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II
Le strutture dell'italiano
2.1
Fonologia
a
C
e
anteriori >>>
<<< palatali
Consonante: fono prodotto dal passaggio non libero dell'aria attraverso il canale orale; l'aria
incontra un ostacolo o nella chiusura totale temporanea del canale, o nel suo forte
restringimento, in modo che si senta il rumore del passaggio forzato dell'aria. Distinte secondo
modo e luogo di articolazione e secondo la opposizione sordita\sonorit.
Modo di articolazione:
Affricate (semiocclusive): consonati la cui pronuncia inizia con un suono occlusivo, per
poi lasciare posto ad un suono continuo, articolato nello stesso punto del precedente,
[t] di cena, [ts] di zio;
Luogo di articolazione:
Rispetto alla loro forza articolatoria, le consonanti possono poi essere brevi (anche tenui, o
scempie) e lunghe (anche intense, o doppie9. in posizione intervocalica, sono sempre lunghe:
[] in lasciare, [] in impegnato, [] in tagliare, [ts] in azione, [dz] in azoto.
Semiconsonanti [j] e [w] : foni vicini alle due vocali corrispondenti, [i] e [u], di durata pi
breve rispetto ad esse. Le semiconsonanti non possono mai essere accentate e si trovano nei
dittonghi ascendenti composti da semiconsonante + vocale: ieri, uomo.
Semivocali: se [i] e [u] seguono una vocale sono considerate semivocali. Il dittongo
formato da vocale + semivocale discendente: laico, feudo.
Ad alcuni grafemi dell'alfabeto normale corrispondono due foni, anche molto diversi fra loro:
E
O
C
G
S
Z
>
>
>
>
>
>
Vi sono poi grafemi a cui non corrisponde alcun fonema specifico: /h/ e /q/ in italiano non
hanno alcun valore fonetico, ma solo diacritico, servono cio a distinguere suoni diversi.
/h/ dopo c e g e prima di e ed i, distingue la pronuncia della occlusiva velare rispetto aquella
dell'affricata palatale: chiaro/ci, ghiro/gelo.
(Qualche annotazione sulla e in italiano standard):
Suono aperto [ ] (molto diffuso in Lombardia, anche pi del corretto):
Nelle parole terminanti in -ello/-ella (cartella, cartello), -enza (partenza), -eria/erio (drogheria, putiferio), -estra/-estre/-estro (maestra, maestre, maestro).
Passato remoto e participio passato in -si, -so, -so, -si (compresi, roso);
Aggettivi in -se e -so (inglese, curioso) con alcune eccezioni che hanno la sonora
(francese, palese, cortese, paese);
Numerose parole (casa, cosa, cos, naso, riposo, riso).
Passato remoto e participio passato in -usi, -uso, -isi, -iso (chiusi, illuso);
Parole inizianti in -es seguita da vocale (esatto, esaltato)
Numerali in -esimo (ventesimo);
Nelle voci dotte battesimo, cresia, crisi, genesi, crasi, apoteosi e nelle pi comuni caso,
base, mese, musica, rosa, uso.
Esistono anche in questo caso coppie di parole distinte semanticamente dal suono della
s: [ki se] voce del verbo chiedere e [ki ze] plurale di chiese.
Elisione: caduta di vocale finale davanti a parola iniziante per vocale, rappresentata
graficamente con lapostrofo (sulluscio, damore);
Troncamento o apocope: caduta della parte finale di una parola, pi spesso di una
vocale, sia davanti a vocale sia davanti a consonante (purch non s preconsonantica, z,
gn, x, ps). Pu essere vocalico, come andar bene, vuol fare, oppure sillabico, come quel
cane, fra Cristoforo. Il troncamento vocalico riguarda solo le vocali atone precedute da
l, r, n, e, meno frequentemente, m.
> accorgimento pratico: controllare se la parola pu essere elisa anche davanti a consonante:
sulluscio con lapostrofo perche sull non pu ricorrere davanti a consonante (*sull tavolo );
un uomo senza apostrofo perch un si usa davanti a consonante (un cane); qual era perch si
pu scrivere qual buon vento.
La sillaba costituita da un fonema vocalico o da un insieme di fonemi tra i quali deve
necessariamente esservene uno vocalico, pronunciati con ununica emissione di voce.
