volti all’orizzonte politico, ovvero a cambiare per l’ambiente.

Linearità della relazione tra scienza e politica  c’è una rappresentazione lineare della relazione
tra scienza e politica (es paradigma dominante occidentale) proposto da Bush ”the endless
frontier” è un resoconto che da al presidente degli stati uniti e dice che la scienza è in grado di
produrre conoscenza per risolvere i problemi della società e che se noi investiamo denaro nella
ricerca di base essa servirà nella ricerca applicata che potrà portare a dei benefici nella società.
Se noi andiamo a vedere il ruolo degli esperti  di per sé lo scienziato non è esperto ma agisce da
tale quando risponde a delle domande sul piano pubblico, la tecno scienza nel momento in cui
abbiamo qualcuno che fa parte di tal scienza e si espone sul piano pubblico abbiamo la tecno
scienza che entra all’interno del sistema di governante.  analiticamente gli esperti li possiamo
individuare per 3 aspetti:
 Hanno una competenza  hanno una conoscenza e competenza operativa e viene data
maggior rilevanza del know how (so che esiste un determinato fenomeno e so come
affrontarlo) a scapito del know why (non conosco come determinati principi agisca in
determinate situazioni  competenza di tipo parziale poiché la competenza di un membro
di una comunità di ricerca è molto spesso legata a come funzionano i massimi sistemi ma
non sanno come funzionano in determinate situazioni specifiche.
 Applicano una certa trasgressività si esce dai limiti della propria disciplina ma allo stesso
tempo si diventa esperti di questioni di governance (si invade un ambito non proprio),
inoltre trasgressività poiché si è costretti ad esserlo rispetto ai tempi della ricerca che non
sono quelli della policy
 Relazionalità asimmetrica asimmetria tra ciò che è valido e ciò che non lo è (devo
definire un confine tra ciò che è valido e ciò che non lo è), inoltre noi che ci fidiamo
dell’esperto deleghiamo la possibilità di far luce su un determinato elemento ma noi non
abbiamo le competenze per sapere se quello che dice l’esperto sia il più giusto possibile.

Rispetto alla questione dell’ambiente vi è un disallineamento tra l’opinione di diversi esperti;


esiste poi la partigianeria, cioè l’uso politico della conoscenza (vi sono posizioni che vengono
utilizzate da parti politiche all’interno del dibattito politico); ovviamente tutto questo non può che
generare incertezza , cioè confusione per l’opinione pubblica; infine vi è una conflittualità cioè una
contro – expertise come ad esempio dell’ambientalismo scientifico (Burden of proof ovvero
l’obbligo della prova).

Tecnological fix  è l’idea che ci possa essere una tecnologia che agisca così profondamente da
rendere puliti i nostri comportamenti senza che si debbano modificarli, che ci permetta quindi di
non inquinare mantenendo inalterato lo stile di vita è il rimedio tecnologico ad un problema che
è spesso creato da un’ altra tecnologia (inquinante molto spesso), tale tecnologia che a sua volta
producono esternalità e si approvvigiona da fonti non rinnovabili
un rimedio è il the end of pipe techniques ovvero un filtro che diminuisce gli agenti inquinanti,
oppure un altro rimedio è la “cleaner production” ovvero una soluzione più pulita, prendendo
l’energia da fonti rinnovabili e magari riciclandola. Abbiamo quindi un’eco – produzione.
Se noi8 andiamo a vedere questi tipi di processi potremmo trovarci davanti ad un effetto:
Rebound effect arrivati a un certo punto l’utente si rende conto di avere di fronte energia
pulita,autonoma e a basso costo e quindi comincia ad utilizzarla in maniera più disinvolta, di
conseguenza non si ha un minor consumo di energia anzi.  consumiamo quindi di più rispetto a
quanto non avremmo fatto limitando il potere mitigante di un’innovazione importante 
ABBIAMO QUINDI UN EFFETTO PERVERSO
Abbiamo un ruolo performativo della tecnoscienza
Ha un ruolo Attribuito poiché:
 Le conoscenze scientifiche si incorporano in artefatti e sono promosse prchè siano
introdotte nella nostra vita di tutti i gironi perché ci permettano di fare cose
 Inoltre si attivano risorse per produrre conoscenze scientifiche sulla questione ambientale
Ma anche esperito poiché:
 l’utilizzo di soluzioni tecnologiche che permettono di fare alcune cose che altrimenti non
sarebbero consentite e non si riuscirebbe a farle
 conoscenze scientifiche promosse da diverse parti in gioco, essa viene utilizzata da attori
all’interno di contesti politici, sono risorse retoriche ma anche politiche. Queste
conoscenze fanno parte di bagagli culturali condivisi

Seminario 24 marzo
Aspetti sociologici della crisi energetica
Cos’è la crisi energetica?  con il cambiamento climatico si comincia a parlare di crisi e
cambiamento climatico ed è una situazione che se non affrontata porterà in breve tempo a
sconvolgimenti sociali, politici e ambientali

La questione della crisi è sorta prima della crisi climatica 


 prima c’è tutta l’idea che l’energia da fonte fossile fosse un fattore di sviluppo industriale
 Gli stati nel loro sviluppo hanno visto l’approvvigionamento di energia in termini di
sicurezza
 L’energia è un fattore di benessere abitativo e lavorativo
Le fonti di energia primaria sono policentriche ovvero le fonti non sono poche ma sono tante nel
mondo però non sono diffusi, quindi non è come l’energia solare

La questione energetica dopo la crisi climatica 


 La combustione di fonti fossili sbilancia il mix atmosferico ovvero la composizione
atmosferica
 I rigidi e mastodontici percorsi tecnologici ovvero lock – ins e il gigantismo infrastrutturale
 Abbiamo paesi emergenti che hanno un grande consumo energetico in particolare di
carbone
 La questione dello spreco di energia con la bassa efficienza dei processi a combustione,
consumi esagerati e la dissipazione del calore negli edifici
Quindi ci sono due fonti di crisi energetica una legata alla seconda rivoluzione industriale e una
dovuta all’eccesso di CO2 prodotta dai combustibili fossili

Le misure contro la crisi energetica sono sostanzialmente :


 Politiche di lotta al cambiamento climatico ovvero politiche di mitigazione che vogliono
ridurre l’eccesso di co2 derivanti dalla combustione di fonti fossili
L’uso è dato dalla produzione di energia termica ed elettrica in centrali termoelettriche e
imprese energivore, a trasporti con motori termici e al riscaldamento degli edifici

Nell’ ottobre del 2014 i leader dell’UE hanno concordato nuovi obiettivi in materia di clima ed
energia per il 2030 tra cui:
 Una riduzione di almeno il 40% delle emissioni di gas serra ai livelli degli anni 90
 Una quota minima del 27% di energia da fonti rinnovabili
Ecc
L’UE si è impegnata a ridurre le emissioni dell’80-95% rispetto ai livelli del 1990 entro il 2050, a
condizione che tutti i paesi partecipino in maniera collettiva
Oltre agli obiettivi abbiamo gli strumenti ovvero come si cerca di raggiungere tali obiettivi:
 Incentivi monetari attivi ovvero i sussidi e passivi ovvero le detassazioni, la carota  si
invogliano gli attori a fare determinate cose dando degli incentivi come ad es: pannelli FV
politica feed – in (dare un tot di soldi per ogni kilowatt di energia prodotta da pannelli
fotovoltaici). Politica abbandonata perché considerata immorale, sostituita da una politica
di detrazione CAROTA
 Vincoli, obblighi,authority, azioni di monitoraggio (command and control). Leggi e
regolamenti, obblighi. BASTONE
 Insieme di misure come educazione, ricerca,pianificazione,educazione ambientale nelle
scuole. SERMONE
Il più delle volte le politiche comprendono “pacchetti misti”, un mix dei tre elementi
sopracitati.
La politica utilizzerebbe sempre il SERMONE poiché il bastone è antipatico mentre la carota è
costosa

Aspetti sociologici della crisi e delle misure energetiche e delle misure adottate
Adottiamo un modello poiché si adotta un modello fra tanti modello triadico che sono i tipi di
scambio della società a partire dallo studioso Polanyi
Egli parla di reciprocità, redistribuzione, scambio di mercato
Reciprocità dono reciproco e viene codificata come uno scambio senza una chiara misurazione
del valore della cosa scambiata e dei tempi  scambio di doni
Redistribuzione  esiste un autorità riconosciuta che preleva dagli attori e ridistribuisce secondo
suoi criteri
Scambio di mercato  scambio di equivalenti, si da un prezzo ai beni scambiati

Come procede la ricerca sociologica?


Adattamento del modello alle situazioni storiche, attuali ed possibili nel futuro
Passato 1 le prime distribuzioni di energia derivante prima dal carbone poi dal petrolio erano
svolte da privati dopo aver capito l’importanza, l vendevano sul mercato  rivoluzione industriale
con moltiplicazione dell’uso su larga scala di fonti fossili a bassissimo costo (mercato nascente)
Passato 2  seconda fase in cui alcuni usi delle energie restano nel mercato, qui ancora dominano
i privati, ma altre vengono erogate con reti pubbliche e sono quindi casi di redistribuzione
Passato 3  le forme di reciprocità restano residuali es il diritto che avevano le famiglie del luogo
di prelevare legna da aree demaniali o dalla proprietà collettiva

In Italia?
 Nuovo mix fra mercato e redistribuzione con liberalizzazioni dele forniture e parziale
privatizzazione delle utility
 Aziendalizzazione, quotazione in borsa e autonomia gestionale delle utility pubbliche 
qeste aziende di proprietà pubblica hanno però un altissima autonomia gestionale
 Mix mercato redistribuzione con sostegno pubblico attivo e passivo alle rinnovabili e non
solo
 Forme di reciprocità restano relitti come cooperative idroelettriche delle Alpi o coop.
Energetiche delle aree rurali americane
 Molto marginale il principio di reciprocità nei gruppi di acquisto di pannelli fotovoltaici o
nella condivisione finanziaria di impianti eolici medio – grandi.

