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Riassunto Le lingue e il linguaggio


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Capitolo 1: che cos’ è il linguaggio

Lingua e linguistica:
Linguistica studio scientifico del linguaggio umano; disciplina descrittiva. Obiettivi:
 specificare la natura del linguaggio, e in particolare le potenzialità che esso conferisce all'uomo e le limitazioni che gli
impone
 identificare, almeno in forma astratta e alla stregua di modello, le regole che i parlanti di una lingua applicano nel
produrre e ricevere un messaggio linguistico
 descrivere e spiegare i cambiamenti che si attuano nel tempo nell'organizzazione e nella struttura delle lingue
Lingua: ciascuno dei sistemi simbolici, propri della specie umana ma diversi da comunità a comunità e in qualche
misura anche da individuo a individuo, trasmessi per via culturale e non ereditati biologicamente, basati su simboli
vocali o, in casi particolari, su simboli gestuali, attraverso i quali gli appartenenti alle società umane conoscono la
realtà, la categorizzano, sviluppano pensieri articolati, comunicano le proprie conoscenze e i propri pensieri. Le lingue
sono trasmesse per via culturale e non ereditate biologicamente. La facoltà di linguaggio fa parte del nostro corredo
biologico ed è trasmessa per via ereditaria. Le lingue che si acquisiscono grazie a questa facoltà dipendono
dall'ambiente in cui il bambino è inserito W. von Humboldt parla di lingue storico.
Una definizione di lingua
La lingua è un codice che organizza un sistema di segni dal significante primariamente fonico - acustico,
fondamentalmente arbitrari e doppiamente articolati, capaci di esprimere ogni esperienza esprimibile, posseduti come
conoscenza interiorizzata che permette di produrre infinite frasi a partire da un numero finito di elementi

Il linguaggio umano
La facoltà verbale è specie-specifica dell'uomo
Precondizioni anatomiche e neuro fisiologiche:
1.volume e struttura del cervello
2.conformazione del canale fonatorio
Linguaggio umano: Proprietà/caratteristiche
 Discretezza elementi si distinguono gli uni dagli altri per esistenza di limiti precisi/definiti
 Doppia articolazione formulare un numero alto di segni, cioè di entità dotate di significato e significante mediante i
fonemi che non hanno significato ma hanno la capacità di distinguere significati
 Ricorsività possibilità di costruire frasi sempre nuove, inserendo in una frase data un’altra frase e così via in teoria
all’infinito
 Dipendenza dalla struttura il senso di una frase è il risultato delle relazioni e interdipendenze che ogni elemento ha
con gli elementi vicini ma anche con quelli più lontani all’interno della frase
Linguaggiocapacità di sviluppare un sistema di comunicazione dotato di caratteristiche proprie
Linguaè la forma specifica che questo sistema di comunicazione assume nelle varie comunità

Gli universali linguistici


Indicano proprietà o correlazioni di proprietà che si presuppone contraddistinguano ogni lingua naturale
- Universali assoluti: individuano la presenza (o l’assenza) di una proprietà in ogni lingua storico - naturale, senza
stabilire correlazioni (es. ‘tutte le lingue hanno vocali orali’)
- Universali implicazionali: mettono in relazione due o più proprietà (es. ‘se una lingua ha il duale, allora ha anche il
plurale’)
Universali linguistici elementi comuni a tutte le lingue: ricorsività, dipendenza dalla struttura
Elementi distintivi linguisticielementi diversi: l’ordine degli elementi principali della frase
Es. Italiano Soggetto + Verbo + Oggetto;
Arabo Verbo + Soggetto + Oggetto

La tipologia linguistica
La tipologia linguistica si occupa della variazione interlinguistica classificando le lingue storico-naturali in base ad
affinità strutturali sistematiche (tipi linguistici). Studia gli elementi comuni e diversi tra le lingue.

Agrammaticalità e grammaticalità
Agrammaticale non significa scorretto, (la linguistica non è disciplina normativa) ma mal formato per
il parlante nativo
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Capitolo 2: che cos’è una lingua

Concreto e astratto
Livello astratto (ideale, teorico) Livello concreto (reale, individuale)
Langue (Saussure) Parole (Saussure)
 Lingua della collettività, sociale e astratta Esecuzione linguistica di un individuo, atto individuale
Codice (Jakobson) Messaggio(Jakobson)
 Insieme di potenzialità Costruito sulla base delle unità fornite dal codice
Competenza (Chomsky) Esecuzione(Chomsky)
 Tutto ciò che l’individuo sa della propria lingua Tutto ciò che l’individuo fa linguisticamente