Distinguiamo tra sillaba aperta, che finisce con una vocale (ca-sa) e sillaba chiusa, che
finisce con una consonante (cas-sa).
Principali norme per la divisione e in sillabe:
Una vocale iniziale seguita da una sola consonante fa sillaba a s: e-de-ra.
Una consonante semplice fa sillaba con la vocale che segue: ca-sa.
Le consonanti doppie si dividono tra due sillabe: sot-to.
Gruppi di due o tre consonanti diverse fanno sillaba con la vocale seguente se
possono trovarsi allinizio di parola: ca-pra, ma-gro (infatti prato, grosso).
Altrimenti, sono divisi tra due sillabe: cal-ma, tor-ta (infatti *lm o *rl );
Dittonghi e trittonghi sono indivisibili (ie-ri, suoi, a-iuo-la). Possono essere divise
due vocali in iato (pa-u-ra, pi-o-lo) .
Digrammi e trigrammi non si dividono (ca-gna, a-glio)
Laccento in italiano di tipo intensivo, cio conferisce alla sillaba accentata una maggiore
intensit o forza articolatoria.
Sillabe accentate
toniche
Sillabe non accentate
atone
pi raramente,
Sillabe accentate sulla quartultima sillaba
Sillabe accentate sulla quintultima sillaba*
*forme verbali composte con pronomi atoni
2.2
Morfologia e morfosintassi
Con il termine morfologia, voce dotta di terminazione greca, si indica il settore relativo alla
forma delle parole.
Ambiti disciplinari:
Morfosintassi: relazioni tra forma e funzioni, tra la forma e il suo uso in unione con
altre parole (ad es., esaminando luso di lui come soggetto al posto di egli si fa della
morfosintassi.);
Morfologia flessionale: studia e descrive la flessione delle parole, la loro
modificazione formale in relazione alle diverse funzioni grammaticali (marca di genere e
numero nel nome, declinazioni dei tempi verbali etc.);
Morfologia derivativa: analisi dei meccanismi che fondano la derivazione di parole da
termini-base (suffissi, prefissi etc., vedi cap. 2.6);
Articolo
Determinativo
con aferesi.
Indeterminativo
> designa una classe o una categoria, deriva dal dimostrativo latino ille
> designa il membro di una classe, un oggetto o una persona generica.
In italiano standard i nomi geografici di citt e di isola piccola non vogliono il determinativo,
mentre lo richiedono quelli di continente, di nazione, di regione e di isola grande, di
monti, di laghi, di fiumi.
(e poi tutto il discorso del determinativo di fronte a nome proprio al Nord, e le varie
oscillazioni duso tipo lo\il pneumatico, lo\il xilofono, i\gli gnocchi etc.)
Nome
Nomi numerabili > oggetti o entit delimitabili, che possono esistere in una pluralit (casa,
scarpa)
Nomi non numerabili
> sostanze amorfe o materiali generici (acqua, latte, sale,
legno)
Aggettivo
Laggettivo pu essere definito come quella parte del discorso, variabile per genere e numero,
che serve a modificare il nome a cui si riferisce, dal punto di vista della qualit (agg.
qualificativo) o della determinazione (agg. determinativo).
Aggettivo qualificativo:
Funzione attributiva
Funzione predicativa
Funzione avverbiale
Possessivi (il mio cane, - n.b.: proprio va usato solo solo in riferimento al soggetto
della frase);
Dimostrativi (questo cane);
Indefiniti (alcuni cani);
Interrogativi (quale cane?);
Esclamativi (che cane!);
Numerali ordinali (due cani).
Pronome
Il termine pronome (pronomen) indica una parola che sta al posto del nome []: esso pu
anche sostituire unaltra parola diversa dal nome o addirittura unintera frase, e pu avere
anche funzioni diverse da quella sostitutiva come evitare ripetizioni (f. stilistica), indicare
qualcosa (f. deittica), o congiungere due proposizioni (f. sintattica del relativo).
Pronomi tonici
Pronomi clitici
(proclitici \ enclitici).
Pronomi allocutivi: pronomi usati per rivolgersi a qualcuno; tu, lei (ormai poco voi e
loro)
Verbo
Il verbo, che a partire dagli antichi Greci stato riconosciuto come il centro della frase, con il
quale gli altri elementi entrano in relazione, pu indicare unazione svolta da soggetto, uno
stato del soggetto, oppure una relazione tra il soggetto e il nome del predicato.
