COMUNE
EUROPEO
DI
RIFERIMENTO
PER
LE
LINGUE:
APPRENDIMENTO
–
INSEGNAMENTO
–
VALUTAZIONE
(Council
of
Europe)
–
CAPITOLI
3
E
5
CAPITOLO
1
–
Il
Quadro
Europeo
di
riferimento
nel
contesto
politico
educativo
Che
cos’è
il
Quadro
comune
europeo
di
riferimento
Fornisce
una
base
comune
in
tutta
Europa
per
l’elaborazione
di
programmi,
linee
guida
curricolari,
esami,
libri
di
testo
per
le
lingue
moderne.
Descrive
ciò
che
chi
studia
una
lingua
deve
imparare
per
usarla
per
comunicare
e
indica
quali
abilità
e
conoscenze
deve
sviluppare
per
agire
efficacemente.
Inoltre
il
Quadro
di
riferimento
definisce
i
livelli
di
competenza
che
permettono
di
misurare
il
progresso
dell’apprendente
ad
ogni
stadio
del
percorso.
Fornisce
ad
amministratori
scolastici,
estensori
di
programmi,
insegnanti
e
loro
formatori,
organismi
esaminatori,
i
mezzi
per
riflettere
sulla
loro
pratica
abituale,
in
modo
da
cooridnarsi
per
rispondere
ai
bisogni
reali
degli
apprendenti.
L’esistenza
di
cirteri
oggettivi
per
descrivere
la
competenza
linguistica
faciliterá
il
riconoscimento
reciproco
di
certificazioni
ottenute
in
contesti
di
apprendimento
diversi
e
agevolerà
la
mobilità
in
Europa.
Finalità
e
obiettivi
della
politica
linguistica
del
Consiglio
d’Europa
Finalità
generale
(correlate
a
quella
del
Consiglio
d’Europa)
à
prevenire
una
maggiore
unità
tra
i
suoi
membri
e
raggiungere
quest’obiettivo
con
l’adozione
di
azioni
comuni
in
campo
culturale.
Tre
principi
basilari
del
Consiglio
per
la
Cooperazione
Culturale
del
Consiglio
d’Europa:
1. Il
ricco
patrimonio
europeo
rappresentato
dalla
diversità
linguistica
e
culturale
è
risorsa
comune
preziosa
che
va
protetta
e
incrementata
ed
è
necessaria
una
più
decisa
azione
comunicativa
perchè
questa
diversità
non
costituisca
più
una
barriera
alla
comunicazione,
ma
diventi
fonte
di
comprensione
e
arricchimento
reciproci;
2. Solo
una
migliore
conoscenza
delle
lingue
europee
moderne
riuscirà
a
facilitare
la
comunicazione
e
l’interazione
tra
cittadini
che
parlano
madrelingue
diverse
e
ad
agevolare
la
mobilità,
la
comprensione
reciproca
e
la
cooperazione
in
Europa,
superando
pregiudizi
e
discriminazioni;
3. Gli
stati
membri,
che
adottano
e
sviluppano
politiche
nazionali
nel
campo
dell’apprendimento
e
dell’insegnamento
dellel
ingue
modern,
possono
prevenire
a
una
maggior
convergenza
a
livello
europeo
se
mettono
in
atto
disposizioni
finalizzate
alla
cooperazione
e
al
coordinamento
continuo
delle
politiche
educative.
L’impegno
del
Consiglio
per
la
Cooperazione
Culturale
e
del
relativo
Comitato
per
l’Educazione
e
della
Divisione
Lingue
Moderne
è
costantemente
volto
a
incoraggiare,
sostenere
e
coordinare
gli
sforzi
dei
governi
membri
e
delle
istituzioni
non
governative
per
migliorare
l’apprendimento
delle
lingue
secondo
questi
principi
fondamentali.
Misure
generali:
-‐ fare
il
possibile
perchè
tutti
i
settori
della
popolazione
abbiano
accesso
a
mezzi
efficaci
che
consentano
loro
di
acquisire
la
conoscenza
delel
lingue
di
altri
stati
membri
e
la
capacità
di
usare
quelle
lingue
che
soddisfano
i
loro
bisogni
comunicativi
(svolgere
attività
della
vita
quotidiana
in
un
altro
paese
e
aiutare
gli
stranieri
che
soggiornano
nel
proprio;
scambaire
informazioni
e
idee
con
persone
che
parlano
un’altra
linguae
comunicare
loro
pensieri
e
sentimenti;
comprendere
le
abitudini
e
la
mentalità
di
altri
popoli
e
il
loro
patrimonio
culturale);
-‐ favorire,
incoraggiare
e
sostenere
gli
sforzi
compiuti
da
nsegnanti
e
apprendenti
a
tutti
i
livelli
per
applicare
i
principi
alla
base
della
costruzione
di
un
sistema
di
apprendimento
delle
lingue.
COME?
Fondando
insegnamento
e
apprendimento
delle
lingue
sui
bisogni;
definendo
obiettivi
validi
e
realistici;
elaborando
metodi
e
materiali
adatti;
mettendo
a
punto
modaità
e
strumenti
adeguati
per
la
valutazione
dei
programmi
di
apprendimento;
-‐ promuovere
programmi
di
ricerca
e
sviluppo
finalizzati
a
introdurre
a
scuola
metodi
e
materiali
che
meglio
permettano
a
studenti
di
tipo
diverso
di
acquisire
una
competenza
comunicativa
adeguata
ai
loro
specifici
bisogni.
Parole
chiave
degli
obiettivi
politici
nel
campo
delle
lingue
modern:
cooperazione
per
affrontare
la
crescent
mobilità
internazionale;
tolleranza
reciproca
e
rispetto
per
l’identità
e
la
diversità
fra
culture;
ricchezza
e
varietà
culturale;
Europa
multilingue
e
multiculturale.
Xenofobia
e
brutali
reazioni
degli
ultranazionalisiti
à
ostacolo
primario
alla
mobilità
e
all’integrazione
europea
e
minaccia
alla
stabilità
dell’Europa
e
al
sano
funzionamento
della
democrazia.
Obiettivo
educativo
prioritario
à
preparazione
alla
cittadinanza
democratica
(promuovere
metodi
di
insegnamento
delle
lingue
moderne
che
rafforzino
l’indipendenza
di
pensiero,
giudizio
e
azione,
integrate
con
abilità
e
responsabilità
sociali).
Alla
luce
di
questi
obiettivi,
il
Comitato
dei
ministri
ha
messo
l’accento
sull’importanza
politica
dello
sviluppo
di
determinati
campi
d’azione:
ad
esempio,
le
strategie
di
diversificazione
e
intensificazione
dell’apprendimento
linguistico,
per
promuovere
il
plurilinguismo
in
contesto
europeo.
Che
cosa
si
intende
per
“plurilinguismo’?
MULTILINGUISMO
=
conoscenza
di
un
certo
numero
di
lingue
o
coesistenza
di
diverse
lingue
in
una
determinata
società.
PLURILINGUISMO
=
a
differenza
dle
multilinguismo
(che
si
può
realizzare
diversificando
l’offerta
linguistica
scolastica),
l’approccio
plurilingue
mette
l’accento
sull’integrazione:
man
mano
che
l’esperienza
linguistica
di
un
individuo
si
estende
dal
linguaggio
domestic
del
suo
contesto
culturale
a
quello
più
ampio
della
società
e
poi
alle
lingue
di
altri
popoli,
queste
lingue
e
queste
culture
non
vengono
classificate
in
compartimenti
mentali
rigidamente
separate
(anzi,
à
formazione
di
competenza
comunicativa).
Finalità
dell’educazione
linguistica:
sviluppare
un
repertorio
linguistico
in
cui
tutte
le
capacità
linguistiche
trovino
posto.
Il
Quadro
di
riferimento
non
fornisce
solo
una
scala
per
misurare
la
competenza
generale
in
una
determinate
lingua,
ma
fa
anche
un’analisi
dell’uso
dellalingua
e
delle
competenze
linguistiche
scomponendole,
in
modo
da
permettere
agli
operatori
del
settore
di
definire
obiettivi
di
qualsiasi
tipo
e
descrivere
i
risultati
raggiunti
tenendo
conto
dei
diversi
bisogni,
caratteristiche
e
risorse
degli
apprendenti.
Perchè
è
necessario
il
Quadro
di
riferimento?
È
necessario
potenziare
l’apprendimento
e
l’insegnamento
linguistico
negli
stati
membri
in
modo
da
favorire
una
maggiore
mobilità,
una
più
efficace
comunicazione
internazionale
insieme
al
rispetto
per
l’identità
e
per
la
diversità
delle
culture,
un
migliore
accesso
all’informazione,
l’intensificazione
degli
scami
interpersonali,
il
miglioramento
dei
rapport
di
lavoro
e
una
più
profonda
comprensione
reciproca.
à
l’apprendimento
delle
lingue
deve
va
promosso
e
facilitato
in
tutto
il
percorso
educativo.
Quadro
comune
europero
di
riferimento
con
lo
scopo
di;
-‐ promuovere
e
agevolare
la
cooperaizone
tra
istituti
di
istruzione
di
paesi
diversi;
-‐ fornire
una
solida
base
per
il
riconoscimento
reciproco
delle
certificazioni
linguistiche;
-‐ aiutare
apprendenti,
insegnanti,
estensori
di
programmi,
organismi
esaminatori
e
aministratori
scolastici
a
intraprendere
le
opportune
iniziative
e
a
coordinare
i
propri
sforzi.
Che
uso
fare
del
Quadro
di
riferimento?
