Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
rassicurante.
Tuttavia, fatti salvi casi specifici, è riscontrabile attualmente
una certa convergenza della didattica delle lingue verso un
approccio che prevede la riflessione sulla lingua da svolgere
in maniera induttiva, da considerarsi del resto naturale sbocco
della visione teorica sottesa a tale approccio: la lingua è
considerata in primo luogo strumento di comunicazione e
sul piano applicativo ciò si traduce anche nello spostamento
dell’asse di interesse dalla mera descrizione delle strutture,
delle norme e delle regolarità che vi si applicano, verso il
processo di apprendimento linguistico nel suo complesso.
Fig. 1
Presentazione della grammatica in materiali cartacei.
Fig. 2
Presentazione della grammatica in materiali cartacei.
Il ruolo delle tecnologie educative 99
potere = can
Fig. 3.
Presentazione della grammatica nel MOOC Introduction to Italian.
Fig. 4
Presentazione della grammatica nel MOOC Introduction to Italian.
Fig. 5.
Presentazione della grammatica in corsi in LMS
4. Grammatica induttiva nei corsi online: una strada
possibile?
Come si è detto sia i corsi online che i MOOC adottano,
giocoforza, un approccio di presentazione della grammatica
prevalentemente deduttivo. Ciò è dovuto a limiti strutturali
del mezzo informatico e al non poter fare affidamento su
una modalità sincrona di fruizione dei contenuti da parte
degli studenti.
Il ruolo delle tecnologie educative 105
Fig. 6.
Presentazione della grammatica con Interactive Video.
5. Conclusioni
Come emerge dalla letteratura sull’argomento, dall’analisi
dei materiali didattici, dalle preferenze espresse dai docenti,
attualmente si è affermata una posizione di consenso
abbastanza generalizzato che attribuisce all’insegnamento
della grammatica in L2 un peso importante, ma non
Il ruolo delle tecnologie educative 109
NOTE
1
Ampia è anche la letteratura di riferimento sull'insegnamento della
grammatica in lingua madre. Tra gli altri Lo Duca (2013); il recentissimo
Colombo, Graffi (2017). Sui temi della didattica della grammatica si
focalizzano anche gli articoli della rivista G&D - Grammatica e didattica
(https://goo.gl/CoAyKD), attiva fino al 2013.
2
Porcelli (1994) parla di "sindrome del pendolo", utilizzando una
metafora divenuta molto nota tra gli studiosi di glottodidattica.
3
Balboni (2012: 234) presentando le principali caratteristiche di
questo metodo afferma che addirittura è messo in secondo piano il
significato che veicolano le frasi, purché queste siano funzionali alla
presentazione della regola grammaticale.
4
Ricerche di linguistica acquisizionale sull'italiano L2 sono state
svolte in anni più recenti anche su apprendenti che hanno seguito
percorsi guidati (Corino, Marello 2017; Palermo 2009).
5
Questo non significa che l'apprendente spontaneo non compia un
articolato lavoro di riflessione sulla lingua che apprende, nonché sul
processo di apprendimento nel suo complesso, come messo ben in luce
già diversi anni fa da Vedovelli (1990).
6
Ne consegue la necessità di tener conto dei risultati della linguistica
acquisizionale e delle sue ricadute sul piano didattico. Su questo aspetto
le posizioni sembrano convergere a tal punto che si parla di didattica
acquisizionale (Vedovelli, Villarini 2003; Rastelli 2009).
7
Sottoordinate alle competenze generali declinate nelle categorie
di sapere, saper fare, saper essere, saper apprendere.
8
Ci riferiamo, in questo contributo, alla didattica della grammatica
tradizionalmente intesa, nozione del resto oltremodo complessa e
difficile da limitare in schemi rigidi. Facciamo quindi riferimento
all'insegnamento della fonologia, morfologia, sintassi e testualità di
una lingua; in termini glottodidattici il "sapere la lingua" (Balboni 2012).
Di grande interesse, è invece la proposta di Ciliberti (2013) che
sottolinea l'importanza didattica della grammatica dei processi
discorsivi, ovvero le regolarità, o meglio le tendenze, culturalmente
specifiche sovraordinate alle interazioni linguistiche in una determinata
lingua.
9
Per una disamina approfondita su questo profilo di apprendenti
si rimanda a Villarini, La Grassa (2010).