Categorie morfologiche:
Modo
Tempo
Indica il rapporto cronologico tra lazione espressa dal verbo e il momento in cui viene
proferito lenunciato, o tra unazione e laltra, con rapporto di relativit tra due azioni.
Tempo fisico vs. tempo linguistico (presente storico)
Persona
lagente
Aspetto
Poco studiata per litaliano, pu essere definito la categoria grammaticale che esprime i
diversi modi di osservare la dimensione temporale interna alla situazione descritta dal
verbo stesso.
Si distinguono:
remoto)
Perfettivo
eventi
conclusi
(passato
prossimo
Verbi predicativi: indicano unazione svolta dal soggetto o uno stato di esso.
Verbi copulativi: collegano il soggetto (anche sott.) con un aggettivo o uno nome.
(essere, sembrare, apparire, diventare et similia).
Oltre a queste funzioni, i verbi, nelle forme indefinite possono avere altre funzioni:
attributiva, analogamente allaggettivo (le case abbandonate fanno tristezza), avverbiale,
modificando un verbo o una frase (vive sognando), referenziale, come un nome (dormire
necessario).
Sempre sulla funzione sintattica:
Verbi transitivi
Verbi intransitivi
Verbi ausiliari
(avere, essere)
Verbi modali (servili)
avere, anche se la
Verbi regolari: la flessione segue la regolarit delle forme per le tre coniiugazioni;
Verbi irregolari: presentano irregolarit di flessione (varie, tipo andare al p. rem);
Verbi difettivi:
hanno solo alcune forme (esimere, competere difettivi di passato
remoto e participio);
Verbi sovrabbondanti: appartengono a due coniugazioni (are + ire o ere + ire :
arrossire\arrossare, compire\compiere).
Verbi impersonali: non hanno un soggetto determinato, si usano nella forma della
terza persona singolare (tempi meteorlogici, sembrare, occorrere, bisognare). Qualsiasi
verbo pu essere usato in forma impersonale con la particella si: si dice, si fa. Stessa
funzione hanno le costruzioni con qualcuno, uno, un tale.
Verbi riflessivi: oggetto e soggetto coincidono. I riflessivi reciproci esprimono un
rapporto scambievole (il gatto e il cane si odiano).
Verbi intransitivi pronominali: intransitivi (non riflessivi) preceduti dai pronomio
atoni mi, ti, si, ci, vi (mi vergogno).
Presente
Oltre al normale impiego per indicare unazione contemporanea al momento
dellenunciazione, viene molto usato, soprattutto nella lingua scritta, come
presente storico. Tipico invece del parlato il presente al posto del futuro, pe
azioni collocate in un futuro prossimo (domani parto).
Imperfetto
Limperfetto presenta soprattutto nel parlato molti usi che ne trascendono la valenza
temporale, assumendo piuttosto funzioni modali:
o Imperfetto ipotetico: al posto del condizionale (facevi meglio a stare
zitto);
o Imperfetto irreale: tipico dei sogni e situazioni immaginarie (ho sognato
che facevo);
o Imperfetto ludico: usato dai bambini nei loro giochi (facciamo che io
ero);
o Imperfetto di cortesia: comune negli acquisti (volevo un etto di
prosciutto);
o Imperfetto di pianificazione: per unazione programmata ma non ancora
verificatasi (cosa fai domani? domani andavo in biblioteca).
Quanto ai modi:
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Parti invariabili
hanno la funzione di congiungere tra loro elementi o proposizioni
Congiunzioni
allinterno del periodo. Se congiungono proposizioni possono essere coordinative o
subordinative. Sia se sia ma sono oggi usate nella lingua scritta anche allinizio di un periodo,
assumendo cos una funzione di collegamento non tra proposizioni ma tra parti di un testo
(congiunzioni testuali).