Il
Quadro
di
riferimento
può
essere
utilizzato
per:
v elaborare
i
programmi
di
apprendimento
linguistico,
specificando:
le
conoscenze
presupposte
e
l’articolazione
dei
programmi
stessi
in
rapporto
con
gli
apprendimenti
precedenti;
gli
obiettivi
e
i
contenuti;
v progettare
la
certificazione
linguistica
specificando:
i
contenuti
del
programma
d’esame;
i
criteri
di
valutazione,
formulati
in
termini
di
risultati
positive
piuttosto
che
di
carenze;
v progettare
l’apprendimento
autonomo
(sviluppare
nell’apprendente
la
consapevolezza
delle
conoscenze
di
cui
dispone
all’inizio;
abituarlo
a
darsi
degli
obiettivi
validi;
insegnargli
a
scegliere
il
materiale;
insegnargli
ad
autovalutarsi);
v i
programmi
di
apprendimento
e
le
certificazioni
possono
essere:
globali
(fanno
progredire
l’apprendente
in
tutte
le
dimensioni
della
padronanza
linguistica);
modulari
(sviluppano
le
competenze
dell’apprendente
in
unsettore
limitato
per
uno
scopo
determinato);
a
peso
differenziato
(quando
enfatizzano
l’apprendimento
in
determinate
direzioni
e
portano
a
un
profile
che
prevede
il
raggiungimento
di
un
livello
più
elevato
in
certe
conoscenze
e
in
certe
abilità
che
in
altre);
parziali
(quando
si
concentrano
esclusivamente
su
attività
e
abilità
specifiche,
lasciando
perdere
altre).
N.B.
si
possono
verificare
cambiamenti
nella
natura
dei
bisogni
degli
apprendenti
e
del
contesto
in
cui
vivono,
studiano
e
lavorano.
A
quali
criteri
si
deve
attenere
il
Quadro
di
riferimento?
Per
adempiere
alle
sue
funzioni,
il
Quadro
comune
europeo
deve
essere:
-‐ ESAUSTIVO
à
dovrebbe
cercare
di
specificare
la
gamma
di
conoscenze,
capacità
e
usi
linguistici.
Tutti
gli
utenti
dovrebbero
essere
in
grado
di
descrivere
i
propri
obiettivi,
con
riferimento
al
Quadro.
-‐ TRASPARENTE
à
l’informazione
deve
essere
formulata
in
modo
chiaro
ed
esplicito,
in
modo
da
essere
accessibile
e
facilmente
comprensibile
alle
persone
interessate.
-‐ COERENTE
à
la
descrizione
deve
essere
scevra
da
contraddizioni
interne.
In
riferimento
ai
sistei
scolastici,
deve
esservi
quindi
una
relazione
tra:
l’identificazione
dei
bisogni,
la
determinazione
degli
obiettivi,
la
definizione
del
contenuto,
la
selezione
e
creazione
del
materiale,
la
definizione
dei
programmi
di
insegnamento/apprendimento,
i
metodi
di
insegnamento/apprendimento
utilizzati,
il
controllo,
la
misurazione
e
la
valutazione.
Il
Quadro
di
riferimento
dovrebbe
essere:
-‐ Multifunzionale
à
utilizzabile
per
tutti
gli
scopi
possibili
-‐ Flessibile
à
adattabile
alle
diverse
condizioni
-‐ Aperto
à
da
poter
essere
ampliato
-‐ Dinamico
à
in
costante
evoluzione
-‐ Amichevole
à
presentato
da
facilitarne
comprensione
e
uso
-‐ non
dogmatico
à
non
correlate
in
maniera
esaustiva
a
nessuna
teoria
e
pratica
linguistica
e
educativa.
CAPITOLO
2
–
Qual
è
l’approccio
adottato?
Un
approccio
orientato
all’azione
Orientato
all’azione
=
che
considera
le
persone
che
usano
e
apprendono
una
lingua
come
“attori
sociali”,
ossia
come
membri
di
una
società
che
hanno
dei
compiti
da
portare
a
termine
in
circostanze
date,
in
un
ambiente
specifico
e
all’interno
di
undeterminato
campo
d’azione.
Si
parla
di
COMPITI
in
quanto
le
azioni
sono
compiute
da
uno
o
più
individui
che
usano
le
proprie
conoscenze
strategicamente
per
raggiungere
un
determinato
risultato.
L’approccio
orientate
all’azione
prende
in
considerazione
anche
le
risorse
cognitive
ed
affettive,
la
volontà
e
tutta
la
gamma
delle
capacità
possedute
e
utilizzate
da
un
individuo
in
quanto
attore
sociale.
L’uso
della
lingua
(incluso
il
suo
apprendimento)
comprende
le
azioni
compiute
da
persone
che,
in
quanto
individui
e
attori
sociali,
sviluppano
una
gamma
di
competenze
(conoscenze,
abilità,
caratteristiche),
sia
generali
sia
linguistico-‐comuncative.
Gli
individui
utilizzano
le
proprie
competenze
in
contesti
(insieme
di
eventi
e
fattori
situazionali,
interni
ed
esterni
alla
persona,
in
cui
si
inscrivono
gli
atti
comunicativi)
e
condizioni
differenti
e
con
vincoli
diversi
per
realizzare
delle
attività
linguistiche.
Queste
implicano
i
processi
linguistici
di
produrre
e/o
ricevere
testi
(testp=
sequenza
di
discorso
che
si
riferisce
a
un
dominio
specifico)
su
determinati
temi
in
domini
(settori
della
vita
sociale
in
cui
operano
gli
attori
sociali)
specifici,
con
l’attivazione
delle
strategie
(lineee
di
azione
organizzate,
finalizzate
e
controllate,
che
un
individuo
sceglie
per
portare
a
termine
un
compito
autonomamente
assunto)
che
sembrano
essere
più
adatte
a
portare
a
buon
fine
i
compiti
(azioni
finalizzate
che
l’indivduo
ritiene
necessarie
per
raggiungere
un
determinato
risultato)previsti.
Le
competenze
generali
di
un
individuo
Sapere
–
saper
fare
–
saper
essere
+
capacità
di
apprendere.
Conoscenza
(conoscenza
dichiarativa)
=
conoscenza
ricavata
dall’esperienza
(sapere
empirico)
o
da
un
apprendimento
formale
(sapere
accademico).
Le
conoscenze
possedute
d
aun
individuo
sono
determinant
per
il
suo
apprendimento
linguistico.
ABILITÀ
e
SAPER
FARE:
dipedono
da
capacità
procedurali.
Possono
essere
acquisite
più
facilmente
se
si
intrecciano
all’acquisizione
di
conoscenze
che
possono
essere
dimenticate
e
si
integrano
con
forme
di
saper
essere.
SAPER
ESSERE:
somma
delle
caratteristiche
individuali,
dei
tratti
di
personalità
e
degli
atteggiamenti
che
riguardano
l’immagine
di
sè
e
degli
altri
e
la
disponibilità
ad
interagire
socialmente.
Il
saper
essere
dipende
dalla
cultura.
SAPER
APPRENDERE:
mette
in
gioco
il
saper
essere,
il
sapere
e
il
saper
fare*
e
si
basa
su
competenze
di
diverso
tipo.
Il
saper
apprendere
è
molto
importante
per
l’apprendimento
delle
lingue.
***
à
disponibilità
a
prendere
l’iniziativa
e
a
correre
rischi
nella
comunicazione
faccia
a
faccia,
abilità
d’ascolto;
es.
conoscenza
di
quali
relazioni
morfosintattiche
corrispondono
ai
modelli
di
declinazione
in
una
determinate
lingua;
es.
facilità
ad
usare
un
dizionario
o
saper
utilizzare
mezzi
audiovisivi
e
informatici.
L’uso
di
abilità
e
la
capacità
di
affrontare
situazioni
non
conosciute
può
essere
determinate
da
molte
variabili:
-‐ riferibili
all’evento
(es.
se
l’individuo
sta
trattando
con
persone
sconosciute,
un’area
del
sapere
di
cui
è
ignaro,
una
cultura
non
familiare,
una
lingua
straniera);
-‐ riferibili
al
contesto
-‐ variabili
riferibili
alle
circostanze
e
all’esperienza
precedente.
Competenza
linguistico-‐comunicativa
Comprende
diverse
componenti:
• Linguistica:
le
competenze
linguistiche
includono
conoscenze
e
abilità
riferite
al
lessico,
alla
fonologia,
alla
sintassi,
e
ad
altre
cdimensioni
del
linguaggio
visto
come
sistema.
Questa
component
ha
a
che
fare
anche
con
l’organizzazione
cognitiva
e
con
il
modo
in
cui
le
conoscenze
sono
immagazzinate
e
con
la
loro
accessibilità
• Sociolinguistica:
le
competenze
sociolinguistiche
si
riferiscono
a
fattori
socioculturali
dell’uso
linguistico.
La
component
sociolinguistica
condiziona
ogni
comunicazione
linguistica
tra
rappresentanti
di
culture
diverse
(es.
regole
di
cortesia).
• Pragmatica:
le
competenze
pragmatiche
riguardano
l’uso
funzionale
delle
risorse
linguistiche,
basandosi
su
scenari
e
copioni
di
scambi
interazionali.
Riguardano
anche
la
padronanza
del
discorso,
coesione,
coerenza,
l’identificazione
di
tipi
e
forme
testuali,
ironia
e
parodia.
Attività
linguistiche
Coinvolgono
la
ricezione,
la
produzione,
l’interazione
e
la
mediazione
e
possono
realizzarsi
mediante
testi
orali
o
scritti,
o
testi
insieme
orali
e
scritti.
RICEZIONE
E
PRODUZIONE
à
primarie
(necessarie
per
l’interazione).
INTERAZIONE
à
almeno
due
perosne
partecipano
a
uno
scambio
orale
e/o
scritto,
alternandosi
nella
produzione
e
ricezione,
che
nella
comunicazione
possono
anche
sovrapporsi.
MEDIAZIONE
à
le
attività
di
mediazione
rendono
possibile
la
comunicazione
tra
persone
che
non
sono
in
grado
di
comunicare
direttamente.
Domini
La
contestaulizzazione
delle
attività
;inguistiche
si
realizza
in
domini.
Questi
possono
essere
molto
differenti
gli
uni
dagli
altri.
