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Geografia umana - Un Approccio Visuale (riassunti)

Mediazione linguistica e culturale (Università degli Studi di Napoli L'Orientale)

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GEOGRAFIA UMANA - UN APPROCCIO VISUALE (2016) di


Greiner, Dematteis, Lanza
Capitolo 1 – CHE COS’E’ LA GEOGRAFIA UMANA?
Il termine geograia proviene da due parole greche (geo + graphia) che signiicano scritura della Terra.
La geograia non è solo la descrizione della Terra, bensì si disingue tra una geograia isica che studia gli
ambieni e una geograia umana che si occupa degli esseri umani sulla Terra. La prima uilizza i metodi
delle scienze naturali, mentre la seconda si rifà alle scienze sociali. La fusione di queste due studi
geograici rivolge l’atenzione alla relazione ambiente-scoietà, che si occupa del rischio ambientale, del
consumo dei combusibili, del cambiamento climaico, ecc.

Quando parliamo di natura si intende tuto ciò che è estraneo alla storia e alla creaività umana. Il
conceto di cultura, invece, si rifà alla musica, alla poesia, alla teologia, ai vesii, al cibo, alle abitazioni.
Il rapporto tra natura e cultura viene deinito dallo studioso Luca Cavalli Sforza come l’accumulo della
somma dei contribui individuali trasmessi atraverso le generazioni e difusi all’interno della società. La
cultura si fonda su tre argomeni: 1- la cultura è una costruzione sociale che rilete diversi fatori
economici, storici, poliici, sociali ed ambientali; 2- essa non è qualcosa di isso, ma si modiica nel
tempo; 3- è un sistema dinamico complesso: interagendo tra loro le persone creano ed esprimono una
cultura, la quale deinisce e inluenza le caraterisiche delle persone che ne fanno parte. Le culture si
presentano diferenziate su base geograica e quindi si parla di culture locali, regionali, nazionali o
sovranazionali (Europa). Oggi è nata l’ibridazione delle cultura, a causa della globalizzazione, e tale
tende a imporre ceri carateri culturali comuni a tute le società e territori.

Il dualismo tra natura e cultura ha svolto un ruolo importante nello sviluppo di diversi modi di
considerare le diferenze culturali e sociali. Nell’età moderna si pensava che natura e cultura fossero
separate e contrapposte, ovvero l’uomo si poneva al di sopra della natura, la dominava e la trasformava
a suo interesse. Oggi si va afermando una corrente di pensiero contraria al dualismo tra natura e
cultura, proprio grazie alla loro neta contrapposizione, quindi oggi si pensa che l’uomo, nonostante la
sua cultura, sia comunque inluenzato da certe leggi fondamentali della natura stessa.

Il determinismo ambientale abbraccia la tesi che i fatori naturali terrestre incidano diretamente sullo
sviluppo delle caraterisiche isiche ed intelletuali degli esseri umani. Dunque l’aspeto climaico
ambientale contribuisce allo sviluppo di certe caraterisiche isiche dell’uomo appartente a quel
territorio, e alla creazione di una certa cultura.

Il possibilismo geograico riiene che ogni ambiente naturale ofra una gamma di alternaive più o
meno vasta e che in uno stesso ambiente naturale società e culture possano modellarsi in modi diversi
a seconda delle loro scelte, basate sulle conoscenze e sulle capacità tecniche di cui dispongono. Tale
concezione ha contribuito a difondere la consepevolezza del ruolo dell’azione umana nei cambiameni
dell’ambiente, a parire dall’osservazione di come nel tempo tale azione ha modiicato i paesaggi
naturali trasformandoli in paesaggi culturali (cioè plasmai dall’azione umana, ad es. Strutura sciisica
ariiciale). L’idea dell’uomo come agente trasformatore che domina la natura.

Il conceto di paesaggio geograico è stato introdoto dal geografo e naturalista tedesco Humboldt. Tale
conceto sosiene che il paesaggio designa una determinata parte di territorio, così come viene
percepita dalle popolazioni, il cui caratere deriva dalle azioni di fatori naturali e/o umani e dalle loro
interazioni. La letura del paesaggio culturale e l’analisi regionale sono associate a questa visione della
cultura, anche se la prima fa riferimento ad un conceto – quello di paesaggio – che indica al tempo
stesso le cose osservabili e il modo di percepirle, mentre l’analisi regionale disingue l’approccio

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oggeivo da quello soggeivo. Il primo indica lo studio e la deinizione di regioni formali (semplice
osservazione della supericie per indagare i fatori che determinano le diversità dei territori e
sueggeriscono la loro divisione in regioni) e funzionali (formate da una grande cità e dai centri minori
che gravitano su di essa per lavoro e servizi), il secondo di regioni percepite (senso di idenità e
ataccamento di un gruppo di persone ad un determinato territorio).

Ragionare come un geografo preclude avere una certa curiosità per i diversi luoghi del mondo e
connetere tra loro i fai che si osservano sulla supericie terrestre e sviluppare un’analisi che includa i
concei di: luogo, spazio, difusione spaziale, interazione spaziale, territorio, scala.

Per luogo si intende una località contraddisinta da speciiche caraterisiche isiche, culturali e sociali.
Ciascun luogo può essere ideniicato tramite la sua ubicazione assoluta, o posizione geometrica,
misurata per mezzo della sua laitudine, longitudine e alitudine oppure con riferimento a cosa gli sta
intorno, cioè al suo sito (caraterisiche isiche di un luogo, come forma del suolo, vegetazione,acque,
ecc.) e alla sua situazione (posizione geograica). I luoghi sono importani perché ofrono un riferimento
alle idenità umane. Si parla di senso del luogo per indicare il complesso ataccamento emozionale che
le persone sviluppano nei confroni di determinate località (senimento di appartenenza verso una
certa area geograica).

Per spazio i geograi intendono un’estensione della supericie terrestre di dimensioni non deinite.
Diversi ipi di spazio: spazio assoluto, cioè un’enità geometrica le cui dimensioni, distanze, direzioni e
contenui possono essere deinii e misurai con precisione con la metrica corrente (metri, chilometri).
Ci possono essere diversi ipi di spazio: spazio-tempo o spazio relaivo è uno spazio le cui proprietà
variano a seconda dei contenui, cioè dei fenomeni chevi si svolgono. Spazio relazionale: deifnito dalle
interazioni umane e dalle percezioni tra gli eveni. Esso è mutevole in quanto deinito dalle
coningenze, cioè dal fato che il risultato delle interazioni e delle percezioni umane varia a seconda
delle persone e degli oggei che vengono coinvoli. Quando due paesi avviano degli scambi
commerciali, creano uno spazio relazionale di ipo commerciale, che esiste ino a quando vengono
soddisfate queste condizioni coningeni. A questo punto possiamo dire che lo spazio geograico è
sempre uno spazio relaivo e relazionale, in quanto le sue proprietà dipendono dalle relazioni e dalle
interazioni che sussistono tra i soggei e oggei che ogni geograia mete in scena.

Adotare una prospeiva spaziale signiica prestare paricolare atenzione alle diferenze tra un luogo e
l’altro, tra uno spazio e l’altro, nelle dinamiche della società e nei rappori tra ambiente e società. La
variazione spaziale e la correzione spaziale sono altri concei chiave uilizzai dai geograi, entrambi
usai sullo studio della distribuzione spaziale dei fenomeni. Distribuzione spaziale: disposizione dei
fenomeni sulla supericie terrestre; variazione spaziale: cambiameni nella distribuzione di un
fenomeno da un luogo all’altro; correlazione spaziale: il grado in cui due o più fenomeni condividiono
una stessa distribuzione e varazione spaziale.

Difusione spaziale (movimento di persone, idee, mode, malaie,ecc da un luogo all’altro con tempi e
modalità difereni a seconda del fenomeno considerato): 4 ipi di difusione per rilocazione (le
migrazioni sono la ipologia più difusa), contagio (persone che vengono a contato tra loro), gerarchia
(avviene dall’alto verso il basso, secondo una successione ordinata di rango), simolo (difusione di
un’idea, una praica o fenomeno contribuisce a generare una nuova idea (idea fast-food quindi
signiicaiva produzione e commercializzazione dei beni).

La globalizzazione è la crescente interconnessione e interdipendenza tra persone e luoghi in tuto il


mondo, è il risultato del dilatarsi progressivo a tuto il pianeta dell’interazione spaziale. Per interazione
spaziale si intende l’insieme delle relazioni che si sviluppano reciprocamente tra soggei che occupano
luoghi e regioni sia vicine, sia lontane tra loro, come risultato del movimento di persone, beni ed

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informazioni. La globalizzazione si ha quando ceri fenomeni naturali o umani (strade, cavi telefonici) o
come le comunicazioni virtuali coprono l’intero globo terrestre, permetendo a tui i luoghi della terra
di interagire tra loro. Dominio del mercato su scala mondiale sulle altre aività sociali e culturali.
Interazione spaziale: relazione tra due o più soggei nel corso della quale essi si scambiano idee, merci,
servizi e modiicano le loro azioni in relazione alle idee e ai comportameni reciproci. La forza trainante
di tale uniicazione mondiale è stata l’economia capitalisica di mercato. L’interazione spaziale è
inluenzata da 3 fatori: complementarietà (si veriica quando un luogo o regione trovano altrove una
risposta alla propia esigenza di beni e servizi creando un’interazione su distanze più o meno lunghe),
trasferibilità (è proporzionata all’energia necessaria e quindi al costo per lo spostamento di un bene, ad
es. Oggi grazie a internet l’informazione è il bene più trasferibile, oppure bene piccolo ma valoroso
come i gioielli facili da spostare), intervento di opportunità alternaive (possono incidere
sull’interazione spaziale tra luoghi, ovvero se cambio benzinaio perché da un altro risparmio, traggo
vantaggio da un’opportunità alternaiva. Esse rendono evidente l’importanza dell’accessibilità, cioè la
faclità di accesso ad un luogo.

La compressione spazio-temporale è data dalla riduzione dell’atrito della distanza e fa sembrare i


luoghi più vicini anche se rimangono lontani, accentuata sempre più dalla globalizzazione e dalla
difusione delle innovazioni tecnologiche nei traspori e nelle comunicazioni.

Il territorio si deinisce lo spazio delle interazioni tra soggei (individui e colleività), correlato con
l’insieme delle interazioni tra gli stessi soggei e l’ambiente esterno. Si concreizzano nello spazio
geograico umanizzato (o antropizzato) e nella varietà dei suoi paesaggi. Il moivo per cui si difende un
territorio è che esso fornisce le risorse che assicurano sopravvivenza e indipendenza a un gruppo
umano più o meno grande. Questo porta alla cooperazione, scambio e reciprocità tra i vari territori che
permetono l’uilizzo delle risorse territoriali.

La scala è ciò che ci permete di rappresentare la Terra, o una sua parte, in dimensione ridota, come
accade per esempio nel caso dei mappamondi. Due ipi di scale: scala cartograica che esprime il
rapporto tra le distanze sulla carta e le distanze reali sulla supericie terrestre e sono divise in grande
scala e piccola scala atraverso un rapporto aritmeico (1:10.000 1cm corrisponde a 100 metri); e scala
geograica (o d’osservazione) che indica invece il livello di analisi uilizzato per un determinato studio o
progeto, ad esempio la casa, il quariere, una cità, una regione, da qui si va da una piccola scala a
grande scala. Più lo spazio esaminato è streto, più la scala è piccola.

Disinzione tra tecniche e strumeni. Le prime sono il prodoto delle conoscenze e capacità operaive,
mentre i secondi sono atrezzi che uilizziamo per migliorare alcune nostre procedure e metodologie,
come ad esempio la raccolta di dai e la loro visualizzazione.

Le carte geograiche sono rappresentazioni della Terra in dimensioni ridote. Esse sono anche
simboliche perché i diversi oggei sono rappresentai da simboli, per es. Le cità con dei cerchiei;
inine sono approssimaive, non solo perché è impossibile rappresentare esatemente in piano la
supericie curva della Terra, ma anche perché gli oggei vengono rappresentai solo in parte. Esse
hanno inoltre una legenda, cioè una spiegazione dei simboli usai e una scala, che indica di quanto è
stata ridota la supericie rappresentata. È diicile rappresentare la supericie curva della Terra, quindi
si ricorre a trasformazioni geometriche, dete proeizioni cartograiche. Vi sono proiezioni che
mantengono le proporzioni tra le distanze, in questo caso si dicono equidistani: sono di questo ipo le
carte stradali; possono invece mantenere proporzioni le aree, in questo caso dete equidistani: carte
poliiche ed economiche. Le carte geograiche sono quelle che rappresentano un coninente o un
paese o una vasta regione (carte turisiche e stradali); mentre per rappresentare in modo detagliato
una porzione di territorio si usano le carte topograiche. La carta più detagliata si chiama mappa. Le
carte generali si disinguono in isiche che rappresentano i trai naturali fondamentali (iumi, mari,

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moni) e in carte poliiche che riportano i conini degli Stai, le vie di comunicazione, le cità e quanto è
opera dell’uomo. Un cartogramma a mosaico è una tabella nella quale sono elencate le aree
geograihe da rappresentare (comuni, regioni, Stai) con a ianco il dato corrispondente, i dai vengono
poi divisi in classi di frequenza, ovvero gruppi di valori a cui viene assegnato un colore o un simbolo
geometrico.

Il telerilevamento è uno strumento capace di rilevare alcuni fenomeni relaivi alla supericie terrestre e
raccogliere informazioni su di essi, atraverso sensori ataccai sui satellii. Esso serve sopratuto per
rilevare le condizioni meterologiche e la localizzione della fuori uscita di petrolio.

Un sistema GPS (global posiioning system) uilizza una costellazione di satellii ariiciali e i segnali
radio da essi trasmessi per determinare la posizione assoluta di persone, luoghi o elemeni della
supericie terrestre. Atraverso la trigonometria è possibile calcolare la longitudine, laitudine e
alitudine del punto in cui si trova. Primo satellite GPS lanciato nel 1970, la copertura totale della
supericie terrestre raggiunta nel 1995. Esso serve principalmente a facilitare il calcolo delle proprietà
private, terreni agricoli, censire le diverse specie di piante e animali.

