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“SOCIOLINGUISTICA
DELL’ITALIANO CONTEMPORANEO”
di Matteo Santipolo
LABORATORIO ITALS
DIPARTIMENTO DI SCIENZE DEL LINGUAGGIO
UNIVERSITA’ “CA’ FOSCARI” - VENEZIA
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MASTER ITALS “Sociolinguistica dell’italiano contemporaneo” Matteo Santipolo
INDICE
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I parte
0. Introduzione al modulo
Questo modulo è strutturato in due parti. La prima, che si compone dei capitoli 1-
3, si pone l'obiettivo di fornire un inquadramento della disciplina ed una
panoramica dei suoi più importanti concetti e princìpi. Il capitolo 3 è
specificamente dedicato ad una panoramica generale della situazione
sociolinguistica dell'Italia di oggi. Vengono presentati alcuni dati numerici e
alcuni dei tratti che caratterizzano la lingua nazionale.
La seconda parte, costituita dal capitolo 4, mira a fornire qualche spunto per una
applicazione in termini di didassi di quanto esposto nelle due parti precedenti,
anche mediante tre esempi concreti di unità didattica.
Che la lingua, qualsiasi lingua, sia un prodotto della società in cui viene parlata e
che a sua volta essa sia in grado di influenzare la società che la produce pare oggi
un dato di fatto, universalmente riconosciuto ed accettato. Questa affermazione,
apparentemente banale, nasconde in realtà in sé una vasta gamma di implicazioni
che riguardano un numero consistente di discipline quali l'antropologia,
l'etnologia e l'etnografia, la psicologia sociale, la sociologia, ecc. Ma ognuna di
queste discipline considera il fenomeno della lingua come secondario rispetto alle
proprie finalità descrittive, ossia come funzionale alla spiegazione di fenomeni
altri della complessa società umana, quali il rapporto tra le diverse generazioni, le
relazioni fra i sessi, gli usi ed i costumi, le tradizioni, ecc. Persino la letteratura,
per certi aspetti parente stretta della linguistica, considera la lingua in relazione ai
contenuti che essa esprime e, in questa prospettiva soltanto, come strumento di
valutazione del contesto sociale che la genera.
Speculare a questi atteggiamenti verso la relazione tra lingua e società è invece
quello che assume la sociolinguistica: essa, infatti, studia le relazioni e i rapporti
che intercorrono tra la lingua e il contesto situazionale, ossia la società in senso
lato, in cui essa viene parlata, ponendo l'accento sul fenomeno lingua.
Scopo della sociolinguistica è dunque sviluppare modelli, teorie, metodologie,
insomma, rigorosi, ma non fossilizzati strumenti di indagine, che consentano al
ricercatore di descrivere la realtà di cui si sta occupando nella maniera più
verosimile possibile, in modo che tenga conto delle dinamica della lingua e dando
altresì spiegazione dei fenomeni descritti, in una logica di causa-effetto, o quanto
meno formulando ipotesi a tale proposito. Lo studio dei fenomeni linguistici, nel
senso più ampio del termine, potrà così costituire una chiave di accesso e di
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Sviluppatasi in termini scientifici a partire dagli anni cinquanta del secolo scorso
negli Stati Uniti, soprattutto grazie agli studi di William Labov sulla variazione
nell'inglese di New York, la sociolinguistica (il termine fu impiegato per la prima
volta nel 1952 da H. C. Currie) ha avuto il grosso merito di mettere in evidenza
come la lingua non sia assolutamente un fenomeno astratto (come talvolta
considerato da certa linguistica di matrice generativistica), bensì come invece essa
rappresenti una sorta di cartina di Tornasole, uno specchio della società che la
produce e la impiega.
Lo spostamento da una linguistica teorica ad una che tenga conto del contesto in
cui la lingua viene effettivamente impiegata, può approssimativamente essere
fatto coincidere con il passaggio da una focalizzazione sulla struttura ad una sulla
funzione, dalla forma linguistica in isolamento alla forma linguistica nel contesto
umano (Hymes, 1980: 65). Questo passaggio è stato descritto in modo dettagliato
da Dell Hymes attraverso la tavola che, con qualche modifica, riportiamo qui di
seguito nella tabella 1.