Possono
essere
distinti
in
4
settori:
1. Dominio
pubblico
à
riguarda
tutto
ciò
che
è
legato
alla
normale
interazione
sociale
2. Dominio
personale
à
comprende
le
relzioni
all’interno
della
famiglia
e
le
pratiche
sociali
proprie
dell’individuo
3. Dominio
professionale
à
comprende
tutto
ciò
che
si
riferisce
alle
attività
e
alle
relazioni
di
una
persona
nell’esercizio
della
sua
professione
4. Dominio
educativo
à
si
riferisce
al
contesto
di
apprendimento/formazione
dove
si
acquisiscono
conocenze
e
abilità
specifiche.
Compiti,
strategie,
testi
La
comunicazione
e
l’apprendimento
implicano
l’esecuzione
di
compiti
(non
esclusivamente
linguistici).
Questi
compiti
richiedono
l’impiego
di
strategie
di
comunicazione
e
di
apprendimento.
Nella
misura
in
cui,
per
risolverli,
si
ricorre
ad
attività
linguistiche,
è
necessario
un
trattamento
dei
testi.
A
seconda
della
strategia
adottata,
l’esecuzione
del
compito,
può
comportare
o
no
un’attività
linguistica
e
il
trattameto
di
un
testo.
Il
rapport
tra
strategie,
compito
e
testo
dipende
dalla
natura
del
compito,
che
può
essere
prevalentemente
linguistico.
Molti
compiti
però
possono
essere
portati
a
termine
senza
ricorrere
ad
attività
linguistiche
(es.
smontare
una
tenda
in
silenzio).
Livelli
comuni
di
riferimento
Dimensione
verticale:
sequenza
graduata
di
livelli
comuni
di
riferimento
che
permettono
di
descrivere
la
competenza
dell’apprendente
(dimensione
vertical
di
progresso).
Dimensione
orizzontale:
cosituita
da
parametri
per
le
attività
communicative
e
per
la
competenza
linguistico-‐comunicativa.
L’apprendimento
di
una
lingua
è
un
processo
continuo
e
individuale.
Il
numero
e
l’estensione
dei
livelli
dipende
dall’organizzazione
del
sistema
scolastico
e
dallo
scopo
al
quale
la
scala
di
livelli
è
destinata.
Il
progresso
non
consiste
esclusivamente
nel
salire
lungo
una
scala
verticale.
Apprendimento
e
insegnamento
linguistico
Il
Quadro
di
riferimento
non
può
limitarsi
a
prendere
in
considerazione
il
sapere,
il
saper
fare
e
il
saper
essere
che
gli
apprendenti
hanno
bisogno
di
sviluppare
per
agire
con
competenza
inguistica,
ma
deve
anche
occuparsi
dei
processi
dell’acquisizione
e
dell’apprendimento
linguistico,
oltre
che
dei
metodi
di
insegnamento.
La
valutazione
della
padronanza
linguistica
Funzioni
del
Quadro
di
riferimento
rispeto
alla
valutazione
della
competenza
linguistica.
Le
possibili
modalità
d’uso
sono
3:
-‐ per
specificare
il
contenuto
di
test
ed
esami
-‐ per
definire
i
criteri
in
base
ai
quali
un
obiettivo
di
apprendimento
si
può
considerare
raggiunto
-‐ per
descrivere
i
livelli
di
competenza
rilevati
in
test
ed
esami
esistenti,
in
modo
da
fare
confronti
tra
sistemi
di
certificazione
diversi
CAPITOLO
3
–
I
livelli
comuni
di
riferimento
Criteri
per
i
descrittori
dei
livelli
comuni
di
riferimento
Uno
degli
scopi
del
Quadro
di
riferimento
è
agevolare
la
descrizione
dei
livelli
di
competenza
richiesti
da
standard,
in
modo
da
facilitare
il
confronto
tra
differenti
sistmi
di
qualificazione
linguistica.
Perciò
sono
stai
elaborati
il
modello
e
i
Livelli
comuni
di
riferimento.
Un
quadro
comune
dovrebbe
rispettare
4
criteri,
due
riferiti
alla
descrizione,
due
alla
misurazione.
DESCRIZIONE
La
scala
di
un
quadro
comune
di
riferimento
non
dovrebbe
riferirsi
a
un
contesto
specifico.
Al
contempo
però
i
descrittori
di
una
scala
comune
di
riferimento
devono
avere
rilevanza
contestuale
ed
essere
riferibili
e
trasferibili
in
ogni
contesto
significativo
e
adeguati
alla
funzione
per
la
quale
vengono
usati
in
quel
contesto.
MISURAZIONE
I
livelli
ai
quali
sono
collocate
determinate
attività
e
competenze
dovrebbero
essere
determinati
in
modo
oggettivo
(si
devono
basare
su
una
teoria
della
misurazione).
Il
numero
di
livelli
adottati
dovrebbe
rendere
conto
della
progression
in
settori
differenti.
In
nessun
contesto
specific
si
dovrebbe
però
superare
il
numero
di
livelli
che
possono
essere
distinti
con
ragionevole
chiarezza
e
coerenza.
I
livelli
comuni
di
riferimento
Il
quadro
delineato
consiste
di
sei
livelli
generali:
1. livello
di
contatto
2. livello
di
sopravvivenza
3. livello
soglia
4. livello
progresso
5. livello
dell’efficacia
6. livello
di
padronanza
A
B
C
Livello
elementare
Livello
intermedio
Livello
avanzato
Presentazione
dei
livelli
comuni
di
riferimento
Sono
presentati
in
tre
tavole
(vedi
libro).
SCALA
GLOBALE
LIVELLO
AVANZATO
C2
à
in
grado
di
comprendere
SENZA
SFORZO
tutto
ciò
che
ascolta
o
legge.
Sa
riassumere
e
ristrutturare
coerentemente
informazioni
da
diverse
fonti
(orali
e
scritte).
Si
esprime
spontaneamente,
in
modo
molto
scorrevole
e
preciso,
rendendo
sottili
sfumature
di
significato
anche
in
situazioni
complesse.
C1
à
comprende
un’ampia
gamma
di
testi
complessi
e
lunghi,
ricavandone
il
significato
implicito.
Si
esprime
in
modo
scorrevole
e
spontaneo,
senza
eccessivo
sforzo
per
trovare
le
parole.
Usa
la
lingua
in
modo
flessibile
ed
efficace
pe
scopi
sociali,
accademici,
professionali.
Sa
produrre
testi
chiari,
ben
strutturati
e
articolati
su
argomenti
complessi,
mostrando
di
saper
controllare
le
strutture
discorsive,
i
connettivi
e
i
meccanismi
di
coesione.
LIVELLO
INTERMEDIO
B2
à
Comprende
le
idee
fondamentali
di
testi
complessi
(argomenti
concreti
e
astratti),
comprese
discussion
tecniche
del
proprio
settore.
Interagisce
con
relative
scioltezza
e
spontaneità
(NO
eccessiva
fatica
e
tensione
in
interazione
con
nativi).
Sa
produrre
testi
chiari
e
articolati
su
un’ampia
gamma
di
argomenti
ed
esprimere
un’opinione
su
un
argomento
di
attualita.
B1
à
comprende
i
punti
essenziali
di
messaggi
chiari
su
argomenti
familiari
.
Se
la
cava
in
molte
situazioni
durante
i
viaggi.
Sa
produrre
testi
semplici
e
coerenti
su
argomenti
familiario
di
suo
interesse.
È
in
grado
di
descrivere
esperienze
e
avvenimenti,
sogni,
speranze,
ambizioni,
di
esporre
ragioni
e
dare
spiegazioni
su
opinion
e
progetti.
LIVELLO
ELEMENTARE
A2
à
Comprende
frasi
isolate
ed
espressioni
di
uso
frequente
relative
ad
ambiti
di
immediate
rilevanza.
Riesce
a
comunicare
in
attività
semplici
e
di
routine
(scambio
di
informazioni
semplice
e
diretto
su
argomenti
familiari
abituali).
Riesce
a
descrivere
in
termini
semplici
aspetti
del
proprio
vissuto
e
del
proprio
ambiente
ed
elementi
che
si
riferiscono
a
bisogni
immediati.
A1
à
Riesce
a
comprendere
e
utilizzare
frasi
ed
espressioni
familiari
di
uso
quotidiano
e
formule
comuni
per
soddisfare
bisogni
concreti.
Sa
presentare
sé
stesso
ad
altri,
è
in
grado
di
porre
domande
su
dati
personali
e
rispondere
a
domande
analoghe.
In
grado
di
interagire
in
modo
semplice
(se
l’interlocutore
parla
lentamente
e
chiaramente
ed
è
disposto
a
collaborare).
Descrittori
Si
riferiscono
alle
tre
metacategorie
seguenti:
1. ATTIVITÀ
COMUNICATIVE
-‐
sono
stati
elaborati
descrittori
del
“saper
fare”
per
la
ricezione,
l’interazione
e
la
produzione.
Non
in
tutte
le
sottocategorie
si
possono
averedescrittori
per
ogni
livello:
infatti,
certe
attività
non
possono
essere
svolte
prima
che
si
sia
raggiunto
un
determinate
livello
di
competenza.
2. STRATEGIE
–
sono
stati
elaborate
descrittori
del
“saper
fare”
per
alcune
strategie
impiegate
nella
realizzazione
delle
attività
communicative
(strategie:
cerniera
tra
le
risorse
dell’apprendente
–competenze
e
ciò
che
questi
può
fare
–
attività
comunicative).
3. COMPETENZE
LINGUISTICO-‐COMUNICATIVE
–
sono
stati
elaborate
descrittori
graduate
per
aspetti
della
competenza
linguistica,
pragmatica
e
sociolinguistica.
Alcuni
aspetti
delle
competenze
non
possono
essere
definiti
a
tutti
i
livelli,
quindi
sono
state
fatte
distinzioni
quando
si
sono
dimostrate
significative.
GRIGLIA
DI
AUTOVALUTAZIONE
–
vedi
pagg.
34-‐35
/
36-‐37
L’insieme
dei
descrittori
è:
FLESSIBIE
,
COERENTE
Flessibilità
dell’approccio
ad
albero
Livello
A1
(contatto)
–
livello
più
basso
di
competenza.
