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LINGUISTICA

Lo studio scientifico del linguaggio e delle lingue.


Obiettivi:
- specificare la natura del linguaggio, e in particolare le potenzialità che esso conferisce all’uomo e le limitazioni che gli
impone
- identificare, almeno in forma astratta e alla stregua di modello, le regole che i parlanti di una lingua applicano nel
produrre e ricevere un messaggio linguistico
- descrivere e spiegare i cambiamenti che si attuano nel tempo nell’organizzazione e nella struttura delle lingue

Lingua vs. facoltà di linguaggio

LINGUA: ciascuno dei sistemi simbolici, propri della specie umana ma diversi da comunità a comunità e in qualche
misura anche da individuo a individuo, trasmessi per via culturale e non ereditati biologicamente, basati su simboli vocali
o, in casi particolari, su simboli gestuali, attraverso i quali gli appartenenti alle società umane conoscono la realtà, la
categorizzano, sviluppano pensieri articolati, comunicano le proprie conoscenze e i propri pensieri
Le lingue sono trasmesse per via culturale e non ereditate biologicamente

LINGUAGGIO: facoltà innata specie-specifica dell’uomo. Fa parte del nostro corredo biologico ed è trasmessa per via
ereditaria.
Precondizioni anatomiche e neuro fisiologiche:
- volume e struttura del cervello
- conformazione del canale fonatorio

Le lingue che si acquisiscono grazie a questa facoltà dipendono dall’ambiente in cui il bambino è inserito (Humboldt =
lingue storico-naturali)

Lingua è un sistema di segni


Segno: entità costituita da un’espressione e da un contenuto
Espressione: parte sensibile del segno
Contenuto: parte concettuale del segno (Louis Hjelmslev)

Classificazione basata su intenzionalità e motivazione relativa.


Motivazione: grado di somiglianza tra contenuto ed espressione

- Indice: motivato naturalmente / non intenzionale, rapporto causa/effetto


Es. fumo -> fuoco
- Icona: motivata analogicamente / intenzionale Es. carte geografiche/mappe
- Simbolo: motivato culturalmente / intenzionale Es. colori del semaforo, colomba con ulivo

I segni linguistici sono simboli. Si tratta di unità a due facce, inseparabili tra loro: da una parte c’è la forma o espressione
linguistica (significante), dall’altra il concetto a cui quella forma rimanda (significato)
Significante/significato

CODICE = Insieme di corrispondenze, fissatesi per convenzione, tra qualcosa e qualcos’altro che fornisce le regole di
interpretazione dei segni
Sistemi di corrispondenze tra significato e significante
I segni linguistici costituiscono il codice lingua

SISTEMI DI SCRITTURA
Scritture logografiche vs. scritture fonetiche

1= scritture logografiche: inizialmente le scritture sono l’illustrazione fedele dei contenuti dell’atto linguistico;
successivamente, esse tendono a diventare sempre più stilizzate
a ogni concetto corrisponde un simbolo (egiziano)

2= le scritture fonetiche: sillabiche o alfabetiche


Sillabiche: ogni segno corrisponde ad una sillaba
Alfabetiche: a ogni segno corrisponde un suono

PROPRIETÁ della lingua:

Biplanarità
Due facce compresenti in un segno
Il linguaggio è biplanare, poiché è costituito da due piani, quello dell’espressione e quello del contenuto
Significante/
significato

Linearità e discretezza
Lin. Il significante viene prodotto, si realizza e si sviluppa in successione nel tempo e/o nello spazio
Discr. Le unità della lingua non costituiscono una materia continua, ma c’è un confine preciso tra un elemento e l’altro
Arbitrarietà
Non c’è alcun legame naturalmente motivato tra significante e significato 4 tipi di arbitrarietà:

- tra segno e referente

- tra significante e significato
- tra forma (struttura, organizzazione interna) e sostanza (materia, insieme dei fatti concettualizzabili) del significato; es. it.
bosco/legno/legna, fr. bois

- tra forma e sostanza del significante

Eccezione all’arbitrarietà: le onomatopee e i segni linguistici almeno in parte motivati

Doppia articolazione
Proprietà della lingua per cui essa è divisa su due livelli.
Prima articolazione = permette di dividere una parola in morfemi, la più piccola unità portatrice di significato
Seconda articolazione = permette di dividere una parola in fonemi, unità ancora più piccole dei morfemi e non portatrici di
significato autonomo.

Trasponilibità del mezzo


Il significante può essere realizzato sia attraverso il
canale fonico-acustico, sia attraverso il canale visivografico
Priorità ‘antropologica’ del parlato composto da Priorità ontogenetica ( sviluppo singolo individuo) e Priorità filogenetica (
sviluppo specie umana)

Economicità
poche lettere per formare tante parole

Combinatorietà
Poche lettere vengono usate per ‘combinare ‘ parole

Onnipotenza semantica
Con la lingua è possibile dare un’espressione a qualsiasi contenuto; un messaggio formulato in qualunque altro codice o
sistema di segni sarebbe sempre traducibile in lingua, ma non viceversa

Plurifunzionalità
La lingua permette di adempiere a una lista molto ampia di funzioni diverse (distruggere creare)

Riflessività
Il codice lingua consente di formulare messaggi su se stesso ( egato alla metalinguistica)

Produttività
Con la lingua si può sia produrre messaggi sempre nuovi, sia associare messaggi già usati a situazioni nuove (legato alla
doppia art)

Ricorsività
capacità di produrre frasi di lunghezza potenzialmente infinita
Uno stesso procedimento è riapplicabile un numero teoricamente illimitato di volte
Es. frasi relative: Luigi dorme
Luigi, che ha bevuto la camomilla, dorme
Luigi, che ha bevuto la camomilla che gli hai portato tu, dorme

Distanziamento e libertà da stimoli


Possibilità di poter formulare messaggi relativi a cose lontane, nel tempo e/o nello spazio, dal luogo e dal momento in cui
vengono prodotti

Trasmissibilità per tradizione


Possibilità di tramandare la stessa lingua per generazioni, grazie a Componente culturale-ambientale + Componente
innata

Complessità sintattica
Ordine degli elementi, dipendenze tra elementi, incassature, ricorsività, discontinuità

Equivocità
A un unico significante possono corrispondere più significati (omonimia e polisemia) A un unico significato possono
corrispondere più significanti (sinonimia)
(Riso – riso) dipende dal contesto

SINCRONIA E DIACRONIA
Diverse prospettive attraverso le quali è possibile studiare i fatti linguistici in relazione alla categoria del tempo

Sincronia – studio della lingua nel tempo in cui veniva usata (l’italiano di Dante)
Diacronia – studio della lingua durante un’evoluzione temporale (dal 600 al 900)
(momento preciso vs. lasso di tempo)
LE FUNZIONI DI JAKOBSON
Ogni atto di COMUNICAZIONE è costituito da 6 fattori.
 Ogni fattore ha una FUNZIONE, e in ogni atto comunicativo
qualche fattore prevale sugli altri.

1. MITTENTE – funzione EMOTIVA



2. DESTINATARIO – funzione CONATIVA (imperativo)

3. MESSAGGIO – funzione POETICA (poesia estetica)

4. CONTESTO – funzione REFERENZIALE (informazioni, molto coerenti col contesto, tipo ‘il treno parte alle sei’)

5. CANALE – funzione FATICA (ci si accerta se il canale funziona, pronto?)

6. CODICE – funzione METALINGUISTICA (con la lingua parlo della lingua, es: l’italiano è una lingua così e cosà)

Langue = lingua come sistema sociale

Parole = lingua usata concretamente

“La lingua non è completa in nessun singolo individuo, ma esiste perfettamente soltanto nella massa” (Saussure)

“Senza dubbio, i due oggetti sono strettamente legati e si presuppongono a vicenda: la lingua è necessaria perché la
parole sia intelligibile e produca tutti i suoi effetti; ma la parole è indispensabile perché la lingua si stabilisca” (Saussure) +

SINTAGMATICO E PARADIGMATICO
i rapporti sint e par sono un fatto di coesione tra elementi linguistici. qualsiasi unità della lingua ha rapporti sintagmatici
con le forme ‘vicine’ (si influenzano, in qualche modo), e rapporti paradigmatici con le unità assenti che avrebbero potuto
essere realizzate in quel punto.

I LIVELLI DI ANALISI DELLA LINGUISTICA: fonetica e fonologia, morfologia, sintassi, semantica


FONETICA
livello di analisi della linguistica che studia la percezione e produzione dei suoni linguistici (foni). Si
occupa dell’aspetto fisico dei suoni

Si articola in tre rami:

Fonetica articolatoria = studia i foni in base al modo in cui vengono articolati dal nostro apparato
Fonetica acustica = come si propagano

Fonetica uditiva = come vengono percepiti dal destinatario

La fonetica articolatoria studia l’apparato fonatorio, il processo di fonazione, e fornisce criteri per classificare i foni.