Preposizioni sono preposte ai nomi di cui determiano la funzione (specificazione, luogo,
tempo). Possono, come le congiunzioni, introdurre delle proposizioni, ma solo le subordinate
implicite (mi preparo per uscire, vado a fare la spesa).
pu aggiungere significato o modificare il verbo (legge molto), laggettivo (
Avverbio
molto bella), o anche la frase intera (sinceramente non ti capisco). Possono anche esserci
aggettivi usati come avverbi (parla chiaro, corre veloce).
ha principalmente una funzione espressiva, ed caratteristica
Interiezione
soprattutto della lingua parlata (ah, eh, boh, mah, ehi)
Di recente la linguistica testuale e pragmatica ha individuato, in riferimento principalmente alla
lingua parlata, i segnali discorsivi. Sono elementi che, in parte svuotandosi del loro
significato e della loro funzione originaria, assumono valori aggiuntivi a hanno certe funzioni
allinterno del teso: sottolinearne la strtturazione, fungere da riempitivi, evidenziare il rapporto
con linterlocutore etc. Si distinguono i connettivi, che segnano collegamenti e rapporti logici
(e, ma, perch, dunque), e i demarcativi, che hanno la funzione di marcare lapertura (cera
una volta) o la chiusura del testo (in conclusione, per finire), o possono ricorrere in posizione
mediana (insomma, guarda, in sostanza, sai, diciamo).
2.3
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Soggetto
Il primo elemento che completa il significato del verbo, e concorda con esso dal punto di
vista grammaticale. Pu essere espresso o inespresso (sottinteso).
o
o
Oltre che da nomi, pronomi, verbi, infiniti sostantivati e proposizioni (non mi sembra
che tu sia), il soggetto pu essere anche costituito dalle altre parti del discorso, in
frasi con contenuto metalinguistico (per una preposizione) .
Predicato
Ci che si dice, si predica, del soggetto, indica lo stato o lazione attribuiti ad esso. Pu
essere distinto in predicato verbale, costituito dai verbi predicativi, che hanno
significato compiuto, e in predicato nominale, costituito dai verbi essere, sembrare,
apparire, riuscire, diventare et similia. Questi verbi sono detti copulativi perch legano
il soggetto a un nome o a un aggettivo (copula=legame).
Complemento indiretto
Elementi che completano ulteriormente il significato del verbo, e sono introdotti dalle
preposizioni. La grammatica tradizionale ne individua molti: di specificazione, di luogo,
di tempo, di modo, di fine, di compagnia, di agente e casua efficiente, partitivi.
Attributo e apposizione
Lattributo un aggettivo che qualifica o determina un sostantivo con cui concorda dal
punto di vista morfologico; lapposizione un sostantivo che si aggiunge ad un altro
con la funzione di specificarlo e caratterizzarlo meglio (la mia vicina, una pediatra
giovane e simpatica, molto gentile).
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Rema (o nuovo): elemento che dice qualcosa di nuovo sullargomento della discussione
(quando compri i giornali?) i giornali li compro la domenica; (ha telefonato qualcuno?) ha
telefonato Luigi.
Tema (o dato): ci a cui si riferisce il rema (negli es. sopra, i giornali, ha telefonato)
Sintagma: gruppo di parole che costituiscono una unit nella frase. In metti sul tavolo della
sala la tovaglia ricamata possiamo individuare i due sintagmi sul tavolo della sala e la
tovaglia ricamata (unione sintattica, unica emissione di voce, tendenza ad essere unite in un
eventuale spostamento allinterno della frase (es. sul tavolo della sala metti la tovaglia
ricamata)). Allinterno del sintagma si distingue la parola principale, la testa, dalla quale il
sintagma prende il nome; abbiamo infatti sintagmi nominali, verbali, preposizionali (il cappotto
per linverno), aggettivali ( molto intelligente)
La frase
Frasi semplici:
Frase verbale
se contiene un verbo in funzione di predicato (mio padre lavora
allestero);
Frase nominale
priva di verbo in funzione di predicato (pensa ai titoli di giornale);
Frase ellittica
verbo sottinteso in quanto precedentemente presente (io
mangio carne, lui pesce).
Dal punto di vista logico:
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Coordinazione (o paratassi)
Due o pi proposizioni si susseguono sullo stesso piano, senza che si stabilisca una
dipendenza: vi pu essere coordinazione fra subordinate e fra principali.
o Coordinazione sindetica con congiunzione
senza congiunzione (con segni di
o Coordinazione asindetica
interpunzione)
con pi congiunzioni a separare diverse
o Coordinazione polisindetica
coordinate
(La c. asindetica viene chiamata anche giustapposizione)
La coordinazione sindetica pu essere classificata in diversi tipi:
Subordinazione (o ipotassi)
Il periodo ipotattico si compone di un insieme di proposizioni principali e subordinate, da
un minmo di una principale + una subordinata, fino ad un massimo di n principali + n
subordinate.