Prospettive di applicazione del modello triadico


Si può studiare le condizioni sociali per la creazione di comunità energetiche trans locali basate su
schemi che vadano oltre stato e mercato (equa e precisa misurazione degli apporti energetici di
ciascuno) che sviluppino maggiormente il principio della reciprocità nel campo energetico e fra
questo ed altri.
Ad esempio
 La condivisine di impianti di generazione, distribuzione e stoccaggio energia smart grid
 Acquisti collettivi di energia verde  cosa che fanno i consorzi o le imprese per risparmiare
 L’inserimento della compravendita di energia in scambi più ampi e variegati  mettiamoci
insieme e dirigiamoci da uno stesso fornitore tra cui anche fornitori etici
 Ricerca e sviluppo di università e imprese orientata verso fini solidaristici con popolazioni
povere di energia e/o in aree remote
Lezione del 31 Marzo
Dati ambientali.  questi dati producono asimmetrie di potere e nuove forme di partecipazione

Dataficazione  processo mediante il quale i comportamenti umani, ma anche altri fenomeni,


sono rilevati, resi trasmissibili sotto forma di dati digitali
I dati si sposano perfettamente con l’idea dei flussi e delle reti
Tele processo è qualcosa che è accaduto e sta accadendo sempre di più come nelle nostre attività
quotidiane e ciò produce dati si ha quindi una crescente accumulazione di dati poiché abbiamo
punti di rilevazione sempre più diffusi e in parallelo un aumento di repository pubbliche (poiché si
è sviluppato un movimento per l’apertura delle repository di dati come forma di sostegno a una
maggiore partecipazione da parte dei cittadini).
Per quanto riguarda le repository pubbliche nella storia vi è un chiaro monopolio dell’informazione
di cosa deve essere misurato e ratificato, dall’altro la richiesta di repository pubbliche che può
essere consultata da tutti si evidenzia il problema di azioni molto pratiche
Non abbiamo mai avuto a disposizione tanti dati di quello che ci circonda, oggi meno di quanti ne
avremo domani.
Motivi di preoccupazione:
 Privacy
 Affidabilità dei dati
 Commodificazione degli utenti
 Accesso (effettivo) a tali repository

Puntualizziamo che avere più dati non significa avere più informazione e ritenere che una banca
dati possa essere un modo per immagazzinare le informazioni è sbagliato.
i dati sono elementi utili a costruire le informazioni, esse dobbiamo costruirli noi.
La produzione dei dati è stato preavviso da un uso di interesse conoscitivo e non tutti i dati
possono rispondere alla medesima domanda.  esempio noi andiamo a costruire un questionario
come quello di euro barometro sull’opinione pubblica in Europa ottimi strumenti per avere
informazioni su dati questioni come quella del terrorismo, dopo l’11 settembre infatti, a
percezione del cambiamento climatico (dopo 2006 quando UE inizia a preoccuparsi. Non posso
usare i dati prima del 2006)  elementi che dipendono da un mandato politico.

Problema dei dati è che non sono mai un prodotto asettico in quanto al loro interno incarnano vari
elementi.
Elementi chiave che stanno alla base delle pratiche connesse ai dati:
 Produzione
 Gestione
 Archiviazione
 Accesso (a chi, a quali condizioni)
 Analisi non è un processo neutro
 Interpretazione che segue a sua volta la comunicazione

Questi 6 elementi creano asimmetria e produco forme di dominio, sono considerati strumenti di
governante . Focault anziché di governante parla di governabilità ossia una serie di procedure che
stanno dietro ai problemi di gestione del governo.
Dati ambientali sono alla base della relazionalità asimmetrica che caratterizza l’expertise e va
sottolineare che le competenze e le conoscenze per la maggior parte delle volte non vengono
controllate.
Rispetto a quello che riguarda la questione ambientale abbiamo una relazione della capacità di
produrre i dati viene considerata da Latour ed è una delle abilità politiche mai realizzate in quanto
gli scienziati assumono la prerogativa di essere in grado di conoscere e comprendere il linguaggio
dell’ambiente rende la loro posizione come una fonte di autorità delle decisioni politiche che sono
molto difficili da contrastare da ciò che è ritenuto valido.
Non è un aspetto di democratizzazioni, alcuni parlano di una forma di monopolio dell’informazione
che si regge su un controllo delle modalità di accesso ai vari dati ambientali. Apparato di
infrastrutture reticolari per la produzione di dati ed elaborazioni di scenari. Es di apparato:
monitoraggio qualità dell’aria.
La gestione dei dati ambientali riproduce una forma di asimmetria in quanto è costosa e
complessa nella gestione del sistema di governante. Altre persone possono intervenire a dare una
loro opinione e alcune volte tutelare i dati nella questione expertise.
Scott Pruitt prima nomina del presidente Trump, la prima cosa che ha fatto è la restrizione di
accesso pubblico ai data EPA sul cambiamento climatico. Le restrizioni implicano la chiusura di
accesso degli open data .
Elementi chiave:

 Siamo in contesto ratificato che si regge su un alta densità e pervasività di tecnologie, è


sempre più richiesto di essere connessi.
 Sempre in questo contesto dal punto di vista delle reti di monitoraggio le stazione per il
controllo dell’aria non sono equamente di distribuite ma si trovano principalmente al nord
 Sullo sfondo: crisi ambientale che si manifesta in moltissimi modi come i rifiuti e il
problema delle microplastiche , della biodiversità in cui si è aggiunto il problema delle
specie invasive e clima per si è passato da considerare il surriscaldamento ed eventi
meteorologici straordinari

Tutto questo si inserisce in un contesto di un paradosso in cui abbiamo bisogno di altri dati
perché quelli che già abbiamo ci dicono cose che giù sappiamo oppure ci chiedono di
approfondire

Progetti citizen scienze a tema ambientale in EU


Citizen science (Scienza dei cittadini)  tutte quelle pratiche di ricerca scientifiche che
coinvolgono i cittadini per la produzione di conoscenza. Prevedono l’uso di un’applicazione nel
telefono che permetta ai cittadini di contribuire alla raccolta dei dati.  infine permettono di
colmare un gap conoscitivo e questo può far prendere conoscenza ai cittadini dei problemi
legati all’ambiente.
Contesto attuale di ratificazione e compresenza di altre infrastrutture invita chi è interessato
ad allargare a raccogliere i dati di utilizzare questo tipo di sistema.
Forma di partecipazione che si aggira attorno alla raccolta dei dati , però presenta una serie di
paletti.
due casi :
 Publica-club  si origina negli USA dopo l’incidente petrolifero ch ha colpito le coste della
Louisiana un gruppo di attivisti hanno cominciato a monitorare gli agenti inquinanti mediante
uso delle open hour
 Safecast  si origina in Giappone ed è nato come tentativo di monitorare il livello di
radioattività a seguito del materiale radioattivo della centrale di Fukushima grazie alla
costruzione del bGeigie Nano che sono usciti dai loro confini diventando punti di riferimento
per il citizen science

Lezione del 1 aprile

Da un punto di vista sociologico la sociologia del territorio fa attenzione alla dimensione


territoriale dei fenomeni sociali ovvero ai vincoli di spazio e allo specifico contesto storico  la
dimensione territoriale tiene al suo interno la dimensione temporale questo perché la definizione
di un territorio muta nel tempo
Alfredo Mela individua tre approcci allo studio del territorio:
 Spazio come un contesto generativo per i processi sociali
 spazio come prodotto dell’interazione sociale
 spazio come medium dell’interazione sociale

uso del concetto di territorio:

delimitativo per dare una trasparenza del metodo di ricerca e della provenienza degli assunti delle
ricerca ( approccio debole, a-specifico) utilizzato in forma retorica: trasparenza della
provenienza del materiale empirico e garanzia di non estendibilità di un’ipotesi

ex post (siamo nel momento in cui stiamo interpretando)(approccio debole, a-


specifico)richiamo in fase analitica per: giustificazione degli scostamenti rispetto a configurazioni
inattese e per interpretare differenze tra contesti diversi
abbiamo a che fare con un idea di territorio che non è un elemento che viene interpretato
all’interno della ricerca se non come sfondo.

Territorio come un contesto generativo per i processi sociali (approccio forte, specifico)  le
determinate caratteristiche di un territorio hanno un ruolo attivo nel dare forma ai processi.-->
Caratteristiche del territorio possono essere di tipo fisico e infrastrutturali  per ruolo attivo si
intende che entrano in gioco al pari di altre (più consuete) variabili sociali e quindi non ci devono
essere derive deterministe (evitare di pensare che automaticamente a una data condizione ne
segua un processo di un certo punto)

Spazio come prodotto dell’interazione sociale (approccio forte  lo spazio come il frutto di
interazioni fra variabili sociali e spaziali, abbiamo risorse che vengono definite attraverso variabili
sociali spaziali frutto delle interazioni poiché siamo nell’area della matrice costruzionista,
abbiamo relazioni che possono essere cooperative ma anche conflittuali , lo spazio esiste ma viene
a essere interpretato da parte di chi vi risiede o che ha un relazione con quel territorio e ciò può
essere una forma di coesione ma posso andarmi anche a scontrare con chi ha contribuito a
definire una territorialità diversa  variabili sociali e spaziali che hanno quasi un pari valore.
Medium dell’interazione sociale (approccio forte, specifico)  modo di interpretare il territorio
che si scolla dal continuum dei precedenti perché quello che conta non è né l’esito né il
presupposto ma bensì come elemento al centro delle interazioni che individui hanno per mezzo di
questa entità territoriale l’interpretazione del territorio avviene nei significati attribuiti che son
segmentati temporalmente e spazialmente (ciò che è valido qui non è detto che sia valido altrove
o in un'altra epoca) e nelle pratiche (concesse o non ammesse) centro dell’interazione ovvero
l’attenzione è sul come i differenti attori sociali interagiscono col proprio territorio
Quello che conta è che il territorio e la dimensione spaziale non deve essere semplice cotesto che
viene utilizzato ma parte integrante dell’analisi se vogliamo dire di compiere uno studio di
sociologia del territorio.