Il GIS (geographic informaion system) migliora la funzionalità delle carte e delle analisi spaziali di dai
georeferenziali, cioè dei dai a cui è atribuita una precisa localizzazione sulla supericie terrestre. La
georeferenzialità dei dai può avvenire in modo direto o indireto: il primo si riferisce alla laitudine e
longitudine; il secondo deriva le coordinate geograiche da altre informazioni di ipo spaziale, come un
indirizzo o codice postale. Il GIS è cosituito da una combinazione di hardware e sotware che permete
di inserire, gesire, analizzare e visualizzare i dai georeferenziali. Inoltre esso può efetuare analisi
staisiche e calcoli complessi consentendo di selezionare la strada migliore tra due luoghi e la
localizzazione di un negozio che assicura accessibilità alla clientela potenziale. Tutavia il GIS ha due
limii: il primo è che per uilizzarlo è necessario possedere sia il sotware del programma, quasi sempre
a pagamento, sia le apparecchiature hardware adeguate che sono costosi (servono qualche migliaia di
euro), questo limita l’accessibilità ai poteni della società che hanno risorse economiche e tecniche
suicieni per acquistarlo e uilizzarlo; il secondo aspeto criico è legato alla visione del mondo che
propone, ovvero è possibile creare delle carte con il GIS stando semplicemente sedui difronte al
computer, senza mai visitare di persona il luogo e si tende ad esaltare solo una piccola parte di ciò che
quel luogo può ofrirci.

Capitolo 2 - AMBIENTE, SOCIETA’, TERRITORIO


Da quasi otant’anni gli studiosi usano il conceto di ecosistema per studiare le interazioni tra le diverse
componeni dell’ambiente, con riferimento a diverse scale. La Terra per esempio è un ecosistema. Un
ecosistema è un insieme di orgasmi viveni, delle interazioni tra di essi e con l’ambiente isico in cui
vivono, dei lussi di energia e nutrieni che li atraversano. Gli studiosi concordano che la complessità di
un ecosistema derivi dalla sua biodiversità, cioè dalla varietà delle specie contenute in esso. La
biodiversità è la quanità di specie preseni in un ecosistema. Gli ecosistemi della terra interagiscono su
scala globale, e il loro insieme è deinito biosfera. Dell’ambiente fa parte il capitale naturale, il quale, a
diferenza della concezione tradizionale di capitale che si riferisce solo a beni possedui e in grande
prodoida soggei umani che li possono trasformare in denaro, comprende i beni e i servizi oferi
dalla natura ed è composto da quatro elemeni fondamentali:
1. le risorse rinnovabili,
2. le risorse non rinnovabili,
3. la biodiversità terrestre,
4. i <<servizi>> resi dagli ecosistemi.
Quando si valuta il degrado ambientale, bisogna considerare sia i processi beneici che quelli dannosi.
A proposito di capitale naturale, si parla di sostenibilità forte e debole: forte, quando il capitale

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naturale non è sosituibile e i capitali, quello ariiciale e quello naturale, non sono interscambiabili;
debole, quando i capitali possono essere tramandai di generazione in generazione, e lo stock di
capitale non deve essere inferiore ma esatamente lo stesso, e i due capitali sono interscambiabili. Le
risorse naturali si suddividono in rinnovabili e non rinnovabili, anche se tute possono essere esaurite.
Le risorse non rinnovabili vengono considerate esaurite quando vengono meno le condizioni per la loro
rigenerazione, oppure questa necessii di tempi troppo lunghi. Le risorse rinnovabili invece si
rigenerano in tempi ragionevoli, sia naturalmente, sia con l’intervento umano (riforestazione). Le
quanità di risorse non rinnovabili sono isse e quindi soggete a esaurimento. Solitamente però
l’esaurimento totale delle risorse viene preceduto dal loro esaurimento economico, che si veriica
quando il costo per l’estrazione della risorsa supera il valore economico della stessa, in base alla
previsione dei ricavi futuri. Il conceto di esaurimento economico può essere applicato anche alle
risorse rinnovabili, sebbene gli studiosi tendano a preferire il conceto di rendimento sostenibile, ovvero
la massima quanità di una risorsa che può essere sfrutata e uilizzata senza metere in pericolo la sua
capacità di rinnovarsi e rigenerare se stessa. Diversi studiosi preferiscono usare il termine rendimento
ecologicamente sostenibile, cioè tale da preservare le risorse per le generazioni future.

Si parla di degrado ambientale (sopratuto antropogenico, causato da aività umane), quando si


danneggia l’ambiente nelle sue proprietà isiche, e quando si veriicano le segueni condizioni:
1. quando una risorsa viene sfrutata a ritmi più rapidi di quelli della sua rigenerazione;
2. quando le aività umane danneggiano la produività a lungo termine o la biodiversità di un luogo;
3. quando le concentrazioni di sostanze inquinani superano il massimo livello consenito da leggi che
tutelano la salute.

Un altro modo di classiicare le risorse disingue tra proprietà comuni e risorse di libero accesso. Le
risorse di proprietà comune, dete anche beni comuni naturali, includono foreste, pascolim acque e
zona di pesca. Le risorse necessarie sono la legna da ardere, i beni alimentari e i pascoli per il besiame.
Le risorse di comune proprietà diferiscono dalle risorse a libero accesso come l’aria che respiriamo, i
mari, l’energia solare, i parchi nazionali. L’idea della tragedia dei beni comuni, di Garret Hardin, servì a
sollevare importani quesioni riguardo alla gesione delle risorse e il degrado ambientale. Elinor
Ostrom dimostrò che l’uso regolato dei beni colleivi è sostenibile e vantaggioso per tui. Bisogna
considerare la conoscenza tradizionale locale per gesire i beni comuni.

I combusibili fossili, derivani dai residui sepoli di piante e animali vissui migliaia di anni fa, sono foni
non rinnovabili d’energia ed includono il petrolio, i gas naturali e il carbone. Tra le energie rinnovabili vi
sono invece l’energia solare, quella eolica, l’idroeletrica, la geotermica e le biomasse. Il mondo è in
larga misura dipendente dai combusibili fossili, specialmente col petrolio, una risorsa preziosa e
versaile. Argomeni come la durata delle riserve di petrolio e la data in cui il mondo raggiungerà il
picco della sua produzione coninuano a essere controversi, nel senso che l’ammontare delle riserve
considerate certe non è isso, ma varia in base all’evoluzione dei consumi, alla scoperta di nuovi
giacimeni o all’evoluzione delle tecnologie estraive. Una sima di quanto dureranno ancora le riserve
atuali di petrolio viene espressa atraverso il rapporto riserve/produzione, otenuto dalla divisione
delle riserve totali rimaneni nel globo per la percentuale annuale della produzione di petrolio. A tal
proposito, Hubbert elaborò la teoria della transizione energeica, o meglio, segnalò che la produzione
di petrolio sarebbe scemata e che ciò avrebbe costreto la popolazione ad usare difereni foni di
energia, con serie conseguenze per l’economia globale, qualora non ci si fosse preparai in anicipo ad
afrontare questa transizione. I maggiori produtori di petrolio a scala globale sono i paesi del Golfo
Persico, che ospitano enormi riserve di greggio e che appartengono all’OPEC (Organizzazione dei Paesi
Esportatori di Petrolio), inluente organizzazione creata nel 1960 per contrastare il dominio sul mercato
da parte di poche compagnie petrolifere occidentali, e funziona da cartello: controlla la fornitura di un
bene e quindi il suo prezzo. La maggior parte delle riserve di petrolio simate è concentrata in Medio
Oriente. Il maggior stato consumatore di petrolio nel mondo sono gli USA.

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Il carbone, il più abbondante tra i combusibili fossili, determina numerosi problemi ambientali quando
viene estrato ed uilizzato. Le tecniche di estrazione <<a cielo aperto>> resta un metodo controverso,
perché dannoso per l’ambiente. La combusione del carbone è responsabile dell’inquinamento da
mercurio e delle piogge acide, precipitazioni più acide del normale, a causa di aività umane, che può
danneggiare gli ecosistemi terrestri e acquaici.
L’uranio è un elemento naturalmente radioaivo che si trova in alcuni minerali. Nonostante non sia un
combusibile fossile, l’uranio è una fonte non rinnovabile. L’energia nucleare cosituisce una piccola
frazione dell’energia consumata in tuto il mondo e la distribuzione geograica delle centrali nucleari è
altamente irregolare e fortemente concentrata nei paesi più industrializzai. La capacità di gesire e
controllare la produzione di energia nucleare richiede conoscenze e competenze specializzate.
L’impiego del nucleare per produrre energia presenta vantaggi come il fato che il materiale nucleare
può essere immagazzinato per molto tempo, caraterisiche che non possiedono il carbone, il petrolio o
il gas naturale; i danni causai al territorio dalla sua estrazione sono minori di quelli causai ad esempio
dall’estrazione di carbone; e produce un livello più basso di anidride carbonica.
Uno svantaggio è che questa forma di energia presenta elevai cosi di impianto, di produzione e di
smalimento delle scorie; ed è soggeta a rischi catastroici (es. Chernobyl, Ucraina e Fukushima).
Nonostante non sia un combusibile fossile, l’uranio è una fonte non rinnovabile. Nel mondo, l’energia
nucleare rappresenta solo una piccola porzione del totale. In Italia un referendum ne ha vietato la
produzione.

Quando pensiamo ai difereni sistemi di produzione d’energia del mondo, è uile disinguere tra
energia commerciale e non commerciale. Quella commerciale è stata storicamente sempre prodota da
combusibili fossili, nucleari o da impiani idroeletrici di vaste dimensioni. L’energia commerciale è
spesso consumata lontano dal luogo di produzione, mentre l’energia non commerciale viene
consumata localmente o su scala regionale. L’energia non commerciale soddisfa il fabbisogno energico
quoidiano di ceninaia di milioni di persone nelle aree rurali di gran parte dei paesi in via di sviluppo e
comincia ad essere signiicaiva anche nei paesi ricchi. Le energie rinnovabili, chiamate anche energie
alternaive, hanno cosituito ino a poco tempo fa la maggior parte della cosiddeta energia non
commerciale. L’unica risorsa rinnovabile uilizzata in maniera massiccia per produrre energia
commerciale è infai l’acqua, che genera energia idroeletrica. Oggi rappresentano una componente
importante e crescente dell’energia commerciale. Le nuove rinnovabili sono le biomasse, il
microidroeletrico, l’energia solare, quella eolica e quella geotermica. A livello globale la fonte
rinnovabile più difusa è quella delle biomasse, insiemi di materiale organico non fossile di un
ecosistema, che comprendono la massa animale e vegetale, i suoi scari e i suoi residui, in paricolar
modo la legna da ardere, usata per cucinare. Esistono due maniere per otenere energia dalle
biomasse: una direta e una indireta. Quella direta consiste nel bruciare il materiale non tratato e
usare l’energia per il riscaldamento. Il metodo indireto invece comporta la conversione della biomassa
in gas (biogas) o combusibile liquido (biocarburante) con l’ausilio di membri esisteni in natura. Il gas
metano così prodoto può essere usato per cucinare, riscaldare o illuminare. L’etanolo liquido, un
biocarburante otenuto da residui di colture quali grano e canna da zucchero, può essere usato per
alimentare ceri veicoli a motore. Il biodiesel inine può essere otenuto da oli vegetali e anche oli saturi
da cucina. Una delle principali tecnologie che consentono di uilizzare le biomasse, di solito letame e
materiale vegetale, è cosituita dai fermentatori di biogas o metano, che possono essere usai, in aree
urbane e rurali per fornire energia su scala domesica o industriale. La biomassa è il principale ipo di
risorsa rinnovabile uilizzata nel mondo. I fermentatori per biogas costruii per abitazioni domesiche,
villaggi o per operazioni industriali forniscono un’energia alternaiva ecologicamente sostenibile, che
può aiutare a diminuire la pressione sulle foreste dalle quali si ricava la legna.

L’energia idroeletrica è sfrutata a livello globale per meno di un terzo del suo potenziale, concentrato
prevalentemente in aree come la Cina, la Russia, l’America Meridionale, il Canada e le Alpi. Nonostante
abbiano apportato numerosi beneici, tra cui la possibilità di irrigare i campi per tuto il corso

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dell’anno, le grandi dighe non risolsero il problema delle disparità economiche e generarono anzi
diversi problemi ambientali: le grandi dighe interrompono il corso dei iumi, alterando così l’ecosistema
dei fondali. La maggior parte delle risorse idroeletriche mondiali non è ancora stata sfrutata. A causa
di enormi dighe come quella delle Tre Gole in Cina, capaci di rovinare habitat ed ecosistemi, la loro
sostenibilità è messa in discussione, mentre è crescente l’uso di piccole centrali idroeletriche per il
consumo locale.

L’energia del sole può essere sfrutata in due modi: passivamente o aivamente.
L’accumulo passivo di energia solare sfruta la forma e l’esposizione di un ediicio e i materiali con i
quali viene costruito per caturare la luce del sole. L’accumulo aivo fa uso invece di diversi strumeni,
tra i quali i pannelli solari, gli specchi e le celle fotovoltaiche per caturare, immagazzinano e/o
uilizzano l’energia del sole. Le celle fotovoltaiche permetono la conversione della luce solare
diretamente in eletricità, mentre altri sistemi uilizzano il calore del sole per riscaldare l’acqua. Il sole
può essere considerato anche la fonte dell’energia eolica: i veni infai sono generai dal riscaldamento
irregolare della supericie terrestre proprio da parte del sole. Atualmente entrambe le forme di
energia contribuiscono solo in minima parte al fabbisogno energeico globale ma stanno guadagnando
popolarità in quanto foni d’energia a zero emissioni.