L’apparato fonatorio è l’insieme di strutture anatomiche che l’uomo utilizza per parlare.
L’uomo utilizza anche organi dell’apparato respiratorio e digerente.

Il processo di fonazione formato da: aria, polmoni, trachea, laringe (corde vocali), faringe, cavità orale (e talvolta anche
nasale).
A seconda della vibrazione o meno delle corde vocali un suono può essere sordo o sonoro.
La cavità orale è formata da organi mobili (corde vocali, velo palatino, lingua , labbra) e organi fissi (faringe , palato duro,
alveoli, denti).

Durante la fonazione, un flusso d’aria proveniente dai polmoni viene spinto attraverso laringe, faringe, cavità orale (o
nasale), labbra.
Durante questo percorso il flusso d’aria può incontrare degli ostacoli.
È proprio l’incontro tra il flusso d’aria e uno o più di questi ostacoli a generare i foni.

Parametri di classificazione (controlla)


luogo di articolazione = suoni consonantici (dove l’aria trova l’ostacolo)
modo di articolazione = suoni vocalici (come viene
ostacolata l’aria ostacolo totale o parziale)
sonorità = luogo dove l’aria trova l’ostacolo (vibrazione o no delle corde vocali)
tabella ipa: suono da solo sempre sonoro. sx sordo, dx sonoro.

Le vocali sono foni prodotti senza frapposizioni al passaggio dell’aria.
Le consonanti sono foni prodotti mediante
frapposizioni totali o parziali al passaggio dell’aria.

LE CONSONANTI:

Modi di articolazione
Occlusive: il suono è prodotto tramite una occlusione momentanea dell’aria cui fa seguito una specie di ‘esplosione’
Fricative: l’aria deve passare attraverso una fessura piuttosto stretta producendo così una ‘frizione’
Affricate: suoni che iniziano con un’articolazione di tipo occlusivo e terminano con un’articolazione di tipo fricativo
Nasali: il velo palatino si posiziona in modo tale da lasciar passare l’aria attraverso la cavità nasale
Laterali: la lingua si posiziona contro i denti e l’aria fuoriesce dai due lati della lingua stessa
Vibranti: vibrazione o dell’apice della lingua o dell’ugola
Approssimanti: gli organi articolatori vengono avvicinati, ma senza contatto. Es. it. [j] e [w]
Punti di articolazione
Bilabiali: il suono è prodotto mediante l’occlusione di entrambe le labbra
Labiodentali: il suono deve attraversare una fessura che si forma appoggiando gli incisivi superiori al labbro inferiore
Dentali: la parte anteriore della lingua tocca la parte interna degli incisivi
Alveolari: la parte anteriore della lingua tocca o si avvicina agli alveoli
Palato-alveolari: la parte anteriore della lingua si avvicina agli alveoli ed ha il corpo arcuato
Palatali: sono prodotte con la lingua che si avvicina al palato
Velari: sono prodotte con la lingua che tocca il velo palatino

LE VOCALI:
Tre parametri di classificazione:
- altezza della lingua (chiusura / apertura della cavità orale)
- avanzamento / arretramento della lingua
- arrotondamento / non arrotondamento delle labbra

LE SEMIVOCALI
Approssimanti: suoni con modo di articolazione intermedio tra vocali e consonanti fricative. Semivocali/semiconsonanti

I DITTONGHI
Approssimante + vocale in una stessa sillaba
- dittongo ascendente: approssimante + vocale accentata; [j] e [w] semiconsonanti
- dittongo discendente: vocale accentata + approssimante; [i] e [u] semivocali
- iato: combinazione di due vocali appartenenti a sillabe diverse
FONOLOGIA
La fonologia si occupa della funzione linguistica dei suoni
Fono : fonetica = fonema : fonologia
Fonologia: disciplina che ha per oggetto di studio i suoni linguistici, non considerati nel loro aspetto fisico (acustico-
articolatorio), ma in quanto elementi di un sistema

Quando due suoni ricorrono nelle medesime posizioni e non possono essere scambiati tra loro senza con ciò mutare
il significato delle parole o renderle irriconoscibili, allora questi due suoni sono realizzazioni fonetiche di due diversi
fonemi
[‘kane] [‘pane] /k/ /p/ /’kane/ /’pane/

COPPIA MINIMA = coppia di parole uguale in tutto tranne che per la presenza di un fonema al posto di un altro in una
certa posizione
Prova di commutazione

Fono --> parole
Fonema --> langue

ALLOFONI = Quando due suoni della stessa lingua compaiono nelle medesime posizioni e si possono scambiare tra
loro senza creare variazione di significato nella parola, questi due suoni sono soltanto varianti fonetiche facoltative di
un unico fonema
Es. nasali

Fonemi: unità minime di seconda articolazione, Identificati sulla base delle caratteristiche articolatorie che li
contrassegnano
Es. /p/ ‘occlusiva bilabiale sorda’

In ogni sistema, ogni unità si definisce in relazione a tutte le altre unità; ogni fonema viene indicato in modo univoco da un
fascio di tratti distintivi.
Le caratteristiche articolatorie diventano, sul piano della fonologia, proprietà astratte, tratti distintivi o pertinenti.
Due fonemi sono differenziati da almeno un tratto fonetico pertinente.
Non tutte le lingue hanno gli stessi fonemi, né tutte hanno lo stesso numero di fonemi.
L’italiano standard ha 30 fonemi.

LE SILLABE
Sillaba minima in italiano: vocale (nucleo sillabico)
Struttura sillabica canonica in italiano: CV [‘kane] V [‘amo]
VC [‘ente]
CCV [‘grano]
CVC [‘manto]
CCCV [‘spremo]
(attacco) nucleo (coda)
Sillabe con coda si dicono chiuse, sillabe senza coda si
dicono aperte (finisce in vocale)

FATTI PROSODICI O SOPRASEGMENTALI


la parola cane ad es. è costituita da 4 fonemi / segmenti. vi sono dei fenomeni fonologici che oltrepassano il segmenti e
per questo sono detti soprasegmentali.

Accento: forza o intensità di pronuncia di una sillaba rispetto ad altre sillabe


La posizione dell’accento può essere fissa (es. francese) o libera ( es. italiano). Accento con valore distintivo /’ankora/ /
an’kora/
Tono: altezza relativa di pronuncia di una sillaba, dipendente dalla velocità e frequenza delle vibrazioni delle corde vocali.
Lingue tonali (es. cinese): il tono ha valore distintivo.
Intonazione: andamento melodico con cui è pronunciata una frase o un intero gruppo tonale (es. frasi interrogative in
italiano).
Lunghezza: estensione temporale relativa con cui i foni e le sillabe sono prodotti.
MORFOLOGIA
Studio della struttura interna delle parole
parola = unità del linguaggio umano istintivamente presente alla consapevolezza dei parlanti

“Le mot, malgré la difficulté qu’on a à le définir, est une unité qui s’impose à l’ésprit, quelque chose de centrale dans le
mécanisme de la langue” (Saussure)

“In realtà, è impossibile definire la parola da un punto di vista funzionale, perché la parola può essere tutto,
dall’espressione di un singolo concetto - concreto o astratto o puramente relazionale (come in of ‘di’, o by ‘da’, o and
‘e’) - fino all’espressione di un pensiero completo (come nel latino dico oppure, con una forma più elaborata, in un verbo
nootka che significa ‘mi sono abituato a mangiare venti oggetti rotondi [cioè, mele] pur essendo occupato [a fare questo e
quest’altro]). Nell’ultimo caso citato, la parola si identifica con la frase”

Il meglio che possiamo fare è dire che la parola è uno dei più piccoli frammenti adeguati di ‘significato’ isolato nei quali
si divide la frase. Non possiamo infrangerla senza sconvolgere il significato, poiché l’una o l’altra delle porzioni infrante (o
tutte e due) ci restano tra le mani come relitti inservibili” (Sapir)

Morfema: la più piccola unità della lingua dotata di significato; unità minima di prima articolazione
Can-il-e

Il procedimento che permette di identificare i morfemi si chiama segmentazione, perché consiste nello scomporre in
segmenti successivi la catena sintagmatica
La segmentazione si serve di una procedura di comparazione a coppie
Es. battere, imbattibile

Una parola non si scompone in morfemi, ma in entità lineari denominate morfi


MORFO = è un’entità fonologica lineare che rappresenta il significante di un morfema, ossia la forma concreta che
assume un morfema.
Mentre il morfema è un’unità di significato, la cui consistenza può essere astratta e non espressa materialmente (quindi
percepibile per vie diverse da quella sensoriale), il morfo è parte di una concreta realizzazione verbale ed è quindi
composto da materiale fonologico. Non sempre è possibile, infatti, ravvisare la presenza e la posizione di un morfema
nella scomposizione lineare di una concreta realizzazione verbale.
è: costituita da un solo morfo! ma
{essere} + {presente indicativo} + {3 sing.}


