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3.1 La combinazione
I geografi sanno studiare la superficie terrestre,i climi,i suoli,l’idrologia marina e continentale,i rilievi,i substrati
geologici,in sintesi quella che per convenzione si definisce geografia fisica. Nel campo della geografia umana,non
devono invece ignorare nulla della popolazione,dell’economia, delle tecniche, della società,il tutto costantemente
in rapporto con uno spazio,una certa porzione o regione della superficie terrestre. Così,da qualche decina
d’anno,si fa una distinzione tra geografi “fisici” e “umani”,climatologi e geomorfologi,geografi demografi o
economisti. Il grande merito di Cholley è di aver spiegato,che l’oggetto della geografia non era questa o quella
componente della superficie terrestre,separata dalle altre,ma la combinazione di alcune di esse o addirittura di
tutte insieme. Per questo i geografi amano presentare la geografia come una disciplina di sintesi. L’approccio di
Cholley non si fonda solo sul ragionamento teorico. Nel corso della dimostrazione egli fa leva su esempi pratici:la
circolazione atmosferica,le industrie contemporanee,la prateria canadese;in tutti questi casi,la combinazione
associa più fattori. Insieme alla combinazione,molte altre espressioni ritornano nelle pagine di Cholley:l’
“ambiente”,il “campo”,la “regione”, all’occorrenza e più raramente il “paese” ecc. In particolare la parola
“regione”,parola chiave della geografia francese tra le due guerre mondiali. Il punto più debole delle sue
dimostrazioni resta il più difficile da risolvere. Le relazioni fra le scienze naturali e quelle umane passano
attraverso due diverse facoltà universitarie,con metodi e obiettivi che spesso non hanno niente in comune e a
volte ospitano due tipi distinti di ideologia. La geografia contemporanea si trova ancora di fronte a numerose
difficoltà.
3.2 I sistemi
Il termine “combinazione” è quasi completamente scomparso dal vocabolario dei geografi
contemporanei;era troppo vago,troppo “molle”,faceva appello più all’intuizione che alla scienza.
Le parole e i termini non sono più gli stessi. Spesso sono definiti meglio,risultano più precisi,ma anche più
astratti,meno emotivi,come si addice a una scienza. Si parla molto meno di “regione”,di “ambiente” o di “paese” e
scompare il termine “combinazione”. Le parole principali appartengono a un altro registro: “spazio”, “territorio”,
“struttura”, “sistema”, “teorema”, “modello” ecc.
Il sistema è l’erede della combinazione. <<L’introduzione della nozione di “sistema” in geografia mette in evidenza
le relazioni strutturali e dinamiche dei diversi elementi che agiscono sull’insieme dei dati di ordine
economico,sociale,culturale,tecnico e politico,relativi a una porzione di spazio e condizionanti le relazioni di
questa con altre porzioni di spazio>>. Rispetto alla combinazione,il sistema risulta superiore in precisione e
soprattutto in riferimenti teorici.
6.1 L’abitante
Secondo Lannou un geografo ispirato dalla Sardegna o dalla Bretagna con una metodologia di lavoro tradizionale,
fa derivare la parola “abitare” dal latino habere cioè avere, possedere. L’abitante infatti si appropria dello spazio
in cui vive,l’uomo abitante non si accontenta di avere una casa con la funzione di abitare, ad essa si attribuisce dei
valori ha dei vicini, conosce i luoghi del circondario e ne apprezza i limiti l’uomo stesso fa parte di questo spazio al
quale attribuisce un certo valore e associa una certa identità. Inoltre l’uomo si sente un po’ smarrito quando
oltrepassa i limiti di un territorio che gli appartiene dove ha fatto la sua esperienza di vita.
Abitare implica una certa concezione del tempo, non solo dello spazio; infatti non si abita in un istante in un luogo
effimero occorre una certa stabilità, una percezione del lungo periodo. Quindi si abita il tempo come si abita lo
spazio
L’uomo abitante per eccellenza è quello delle società abbastanza stabili da conferire a spazio e tempo una
comune dimensione questo è l’uomo abitante di La Lannou o l’abitante delle colline di Pierre George. Non è un
essere atemporale e universale, è al contempo prodotto e attore di una storia e di una geografia.