Subordinate prive di principale:
1. nel caso di risposte a domande (perch non vieni? - perch non posso)
2. nel caso di dipendenze da sintagmi ellittici del verbo essere (peccato che non
sia bel tempo)
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Interrogative indirette
Esprimono una domanda o un dubbio
Totali: la richiesta riguarda la totalit della frase (risposta
s\no)
Parziali: la richiesta riguarda un elemento della frase (vuoi
o ?)
Relative
Modalit di collegamento proposizionale pi semplice, sono introdotte da un
pronome relativo o da un avverbio relativo (che, dove, come), che richiama
un elemento della reggente, detto antecedente o testa (hai un amico \ che
un tesoro).
o
Causali
Esprimono la causa di cui la principale leffetto, in forma esplicita possono
essere introdotte da perch, e in questo caso sono collocate dopo la
principale, oppure da poich, o dalle locuzioni interrogative dato che, dal
momento che, visto che etc.; il modo della causale esplicita lindicativo,
mentre il congiuntivo limitato alle cause irreali (ti avverto non perch sia
importante ma perch). In forma implicita , pi facilmente con identit di
soggetto, allinfinito introdotto da per o a, al gerundio (avendo fatto) o la
participio, con valore per lo pi causale-temporale (preso lo stipendio, pot
comprare)
Finali
Esprimono lobiettivo verso il quale tende lazione espressa nella reggente.
Sono pi comuni in forma implicita (introdotte da per, a, al fine di, allo
scopo di). Il forma esplicita sono introdotte da affinch, perch, acciocch,
seguite dal congiuntivo, o, specie nel parlato, che + indicativo.
Consecutive
Esprimono una conseguenza rispetto al contenuto della principale, la quale
rappresenta quindi la causa dellazione espressa nella dipendente. In forma
esplicita vengono inrtrodotte da che, prceduto nella reggente da avverbi
come tanto, cos, talmente o aggettivi come tale, simile o locuzioni come a
tal punto, in modo. Il modo delle c. esplicite generalmente lindicativo. Le
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Ipotetiche o condizionali
Esprimono la condizione necessaria per lavverarsi del contenuto della
principale, insieme alla quale costituiscono il periodo ipotetico. La
subordinata causale viene anche chiamata protasi (dal gr. prtasis,
premessa) e la principale apodosi (dal gr. apodosis conseguenza). Il
periodo ipotetico (introdotto queasi sempre da se) di tre tipi (realt,
possibilit, irrealt). Nel parlato si va diffondendo luso sostituitivo
dellindicativo al posto del congiuntivo nel 2 e 3 tipo.
Comparative
Stabiliscono una comparazione con la principale con la quale sono in
correlazione.
Uguaglianza: cos come, tale quale et similia;
Minoranza: meno di quanto, meno di come et similia;
Maggioranza: pi di come, pi di quanto et similia,
Nella forma implicita, la correlazione costruita con pi che, piuttosto che,
piuttosto di.
Temporali
Indicano un evento che in rapporto cronologico con quello della reggente.
indicativo, congiuntivo (se ipotetiche)
Contemporaneit
indicativo, congiuntivo (se ipotetiche)
Posteriorit
congiuntivo o indicativo futuro se riferite al
Anteriorit
presente o al futuro
indicativo per quelle riferite al passato
Altre dipendenti sono le modali (fai come vuoi), le eccettuative ( a meno
che ), le esclusive ( senza che ), le limitative ( per quanto ne so, ).
Non rientrano nelle subordinate le parentetiche (o incidentali, o incisi), le
proposizioni non introdotte da congiunzioni o preposizioni (domani andremo -
previsto bel tempo - a fare una gita).
2.4
Interpunzione
Luso della punteggiatura risponde a numerose necessit espressive,sia dello scritto che del
parlato.Funzioni:
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questa funzione il punto fermo (che separa), la virgola (che collega), il punto e virgola,
dei due punti
Funzione enunciativa: legata a fattori espressivi come il riflesso del parlato, e a
fattori informativi. Rientra in questa funzione, ad esempio, la separaione del tema di
una frase, pi debole perch gi noto, rispetto al rema: tutto meno che eversivo, il
progetto su cui stiamo ragionando. Si evidenzia la tendenza a riflettere le pause
intonative del parlato.