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Una comunità linguistica può essere definita come l'insieme degli individui che
condivide la conoscenza di regole per produrre ed interpretare il parlato. Una
comunità linguistica è dunque un aggregato umano caratterizzato da
un'interazione regolare che si attua per mezzo di un insieme condiviso di segni
verbali e distinto da altri aggregati simili grazie a differenze significative nell'uso
del linguaggio (Gumperz in Giglioli, P. P. & Fele, G., 2000: 171).
L'insieme condiviso dei segni verbali viene detto repertorio verbale (o
linguistico) e rappresenta la totalità delle varietà linguistiche disponibili alla
comunità, includendo quindi anche differenti stili, dialetti, o addirittura lingue, nel
caso di comunità plurilingui.
Qualsiasi attività sociale ha sempre luogo all'interno di un preciso contesto
situazionale. Quando questo si caratterizza per la presenza di attività verbali può
essere definito situazione linguistica. Possono essere considerate situazioni
linguistiche: cerimonie, litigi, cacce, corteggiamento, un esame all'università, ecc.,
ma solo a patto che al loro interno abbiano luogo eventi verbali.
Restringendo ulteriormente il campo, arriviamo all'evento linguistico che si
caratterizza come un'attività governata esclusivamente da regole o norme relative
all'uso della lingua. Un evento linguistico potrà essere costituito da uno o più atti
linguistici, che rappresenteranno quindi le unità intermedie tra l'evento linguistico
e i singoli enunciati. A scopo esemplificativo riportiamo il caso citato da Hymes
(1980: 42): un ricevimento (situazione linguistica), una conversazione che ha
luogo durante il ricevimento (evento linguistico), una battuta nel corso della
conversazione (atto linguistico).
Ritorniamo al contesto situazionale dal quale eravamo partiti. A prescindere dalla
comunicazione strettamente verbale, molti altri possono essere gli elementi para-
ed extralinguistici che determinano lo svilupparsi di un evento comunicativo.
Esattamente come l'evento linguistico anche quello comunicativo ha luogo
nell'ambito di un setting o situazione. L'evento linguistico si caratterizza come un
sottoiniseme dell'evento comunicativo, in quanto quest'ultimo, oltre al testo
(componente linguistica) contiene elementi appunto para- ed extralinguistici (ad
esempio la velocità di eloquio e il tono della voce tra i primi; la prossemica e la
cinesica tra i secondi) che contribuiscono a far sì che al termine dell'evento
comunicativo la situazione di arrivo sia diversa da quella di partenza.
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Dalla fusione delle funzioni individuate da Jakobson con quelle di Halliday, come
indicato da Balboni (1999: 45), sono state ricavate, a fini glottodidattici, sei
funzioni che si realizzano con un numero ridotto (e pertanto controllabile e
programmabile) di atti comunicativi, che sono:
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Presentarsi, esprimere il
Confidenza informale e
proprio stato fisico,
1. Personale formale, intervista, lettera,
psichico, i propri gusti,
diario, ecc.
dire l'età, ecc.
Salutare, congedarsi,
offrire, accettare, rifiutare, Interazione viso a viso e
2. Interpersonale attrarre l'attenzione, per telefono, per
aprire/chiudere lettere, corrispondenza, ecc.
ecc.