Il modello della geografia contadina è protettivo, esige il lavoro di tutti per tutti i giorni è un modello
conservatore. Lo spazi si riveste di tutte le necessità umane. Inoltre i contadini dovevano dare prova di qualità di
adattamento all’evoluzione storica, al progressivo emergere di nuovi rapporti sociali e territoriali nati dai
progressi del commercio, dell’industria. Il modello contadino non è rigido.
Tra lo spazio oggettivo e gli spazi vissuti le relazioni sono continue. Lo spazio della città è molto spesso quello di
un agglomerato di villaggi chiamati quartieri. I tempi moderni e l’epoca contemporanea trovano i propri spazi in
una gerarchia di territori alle diverse scale, dal villaggio alla nazione ma sempre all’interno di una grande coerenza
territoriale e secondo differenziazioni molteplici. Il modello della geografia contadina non è sopravvissuto nel XX
sec. Le città e le metropoli dominano oggi nel mondo. Accanto a ciò si manifesta una mobilità umana senza
precedenti resa possibile dalla rivoluzione dei mezzi di trasporto. L’uomo contemporaneo ha smesso di abitare ed
è diventato homo mobilis. Ciò ha prodotto un cambiamento di tutta le geografia.
Capitolo 7. I PAESAGGI
7.1 Il paesaggio
Il paesaggio non è solo un accostamento di forme che caratterizzano un certo spazio (linee, ritmi, luci, colori,
materiali, vegetali, uomo..),ma è anche uno sguardo o una serie di sguardi rivolti a questo insieme. Sono gli
sguardi degli uomini che in esso cercano e trovano alcuni punti di riferimento, di ordine materiale o spirituale.
(vedi e rileggi p.109-110-11)
Capitolo 9: LA CITTÀ
Che cos’è una città?
La segregazione data dall’identità trova le sue forme più compiute nella maggior parte delle metropoli
contemporanee dei 5 continenti, ovvero nel cuore del geosistema mondiale. Le metropoli sono luoghi di forte
immigrazione. L’immigrazione si organizza secondo filiere e itinerari dai luoghi di partenza fino alle aree di arrivo.
Le famiglie, le clientele, i gruppi della stessa identità collettiva si ritrovano dando vita ai quartieri degli immigrati
che mostrano di possedere una doppia cultura, quella delle città che li ha accolti e quella del paese d’origine.
Questo meccanismo, crea segregazioni più o meno visibili. Gli immigrati hanno la tendenza a riunirsi intorno alla
loro comunità trovando rifugio e protezione quando non si sentono molto a loro agio nel nuovo ambiente fisico e
sociale. Quelli che li hanno preceduti nel popolamento della città li considerano a priori degli stranieri, mentre
molto spesso gli immigrati sono, dei poveri di cultura diversa,a volte aggressivi, che si creano un proprio spazio
nella città. La divisione è tanto più marcata quanto si tratta di gruppi con una forte identità e quasi sempre con
una condizione sociale molto al di sotto della media. In Europa l’integrazione è considerata un antidoto alla
segregazione determinata dalla diversa identità. In un modo o nell’altro ogni Stato ha costruito la propria identità
attraverso l’integrazione delle sue componenti in un unico popolo.
La forza dell’immigrazione contemporanea, il periodo di disoccupazione,le tappe della storia coloniale,
l’emergenza dell’islam, l’urbanizzazione sono probabilmente all’origine di queste nuove segregazioni.
15.4 Le metropoli
La metropoli è il luogo privilegiato di tutti questi poteri trasversali e transazionali che creano un nuovo ordine
mondiale a complemento di quello degli Stati. Una metropoli per eccellenza è New York. Le metropoli sono i
luoghi del potere mondiale, nel quadro della rete mondiale. In base alla loro potenza possono essere suddivise in:
quelle che dominano il pianeta e in cui si riscontrano tutte le attività superiori (es. New York, Londra, Tokio);
quelle meno potenti e dotate di una gamma di attività meno completa (es. Chicago, Los Angeles, Toronto,
Amsterdam..); quelle con grandi scambi mondiali relativi a un’attività specifica o a una forte impresa nazionale
(es. San Paolo, Milano, Séoul, Torino..). La maggior parte di queste metropoli non sono anche capitali; da qui ne
deriva che il potere economico si polarizza in America del Nord, in Europa occidentale, in Estremo Oriente. Altre
caratteristiche importanti da non tralasciare sono: la religione, in cui la loro geografia non sfugge alla dialettica del
territorio e della rete; e la sessualità, che in qualche modo è sempre presente quando si parla di potere e di
territorio.