Funzione emotivo-intonativa: alcuni segni danno alla frase una particolare linea
intonativa; punbto interrogativo, punto esclamativo, puntini di sospensione.
Funzione metalinguistica: consiste nelluso di determinati segni interpuntori per
inserire elementi di spiegazione relativi a parti dellenunciato; parentesi, lineette o
virgole nel caso racchiudano commenti esplicativi.
tra soggetto e predicato (un centro urbano, gode di maggiore prestigio). Si tende a
farlo per enfasi espressiva;
tra predicato e complemenmto oggetto: abbiamo trascritto, il risultato degli esami;
prima di proposizioni oggettive: ho detto, che sarei venuto;
subito dopo il che introduttore di proposizione: va ricordato che, sono tratti importanti.
Punto e virgola
Il punto e virgola rappresenta uno stacco maggiore della virgola. Si usa prevalentemente:
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2.5
Lordine basico, non marcato, delle parole, in italiano del tipo SVO e SVOOI (OI loggetto
indiretto). Lordine marcato (sintassi marcata), invece, una modificazione dellordine basico
per ragioni espressive o comunicative.
Costruzioni delordine marcato:
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2.6
Lessico
Neologismi combinatori
o Derivazione: formati derivando da parole preesistenti parole nuove con
elementi aggiunti a inizio parola (prefissi) o a fine parola (suffissi). Prefissi e
suffissi costituiscono gli affissi.
La derivazione con prefissi non comporta cambiamento di categoria della
parola (variato > invariato). I prefissi possono provenire da preposizioni o
avverbi (postoperatorio), ossono essere intensivi (strabello), negativi
(inattivo). Tra i pi produttivi in italiano: anti-, de-, co-, mini-, super-,
mega-.
La derivazione con suffissi distingue le parole in suffissati denominali
(scafo + ista: scafista), deaggettivali (stabile + izzare: stabilizzare),
deverbali (confezionare + mento: confezionamento). Tra i pi diffusi, mento, -tore, -ino, -ismo\-ista, -aro (reg.), -it, -ese, -ano.
Prefissoidi e suffissoidi: entrano nella formazione di termini tecnoscientifici, hanno un valore semantico pi denso dei normali prefissi e
suffissi: auto-, bio-, eco-, tele-, euro-, -crazia, -logia\-logo, -poli, -metro.
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Arcaismi
Parole ormai invecchiate, talvolta usate con intenti ironici (snbbiati il cerebro), son diffuse per
lo pi in poesia. Si possono distinguere in arcaismi grafici (gennajo), fonetici (dimanda),
morfologici (io aveva), sintattici (vedevala) e lessicali (poscia, egro, prece, suora sorella).
Prestiti o imprestiti
Voci provenienti dalle lingue straniere, si distinguono in:
Nei primi secoli della storia dellitaliano: gallicismi, arabismi, germanismi (schiena, dardo,
tregua, guadagnare, guercio), ispanismi (etichetta, posata, lazzarone).
Molto forte linflusso francese nel Settecente e nellOttocento: taffet, com, champagne,
belle arti, cittadino, analisi.
Dialettalismi: a partie dal XIX secolo, molti prestiti in ambito tecnico-agricolo (filanda
e marcita dal lombardo, mezzadro e mezzadria dallemiliano)
Geosinonimi: voci con lo stesso significato ma con significati diversi a seconda delle
aree: anguria al Nord, cocomero al Centro, mellone al Sud; formaggio al Nord, cacio al
Centro.
Onomatopea: voce formata imitando suoni e rumori (toc-toc, bip), talvolta con
inserimento nella struttura fono-morfologica delitaliano: miagolare, abbaiare, tuffarsi,
ronzio, tiritera.
Nome comune da un nome proprio: antonomasie (nome di un personaggio assunto
a simbolo: casanova, adone, narciso, lolita, perpetua), parole derivate dal nome
dellinventore delloggetto (biro da Laszlo Bir, bignami da Ernesto Adami Bignami,
sandwich da lord Montague conte di Sandwich); o, nellambito tecnico-scientifico, le
unit di misure ampre, watt, faraday, ohm etc.
20
Omonimia
diligence)
psca\psca
stessa parola con due etimologie diverse (diligenza, lat. diligentia e fr.
Omonimia
grammaticale
appartenenti
alla
stessa
cat.
grammaticale:
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