10
Si tratta, come si è detto, di una tendenza. Non è scontato che
l'approccio di tipo induttivo possa essere proficuamente adottato con
tutti i pubblici di apprendenti e per tutti i tratti linguistici oggetto di
riflessione (Diadori et al. 2015). In alcuni casi, una spiegazione di tipo
più esplicito potrà risultare più economica in termini di energia e con
Il ruolo delle tecnologie educative 111
un livello più alto di accettabilità da parte degli apprendenti.
11
Un discorso diverso va fatto per la grammatiche pedagogiche
rivolte a parlanti non italofoni. A prescindere dal rigore descrittivo
nella presentazione delle forme, dalle scelte operate per la selezione
dei tratti da presentare, dal peso dato alla scelte del parlante e dalla
varietà delle attività esercitative proposte, tutte le grammatiche
seguono lo schema descrizione della voce > attività esercitative.
12
Ci troviamo perfettamente d'accordo con quanti ritengono un falso
mito dell'e-learning la possibilità di garantire una formazione efficace,
quale che sia la materia oggetto di studio, a un numero elevato di
studenti e a costo pressocché nullo. Sulla "sostenibilità" dell'e-learning,
si veda Trentin (2008). La questione, comprensibilmente, si è
recentemente ripresentata con la proliferazione di corsi massivi
(Laurillard 2016).
13
A questo proposito, afferma Calvani (pubblicazione online) "Solo
una concezione ingenua vede le tecnologie come appendici neutre,
statiche, povere di significatività teorica e culturale. Calate nei diversi
contesti socio-culturali, esse si coniugano ed amplificano determinati
assunti teorici, atteggiamenti, orientamenti del pensiero e della cultura".
14
Segnaliamo che trovare risposta a tale domanda può significare
l'eventuale rivisitazione di posizioni che anche chi scrive ha a lungo
condiviso. Rientra però nella natura stessa della ricerca scientifica
l'opportunità di rivedere anche in chiave critica le proprie posizioni.
Questo è tanto più vero quando ci si riferisce all'e-learning, che
rappresenta un campo di studio recente e in cui il ruolo assunto dalle
tecnologie è per definizione in evoluzione e, di conseguenza, richiede
ancora di più di assumere posizioni flessibili e non dogmatiche.
15
Una prima indicazione, che sembra confermare l'ipotesi di un
pubblico prevalentemente interessato a forme di autoapprendimento,
ci sembra emergere dai dati rilevati dal MOOC di italiano L2 –
Introduction to Italian: le attività maggiormente gradite all'interno del
corso riguardano la fruizione autonoma di materiali e lo svolgimento
di esercizi auto correttivi. Livelli di gradimento ben più modesti risulta
avere il confronto tra pari (Villarini 2017).
16
L'uso della lingua inglese anche nelle spiegazioni grammaticali è
una precisa scelta metodologica adottata nel MOOC "Introduction to
Italian".
17
Si tratta di una scelta metodologica a nostro parere del tutto
appropriata ma forse ancora non così pienamente condivisa come si
potrebbe pensare. Si segnala, a questo proposito, il MOOC erogato in
FutureLearn dalla Open University in cui la grammatica è presentata
mediante la presentazione della forma subito seguita dagli esercizi,
senza che vi sia alcun testo input a cui fare riferimento.
18
Dal momento che si possono utilizzare video autoprodotti,
registrando lo schermo di un computer, si potrà utilizzare qualsiasi
supporto per la presentazione. Per esempio sarà possibile utilizzare
Power Point o Prezi; il video inoltre potrà includere le spiegazioni orali
112 Matteo La Grassa
del docente che può apparire sullo schermo alternandosi alle slide e
potrà essere sottotitolato.
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICi
Balboni P. E. 2012. Le sfide di Babele. Insegnare le lingue nelle società
complesse. Torino: Utet.
Balboni P.E. 1999. Dizionario di glottodidattica. Perugia: Guerra-Soleil.
Balboni P.E., Margiotta U. (a cura di). 2008. Formare online i docenti di
lingue e italiano L2. Torino: Utet.
Calvani A. Costruttivismo, progettazione didattica e tecnologie. URL: https:/
/goo.gl/NpR6RS. (ultimo accesso: 03.10.2017).
Ciliberti A. 2015. La grammatica: modelli per l’insegnamento. Roma:
Carocci.
Ciliberti A. 2013. “La nozione di Grammatica e l’insegnamento di L2.”
In Italiano LinguaDue, 1, pp. 1-14.
Colombo A., Graffi G. 2017. Capire la grammatica. Il contributo della
linguistica. Roma: Carocci.