Parlare di psicologia del territorio è una prerogativa italiana poiché non esiste un equivalente negli
altri paesi che si intreccia con la storia italiana dell’Italia come stato e ha una relazione particolare
con la sociologia urbana
Questione di etichette:  è difficile da individuare al i fuori del contesto italiano per diversi motivi:
 il peso di altre discipline  come quella di Geografia che è molto più rilevante in Gran Bretagna e la
pianificazione territoriale per progettare politiche di intervento ad es
 non questioni di tematiche  come rural sociology, urban sociology, sociology of tourism e
environmental sociology

Gennaro Avallone individua 2 grandi periodi  per lui c’è necessità di conoscere un paese
politicamente unificato ma ricco di diversità
1 periodo post unitario  compreso tra l’unità fino agli anni 50 del novecento  abbiamo
campagne sempre più in crisi, diffuso il latifondismo e comincia una fase di modernizzazione del
paese con una progressiva urbanizzazione  in questo periodo siamo a ridosso della 2 guerra
mondiale in cui Gramsci segnala che c’è un problema all’interno della relazione tra ciò che è
urbano e ciò che è rurale
2 periodo  dagli anni 60 fino ai giorni nostri  guerra finita abbiamo un paese che si sta
ricostruendo fino ad arrivare al boom economico, le grandi città del nord cominciano a diventare
metropoli, importante è anche l’elemento migratorio. La dimensione territoriale è quindi
particolarmente rilevante

Lezione del 6 Aprile


Studiare il territorio
Una ricostruzione ex post riguarda una prospettiva storica e della storia della sociologia con lo
scopo di individuare le unità elementari con cui hanno a che fare sociologi del territorio. Unità si
sono imposte alla’attenzione dei sociologi del territorio- ricostruzione della storia della sociologia
del territorio prendendo in considerazione la relazione tra città e campagna
Città e campagna sono strettamente connessi l’uno con l’altro, l’uno completa l’altro.
Serie di eventi che hanno contribuito al processo di industrializzazione, processo che ha avuto un
impatto sia sulla struttura della città che le circondavano  nel 1850 l’industrializzazione mostra
segni evidenti, le persone si spostano dalle campagne alle città assumendo il ruolo di immigrati
economici.
Siamo di fronte ad un fenomeno in cui gli assetti economici, sociali si stanno trasformando e
modificando ma non con la stessa velocità in tutti i luoghi.
I primi processi di urbanizzazione si sviluppano in Europa mentre in Italia solo a partire dal 900
Coloro che si occupavano di sociologia hanno cominciato ad occuparsi di comunità è uno dei
primi concetti che ha permesso alla sociologia di diventare scienza autonoma il concetto di
comunità è un unità elementare della sociologia del territorio.
Disorganizzazione social e riorganizzazione sociale  sono dei processi che sono emersi con la
scuola di Chicago
Park e i suoi allievi hanno cominciato quindi a ragionare sulle persone che arrivavano in questa
città, Chicago, in crescita e a come si trovassero a dover riorganizzare il proprio ordine sociale
(dalle aree rurali a Chicago)le persone quindi si ritrovano a dover ridefinire la propria
organizzazione sociale (agenzie di socializzazione, valori, istituzioni, gerarchie di potere che
cambiano radicalmente, forme di stratificazioni)
La comunità diventa un concetto importante all’interno della disorganizzazione sociale e la
riorganizzazione sociale.
Parsons quando parla di comunità parla di una comunità abbastanza definita e operazioni
abbastanza connesse
Per tonnies la comunità come senso di appartenenza ascritto
Per Weber a differenza di Tonnies egli non carica di valore il concetto di comunità ma lo utilizza
come un elemento empirico. Comunità e associazione come forme di relazioni in quanto ratificate
e negoziate da forme di valore retribuito che si affianca ad altre forme di valore.
Durkheim pone la questione in forma differente ovvero in ottica evolutiva ossia il passaggio da
solidarietà meccanica fino ad arrivare ad una solidarietà organica.

La comunità è alla base dello studio di mutamento e di evoluzione che si è sviluppata con
industrializzazione ed urbanizzazione
Mobilità come fenomeno in cui gli insediamenti si svuotano o si gonfiano. Kauffam si occupava di
come le persone si spostano nello spazio e quindi parla di mobilità e ne individua 4 tipi:
rispetto al bacino di vita esterno/interno
rispetto alla temporalità  corta ovvero mobilità quotidiana intesa come viaggio/lunga ovvero
intesa come migrazione residenziale
elementi chiave per comprendere la comunità.
Comunità di recente è diventato meno centrale, studi di comunità hanno perso la loro centralità in
quanto si sono sviluppati altri elementi che tengono ad essere considerati attivi all’interno dei
processi territoriali.
Mobilità rimane un elemento rilevante, gli insediamenti e comunità diventano più connessi, molto
importante le politiche adottate in un determinato territorio, inoltre ha avuto una notevole
importanza anche l’infrastruttura e l’economia.

Le aree interne sono delle aree che significativamente sono distanti da poli attrattivi che offrono
servizi essenziali, dove vi è una marginalizzazione economica, dove vi è un invecchiamento e uno
spopolamento tutto questo si associa ad una ricchezza di risorse ambientali e culturali
L’obiettivo della SNAI sarà quindi del miglioramento delle tendenze demografiche in atto, un
aumento del benessere della popolazione locale,un aumento della domanda locale del lavoro, un
aumento del grado di utilizzo del capitale territoriale, la riduzione dei costi sociali dell’de-
antropizzazione e il rafforzamento dei fattori di sviluppo locale.
Uno studio interessante realizzato è stato quello su gli effetti indesiderati dell’economia sulle aree
di montagna.

Compararive study of values in five cultures  in questa area vi erano diversi gruppi che
appartenevano a 5 gruppi etnici e culturali differenti lo studio capitanato da un antropologo è
durato 6 anni e lo scopo era confrontare 5 diverse culture sulla base dl valore. Hanno comparato
come queste comunità si relazionassero anche al proprio territorio, individuano tanti pattern
diversi ovvero modelli a cui tendono.  i pattern erano connessi con: le attività ovvero questi
modelli non erano vincolati ad una maggiore efficienza delle attività economiche quali pastorizia,
agricoltura ecc), la storia ovvero chi è arrivato prima e l’organizzazione sociale
Sempre negli stati uniti Robert Putnam che è uno scienziato politico si è occupato dell’importanza
del capitale sviluppato all’interno delle comunità per l’importante funzionamento  ha notato
che il capitale sociale sta venendo meno e che diminuisce il tempo dedicato ad attività di comunità
Ray Oldenburg dice invece che la società mantiene le proprie relazioni attraverso i luoghi che le
persone frequentano  afferma l’importanza del terzo luogo questo perché permette di avere
delle risorse ulteriori alla famiglia e delle relazioni al di là di quelle gerarchiche e contrattualmente
stabilite  ritiene che lo sviluppo urbano delle città americane depriva gli abitanti del loro terzo
luogo cosa che invece non è successa un alternativa al terzo luogo si suppone possano essere i
centri commerciali, un possibile terzo luogo che invece non ha bisogno di spazio fisico sono ad
esempio i social media (per Putnam non è così li considera che sono i peggiori nemici del capitale
sociale perché forma di individualismo)

Lezione del 15 Aprile


Sviluppo territoriale. Centri e periferie
Territorio (Raffestin,2012)  il territorio è frutto di un processo di territorializzazione  lui dice
che la territorializzazione è un lavoro che modifica un ecosistema, lavoro poiché non è un impiego
è un lavoro che richiede un impegno costante, andare a territorializzare uno spazio, per modificare
un ecosistema. Questo lavoro è alla base del potere perché è attraverso questo lavoro che il
potere è in grado di trasformare l’ecosistema o di mantenerlo una volta ottenuto. Definire centro
e periferia fa parte di questo lavoro.
Allo stesso tempo è inevitabile che ci siano dei luoghi che sono i centri del potere.

Cristall era un geologo sociale tedesco che ha sviluppato questa idea, poiché fu costretto a
riprogettare territori distrutti dalla Germania nazista  per un insediamento di un ordine
maggiore possono esserci molti insediamenti di ordine intermedio da cui dipendono insediamenti
di ordini ancora inferiore  si basa su variabili di ordine economico  dominio territoriale
rispetto a domanda e offerta economica  riverbero della distribuzione dei mezzi di produzione e
dei centri di vendita. ?

????

Paper  un testo argomentativo in cui si sostiene una tesi, ciò significa che è l’esito di un percorso
di ricerca individuale o collettivo e può essere l’incipit di un nuovo percorso o di una nuova fase di
ricerca  dovrebbe essere un paper un punto di partenza
Sostenere una tesi significa:
- proporre un’ idea che ci fa porre per lo meno una domanda di ordine sociologico

come rispondere?
- Raccogliendo e mostrando dei dati che ci aiutino a rafforzare la nostra idea della ricerca (sul campo
o meno)
- Portare il pensiero sviluppato da altri autori o altre ricerche condotte
- Con la logica dell’argomentazione
Si potrà quindi inserire qualsiasi affermazione sostenendola
Titolo  deve essere completo ed evocativo può essere serioso ma anche ironico
Abstract  riassunto del testo che può avere due funzioni: illustrativa ma anche programmatica
Normalmente in un paper : - introduzione che si scrive per ultima
- Letteratura qui è contenuto il grosso della vostra letteratura di riferimenti, le lenti con cui vi
proponete di affrontare il tema oggetto
- Metodi  raccontate i metodi utilizzati, giustificando la scelta, perché è conveniente farlo?

Noi nel nostro paper dobbiamo scrivere:


- Introduzione deve inquadrare l’oggetto e chiarire con quali lenti lo analizzerete
- Metodi  se avete scelto di non usare dati (secondari, tesi di riferimento) nei metodi va specificato
quali riferimenti specificherete e quali riferimenti avrete selezionato a sostegno della vostra
argomentazione inquadrandoli adeguatamente
- Analisi datibisogna esplicitare la logica formale utilizzata
- Conclusione

Grafici immagini devono essere funzionali per migliorare la comprensione del testo
Nei grafici o nelle immagini deve esserci un intestazione che spiega cos’è e poi sotto si deve
indicare la fonte

Oggetto paper  - di che cosa volete parlare nel vostro paper?