L’energia geotermica deriva dall’interno della Terra. Alte pressioni combinate al lento decadimento
radioaivo di elemeni nel nucleo del pianeta, producono enormi quanità di calore, che vengono
assorbite dai materiali rocciosi circostani. L’energia geotermica viene sfrutata scavando pozzi in
profondità, al ine di raggiungere le riserve soterranee di acqua riscaldata. Quest’acqua può essere
usata come fonte direta di calore per le case o altri ediici; più dell’80% delle abitazioni islandesi
vengono riscaldate con la geotermia, convogliando l’acqua calda in tubature. Se l’acqua viene
converita in vapore, può essere usata per azionare turbine e generare energia eletrica.

L’efeto serra è un processo che avviene naturalmente e che permete l’esistenza della vita sul nostro
pianeta, perché in sua assenza le temperature sulla Terra sarebbero molto inferiori. E’ infai un
processo naturale in cui alcuni gas dell’atmosfera lasciano passare le radiazioni a onda corta dal Sole
alla Terra e assorbono le radiazioni a onda lunga ri-emesse dalla supericie terrestre, provocandone il
riscaldamento. Ciò che preoccupa, infai, riguardo all’efeto serra è l’innalzamento delle
concentrazioni di gas serra nell’atmosfera a causa delle aività umane. Per esempio, a parire dalla
Rivoluzione Industriale, le concentrazioni di anidride carbonica, metano e protossido di azoto nell’aria
sono aumentate. L’allevamento di besiame contribuisce al rilascio del metano nell’aria, atraverso la
digesione da parte dei ruminani, per esempio. Un altro fatore che alimenta il rilascio di metano
nell’aria è la colivazione del riso, a causa dei processi anaerobici di decomposizione che avvengono nei
campi allagai. Tra le principali foni antropogeniche di protossido d’azoto c’è l’agricoltura, sopratuto a
causa dell’uilizzo di ferilizzani a base d’azoto che, in presenza di certe condizioni del suolo e
dell’atmosfera, possono causare la formazione di protossido d’azoto, al posto della naturale azione
baterica che avviene nel suolo. Tra le principali foni di questo gas si trovano i veicoli a motore e le
centrali a carbone.
E’ ampliamente dimostrato che le nostre aività hanno ampliicato l’efeto serra contribuendo così al
surriscaldamento globale, ovvero l’aumento della temperatura globale atribuito almeno in parte alle
aività umane, che hanno incrementato la concentrazione dei gas serra nell’atmosfera, e che provoca
anche in paricolare l’aumento della temperatura media globale e degli oceani, lo scioglimento dei
ghiacci e l’innalzamento del livello medio del mare. Il crescento aumento delle temperature ha gravi
conseguenze anche per gli ecosistemi. Diverse specie animali e vegetali potrebbero essere messe a
rischio da temperature più calde. Il surriscaldamento globale sta causando un abbassamento delle
frequenze delle precipitazioni, causando problemi all’agricoltura delle zone aride o semi aride.

L’anidride carbonica è uno dei principali fatori presi in considerazione dagli studi sul surriscaldamento

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globale, non solo perché la sua concentrazione è aumentata notevolmente ma anche per il fato che
essa persiste nell’atmosfera per lunghi periodi di tempo. Su scala mondiale, la geograia delle emissioni
di anidride carbonica è altamente irregolare. Negli ulimi anni si è difuso il conceto di impronta di
carbonio (carbon footprint) ovvero la quanità di anidride carbonica emessa dalle aività umane, che
rende evidente ad esempio come le emissioni totali di paesi come la Cina e l’India sovrasino quelle dei
paesi meno sviluppai. Gli scienzai riconoscono che un altro fatore d’impato sul clima globale è
rappresentato dai cambiameni nell’uso e nella copertura del suolo. Ad esempio la conversione di zone
boschive in campi colivai, la boniica di zone umide, l’espansione delle cità e delle aree asfaltate o la
deseriicazione causata dall’eccessivo sfrutamento dei terreni. La siccità o altri stress naturali, per
esempio, possono inluenzare la capacità della vegetazione di rigenerarsi e alterare le biodiversità locali
o regionali. In ceri casi, le aività umane e le naturali lutuazioni del clima sommano i propri efei,
intensiicando il cambiamento nell’uso dei suoli. Anche la deforestazione, come quella delle foreste
pluviali dell’Amazzonia brasiliana, è stata uno degli aspei principali dei cambiameni nell’uso del suolo,
in paricolar modo a parire dagli anni ’80.

Per più di 150 anni i paesi sviluppai hanno contribuito in modo sproporzionato alla concentrazione
atmosferica di anidride carbonica e diversi altri gas serra di natura antropogenica. Per questo, moli
ritengono che quesi stessi paesi siano obbligai a riconoscere il loro ruolo storico nell’aumento dei gas
serra e ad atuare misure inalizzate a stabilizzare, o meglio ridurre, le proprie emissioni. A tal scopo le
Nazioni unite hanno indeto, a parire dal 1995, numerose conferenze internazionali sul cambiamento
climaico, dete Conferences of paries (COP). Le principali furono la COP3 di Kyoto, la COP 15 di
Copenaaghen e la COP 21 di Parigi. Nella conferenza di Kyoto 38 stai irmarono un “protocollo” che
impegnava i paesi più industrializzai a ridurre del 5% le proprie emissioni di gas serra entro il 2012.
Mancava però la irma degli Stai Unii, dove l’accordo venne bocciato dal Senato perché ritenuto
dannoso per l’economia del paese. La COP 15 di Copenaaghen si concluse con un accordo irmato da
120 paesi, rivolto anch’esso alla riduzione delle emissioni responsabili dell’efeto serra. Tale accordo
rappresentò un passo avani nel riconoscere la gravità del problema, ma si ridusse alla dichiarazione di
inteni (non vincolante) di contenere entro i 2° C il riscaldamento globale. Nel fratempo crescevano le
evidenze dei rischi gravissimi del riscaldamento climaico globale. La Convenzione di Parigi segnò un
passo avani nella disputa tra paesi di vecchia industrializzazione, responsabili storici del mutamento
climaico, e paesi poveri che, dipendendo dall’agricoltura, ne subivano danni maggiori, a cui si
aggiungevano i paesi maggiormente minacciai dall’innalzamento del livello marino. Ai paesi più
minacciai vennero riconosciute compensazioni inanziarie, che, se pur ritenute insuicieni, sancivano
il principio della responsabilità dei paesi più inquinani. Il raggiungimento degli obieivi della
Convenzione dipenderà da come essa riuscirà a trasformare un’economia mondiale che si fonda ancora
sull’uso di carbone e idrocarburi in una green economy, ovvero ad un’economia che oltre a produrre
ricchezza, genera uno sviluppo sostenibile dal punto di vista ambientale e socio-culturale, basato su un
uso eiciente delle risorse naturali e delle opportunità oferte dall’ecosistema terrestre, adeguandosi
alle sue leggi naturali. Dopo la crisi economica del 2007-2008 moli governi hanno cominciato a
promuovere poliiche che vedono nell’economia verde un possibile acceleratore della ripresa
economica. Sono previsi incenivi alla produzione di energia da foni rinnovabili (idroeletrica, da
biomassa, solare, eolica, geotermica), al riciclo dei riiui, al risparmio energeico nella climaizzazione
degli ediici, ai mezzzi di trasporto e alla mobilità sostenibile. Tuto ciò ha creato un comparto
economico iorente e innovaivo rivolto a produrre macchinari, componeni, sotware e servizi vari. Per
misurare la “crescita verde”, l’OCSE propone l’uilizzo di indicatori quali la produività dell’energia (PIL
per unità di energia primaria), l’intensità energeica setoriale e la quota di rinnovabili nell’oferta di
energia primaria e nella produzione eletrica.

Capitolo 3 – POPOLAZIONI E MIGRAZIONI


Quando i geograi vogliono studiare la pressione esercitata da una certa popolazione sul territorio,

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calcolano la sua densità che può essere aritmeica o isiologica. Densità aritmeica è il rapporto tra la
supericie di un’aerea e il numero di suoi abitanni, di solito si misura in kmq. Densità isiologica è il
rapporto tra la supericie agricola produiva di un determinato territorio e il numero dei suoi abitani.

La ferilità indica la possibilità di avere dei igli, fa riferimento al numero di nascite all’interno di una
determinata popolazione (natalità). La condizione demograica cambia a seconda della natalità e
mortalità ed esse sono condizionai da fatori biologici, economici, sociali, poliici e culturali. Per
misurare la ferilità i geograi uilizzano due indicatori: tasso di natalità (numero annuo di ani vivi ogni
mille abitani) e tasso di fecondità di una popolazione (numero medio annuo dei nai vivi per donna in
età feconda tra i 15 e i 50 anni. Leggi aninatalità imposte dallo Stato per regolare il tasso demograico
(Cina). Tasso di mortalità è il rapporto tra il numero delle mori in una certa popolazione in un dato
periodo di tempo e l’ammontare medio della popolazione nello stesso periodo (numero annuo di mori
ogni 1000 abitani). Paesi con basso tasso di mortalità è per esempio il Qatar e il Kuwait (2 mori ogni
1000 abitani). Alto tasso di mortalità è il Lesotho e la Sierra Leone (con 23 mori, epidemie, aids).
Anche qui fatori poliici (guerre), naturali (terremoi), ecc. La speranza di vita indica la lunghezza mdia
dela vita delle persone, in base ai tassi di mortalità correni nel paese dove vivono. Il tasso di mortalità
infanile è il numero dei nai, ogni mille, che muoiono prima di compiere un anno di età.

La piramide delle età è un istogramma che rappresenta la composizione di una popolazione divisa per
classi di età e per genere (M e F), è la percentuale di persone nate in un determinato periodo di tempo.
L’indice di dipendenza permete di fare previsioni sui cambiameni ai quali la società di un paese andrà
incontro nel futuro, in base alla sia evoluzione demograica. Esso è il rapporto tra la popolazione in età
lavoraiva e la popolazione con meno di 15 e più di 65 anni. Il tasso di crescita naturale è la percentuale
annua di crescita di una popolazione, senza considerare i lussi migratori. I demograi calcolano il tasso
di crescita naturale sotraendo il tasso di mortalità al tasso di natalità e convertendo il risultato in
percentuale. Spesso i geograi si servono dei tassi di crescita naturale per calcolare il tempo di
raddoppio della popolazione. Il modello della transizione demograica mete in relazione i cambiameni
nel tasso di crescita naturale della popolazione con i cambiameni sociali derivai dai progressi della
medicina, dall’urbanizzazione e dall’industrializzazione. La transizione demograica è il passaggio di un
paese, nel corso del tempo, da tassi di natalità e mortalità elevai, a valori molto inferiori.

Oggi i geograi hanno iniziato anche a considerare il modo in cui sessualità di ipo diverso possono
inluenzare la conigurazione e l’uilizzo dello spazio. Anche l’omosessualità contribuisce all’idenità di
un paese, infai nel mondo occidentale si hanno getato le basi del movimento per i dirii degli
omosessuali, mentre nel mondo islamico rimane refratario. Spesso tale genere inluenza persino la
divisione del lavoro. Ad esempio in Tanzania gli uomini vanno a lavorare mentre le donne si occupano
delle faccende di casa e della famiglia, mentre in Ghana le donne si occupano anche di commercio nei
mercai citadini. L’indice di mascolonità è uno strumento per analizzare la composizione di una
popolazione per sesso, ovvero il rapporto in percentuale tra il numero dei maschi e quello delle
femmine di una popolazione. I fatori che possono creare una disparità tra il numero di uomini e donne
è il tasso di mortalità degli uomini che hanno durata media inferiore rispeto alle donne. I mass media e
varie isituzioni religiose, educaive, poliiche o aziendali contribuiscono a raforzare le divisioni dei uoli
di genere, come dimostra il fato che anche in moli paesi democraici le donne per molto tempo non
furono ammesse al voto. La disuguaglianza di genere è la disparità tra uomini e donne per quanto
riguarda opportunità, dirii, beneici, comportameni e status sociale.

La teoria dell’economista Malthus sosteneva che l’aumento demograico della popolazione compori
alla mancanza di risorse alimentari, in quanto troppo alto il tasso demograico. Questo favorirebbe
l’apparizone di ostacoli repressivi, come le caresie o le epidemie. Col tempo si è afermata l’idea che
ogni territorio e il mondo intero abbiano una certa capacità di carico, dovuta alla limitazione delle sue
risorse e quindi del numero di persone che possono viverci in condizioni di vita accetabili. Uno dei

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principali problemi legai all’aumento della popolazione è quello della insicurezza alimentare, ovvero
l’impossibilità isica o economica, di alcune persone di accedere al cibo, a causa di fatori come povertà,
sovrappopolazione, guerre e conlii o disastri naturali. La più grave conseguenza della povertà è la
fame (bisogno isiologico di mangiare), la denutrizione (consiste in un’alimentazione insuiciente) e la
malnutrizione (consiste in un’alimentazione carente di alcuni alimeni indispensabili come le proteine,
le vitamine e il ferro).