Ogni interazione che avviene mediante l'uso del linguaggio, sia essa scritta, orale
o di altro genere, costituisce pertanto un atto comunicativo e serve ad assolvere
delle funzioni precise. Come già per l'evento, l'ambiente in cui l'atto
comunicativo si svolge ne costituisce il contesto fisico e socio-culturale.
a. imparare a interpretare
b. imparare a negoziare
c. imparare a risolvere problemi, sia concettuali che comunicativi
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S(peaking): parlare
P(articipants): partecipanti
E(nds): scopi dei partecipanti
A(ct sequences): le sequenze degli atti all’interno dell’evento, in altre parole la
forma del messaggio
K(eys): le chiavi interpretative
I(nstrumentalities): ad esempio i canali e le forme del discorso
N(orms): norme di interazione e interpretazione
G(enres): generi
2. La variazione in sociolinguistica
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Quando due lingue o varietà vengono a contatto tra loro per i motivi più disparati
(nelle zone di confine, quando un individuo o un'intera comunità emigra dove il
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1 Diverse sono le ipotesi riguardo all'etimologia di pidgin. Di seguito riportiamo, in ordine decrescente di
probabilità, le più comunemente accettate: 1) dalla corruzione fonetica cinese della voce inglese business; 2)
dalla corruzione fonetica del portoghese ocupação; 3) dalla parola ebraica pidjom "baratto"; 4) dal portoghese
pequeno "piccolo, bambino"; 5) dall'inglese pigeon "piccione", nel senso di piccione viaggiatore, impiegato
per trasportare brevi messaggi.
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dialettale, oggi la situazione appare assai più complessa, con una sempre più
notevole diffusione dell'italiano, ma una vitalità ancora considerevole del dialetto.
Va comunque sottolineato che l'uso dell'uno o dell'altro codice linguistico è
strettamente condizionato dal contesto e dai partecipanti all'evento comunicativo,
e a dimostrarlo sono i dati della tabella 3.
Il fatto che si parli sempre o più spesso in italiano con i bambini piccoli avrà
sicuramente delle ripercussioni a livello di repertorio linguistico delle generazioni
più giovani. E' presumibile che il numero dei dialettofoni nei prossimi anni vada
ulteriormente riducendosi e che anche il bilinguismo italiano-dialetto, ancora
molto diffuso (per lo meno a livello di competenza passiva), sia sostituito da una
qualche forma di italofonia.
Il problema, a questo punto, è stabilire quale tipo di italiano venga di fatto parlato.
E' noto che esiste una forma standard della lingua nazionale, intendendo per
standard "(…) una varietà che gode di una posizione di prestigio tale da
sovrapporsi alle altre varietà che convergono verso questa” (Coveri et alii 1998:
235). Possiamo quindi affermare che l'italiano, sviluppatosi in passato soprattutto
sulla norma scritta, costituisce tutt'oggi una sorta di modello di standard che però
quasi nessuno possiede in senso assoluto se non per averlo appreso tramite studi
formali, quanto meno di dizione e pronuncia, nel caso ci si trovi ad un estremo
"alto" del continuum linguistico, addirittura di grammatica e lessico nel caso
dell'estremo "basso" (come nel caso di parlanti dialettofoni).
La seconda varietà presente in questo continuum è l’italiano semistandard. Si
tratta di una varietà i cui confini sono difficilmente delimitabili ma che pare
comprendere aspetti dello standard assieme ad altri propri delle diverse varietà,
soprattutto diafasiche. La variazione diatopica è evidente a livello fonetico con
effetti di sostrato che riguardano soprattutto la realizzazione delle vocali (ad
esempio la perdita dell’opposizione tra pèsca (frutto) e pésca (attività sportiva), in
alcune varietà settentrionali), relitti linguistici dei diversi dialetti italoromanzi
locali. Non si tratta quindi d’una varietà compatta ed unitaria, seppure presenti
tratti comuni a tutto il territorio nazionale, e tanto meno, di un vero e proprio
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2 Per approfondimenti si vedano Beccaria (cur.), 1994: 482-483 e Francescato in Sobrero, 19973:
311-340, dai quali le notizie qui riportate sono state tratte.