Consiglio d’Europa. 2002. Quadro comune europeo di riferimento per le
lingue: apprendimento, insegnamento, valutazione. Firenze: La Nuova
Italia.
Corino E., Marello C. 2017. Italiano di stranieri. I corpora VALICO e
VINCA. Perugia: Guerra.
Corrà L., Paschetto W. 2011. Grammatica a scuola. Milano: Franco Angeli.
Diadori P., Palermo M., Troncarelli D. 2015. Insegnare l’italiano come
seconda lingua. Roma: Carocci.
Fratter I., Jafrancesco E. (a cura di). 2014. Guida alla formazione del docente
di lingue all’uso delle TIC. Le lingue straniere e l’italiano L2. Roma:
Aracne.
Giacalone Ramat A.(2003). Verso l’italiano. Roma: Carocci.
Jafrancesco E.(a cura di). 2010. Apprendere in rete: multimedialità e
apprendimento linguistico. Milano: LeMonnier-Mondadori Education.
La Grassa M., Troncarelli D. (a cura di). 2016. Orientarsi in rete. Didattica
delle lingue e tecnologie digitali. Siena: Becarelli. URL:
wwwlabecarelli.it
La Grassa M., Troncarelli D. 2016a. “Una bussola per orientare la
didattica con le tecnologie digitali.” In La Grassa M., Troncarelli D.
(a cura di).Orientarsi in rete. Didattica delle lingue e tecnologie digitali.
Siena: Becarelli, pp. 6-22. URL: wwwlabecarelli.it
Laurillard D. 2016. Five myths about Moocs. URl: https://goo.gl/hgav3p
Lo Duca M. G. 2013. Lingua italiana ed educazione linguistica. Roma:
Carocci.
Long M. 1991. “Focus on form: A design feature in language teaching
methodology.” In de Bot K., Ginsberg R., Kramsch C., Foreign Lan-
guage Research in Cross-Cultural Perspective.
Palermo, M. (a cura di). 2009. Percorsi e strategie di apprendimento
dell’italiano lingua seconda: sondaggi su ADIL2. Perugia: Guerra.
Pallotti G. 2000. La seconda lingua. Milano: Bompiani.
Il ruolo delle tecnologie educative 113
Porcelli G. 1994. Principi di glottodidattica. Brescia: La Scuola.
Siemens G. 2005. “Connectivism: A Learning Theory for the Digital
Age.” International Journal of Instructional Technology and Distance
Learning" URL: https://goo.gl/nJCdqD
Trentin G. 2008. La sostenibilità didattico-fornativa dell’e-learning. Social
networking e apprendimento attivo. Milano: Franco Angeli.
Troncarelli D. 2016. “La riflessione grammaticale nei recenti manuali
didattici per l’insegnamento dell’italiano L2.” Italiano a Stranieri, 20,
pp. 8-14.
Troncarelli D. 2016a. “Nuovi e vecchi paradigmi nell’insegnamento
delle lingue e culture straniere in rete.” In La Grassa M., Troncarelli
D. (a cura di), Orientarsi in rete. Didattica delle lingue e tecnologie digitali.
Siena: Becarelli, pp. 42-60. URL: wwwlabecarelli.it
Varisco B. M. 2002. Costruttivismo socio-culturale: genesi filosofiche, sviluppi
psico-pedagogici, applicazioni didattiche. Roma: Carocci.
Vedovelli M. 1990. “Attività metalinguistica e apprendimento
spontaneo nell’italiano L2.” In Giunchi P. (a cura di), Grammatica
esplicita e grammatica implicita. Milano: Zanichelli, pp. 233-250.
Vedovelli M., Villarini A. 2003. “Dalla linguistica acquisizionale alla
didattica acquisizionale: le sequenza didattiche nei materiali di
italiano L2 destinati agli immigrati stranieri.” In Giacalone Ramat,
A. (a cura di). 2003. Verso l’italiano. Percorsi e strategie di acquisizione.
Roma: Carocci: 270-304.
Villarini A. 2017. “La didattica delle lingue per grandi numeri di
apprendenti.” Italiano a stranieri, pp. 22, 3-8.
Villarini A. (a cura di). 2010. L’apprendimento a distanza dell’italiano come
lingua straniera. Modelli teorici e proposte didattiche. Milano: Le
Monnier-Mondadori Education.
Villarini A., La Grassa M. 2010. Apprendere le lingue straniere nella terza
età. Perugia: Guerra.