Fonema, fono, allofono


Morfema, morfo, allomorfo

Allomorfi: due o più morfi con lo stesso significato; varianti di uno stesso morfema
Es. plurale
-i #lup+i#
- ini #uom+ini#

Allomorfia: affinità fonetica tra i diversi morfi che realizzano lo stesso morfema (IN-IR-IL in ita sono sempre negazioni)

Suppletivismo: quando, in una serie morfologicamente omogenea, si trovano radicali diversi che intrattengono evidenti
rapporti semantici senza evidenti rapporti formali
Acqua --> idrico
Fegato --> epatico

TIPI DI MORFEMI
Classificazione funzionale:
- morfemi lessicali
- morfemi derivazionali
- morfemi flessivi

Morfemi liberi #mai#
Morfemi legati #can+il+e#

Classificazione posizionale:

- morfemi lessicali legati: radici
- morfemi grammaticali (derivazionali e flessionali) legati: affissi
Affisso: ogni morfema che si combina con una radice
Affissi --> prefissi, infissi, suffissi, circonfissi, transfissi
- Morfemi sostitutivi: morfemi i cui morfi non sono isolabili segmentalmente; sostituzione di un fono ad un altro fono
Es. ingl. tooth/teeth
- Morfemi cumulativi: morfemi flessionali che recano contemporaneamente più di un significato o valore
Es. snell-i

Derivazione:
Morfemi derivazionali
Es. #can+il+e#
Affissi
#ir+razion+al+e#
Famiglia di parole o famiglia lessicale: insieme di parole derivate dalla stessa radice lessicale
Es. -educ-

Educare, educazione, diseducativo, educato, maleducato, rieducabile

Vocale tematica c’è sempre quando una parola riguarda un verbo. Ad es. rieducabile = Abil = A è vocale tematica.

La composizione combina due forme libere, la derivazione una forma libera e una legata
Es. capostazione, lavastoviglie, cassapanca, ecc...

• Composti endocentrici: (test: è un…?) Uno dei due elementi funziona da ‘testa’, l’altro da modificatore
Capostazione ‘capo della stazione’


• Composti esocentrici: Nessuno dei due elementi funziona come testa



Lavastoviglie


• Composti dvandva (scr. ‘coppia’) (o coordinativi):
 Costituiti da due teste



Cassapanca

Parola derivata --> un solo morfema lessicale (bar - barista)


Parola composta --> più morfemi lessicali (capostazione)

Unità lessicali polilesematiche


Espressioni composte da più parole che veicolano insieme un significato unitario, non desumibile da quello delle singole
parole che lo compongono:
Es. presa di posizione, sala da pranzo

Le parole macedonia
Cantautore (cantante + autore) Smog (smoke + fog) Semplogica (semplice + logica)

La DERIVAZIONE può avvenire per suffissazione o per prefissazione



La suffissazione
Processo più produttivo e importante dei procedimenti di formazione di parola dell’italiano
-zion- -ment- -ier- -tor- -bil- -os-

La prefissazione
Non muta, in italiano e altre lingue europee, la classe grammaticale della parola
Gestibile/ingestibile Realizzabile/irrealizzabile Logico/illogico

L’alterazione
Suffissi valutativi:
 Diminutivo (-in-, -ell-, -ucci-, ecc.) Accrescitivo (-on-, ecc.) Peggiorativo (-acci-, ecc.)

La conversione (o ‘suffissazione zero’ o ‘derivazione zero’)


Processo di formazione di parola con il quale si opera la trasposizione di un lessema da una categoria lessicale a un’altra.

La flessione
Le parole che troviamo in un enunciato sono forme flesse di parola, cioè forme che esprimono, oltre ad un significato
lessicale, anche uno o più significati grammaticali
I morfemi flessivi (o flessionali) non modificano il significato della radice lessicale su cui operano

La flessione del nome: 
in italiano genere e numero.


Caso = mette in relazione la forma nominale con la funzione sintattica che ricopre nella frase
Italiano = casi residuali nel sistema pronominale. Io, me, mi, tu, te, ti

La flessione del verbo:


Tempo: mette in relazione l’evento di cui l’enunciato parla con il momento in cui l’enunciato stesso viene proferito
Aspetto: categoria che non si manifesta in modo evidente in tutte le lingue, ma i cui valori possono essere riportati a due
fenomeni diversi:
1 la completezza dell’evento espresso dalla forma verbale ;
2 l’azionalità verbale.

- perfettivo/imperfettivo: possibilità che la forma verbale esprima la completezza/conclusione dell’azione (forma perfettiva)
oppure esprima la sua incompletezza (forma imperfettiva)
- codifica delle fasi del processo che il verbo indica (stativo/non stativo)
- incoativi: nel significato verbale è lessicalizzata la fase iniziale del processo (es. invecchiare)
- durativi: nel significato verbale è lessicalizzata la fase di durata di un processo già instaurato (es. guardare)
- risultativi: il verbo sottolinea il tratto conclusivo del processo (es. raggiungere)
- puntuali: l’azione indicata dal verbo è priva di durata (es. scoppiare)
- frequentativi: indicano la ripetizione dell’azione (es. riascoltare)
Modo: esprime i valori della modalità, cioè del l’atteggiamento che si esprime rispetto a ciò che si dice
Diatesi: esprime il rapporto in cui viene rappresentata l’azione o l’evento rispetto ai partecipanti e in particolare rispetto al
soggetto (attivo vs. passivo, eventualmente medio)
Persona: indica chi compie l’azione, riferisce la forma verbale al suo soggetto; implica di solito anche una marcatura di
numero)

Le parti del discorso


Classificazione delle parole in base alla natura del loro significato, del loro comportamento nel discorso e delle loro
caratteristiche flessionali
Nome, aggettivo, verbo, pronome, articolo, preposizione, congiunzione, avverbio, interiezione

Flessione inerente e flessione contestuale


Morfologia dell’enunciato
Le modificazioni morfologiche hanno una funzione essenziale nell’enunciato, dato che offrono un vasto repertorio di
segnali di collegamento tra gli elementi

Il genere dei nomi in italiano è un’informazione che non può essere variata (tranne in alcuni casi, es. ragazzo/a) e non è
condizionato da nulla di esterno
es. tavolo, sedia: è una flessione inerente all’intero lessema

La categoria del numero, invece, può variare, ma dipende dalla volontà del parlante, non dal contesto sintattico: è
inerente a una certa forma flessa di lessema.

Articoli e aggettivi si accordano in genere e numero con i nomi; non hanno né un genere né un numero inerenti
L’accordo determina tra il nome, l’articolo e l’aggettivo un tipo di flessione contestuale
I fiori nel vaso rosso sopra alla mensola nera sono profumati

Anche con i verbi: persona e numero


Eleonora adora il cioccolato
Eleonora e Giovanni vanno all’asilo

Guardava te, non lui



Lat. utor + abl. = Utor gladio = Flessione di caso


Flessione contestuale per reggenza


Reggenza e accordo sono due diversi modi in cui delle forme flesse acquisiscono un certo valore di una certa categoria
grammaticale contestualmente, in dipendenza da altri elementi del contesto sintattico.
SINTASSI
Livello di analisi della linguistica che studia la struttura delle frasi.
Si occupa delle modalità di combinazione delle parole in unità di livello superiore.

Unità di analisi = sintagma, frase


Frase = unità comunicativa autonoma

“Il principale aspetto della struttura di un enunciato è il fatto che esso, a dispetto della sua linearità, ha una struttura
gerarchica, nella quale cioè esistono costituenti sopraordinati (rappresentati dai nodi che ‘dominano’ qualcosa) e
costituenti sottordinati (rappresentati dai nodi dominati da un altro nodo)” (R. Simone)

sintagma = La minima combinazione di parole che funziona come un’unità sintattica (della struttura frasale)
Tutte le categorie lessicali di parole piene possono essere teste di sintagma

La frase intesa come modulo di un testo è chiamata enunciato per differenziarla dalla frase intesa come costruzione
grammaticale.

Tesnière (1959) ha chiamato il significato di una frase processo e lo ha paragonato a un ‘piccolo dramma’, alla cui
struttura contribuiscono in modo caratteristico tutte le parti principali della frase
In una frase della forma più tipica, il verbo rappresenta il canovaccio che contiene le caratteristiche essenziali del
processo, fornendo un’indicazione sul numero e sulla natura dei personaggi richiesti, chiamati argomenti.
Al centro della frase semplice troviamo un nucleo di relazioni grammaticali (soggetto e complementi del verbo) la cui
architettura sintattica è rigida e non negoziabile.
Tutte le espressioni che si collocano alla periferia del nucleo, e che chiameremo ‘margini’, hanno la funzione di esprimere
relazioni concettuali accessibili indipendentemente: per esempio le coordinate spaziali e temporali del processo, lo
strumento o il beneficiario di un’azione.