Però,
prima
di
aver
raggiunto
questo
stadio,
gli
apprendenti
possono
efficacemente
portare
a
termine
vari
tipi
di
compiti
specifici
corrispondenti
ai
loro
bisogni
(usando
una
gamma
di
mezzi
linguistici
molto
ristretta).
Descrittori
che
si
riferiscono
a
compiti
semplici,
di
ordine
generale,
che
nella
scala
sono
stati
collocate
sotto
il
livello
A1:
-‐ è
in
grado
di
fare
semplici
acquisti
(con
gesti
a
support
della
verbalizzazione);
-‐ è
in
grado
di
chiedere
giorno,
data
e
ora
e
rispondere
alle
medesime
domande;
-‐ è
in
grado
di
usare
alcune
forme
elementary
di
sauto;
-‐ è
in
grado
di
dire
SI,
NO,
PER
FAVORE,
PREGO,
GRAZIE,
SCUSA
-‐ è
in
grado
di
compilare
moduli
non
complicati
-‐ è
in
grado
di
scirvere
una
semplice
e
breve
cartolina
postale
Riguardano
compiti
della
vita
reale
in
situazioni
di
turismo.
Ricerca
svizzera
–
soo
aggiunti
A2+
B1+
B2+
(la
presenza
di
livelli
più
stretti
è
rilevante
in
contesto
di
apprendimento)
à
livelli
potenziati
Mettere
delle
cesure
tra
livelli
è
una
procedura
soggettiva.
Il
vantaggio
di
un
approccio
ad
albero
è
che
consente
che
differenti
utenti
taglino
un
insieme
di
livelli
e/o
descrittori
in
punti
differenti
per
respondere
ai
bisogni
locali,
definendo
dei
livelli
locali,
che
continuano
però
a
mantenere
il
riferimento
a
un
sistema
comune.
Con
unsistema
ad
albero
flessibile
ogni
istituzione
può
sviluppare
i
rami
che
ritiene
significativi
al
livello
di
finezza
opportune,
per
collocare
i
livelli
usati
nel
proprio
sistema
all’interno
dell’impostazione
del
Quadro
comune
di
riferimento.
Coerenza
interna
dei
livelli
comuni
di
riferimento
Livello
A1
(CONTATTO
–
Breakthroug)
à
livello
più
basso
della
competenza
che
permette
di
generare
e
produrre
lingua.
È
il
punto
in
cui
l’apprendente
è
in
grado
di
interagire
inmodo
semplice,
rispondere
a
domande
semplici
su
se
stesso
(dove
vive,
chi
conosce,
cosa
possiede)
e
porre
domande
analoghe,
formulare
e
reagire
a
enunciati
semplici
in
aree
che
riguardano
bisogni
immediate
argomenti
molto
familiari.
LIVELLO
A2
(Livello
di
sopravvivenza
–
Way-‐stage)
à
a
questo
livello
si
trova
la
maggior
parte
dei
descrittori
relativi
alle
funzioni
sociali
+
descrittori
relativi
alle
uscite
e
agli
spostamenti
(usa
semplici
espressioni
convenzionali
per
salutare
e
rivolgere
la
parola
a
qualcuno,
saluta,
chiede
come
stanno
le
persone
e
reagisce
alle
stesse
domande/
intrattiene
scambi
comunicativi
molto
brevi/
pone
domande
sull’occupazione
degli
interlocutori
e
tempo
libero,
rispondendo
a
domande
analoghe/
fa
inviti
e
vi
risponde/
discute
su
cosa
fare,
dove
andare,
prende
accordi
per
incontrarsi/
offre
qualcosa
e
accetta).
È
la
versione
semplificata
delle
specificazioni
contenute
nel
Livello
soglia
per
adulti
che
vivono
all’estero
(concludere
transazioni
nei
negozi,
uffici
postali
o
banche/
farsi
dare
info
di
viaggio/
usare
mezzi
di
trasporto
pubblico/
chiedere
info
di
base/
chiedere
e
indicare
il
percorso/
comprare
i
biglietti/
chiedere
e
fornire
merci
e
servizi
di
uso
quotidiano).
LIVELLO
A2+
(Livello
di
sopravvivenza
potenziato)à
la
partecipazione
alla
conversazione
è
piuù
attiva,
anche
se
condotta
con
qualche
aiuto
dall’interlocutore
–
la
partecipazione
a
una
discussione
libera
è
molto
limitata.
Maggiore
abilità
a
sostenere
monologhi.
LIVELLO
PIÙ
BASSO
LIVELLO
B1
–
rispecchia
le
specificazioni
del
Livello
soglia
(Threshold
Level)
à
capacità
di
mantenere
l’interazione
e
di
riuscire
ad
ottenere
ciò
che
si
desidera,
in
situazioni
di
vario
tipo;
capacità
di
far
fronte
in
modo
flessibile
ai
problem
della
vita
di
tutti
i
giorni
(segue
e
comprende
i
punti
principali
in
una
discussione
che
si
riferisce
a
lui/lei,
a
conizione
che
si
parli
chiaramente
in
lingua
standard;chiede
ed
esprime
opinion
personli
in
conversazioni
informali
tra
amici;
sostiene
una
conversazione
o
discussione,
ma
quando
cerca
di
esprimere
con
esattezza
il
proprio
pensiero
può
avere
difficoltà
a
farsi
capire;
evidenti
pause
per
cercare
leparole
o
forme
grammaticali
e
per
riparare
agli
errori;
se
la
cava
nella
maggior
parte
delle
situazioni
durante
un
viaggio;
prende
iniziativa
in
un
colloquio/visita
medica,
es.
nuovo
argomento;
dipende
in
larga
misura
dall’interlocutore,
chiede
a
qualcuno
di
precisare
che
dice).
LIVELLO
B1+
(Livello
soglia
potenziato)
à
si
ritrovano
le
stesse
due
caratteritiche
di
base
del
B1,
con
aggiunta
di
descrittori:
prende
messaggi
contenenti
precise
richieste
di
info
o
spiegano
problemi;
fornisce
info
concrete
in
un
colloquio
o
in
una
visita;
spiega
perchè
qualcosa
costituisce
un
problema;
reassume
–articolo,
intervista,
documentario..-‐ esprimento
un’opinione;
descrive
come
fare
qualcosa,
con
istruzioni
dettagliate;
scambia
con
disinvoltura
info
fattuali
sulla
sua
routine
o
su
temi
non
abituali
ma
del
suo
campo.
LIVELLO
B2
à
vuole
riflettere
le
specificazioni
del
livello
progresso.
I
descrittori
a
questo
livello
rappresentano
uno
stacco
netto
con
il
contenuto
di
quelli
precedenti:
espone
e
sostiene
le
proprie
opinion,
con
spiegazioni
adeguate,
argomentazioni
e
commenti;
spiega
il
punto
di
vista
su
un
argomento
di
attualità;
spiega
un
problema;
costruise
un
ragionamento
con
argomentazioni
logiche;
si
interroga
su
cause,
conseguenze
e
situazioni
ipotetiche..
Nelle
relazioni
sociali
agisce
più
efficacemente:
conversa
con
naturalezza,
scioltezza,
efficacia,
anche
in
aituazioni
rumorose;
avvia
il
discorso,
prende
la
parola
in
modo
opportune,
frasi
fatte
per
prende
tempo;
no
eccessivi
sforzi
con
parlanti
nativi;
si
adatta
ai
cambiamenti
in
una
conversazione
–es.
cambio
di
stile,
enfasi.
Grado
di
consapevolezza
linguistica:
corregge
errori
che
hanno
provocato
fraintendimenti;
prende
nota
dei
suoi
errori;
pianifica
qull
che
deve
dire
considerando
la
reazione
possibile
dei
suoi
interlcoutori.
LIVELLO
B2+
-‐
Livello
progressivo
potenziato
à
focus
sull’argomentazione,
efficacia
dell’interazione
sociale,
consapevolezza
linguistica
+
nuova
attenzione
alle
capacità
discursive.
Strategie
di
cooperazione:
riprende
e
sviluppa
enunciate
e
inferenze
degli
altri
intrlcoutori;
connette
i
propri
contribute
a
quelli
degli
altri.
Aspetti
di
coerenza
e
coesione:
numero
limitato
di
elementi
di
coesione
per
collegare
con
disinvoltura
le
frasi
e
produrre
un
discorso
chiaro;
uso
efficace
di
connettivi
per
indicare
i
rapport
tra
i
concetti;
sviluppa
un’argomentazione
in
modo
sistematico,
mettendo
in
evidenza
i
punti
salienti.
Negoziazione:
espone
una
richiesta
di
indennizzo
con
un
linguaggio
convincente
e
argomenti
semplici
per
ottenere
soddisfazione;
enuncia
charamente
i
limiti
di
una
concessione.
LIVELLO
C1
–
Livello
dell’efficacia
à
facilità
di
accesso
a
un’ampia
gamma
di
strumenti
linguistici
che
permettono
una
comunicazione
sciolta
e
spontanea:
si
esprime
quasi
senza
sforzo,
spontaneamente;
buona
padronanza
di
un’ampio
repertorio
lessicale,
e
colma
le
lacune
con
perifrasi;
si
nota
poco
lo
sforzo
per
trovare
espressioni
o
strategie
di
evitamento;
solo
un
argomento
concettualmente
difficile
può
inibire
la
natural
sciltezza
del
discorso.
LIVELLO
C2
à
non
indica
la
competenza
del
parlante
native
o
che
si
avvicini.
Definisce
il
grado
di
rpecisione,
appropriatezza
e
scioltezza
linguistica
che
caratterizza
il
discorso
di
apprendenti
eccellenti.
Descrittori:
esprime
con
precision
sottili
sfumature
di
significato;
usa
con
ragionevolezza
svariati
modificatori
del
discorso;
buon
apadronanza
di
espressioni
idiomatiche;
aggira
le
difficoltà
con
tanta
scioltezza
che
l’interlocutore
difficilmente
se
ne
accorge.