- Perché lo ritenete coerente con il corso?
- Come volete affrontare l’argomento? Si tratta di un lavoro di ricerca empirica o di riflessione
teoria?
- Su quali autori,riferimenti e/o dati pensate di basarvi?

Lezione del 20 Aprile

SOCIOLOGIA URBANA indaghiamo (ne)i centri


Lo stato in cui ci troviamo adesso è che più della metà della popolazione globale abita in aree
urbane. A livello di consumi energetici, in termini di conseguenze le città sono in prima linea.

Parlando di sociologia urbana abbiamo una serie di problemi definitori, ci sono 4 approcci
riconoscibili che però sono molto distanti tra di loro sia storicamente, che culturalmente che per
interessa di ricerca i punto in comune è che fanno attenzione a processi, relazioni e mutamenti
sociali all’interno della città.  per città non si può solo far riferimento ai confini amministrativi,
poiché cambiano e poiché i fenomeni sociali non possono essere ristretti ai confini amministrativi.
Volendo provare a dare una definizione di città una prima definizione può essere: insediamento di
popolazione che vive in un ambiente costruito. Una seconda può essere: città come sistema
sociale.
Molto spesso il sistema sociale va però ben al di là del confine amministrativo, va oltre.
Ne veniamo fuori con una definizione di città data da Pahl ovvero: città come un meraviglioso
palinsesto (prospetto schematizzato), che riflette nella struttura fisica le istituzioni e i modelli di
stratificazione sociale delle società che le hanno create… le città sono quello che le società le fanno
essere.  la città come prodotto del contesto generativo e come medium
4 approcci che hanno diversi interessi:
 Distribuzione dei gruppi sociali negli spazi nelle aree urbane  DIMENSIONE ECOLOGICA (ad es:
scuola di Chicago)
 Come si concentrano le attività economiche svolte nelle città e tra le città  DIMENSIONE
ECONOMICA
 Interesse nella dimensione politica, forme di rappresentanza e partecipazione politica 
DIMENSIONE POLITICA  valore rilevante soprattutto nella sociologia dell’ambiente perché è stata
fatta della questione ambientale una questione di politica urbana, in particolare la mobilitazione
politica che c’è stata rispetto alla mobilità sostenibile, tema abbracciata dalla totalità delle città
europee. L’ambiente è diventato una issue politica che interessa diversi livelli amministrativi.
 Ai gruppi sociali, etnici, religiosi manche alle manifestazioni culturali –> DIMENSIONE CULTURALE

Come si è evoluta?
1. Europa :esordi della sociologia (1850-1910)  Weber Durckheim Simmel Engels e Tonnies visione
della città come emblema della modernità. Sviluppo dell’urbanizzazione.
Weber  fece un tentativo di classificazione delle città rispetto all’equilibrio tra produzione e
consumo (Palermo VS Manchester). Manchester è una città di produttori mentre Palermo nello
stesso periodo godeva di forme di rendita che provenivano dall’esterno, non era una città
industriale. Palermo era quindi una città di consumatori quindi chi ha una rendita maggiore ce l’ha
sulla base di ciò che proviene dall’esterno.
Engels  descrive bene Manchester, non solo perché ci ha vissuto ma perché ha condotto i primi
studi, individua in tale città tutti i mali del capitalismo e dell’industrializzazione. Gli operai avevano
condizioni lavorative pessime. Sociologia urbana molto connotata, società che sta cambiando, non
si ha più il contadino ma l’operaio che ha problemi diversi rispetto al contadino
Simmel  parte anche lui da concetto di sradicamento ma all’interno del medesimo paese. Parla di
individuo blasè che deve adattarsi e accettare i nuovi stimoli. Egli si concentra sulla vita quotidiana
delle persone che si trasferiscono in città.
2. USA: scuola di Chicago (1910-1940) Park (prima cattedra di sociologia negli Stati Uniti), Thomas,
Whyte. Si sono concentrati su come vi è la distribuzione spaziale della popolazione e hanno
sviluppato tecniche di indagini.  si parla di distanza sociale ovvero la differenza di classe, di ceto
che si va a riverberare dalla distanza spaziale.
3. Europa (di nuovo): filone neo – marxista (1970…) Castells  tra i fattori di conflitto che vi
possono essere all’interno della città, non solo tra chi possiede o meno i mezzi di produzione,
troviamo fratture etniche, di razzismo (si pensava fosse stato superato in Europa), ma anche quello
di accesso ai servizi essenziali e infine la qualità della vita.
4. Il filone neo marxista è molto forte in ambito anglosassone riguarda principalmente i meccanismi
economici che sono alla base dello sviluppo della città e i relativi squilibri sociali e il tema dei
rapporti tra il governo urbano e le diverse categorie di soggetti sociali  geografia e sociologia
urbane hanno confini poco netti: - accesso ai mutui, distribuzione della residenzialità in base al
reddito (il valore delle case era cambiato sulla base del turismo).

La scuola di Chicago non è esente da critiche, si è sviluppata negli stati uniti e ciò ha permesso
di avere determinate peculiarità.
Critiche:
 L’approccio è basato sull’applicazione allo studio delle città di concetti e principi desunti
dall’ecologia animale e vegetale  hanno preso in maniera positivista alcune prospettive su
come si comportano flora e fauna
Viene infatti citata di una sorta di evoluzionismo legato a dinamiche di sostituzione migratoria
arriva un a specie più forte che scaccia quello più debole  non necessariamente però il
gruppo più forte si impone su quello più debole

Inoltre viene detto che avessero uno scarso interesse per le dinamiche socio – economiche a
scala maggiore  ad es ci si preoccupa delle migrazioni ma non del perché avvengono.  il
fatto però che vi fossero una serie di condizioni politiche ed economiche nella Polonia del
tempo non erano del tutto sconosciuti a tale ricercatori, ma a loro interessava ovviamente la
questione all’intero nella città di Chicago, erano ricerche spesso date da autorità.

Inoltre viene detto di essere una tradizione di studi Chicago dipendente  la maggior parte
degli studi avvenivano all’interno della città di Chicago  critica che può essere mitigata perché
non è così Chicago dipendente poiché le loro ricerche possono essere estese ad altre città.

PUNTI DI FORZA:
è considerata uno dei capi saldo per gli studi urbani, per l’effervescenza metodologica per la
sociologia tutta.
 Per gli studi urbani poiché hanno messo in relazione dinamiche migratorie e di distribuzione
residenziale delle persone in ambito umano e per la ridefinizione dello spazio in base alle
pratiche rispetto allo spazio  tra i concetti chiave troviamo quello di mobilità,
disorganizzazione, distanza sociale che produce differenziazione per aree
 Per l’effervescenza metodologica poiché è stato un periodo di grande sperimentazione da un
punto di vista delle tecniche di indagine  mixes – methods prima dei mixed – methods.
Risoluzione di problemi pratici della ricerca (es: whyte, street corner osciety Thomas e
Znaziecky, the Polish peasant).

 Per la sociologia tutta  poiché ha posto le basi per gli studi urbani a livello di processo, ha
connesso spazio e relazioni sociali in maniera non determinista e infine ha trasposto l’attenzione
per le comunità dentro le città uscendo dal dualismo città – campagna.

Lezione del 21 Aprile


Mutamenti urbani in Italia  industrializzazione, post- industrializzazione, globalizzazione.

Da chicago all’Italia
Libro dentro e fuori le mura(Pisati, barbagli)  hanno proposto uno studio longitudinale della
stratificazione sociale in ambito urbano nelle principali città italiane  è un analisi su fonti
documentali e statistiche ufficiali  viene però esclusa la Calabria, la Sardegna --> hanno indagato
la distanza sociale come si tramuta in distanza spaziale vedendo come quest’ultima rinforza la
distanza sociale, hanno inoltre visto la mobilità sociale e spaziale  prendo in considerazione
come punti di svolta 3 grandi processi di tipo economico ovvero – industrializzazione- de
industrializzazione e infine la- globalizzazione (in particolare da un punto di vista economico)
Cosa osservano?  vanno a osservare l’organizzazione dello spazio residenziale e come si
organizzano nelle classi sociali(si individuano sulla base della differenza economica) e nei ceti
(hanno a che fare con il prestigio) in generale come classi e ceti influenzano l’organizzazione
dello spazio residenziale e come questo rafforza le classi sociali e i ceti.
Concetti operativi:
forme di segregazione residenziale  quando i gruppi sono distribuiti in maniera diseguale nello
spazio: esiste cioè una sovra rappresentazione di alcuni gruppi (individui secondo tratti sociali
rilevanti) e sotto rappresentazione di aree
non esiste una sola forma di segregazione  troviamo il ghetto, l’enclave e la cittadella
ghetto  non è una segregazione di tipo volontario, ci si viene infatti mandati, non ha condizioni
di subordinazione, ha un livello di iscrizione al gruppo molto forte che dipende dall’essere figlio
di…, livello di concentrazione molto alto poiché tutti fanno parte di un determinato gruppo.
Enclave (area abbastanza omogenea circondata da un territorio straniero)  vi è l’elemento della
volontarietà le persone vogliono raggiungere quell’area sebbene ci sia un po’ di pressione esterna,
la subordinazione da altri gruppi ci può essere oppure no, vi può essere un’ ascrizione al gruppo
ma non così elevata, concentrazione più bassa.
Cittadella  livello di volontarietà molto alto, subordinazione assente e iscrizione al gruppo che
può esserci come no, idem per il livello di concentrazione.

Inoltre osservano l’asse centro – periferia con una prospettiva critica  ovvero che ci sia l’ungo
l’asse centro – periferia una dinamica di sostituzione che ritenevano essere una dinamica naturale.
Caratterizzata dalla classe dominante che lascia i centri per le zone residenziali semi – periferiche e
dai gruppi subordinati che entrano nei centri.
Barbagli e pisani applicano però una prospettiva critica a questa teoria perché ritenevano che
questa fosse una tendenza irreversibile e lo stadio finale della città moderna.