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• Altre minoranze:
- Albanese: vari paesi del centro-sud, in particolare, Calabria
- Grico (sic!): Calabria e Puglia
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II parte
4. La socioglottodidattica
Altrove (Santipolo, 2000b) abbiamo già presentato le ragioni, la natura e le
finalità della creazione di una nuova sottodisciplina che abbiamo proposto di
denominare socio-glottodidattica e abbiamo definito come "(…) quella particolare
branca della didattica che si occupa dell'insegnamento delle lingue in una
prospettiva che tenga conto in maniera non secondaria della competenza
sociolinguistica propria di ciascuna di esse. Sarà pertanto più di un semplice
approccio sociolinguistico alla glottodidattica, ma ne costituirà invece una sua
struttura portante (…)" (p. 83).
In questa sede ci limiteremo ad illustrare in modo schematico alcuni concetti
fondamentali della socioglottodidattica e a sviluppare una unità didattica (UD)
campione.
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OBIETTIVI:
- LINGUISTICO: percezione passiva delle varietà regionali e dialettali della L2
- CULTURALE: percezione e presa di coscienza della disomogeneità / non
monoliticità della realtà italiana
3 L'UD che presentiamo è basata sulla canzone "Ninna nanna nanna ninna" di Claudio Baglioni ed
è stata sviluppata da un gruppo di studenti nell'ambito della Scuola Estiva ITALS tenutasi presso
la Venice International University di Venezia dal 17 al 28 luglio 2000.
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MOTIVAZIONE
In fase preliminare (alla fine dell’unità didattica precedente): invito a raccogliere
documenti linguistici orali (espressioni, lessico) o scritti (di natura popolare, come
incisioni sui muri, graffiti, ecc.) rappresentativi di varietà linguistiche regionali (o
almeno percepite come tali dagli studenti).
In classe: brainstorming della variazione: confronto incrociato del materiale
reperito; gli studenti espongono i loro documenti, l’insegnante provvede a
raggruppare ed organizzare i documenti, fornendo le informazioni minime
necessarie per la loro contestualizzazione geografica e culturale.
In questa fase preliminare, l’insegnante esplicita anche i contenuti e le finalità
dell’UD.
GLOBALITÀ
L’insegnante mette a disposizione materiale documentario (mappe tratte da atlanti
linguistici, dizionari dialettali, testi in dialetto, storie della lingua, ecc., con
equilibrio fra approccio visuale e scritto). La presenza di oggetti fisicamente
tangibili serve ad introdurre gli studenti alle tematiche dell’UD con un approccio
soft che eviti una discesa dall’alto di materiale imposto.
Parallelamente l’insegnante fornisce alcune informazioni di base sull’autore,
preliminari all’ascolto (chi è, quanti anni ha, quando è stata scritta la canzone,
ecc.).
Distribuzione di fotocopia del testo della canzone e spiegazione succinta del
contenuto, senza entrare nel dettaglio e senza offrire una traduzione parola per
parola.
Ascolto della canzone Ninna nanna nanna ninna.
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ANALISI
Brainstorming lessicale: si chiede agli studenti di identificare le parole di loro
conoscenza e condividere il significato con la classe ai fini di parificare il livello
di comprensione.
Si chiede poi agli studenti di identificare quelle che loro considerano varianti
ortografiche, lessicali e sintattiche dall’italiano standard e successivamente di
elicitare delle regole o tendenze generali del dialetto attraverso la proposizione di
griglie, esercizi a scelta multipla che consentano di comprendere la terminologia
più difficile senza ricorrere ad una traduzione riga per riga.
SINTESI - RIFLESSIONE
In questa fase si attua anche un rilancio della motivazione degli studenti attraverso
la proposizione di nuovo materiale che approfondisca le tematiche individuate
fino a questo punto: brani in dialetto romanesco (Trilussa; possibilmente
l’originale testo da cui è stata tratta la canzone) e di un esperimento di un poeta
dialettale romano (Giuseppe Gioacchino Belli) di traduzione di sonetti scritti
originariamente in milanese da Carlo Porta. In questo modo gli studenti sono
esposti ad un confronto non gerarchico fra due diverse versioni regionali evitando
il testo a fronte con una traduzione imposta in italiano standard.