LIVELLO
PIÙ
ALTO
Ciascun
livello
comprend
ei
livelli
inferiori.
Non
tutti
gli
elementi
o
aspetti
di
un
descrittore
vengono
ripetuti
al
livello
successivo.
Come
usare
le
scale
dei
descrittori
di
competenza
linguistica
I
livelli
comuni
di
riferimento
(pag.
32-‐33,
34-‐35,
36-‐37)
costituiscono
una
scala
verbale
di
competenza.
Le
scale
di
competenze
sono
state
distinte
funzionalmente
in
3
tipi:
1. orientate
all’utente
–
riportano
i
comportamenti
caratteristici
o
probabili
degli
apprendenti
ad
uno
specifico
livello.
Gli
enunciate
esprimono
ciò
che
l’apprendente
è
in
grado
di
fare,
e
sono
formulate
in
termini
positivi.
A
volte
possono
essere
espresso
delle
limitazioni.
2. orientate
all’esaminatore
–
sono
un
aguida
per
le
operazioni
di
attribuzione
di
un
punteggio,
o
di
un
voto.
Enunciati
formulati
in
termini
di
qualità
della
prestazione
attesa.
Si
concentrano
sulla
qualità
della
prestazione
dell’apprendente
e
sono
spesso
espressi
in
termini
negativi.
TIPOLOGIE:
di
tipo
olistico
(un
descrittore
per
livello),
analitiche
(mettono
a
fuoco
diversi
aspetti
della
prestazione,
quali
ampiezza,
correttezza,
fluenza,
pronuncia).
Scale
analitiche
orientate
alla
diagnosi
à
uno
dei
loro
scopi
è
delineare
la
situazione
in
quel
momento
e
i
bisogni
dell’apprendente
rispetto
a
categorie
significative
e
di
eseguire
una
diagnosi
su
ciò
che
va
fatto
per
soddisfarli.
3. orientate
all’autore
–
guida
per
la
costruzione
di
test
a
livelli
appropriate.
Si
concentrano
su
ciò
che
l’apprendente
è
in
grado
di
fare.
Le
liste
di
controllo
o
dcale
di
descrittori
usate
per
la
valutazione
continua
da
parte
dell’insegnante
funzionano
meglio
se
i
descrittori,
oltre
a
dire
che
cosa
gli
apprendenti
sono
capaci
di
fare,
dicono
come
sono
capaci
di
farlo.
Le
scale
di
competenza
linguistica
possono
essere
considerate
caratterizzate
da
uno
o
più
dei
seguenti
orientamenti:
CIÒ
orientamento
all’utente
(+semplice)
Che
l’apprenente
sa
fare
orientamento
all’autore
(+complesso)
orientamento
all’insegnante
orient.
all’apprend.
COME
L’apprendente
lo
sa
fare
orientamento
diagnostico
(+complesso)
orientamento
all’esaminatore
(+semplice)
Livelli
di
competenza
e
classificazione
dei
risultati
È
importante
distinguere
tra
la
definizione
di
livellidi
competenza
e
la
valutazione
del
grado
di
raggiungimento
di
un
obiettivo
appartenente
a
un
determinato
livello.
Una
scala
di
competenze
definisce
una
serie
di
bande
ascendenti
che
possono
coprire
l’intera
gamma
delle
competenze
di
un
apprendente
o
solo
la
gamma
di
competenza
che
è
rilevante
per
il
settore
o
l’istituzione
in
questione.
È
possibile
stabilire
una
relazione
approssimativa
tra
la
gamma
degli
standard
usati
in
un
determinate
settore
e
i
livelli
di
competenza
ricorrendo
a
una
procedura
che
mette
insieme
diverse
tecniche.
CAPITOLO
5
–
Le
competenze
di
chi
apprende
e
usa
la
lingua
Tutte
le
competenze
proprie
dell’essere
umano
contribuiscono
alla
capacità
di
comunicazione
del
soggetto
e
possono
essere
considerate
come
component
della
competenza
comuncativa.
Competenze
generali
Conoscenze
dichiarative
(SAPERE)
Conoscenza
del
mondo
–
strettamente
legata
al
lessico
e
alla
grammatical
dellalingua
madre.
La
lingua
e
la
rappresentazione
del
mondo
si
sviluppano
infatti
in
stretta
relazione
reciproca.
La
comunicazione
dipende
dalla
congruenza
esistente
tra
le
rappresentazioni
del
mondo
e
lalingua
che
vi
partecipa.
La
conoscenza
del
mondo
comprende
:
-‐ luoghi,
istituzioni
e
organizzazioni,
persone
e
oggetti,
avvenimenti,
processi
e
operazioni
riferibili
a
domini
differenti;
-‐ le
classi
di
entità
(concreta/astratta,
animata/inanimata..)
e
le
relative
proprietà
e
relazioni
spazio-‐temporali,
associative,
analitiche,
logiche,
causa/effetto..).
Conoscenza
socioculturale
–
è
uno
degli
aspetti
della
conoscenza
del
mondo.
Gli
elementi
che
caratterizzano
una
particolare
società
europea
e
la
sua
cultura
possono
riguardare:
-‐ la
vita
di
tutti
i
giorni
(cibi
e
bevande,
orari
dei
pasti,
educazione
a
tavola,
ferie
orario
di
lavoro,
tempo
libero..);
-‐ le
condizioni
di
vita
(tenore
di
vita,
abitazione,
previdenza
sociale);
-‐ le
relazioni
interpersonali
(rapport
tra
i
sessi,
strutturazione
delle
classi
sociali,
struttura
della
famiglia,
rapport
tra
le
generazioni,
sul
posto
di
lavoro,
tra
cittadini
e
polizia..,
tra
diversi
gruppi
etnici,
tra
gruppi
politici
e
relgiosi);
-‐ valori,
convinzioni,
atteggiamenti
(con
riferimento
a
fattori
quali:
classi
sociali,
categorie
professionali,
patrimonio,
culture
regionali,
sicurezza,
istituzioni,
tradizioni,
storia,
minoranze,
identità
nazionale,
paesi
e
popoli
stranieri,
politica,
arti,
religion,
umorismo);
-‐ il
linguaggio
del
corpo
(conoscenza
delle
convenzioni
che
lo
governano);
-‐ le
convenzioni
sociali
(puntualità,
regali,
abbigliamento,
rinfreschi,
convenzioni
e
taboo
nel
comportamento
e
nella
conversazione,
durata
della
visita,
modo
di
accomiatarsi);
-‐ i
comportamenti
rituali
in
aree
quali
pratiche
e
riti
religiosi,
nascita,
matrimonio,
morte,
comportamento
di
ascoltatori
e
spettatori
a
spettacoli
e
cerimonie,
celebrazioni,
festività..
Consapevolezza
interculturale
-‐
conoscenza,
consapevolezza
e
comprensione
del
rapporto
esistente
tra
il
mondo
d’origine
e
il
mondo
della
comunità
di
cui
si
impara
la
lingua.
Rientra
anche
la
consapevolezza
delle
differenze
locali
e
sociali
di
entrambi
i
mondi.
La
consapevolezza
interculturale
ingloba
anche
la
vision
che
oni
comunità
ha
dell’altra,
e
quindi
dei
relative
stereotipi
nazionali.
Abilità
e
saper
fare
-‐ abilità
sociali
(capacità
di
comportarsi
rispettando
le
convenzioni
sociali);
-‐ abilità
correnti
(capacità
di
compiere
efficacemente
le
azioni
della
vita
quotidiana);
-‐ abilità
tecniche
e
professionali
(capacità
di
compiere
le
azioni
che
richiedono
specializzazione
previste
dalle
proprie
mansion
di
salariato
o
lavratore
autonomo;
-‐ abilità
del
tempo
libero
Competenza
esistenziale
(SAPER
ESSERE)
L’attività
comunicativa
di
chi
usa/apprende
la
lingua
dipende
anche
da
fattori
della
personalità
dell’individuo:
-‐ atteggiamenti
(aperture
e
interesse
verso
nuove
esperienze,
persone,
idee,
società,
culture;
disponibilità
a
relativizzare
il
proprio
punto
di
vista
e
sistema
di
valori
culturali;
disponibilità
e
capacità
a
distanziarsi
dai
modi
convenzionali
di
porsi
rispetto
alle
differenze
culturali);
-‐ motivazioni
-‐ valori
morali
-‐ convinzioni
-‐ stili
cognitive
-‐ fattori
dellapersonalità
Lo
sviluppo
di
una
personalità
interculturale
è
un
obiettivo
educativo
importante.
Capacità
di
imparare
(SAPER
APPRENDERE)
Capacità
di
osservare
e
partecipare
a
nuove
esperienze
e
di
integrare
nuove
conoscenze
con
quelle
esistenti,
modificandole
se
necessario.
Sensibilità
alla
lingua
e
alla
comunicazione
–
permette
di
assimilare
le
nuove
esperienze
integrandole
e
sistemandole
in
un
quadro
così
arricchito.
Consapevolezza
e
abilità
fonetiche
generali
–
per
molti
apprendenti
la
capacità
di
pronuncia
in
nuove
lingue
verrà
agevolata
da:
-‐
capacità
di
discriminare
e
produrre
suoni
e
schemi
prosodici
non
familiari;
-‐
capacità
di
percepire
e
produrre
suoni
e
schemi
prosodici
non
familiari
;
-‐
capacità
di
riconoscere
all’ascolto,
in
un
flusso
continuo
di
suoni,
una
sequenza
dotata
di
significato
e
gli
elementi
fonologici
che
la
strutturano;
-‐
comprensione/padronanza
del
processo
di
percezione
e
produzione
sonora.