Classi urbane differenze  Barbagli e Pisati sono andati a vedere come i grandi cambiamenti si
sono riflessi sulla popolazione urbana
Industrializzazione  notano che è un fenomeno particolarmente notevole nelle città del nord
che ha portato ad un aumento della popolazione in particolare al nord e notano che se questo è
un vantaggio dall’altro gli ha esposti a una de industrializzazione  nel nord si forma un
proletariato urbano che prima non c’era, cala la borghesia artigiana (preferiscono diventare
dipendenti), bassa polarizzazione ovvero un crescere della classe media che si sviluppa Le città
del sud invece avevano popolazioni più polarizzate, ovvero molto ricchi o molto poveri e una
classe media più risicata

De industrializzazione  netto calo della popolazione soprattutto al nord in un primo momento


l’iniziale industrializzazione li ha poi esposti a una forma di squilibrio dalla mancanza dell’industria
successivamente espansione della borghesia che comincia a pesare di più perché la classe
operaia cala, una maggior uguaglianza nella distribuzione dei redditi (sviluppo nuova borghesia).
 nel sud conferma degli squilibri che si concentrano sempre più nelle città.

Segregazione residenziale  nell’industrializzazione c’è una creazione delle industrie nei centri e
spostamento delle classi agiate (nobiltà, borghesia commerciale) dai centri alle ville di campagna e
una dinamica di sostituzione e alta segregazione.
Nella de industrializzazione e nella globalizzazione c’è una segregazione in aumento per classe e
non per etnia: dunque una società più equa ma non più uguale
Individuano quindi delle peculiarità ovvero che l’industrializzazione non avviene in questo modo,
le industrie non sono dentro ma fuori dalle città (Milano) inoltre l’industrializzazione lungo l’asse
centro periferia si sviluppava la distanza sociale tra borghesia proletariato.
Nella de industrializzazione l’indice di segregazione era in calo per le città che sono state più
industrializzate e quindi più esposte alla de industrializzazione
Nelle città del sud con popolazioni più polarizzate avevano una maggiore distanza sociale ed hanno
mantenuto una costante separazione spaziale lungo l’asse centro periferia.

Differenze tra Chicago e Palermo  Palermo era una città di consumatori con una bassa
industrializzazione e una prevalenza dell’artigianato. Chicago era una città di produttori e centro
commerciale e industriale
Similitudini  ceti bassi nel centro della città: dinamica di fuoriuscita dal e valorizzazione del
centro e tempi diversi ma processi analoghi negli esiti
Park e la scuola di Chicago sono stati spesso criticati perché non consideravano elementi rilevanti
come quelli di matrice politica.
Milano e Parigi sono molto simili poiché avevano i centri che erano i salotti buoni anche grazie allo
sviluppo di interventi di sanificazione pubblica e di grandi aree urbane. Ciò si è realizzato tramite
sventramenti ed espulsioni come è accaduto a Firenze,Roma e Napoli.

Lezione del 22 Aprile


Gentrification e non solo  mutamenti nei centri storici e nelle periferie
Una definizione di gentrification  è un’insieme di trasformazioni della città tali per cui l’area in
cui essa avviene diventa più costosa e dunque esclusiva.
Il nome deriva dall’idea di Ruth Glass che studiò i mutamenti urbani di Londra negli anni 60 del
novecento  notò che alcuni quartieri tipici della working class (proletariato)si stavano
riconfigurando a livello di prezzi e anche la composizione residente stava cambiando.-->il valore
delle case comincia a crescere e le persone che ci vivono cominciano ad essere persone diverse
ovvero persone che acquistavano edifici antichi ma non in buone condizioni e venivano restaurati
completamente o in alcune parti (unità abitative). Per chi aveva denaro acquistare una casa li
poteva essere un buon investimento in termini immobiliari, coloro che lo facevano era
principalmente una classe media emergente: una classe giovane, che si riconosce per titolo di
studio alto e nuovi valori occupazionali (insegnanti laureati, architetti, ricercatori ecc)  coloro
venivano chiamati Gentry (gentili), entravano nei quartieri poveri perché gli affittuari precedenti
vengono espulsi o perché l’affitto era troppo alto per loro  si otterrà quindi un quartiere
gentrificato che deriva dall’esito di scelte residenziali in un contesto di mercato.

Si parla solo di forze di mercato?  è un processo che si è mosso non solo a Londra negli anni 60
infatti le dinamiche di cambio della popolazione sono leggibili in termini di classe e/o ceto sono
anche precedenti e registrate altrove, abbiamo inoltre altre forze in gioco importanti come le
scelte politiche (sventramenti e interventi di rigenerazione) infatti gli attori politici hanno ed hanno
avuto una responsabilità sia nell’intervenire sia nel lasciare liberi gli investitori di agire e infine
anche gli stili di consumo della città nelle aree urbane di una stessa città (no esiste un'unica
popolazione, non ci sono solo i residenti, distinguiamo tra chi vive e chi usa la città come turisti,
pendolari, studenti, residenti).

Esempi:
Tower town Chicago (1920) attorno alla zona si è verificato un processo di gentrificazione, gli
individui si spostavano da una zona verso la cosiddetta tower town per cercare un contesto a
basso costo, in particolare donne giovani che potevano spendere una quota dei loro averi
nell’aprire delle attività come locali, caffetterie ecc.
Hausmanizzazione delle capitali a Parigi (1850-1930)  Parigi è stata sventrata in quel periodo
poiché vennero demoliti molti palazzi per avere dei boulevard, non solo per rendere più funzionale
la città ma per ottenere una città più sicura sia per la sicurezza sociale sia nell’ambito salutario 
la popolazione venne trasferita nelle cosiddette banlieue
Aumento della mobilità di persone che hanno tempi non compatibili con la residenzialità
(Napoli) si investì non sulle persone che vivono li ma su turisti e studenti.

Tratti della gentrification:


 Processo di espulsione e ricollocamento con diversi gradi di pianificazione non riguarda solo la
sfera abitativa, riguarda un’area urbana,che però non è necessariamente centrale.
 Sostituzione demografica la popolazione residente di classe sociale bassa o di ceto sociale basso
ne esce (espulsine) ,infine entrano nuove popolazioni con caratteristiche diverse e tendenzialmente
superiori a quelli di chi li ha preceduti
 Marketing urbano  porre in rilievo le caratteristiche positive della propria città per attirare gente.

Barbagli e Pisati hanno individuano 3 fattori che caratterizzano la gentrification nelle principali città
italiane:
 Interventi pubblici
 Dinamiche di mercato
 Sedimentazione di scelte residenziali  ad es Palermo aveva la peculiarità di avere un centro
storico abbandonato dalle classi più elevate che è stato solo nella seconda metà degli anni 90 che
ha cominciato ad avere un processo di rigenerazione che ha portato poi quindi a un processo di
gentrification

Questo mix porta a risultati ben diversi a seconda del posto in cui avvengono.
dinamiche di mercato simili a quelle londinesi
Porta ticinese – Navigli (anni 80-90)all’inizio era una parte popolare della città a un certo punto
succede che prezzi degli affitti delle case si abbassa ulteriormente e cominciano ad arrivare pittori,
artisti ecc e cominciano a trasferirsi, a creare mostre mercati dell’antiquariato ecc  le famiglie d
ceto medio cominciano quindi a trasferirsi e si comincia a parlare di gentrification.
Quartiere isola (2000)  era un’area abbastanza isolata dalla città  cominciano a svilupparsi un
interesse nei confronti di quella zona
Napoli  eventi di politica internazionale e volontà dell’amministrazione local (G7 del 1994) 
nelle aree del centro abbiamo l’ingresso degli studenti, spinti dal basso costo degli affitti verso i
quartieri popolari del centro  aree lasciate “libere” da gruppi più facoltosi  stili di consumo
introdotti e sfruttati commercialmente.
Lezione del 27 Aprile
I media rappresentano la realtà?  2 risposte:
 i media non rappresentano la realtà ovvero non la descrivono, sono dei mediatori e non
intermediari
 tuttavia i media rappresentano la realtà nel senso che ciò di cui parlano e il modo in cui ne parlano
esprime ciò che sta accadendo e quindi noi possiamo dire che i media possono essere considerati
una proxy dell’opinione pubblica, quindi analizzando i media possiamo comprendere non solo il
loro funzionamento, ma anche se pur parzialmente i fenomeni sociali

differenza tra intermediari e mediatori:


intermediari  gli intermediari sono tutti coloro i quali entrano nella rete di interazione
trasportando il significato senza trasformarlo ovvero tutti quegli attori sociali nella quale una volta
che conosciamo l’input possiamo arrivare all’output.(l’output è sempre il doppio dell’input)
Mediatori  sono qualcosa di molto diverso ovvero attori che trasformano, distorcono, traducono
il significato di ciò che trasmettono (non possiamo avere nessuna certezza che dato un certo input,
l’output sarà qualcosa di prevedibile)
I media non sono quindi degli intermediari ma dei mediatori

Media e opinione pubblica  è una relazione complessa e ancora non pienamente compresa
Si ritiene che i media possano influenzare l’opinione pubblica (pochi giorni prima delle elezioni
infatti cala il silenzio elettorale)  tuttavia ci sono alcuni studi che mostrano che i media non
hanno un influenza deterministica . i media hanno quindi un peso più o meno rilevante ma non
sono in grado di determinare in modo meccanico degli effetti nel pubblico.