L’insegnante si fa in questa fase anche veicolo di informazioni contestualizzanti
che, partendo dal materiale portato in classe fin dall’inizio, strutturino
organicamente le informazioni sul tema.
In questa sede è anche da sottolineare il fatto che la lingua dialettale usata in sede
letteraria mantiene un livello di astrazione e di artificialità rispetto all’utilizzo
parlato popolare.
VERIFICA
Tenendo conto che l’UD si basa soprattutto su una competenza passiva e si pone
come obiettivo l’acquisizione di una coscienza sociolinguistica, maggior enfasi
acquisterà il testing diffuso che ricoprirà indicativamente il 40% della valutazione
totale.
Si prevedono comunque altre tre modalità di valutazione:
- transcodificazione in italiano standard di brevi porzioni della canzone di
Baglioni (20%)
- domande teoriche relative al contesto sociolinguistico italiano (massimo cinque
righe) (20%)
- identificazione degli elementi non linguisticamente standard presenti in testi
scritti proposti agli studenti (preferibilmente materiale autentico, nel caso
manipolato) (20%)
RECUPERO - RINFORZO
Si può ampliare lo spettro della documentazione proposta in fase di rinforzo
finale, con la proposizione di spezzoni preventivamente introdotti:
- di film stranieri doppiati in italiano, generalmente con spiccate caratteristiche
della variante regionale romana (“L’italiano è una lingua parlata dai doppiatori”
afferma Ennio Flaiano)
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OBIETTIVI:
- LINGUISTICO: percezione passiva delle caratteristiche della lingua pubblicitaria:
grammatica, uso di neologismi, proverbi, dialetto, uso del linguaggio poetico
(rime, metafore, ecc.), e delle sue variazioni nel tempo.
- CULTURALE: avere un primo approccio con la cultura pubblicitaria italiana
attraverso annunci e spot di caffè, ottenendo anche una conoscenza più
approfondita del ruolo del caffè nella cultura italiana.
DURATA: 9 ore
Brainstorming guidato:
1) Che cosa sono queste immagini?
2) Cosa vogliono comunicare?
3) Provate ad ordinarle in ordine cronologico: quali sono le più antiche?
4L’unità didattica presentata in questo paragrafo è stata sviluppata da Annalisa Fusco, Barbara
Massoli e Olga Perez nell’ambito del forum di Sociolinguistica del Master ITALS VII ciclo.
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PARTI DI UN ANNUNCIO:
1. Headline. Il titolo inserisce un'informazione ("personal") nell'argomento di cui si
sta parlando e, ovviamente, la promessa del successo.
2. Visual. E' la foto di una giovane donna che guarda il lettore, ammiccando; chiaro
invito all'acquisto, caldeggiato dall'headline.
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5. Testo (body copy). E' abbastanza lungo perché, chi ha tempo e interesse, possa
leggere ulteriori informazioni.
6. Pack shot. E' la foto che illustra il prodotto di cui si parla. E' posta in un angolo e in
piccolo perché ormai è uno strumento di lavoro conosciuto e, probabilmente, in
grande e da sola, non avrebbe avuto lo stesso impatto pubblicitario della donna.
9. Pay off. E' la frase che riassume il significato globale del messaggio. Chiude il testo,
mentre l'headline lo apre.
SLANGSPOT
Le parole inventate dalla pubblicità
La funzione suggestiva della pubblicità non è affidata solo all'immagine, ma anche al linguaggio,
soprattutto a quella parola d'ordine (slogan, headline), destinata a imprimersi nella memoria del
consumatore.
Proprio perché deve colpire, attirare e far scattare piacevoli sensazioni, il linguaggio della pubblicità è
estremamente creativo e innovatore.
Molto spesso si fa ricorso a parole straniere (inglese e francese: quest'ultima soprattutto per
reclamizzare profumi e prodotti di bellezza); si creano moltissimi neologismi, sempre strani e
stravaganti. Ecco alcuni esempi: Invece del cioccolato il cioccolone; invece del profumo il pienaroma; i
bambini sono intelloghiotti; lo straccio è il pulilucido; un disinfettante è il puliziotto di casa; la FIAT è
comodosa, sciccosa, risparmiosa, scattosa.