Abilità
di
studio
-‐ capacità
di
sfruttare
efficacemente
le
occasioni
di
apprendimento
offerte
dale
situazioni
di
insegnamento
(concentrazione,
cogliere
lo
scopo
del
compito,
cooperare
efficacemente
in
gruppo,
svolgere
le
attività
usando
il
più
pissibile
la
L2);
-‐ capacità
di
usare
il
materiale
a
disposizione
per
l’apprendimento
autonomo
-‐ organizzare
e
usare
i
materiali
per
l’apprendimento
auto-‐diretto;
-‐ capacità
di
apprendere
efficacemente
dall’osservazione
e
partecipazione
diretta
a
eventi
comunicativi
-‐ la
consapevolezza
dei
propri
punti
di
forza
e
di
debolezza
nell’apprendimento
-‐ capacità
di
riconoscere
i
propri
bisogni
e
definire
i
propri
scopi
-‐ capacità
di
organizzare
startegie
e
procedure
per
perseguire
questi
scopi,
tenendo
conto
delle
proprie
caratteristiche
e
delle
proprie
risorse.
Abilità
euristiche
-‐ capacità
dell’apprendente
di
affrontare
la
nuova
esperienza
e
di
attivare
competenze
diverse
per
far
fronte
alla
specifica
situazione
di
apprendimento;
-‐ capacità
di
reperire,
comprendere
e
comunicare
nuove
informazioni
-‐ capacità
di
usare
le
nuove
tecnologie
Competenze
linguistico-‐comunicative
Competenze
linguistiche
Tutte
le
lingue
sono
in
continua
evoluzione,
in
correlazione
con
le
esigenze
dell’uso
comunicativo.
Le
lingue
dovrebbero
essere
descritte
come
esistono
nell’uso
piuttosto
che
come
dovrebbero
essere,
secondo
le
autorità.
La
possibilità
che
tutte
le
lingue
possano
essere
descritte
sulla
base
di
un
modello
unico,
universalmente
valido,
è
stata
respinta.
Competenza
linguistica:
conoscenza
e
capacità
d’uso
di
strumenti
formali
con
cui
si
possono
comporre
e
formulare
messaggi
ben
strutturati
e
dotati
di
significato.
Repertorio
linguistico
generale
C2
à
repertorio
linguistico
molto
ampio,
che
gli
permette
di
formulare
i
pensieri
con
precision,
dare
enfasi,
eliminare
ambiguità.
C1
à
in
grado
di
scegliere
la
formulazione
adatta
in
un
vasto
repertorio
linguistico,
senza
limitarsi
in
ciò
che
vuole
dire
B2
à
in
grado
di
esprimersi
chiaramente,
senza
dare
troppo
impressione
di
essersi
dovuto
limitare
in
ciò
che
vuole
dire.
Repertorio
linguistico
sufficiente
per
descrizioni
chiare,
esprimere
punti
di
vista
e
sviluppare
argomentazioni,
senza
dover
cercare
troppo
le
parole
e
creando
anche
frasi
complesse.
B1
à
repertorio
linguistico
sufficiente
per
descrivere
situazioni
non
prevedibili.
Capace
di
esprimere
pensieri
su
argomenti
astratti
o
di
cultura,
quali
la
musica
e
i
film.
Dispone
di
strumenti
sufficienti
per
esprimersi
su
argomenti
come
famiglia,
hobby,
interessi,
lavoro,
viaggi,
attualità,
ma
i
limiti
lessicali
lo
portano
ad
avere
qualche
difficoltà
di
formulazione.
A2
à
possiede
un
repertorio
linguistico
elementare,
se
la
cava
in
situazioni
correnti
di
contenuto
prevedibile.
In
grado
di
formulare
brevi
espressioni
di
uso
corrente,
per
soddisfare
bisogni
di
tipo
concreto:
dati
personali,
routine
quotidiane,
desideri,
bisogni,
richieste
di
informazione.
Usa
strutture
di
base
ed
espressioni
memorizzate,
che
rispondono
a
situazioni
prevedibili
di
sopravvivenza.
A1
à
repertorio
fatto
di
espressioni
semplici
relative
a
dati
personali
e
a
bisogni
di
tipo
concreto.
La
competenza
lessicale
consiste
nella
conoscenza
e
nella
capacità
di
usare
il
lessico
di
una
lingua
à
elementi
lessicali
(espressioni
fisse
–
formule
frasistiche,
es.
come
stai,
buongiorno;
espressioni
idiomatiche
–
metafore
semanticamente
opache
es.
ha
fatto
fiasco;
intensificatori,
di
cui
si
fa
uso
limitato,
legato
al
contesto
e
allo
stile,
ad
es.
bianco
come
la
neve;
strutture
fisse
memorizzate
e
usate
come
un
insieme,
es.
mi
permetta
di..;
locuzioni
verbali
–
avere
sete,
cercare
casa,
prendere
freddo;
parole
isolate
–
polisemia,
parole
delle
classi
aperte
e
anche
insiemi
lessicali
chiusi,
es
i
giorni
della
settimana
)
e
grammaticali
(articoli,
dimostrativi,
numerali,
possessive,
indefinite,
pronomi
personali,
preposizioni,
verbi
ausiliari
e
modali,
congiunzioni,
interiezioni).
Ampiezza
del
lessico
C2
à
repertorio
lessicale
vastissimo,
che
comprende
espressioni
idiomatiche
e
colloquiali
C1
à
vasto
repertorio
lessicale.
Utilizzo
di
circonlocuzioni.
Buona
padronanza
di
espressioni
idiomatiche
e
colloquiali
B2
à
repertorio
lessicale
limitato
al
suo
settore
e
molti
argomenti
generali.
Varia
le
formulazioni
per
evitare
un
eccesso
di
ripetizioni.
Lacune
lessicali
che
ancora
provocano
esitazioni
e
uso
di
circonlocuzioni.
B1
à
lessico
sufficiente
per
esprimersi
con
qualche
circonlocuzione
su
quasi
tutti
gli
argomenti
riferiti
alla
vita
di
tutti
i
giorni.
A2
à
lessico
sufficiente
per
sostenere
transazioni
della
routine
quotidiana
in
situazioni
e
su
argomenti
familiari.
Lessico
sufficiente
per
esprimere
bisogni
comunicativi
di
base,
per
far
fronte
a
bisogni
semplici
di
sopravvivenza.
A1
à
repertorio
lessicale
di
base,
fatto
di
singole
parole
ed
espressioni
di
base
riferibili
a
un
certo
numero
di
situazioni
concrete.
Padronanza
del
lessico
C2
à
usa
del
lessico
costantemente
corretto
e
adeguato
C1
à
nessun
errore
lessicale
significativo
B2
à
correttezza
lessicale
generalment
elevate,
qualche
confusion
e
qualche
scelta
lessicale
scorretta,
ma
non
pregiudizievole
per
la
comunicazione
B1
à
buona
padronanza
del
lessico
elementare,
ma
presentazione
di
errori
gravi
quando
si
esprime
con
frasi
più
complesse
o
affronta
argomenti
e
situazioni
non
familiari.
A2à
repertorio
ristretto,
funzionale
ad
esprimere
bisogni
concreti
della
vita
quotidiana
A1
à
nessun
descrittore
Competenza
grammaticale
à
conoscenza
e
capacità
di
usare
le
risorse
grammaticali
della
lingua.
Grammatica:
insieme
di
regole
che
governano
il
modo
in
cui
glielementi
si
combinano
per
formare
stringhe
definite
e
delimitate,
dotate
di
significato
(frasi).
Competenza
grammaticale:
capacià
di
usare
queste
comprendere
ed
esprimere
significati
riconoscendo
e
producendo
espressioni
e
frasi
strutturate
in
base
a
queste
regole.
La
descrizione
dei
sistemi
grammaticali
implica
la
specificazione
di:
-‐ elementi
(morfi,
parole),
categorie
(numero,
genere,
caso),
classi
(coniugazioni,
declinazioni,
classi
aperte,
classi
chiuse),
strutture
(parole
derivate
e
composte,
sintagmi,
frasi),
processi
(nominalizzazione,
affissazione,
aggiunzione,
sostituzione,
..),
relazioni
(reggenza,
dipendenza,
accordO,
valenza).
Correttezza
grammaticale
C2
à
mantiene
costantemente
il
controllo
grammaticale
di
forme
linguistiche
complesse
C1
à
livello
elevato
di
correttezza
grammaticale,
errori
rari
e
poco
evidenti.
B2
à
buona
padronanza
grammaticale,
sbagli
occasionali,
per
lo
più
corretti
a
posteriori.
Padronanza
grammaticale
piuttosto
buona.
No
errori
che
possono
provocare
fraintendimenti.
B1
à
padronanza
grammaticale
generalmente
buona,
anche
se
si
nota
l’influenza
della
lingua
madre.
Nonostante
gli
errori,
ciò
che
cerca
di
esprimere
è
chiaro.
Usa
in
modo
ragionevolemnte
corretto
un
repertorio
di
formule
di
routine
e
strutture
d’uso
frequente
(situaz.
prevedibili).
A2
à
uso
corretto
di
strutture
semplici,
ma
sistematicamente
fa
errori
di
base
(es.
confonde
i
tempi
verbali,
dimentica
di
segnalare
gli
accordi),
ciononostante
ciò
che
dice
è
solitamente
chiaro.
A1
à
padronanza
limitata
di
qualche
struttura
grammaticale
e
di
semplici
modelli
sintattici.
Morfologia
vs
Sintassi
à
MORFOLOGIA:
organizzazione
interna
delle
parole
(parole
semplici,
derivate,
composte)
+
sistemi
di
modificazione
delle
parole
(modificazini
vocaliche,
consonantiche,
forme
irregolari,
suppletivismo,
forme
zero).
SINTASSI:
analizza
come
le
parole
si
organizzano
nelle
frasi.
La
sintassi
di
un
parlante
nativo
è
in
buona
parte
inconscia.
La
capacità
di
organizzare
frasi
per
esprimere
significati
è
un
aspetto
central
della
competenza
comunicativa.
Competenza
semantica
à
riguarda
la
consapevolezza
e
il
controllo
che
l’apprendente
ha
sull’organizzazione
del
significato
(rapporto
tra
la
parola
e
il
contesto
generale:
referenza,
connotazione,
marcatura
di
nozioni
specifiche
di
ordine
generale;
rapport
tra
le
parole:
sinonimia/antinomia,
iponimia,
collocazione,
rapport
tra
le
singole
parti
e
il
tutto,
analisi
componenziale,
equivalenze
nella
traduzione).