Gli effetti dei media 


 la teoria della coltivazione proposta alla fine degli anni 90 da Gerbner e poi successivamente da
Bauer dice che i mass media non hanno un effetto diretto tuttavia hanno un effetto che può essere
descritto in termini di coltivazione ciò la presenza costante e ripetuta di un certo messaggio dai
mass media può spingere verso certi comportamenti e atteggiamenti Gerbner voleva capire se
l’esposizione di contenuti violenti nei magazine spingesse ad assumere comportamenti violenti. La
risposta fu che non avviene in maniera automatica ma che la ripetizione della visione di tali
magazine può favorire la coltivazione di comportamenti violenti.
 Gli effetti dell’agenda setting mediati dall’interpretazione personale: i mass media non determinano
atteggiamenti e opinioni ma hanno un effetto visibile nella definizione dell’agenda ovvero di cosa
parliamo nel corso delle nostre comunicazioni quotidiane
 Interpretative packages e Frames come mediatori  sono delle cornici ovvero ciascuno di noi non
è un passivo recettore di ciò che vede o sente ma ciascuno di noi mette in campo nel processo di
recezione delle cornici interpretativi ovvero dei quadri di riferimento che noi selezioniamo per
attribuire un significato alle cose, per riconoscere le persone ecc ecc… ciascuno di noi mette in
campo i propri riferimenti interpretativi(non abbiamo una visione diretta della realtà, ciò che
vediamo è sempre filtrato)

La relazione tra mas media e opinione pubblica è importante per comprendere cosa sta accadendo
di un determinato fenomeno  i due forniscono due rappresentazioni che son collegate tra di
loro in maniera molto folte ma non in termini di cassazione (nessuno determina l’altro) però c’è
comunque una relazione perché entrambi sono immersi nel contesto sociale.

Es: in un lavoro è stato messo a confronto il risultato di 5 rilevazione sull’energia nucleare per
vedere i contrari e i favorevoli  fino al 2007 il trend dei favorevoli era costante  dal 2009 poi si
vide che calavano i favorevoli e aumentavano i contrari  contemporaneamente si è visto ch fino
al 2007 c’era un numero limitato di articoli sul nucleare mentre dal 2009 questi articoli sono saliti
notevolmente.
Ma è importante come se ne parla? Si è importante, si vede che nell’anno in cui ha cominciato a
esserci un’opinione contraria molti articoli parlavano dei rischi del nucleare

Analizzare i media aspetti metodologici 


 rilevazione dell’accessibilità  abbiamo bisogno di dati come giornali , dobbiamo quindi
raccogliere ciò che accade nei media, tenendo conto che per certi aspetti viviamo in un contesto in
cui il passaggio al digitale ha favorito la possibilità di ricerca  è vero però anche che la facilità non
ci si deve far dimenticare dell’accessibilità poiché anche su internet molti archivi sono a
pagamento.
Social molte ricerche sono state fatte sfruttando ciò che dei social era accessibile
 campione o popolazione  prima del digitale si ragionava in termini campionari ovvero si
ricorreva a una logica di tipo campionario, si chiede a un numero ristretto e quello che
ottengo è una serie di dati che posso generalizzare al resto della popolazione
conoscendone però il margine di errore.  Il vantaggio della digitalizzazione è che
possiamo uscire dal sistema del campionamento, si può infatti prendere tutta la
popolazione attraverso ad esempio archivi, dati ecc ecc
 approccio qualitativo o quantitativo  se si deve lavorare con 200 articoli allora posso
lavorare anche in termini qualitativi, se invece lavoro con miliardi di articoli mi conviene
maggiormente lavorare in termini quantitativi.

Lezione del 28 Aprile


TIPS: progetto costruito con l’obiettivo di sfruttare la digitalizzazione dei mass media, in particolare
quella dei quotidiani e dei blog per lo studio dei fenomeni sociali.
Tips sta per technoscientific issues in the public sphere, è un progetto di ricerca che come finalità
ha:
-          monitorare i discorsi pubblici riguardanti la scienza e la tecnologia in generale a
desse collegate (come le biotecnologie, gli ogm, energia nucleare) nella sfera pubblica
mediale, ovvero tutto ciò che i media dicono a proposito della scienza e della tecnologia
-          analizzando questi discorsi si può seguire l’evoluzione dei loro contenuti e per
studiare le rappresentazioni pubbliche della scienza e della tecnologia
-          utilizzare quello che osserviamo nei media per cercare di capire come la scienza e la
tecnologia sono viste e tematizzate dall’opinione pubblica sia in senso generale sia rispetto
a tematiche specifiche.
È stata anche messa a punto una piattaforma web con lo scopo di utilizzare questa fonte per fare
dei ragionamenti su come la scienza e la tecnologia siano parte del nostro contesto sociale e come
determinati fenomeni vengono realizzati.
La piattaforma segue tutte le attività di pubblicazione degli articoli delle testate italiane e non e
man mano che viene pubblicato un articolo, la piattaforma lo raccoglie, poi viene ripulito e
vengono trattenute solo le parti del testo e tutto un lavoro di pulizia. Il testo poi verrà indicizzato
consentendo di cercare articoli e pagine partendo da una parola chiave.
Per guadagnare tempo si fa una trasformazione in vettori che permette di sapere come sono messi
i testi nei database, questi non sono altro che contenitori dei nostri testi che andremo ad
analizzare.
 
FONTI E ARCHIVI
Oltre agli 8 quotidiani italiani e alla collezione de La Repubblica completa, ci sono dei blog italiani e
articoli in inglese, francese, spagnolo, due in portoghese e otto quotidiani in russo.
Lavorare con grandi quantità ha dei vantaggi, come in superamento di tutti i limiti degli approcci
campionari (non si lavora con un campione ma con tutti gli articoli delle testate che si seguono),
ma ci sono anche dei limiti come il fatto che non si può analizzare tutti questi articoli in modo
manuale, bisogna quindi utilizzare delle tecniche automatizzate. Ci sono varie tecniche che
servono alla classificazione automatica, ad esempio se l’obiettivo è quello di sapere quali e quanti
articoli hanno a che fare con la scienza e la tecnologia senza doverli leggere, è stato sviluppato un
classificatore automatico che analizza il loro testo man mano che gli articoli vengono indicizzati e
stabilisce se e in quale misura hanno a che vedere con l’argomento scelto.
 
Tutto questo meccanismo serve per fare un’analisi generale su cosa sono la scienza e la tecnologia
nel momento in cui entrano nella scena pubblica. Si può misurare la rilevanza della scienza e la
tecnologia all’interno della stampa italiana, per farlo si calcola l’indice di salienza, ovvero si guarda
su tutti gli articoli pubblicati, quanti sono quelli che hanno a che fare con la scienza e la tecnologia.
Si possono fare anche altre misure, ad esempio di ciascun articolo si può capire in quale misura il
testo di quell’articolo presenta i propri contenuti in connessione con la dimensione del rischio. In
merito possiamo dire che alla scienza e tecnologia si associa una rappresentazione che le vede
spesse associate a problematiche che riassumiamo con l’espressione del rischio.
Conclusione di notevole importanza, visto che Beck nel libro “la società del rischio”, sosteneva
l’idea secondo cui noi viviamo in una società del rischio e questo è dovuto al fatto che la scienza e
la tecnologia hanno introdotto ed enfatizzato elementi di pericolo e rischio in modo significativo
nel nostro contesto sociale. La conclusione a cui arriva era sensata ma non aveva evidenze
empiriche, quella di prima è una dimostrazione di come la società del rischio effettivamente è ben
rappresentata dalla presenza della scienza e tecnologia nei media italiani e del fatto che questa
presenza è significativamente collegata alla dimensione del rischio.
 
TRANSIZIONE ENERGETICA
Non possiamo pensare di produrre e consumare lo stesso volume di energia che consumiamo oggi
continuando a produrla come stiamo facendo (petrolio e carbone), ma bisogna inventarsi
qualcosa, le opzioni sono due:
-          ridurre la quantità di energia che consumiamo, è un’opzione difficilmente
praticabile
-          troviamo nuovi modi di produrre energia possibilmente che abbiano degli effetti
collaterali ridotti sull’ambiente, un’opzione è il nucleare ma comporta una serie di
problematiche, l’altra invece è quella delle energie rinnovabili
 
Con un lavoro svolto su 4 quotidiani italiani dal 2010 al 2016, si cerca di rispondere a tre domande:
-          Quanto la transizione energetica è una questione rilevante? Si sottolinea come la
tematica negli anni presi in considerazione stia acquisendo rilevanza.
-          Quali attori si muovono nella sfera mediale? Quali sono quelli dominanti? Attraverso
l’approccio della Name Entity Recognition (NER) si cerca di indentificare automaticamente
le persone, i luoghi, le organizzazioni e le cose rilevanti all’interno di un testo. Si
riconoscono perché sono scritte con la lettera maiuscola, questa caratteristica ti permette
di recuperare le entità presenti nel testo. Si osserva in che relazione testuale stanno queste
entità e si cercano elle misure che permettono di identificare le entità rilevanti all’interno
di ciascun testo analizzato.
 
Tre questioni metodologiche:
-          Quali misure dovremmo utilizzare per ottenere una stima delle relazioni tra entità?
È stato superato attribuendo un punteggio a seconda del tipo di relazione (0= non c’è
relazione, 1= massima entità di relazione), questo permette di stabilire se c’è una relazione
e di misurarne l’intensità.
-          Come considerare l’intensità della relazione piuttosto che la centralità di un nodo?
Si è scelto come misura dell’intensità della relazione il Weighted Degree (WD), per ciascun
nodo si conta il numero di connessioni con gli altri e lo rapportiamo all’insieme delle
connessioni possibili, questa operazione porta al WD.
-          Come rappresentare i grafici in modo da evidenziare dinamicamente i cambiamenti
nel tempo? Partendo dal WD si guarda alla quantità di entità rilevanti, si confrontano con
quelle degli anni precedenti e si può notare come alcune siano le stesse (mediamente il
50%) e come ci sia una quota di nuovi ingressi.
 