In una costruzione, parti diverse hanno funzioni sintattiche diverse:


Peggy abbaia
Il
SN Peggy ha la funzione di soggetto

SV abbaia ha la funzione di predicato
Il SN e il SV sono categorie definite per la loro forma, il soggetto e il predicato sono categorie definite per la loro funzione
--> categorie funzionali

Ruolo che i sintagmi assumono nella struttura sintattica della frase, tradizionalmente
:
Soggetto ‘colui che compie l’azione’
Predicato verbale ‘l’azione’
Oggetto ‘chi subisce l’azione’

Nel caso del predicato, l’identificazione è immediata perché il predicato coincide con il sintagma verbale, che è unico per
ogni frase.
Nel caso del soggetto, invece, l’identificazione è più complessa perché nella struttura di una frase possiamo trovare tanti
sintagmi nominali, che hanno tutti la stessa forma, ma funzioni diverse
Quello che caratterizza il soggetto non è la forma, ma la posizione nella struttura: la sua relazione da un lato con la
struttura della frase, dall’altro con il predicato
Il soggetto è il SN che occupa la posizione di costituente immediato della frase, controparte del predicato

I COMPLEMENTI
Grammatica tradizionale --> def. su base semantica
Specificazione, termine, mezzo o strumento, modo o maniera, argomento, tempo, stato in luogo, moto a luogo, moto da
luogo, moto per luogo, secondo termine di paragone, ecc.
In alcune lingue le funzioni grammaticali non sono segnalate da nulla, se non dall’ordine degli elementi; in altre lingue
possono esistere marche formali esplicite per indicare la funzione dei diversi elementi
Morfologia di caso, Preposizioni…

LA VALENZA
Verbi zerovalenti: verbi che denotano fenomeni atmosferici (es.piovere, nevicare, grandinare, ecc.)
Verbi monovalenti: richiedono un solo argomento (es.dormire, correre, ecc.)
Verbi bivalenti: richiedono due argomenti (es. guardare, mangiare, ecc.)
Verbi trivalenti: richiedono tre argomenti (es.regalare, mandare, ecc.)
Verbi tetravalenti: richiedono quattro argomenti (es.tradurre, ecc.)

I circostanziali
Non rientrano nello schema valenziale del verbo
Tempo, luogo, modo, ecc.
Frasi semplici --> soggetto, oggetto

Frasi complesse --> completive soggettive, oggettive
Frasi semplici --> circostanziali
Frasi complesse --> subordinate avverbiali o circostanziali

Un SN non viene riconosciuto come soggetto perché è agente o paziente o esperiente, ma perché gode di certe
proprietà grammaticali formali indipendenti
Struttura pragmatico-informativa
Definizione funzionale di lingua: strumento comunicativo che permette di dire qualcosa di qualcuno o qualcosa
Tema/rema (p.d.v. dell’emittente) Topic/comment
Dato/nuovo (p.d.v. del ricevente)

Frasi non marcate: soggetto e tema solitamente coincidono


Es. il bambino rincorre la palla


Dislocazione a sinistra:
La palla T la rincorre il bambino R

Costruzione passiva:
La palla è rincorsa dal bambino

Frasi complesse
La sintassi del periodo

-Coordinazione: frase allo stesso livello gerarchico (asindetica/polisindetica)
-Subordinazione: rapporto di dipendenza tra proposizioni

Frasi subordinate
subordinate avverbiali (o circostanziali) --> causali, temporali, concessive, ipotetiche, finali
Implicite vs. esplicite
Subordinate completive (o argomentali)--> sostituiscono un costituente nominale maggiore della frase; saturano una
valenza del predicato verbale: soggettive, oggettive, interrogative indirette
Subordinate relative --> modificano un costituente nominale della frase

Testo: combinazione di frasi insieme al contesto in cui rappresenta un’unità comunicativa


Contesto extralinguistico
Cotesto linguistico

La linguistica testuale
Pronomi
“Il referente dei pronomi personali può essere individuato o tramite un rinvio deittico (→ deittici) a un’entità
presente nel contesto extralinguistico (sei tu?) o attraverso un rinvio anaforico o cataforico (→ anafora; → catafora), a un
elemento del cotesto linguistico (Francesca è partita e non sono riuscita a salutarla)”

“Il pronome di terza persona, a differenza di quelli di prima e seconda persona, può avere una funzione sia deittica sia
anaforica: in quest’ultimo caso, il pronome si riferisce ad un’entità menzionata prima nel discorso tramite una forma
linguistica (l’antecedente del pronome), che può essere un sintagma nominale (24) o un’intera frase (25):

(24) il professore è entrato e l’abbiamo salutato


(25) «Ho pensato che questa frase potesse ispirarla, per via 
di quello che ha detto prima. Sul cambiamento. Non so se
agli altri capita la stessa cosa, ma io ho voglia di condividere quello che leggo. Quando ripeto una frase che ho letto, o
un concetto, o una poesia, mi sembra un po’ di esserne l’autore. Mi piace molto». [...] «Grazie. Capita anche a me, da
quando ero un ragazzino, Non ero mai stato capace di dirlo così bene, però»

Più raramente, l’antecedente può precedere il pronome anaforico: si tratta di una dislocazione a destra (→ dislocazioni)
con effetto di prolessi («anticipazione»), con cui si vuole creare un’aspettativa nell’ascoltatore:
«Risulta che lo abbia preso, il treno?»

Deissi
“By deixis is meant the location and identification of persons, objects, events, processes and activities being talked about
[...] in relation to the spatiotemporal context created [...] by the act of utterance and the participation in it, typically, of a
single speaker and at least one addressee” (Lyons 1977)
-  Deissi personale
-  Deissi spaziale:
La deissi spaziale è rappresentata da espressioni la cui interpretazione richiede il riferimento alle coordinate spaziali
dell’enunciazione. Ne sono membri avverbi deittici di luogo come qui/qua, lì/ là, verbi deittici di movimento, come andare/
venire, determinanti e pronomi dimostrativi come questo e quello, presentativi come voici/voilà

-  Deissi temporale
-  Deissi sociale
-  Deissi testuale 


Coesione: relazioni formali tra le varie parti del testo


Coerenza: relazioni logiche e semantiche tra le varie parti del testo
SEMANTICA
Livello di analisi linguistica che studia il significato.
Cos’è il significato? Il modo in cui l’individuo codifica la realtà.
Concezione referenziale = significato visto come concetto o immagine mentale.
Concezione operazionale = significato dato da tutte le occorrenze in cui si usa la parola. legata all’uso linguistico; ciò che
accomuna i contesti d’impiego di un segno, la totalità dei contesti in cui può comparire.

Significato denotativo: costituisce la parte ‘oggettiva’ del significato di una parola, condivisa dai membri di una comunità
linguistica. neutro (lessico medico, o giuridico )

Significato connotativo: aspetti del significato che hanno carattere di ‘attributo’, le proprietà che possono aggiungersi al
significato di base (denotativo). significati metaforici, simbolici che vengono dati ad una parola
es. ‘hai fegato’, ‘sei una volpe’, ecc.
Significato linguistico

Significato sociale (dato dal contesto sociale)


es. marche di prima e seconda persona nelle lingue del sud-est asiatico

Significato lessicale (insieme aperto) = web, rete, internet.. = è aperto, può ingrandirsi continuamente, vengono aggiunte
sempre parole nuove. Parole PIENE o CONTENUTO

Significato grammaticale (insieme chiuso) = congiunzioni, preposizioni.. = parole FUNZIONE o VUOTE

Senso = significato contestuale


Significato = significato linguistico

astratto\concreto (giustizia, cappello)


relazionale\non relazionale (padre, figlia)
oggetto\evento (tavolo, sollevamento)
inanimato\animato
artefatto\specie naturale (sedia, fiore)
valutativo\non valutativo (bello brutto, sedia)
classe\ singoli individui (gregge, studente)
nome comune\nome proprio

Ogni parola è dotata di:


INTENSIONE del termine = insieme delle proprietà che costituiscono il concetto designato da un termine (caratteristiche
che mi definiscono questo termine. CANE = animale domestico quadrupede, carnivoro)

ESTENSIONE del termine = insieme di individui (oggetti) cui il termine si può applicare. (CANE = tanti tipi di cani)

IL LESSICO
Unità minima di analisi della semantica: lessema

Parola considerata dal punto di vista del significato

Lessema ǂ lemma

Lessico:lessema = dizionario:lemma

Lessico: astratto, insieme di parole e di informazioni associate a queste parole, immagazzinato nella nostra mente,
descritto dal dizionario, oggetto concreto (tentativo di descrizione)
Lessico = insieme dei lessemi di una lingua
Il lessico è la componente della lingua più esposta all’influenza di altre lingue (prestiti, calchi)

Il ‘vocabolario di base’ (Tullio De Mauro) (circa 7000 parole)