Oltre a tener di conto il tasso di natalità e mortalità di un paese, dobbiamo considerare anche le
migrazioni. La migrazione è lo spostamento permanente o di un lungo termine di un individuo o un
gruppo di persone dal proprio luogo d’origine ad un altro luogo. La circolazione, invece, è lo
spostamento temporaneo, spesso ciclico, dal proprio luogo d’origine ad un altro luogo. Comprende le
migrazioni temporanee e i movimeni pendolari. Il saldo migratorio neto considera i cambiameni nella
popolazione di un determinato luogo in seguito alle immigrazioni e alle emigrazioni: saldo migratorio
neto = immigrai – emigrai. Il cambiamento demograico quindi può essere calcolato atraverso
l’equazione demograica, che considera la crescita naturale di una popolazione e il suo saldo migratorio
in un determinato periodo di tempo. Le migrazioni volontarie avvengono in quanto il migrante si
confronta con un insieme di fatori di spinta e fatori di atrazione che contribuiscono alla scelta di
emigrare, un confronto sociale, poliico ed economico col paese estero. Nello scorso secolo moli
migrani internazionali hanno emigrato verso altri paesi per moivi di lavoro. I profughi ambientali sono
coloro che emigrano per cause legate ai cambiameni climaici del pianeta, quali siccità e
deseriicazione, innalzamento del livello marino, inondazioni. Tali profughi comprendono intere
famiglie con bambini che necessitano istruzioni e anziani non più autosuicieni, senza più averi e
questo aggrava sui paesi coninani che li ospitano. L’Italia è un paese di mezzo che ospita moli
emigrai dall’Africa. Nell’ulimo secolo moli emigrani europei si sono trasferii in America, sia
setentrionale che laina. Oggi, invece, l’Europa è considerata uno tra i paesi più popolai da emigrai.
Un rifugiato è chi fugge in un paese diverso dal proprio per garanire la propria sicurezza personale o
per scampare ad una persecuzione. L’asilo poliico è la protezione dll persecuzione garanita da uno
stato ai rifugiai provenieni da un paese straniero (es. caso Lampedusa). Gli africani cosituiscono il 9%
di tui i migrani internazionali e sono molte le migrazioni tra gli stai del coninente (profughi interni:
persone costrete ad abbandonare le proprie località d’origine per migrare verso un’altra regione dello
stesso paese). Gli asiaici, invece, cosituiscono il 25% dei migrani in tuto il mondo. Il
transnazionalismo è il processo mediante il quale i migrani cosituiscono rei di interazioni che legano
tra loro il paese d’origine e quello di insediamento (idenità del migrante, il cui sviluppo è favorito dalla
globalizzazione). Rimesse dei migrani sono le somme di denaro, beni e servizi che i migrani inviano in
patria.

Capitolo 4 – LINGUE, RAZZE, ETNIE E RELIGIONI


L’interconnessione e l’interazione tra chi vive in una stessa regione o in diverse regioni del mondo
dipende in buona parte dalla capacità di comunicare, infai ciascuno di noi usa il linguaggio. Quando
due o più persone parlano la stessa lingua si innesca un processo di interazione comunicaiva che
ideniica comunemente gli oggei e esprime i concei complessi, essa deinisce la nostra idenità.
Ogni lingua presenta poi al suo interno variani geograiche e sociali dete dialei. Alcuni dialei sono
considerai vere e proprie lingue. Il linguaggio è un sistema di comunicazione basato su simboli ai quali
vengono atribuii signiicai condivisi. Il dialeto è una varietà linguisica usata tra di loro da abitani
originari di una paricolare area geograica, in aggiunta alla lingua uiciale. La lingua è un idioma che si
è imposto sugli altri in un’area più o meno vasta per moivi leterari, sociali o poliici. La lingua
minoritaria è una lingua tradizionalmente usata nel territorio di una lingua uiciale da un gruppo di
persone meno numeroso del resto della popolazione. Vi sono diversi ipi di linguaggio, tra cui il
linguaggio dei segni, uilizzato per comunicare con persone che non sono in grado di senire o parlare,
sosituendo i suoni con i movimeni del corpo e delle mani. Il linguaggio del corpo è un sistema di

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comunicazione basato sui gesi, le espressioni del volto atraverso il wuale si può esprimere senimeni
ed emozioni. La lingua naturale è una lingua nata e evolutasi nel corso della storia delle comunità
umane. La lingua ariiciale è una lingua inventata intenzionalmente dall’uomo per facilitare la
comunicazione tra parlani lingue diverse. Oggi esistono circa 6.900 lingue nel mondo. I geograi e i
linguisi considerano le lingue anche da un punto di vista storico. Espressioni come famiglia linguisica
esprimono il fato che molte lingue condividono una lontana origine storica comune, al punto che si
possono individuare 90 diverse famiglie linguisiche. Quasi la metà degli abitani del mondo parlano
lingue indoeuropee, il resto sono arabo, cinese e giapponese. Lo sviluppo dell’agricoltura ha
incrementato le migrazioni, trasformando così la distribuzione delle lingue e delle famiglie linguisiche
in tuto il mondo. La crescita e l’espansione dell’impero romano portò alla difusione della lingua laina,
che allora si divideva in laino classico e laino volgare. Le minoranze linguisiche sono comunità
storicamente insediate in un territorio, che oltre alla lingua uiciale del Paese, parlano una lingua
minoritaria. Su 11 lingue europee uiciali, vi sono 60 minoranze linguisiche.

La difusione delle lingue viene condizionata anche da forze poliiche, economiche e religiose. Un
esempio è la grande espansione inglese tramite il colonialismo, che ha portato la lingua inglese ben
oltre la Gran Bretagna. La dominanza linguisica è la situazione in cui una lingua si trova ad essere più
inluente e importante rispeto ad un’altra. Il cinese, per esempio, è la lingua più parlata nel mondo,
con oltre un miliardo di parlani, ma la sua estensione è molto meno vasta rispeto all’inglese. Il
presito linguisico è una parola che entra a far parte del vocabolario di una lingua, pur provenendo da
una lingua diversa. La lingua pidgin è una lingua che mescola termini e praiche grammaicali di due o
più lingue che sono venute in contato. La lingue creola è una lingua che si sviluppa a parire da un
pidgin e che viene insegnata come prima lingua. Infai il termine creolizzazione descrive un processo di
cambiamento linguisico che espande le funzioni e gli usi delle lingue pidgin, come nel caso nell’inglese
creolo hawaiano. La lingua franca (ovvero lingua europea) è una lingua che viene usata, al posto del
pidgin, per favorire gli scambi commerciali o gli afari tra persone che parlano lingue diverse, lingua
comune a tui i marinai e commerciani dal medioevo al XX secolo. Una lingua in pericolo è una lingua
che non viene più insegnata ai bambini dai loro genitori, né uilizzata nelle conversazioni quoidiane in
famiglia (riguarda specialmente le lingue naive dell’Australia, Siberia). Una lingua esinta è una lingua
senza più parlani in vita. Vengono anche chiamate “lingue morte”.

La lingua non è solo un mezzo di comunicazione, bensì è anche un’espressione dell’idenità culturale e
personale di un individuo o gruppo. È il caso dei dialei. Quando seniamo parlare italiano con accento
diverso, signiica che quell’individuo nella sua regione parla un dialeto e di questo se ne occupa la
geograia dialetale, che studia la distribuzione spaziale dell’uso dei diversi dialei (es. car pronunciato
cah). In Italia il 44% parla italiano correto, il 51% lo alterna con un dialeto, il 5% parla solo dialeto. La
maggior parte delle lingue e dei dialei in Italia, a cominciare dalla lingua italiana, derivano dal laino.
Esso si modiicò nel tempo e si ibridò con le lingue originarie parlate da etruschi, celi, greci, ecc., di cui
restano tracce nei linguaggi odierni. Lingue standard: lingue riconosciute uicialemente come lingua
standardizzato che venga capito da tui (portoghese-brasialiano standard). I geograi studiano i
toponimi sia per le informazioni che possono fornire sulla presa di possesso del territorio e sul potere
poliico. I toponimi esprimono in modo chiaro il senso di appartenenza di un gruppo nei suoi confroni.
Nell’Italia meridionale i numerosi toponimi derivani dal greco, tesimoniano l’esistenza delle aniche
colonie greche nella nostra penisola. Anche Milano ricorda l’esistenza di un insediamento celico
(l’anica Mediolanum), composta dal laino medium – lanum (in mezzo alla pianura).

Il conceto di razza indica un gruppo umano individuato in base ad apparenze somaiche che di regola
non sono correlate con diferenze geneiche rilevani. Il razzismo è l’intollerenza nei confroni di
persone considerare geneicamente inferiori. L’ideologia è il sistema di idee e di valori che giusiica le
opinioni, le praiche e gli orientameni di un gruppo. Si deinisce razzismo la convinzione che le
diferenze somaiche e geneiche producano una gerarchia, che consente di dividere gli esseri umani in

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“superiori” e “inferiori”, con chiare conseguenze in termini di pregiudizi, discriminazioni e odio verso gli
altri (es. colonizzazione, Africa-America, schiavitù, traico esseri umani).

La discriminazione isituzionale è la limitazione dei dirii di una parte dei citadini di uno stato in base a
loro carateri naturali o sociali. Questo può far incidere sullo sviluppo dei luoghi, riferendoci in
paricolare al quariere cinese di Milano (1920 stabilimento di cinesi specializzai nella produzione di
borse e cinture, dopo 2° guerra mondiale anche ristorani, negozi China Town milanese, col tempo però
a causa della formazione di grossisi cinesi, il comune di Milano ha dovuto allontanare quesi e
rilocalizzarli in zone più accessibili, altrimeni danneggiavano l’economia delle piccole imprese, questo
si può deinire discriminazione isituzionale, che tende a risolvere un conlito che in generale ha
assunto carateri etnici) e allo stato del Sudafrica (nei decenni dopo 2° guerra mondiale nascono
movimeni per i dirii civili portando alla segregazione dei neri, ovvero l’Apatheid che è una poliica
nazionale di segregazione e di discriminazone isituzionale e spaziale sulla base di carateri razziali o
etnici (neri chiamai coloured).

L’etnicità è la componente personale e comportamentale dell’idenità di un individuo, basata sul senso


di appartenenza sociale a un gruppo che si diferenzia dagli altri per i suoi carateri culturali. Il gruppo
etnico o etnia è un aggregat di persone che condividono un’idenità culturale colleiva, che può
derivare da antenai, storia, lingua o religione comuni, in base alla quale sviluppano conssapevolmente
un senso di appartenenza al gruppo. Viene anche usato come sinonimo di cultura locale. La nazionalità
è, invece, l’ailiazione di unapersona ad uno stato che solitamente avviene atraverso la citadinanza.
L’idenità etnica di una persona dipende anche dal modo in cui si è formata nel tempo la sua idenità
individuale complessiva che può portarlo ad abbracciare o riiutare il senimento di appartenenza a
etnie diverse. L’idenità etnica si acquisisce e si trasmete atraverso la tradizione, cioè da una
generazione all’altra, anche se la modernizzazione e la globalizzazione possono alterare questa
ereditarietà trasngenerazionale. Una popolazione indigena si deinisce tale quando possiede 3
caraterisiche: possesso di un legame con la società pre-coloniale (naivi, aborigeni); riconoscersi come
popolo indigeno ed essere riconosciuto tale da altre popolazioni; non ricoprire una posizione di
dominio (economico, poliico) nella società. La civiltà è un’etnia o cultura difusa su un’ampia area
geograica, che presenta forme di organizzazione tecnica e sociale considerate evolute in base ai criteri
di giudizio prevaleni nel mondo occidentale.

La geograia etnica è un ilone della geograia umana che studia le migrazioni e la distribuzione spaziale
dei gruppi etnici, l’interazione e le rei etniche e i segni dell’etnicità nel paesaggio, che contribuiscono a
formare i cosiddei paesaggi etnici. Lo studio si concentra paricolarmente sull’analisi dei segni della
cultura materiale, come gli ediici religiosi, i centri di ritrovo comunitari o gli slogan sui muri, internet, le
stazioni radio e televisive che si rivolgono a speciici gruppi etnici. Le ricerche fanno riferimento
all’assimilazione che descrive il risultato dell’interazione tra i membri di un gruppo etnico e soggei
esterni come una graduale perdita dei trai culturali, delle credenze e delle praiche che
caraterizzavano la comunità di partenza. Invece il modello del muliculturalismo deto anche
pluralismo parte dall’idea che i componeni di un gruppo etnico di immigrai, tendano a resistere
all’assimilazione e possano mantenere i propri trai culturali e le proprie credenze. Le enclavi etniche
sono aree geograiche caraterizzate dalla presenza prevalente di un certo gruppo etnico. Inine
abbiamo il conceto di eterolocalismo che si riferisce al mantenimento da parte dei componeni di un
gruppo etnico disperso della propria idenità comune, anche se essi risiedono in luoghi diversi e
talvolta molto lontani tra loro. Le isole etniche caraterizzano sopratuto le aree rurali e hanno
dimensioni che variano da quelle di un comune come è di alcune comunità albanesi (arbereshe) nel
Mezzogiorno italiano. I quarieri etnici, invece, sono ipici delle aeree urbane e hanno dimensioni
variabili come nel caso delle varie Chinatown e Litle Italy. Un paricolare quariere è il gheto, termine
coniato nel Medioevo per indicare zone dove erano stabilii gli ebrei e quindi gli immigrai. Il quoziente
di localizzazione è il calcolo svolto mediante una frazione in cui al numeratore c’è la percentuale della

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popolazione di una determinata area (es. una provincia) appartenente ad uno speciicio gruppo etnico,
mentre al denominatore c’è la percentuale della stessa etnia sulla popolazione totale nazionale.
Dividendo queste due si oiene il quoziente di localizzazione. I ipi di impronte etniche stanno ad
ideniicare principalmente quelle feste o manifestazioni che vengono svolte dalle varie etnie, come il
capodanno cinese, festeggiato in casa e per le strade. La giusizia ambientale è un tratamento equo
nel coinvolgimento di persone nello sviluppo e nell’atuazione delle leggi, regole e poliiche rilevaive
all’ambiente senza discriminazioni di razza, colore, origine o reddito (deposito riiui tossici, rischi
industriali).