E ancora: le penne vengono chiamate nailografiche, la biancheria magliafamiglia, le olive olivoli, olivolà, la
frutta lemaranci e lemonfragole, la schiuma da barba panna per radersi, le auto sardomobili, il minestrone
ortofresco... e via di seguito.
Daniela Goggi nello spot sulla Big Babol cantava il jingle "Babolando Chewingando Sugosando
Pallonando Buble gum Gustososo Morbidoso Baboloso Buble gum".
Si ricorre anche a rime e ritmi: "Il metano ti dà una mano", "Fido gatto, gusto e salute in un solo
piatto"…
Si gioca sul doppio senso di alcuni termini…: p.es. "J&B il più svitato dei whisky".
Si usano artifici tipici del linguaggio poetico e letterario: similitudini, metafore, iperbole, metonimie…
P.es. "Leggere come una foglia" per la Margarina Foglia d'oro (la foglia e la margarina vengono
accostate per dimostrare una qualità comune: la leggerezza). "Stereo-digital L'Assoluto" è un esempio
di iperbole.
Spesso viene stravolta la grammatica. Nomi e aggettivi vengono usati con funzione di avverbi: p.es.
"Corre giovane chi corre Agip". Si usa il complemento oggetto retto da verbi intransitivi: p.es.
"Camminare Pirelli". Si usano sostantivi al posto dei verbi: p.es. "Bourbon ti aroma". I sostantivi
vengono trattati come aggettivi: p.es. "L'aperitivissimo".
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Lo scopo è quello di colpire la fantasia del consumatore per distinguere un prodotto da altri simili. Sei
in grado di trovare altri neologismi, o di crearne di nuovi?
www.edscuola.com/archivio/antologia/smonta
"Le stelle sono tante, milioni di milioni, la stella di Negroni, vuol dire qualità"
Pubblicità del salame Negroni fatta dopo un'avventura western in cui il protagonista è uno
sceriffo con la stella sul petto
"Con la ricetta della nonnina, zucchero, latte, fior di farina, son fabbricati i biscotti
Doria, un nome da imparare a memoria"
Coretto di bambini che pubblicizzano i biscotti
Il cantante jazz Nicola Arigliano si passa la mano sulla pancia. Non ha digerito. Sale sul
tram, mette una mano in tasca e prende una pastiglia di Digestivo Antonetto:
"E' così comodo che si può prendere anche in tram!"
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L'attore Franco Volpi è protagonista di una scenetta comica in cui la frase tormentone è in
milanese:
"Düra minga!" (non dura mica). Si tratta della pubblicità di China Martini: "Fino dai
tempi dei Garibaldini, China Martini!"
http://www.scudit.net/mdtvcarosello.htm
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“Ma i ragazzi incalzano: trovano ridicola l'evocazione della battaglia degli indios messicani
per vendere scarpe che "libererebbero" chi le porta, trovano stupido l'uso del corpo
(femminile o maschile) al di fuori di ogni contesto narrativo e solo per "vendere", sono
durissimi contro la «strumentalizzazione della donna», si scagliano contro l'ambiguità delle
metafore sessuali associate ai prodotti più disparati, se la ridono del bucato che più bianco
non si può; protestano per la violenza troppo esplicita. Sembrano più grandi degli adulti.”
www.edscuola.com/archivio/antologia/smonta
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Alla luce di quanto si è letto e detto finora, e partendo dalla poesia precedente e
dalle seguenti frasi, si apre una discussione libera sulla pubblicità.