Semantica
grammaticale:
si
occupa
del
significato
di
elementi,
categorie,
strutture
e
processi
grammaticali;
Semantica
pragmatica:
si
occupa
di
rapporti
logici,
quali
la
conseguenza
necessaria,
la
presupposizione,
l’implicazione..
Competenza
fonologica
à
comprende
la
conoscenza
e
la
capacità
di
percepire
e
produrre:
le
unità
sonore
(fonemi)
della
lingua
e
la
loro
realizzazione
in
precisi
contesti
àallofoni;
i
tratti
fonetici
che
distinguono
i
fonemi
à
i
tratti
distintivi;
la
composizione
fonetica
delle
parole
àstruttura
sillabica,
sequenza
di
fonemi,
accentazione
delle
parole,
tono;
fonetica
della
frase
àaccentazione
e
ritmo
della
frase,
intonazione;
riduzione
fonetica
àriduzione
vocalica,
forme
forti
e
deboli,
assimilazione,
elisione).
Padronanza
fonologica
C2
à
=C1
C1
à
in
grado
di
variare
l’intonazione
e
porre
correttamente
l’accento
nella
frase
in
modo
da
esprimere
sottili
sfumature
di
significato.
B2
à
pronuncia
e
intonazione
chiare
e
naturali.
B1
à
pronuncia
chiaramente
comprensibile,
anche
se
è
evidente
a
tratti
l’accento
straniero,
e
occasionali
errori.
A2
à
pronuncia
generalmente
abbastanza
chiara,
forte
accento
straniero,
ma
gli
interlocutori
potrebbero
richiedere
qualche
ripetizione.
A1
à
la
pronuncia
di
un
repertorio
molto
limitato
di
parole
ed
espressioni
memorizzate
può
essere
capita
con
qualche
sforzo
da
paranti
native.
Competenza
ortograficaàconoscenza
e
abilità
di
recepire
e
produrre
i
simboli
che
costituiscono
i
testi
scritti.
Competenza
ortoepica
à
conoscenza
delle
convenzioni
ortografiche,
capacità
di
consultare
un
dizionario
e
la
conoscenza
di
sistemi
di
convenzione
che
si
usano
per
rappresentare
la
pronuncia,
conoscenza
delle
implicazioni
dello
scritto,
specie
uso
della
punteggiatura
per
segnare
ritmo
e
intonazione,
capacità
di
disambiuare
(omonimie,
ambiguità
sintattiche)
à
in
vista
della
lettura
a
voce
alta
di
un
testo
scritto.
Padronanza
ortografica
C2
à
scrittura
priva
di
errori
ortografici
C1
à
impaginazione,
strutturazione
paragrafi
e
punteggiatura
coerenti
B2
à
il
suo
testo
scritto
rispetta
gli
standard
convenzionali
di
impaginazione
e
strutturazione
paragrafi.
Ortografia
e
puntggiatura
ragionevolmente
corrette,
ma
trace
dell’influenza
dellal
ingua
madre
B1
à
in
grado
di
stendere
untesto
scritto
nel
complesso
comprensibile.
Ort,
punt
e
imp
corrette
quanto
basta
per
essere
quasi
sempre
compensibili
A2
à
in
grado
di
copiare
frasi
brevi
su
argoenti
correnti.
In
grado
di
scrivere
parole
brevi
chef
anno
parte
del
suo
vocabolario
orale
–
non
necessariamente
con
ortografia
del
tutto
corretta
A1
à
in
grado
di
copiare
parole
brevi
ed
espressioni
conosciute.
In
grado
di
dire
lettera
per
lettera
i
dati
personali
Competenze
sociolinguistiche
La
competenza
sociolinguistica
è
relativa
alle
conoscenze
e
abilità
implicate
nella
dimensione
sociale
dell’uso
linguistico.
Elementi
sociolinguistici
che
segnalano
i
rapporti
sociali
Uso
e
scelta
dei
saluti
Uso
e
scelta
delle
forme
per
rivolgere
la
parola
a
qualcuno
Convenzioni
per
prendere
la
parola
nel
discorso
Uso
e
scelta
di
esclamazioni
e
imprecazioni
Regole
di
cortesia
Sono
spesso
fonte
di
fraintendimenti
interetnici.
-‐ cortesia
esoressa
in
modo
positivo
-‐ cortesia
espressa
astenendosi
-‐ uso
appropriato
di
per
favore,
grazie,
prego
-‐ maleducazione
(ignoranza
deliberata
delle
convenzioni)
Espressioni
di
saggezza
popolare
-‐ proverbi,
espressioni
idiomatiche,
citazioni
familiari,
modi
di
esprimere
Differenze
di
registro
-‐ freddo,
molto
formale
-‐ formale
-‐ neutron
-‐ informale
-‐ familiare
-‐ intimo
Il
registro
appropriato
nelle
prime
fasi
dell’apprendimento
è
quello
relativamente
neutron
Varietà
linguistica
e
accento
La
competenza
sociolinguistica
comprende
anche
la
capacità
di
riconoscere
i
marcatori
linguistici
che
indicano:
-‐ classe
sociale
-‐ regione
di
origine
-‐ nazione
di
origine
-‐ appartenenza
a
un
gruppo
etnico
-‐ sfera
lavorativa
Tra
questi
marcatori
rientrano:
-‐ elementi
lessicali
-‐ elementi
grammaticali
-‐ elemetni
fonologici
-‐ tratti
soprasegmentali
(volume,
ritmo)
-‐ tratti
paralinguistici
-‐ il
inguaggio
del
corpo
Appropriatezza
sociolinguistica
C2
à
buona
padronanza
di
espressioni
idiomatiche
e
colloquiali,
consapevole
dei
livelli
di
connotazione
semantica.
Coglie
pienamente
le
implicazioni
sociolinguistiche
e
socioculturali
di
un
parlante
native
e
vi
reagisce
adeguatamente.
In
grado
di
mediare
efficacemente
tra
parlanti
della
lingua
in
questione
e
della
sua
lingua
di
origine,
tenendo
conto
delle
differenze
sociolinguistiche.
C1
à
riconosce
un’ampia
gamma
di
espressioni
idiomatiche
e
colloquiali
e
coglie
i
cambiamenti
di
registro.
A
volte
può
aver
bisogno
che
venga
confermato
qualche
particolare.
In
grado
di
capire
film
con
ampio
uso
di
espressioni
gergali.
In
grado
di
usare
la
lingua
per
scopi
sociali
in
modo
flessibile
ed
efficace,
includendo
dimensioni
allusive,
affettive,
umoristiche.
B2
à
in
grado
di
esprimersi
in
modo
sicuro,
chiaro,
cortese
col
registro
a
seconda
della
situazione
e
della
persona
implicate.
Riesce
con
qualche
sforzo
a
intervenire
a
una
discussione,
anche
se
gli
interlocutori
parlano
velocemente.
In
grado
di
interagire
con
parlanti
native
ed
esprimersi
in
modo
adeguato
alla
situazione
ed
evita
errori
grossolani
di
formulazione.
B1
à
In
grado
di
realizzare
un’ampia
gamma
di
atti
linguistici
e
di
rispondervi
usando
espressioni
più
comuni
in
registro
neutro.
Consapevole
delle
più
importanti
regole
di
cortesia
e
le
rispetta.
Consapevole
delle
più
importanti
differenze
tra
usi
e
costume,
atteggiamenti,
valori,
credenze
prevalenti
della
comunità
in
questione
e
la
propria.
A2
à
in
grado
di
realizzare
atti
linguistici
di
base,
e
di
esprimere
in
modo
semplice
opinioni
e
atteggiamenti.
In
grado
di
socializzare
in
modo
semplice
ma
efficace,
usando
espressioni
comuni
più
semplici
e
attenendosi
alle
convenzioni
di
base.
In
grado
di
gestire
scambi
comunicativi
molto
brevi,
usando
formule
convenzionali
correnti
per
salutare
e
rivolgere
parola
a
qualcuno.
In
grado
di
fare
invite,
dare
suggerimenti,
chiedere
scusa.
A1
à
in
grado
di
stabilire
contatti
sociali
di
base
usando
le
più
semplici
formule
convenzionali
correnti
per
salutare,
congedarsi,
presentare
qualcuno,
dire
per
favore,
grazie,
scusi.
Competenze
pragmatiche
Riguardano
la
conoscenza
dei
principi
in
base
ai
quali
i
messaggi
vengono:
-‐ concepiti,
strutturati,
adattati
al
contesto
-‐ usati
per
realizzare
funzioni
comunicative
-‐ messi
in
sequenza
secondo
copioni
interazionali
e
transazionali
Competenza
discorsiva
à
capacità
di
mettere
in
sequenza
le
frasi
in
modo
da
realizzare
stringhe
coerenti
di
lingua,
tenendo
conto
di:
tema/rema;
dato/nuovo;
ordine
natural;
causa-‐effetto;
la
capacità
di
strutturare
e
gestire
il
discorso
in
termini
di
organizzazione
tematica,
coerenza
e
coesione,
organizzazione
logica,
stile
e
registro,
efficacia
retorica;
il
principio
di
cooperazione.
Pianificazione
del
testo
à
conoscenza
delle
convenzioni
di
organizzazione
testuale
nella
relative
comunità:
com’è
strutturata
l’informazione
per
realizzare
le
diverse
macrofunzioni,
come
vengono
raccontate
le
storie,
gli
aneddoti,
le
barzellette;
come
viene
costruita
un’argomentazione;
come
sono
impaginati,
dotati
di
indicatori
e
strutturati
i
testi
scritti.
Flessibilità
C2
à
mostra
grande
flessibilità
nel
riformulare
i
concetti
usando
forme
linguistiche
diverse
C1
à come
per
B2+
B2
à
in
grado
di
adattare
ciò
che
dice
e
il
modo
di
esprimersi
alla
situazione
e
al
destinatario,
con
livello
di
formalità
adatto
alle
circostanze.