Le religioni sono diverse nei gruppi etnici: moneteista (religione che venera un solo dio o una sola
divinità); politeista (religione che venera più di una divinità); ateismo (convinzione dell’assenza di
qualunque forma di divinità); animismo (fede religiosa che crede nella presenza di divinità ed enità
spirituali e nelle manifestazioni della natura); sincreismo (mescolanza di credi e praiche religiose
dovuta al prolungato contato tra fedi diverse in una certa area). Vi sono le religioni universali ovvero il
Crisianesimo, Islam, Buddhismo e il Sikhismo che sono caraterizzate dalla presenza di un fondatore,
che rappresenta un riferimento spirituale per i fedeli. Le religioni etniche ovvero Induismo, Scintoismo
e molte religioni indigene, caraterizzate da un’apparteneneza determinata per nascita, tanto che esse
usano dei missionari per difondere il proprio credo e aumentare i fedeli. Ebraismo: ebrei in Stai Unii
e Isreale, popolo monoteista, profeta Abramo, la Torah (sacre scriture ebraiche); crisianesimo: Anico
testamento, vangeli, catolicesimo romano ovvero del Papa, catolicesimo ortodosso greco e russo,
protestantesimo; islam: monoteista, Allah, profeta Muhammed, la Mecca, divisione tra Sciii e Sunnii;
induismo: non ha fondatore, non forma una chiesa, si rifà ai tesi della tradizione Veda, religione
unitaria, immortalità dell’anima; buddhismo: confucianesimo, Siddharta; Sikhismo: esistenza unico dio
creatore, karma, libro sacro è il Guru Granth Sahib. Luogo sacro: luogo al quale viene atribuito un
paricoare signiicato religioso e che agli occhi dei fedeli è luogo di devozione e rispeto. Modernismo:
indica quella corrente intelletuale che incoraggia il pensiero scieniico, la difusione della conoscenza
e la iducia del progresso. Con il termine geopietà si intende l’espressione della devozione, quasi
religiosa, che alcune persone possono sviluppare nei confroni della Terra, che porta all’ataccamento di
luoghi sia religiosi che laici.

Capitolo 5 - LA GEOGRAFIA CULTURALE E LA GLOBALIZZAZIONE


La globalizzazione è l’insieme dei processi che contribuiscono a incrementare l’interconnessione e
l’interdipendenza tra le persone, i luoghi e le organizzazioni di tuto il mondo. Alcune manifestazioni si
possono trovare nella geograia del cibo e dei vesii. Essa implica un’espansione orizzontale (da luogo a
luogo), atraverso veloci lussi di beni, persone e idee che connetono tui i luoghi della Terra e
un’espansione vericale (dai soggei locali alle grandi organizzazioni mondiali). Essa è stata favorita da
5 fatori:
1- La ricerca di mercai su scala globale, conseguente all’afermazione del capitalismo. Questo include
l’individualizzazione di luoghi dove le materie prime costano meno;
2- Le innovazioni tecnologiche più eicaci, specialmente nei traspori e telecomunicazioni;
3- Riduzione dei cosi e tempi dei raspori e delle comunicazioni;
4- Un aumento dei lussi di capitale inanziario, come risultato del commercio, degli invesimeni
internazionali;
5- La difusione di poliiche e leggi che hanno favorito i 4 precedeni fatori.

Capitalismo: sistema economico e sociale in cui il capitale produivo è detenuto di regola da privai
(individui o società), che lo uilizzano per otenere proii dalla vendita dei beni e servizi prodoi da
lavoratori dipendeni, per poi reinvesirli in aività produive o inanziarie al ine di accrescere il
capitale stesso.

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Capitale: insieme dei mezzi di produzione che, combinandosi con il lavoro salariato, permetono la
produzione dei beni e servizi. Esso comprende il denaro (capitale inanziario), gli immobili, i macchinari,
gli impiani produivi, ecc.

La cultura di massa è il fenomeno che si riferisce a prodoi di grande difusione, come la musica,
videogiochi, programmi televisivi, abbigliamento, gli svaghi. Essa è inluenzata dai mass media, dalla tv,
da internet. L’omogeneizzazione mira a far sì che la globalizzazione tenda a far convergere i gusi, le
convinzioni e le praiche culturali, rendendole simili in tuto il mondo. Secondo la teoria della
polarizzazione, invece, la globalizzazione tende a creare un’unica cultura di massa globale, per
aumentare il senso di idenità delle diverse società e culture.

La glocalizzazione è il processo per cui gli atori globali e quelli locali interagiscono, inluenzandosi a
vicenda. Essa è il risultato di una relazione dinamica tra forze globali e locali, tale per cui le forze locali
si globalizzano e quelle globali si localizzano.

La cultura è una creazione sociale che consiste nell’insieme dinamico delle praiche e delle credenze
condivise da un gruppo di persone. Vi è la cultura materiale che include gli artefai, strumeni, mobili,
abitazioni creai dall’uomo e la cultura immateriale che è legata alle tradizioni orali e alle praiche di
comportamento, come le ricete, le canzoni, le feste, le lingue. La geograia culturale è una branca della
geograia umana che atribuisce paricolare importanza alle idee e alle aività delle persone e come
esse si relazionano con l’ambiente e il paesaggio. I geograi sono paricolarmente interessai alla
merciicazione che è la trasformazione in un bene di mercato di un oggeto, un conceto o una
procedura, originariamente privi di una natura commerciale. Il consumo è in senso generale, l’uilizzo di
beni per soddisfare i bisogni e i desideri dell’uomo. La pubblicità inluenza i modelli di consumo sia
localmente sia globalmente ed è studiata per inluenzare il comportamento dei consumatori, con la
creazione di bisogni atraverso l’uso di immagini, tesi, simboli e slogan. Ad es. De Beers lanciò la
pubblicità che “un diamante è per sempre” facendo credere che il diamante signiichi l’amore eterno.
L’azienda De Beers è riuscita a stabilire un cartello dei diamani e a controllare l’oferta e la domanda di
queste pietre preziose in tuto il mondo. Un cartello è un’associazione di individui o imprese che
controllano la produzione o la vendita di un bene o di un insieme di beni, spesso su scala globale.
Diamani insanguinai sono chiamai così perché vendui per inanziare guerre o aività terrorisiche.

Industria del patrimonio sono le imprese che gesiscono o traggono proii dalle eredità del passato,
come tradizioni musicali, musei, monumeni o sii storici e archeologici. Il patrimonio dell’Umanità
dell’Unesco sono luoghi speciici (come una foresta, montagna, cità, ediicio) che sono stai
riconosciui a livello internazionale come sito di eccezionale qualità culturale o naturale. L’UNESCO è
l’organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza, la Cultura, fu fondata nel 1945 per
incoraggiare la collaborazione tra le nazioni nelle aree dell’educazione, scienza, cultura e
comunicazione. Atualmente conta 194 membri, vale a dire tui i paesi del mondo. Diversità culturale è
il contrario dell’omogeneità culturale e consiste nel fato che i diversi gruppi umani, alle diverse scale,
in a quella locale, conservino le loro diferenze culturali pur trasferendosi coninuamente.

Con sapere locale si indica la conoscenza colleiva di una comunità, che deriva dalle aività e dalle
esperienze quoidiane di ciascuno dei suoi membri con milieu sociale e territoriale in cui è inserito. È
deinito con chiarezza da tre caraterisiche: viene tramandato oralmente e sono rare le foni che lo
atestano; è dinamico e muta coninuamente a nuove scoperte o informazioni; non è un’enità unica,
all’interno di una comunità vi sono diversi saperi locali, ad es. relaivi all’uso del suolo. Le conoscenze
locali ofrono gli strumeni per la risoluzione dei problemi, contribuendo all’afermazione di un modello
di sviluppo sostenibile che soddisfa i bisogni economici del presente senza comprometere la capacità
delle generazioni future di soddisfare i propri. Le medicine tradizionali rappresentano una riserva

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fondamentale di saperi locali. La medicina tradizionale cosituisce la base del sistema sanitario di una
nazione ed è composta da praiche mediche derivate da conoscenze e credenze aniche sul
funzionamento del corpo umano, uilizzate per mantenere la salute o guarire delle situazioni di
malessere. Approccio olisico alla medicina: considerare la salute come somma della persona ovvero
non solo isicamente ma anche mentalmente e psicologicamente. Una medicina contrapposta a questa
è la medicina allopaica ovvero cosituita da praiche mediche che cercano di curare o prevenire le
malaie atraverso farmaci testai e sperimentai secondo le procedure scieniiche o sperimentazioni
cliniche. L’agopuntura è ad esempio un elemento importante della medicina cinese ed è un’anica
forma di medicina tradizionale cinese, che induce la guarigione atraverso l’inserimento di lunghi ghi in
alcuni puni speciici del corpo. Qanat: sistema idraulico persiano che usa condoi e tunnel per estrarre
l’acqua dal sotosuolo e portarla dove serve. Architetura tradizionale: struture architetoniche di uso
comune (abitazioni, ediici, chiese) preseni in un determinato luogo, periodo storico o comunità.

Capitolo 6 - GEOGRAFIA DELLO SVILUPPO


Lo sviluppo è un insieme di processi che determinano cambiameni posiivi nel benessere economico,
nella sua distribuzione tra le classe sociali e nella qualità della vita degli abitani e dei lavoratori. Lo
sviluppo ha un limite, la popolazione e il singolo organismo non crescono all’ininito. Lo sviluppo
organico sulla Terra è molto diversiicato: ogni specie biologica, ogni organismo vivente ha le sue forme
e modalità di sviluppo. Lo sviluppo convenzionale privilegia la crescita economica e anche il benessere
sociale, dedicando scarsa atenzione all’uso dell risorse, ai consumi o allo stato dell’ambiente. Lo
sviluppo sostenibile privilegia invece una crescita economica e sociale otenuta senza comprometere le
diversità culturali, le risorse naturali o le condizioni dell’ambiente per le generazioni future. Gli
indicatori riconosciui sono di diverso ipo e vengono raggruppi nelle segueni tre categorie:
economici, socio-demograici e ambientli. Scarsa atenzione si dedica invece ancora alla sostenibilità
culturale. Gli indici sono la combinazione di due o più indicatori. Mentre gli indici sono usai per dai di
livello nazionale o internazionale, gli indicatori possono essere uilizzai anche per descrivere aree
molto piccole. L’indicatore più comune è il PIL Prodoto Interno lordo che consiste nel valore monetario
complessivo annuale dei beni e dei servizi prodoi all’interno dei conini geograici di un paese.
Dividendo il PIL per il numero di abitani si oiene il PIL pro capite, che rilete la produzione media per
persona. Nella sia forma più basilare, la parità di potere d’acquisto (PPA) è un tasso di cambio uilizzato
per comparare produzione, reddito o prezzi fra paesi che uilizzano valute diverse. Esso si basa sull’idea
che il prezzo di un bene o di un servizio in un paese dovrebbe eguagliare il prezzo dello stesso bene o
servizio in un altro paese quando viene converito in una valuta comune. La PPA è quindi un’unità che
indica che una boiglia di acqua a Il Cairo è equivalente ad una boiglia d’acqua a Parigi, sebbene i
prezzi locali dell’acqua sono difereni. Uno dei problemi legato allo sviluppo è quello della povertà. Il
tasso di povertà è il numero di persone povere sul totale della popolazione. La povertà assoluta si ha
quando è impossibile soddisfare i bisogni umani fondamentali, che includono acqua potabile,
nutrizione, sanità, scuola, vesiario, riparo. La povertà relaiva cconsiste nella mancanza di un livello
socialmente accetabile di risorse o di reddito rispeto ad altri all’interno di una società. Indicatori
socio-demograici Il tasso di alfabeizzazione è la percentuale di popolazionedi una paese sopra i 15
anni in grado di leggere e scrivere. La malnutrizione colpisce quasi un quarto dei bambini soto i cinque
anni nei paesi in via di sviluppo. Altri indicatori socio-demograici includono l’aspetaiva di vita e il
tasso di mortalità infanile. Indicatori ambientali si occupano di monitorare i problemi ambientali,
come l’inquinamento e la riduzione della biodiversità e sono uilizzai per indicare la frequenza di rischi
ambientali come allagameni, siccità e terremoi e la riduzione della biodiversità e l’accesso all’acqua
potabile. Un certo numero di paesi ad esempio sono privi di sbocco sul mare, hanno terreni poco ferili
e devono sopportare il peso di gravi malaie come malaria e AIDS. A volte la debolezza o instabilità
poliica di uno stato, può inluire nello sviluppo del paese. Un processo di sviluppo mal governato può
condurre ad una maggiore vulnerabilità nei confroni dei disastri naturali: la rapisa urbanizzazione, per
es., può favorire la costruzione di abitazioni sui versani instabili o pianure inondabili. La vulnerabilità si

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riferisce a quanto un paese o un gruppo sia incline a subire shock economici, ambientali o di altra
natura, mentre la resilienza si riferisce alla capacità di resistere o opporsi a quegli stessi shock. Per
valutare tali aspei è uile uilizzare degli indici, uno dei quali è l’indice di vulnerabilità ambientale.
L’indice di sviluppo umano (ISU) serve a misurare lo sviluppo a livello mondiale al ine di proporre
strategie di miglioramento, esso include anche informazioni sul benessere, la salute e l’istruzione della
popolazione di un paese. Esso si compone in 4 indicatori: - il PIL pro capite; - la speranza di vita; - il
tasso di scolarizzazione fra gli aduli; - il tasso lordo di partecipazione scolasica. Lo sviluppo umano
riguarda tutavia la creazione di un ambiente in cui le persone possano sviluppare il proprio potenziale
e condurre una vita produiva e creaiva, anche in accordo con i propri bisogni ed interessi. Sviluppo
signiica quindi ampliare le possibilità di scelta delle persone nel condurre lo sile di vita che
desiderano, partendo dal conceto di qualità della vita. Il Benessere equo e sostenibile (BES) integra
indicatori economici, sociali e ambientali con misure di diseguaglianza e sostenibilità. L’indice dii
sviluppo di genere consiste nell’indice di sviluppo umano modiicato per rendere conto delle ampie
disuguaglianze nella situazione delle donne e degli uomini, penalizzando i paesi nei quali questo divario
è maggiore. Esso uilizza il reddito percepito simato per uomini e donne al posto del prodoto interno
lordo pro-capite. La misura della capacitazione di genere (MEG – Empowerment) valuta il livello di
partecipazione delle donne al processo decisionale di un paese, soto il proilo poliico ed economico.

La distribuzione del reddito è il modo in cui il reddito è suddiviso fra difereni gruppi individui. La
disuguaglianza di reddito è il rapporto fra i reddii dei più ricchi e i reddii dei più poveri. Vi è un grande
divario tra ricchi e poveri. Esiste un numero ristreto di individui ricchissimi e diversi milardi di persone
che vivono nella povertà. Per misurare la disuguaglianza di reddito, spesso si ricorre, come strumnto
staisico, al coeiciente di Gini. I valori di tale indicatore vanno da 0 a 100 (verso 100 più
disuguaglianze), USA ha un coeiciente di Gini di 41, Brasile 60.