- Vocabolario fondamentale

- Vocabolario di alto uso
- Vocabolario di alta disponibilità

TIPI DI VOCABOLARI
Monolingui, Bilingui, Plurilingui, Etimologici, Elettronici, Di frequenza, Concordanze, Analogici (es. chiodo --> martello)
RAPPORTI DI SIGNIFICATO TRA LESSEMI

Omonimia: stesso significante, significato differente


(es. miglio); lessemi differenti
omografia (es. pesca); omofonia (es. pianta)

Polisemia: stesso significante, significati differenti ma etimologicamente correlati (es. penna); stesso lessema, diversi
significati

Enantiosemia: significati diversi dello stesso termine in opposizione (es. ospite)

Sinonimia: più lessemi, stesso significato (es. postino/portalettere); in senso stretto, relazione di perfetta equivalenza
semantica tra due parole che possono essere sempre sostituite una all’altra senza che cambi il significato della frase in
cui si trovano
quasi-sinonimia

Iponimia: inclusione semantica


animale --> iperonimo (maggiore estensione, minore intensione)
cane, gatto, giraffa --> iponimi (minore estensione, maggiore intensione)

Meronimia: una parte per il tutto

Solidarietà semantica (o solidarietà lessicale): cooccorrenza obbligatoria o quasi di lessemi (es. abbaiare/cane)

Collocazioni: cooccorrenze frequenti nel discorso (es.salutare/cordialmente)

Antonimia: lessemi con significati contrari; poli opposti di un continuum (es. bello/ brutto)

Complementarietà: i lessemi sono contraddittori, uno nega l’altro (es. vivo/ morto)

Inversione: due lessemi esprimono la stessa relazione semantica da due punti di vista opposti (es. comprare/vendere)

Campo semantico (o campo lessicale): insieme dei lessemi che coprono le diverse partizioni di uno spazio semantico
(es. termini di parentela)

Sfera semantica: ogni insieme di lessemi che si riferiscono ad un certo ambito semantico (es. parole dello sport)

Famiglia semantica: insieme di lessemi imparentati nel significato e nel significante (stessa radice lessicale)

Gerarchia semantica: insieme in cui ogni lessema è una parte specifica di un termine che gli è superiore in un scala di
misura (es. millimetro, centimetro, decimetro, metro, ecc.)

La grammaticalizzazione
Fenomeno per cui forme linguistiche libere perdono a poco a poco la loro autonomia fonologica e il loro significato
lessicale, fino a diventare forme legate con valore grammaticale
Lessico e grammatica -> continuum
Es. suffisso -mente

La degrammaticalizzazione
Es. it. -ismo
Gli ismi
PRAGMATICA
studio delle relazioni tra segni e parlanti, tra espressioni linguistiche e coloro che se ne servono per
comunicare, studio dei modi in cui è possibile usare le frasi in situazioni concrete
Ambiguità
Un’espressione è ambigua quando può prendere convenzionalmente due o più significati
Es. Bea ha una vecchia credenza
L’ha fatta restaurare di recente
. Su di essa basa tutta la sua esistenza

Spostamenti di significato
Metafora = il significato di una parola si estende per una similitudine che viene istituita tra due situazioni
Metonimia = il significato di una parola si estende per contiguità concettuale (es. contenente/contenuto): ho bevuto una
bottiglia

Analisi componenziale
Semantica componenziale

Toro [+animato] [-umano] [+maschio]
Mucca [+animato] [-umano] [-maschio]
Analisi in tratti semantici: utile con insiemi lessicali delimitati (concreti)

PROTOTIPO
Wittgenstein parlava già di ‘somiglianze di famiglia’, dopo questa teoria la psicologia si è interessata a questo concetto
(E. Rosh).
Prototipo: elemento esemplare di una categoria

LA SEMANTICA FRASALE
diamo significato a frasi intere
Enunciato --> livello della parole

Frase --> livello della langue
Condizioni di verità: ambito della logica
L’asino vola, condizione di verità: è giusta grammaticalmente (langue), ma non è vera (parole)

Connettivi, ci permettono di legare frasi e termini per dare vita ad un testo, portano con sé un gran significato.
Congiunzioni coordinanti e subordinanti.


Rapporto tra significato e uso effettivo delle parole.


Quello che dico e quello che realmente voglio dire. Dipende tanto dal contesto in cui vengono dette delle cose.
Siamo al confine tra semantica e pragmatica.

Austin 1962 “come fare cose con le parole” = teoria degli atti linguistici, noi quando diciamo delle cose in realtà facciamo
delle azioni.

Ogni atto linguistico è composto da:


-  atto locutivo: la frase dal punto di vista strettamente linguistico 

-  atto illocutivo: intenzione con la quale la frase viene enunciata 

-  atto perlocutivo: effetto che si provoca nel destinatario

Atti locutivi diversi, stesso atto illocutivo:

Potresti spegnere la sigaretta?


Spegneresti la sigaretta?
Spegni la sigaretta!

La sigaretta!

I verbi performativi: es. prometto, dichiaro, nomino...

Gli atti linguistici indiretti


Es. non fa freddo qui? = Politeness, cortesia

Le presupposizioni
molte cose si danno per scontate negli atti di comunicazione perché sennò le frasi sarebbero troppo lunghe, perché alla
base della comunicazione ci sono alcune massime

Le massime di Grice
Il principio di cooperazione
-  massima di quantità: dare un contributo tanto informativo (non di più e non di meno) quanto è richiesto 

-  massima di qualità: non dire ciò che si sa essere falso; non dire cose per cui non si hanno prove adeguate o certezza
-  massima di modo: evitare espressioni ambigue o oscure; essere brevi; essere ordinati nell’esposizione 

-  massima di relazione (o pertinenza): attenersi alle indicazioni date dagli altri parlanti e dal contesto (non andare fuori
tema) 

Presupposizioni = ciò che in un enunciato il parlante presuppone come noto all’ascoltatore.
L’attuale re di Francia è calvo.
Presupposizione di esistenza del re.

- descrizioni definite (SN con articolo determinativo; nominali con aggettivo dimostrativo; nomi propri; pronomi personali e
pronomi dimostrativi)
Es. La freschezza di Jocca ha solo il 7% di grassi

I verbi fattivi (es. ignorare, rimpiangere, ecc.) presuppongono la verità (fattualità) del contenuto proposizionale della frase
Es. Il nemico ignorava che i nostri avevano eretto difese invalicabili
Inferenze: legate alla conoscenza del mondo
La variazione linguistica
+ 100 milioni di parlanti nativi: (più del 40% della popolazione mondiale.)
- Cinese 
- Inglese
 - Spagnolo - Arabo
- Hindi
- Russo
- Portoghese
- Francese


Il numero delle lingue è molto superiore a quello degli stati


Es. il caso italiano = Italiano, sardo, friulano, tedesco, francese, sloveno, francoprovenzale, albanese, ladino, catalano,
greco, walser, croato

Saussure: ‘spirito campanilistico’ e ‘forza di interscambio’ = mantenere proprio linguaggio / influenza degli altri

Dialetto = lingua propria di un numero limitato di parlanti, che si trova a convivere con un’altra lingua dagli usi più estesi.
Il dialetto è un sistema linguistico: ogni dialetto ha un sistema fonologico, morfologico, sintattico, ecc.
Lingua vs. dialetto: differenza socioculturale, non linguistica
“Ciò che occorre salvaguardare e promuovere è la potenza semantica e pragmatica della lingua”

Dichiarazione universale sui diritti linguistici (Barcellona 1996)


- centralità della lingua per il benessere individuale e la pacifica coesistenza tra popoli
- Beneficiari dei diritti = singoli individui, le collettività linguistiche cui essi appartengono;
- rifiuta la gerarchizzazione tra lingue che sia stata imposta prescindendo dal consenso delle comunità stesse;
- Richiamo al dovere dell’integrazione e rifiuto di qualsiasi forma di assimilazione; plurilinguismo = diritto individuale

3 tipi di classificazione: genealogica, tipologica, areale.

1- LA CLASSIFICAZIONE GENEALOGICA
Si cerca di risalire ad una lingua antenata comune. Le lingue vengono confrontate per individuare i tratti comuni.
Vengono raggruppate in famiglie gruppi e sottogruppi (ricorda la teoria di Darwin specie e sottospecie)

Due lingue fanno parte dello stesso raggruppo genealogico, se derivano da una stessa lingua originaria.

Gli elementi linguistici significativi per stabilire la parentela genetica non sono lessicali, ma morfologici e fonologici.
Es. le lingue romanze o neolatine
Lat. lactem > it. latte, fr. lait, sp. leche, rum. lapte = Lat. -CT- > it. -tt-, fr. -it-, sp. t∫-, rum. -pt- SEMPRE (quasi)

La famiglia linguistica INDOEUROPEA:


- gruppo indo-iranico: due sottogruppi
indiano (lingue antiche: sanscrito, vedico; lingue moderne: hindi, urdu)
iranico ulteriormente suddiviso in due rami: 
lingue iraniche occidentali, lingue iraniche orientali.