In
grado
di
adattarsi
ai
cambiamenti
di
orientamento
del
discorso,
stile
ed
enfasi.
In
grado
di
formulare
ciò
che
vuole
dire
in
modi
diversi.
B1
à
in
grado
di
adattare
il
proprio
modo
di
esprimersi
per
far
fronte
a
situazioni
poco
consuete
e
difficili.
In
grado
di
usare
con
flessibilità
un
ampio
repertorio
di
elementi
linguistici
semplici,
riuscendo
ad
esprimere
in
gran
parte
ciò
che
vuole
dire
A2
à
in
grado
di
adattare
alle
cirocstanze
espressioni
semplici,
ripetute
e
memorizzate,
sostituendo
anche
qualche
element
lessicale.
In
grado
di
espandere
le
espressioni
memorizzate
ricombinandone
gli
elementi.
A1
à
nessun
descrittore.
Prendere
la
parola
C2
à
come
per
C1
C1
à
in
grado
di
sceglierele
espressioni
adatte
per
prendere
la
parola
e
introdurre
le
proprie
osservazioni
in
modo
appropriato
per
guadagnare
tempo
e
non
cedere
il
turno
di
parola
mentre
pensa.
B2
à
in
grado
di
intervenire
in
modo
ppropriato
in
una
discussione,
utilizzando
adeguate
forme
linguistiche.
In
grado
di
avviare,
sostenere
e
concludere
un
discorso
in
modo
appropriato,
utilizzando
efficacemente
i
turni
di
parola.
Prende
la
parola
nel
momento
opportune
e
conclude
la
conversazione
quando
vuole,
ma
non
sempre
in
modo
elegante.
In
grado
di
iusare
frasi
fatte
per
guadagnare
tempo
e
conservare
il
turno
di
parola
mentre
formula
ciò
che
vuole
dire.
B1
à
in
grado
di
intervenire
in
una
discussione
su
argomenti
familiari,
con
espressione
adatta
per
prendere
la
parola.
In
grado
di
iniziare,
sostenere
e
concludere
una
semplice
conversazione
faccia
faccia
su
argomenti
familiari
o
di
suo
interesse.
A2
àin
grado
di
usare
semplici
tecniche
per
avviare,
sostenere
e
terminare
una
breve
conversazione.
In
grado
di
richiamare
l’attenzione.
A1
à
nessun
descrittore.
Sviluppo
tematico
C2
à come
per
C1
C1
à
in
grado
di
fornire
descrizioni
e
narrazioni
elaborate
precise,
con
temi
secondari,
in
modo
appropriato.
B2
à
in
grado
di
sviluppare
una
descrizione
o
una
narrazione
chiara,
espandendone
o
sviluppandone
i
punti
salienti,
usando
elementi
ed
esempi
pertinenti.
B1
à
in
grado
di
produrre,
in
modo
ragionevolmente
scorrevole,
una
narrazione
e
una
descrizione
semplice,
strutturandola
in
una
sequenza
lineare
di
punti.
A2
à
in
grado
di
raccontare
una
storia
e
descrivere
qualcosa
semplicemente
elencandone
i
punti.
A1
à
nessun
descrittore.
Coerenza
e
coesione
C2
à
in
grado
di
realizzare
un
discorso
coerente
e
coeso
usando
in
modo
appropriato
grande
varietà
di
schemi
organizzativi
e
ampia
gamma
di
connettivi.
C1
à
in
grado
di
realizzare
un
discorso
chiaro,
sciolto
e
ben
strutturato.
Uso
controllato
degli
schemi
organizzativi,
connettivi,
espressioni
cohesive.
B2
à
in
grado
di
usare
in
modo
efficace
i
diversi
connettivi
per
esplicitare
i
rapport
tra
i
concetti.
In
grado
di
usare
un
numero
limitato
di
elementi
di
coesione
per
collegare
i
propri
enunciate
in
un
discorso
chiaro
e
coerente.
Possibili
salti
logici
in
un
discorso
lungo.
B1
à
in
grado
di
collegare
una
serie
di
elementi
relativamente
brevi
e
semplici
in
una
sequenza
lineare
per
punti.
A2
à
in
grado
di
collegare
frasi
semplici
usando
i
connettivi
più
usauli
per
raccontare
una
storia
o
descrivere
qualcosa,
realizzando
un
semplice
elenco
di
punti.
In
grado
di
collegare
gruppi
di
parole
con
connettivi
semplici.
A1
à
in
grado
di
collegare
parole
o
gruppi
di
parole
con
connettivi
molto
elementari
(e,
allora).
Competenza
funzionale
à
in
questa
competenza
rientra
l’uso
del
discorso
orale
e
di
testi
scritti
per
scopi
particolari.
Sono
due
i
fattori
globali
che
determinano
il
successo
funzionale
di
chi
apprende
e
usa
la
lingua:
SCIOLTEZZA
(fluenza);
PRECISIONE
DELLE
ASSERZIONI.
-‐ microfunzioni:
cateorie
in
cui
si
ddefiniscono
gli
usi
funzionali
di
singoli
enunciate
(brevi)
che
generalemnte
costituiscono
un
turno
di
parola
nell’interazione
(identificare,
raccontare,
correggere,
domandare,
rispondere;
esprimere
e
far
esprimere
atteggiamenti
a
proposito
di
fatti,
conoscenze,
modalità,
volontà,
emozioni,
moralità;
indurre
a
fare;
socializzare;
strutturare
il
discorso:
avviarlo,
prendere
parola,
chiuderlo;
riparare
agli
errori
di
comunicazione).
-‐ macrofunzioni:
categorie
che
servono
per
definire
l’uso
funzionale
di
discrosi
orali
o
testi
scritti
consistenti
in
sequenze
(a
volte
ampie)
di
frasi:
descrizione,
narrazione,
commento,
esposizione,
interpretazione,
spiegazione,
dimostrazione,
istruzioni,
argomentazione,
persuasione..
.
-‐ schemi
interazionali:
la
competenza
funzionale
comprende
la
conoscenza
e
la
capacità
di
usare
gli
schemi
sottesi
alla
comunicazione,
quali
i
modelli
di
scambio
verbale.
La
forma
più
semplice
è
data
da
coppie
quali:
domanda/risposta,
aserzione/disaccordo;
richiesta/offerta/scusa-‐accettazione/rifuto;
saluti/brindisi-‐ risposta.
Fluenza
del
parlato
C2
à
in
grado
di
esprimersi
in
discorsi
lunghi
con
scioltezza
natural,
senza
sforzi
o
esitazioni.
Pause
solo
per
cercare
parole
per
essere
più
preciso
o
trovare
esempi.
C1
à
in
grado
di
esprimersi
con
scioltezza
e
spontaneità,
quasi
senza
sforzo.
Solo
un
argomento
concettualmente
complesso
può
ostacolare
la
naturale
scioltezza
del
discorso.
B2
à
in
grado
di
comunicare
con
spontaneità,
dando
prova
di
notevole
scioltezza
e
uso
disinvolto
dei
mezzi
espressivi
anche
in
discorsi
lunghi
e
complessi.
In
grado
di
produrre
sequenze
discorsive
con
un
ritmo
abbastanza
unfiorme
(esitazioni
quando
cerca
strutture
ed
espressioni,
ma
poche
pause
evidenti).
In
grado
di
interagire
con
spontaneità
e
scioltezza
da
consentire
una
normale
interazione
con
parlanti
nativi,
senza
sforzi
per
entrambe
le
parti.
B1
à
in
grado
di
esprimersi
con
relative
disinvoltura.
Alcuni
problemi
di
disinvoltura
che
possono
sfociare
in
pause
e
blocchi,
ma
porta
avanti
il
discroso
senza
aiuto.
In
grado
di
mantenere
il
discorso
comprensibile
(evidenti
pause
per
cercare
le
parole
e
forme
grammaticali
per
riparare
gli
errori).
A2
à
si
fa
capire
con
enunciate
molto
brevi.
Pause,
false
partenze
e
riformulazioni
molto
evidenti.
In
grado
di
formulare
espressioni
su
argomenti
familiari,
porta
a
termine
scambi
comunicativi
brevi.
A1
à
in
grado
di
cavarsela
con
enunciate
molto
brevi,
isolate,
spesso
memorizzati,
con
molte
pause
per
cercare
espressioni,
per
pronunciare
le
parole
meno
familiari
e
riparare
agli
errori
di
comunicazione.
Precisione
delle
asserzioni
C2
à
in
grado
di
esprimere
con
precision
sottili
sfumarture
di
significato,
usando
con
ragionevolezza
diversi
tipi
di
qualificatori.
In
grado
di
dare
enfasi,
differenziare
ed
eliminare
ambiguità.
C1
à
in
grado
di
qualificare
con
precisione
opinioni
ed
asserzioni
B2
à
in
grado
di
trasmettere
in
modo
affidabile
informazioni
dettagliate
B1
à
in
grado
di
spiegare
in
modo
ragionevolemente
preciso
i
punti
principali
di
un
concetto
o
problema.
In
grado
di
dare
informazioni
semplici
e
dirette
relative
a
questioni
di
rilevanza
immediate.
In
grado
di
far
capire
l’elemento
che
ritiene
essenziale.
A2
à
in
uno
scambio
semplice
diretto
e
limiatto
su
questioni
familiari
e
di
routine
è
in
grado
di
comunicare
le
informazioni
che
vuole,
ma
in
altre
situazioni
il
messaggio
risulta
compromesso.
A1
à
nessun
descrittore.
CAPITOLO
4
–
L’uso
della
lingua
e
chi
la
utilizza
e
la
apprende
69pag
CAPITOLO
6
–
Apprendere
e
insegnare
una
lingua
29pag
CAPITOLO
7
–
I
compiti
e
la
loro
funzione
nell’insegnamento
delle
lingue
12pag
CAPITOLO
8
–
Diversificazione
linguistica
e
curricolo
10pag
CAPITOLO
9
–
Valutazione
22pag