Teoria della dipendenza: i teorici di questa teoria sostenevano che lo sviluppo potesse essere compreso
meglio come processo relazionale piutosto che come serie di fasi, e che questo processo fosse
connesso al commercio internazionale. Lo studio del sistema di commercio internazionale rivelava
l’esistenza di due ipi di stai: dominani e dipendeni. I primi sono i più sviluppai, gli stai
industrializzai dell’Europa, il Nord America, il Giappone che controllano le risorse economiche e hanno
il potere di condizionare le poliiche e le praiche del commercio internazionale. Gli stai dipendeni
invece mancano di risorse, la dipendenza deriva dai modelli di commercio internazionale e si traduce in
bassi livelli di sviluppo dei paesi che si collocano in una posizione di dipendenza. La teoria del sistema
mondo spiega la teoria di questa dipendenza e il sotosviluppo. Wallerstein, sociologo, sosteneva che la
causa della dipendenza e sotosviluppo fossero causate dal sistema capitalista mondiale. Per lui c’era
un solo mondo connesso (nessun terzo mondo) da e atraverso la rete del capitalismo, deto sistema
mondiale. Il sistema mondiale di Wallerstein è formato da stai centro (militarmente fori, forza-lavoro
qualiicata, economia basata su sistema di produzione), aree semiperiferiche (forza-lavoro meno
qualiicata, sistema di produzione basato su lavoro più intensivo, poliicamente deboli) e aree
periferiche (caraterizzate da una produzione manifaturiera a capitale intensivo e da un’economia
diversiicata. Il capitalismo crea un rapporto si scambio che va a sfavore degli stai periferici, esso
accumula sempre più capitale e ricchezza. I programmi di aggiustamento struturale è la speciica
poliica economica di un paese, basata su principi neoliberisi inalizzai a promuovere la crescita
economica e lo sviluppo. Neoliberismo è una teoria poliica ed economica basata sui dirii di proprietà
e sulla libertà individuale, sosiene un mercato libero e la rimozione di tui gli ostacoli al movimento di
beni, servizi e capitali. La teoria di riduzione della povertà è la teoria sullo sviluppo incentrata
speciicamente sul diminuire l’incidenza della povertà nei paesi in via di sviluppo. L’ONU ha adotato un
progeto “Obieivi di Sviluppo del Millennio”, dove si cerca di raggiungere diversi obieivi come
eliminare la povertà, diminuire tasso di mortalità, accesso istruzione, migliorare la salute materna, ecc.

Capitolo 7 - GEOGRAFIA DELL’AGRICOLTURA

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La prima rivoluzione agricola corrisponde alla nascita dell’agricoltura, che ebbe inizio con i primi
episodi di selezione di piante e addomesicamento di animali, a parire da circa 11.000 anni fa. La
seconda rivoluzione agricola risale invece alle nuove praiche agricole, probabilmente di origine cinese,
aumentando notevolmente la produività del lavoro agricolo in tuta Europa durante il Medioevo. Nel
17° secolo vi fu un’ulteriore innovazione, si trata della rotazione delle colture: invece di colivare
sempre lo stesso prodoto, impoverendo il suolo, si cominciò ad alternare le colture, inizialmente
lasciando i campi incoli, praia sosituita in una fase successiva da una rotazione cioè un’alternanza di
diverse colivazioni che consenì di uilizzare i campi senza interruzioni, rinnovandone la ferilità. La
terza rivoluzione agricola è il fruto delle innovazioni tecnologiche. L’invenzione del motore a
combusione interna aprì la strada alla grande meccanizzazione dell’agricoltura. I tratori facilitarono
poi il passaggio dalla policoltura alla monocoltura, determinando grandi trasformazioni del paesaggio
dell’ambiente. Monocoltura: colivazione di un’unica specie vegetale su vaste estensioni di terreno. È il
contrario della policoltura, che consiste nel suddividere il terreno tra colivazioni difereni. Ci fu un
miglioramento anche nelle tecniche di irrigazione, consentendo di colivare terre considerate un tempo
troppo aride. Ulteriore aspeto di questa rivoluzione è rappresentato dalle biotecnologie agrarie:
rivoluzione verde grande aumento della produzione di cereali tra il 1965-85 in Asia ed America
Laina, grazie alla difusione di varietà di grano, riso e granoturco ad alta produività, all’uso di
ferilizzante e dell’irrigazione, quindi difusione di una agricoltura più produiva. L’ingegneria geneica
sfruta invece le moderne tecniche nel campo della geneica per trasferire da un organismo all’altro
alcune caraterisiche scrite nel dna. Essa è un’applicazione di tecniche geeiche all’agricoltura, a
parire dagli ani 80, con il coinvolgmento di grandi imprese private nel controllo della ricerca nello
sviluppo di organismi geneicamente modiicai (ogm) o transgenici e sotoposi alla protezione di
brevei internazionali.

I sistemi agricoli agricoltura di sussistenza è un sistema agricolo indipendente dalle richieste del
mercato globale, i cui prodoi vengono in gran parte consumai dai produtori e dalle loro famiglie e in
piccola parte scambiai o vendui sui mercai locali; agricoltura commerciale è un sistema agricolo
fondato sulle richieste del mercato, i cui prodoi vengono vendui per un consumo che spesso avviene
lontano dai luoghi di colivazione. L’agricoltura iinerante è invece un sistema agricolo che usa il fuoco
per ripulire i terreni dalla vegetazione spontanea, rendendoli adai ad essere colivai per un certo
periodo, al termine del quale si passa a fare lo stesso con un altro terreno. Essa può esser considerata
sostenibile dal punto di vista ambientale. Nelle regioni in cui il riso cosituisce il primo prodoto agricolo
ed una della principali foni di amido, questo cereale viene colivato con tecniche di colivazione
irrigua, che rappresentano uno dei primi esempi di agricoltura intensiva. Colivazione irrigua è una
colivazione basata su sistemi di acque supericiali o soterranee, disinguendosi così dalla colivazione
asciuta, basata unicamente sugli appori idrici atmosferici; agricoltura intensiva è un sistema agricolo
caraterizzato da un’elevata quanità di forza lavoro, capitali e atrezzature in relazione alla supericie
colivata. La praica della pastorizia, difusa nelle regioni aride e nelle zone montane, è l’allevamento di
besiame all’aperto. La mobilità è un aspeto fondamentale della pastorizia, dal momento che i pascoli
non sono in grado di nutrire gli animali per tuto l’anno, costringendo gli allevatori alla transumanza,
ovvero a spostameni stagionali in cerca di nuovi pascoli e foni d’acqua. Agribusiness è un sistema di
interconnessione tra i contadini che producono, le industrie di lavorazione dei prodoi agricoli, la loro
distribuzione commerciale. La piantagione è una grande colivazione, ipica nell’area tropicale o
subtropicale, specializzata in produzioni desinate all’esportazione sui mercai internazionali.
L’oricoltura commerciale è la produzione intensiva di fruta non tropicale, ortaggi e iori desinai alla
vendita sul mercato (uilizzo di truck farming per esportazione). L’allevamento commerciale di animali
da late è l’allevamento di besiame per la produzione di late, burro e formaggi, desinai ad essere
vendui sul mercato. Esso, oltre all’altro livello di meccanizzazione, prevede un lavoro costante da parte
della manodopera umana, a cui speta il compito di mungere 2 volte al giorno e controllare che gli
animali si nutrino in maniera giusta. La factory farm (fatoria-fabbrica) è un’azienda agricola intensiva,

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caraterizzata da un’alissima concentrazione di bovini, suini o pollame, in struture realizzate per


oimizzare il processo di alimentazione del besiame. La cerealicoltura commerciale è un sistema
agricolo che prevede una monocoltura di cereali altamente meccanizzata e su vasta scala.
L’allevamento estensivo di besiame è una forma di agricoltura che prevede l’allevamento brado di
grandi mandrie di besiame o greggi di pecore, desinate al macello. L’agricoltura estensiva, invece, è
un sistema agricolo caraterizzato da uno scarso uso di forza lavoro, capitali e macchinari per unità di
terreno colivato.

La deseriicazione è un grave isterilimento dei terreni in zone non naturalmente deseriche, a causa
delle aività umane o per moivi naturali. La salinizzazione è l’accumulo di sali sulla supericie del
terreno o nel suolo. L’agricoltura sostenibile è l’insieme delle tecniche agricole che permetono
un’accurata gesione delle risorse e riducono al minimo gli impai negaivi dell’agricoltura
sull’ambiente, senza comprometere la sua reddiività. L’agricoltura sostenibile ricorre a metodi e
tecniche che consentono di conservare le risorse idriche ed il suolo, tra le quali: l’aratura secondo le
curve di livello, la colivazione a strisce, alternando colture a ilare (cotone) con colture erbacee (soia) o
la creazione di fasce tampone di vegetazione frangivento. Essa comprende anche le praiche agricole
che evitano la lavorazione del terreno con mezzi che favoriscono l’erosione dei suoli. Un segnale della
sempre più difusa preoccupazione per gli impai ambieniali dell’agricoltura è rappresentato dalla
crescente richiesta di prodoi provenieni dall’agricoltura biologica, ovvero un ipo di agricoltura
sostenibile che si basa su cicli e processi naturali, compaibili con la conservazione degli ecosistemi
locali e costuisce il setore agricolo con i maggiori tassi di crescita. La nuova Poliica agraria
comunitaria (PAC) è una poliica dell’UE che si propone di conciliare un’adeguata produzione
alimentare con la salvaguardia economica delle comunità rurali e la risposta alle side ambientali come
i cambiameni climaici, la gesione delle risorse idriche, le bioenergie e la biodiversità.

Capitolo 8 - CAMBIAMENTI GEOGRAFICI PER L’INDUSTRA E I SERVIZI


Il setore primario o risorse primarie raggruppa tute le aività che producono i beni trai diretamente
da risorse naturali e desinai poi al consumo alimentare e alla trasformazione industriale: comprende
l’agricoltura, la silvicoltura, l’allevamento, la pesca e le aività estraive. La produzione di materie
prime può avere diverse cnseguenze economiche e sociali. Secondo alcuni autori lo sviluppo di
un’economia basata sulle materie prima genererebbe ulteriore sviluppo industriale, mentre altri
ritengono che fare aidamento sulle materie prime inibisca la crescita economica e contribuisca alla
dipendenza dell’economia locale da pochi beni. Il setore secondario è l’insieme delle aività che
tratano, assemblano, convertono le materie prime in semilavorai e in beni inii. Per manifatura
pesante si intende la produzione di prodoi come acciaio, combusibili, prodoi chimici grezzi o anche
beni durevoli di grandi dimensioni come grandi motori, navi e armameni. Per manifatura leggere
include invece aività che producono beni rivoli al consumo inale (abii, eletrodomesici, automobili,
alimeni) o prodoi soisicai come apparecchi per ospedali, strumeni di precisione, ecc. La geograia
del setore secondario è stata inluenzata dalle innovazioni tecnologiche ed in paricolare dalla
Rivoluzione Industriale. L’espressione modo di produzione si riferisce al metodo dominante con cui
viene organizzata e coordianta la produzione di beni. Con la Rivoluzione industriale, i sistemi di
produzione vennero sosituii da quelli dell’impresa capitalisica, che introdusse innovazioni
straordinarie nell’organizzazione del lavoro: cominciò con la mano d’opera salariata, concentrata in
grandi stabilimeni, capaci di produrre grandi quanità di uno stesso bene con cosi unitari molto minori
di quelle delle imprese arigianali. Il setore terziario è, invece, l’insieme delle aività che forniscono
per altre aività economiche e/o per i bisogni degli individui e delle colleività. Comprende anche le
aività d comando e di direzione, dete quaternarie. Per capire le regole generali di questa
distribuzione occorre adotare una classiicazione funzionale in servizi per le famiglie, per la colleività,
per le imprese e aività quaternarie. I servizi per le famiglie sono quelli desinai alla vendita e rivoli al
consumo inale, come il commercio al detaglio, i servizi dei para-commerciali (bar, ristorani,ecc), i

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servizi di cura della persona (parrucchieri, lavanderie,ecc), quelli di riparazione e manutenzione


(idraulici, auto-oicine,ecc). I servizi per la colleività sono gesii e distribuii spazialmente con criteri
diversi: sono rivoli ad assicurare ai citadini, alla società e all’economia certe condizioni minime
necessarie, queesi servizi sono servii dallo sato o da privai soto il controllo dello stato (difesa,
giusizia, sicurezza, sanità, istruzione) e la comunicazione (tv, radio). La distribuzione spaziale dei servizi
per le imprese è regolata dal mercato, ma obbedisce solo in parte al modello delle località centrali
perché quesi servizi non seguono solo la domanda ma la loro presenza in una cità è fatore di
atrazione per le imprese che hanno bisogno di quei servizi. Fa inine parte del terziario anche il terzo
setore, ovvero no-proit che comprende una serie di aività di servizio svoli da privai, che
perseguono scopi sociali nel campo dell’assistenza, della cultura, ecc.