- gruppo tocario: due lingue estinte,tocario A e tocario B

- gruppo anatolico: lingue (oggi estinte) diffuse nel II e nel I millennio a.C. nella odierna Turchia (ittita)

- gruppo armeno: l’armeno

- gruppo albanese: l’albanese (tosco e ghego)



- gruppo slavo: tre sottogruppi
slavo orientale (russo, bielorusso, ucraino)
slavo occidentale (polacco, ceco, slovacco)
slavo meridionale (bulgaro, macedone, serbocroato, sloveno)


- gruppo baltico: lituano, lettone, antico prussiano (oggi estinto)

- gruppo ellenico: greco

- gruppo italico: due sottogruppi


italico orientale: lingue dell’Italia antica (osco, umbro, sannita)
italico occidentale: comprende il latino, che ha dato origine alle lingue romanze (portoghese, spagnolo, francese, italiano,
romeno, gallego, catalano, ladino, provenzale)

- gruppo germanico: tre sottogruppi:


germanico orientale: gotico (oggi estinto)
germanico settentrionale: svedese, danese, norvegese, islandese
Germanico occidentale, che si divide in due rami:
anglo-frisone: frisone (Frisia, Olanda), inglese 
neerlando-tedesco: neerlandese, tedesco, afrikaans, yiddish

- gruppo celtico: tre sottogruppi


gaelico: irlandese (l’unica lingua celtica ufficiale di uno stato), gaelico (Scozia)
britannico: cimrico o gallese, cornico (Cornovaglia, oggi estinto)
bretone (Bretagna)
La famiglia afro-asiatica (o camito-semitica):
numerose lingue, parlate o estinte, in Africa settentrionale, Medio Oriente, Africa orientale (es. arabo, ebraico)

La famiglia uralica:
numerose lingue parlate in Europa orientale e nell’Asia centrale e settentrionale (es. finnico, estone, ungherese)

La famiglia sino-tibetana:

es. cinese mandarino, tibetano

La famiglia nigerkordofaniana:
Comprende la maggior parte delle lingue parlate a sud del Sahara (es. swahili, ca. 60 milioni di parlanti, diffuso in Kenia,
Tanzania, Uganda, Ruanda)

La famiglia altaica:

Es. mongolo, turco
La famiglia caucasica:
Es. georgiano, abkhazo, dargwa, svan

Altre famiglie linguistiche:
- dravidica (India meridionale: tamil, telugu) - austro-asiatica (khmer, vietnamita)
- austronesiana

Pidgin: non ha parlanti nativi (es. tok pisin - Papua Nuova Guinea)
Creolo: lingua materna di una comunità (es. giamaicano)

I confini dello spazio europeo:



- settentrionali (regioni artiche)

- occidentali (il fronte atlantico)

- meridionali (il bacino del Mediterraneo)
- orientali (???) spazio dall’Atlantico agli Urali

• Frammentazione linguistica del continente (più di 60 lingue ‘statutarie’)


• ‘Omogeneità’: quasi tutte le lingue europee appartengono alla famiglia linguistica indoeuropea
Eccetto: basco, lingue uraliche (ungherese, finnico, estone, lappone), maltese, turco di Turchia

La storia
- 476 d.C. : frattura tra Impero romano d’Occidente e Impero romano d’Oriente
- Mondo latino-romano / mondo greco- bizantino

Ruolo del latino


• Il ruolo della Chiesa
• I clerici
• Le prime università
• Il diritto
• La grammatica

Ruolo del greco


‘aureo isolamento’ del greco bizantino

Ruolo del greco e del latino nella formazione dell’Europa linguistica


• ‘Koiné greco-romana di età imperiale’ (Kramer)
• Progressiva polarizzazione di due realtà: greco-bizantina vs. romano-germanica
• 1054: scisma
• Europa medioevale: 3 lingue veicolari (latino, greco, paleo-slavo) 


Prime testimonianze delle lingue romanze


• Momento cruciale: Medioevo
• Invasioni barbariche
• 842: giuramenti di Strasburgo
• 960: placiti capuani

Prime testimonianze delle lingue germaniche


• Iscrizioni runiche
• Influsso del francese antico sull’anglosassone (dominazione normanna)

Prime testimonianze delle lingue slave


Unica tradizione linguistica: antico slavo ecclesiastico

Ruolo dell’arabo
• 711-716: conquista araba della Spagna
• 827-878: conquista araba della Sicilia
Algebra, cifra, zero, almanacco, alchimia, ecc.

Ruolo del turco


• Presenza forte nel sud-est europeo
• 1453: conquista di Costantinopoli
2 - CLASSIFICAZIONE TIPOLOGICA:
Classifica le lingue in base ad affinità strutturali sistematiche. Criteri strutturali e formali. Somiglianze tra lingue non
imparentate.

Universali linguistici
Indicano proprietà o correlazioni di proprietà che si presuppone contraddistinguano ogni lingua naturale
- Universali assoluti: individuano la presenza (o l’assenza) di una proprietà in ogni lingua storico- naturale, senza stabilire
correlazioni (es. ‘tutte le lingue hanno vocali orali’)
- Universali implicazionali: mettono in relazione due o più proprietà (es. ‘se una lingua ha il duale, allora ha anche il
plurale’)

TIPO ISOLANTE
-  Morfologia ridotta
-  Tendenza rapporto 1:1 tra parola e morfema
-  I rapporti grammaticali tra le parole non sono segnalati da marche morfologiche, ma dalla posizione nella frase o da
particelle
-  Generalmente, esistono solo forme libere, non legate
ad es. CINESE

TIPO AGGLUTINANTE
-  Le parole tendono ad essere plurimorfemiche
-  Corrispondenza biunivoca tra forma e significato: ad ogni morfema corrisponde un morfo e viceversa
ad es. TURCO

TIPO FLESSIVO (o fusivo)


-  Parole segmentabili con maggiore difficoltà
- Non c’è corrispondenza biunivoca tra morfi e morfemi
-  Es. latino 


TIPO POLISINTETICO
- Parola formata da più morfemi, non solo grammaticali, ma anche lessicali
Es. yupik siberiano

Lingue analitiche e lingue sintetiche (siamo su un continuum)


+ analitico
Isolante, flessivo-fusivo
+sintetico
agglutinante, polisintetico

Non esistono tipi linguistici ‘puri’


Es. inglese
Tipo isolante --> aggettivi
Tipo agglutinante --> pluralizzazione dei nomi
Tipo flessivo/fusivo --> pronomi personali, verbi irregolari

Tipologia e sintassi
- Ordine dei costituenti principali
Soggetto 
Verbo 
Oggetto

Tipi possibili: SVO, SOV, VSO, VOS, OVS, OSV


SOV ordine più frequente, seguito da SVO
OSV molto raro o assente

Tema/rema
-  Principio di precedenza: tra i costituenti nominali il soggetto deve precedere l’oggetto per la sua priorità logica 

-  Principio di adiacenza: verbo e oggetto devono essere contigui, per la loro stretta relazione sintattico-semantica


VO OV
NGen GenN
NAgg AggN
NPoss PossN
NRel RelN
Prep Posp
3 - CLASSIFICAZIONE AREALE
Premesse necessarie, ma non sufficienti:
-  presenza di più lingue, non tutte immediatamente imparentate;
-  loro collocazione in zone geograficamente contigue;
-  condivisione di tratti linguistici significativi 
Occorre escludere che i tratti condivisi siano dovuti a: 
- tendenze tipologiche
generali;
- familiarità genetica

Si cerca di capire se le lingue parlate in una zona si sono influenzate. Sono lingue di ceppi diversi o di rami diversi. Ha un
aspetto sia sincronico che diacronico.