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“Le parole sono tutte lì, sospese per aria, senza un prezzo, senza una proprietà,
sono di tutti, sono libere.” (Federico Moccia in Blog feltrinelli 3msc
http://www.feltrinelli.it/BlogItem?item_id=1154)
OBIETTIVI:
- LINGUISTICO: riconoscere alcuni tratti del linguaggio giovanile e dell’e-gergo
italiano (sintassi, lessico, qualche abbreviazione) e saperli ricondurre all’uso
standard, anche utilizzando i dizionari specifici
- CULTURALE: conoscere e descrivere il fenomeno linguistico come espressione
della cultura dei giovani, esprimerne i pro e i contro, esprimere il proprio parere in
proposito
FASE 1
- Conosci la chat?
- Ti piace ciattare? (Chattare, ciattare: comunicare on line)
- Se sì, perché? Se no, perché?
- Mandi spesso degli sms? A chi?
- Quando scrivi sulla chat o sul telefonino, scrivi le parole intere o usi delle
forme abbreviate, nella tua lingua?
- Hai mai scritto dei messaggi in italiano?
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Mi sento Xsa.
TVB
DV C vediamo?
Dv 6?
X’ non vieni da me? :-(
Mandami un msg
Cpt?
Ki 6?
Ti voglio bene
Dove sei?
Mi sento persa
Perché non vieni da me? Sono triste!
Dove ci vediamo?
Mandami un messaggio
Chi sei?
Capito ?
X / KI / KE / Nes1
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FASE 2
5. Leggi il testo:
Intervista allo scrittore: dai messaggi che riceve alle fonti del suo lavoro: "Tutto è
diventato micro, la corrente internettiana ha invaso il linguaggio"
Moccia: "Un gergo per ogni paese così parla l'Italia dei ragazzi"
di MARIA SIMONETTI
Federico Moccia
"Fede, 6 mitico!". "Grazie x aver scritto il libro ke più mi rappresenta". "Il tuo
libro m'ha lasciato sott'acqua!". Straripa di commenti entusiasti il blog di Federico
Moccia, romano di 42 anni, dopo l'uscita di "Ho voglia di te" (Feltrinelli), da un
mese in testa alle classifiche. Al Festival di Sanremo è stato perfino omaggiato dai
suoi amici della band Zero Assoluto: "Proprio ora che / camminiamo tre metri
sopra il cielo...", hanno gorgheggiato. Piace molto ai teenagers, Moccia. Merito
loro se "3 metri sopra il cielo", uscito per una piccola casa editrice nel '92 e subito
esaurito, è stato copiato, fotocopiato e fatto marciare nel tempo: fino a che,
proprio in una copisteria, l'ha scovato il produttore Riccardo Tozzi e ne ha fatto un
film omonimo (2003, regia di Luca Lucini) che ha spinto la Feltrinelli a
ripubblicare il libro. Un successone. Bissato, adesso, da "Ho voglia di te".
8. Che cosa significano le espressioni “6 mitico” e “il tuo libro m’ha lasciato
sott’acqua”? Discuti con un compagno.
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M'acchiappa un casino
Fare casino
Fare x
Bruciare la scuola
a) Marinare la scuola
b) Dare alle fiamme una scuola
c) Odiare la scuola
Fare pane
a) Fare il pane
b) Andare in panetteria
c) Marinare la scuola
Fare filone
a) Filare
b) Fare una fila
c) Marinare la scuola
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FASE 3
Da http://www.nottingham.ac.uk/modern-languages/language-
academic/projects/le-varieta-
dell'italiano/pdf/La%20Nuova%20Rivoluzione%20dei%20giovani.html
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I mezzi di comunicazione
La provenienza di termini nuovi
Le lingue straniere
Musica e sport
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16. Rispondi:
- Quali caratteristiche tipografiche particolari hai notato nei testi letti?
- Ci sono parole straniere?
- Quali abbreviazioni sono state usate?
- Ci sono sigle?