Le economie di agglomerazione sono i vantaggi che le imprese ricavano collocandosi vicine a numerose
altre, con cui hanno scambi di informazioni, materiali e servizi. A volte, tutavia, la crescita urbana può
determinare un aumento delle tasse, del costo del lavoro o dei cosi di trasporto, creando al contrario
diseconomie di agglomerazione. Il termine fordismo si riferisce a un sistema di produzione industriale
progetato per la produzione di massa e inluenzato dai principi di una gesione scieniica
dell’organizzazione del lavoro. Il fordismo ha portato a 3 conseguenze principali: ha contribuito alla de-
qualiicazione del lavoro, ovvero prima la dita assumeva arigiani qualiicai, adesso che vi è la
frammentazione della produzione in una serie di mansioni concatenate nella catena di montaggio ha
ridoto la necessità di impiegai specializzai; raforzò la rigida gerarchia e la neta separazione tra
lavorai e dirigeni (sindacalizzazione); la Ford crebbe e divenne una mulinazionale. Integrazione
vericale è il controllo da parte della stessa di due o più passaggi nella produzione o nella distribuzione
di un bene, o in maniera direta o per mezzo di accordi contratuali. Una iliera (o catena) di produzione
è una sequenza di operazioni collegate fra loro, che vanno dall’ideazione del prodoto, alla sua
produzione e distribuzione. Di solito sono grandi imprese mulinazionali ad integrazione vericale a
controllare queste iliere, inluenzando le scelte produive. I principali mutameni che contribuirono
alla crisi del fordismo furono: la crisi energeica degli anni Setanta, che fece aumentare i cosi di
produzione e trasorto; le diseconomie di agglomerazione; i gusi dei onsumatori che non
s’accontentavano più di una gamma ristreta di modelli (automobili, vesii) e sopratuto i
migliorameni nel campo dell’eletronica e dell’informaica, che cambiavano il modo di organizzare la
produzione industriale e la distribuzione dei prodoi. Una prima risposta alla crisi del fordismo venne
dal Giappone, all’interno dell’azienda automobilisica Toyota, fu sperimentata la cosiddeta produzione
lessibile, che uilizza le tecnologie informaiche, come i computer di rete e l’automazione per rendere
la produzione dei beni più varia. Due strategie cruciali per il successo della produzione lessibile: sono
la pronta consegna e l’esternalizzazione. La prima si riferisce al modo in cui un’impresa gesisce il suo
inventario e oiene i materiali, i componeni e le forniture di cui ha bisogno. La seconda viene
subappaltata un’aività che prima veniva realizzata internamente ad un’altra azienda. La
delocalizzazione consiste nel trasferimento di un’aività d’impresa, interna o esternalizzata, dal
territorio dello stato in cui ha sede l’impresa, ad un paese straniero.

Il successo industriale del Giappone, Hong kong, Singapore determinò una rapida crescita economica,
migliori condizioni di vita e la riduzione della povertà. La trasformazione economica di queste nuove
potenze economiche deriva da tre fatori: - iniziaive promosse dai governi per incrementare la
produività industriale e migliorare il commercio; - passaggio graduale da una produzione
caraterizzata da lavoro intensivo e ripeiivo ad una a più alto valore aggiunivo economico (es.
realizzazione computer e strumeni scieniici); - presenza forza lavoro scolarizzata e qualiicata a basso
costo. Una Zona Economica Speciale (ZES) è un’area industriale che funziona secondo poliiche e leggi
divrse rispeto al resto del paese in cui si trova, con lo scopo di airare e sostenere una produzione
orientata alle esportazioni, in praica essa è una zona nella quale le imprese possono disporre di
un’adeguata dotazione di terreni, infrastruture e servizi, di un regime iscale agevolato e di forza lavoro
non sindacalizzata. Maquiladora: è un impianto manifaturiero spesso di proprietà straniera, che

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importa materiali eseni dai dazi doganali, li assembla, li trata e inine li esporta.

Capitolo 9 - LA CIRCOLAZIONE: FLUSSI, RETI E NODI


Grazie alla telemaica (applicazione dell’informaica alle telecomunicazioni) la circolazione delle
persone, noizie e idee si è sempliicata, ovvero ha ridoto le distanze, non quelle isiche ma funzionali,
misurate sui tempi e i cosi di trasmissione delle informazioni, infai ha reso possibile trasmetere dai,
noizie, immagini in tempo reale a scala planetaria e svolgere operazioni inanziarie, commerciali e
produive in sedi molto lontane tra loro. Nel secondo dopoguerra si ebbe una rivoluzione dei traspori:
grande cambiamento nei traspori veriicatosi nella seconda metà del secolo scorso, legato ai
migliorameni tecnologici dei mezzi e delle vie di comunicazione, che ha portato a una forte riduzione
dei cosi e ad un enorme aumento dei lussi (costruzione di strade). Le ferrovie di penetrazione
servivano a portare ino ai pori della costa i prodoi delle miniere e delle piantagioni, che venivano
esportai. I trafori dei anche tunnel sono le gallerie costruite forando le montagne per farci passare
strade, ferrovie e autostrade. Le chiuse invece sono opere idrauliche che permetono alle imbarcazioni
di superare dislivelli lungo i corsi d’acqua. Consistono in una vasca, con due porte tramite le quali si può
variarne il livello, immetendo o asportando l’acqua, permetendo così alle imbarcazioni di superare un
dislivello dell’alveo luviale (rapida o cascata). I pori sono nodi di traico in cui convergono rote
mariime, strade e ferrovie, canali e vie luviali. Sono quindi un’infrastrutura fondamentale per i
collegameni tra mare e terraferma. Nascono i pori polivaleni, ovvero in grado di caricare e scaricare
oltre ai passeggeri, qualunque ipo di merce. Vi sono i terminali ofshore, ovvero impiani portuali
costruii in mare aperto, molto spesso per lo sbarco-imbarco del petrolio e la sua lavorazione. Pori di
trasbordo, invece, sono pori che hanno il compito di smistare i container dalle navi transoceaniche a
navi di stazza minore. Funge anche da nodo l’aeroporto interconinentale per lo sviluppo dell’economia
di una regione e per il suo collegamento con il resto del mondo. Le telecomunicazioni sono il nodo per
trasmetere informazioni su nuovi medicinali, libri, insegnamento a distanza, ecc. Il divario digitale è un
fatore importante di discriminazione nei confroni delle persone che vivono in regioni dove non vi è
alcuna rete telemaica. La logisica è l’insieme delle aività organizzaive, gesionali e strategiche che
governano i lussi di materiali dalle origini presso i fornitori di materie prime ino alla consegna dei
prodoi inii ai clieni e al servizio post-vendita. Il container è un contenitore metallico di misura
standard per il trasporto di merci, in paricolare in traspori intermodali mariimi-terrestri. Il trasporto
mulimodale è un metodo di trasporto uile a far percorrere lunghe e lunghissime distanze alle varie
merci, efetuato con una combinazione di mezzi diversi per esempio con nave + treno + camion. Le
piataforme logisiche, invece, sono vaste aree nelle quali convergono rei di trasporto diverse le cui
merci vengono ricevute, immagazzinate, tratate e poi smistate. La divisione internazionale del lavoro:
un tempo consisteva nella riparizione della produzione di beni e servizi tra i diversi paesi specializzai
in determinate ipi di aività. Con la delocalizzazione delle imprese se ne è afermata una nuova, tra i
paesi con bassi salaru e gli altri: i primi ofrono manodopera per lavori poco qualiicai, i secondi si
risercano i lavori più qualiicai. La scomposizione vericale del processo produivo si veriica quando
una grande impresa è proprietaria di stabilimeni localizzai in diverse pari del mondo, collegai tra di
loro, ciascuno dei quali rappresenta una fase della iliera (catena) produiva.

Il turismo è una praica anica che è coninuata nei secoli ino ad oggi. Nel 18° secolo in Europa era un
fenomeno d’elite, che privilegiava le stazioni termali, le località balneari, le anichità, i laghi e più tardi
anche la montagna. Nel secolo scorso, dopo la seconda guerra mondiale si sviluppò il turismo di massa.
Il turismo d’elite è turismo riservato a person con un reddito elevato, che frequenta località rinomate e
lussuose. Il turimo di massa è, invece, praicato da larghi strai di popolazione, con servizi diversiicai a
prezzi convenieni. Tra le aività del setore terziario il turismo, che è in coninua crescita, è quella con
il maggior numero di addei a livello mondiale, che produce reddii elevai in paesi come l’Italia, che è
ai primi posi per numero di turisi, con entrare del setore che rappresentano il 13% del PIL. I lussi
turisici principali sono quelli tra i paesi ricchi, in paricolare l’Europa, grazie alle sue cità ricche di

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storia e di monumeni del passato, al suo patrimonio arisico, e a livello di infrastuture USA e Cina. Il
turismo ha impato non sempre posiivo sul territorio, provocando profonde trasformazioni funzionali e
paesaggisiche. Il turismo culturale è interessato a tuto ciò che riguarda l’idenità dei singoli luoghi, le
tesimonianze di ciò che ha formato tale idenità, lo sile di vita, la cucina e il folklore. L’Italia è una
delle mete privilegiate dal turismo culturale, che è in crescita, anche in periodi di crisi.

Capitolo 10 - GEOGRAFIA URBANA


Località centrali: è una località in cui è concentrata l’oferta di beni e servizi rivolta a una domanda di
uteni distribuita nel territorio circostante, deto hinterland o area di gravitazione. Vi sono dueipi di
cità: nucleare (con l’industrializzazione si sono dilatate nella campagna circostante, ino a
comprendere le municipalità vicine, sono diventai cioè sistemi territoriali che rientrano nella categoria
generale delle cità estese, quindi sono addensameni urbani i cui conini coincidono con i conini
municipali) e cità estese (sistemi territoriali di vario ipo, per lo più mulicentrici, formai da più
municipalità vicine). Esse sono la dimensione moderna della cità, in quanto in esse troviamo tuto ciò
che nella vecchia cità stava nel raggio di alcune ceninaia di metri. Le cità estese prendono nomi
diversi. Se l’espansione è stata coninua e a macchia d’olio si parla di agglomerato urbano (zona
urbanizzata formata dall’espansione a macchia d’olio di un centro urbano); se c’è stata espansione a
macchia d’olio di più agglomerai urbani vicini che si sono fusi tra loro, si parla di conurbazione; le aree
metropolitane: più agglomerai vicini, separai da spazi non urbanizzai, che hanno intense relazioni tra
loro; megalopoli: insieme di aree urbane e metropolitane prossime e collegate tra di loro. Le cità
intratengono con l’esterno scambi di materia, energia, popolazione, beni, servizi, denaro, informazioni.
Ciò signiica che i beni e i servizi prodoi da una cità non sono solo desinai ai suoi abitani, ma: a un
territorio circostante che è servito dalla cità e che si serve di essa, deto area di gravitazione urbana;
ad altre cità e ad altri territori sparsi nel mondo. I lussi determinai da tali interscambi formano sul
territorio delle rei, dete rei urbane (o rei di cità), nelle quali le cità cosituiscono i nodi. Tra gli
esempi di cità-rete di dimensioni macroregionali il più noto in Europa è quello del Randstad Holland,
che forma l’armatura urbana dei Paesi Bassi (rete connessa tra Amsterdam, Roterdam, Aia e Utrecht).
Il termine urbanizzazione viene usato in due signiicai diversi: può indicare il processo che porta
imprese e popolazione a concentrarsi nelle aree urbane, oppure più in generale, l’estendersi a sempre
più vasi territori delle caraterisiche e dei modi di vita delle cità. Quando si parla di grado di
urbanizzazione di una regione o paese, ci si riferisce alla percentuale della popolazione residente nella
cità, o popolazione urbana. Il tasso di crescita urbana si riferisce invece all’incremento annuo
percentuale della popolazione urbana. Per contro-urbanizzazione si intende il processo di
deconcentrazione urbana. Tradizionalmente il termine urbano indica gli spazi limitai in cui la
popolazione si concentra, mentre il termine rurale si riferisce a tui gli altri spazi abitai che hanno una
bassa densità abitaiva. Nei paesi di economia avanzata, l’urbano tende ad espandersi nei territori
rurali, nel senso che molte cità si allargano nella campagna circostante. Quindi la campagna viene
atrezzata di infrastruture e modi di vivere diversi. Per indicare quesi territori rurali ora urbanizzai si
uilizza il termine rurbano e se si supera una certa densità, perirubano. Cità difusa: quando
l’espansione dell’area urbanisica di ipi residenziale, economico o commerciale, supera il numero della
popolazione, è un’urbanizzazione dispersa. Mega-cità: agglomerai urbani con più di 10 milioni di
abitani. Per funzione di una cità si intende un’aività (amministrazione pubblica, commercio,
industria, ricerca, istruzione) che risponde sia a esigenze interne della cità, sia sopratuto esterne ad
essa. Vi sono cità commerciali che vanno dai grandi centri del commercio e della inanza
internazionale come in Italia Milano o Germania Francoforte, USA NYC, ino alle piccole cità-mercato
che servono un modesto intorno rurale. Cità-capitale ha la funzione poliica pubblica e di governo che
non sempre è la cità più importante del paese, come Washington o Brasilia. Cità-fortezze, oppure
quelle religiose, cità del Vaicano e La Mecca, cità pellegrinaggi Medjugorje, Lourdes. Cità-minerarie,
cità della pesca, cità industriali caraterizzate da funzione produiva. Cità universitarie: Oxford. Cità
del turismo. Le cità dell’arte (Firenze). La gerarchia urbana è la suddivisione delle località centrali in

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ranghi (o livelli) in base alle funzioni centrali che esse svolgono, perciò dalle dimensioni della loro area
di gravitazione espresse in termini di soglia e di portata. La portata esprime la distanza massima che un
consumatore è disposto a percorrere per fruire di un bene o un servizio (concerto o abito da sposa). La
soglia contribuisce invece a spiegare quali beni e servizi sia probabile reperire al suo interno (spesso
beni e servizi oferi in grandi cità dove vi è una soglia più alta). Le cità globali sono i centri principali
del potere economico mondiale, in grado di esercitare un’inluenza e un controllo sul resto del mondo.
Esse, collegandosi tra loro su scala mondiale, formano una rete urbana globale, che ospita le funzioni
più pregiate come per esempio le borse valori di NYC, Londra, Tokyo e Francoforte.

Tra i principali processi che inluenzano la strutura di una cit ci sono la centralizzazione, la
decentralizzazione e l’agglomerazione. La prima indica quelle forze che portano la popolazione e le
aività economiche a concentrarsi nei quarieri più centrali della cità, mentre il secondo si riferisce
invece al fenomeno opposto, ovvero la tendenza di una parte degli abitani e delle aività a spostarsi
verso gli spazi periferici, inine il terzo l’agglomerazione in un’area di determinate aività incidono sulla
strutura tanto delle aree centrali, quanto di quelle periferiche. Una strutura policentrica è quando una
cità ha tani servizi come ospedale, aività commerciali, ecc, deta anche mulipolare. Le cità spesso
sono caraterizzate anche da una zonizzazione funzionale, ovvero la suddivisione del territorio di una
cità in zone caraterizzate da speciiche aività es usi del suolo. Il valore dei terreni è una delle forze
economiche che più incidono sull’uso del suolo all’interno dei conini di una cità. La zonizzazione sono
le leggi che regolano l’uso del suolo urbano e il suo sviluppo.