Area linguistica di CARLO MAGNO: area coinvolta nel sacro romano impero
- Somiglianze lessicali (comune lessico colto di origine greca e\o latina)
(comuni strategie nella formazione di parole complesse)
- Ordine dei costituenti maggiori nella frase dichiarativa assertiva SVO
- Presenza di genitivi

- Ausiliari ‘’essere e avere’’

- presenza di articoli definiti e indefiniti (un una la lo)

- carattere non pro drop (io mangio, posso dire anche solo mangio, cade il pronome)
- agente e soggetto possono divergere

Mutamento linguistico
2 poli: Economia - Chiarezza

La situazione italiana
• Italiano scritto
• Italiano parlato formale
• Italiano parlato informale
• Italiano regionale
• Dialetto di koinè
• Dialetto del capoluogo di provincia
• Dialetto locale continuum 


Sociolinguistica: settore della linguistica che studia le relazioni tra la lingua e la società
Variabile sociolinguistica: insieme dei modi coi quali i parlanti possono realizzare una data unità di un sistema linguistico
in funzione di una data variazione di tipo sociale; ciascuno dei modi è detto variante
Varietà di lingua: insieme di forme linguistiche, ai vari livelli di analisi, cooccorrenti con alcune caratteristiche della società

la sociolinguistica studia la variazione linguistica, e i parametri sono 4 (assi di variazione)



- variazione diatopica (luogo )

- variazione diastratica (strati sociali, livello scolastico)

- variazione diafasica (a seconda della situazione )

- variazione diamesica (a seconda del mezzo, scritto parlato, digitato)
- variazione diacronica ( dipende dal tempo, non dalle società)


La sociolinguistica studia le diverse modalità di realizzazione della lingua a seconda delle diverse tipologie di parlanti

Competenza comunicativa: capacità dei parlanti di utilizzare la lingua nei modi appropriati alle varie situazioni
• Il neo-standard
La varietà di lingua comunemente usata dalle persone colte che ammette come pienamente corretti alcune forme e
costrutti fino a tempi non lontani ritenuti non facenti parte della ‘buona’ lingua

• Comunità linguistica: insieme delle persone che parlano una determinata lingua
Stratificata, non omogenea

• Repertorio linguistico: insieme dei codici e delle varietà che un parlante è in grado di padroneggiare all’interno del
repertorio linguistico più ampio della comunità cui appartiene

• Prestito = 
Es. computer (non adattato) algebra (adattato)


• Calco 
= Es. grattacielo

STORIA linguistica dell’Italia unita


Nuove condizioni linguistiche:
-  gli effetti dell’emigrazione
-  conseguenze dell’industrializzazione
-  urbanesimo e migrazioni interne
-  lingua e dialetti nella scuola
-  fattori di unificazione: burocrazia ed esercito
-  la stampa quotidiana e periodica, gli spettacoli, trasmissioni di massa (TV)
APPRENDIMENTO DEL LINGUAGGIO
Distinzione tra acquisizione e apprendimento:

Acquisizione = un bambino impara la sua lingua madre in casa, esposto alla sua famiglia, oppure mi trasferisco all’estero
e imparo ascoltando 

Apprendimento = vado a scuola, studio

(acquisizione = naturale, apprendimento = guidato)

Per studiare l’acquisizione ci sono due metodi di ricerca:


longitudinale = vedo il progresso nel tempo, raccolgo dati, pochi, ma nel tempo = basato sull’osservazione, attraverso il
diario (trascrizione omogenea, si deve registrare tutto)

trasversale = in un momento preciso dello sviluppo si studiano diversi bambini

L’acquisizione dipende molto dalla motivazione che ha a imparare una seconda lingua (voglia, bisogno)
La comprensione precede la produzione.

LINGUA MADRE
Sviluppo della fonologia

Apprendimento per dimenticanza = i piccoli sentono molte più sfumature (anche le più piccole distinzioni di suoni)
- dai 10 mesi di vita si dimenticano i suoni che non sono specifici della lingua (ad es. italiano). si perde sensibilità
fonologica.

- 1° passo, LALLAZIONE = 6 mesi, ripetizione di sillabe (consonante – vocale)

- poi sviluppo del lessico (paroline)

- segmentazione (dove finisce una parola e dove ne inizia un’altra)

- gesto dell’indicare (pointing) puntare l’attenzione per comunicare

- protoparole

- esplosione del vocabolario (19-21 mesi)
Acquisizione del lessico

Baby talk (linguaggio infantile es. ciao piccino)


Foreign talk ( con gli stranieri, linguaggio semplificato)

Sviluppo morfosintassi

- fase olofrastica (una parola per un intero concetto )

- fase telegrafica (mettere insieme in modo telegrafico cosa che si sanno) 
c’è cmq una sequenza invariabile di desinenze
e parole funzionali (sia in L1 sia in L2)

Periodo critico (12 anni) se entro i 12 anni non si è esposti a linguaggio verbale, non si imparerà mai bene, mai
competenza nativa

Stato iniziale per apprendimento L2



- base di lingua madre

- grammatica universale (qualcosa di innato)
- grammatica universale mediata da L1

L2 mediata da L1 = errori
Errori di interferenza (produco L2 , ma mettendo qualcosa dell’L1)

Errore di sviluppo = errori nel mentre che imparo, non dovute alle interferenze.

Concetto importante:
INTERLINGUA = (se voglio imparare il tedesco)
Tutte le fasi prima dell’acquisizione perfetta sono interlingue, lingue che si stanno costruendo.

Le interlingue hanno un ordine naturale di apprendimento e delle differenze individuali. (dipendono dalla mia psicologia,
motivazione, timidezza, voglia di buttarmi, correzioni)

Fattori linguistici che incidono sull’acquisizione della L2:



- Gli universali linguistici, dei fattori comuni a più lingue del mondo (due filoni).
- Grammatica universale innata come si comporta nella L2 ? non è chiaro
- Marcatezza (cose maggiori, tipo il maschile) nella L2 è più marcata l’acquisizione della grammatica periferica.
Si imparano prima le cose non marcate.

Strategie di apprendimento dell’italiano come lingua 2



Da studi trasversali e longitudinali sono state tratte delle conclusioni. Il contesto era di acquisizione spontanea.
Tutti seguivano delle tappe di apprendimento simili (differenze dalla lingua di partenza). Prima principi pragmatici che
servono, poi sintassi e morfologia.

Fase PREBASICA: fase in cui si apprende una lingua con organizzazione nominale ( solo nomi no verbi ) dettata da criteri
pragmatici. Elementi principali messi in ordine senza nessi sintattici, confusione tra classi di parole.
Fase BASICA: apprendente più autonomo, viene usato il verbo ( magari non in forma finita, ma infinita ) , c’è scarsità
di parole funzione ( articoli) , prima forme non marcate, focus della frase lasciata in fondo per sottolinearlo, e non frasi
subordinate.
Fase POSTBASICA: struttura vicina alla lingua d’arrivo, morfologia più complessa, usato l’accordo ( nome e articolo )
compaiono frasi subordinate.
VARIETA AVANZATE: morfosintassi corretta, errori nella pronuncia o ad altri livelli. VARIETA QUASI NATIVE : lessico e
grammatica corrette, ma difformità grammaticali rispetto alla L2.

Sequenze di acquisizione L2.



Verbi: Temporalità: nelle prime frasi prive di morfologia, la temporalità è espressa con messi pragmatici (ieri e domani...)
(presente e infinito > participio passato > imperfetto > futuro-condizionale > congiuntivo)
Nomi: prima numero poi genere
numero > genere
Prima tutto A poi accordo, -a femminile, -o maschile.

CERVELLO E LINGUAGGIO

Paul Broca: 1861 basi neurologiche del linguaggio.



Afasia: disturbo acquisito del linguaggio dovuto a lesioni acute dell’encefalo.

Non si può dire che c’è una parte specifica del cervello dedicata al linguaggio, ma sono maggiormente implicate le aree
di Broca e Wernike che si trovano nell’emisfero sinistro. Nomi dati da chi le ha scoperte attraverso studi post mortem, le
lesioni si trovavano in quelle aree.
Le manifestazioni sonore che non presentano una struttura a doppia articolazione sono definite vocalizzazioni (tipo canto
degli uccelli).
Le vocalizzazioni si distinguono in vocalizzazioni innate (versi degli animali) e acquisite. i centri nervosi responsabili delle
voc innate si trovano nella parte più bassa del cervello, mentre quelli responsabili di quelle acquisite sono più alti.

Le AFASIE sono quadri clinici di alterazione più o meno grave della comprensione o della produzione del linguaggio
conseguente a lesioni cerebrali, in genere localizzate nell’emisfero sinistro, successive all’acquisizione del linguaggio.

Lesioni anteriori : prevalenza di disturbi sintattici.
Lesioni posteriori : prevalenza disturbi lessicali.



È lecito sospettare un disturbo afasico nell’adulto quando questo perde la capacità di esprimersi, e/o di comprendere il
linguaggio, oppure quando di colpo inizia a commettere numerosi errori mentre parla.

Classificazione più o meno delle afasie
Alterazione quantitativa (velocità o lentezza di come si parla): aumento o riduzione
del ritmo di produzione nell’unità di tempo , rispetto a valori medi tipici di una data lingua.
Alterazioni di tipo qualitativo
(lessico)

PARAFASIA FONEMICA : sostituzione, trasposizione, o omissione di uno o più fonemi all’interno di una parola.

NEOLOGISMO: produzione di parole impossibili da riconoscere.

PARAFASIA SEMANTICA : una parola inappropriata nel contesto, ma semanticamente collegata alla parola target

PARAFASIA VERBALE : una parola inappropriata nel contesto del discorso e non ha alcuna somiglianza con la parola
target

ANOMIA incapacità di reperire una parola durante compiti di denominazione o durante l’espressione verbale spontanea.

CIRCONLOCUZIONE

CONDUITE D’APPROCHES

ECOLALIA involontaria e incontrollabile e tendenza a ripetere quanto immediatamente espresso dall’interlocutore.