ALCUNE EVIDENZE SUI PROCESSI SOCIALI CONCERNENTI LA TRANSIZIONE ENERGETICA (mediante
l’analisi dei media)
-          Gli attori non umani svolgono un ruolo di primo piano. Considerando le entità nel
loro insieme quelle che pesano di più non sono quelle che fanno riferimento ad attori
umani ma sono attori non umani ad esempio sostanze, strumenti e tecnologie digitali.
Questi hanno un ruolo fondamentale e funzionano all’interno di una rete di interazioni tra
attori umani e non.
-          Gli attori che erano già al centro della narrazione sono statui in grado di mantenere
la loro posizione predominante nei periodi successivi, chi entra in scena all’inizio tende a
mantenere la posizione
-          L’arena dei media sembra più uno spazio chiuso che uno aperto in cui i nuovi attori
possono entrare
-          Ci sono comunque alcuni nuovi attori al più alto livello di visibilità dei media, ma
contribuiscono poco al nucleo degli attori nelle reti di relazioni
-          Gli attori istituzionali (agenzie o membri di governo) restano sempre al centro della
rete di relazioni.

Lezione del 29 Aprile


Dati ufficiali e survey  fonti, differenze, operazioni ed letture critiche
Fonti ufficiali un elemento caratteristico è la regolarità con cui vengono prodotti i dati e le
ragioni per cui sono state prodotte sono legate ad analisi di elementi la cui gestione è rilevanza
pubblica
Per Bernardi e Tuzzi si possono distinguere in base a:
 territorialità  intesa come estensione geografica  la copertura territoriale riguarda anche la
survey
 natura dell’ente
 scopo della rilevazione

inchieste campionarie  distinguere tra survey (alla base gli elementi della ricerca sciale che la
mobilitano come il disegno teorico, domanda di ricerca e ipotesi) e poll (qualcosa ch si qualifica
per l’indagine esplorativa volta a verificare esistenza e consistenza di un fenomeno).

Fonti ufficiali:
copertura territoriale  per quanto riguarda l’Italia possiamo godere dal 1989 l’istituzione del
SISTAN (sistema statistico nazionale). Sono una rete di soggetti pubblici e privati che fornisce al
paese e agli organismi internazionali l’informazione statistica ufficiale
Per quanto riguarda l’Europa c’è il direttorato generale ovvero L’EUROSTAT volto ad armonizzare i
dati raccolti dagli uffici e sistemi nazionali degli stati membri più i membri EFTA e paesi candidati
A livello +mondiale abbiamo la divisione statistica delle Nazioni Uniti (UNSD) che raccoglie i dati
statistici dai paesi membri producendo report tematici annuali e l’organizzazione per la
cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE-OECD) che proporne report tematici.
Il SISTAN comprende una lunga lista di imprese come ad esempio ISTAT,ISPRA,TERNA,ISS ecc) --<
EUROSTAT raccoglie tutto ciò che proviene dai vari paesi e li armonizza anche da un punto di vista
territoriale tramite NUTS e LAU (municipalità o comunità equivalenti). Nuts 0 pase, Nuts 1 nord est
centro sud ecc,Nuts 2 regioni, Nuts 3 province.--> per l’Italia fino a un livello nuts 3

Fonti italiane:
 ISTAT –> ISTITUTO NAZIOANALE DI RICERCA  si occupa di dati su popolazione, dati censuari,
mobilità, occupazione ecc  pubblica sempre l’annuario statistico e pubblica anche “Italia in cifre”
 ISPRA  gestisce la qualità dell’ambiente e delle risorse territoriali a livello nazionale e i ati per
l’agenzia europea per l’ambiente infine la reportistica annuale.

Entrambi gli istituti mettono a disposizione dati tuttavia ISTAT ha sviluppato un livello di
accessibilità maggiore e funzionalità più avanzate direttamente da interfaccia web

Lezione del 4 Maggio


Metodi per media digitali  discorsi, commenti, immagini e trend
Virtuale  virtuale come qualcosa che esiste in potenza ma che non è reale ed è una simulazione
computerizzata di una situazione reale.
All’interno del virtuale possiamo notare:
 Spazio virtuale come cyberspazio  spazio virtuale separato dal reale con delle sue regole e delle
sue specificità  separazione tra spazio reale e virtuale
 Virtual methods  dobbiamo entrare in questo spazio diverso per andarlo a studiare e quindi a
rendere i metodi della ricerca sociale all’interno dello spazio virtuale

Esistono delle pratiche online e offline in cui il confine è labile  dove finisce l’online e inizia
l’offline?
Conversine in digitale di materiali analogici  non è solo una conversione di grandi database,
connessi ci sono anche una grande parte di materiali analogici
In tutto questo quindi noi abbiamo :
 Nuovi tipi di dati come i commenti e google trends (strumento che permette di vedere
l’andamento di alcune parole e quindi l’interesse che le persone hanno su un determinato
argomento)
 Spazi con finalità e regole di interazione  come ad es forum e piattaforme  in cui però bisogna
fare attenzione a regole di interazione e alle finalità specifiche
 Nuove entità  come algoritmi che permettono di filtrare i contenuti, che suggeriscono e ordinano
permettendo di filtrare i contenuti  google produrrà sempre risultati sulla base di ciò che noi
abbiamo ricercato in precedenza

Reality check di Venturini (tra i principali esponenti i del digital methods)  per il reality check
bisogna porsi queste domande come:
 Quanto del tuo oggetto di studio si verifica attraverso il medium/canale che stai studiando?
 Stai studiando le tracce dei media per se stessi o come proxy?
 Il fenomeno che stai studiando si diffonde su diversi media?
 Hai funzionalizzazioni diverse ma comparabili per diversi media?
 Cosa rappresenta il tuo corpus?
 tieni conto dei modi in cui i dati vengono resi accessibili dal medium/ canale
Il prof ha fatto una collaborazione con l’università della Valle d’Aosta veniva chiesto di ricostruire
le aspettative dei turisti rispetto alla ristorazione  decise di andare a studiare Tripadvisor e le
recensioni che sono state fatte sui vari ristoranti, ne sono state prese in considerazioni solo alcune
sulla base dell’algoritmo di tripadvisor è arrivato in due anni a circa 2000 recensioni ed è andato
a vedere se le recensioni corrispondevano con l’arrivo dei turisti all’interno della regione  la base
dei dati costruiti era coerente con il numero delle presenze all’interno della regione nello stesso
intervallo di tempo (2015/17)  le aspettative dei turisti è la ricerca del tipico km0 che è sinonimo
di qualità e quindi si aspettavano di riscoprire i sapori tipici della Valle d’Aosta.

Lezione del 5 Maggio


Analisi documentale e interviste  due metodi in relazione
Se definiamo il campo possiamo vedere che di documenti ce ne sono tanti di diversi tipi come
pubblicità , foto , articoli di giornale ecc. sono documenti sullo stato di salute dell’ambiente,
sull’avanzamento di progetti e progressi di politiche ecc
 se parliamo di analisi documentale si intende report di ricerca, documenti di indirizzo, testi
normativi e minute/verbale. Si parla di quell’insieme di testi scritti prodotti indipendentemente dal
ricercatore che deve operare una selezione di quanto già c’è.

Per quanto riguarda la sociologia dell’ambiente e territorio si possono ridurre a questi


documenti sono documenti che vengono prodotti indipendentemente dal fatto che noi facciamo
ricerca  quindi dobbiamo selezionare quello che già c’è sulla base della coerenza che dobbiamo
avere sulla nostra domanda di ricerca

Selezionare documenti 
 sono oggetti già prodotti e naturali ma non sono nati con l’intento di essere a disposizione per
l’analisi
 sono il più delle volte disponibili con accesso pubblico ma escono con una certa scadenza e
possono avere una validità a termine
 Sono accessibili in maniera ordinata all’interno di una stessa fonte ma non esiste necessariamente
un’unica fonte anzi il più delle volte si deve far riferimento a fonti differenti

Selezionare i documenti significa quindi in primo luogo selezionare le fonti.

DISEGNO DELLA RICERCA


Il tipo più semplicee si basa su
SELEZIONARE FONTI  ANALISI DOCUMENTALE  REPORT, PAPER, ARTICOLO
Ma può essere anche molto più complesso
Per selezionare le fonti si può fare una rassegna della letteratura ma coadiuvate da interviste con
esperti (cominciamo quindi a mixare MMR e disegno sequenziale) che ci orientano nella selezione
delle fonti
Ma possiamo anche nell’analisi documentale chiedere un parere agli esperti (con le adeguate
tecniche del deplhi) per poi procedere magari all’analisi di dati ufficiale che insieme concorrono
alla stesura di report, paper e articolo.
Ma possiamo anche trovare molti altri modi di fare ricerca

Per fare ricerca dobbiamo diventare esperto ovvero deve conoscere a grandi linee i dettagli del
nostro oggetto di indagine  quindi sapere di cosa ci stiamo occupando.  il sociologo deve
quindi diventare un esperto
Inoltre il sociologo deve diventare esperto nel gestire l’interazione con chi stiamo parlando

Che sia la trascrizione di un’intervista o un documento ufficiale abbiamo a che fare con testi
Bisogna quindi essere in grado di catalogare e ordinare i testi secondo:
 Tipo
 Provenienza
 Scala
 Territorio a cui fa riferimento
 Anno

Ciò è importante sia per ordine nostro sia poi per andare a comunicare i risultati della ricerca
Bisogna infine analizzare i testi per il loro contenuto

Analisi dei testi (documenti e trascrizione di interviste, note di campo ecc) è un processo
iterativo fatto di più passaggi di lettura facendo un mix tra l’analisi del contenuto (identificare i
passaggi del testo più pertinenti con la domanda di ricerca) e l’analisi tematica (costruzione di
codifiche (etichette) ed elementi ricorrenti

Etnografia delle pratiche 


Dagli anni 60 in poi abbiamo
 Un fiorire di interventi volti alla tutela dell’ambiente
 La nascita di agenzie e istituzioni deputate al monitoraggio ambientale
 Diversi summit globali con una certa regolarità con assunzioni di impegno da parte dei leader di
governo
 Indicatori che da più parti indicano il crescere della consapevolezza di problemi ambientali