All’interno delle cità dei paesi economicameni avanzai gli abitani e le diverse aività economiche
non si distribuiscono in modo causale, ma secondo una geograia legata a fatori sopratuto economici
e socio-culturali. Gli aii aumentano man mano che ci si avvicina al centro cità e in base al reddito
medio e basso la popolazione si stabilisce nei quarieri. Le industrie manifaturiere, sia per gli ali cosi
del terreno sia per moivi ambientali, tendono a localizzarsi in periferia delle cità. I principali modelli
che descrivono la strutura urbana sono nai con riferimento alle cità degli USA, es. Chicago nata come
cità pioniere, sviluppata velocemente con uilizzo dello spazio uile come gratacieli. In molte cità
europee vi sono i centri storici che risalgono al Medioevo e questo dà una certa strutura urbana: - la
conformazione delle cità è paricolarmente adata alla circolazione dei pedoni e delle biciclete e
spesso il centro citadino è chuso al traico; - il trasporto privato è più costoso che in altri conineni, a
causa del carburante, assicurazioni,ecc.; - i mezzi di trasporto publico sono economici e molto difusi; -
il mantenimento degli ediici storici ha favorito la loro conservazione e ha annullato progei di
rinnovamento urbanisico. Le cità dell’Est Europa e dell’Unione Sovieica hanno subito cambiameni
economici a causa della Seconda guerra mondiale e del comunismo. Le cità erano organizzate con
grandi piazze pubbliche e moli palazzi con appartameni vicino alle fabbriche, dal 1989 con la caduta
del comunismo e grazie alla globalizzazione, hanno iniziato a cambiare le caraterisiche urbane. Invece
la ipologia delle cità del Sud del mondo e dei paesi emergeni hanno aspei comuni tra loro: - forte
crescita della popolazione dovuta all’immigrazione e all’elevato tasso di natalità; - strutura urbanisica
disordinata, non regolata cioè da un piano se non nelle pari centrli e in quelle abitate dai ricchi; -
tendenza a formare grandi agglomerai che comprendono una zona centrale moderna es estesi
quarieri periferici, abitai dai poveri e da pochi ricchi nelle zone residenziali. I quarieri della periferia
abitai dai poveri (baraccopoli) sono dei favelas in Brasile, barrios in Venezuela, bidonvilles in Africa e
slums in India, con situazioni igenico-sanitario scarse. Invece i ricchi ossessionai dalla sicurezza, hanno
case con mura di cinta e telecamere, sono quarieri nai sul modello delle gated community (comunità
recintate e sorvegliate giorno e note da guardiani al cui interno possono accedere soltanto i
proprietari delle case, il loro personale di servizio e gli ospii). Le cità islamiche: centro religioso, un
mercato centrale (suq), quarieri residenziali. Prendendo in considerazione la umma, ovvero la
comunità globale dei fedeli musulmani, la cità islamica è quella che permete ai fedeli locli di rimanere
in contato con la comunità musulmana internazionale, per questo alcune cità marocchina sono
orientate in base alla qibla, la sacra direzione della Mecca.

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Vi sono 3 ipi di resideni e non resideni: la prima è quella dei resideni, i city users ovvero i pendolari
che usano la cità senza risiedervi stabilmente e che ogni giorno si recano in cità per lavorare. L’altra è
la categoria degli uteni di servizi, cosituita da quani si recano in cità per acquisi, per visitare musei,
cinema e teatro, stadi di calcio, ecc. Altra categoria è quella di quani si recano saltuariamente nelle
cità per afari. L’alusso dei non resideni inluenza la costruzione di nuovi ediici di alloggio quindi
cambiamento urbanisico. Nelle cità convivono persone con livelli di istruzione e ipi di occupazione
diversi che ne deiniscono la posizione socio-professionale, dalla quale derivano reddii e ipi di consumi
diversi. Nelle cità dei paesi economicamente avanzai vi è una numerosa presenza di imprenditori e
liberi professionisi. La domanda di servizi di questa categoria di citadini abbieni ha un efeto
moliplicatore sull’occupazione meno qualiicata (addei alle pulizie, sorveglianza, manutenzione,
ristorazione). Questo ha portato un lusso di popolazione povera e di lavoratori dequaliicai immigrai.
Negli ulimi quarant’anni nei paesi di vecchia industrializzazione la situazione è cambiata, le aree di
degrado dei quarieri centrali si sono ridote per la costruzione di nuovi ediici, portando l’aumento dei
prezzi del quariere e quindi la conquista delle classi più ricche. Questo fenomeno ha preso il nome di
gentriicaion (gentry-classe elevata). Le baraccopoli è un quariere urbano caraterizzato da
sovrappopolamento, dalla presenza di case auto-costruite o molto degradate e da scarsità o assenza di
servizi ed infrastruture di base, come l’acqua corrente e la raccolta dei riiui. Le poliiche urbane è una
forma di organizzazione clleiva in grado di risolvere problemi urbanisici. L’urbanisica è la regolazione
dello sviluppo spaziale e isico delle cità, è una disciplina che studia le trasformazioni dello spazio
urbano ed è al tempo stesso una tecnica che elabora i piani e det le regle di tali trasformazioni,
traducendo nello spazio isico gli indirizzi delle poliiche urbane.

Il sito è il luogo in cui sorge il centro urbano, con le sue caraterisiche isiche e storiche. L’idea di
paesaggio è associata in origine alla campagna, ma oggi viene estesa a tuto il territorio, cità
compresa. L’ecosistema è l’insieme di animali e vegetali, collegai tra di loro e al loro ambiente da una
trama di relazioni necessarie alla sua sopravvivenza. L’impronta ecologica è un indice staisico che dà
la misura di quanta supericie in termini di terra e acqua la popolazione urbana necessita per produrre,
con la tecnologia disponibile, le risorse che consuma e per assorbire i riiui prodoi. Esso deve perciò
sempre più organizzarsi per limitare i riiui, smalirli o riciclarli. Lo studio degli ecosistemi urbani serve
a progetare l’ambiente ariiciale urbano tenendo conto dei cicli naturali (acqua, assorbimento riiui,
energie rinnovabili) al ine di adatarsi alle loro leggi e di farne supporto del suo sviluppo funzionale:
questo ipo di sviluppo prende il nome di sostenibilità ambientale urbana. Un indicatore uile per
sapere in che misura ogni cità si adata a questo ipo di sviluppo è quello dell’impronta ecologica
urbana, che è un “terremoto ambientale” che ci dice quante risorse naturali (campi colivai, pascoli,
foreste, acqua) ogni cità richiede per i suoi consumi e per assorbire i riiui che produce.

Capitolo 11 - GEOGRAFIA POLITICA


La geograia poliica è quella branca della geograia umana che studia le relazioni spaziali connesse
all’esercizio del potere esercitato su territori, popolazioni e risorse. Il potere è la relazione di dominio di
soggei individuali o colleivi, pubblici o privai su altri soggei; la sovranità è l’autorità completa ed
esclusiva di uno Stato sul suo territorio, sui suoi citadini e sui propri afari interni. Uno Stato esiste se
presenta le segueni caraterisiche: - possiede e controlla un territorio delimitato da conini deinii e
riconosciui dagli altri Stai; - sul territorio risiede stabilmente una popolazione che si riconosce nelle
leggi e nel governo dello Stato; - la sua esistenza viene riconosciuta dagli altri Stai; - ha un governo che
si occupa degli afari interni e delle relazioni internazionali. Quindi uno Stato è un’unità poliica
riconosciuta internazionalmente, caraterizzata da una popolazione stabile, conini deinii e un
governo con la completa sovranità sul territorio, sugli afari interni e le relazioni internazionali. La
nazione è la popolazione con aspirazioni poliiche condivise, la cui idenità colleiva richiama una storia
e un patrimonio culturale comuni e l’ataccamento allo stesso territorio. Gli Stai mulinazionali è uno

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stato con una popolazione appartenente a due o più nazioni, come per esempio la Svizzera. Stato
nazionale è uno stato i cui conini coincidono con quelli di una nazione, il cui popolo condivide un
senso di unità poliica. L’imperialismo e il colonialismo sono processi legai l’uno all’altro, che hanno
contribuito alla nascita di moli Stai mulinazionali oggi esisteni. L’imperialismo è il controllo direto o
indireto esercitato da uno stato nei confroni di un altro stato o di un’altra enità poliica territoriale; il
colonialismo è una forma di imperialismo in cui lo stato dominante prende possesso di un territorio
straniero, occupandolo e governandolo diretamente. Dopo la seconda guerra mondiale, i popoli della
maggior parte delle colonie si sollevarono e lotarono per otenere indipendenza e
autodeterminazione, ovvero la possibilità di scegliere autonomamente il proprio status poliico.

Un conine è il piano vericale, solitamente rappresentato sulle carte come una linea, che deinisce il
territorio di uno Stato. Quando il conine tra due Stai non viene segnalato atraverso struture isiche,
è probabile che si trai di un conine conteso, come nel caso della froniera tra India e Cina, oppure Cile
e Argenina. Si deiniscono conini geometrici quelli tracciai lungo linee rete che spesso seguono il
percorso dei meridiani o dei paralleli, come nel caso degli Stai Unii e Canada. I conini etnograici
vengono tracciai a parire da uno o più trai culturali, come la religione, la lingua o l’etnia, ad es. il
conine tra India e Pakistan venne sancito su basi etnologiche per separare induisi da islamici, oppure
Spagna e Portogallo per trai linguisici. Un enclave è un territorio completamente circondato da uno
Stato, ma non controllato da esso. Un exclave è un territorio separato dallo Stato al quale appariene
da uno o più altri Stai. Per Forza centripeta si intende une vento o una circostanza che contribuisce a
raforzare il senimento unitario e quindi la coesione, della popolazione di uno Stato (ad. es. crollo Torri
gemelli, senimento dolore condiviso). Per Forza centrifuga si intende un evento o una circostanza che
contribuisce ad indebolire il senimento unitario della popolazione di uno Stato e può portare alla sua
disgregazione (ad es. pariro lega nord in Italia rivendica una secessione della Padania). Le forze
centrifughe intervengono quando dei gruppi in conlito percepiscono un tratamento discriminatorio
dei propri interessi economici. Il separaismo è il desiderio di una nazone di staccarsi dallo Stato al
quale appariene, seguendo il proprio senso di idenità e di diversità dagli altri gruppi che popolano lo
stesso Stato, per avere maggiore autonomia e auto-governo (es. atuale Veneto vuole staccarsi
dall’Italia). Il decentramento è quando lo Stato concede una parte dei poteri a una comunità o a una
parte del suo territorio presente al proprio interno. Nei sistemi federali (Laender), lo Stato delega parte
del proprio potere alle enità poliico-amministraive di scala sub-nazionale. Il riconoscimento delle
autonomie alle comunità territoriali risponde al principio di sussidiarietà, secondo cui se un ente soto-
ordinato (es. un comune) è in grado di fare qualcosa, l’ente sovra-ordinato (es. regione) deve lasciargli
questo compito. La geograia eletorale studia gli aspei spaziali dei sistemi eletorali, le caraterisiche
della divisione del territorio in distrei eletorali e le variazioni spaziali del voto.

Un’organizzazione (o isituzione) sovranazionale consiste nell’unione di più Stai che decidono di


lavorare insieme per raggiungere speciici obieivi economici, militari, culurali o poliici.
L’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) fu isituita nel 1945. Scopo di tale organizzazione
comprende la costruzione e il sostegno di relazioni cooperaive tra gli Stai e l’uso della diplomzia per
negoziare soluzioni paciiche, qualora si preseni il rischio di conlii internazionali. Rescaling: modiica
delle aggregazioni poliiche alle diverse scale territoriali, ad es. con la globalizzazione si è assisito ad un
indebolimento dei poteri alla scala comunale e statale, a cui ha corrisposto un loro raforzamento alla
scala, sovracomunale, regionale e sovrastatale.

La geopoliica è uno studio delle relazioni tra atori poliici che si contendono il possesso o il controllo
di un territorio. Essa studia il rapporto tra spazio e potere così come storicamente si presenta,
metendolo in relazione con l’insieme dei fenomeni isici, demograici, culturali, sociali ed economici.
La geopoliica tradizionale si è occupata di studiare vari modi in cui gli Stai acquisiscono il proprio
potere territoriale, le relazioni spaziali tra i diversi Stai e le loro strategie di poliica estera. La teoria
dello Heartland mete in relazione la stabilità geopoliica con il mantenimento di un equilibrio di potere

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tra i diversi Stai, la cui rotura avrebbe potuto portare al predominio, su scala mondiale, di uno o più
Stai. Chi ha il comando dell’Heartland comanda il mondo intero.

Paesaggio del potere centrale: lo Stato esercita il proprio controllo poliico atraverso il governo che per
mezzo delle sue leggi, può inluenzare l’aspeto delle cità e delle campagne. Finanziando la
progetazione e la costruzione di infrastruture, lo Stato crea paesaggi che rispecchiano le scelte del
proprio potere centrale. Esso è importante per il processo di costruzione dello Stato in quanto
atraverso le infrastruture collegate in tuto il paese, raforza lo Stato e l’autorità del goerno statale. Il
paesaggio della sicurezza protegge il territorio, la popolazione, le struture e le infrastruture da
interveni esterni, atraverso telecamere per evitare immigrazione irregolare e atacchi esterni dai
conini. L’iconograia poliica è l’immagine, ediicio o simbolo che veicola un messaggio poliico o che
aferma la presenza del potere, come ad es. le bandiere, statue o immagini leader poliici o militari, inni
nazionali e memoriali di guerra (Arco di Trionfo).

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