PERSEVERAZIONE ripetizione di sillabe parole o sintagmi

STEREOTIPIA uso ripetuto di parole o frasi

AGRAMMATISMO impoverimento struttura sintattica della frase
PARAGRAMMATISMO uso errato di morfemi grammaticali che non comporta riduzione di eloquio.

Sintomi che compaiono con le afasie:


APARASSIA GESTUALE incapacità o difficoltà di eseguire gesti su imitazione o comando verbale.

APARASSIA COSTRUTTIVA deficit nel disegnare o copiare figure

AGNOSIA DIGITALE Il paziente è incapace di collegare i nomi delle proprie dita alle dita.

DIAGNOSI
Livello fonologico esplorato in uscita output tramite analisi della generazione dei suoni e delle sillabe e in entrata input
tramite discriminazione dei suoni e parole formate a partire da essi.
Livello semantico esplorato tramite analisi dell’abilità
di comprendere , scegliere e produrre parole con funzione semantica , l’accesso al lessico viene indagato attraverso
denominazione su confronto visivo e eloquio spontaneo
AAT acher aphasie test = per lo studio dell’afasia

AFASIA GLOBALE forma clinica più grave, eloquio stentato, frammenti sillabici. Lesione nella maggior parte delle aree del
linguaggio dell’emisfero sx.
AFASIA DI BROCA espressione verbale molto stentata, lesione nell’area di broca
AFASIA TRANSCORTICALE MOTORIA eloquio spontaneo ridotto , lesione nella connessione tra l’area di broca e le altre.
AFASIA DI WERNIKE espressione fluente, ma parafasia , neologismi. Lesione nell’area di W.
AFASIA DI CONDUZIONE
ripetizione compromessa, ma comprensione buona.
AFASIA TRANSCORTICALE SENSORIALE deficit di denominazione (anomie)
eloquio fluente, con deficit fonemici e semantici, e gravi deficit di denominazione (anomie). Lesioni estese che
coinvolgono le aree associative temporo- parieto-occipitali
AFASIA ANOMICA espressione ostacolata dalla ricerca delle parole.
LA DISLESSIA
È un disturbo dell’apprendimento della lettura che colpisce bambini con intelligenza normale. Non se ne conoscono le
cause. Molte persone dislessiche hanno anche problemi di scrittura, lettura e calcolo: dislessia, disgrafia, discalculia.

LETTURA
La capacità di leggere stringhe di lettere richiede la traduzione di un codice visivo (ortografico) in uno uditivo (fonologico)
che diventa semanticamente significante se corrisponde ad una parola nota
Nell’apprendimento della lettura si stabilisce l’associazione di suoni con segni che consente di pronunciare parole mai
udite prima

Un modello molto accreditato per la spiegazione dei processi di lettura è del tipo a doppia via:
-  Via semantico-lessicale basata sulla relazione diretta tra sistema semantico, accesso ortografico e uscita fonologica;
-  Via non lessicale che si basa su regole di conversione grafema-fonema


DISLESSIA PROFONDA. errori semantici e nomi letti più facilmente dei verbi, incapacità di leggere le non parole

DISLESSIA SUPERFICIALE scrive bene, passa bene tra grafema e fonema, problemi semantici ( di significato , legge, ma
non capisce)

DISLESSIA FONOLOGIA deficit specifico nella lettura delle non-parole e delle parole sconosciute

CALCOLO
Le rappresentazioni numeriche implicano l’utilizzo di un sistema di simboli che consta di due sottosistemi, uno logografico
(scrittura e lettura dei numeri arabi da 0 a 9) e uno fonografico (per la denominazione dei numeri, ‘zero’ ‘nove’)
Il calcolo richiede capacità complesse che presuppongono l’integrità di vari sistemi cognitivi, che includono oltre al
linguaggio anche la memoria, la percezione e rappresentazione dello spazio e del corpo, le funzioni esecutive

SCRITTURA
La scrittura è un’abilità complessa, che non solo richiede la capacità di organizzare in sequenza una serie di movimenti
fini, ma anche l’interazione tra controllo motorio, integrazione visuo-spaziale e cinestesica e il sistema neurofunzionale del
linguaggio


Dislessia linguistica: si legge bene, ma molti errori di spostamento di lettere.


Dislessia percettiva: leggono molto lenti, ma non commettono errori.

Dislessia mista: leggono lentamente e commettono molti errori di omissione e o sostituzione di lettere e di parole.
Problemi associati memori a breve termine, difficoltà a segmentare e difficoltà a reperire le parole.

Lo sviluppo normale o patologico del linguaggio nel bambino viene misurato mediante specifiche batterie di test che
valutano le abilità di comprensione, ripetizione e produzione di sillabe, parole e frasi

BILINGUISMO
Rilevante per la neurolinguistica è conoscere se le diverse lingue che un soggetto bilingue utilizza sono rappresentate
nelle stesse strutture cerebrali o sono invece rappresentate in strutture cerebrali differenti.
Il recupero parallelo dell’afasia in soggetti bilingui farebbe supporre una comunanza dei substrati rappresentazionali delle
lingue.
Altre modalità di recupero:
Selettivo: soltanto una lingua recupera, mentre l’altra non presenta alcun miglioramento
Successivo: si assiste al miglioramento di una lingua e soltanto successivamente delle altre
Antagonistico: al miglioramento delle prestazioni in una lingua corrisponde il peggioramento delle prestazioni in un’altra

‘reazioni afasiche nei poliglotti’


Switching: passaggio (o commutazione) più o meno frequente da una lingua all’altra
Mixing: mescolamento di due o più lingue all’interno della stessa frase

DEMENZE
I deficit linguistici nella demenza sono distinti dalle sindromi afasiche conseguenti a lesioni emisferiche focali, tuttavia si
tratta sempre di alterazioni linguistiche che si trovano in tutti i tipi di demenza.

• In pazienti con demenza da ripetute lesioni infartuali nelle aree del linguaggio si può osservare afasia sia improvvisa
che lentamente ingravescente; il tipo più comune è l’afasia anomica, il secondo tipo più frequente è l’afasia di
Wernicke.
• Nell’afasia in Alzheimer, il quadro iniziale ricorda più di frequente un’afasia anomica, col progredire dei disturbi invece
il quadro ricorda l’afasia di Wernicke; l’agrafia è frequente. La caratteristica principale è la difficoltà nel recupero delle
parole e l’incapacità di comprendere il linguaggio scritto e orale insieme alla presenza di perseverazioni ed ecolalia.

La pragmatica e i suoi disturbi


La grande maggioranza degli studi afasiologici ha riguardato le alterazioni strettamente linguistiche.
Lesioni all’emisfero destro possono compromettere in maniera rilevante alcune componenti ‘non linguistiche’ della
comunicazione verbale.
Disfunzioni comunicative simili a quelle dei cerebrolesi destri sono state riscontrate in patologie che non necessariamente
comportano ritardo mentale, né disturbi del linguaggio letterale (es. autismo, schizofrenia). “Sai che ore sono? SI.”
POSSIBILI DOMANDE

• Definizione di doppia articolazione


• Definizione di arbitrarietà
• La funzione metalinguistica di Jackobson
• La funzione conativa di Jackobson
• Scrivere in IPA la parola “Inciucio”
• Scrivere in IPA le parole “Sfiatatoio”,”Scioglilingua”
• Comporre una frase con due sintagmi nominali e un sintagma verbale
• Comporre una frase con un SN e un SV
• Scrivere un esempio di coppia minima
• Descrivi il tipo linguistico polisintetico
• Descrivi il tipo linguistico agglutinante
• Scrivere due lingue del gruppo slavo
• Scrivere due lingue del gruppo germanico
• Definire un composto esocentrico e fornire un esempio
• Definire un composto endocentrico e fornire un esempio
• Quali sono i parametri delle vocali?
• Quali sono i parametri delle consonanti?
• Fare un esempio di dittongo
• Cosa si intende per iperonimia?
• Descrivere la variazione diafasica
• Descrivere la variazione diamesica
• Cosa s’intende per polisemia?
• Cos’è la classificazione tipologica? 
• Cos’è la classificazione areale?
• Scomporre in morfemi due parole “Polveriera”,”Inguardabile”
• Un argomento a piacere del libro a scelta
• Definire la ricorsività
• Definire i suoni K e V
• Scrivere in IPA sfioritura e infiocchettamento
• Scomporre le parole scritte sopra e dire di che tipo di morfemi si tratta
• Che cosa è la coppia minima
• Cosa sono Pidgin e Creoli
• Cosa significa verbo trivalente e fare es
• Scrivere due morfemi derivazionali
• Che cosa è antonimia e fare es.
• Fare un esempio di due lingue non Indoeuropee in Europa
• Cosa si intende con tipologia morfologica
• Differenza tra lingua e limguaggio
• Che cosa è la struttura ad albero e a cosa serve

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