L’Insostenibilità dei consumi viene letta in due modi principali


 Il funzionamento capitalista (contradditorio) della società non può che andare avanti così 
produce per distruggere e per sostenersi non può che continuare a farlo a ritmo incalzante 
abbiamo un individuo spossessato della possibilità di sottrarsi a componenti strutturali
 Un individuo che è consapevole dei rischi che corre può orientarsi verso un consumo sostenibile,
ma nel moment in cui ne è consapevole  individuo come attore razionale il cui problema è quello
della consapevolezza  l’individuo non cambia il proprio comportamento perché è l imitato nel
moment in cui non è consapevole dei rischi

Più recentemente Hitton e Goodman Denunciavano che c’era una tendenza a leggere la
questione dei consumi sostenibili ovvero quelli che non vanno a impattare sugli equilibri
dell’ambiente e non li colpiscono in maniera troppo negativa, secondo la prospettiva della
scelta razionale
Gli attori sarebbero liberi sul mercato e che potrebbero agire in maniera coerente con al propria
strategia ( limitare le perdite individuale per l’ambiente in cui si trovano) e quindi dovrebbero
orientare le proprie scelte di conseguenza
Ciò viene configurato secondo due approcci non sociologici ovvero
- Theory of planned behaviour
- Nudging  gli attori economici si muovono sul mercato nel momento in cui gli si danno degli
incentivi  Hitton e Goodman criticano ciò
Lo criticano perché è un punto di vista che va per la maggiore in quanto molto semplice da
comprendere
Shove, sociologa, ha chiamato l’approccio che richiama a queste idee “modello ABC” che è un
approccio che assume la perfetta equivalenza tra atteggiamento e comportamento che
porterebbero a dei pattern di consumo .

Molta ricerca ha basato i propri contributi su prospettive analoghe  sia per quanto riguarda NEP
che ipotesi post materialiste ci si concentra sempre su individuo e consapevolezza.  sicurezza
del reddito e soddisfazione economica danno la marcia in più per essere più aperti alla scelta di
consumi sostenibili

È appetibile come approccio perché se noi capiamo e misuriamo gli atteggiamenti noi possiamo
intervenire nei consumi ad esempio con incentivi di tipo economico  c’ è una razionalità che può
essere misurata e modificata
GREEN GAP  il fatto che esiste una distanza tra l’importanza della difesa dell’ambiente affermata
e le azioni messe in campo dalle stesse persone
Ci sono però delle barriere che vanno contro al comportamento pro ambiente:
 Consapevolezza  siamo davvero in grado di gestire comportamenti pro ambiente?
 Presenza/ assenza di feedback  io lo faccio ma qual è il “guadagno”
 Infrastrutture
 Vecchi comportamenti  bisogna cambiare quello che si faceva prima

Per queste regione Spaargaren Ha cominciato a dire che dovremmo cominciare a domandare alla
persone che cosa fanno per un problema invece che chiedere solo se lo hanno a cuore, ma
domandare solo alle persone può non essere nemmeno quella una strada percorribile
Belzekiene e Telesiene Sono tra le principali sostenitrici del questionario per cogliere i
cambiamenti in ambito ambientale e di percezione del rischio, hanno costruito un modello che
mostra la distribuzioni per variabili classiche “genere, età, istruzione ecc” per verificare come si
distribuisce il comportamento pro ambiente nella sfera privata e pubblica
Obiezioni: - la desiderabilità sociale  ovvio che la persona cerca di ingraziarti

Loro si concentrano sulla realtà lituana e sono andati a vedere da più vicino chi sono queste
persone e hanno visto che queste persone, il 76% hanno più di 70 anni e che avevano
sperimentato delle restrizioni in passato e che tutt’ora non godono di buone condizioni di vita ma
comunque risparmiano per questione di abitudini  lo strumento del questionario risulta troppo
standardizzato e non è sempre in grado di essere adeguato rispetto al contesto che si intende
studiare  loro sono state brave a rendersi conto di questo limite
Con il questionario non si è risolto il problema dei consumi ecosostenibili

Ontologia  come io ritengo che il mondo sia fatto  da cui deriva


Epistemologia  Come è corretto andare a studiare il mondo
Si basano sull’individuo che può essere studiato tramite questionari per rilevarne gli atteggiamenti
e per stimare la possibilità che si comporti in un certo modo  l’individuo è una società formata
da individui liberi di agire  ma studiare l’individuo in tale modo risente di un etnocentrismo, si
dimentica di vincoli strutturali e di variabili di tipo socio economico e le relazioni intra e
infragruppo sociali
La società è molto più complessa comprende stili di vita più che comportamento e catene di
pratiche che danno forma alle condotte
Giddens nel 1984  comincia a porre la questione del fatto che l’oggetto principale dell’indagine
delle scienze sociali non deve essere né il singolo attore individualizzato né il fatto che esista una
superstruttura che vincola l’attore ma l’oggetto devono essere le pratiche sociali
Ciò significa che un comportamento è considerato come isolabile, rilevabile e quindi su cui si può
intervenire direttamente
Le strutture sociali sono difficili da cambiare ma il mutamento sociale esiste, non solo in termini di
valore
Infine una pratica è tale per via di riconoscimento sociale all’interno di una cerchia, di un gruppo,
una società. Non è inerte ma si riproduce, raccoglie adepti, si può innovare e morire

Posstill distingue due grosse generazioni di studiosi delle pratiche sociali


1 generazione:
 Anthony Giddens parla della teoria della strutturazione ovvero della forma intermedia di come le
pratiche si strutturano all’interno dei gruppi quando vengono riconosciute come valide e utili
strutturale perchè le pratiche hanno il valore di strutturare una determinata formazione sociale a
seconda della dimensione
 Pierre Bordieu  habitus che si consolida in una serie di pratiche le pratiche sono quelle che
riescono a consolidare l’habitus  i consumi diventano rilevati come forme di distinzione sociale,
mi distinguono in quanto appartenente ad un ceto

Per entrambi le azioni non sono mai isolate ma inserite in una cornice di senso

2 generazione  sulla scorta della practice turn in filosofia nasce una seconda generazione,
dedicata allo studio della vita quotidiana  viene recuperata questa idea con un tagli empirico di
matrice qualitativa ed etnografica con un approccio mutuato dagli STS e l’oggetto privilegiato sono
le pratiche sostenibili
Si caratterizza per un modello triadico per poter rilevare la presenza di una pratica  ci deve
essere un’azione con un significato coerente con delle convenzioni culturali, aspettative condivise
nei loro significati da una cerchia, vi deve essere una competenza,ovvero sapere quello che si sta
facendo , inoltre importante è anche l’aspetto materiale (avanzamento teorico) ovvero gli
strumenti, gli oggetti che rendono possibili la pratica che stiamo osservando.
La materialità è importante perché non ne possiamo più fare a meno  questa dimensione
proviene dagli STS per cui le componenti materiali hanno un agency specifica, la componente
materiale deve essere considerata in principio almeno uguale a quella degli attori umani
tradizionalmente studiati
Nel caso della tecnologia la funzione mediatica avviene attraverso SCRIPTS (copioni con cui deve
essere utilizzato un oggetto) e PROGRAMMI D’AZIONE (inquadra la questione di come l’oggetto
deve svolgere ei compiti rispondendo ad una delega da parte degli utenti)

Il modello triadico è stato scritto da Shove, Pantzar e Watson


Questa generazione ha avuto un discreto successo soprattutto perché lo sviluppo teorico ha
permesso l’allargamento della sfera delle indagini possibili, inoltre ha permesso l’ingresso in altri
ambiti in cui lo studio del consumo gioca un ruolo pivotale, inoltre attraverso le pratiche si può
andare a capire perché le cose non cambiano e quali sono gli elementi del blocco

Lezione dell’11 Maggio


Auto etnografia dei riciclatori automatici economia circolare
Il riciclare è qualcosa che si fa da un po’ di tempo in risposta al bisogno di smaltire i nostri consumi
Secondo uno studio del 2005 a livello mondiale circa il 66% dei materiali immessi nell’economia
globale diventa: a) rifiuti b) emissioni nell’ambiente
Il 27% dei materiali immessi diventa materiale inerte per la costruzione di edifici
Il 6% è reimmesso nel ciclo economico in una qualche forma
Qualche anno dopo la situazione è un po’ migliorata ma non così tanto
SITUAZIONE EU al 2016
37,8% dei rifiuti
45,5 dei rifiuti viene interrato
5,6% incenerito con recupero energia
10,1% backfilling

Questo perché ci sono due problemi che si possono individuare


- Ingresso dei materiali del riciclo all’interno della filiera del riciclo  filiera del riciclo:quanto
effettivamente ricicliamo, gestione dei rifiuti e servizi di raccolta
- Resa dei materiali riciclabili  materiali riciclabili: filiera, costi e qualità del prodotto riciclato

La plastica è uno dei materiali più problematici perché:


- È straordinariamente diffusa
- Non tutta è riciclabile
- Non può essere riciclata tutta insieme (resine differenti)

Riciclatori incentivanti (RVM) dispositivi installati per raccogliere specifici materiali secondo
condizioni precise di cambio di una restituzione di una contropartita in valore di una qualche
forma.
Come si crea il valore?  gli rvm accorciano sensibilmente il riciclo perché c’è un trasporto
dedicato e inoltre non c’è un attività di separazione che avviene in centri dedicati con risparmio di
tempo e denaro questo valore viene quindi restituito dall’utente

Filiera alternativa a quella del riciclo ufficiale è più breve e con:


vantaggi diretti  per chi ricicla e per chi è inserito come esercente nella nuova filiera
incentivi economici  buoni sconto cumulabili e beni
un’iniziativa basata sull’idea che cambiare il comportamento sia possibile introducendo una serie
di incentivi per le persone coinvolte
un sistema alternativo della gestione della plastica come rifiuto domestico è praticabile nella
quotidianità delle persone?
Il rifiuto domestico è una forma di consumo e la gestione del rifiuto fa parte del processo di
consumo.
Disegno MMR dati su installazioni: i dati non ufficiali ricavati dall’analisi documentale a partire
da google news:
-2/3 delle RVM sono installati nel nord Italia
- 20,3% sono presenti in Veneto

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