17. Completa lo schema seguente utilizzando i testi letti nelle fasi precedenti
metafore
abbreviazioni
troncamenti
forestierismi
tecnicismi
parolacce
uso della k ke
uso delle
maiuscole
FASE 5 (Discussione sul linguaggio giovanile e sull’e-gergo, sui pro e sui contro
dell’uso degli stessi, eventuale confronto con la realtà in cui vivono gli studenti e
con la loro esperienza, utilizzando, ad esempio, le domande o gli spunti seguenti)
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VERIFICA
Oltre al testing diffuso, più consono al tipo di attività e agli obiettivi che si
intendono conseguire in questa UD, si proporrà la verifica seguente, articolata in
tre attività in ordine di difficoltà crescente.
DECONDIZIONAMENTO
http://www.treccani.it/site/storia_storie/archivio/lingua_giovani.htm
Voce dall’enciclopedia Treccani “La parola ai giovani. Il linguaggio giovanile in
Italia”
http://www.espressonline.it/eol/free/jsp/detail.jsp?m1s=null&m2s=so&idCategory
=4807&idContent=869219
Voce dall’enciclopedia Treccani “La parola ai giovani. Il linguaggio giovanile in
Italia”
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http://www.maldura.unipd.it/linguagiovani/
Dizionari:
http://www.manuscritto.it/parolario/parolarioA.html
“Il vocabolario vivo delle parole parlate”
http://www.italysoft.com/curios/dizio-giovani/
Vocabolario della lingua dei giovani italiani
http://www.maldura.unipd.it/linguagiovani/modules/wordbook/
Dizionario della lingua dei giovani
http://www.espressonline.it/eol/free/jsp/detail.jsp?m1s=null&m2s=so&idCategory
=4807&idContent=400221
Slangopedia
Eventuale approfondimento
Bibliografie in
http://www.homolaicus.com/linguaggi/giodizio/biblio2.htm
http://www.criad.unibo.it/galarico/giodizio/biblio.htm
http://www.maldura.unipd.it/linguagiovani/
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BIBLIOGRAFIA
La bibliografia comprende anche titoli non esplicitamente citati nel testo, ma che
si è ritenuto opportuno inserire in quanto possono costituire un utile punto di
riferimento per approfondimenti.
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Cortelazzo, M.A. e Mioni, A.M. (a cura di), L'italiano regionale. Atti del XVIII
Congresso della S.L.I., (Padova - Vicenza, 14-16 settembre 1984), Roma,
Bulzoni: 105-130
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De Mauro, T. (a cura di) (1994) Come parlano gli italiani, Firenze, La Nuova
Italia.
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Sabatini, F. (1985) "L''italiano dell'uso medio': una realtà tra le varietà linguistiche
italiane". In Holtus, G. e Radtke, E. (1985) Gesprochenes italienisch in geschichte
und Gegenwart, Tübingen, Narr: 154-175.
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Sobrero, A. A. (1998) "Sia italiano che dialetto". Italiano & Oltre 1: p. 19.
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SITOGRAFIA
LINGUISTI ILLUSTRI DEL ‘900
http://www.unimc.mercurio.it/attività/Irrma/irrsae6/Chomsky.htm
[in inglese] Il sito fornisce una biografia dettagliata di Noam Chomsky
http://www.rcbest.org/scuole/gonzaga/comunicazione/jakobson.htm
Il sito fornisce una breve biografia di Roman Jakobson con qualche link di
approfondimento che riprende alcuni concetti già esposti nel presente modulo
IL DIALETTO
http://www.giroscopio.com/enciclopedica/dialetto.html
Il sito fornisce una definizione di dialetto anche in chiave storica con cenni alla
storia della dialettologia in Italia e in Europa e link ad altri settori affini.
LINGUAGGIO GIOVANILE
http://www.espressonline.it/eol/free/jsp/detail.jsp?m1s=null&m2s=so&idCategory=4807
&idContent=400221
Slangopedia, vocabolario online del linguaggio dei giovani italiani
COMPETENZA CINESICA
http://www.eurocosm.com/Eurocosm/AppEC/Pdcd/Handsignals/HandsigsGB.asp
Sito che riporta una serie di video che mostrano gesti tipici italiani
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