Conoscenze linguistiche di un parlante


La competenza è l’insieme delle conoscenze linguistiche che un parlante ha. Si suddivide per livelli:
competenza fonologica
competenza morfologica
competenza sintattica
competenza semantica

Paradigmatico e sintagmatico
Sintagmatico rapporti tra elementi in praesentia = co-presenti; concatenazione di parole e lettere che si concordano
per genere e numero
Paradigmaticorapporti (in absentia) tra elementi in assenza tra elementi che possono comparire uno alla volta in un
certo contesto es. questo, quel, il non possono comparire insieme davanti a un nome, appartengono a un paradigma, se
uso questo libro non posso usare anche questo quello libro

Sincronia e diacronia
Sincronia rapporto tra elementi simultanei; si esclude il fattore tempo
Diacronia rapporto tra elementi attraverso il tempo; lo studio del cambiamento linguistico è diacronico cioè studio di
un fenomeno attraverso il tempo.

Il codice
Insieme di corrispondenze, fissatesi per convenzione, tra qualcosa e qualcos'altro che fornisce le regole di
interpretazione dei segni
Sistemi di corrispondenze tra significato e significante
I segni linguistici costituiscono il codice lingua

I segni
Lingua come sistema di segni
Segno: entità costituita da un'espressione e da un contenuto
Espressione: parte sensibile del segno
Contenuto: parte concettuale del segno (Louis Hjelmslev)
La lingua è un sistema di segni

Il segno linguistico
I segni linguistici sono simboli. Si tratta di unità a due facce, inseparabili tra loro: da una parte c'è la forma o
espressione linguistica (significante), dall'altra il concetto a cui quella forma rimanda (significato).
Segno linguistico
segno  entità dotata di significante e significato
significante forma sonora, espressione
significato  rappresentazione mentale, concetto, contenuto
Proprietà del segno:
 Distintività, un segno si distingue da un altro segno
 Linearità, il segno si estende nel tempo se orale, nello spazio se scritto (successione prima / dopo)
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 Arbitrarietà (associazione tra significante e significato) non esiste una legge di natura che determini l’associazione tra
significato e significante ma la relazione è determinata in base a una convenzione sociale
 Biplanarità: Due facce compresenti in un segno Il linguaggio è biplanare, poiché è costituito da due piani, quello
dell'espressione e quello del contenuto Significante/significato

Triangolo semiotico significato, significante, referente


4 tipi di arbitrarietà:
- tra segno e referente
- tra significante e significato
- tra forma (struttura, organizzazione interna) e sostanza (materia, insieme dei fatti concettualizzabili) del significato;
- tra forma e sostanza del significante

Le funzioni della lingua di Jakobson


Emotivaesprime stati d’animo, riguarda il parlante
Referenziale è informativa, neutra e riguarda il referente
Fatica per controllare se il canale è aperto e funziona regolarmente, riguarda il canale
Metalinguistica quando il codice viene usato per parlare del codice stesso (grammatica), riguarda il codice
Poeticaquando il messaggio è costruito in modo da costringere l’ascoltatore a ritornare sul messaggio stesso per
apprezzarne il modo in cui è formulato, riguarda il messaggio
Conativasi realizza sotto forma di comando o esortazione rivolta all’ascoltatore perché modifichi il suo
comportamento, riguarda l’ascoltatore

Sono 6 , per Jakobson, le componenti necessarie per un atto di comunicazione linguistica:


parlante, referente (ciò di cui si parla), il messaggio, il canale attraverso cui passa la comunicazione, il codice,
l’ascoltatore

Lingua e dialetto
Dialetto: lingua propria di un numero limitato di parlanti che si trova a convivere con un’altra lingua dagli usi più estesi
• Il dialetto è un sistema linguistico: ogni dialetto ha un sistema fonologico, morfologico, sintattico, ecc.
• Lingua vs. dialetto: differenza socioculturale, non linguistica

La situazione italiana
Il quadro sociolinguistico dell’Italia contemporanea è un repertorio multilingue a fianco dell’italiano e delle sue varietà
regionali, composto da almeno cinque lingue forti di immigrazione: rumeno, albanese, arabo, cinese, ucraino. In Italia si
parla la lingua ufficiale che è l’italiano e molti dialetti italiani regionali. Esistono 3 grandi italiani regionali: quello
del Nord, quello del Centro e quello del Sud. Ogni lingua è stratificata sia socialmente che geograficamente. Italiano:
• Italiano scritto
• Italiano parlato formale
• Italiano parlato informale
• Italiano regionale
• Dialetto di koinè (identifica una regione dialettale)
• Dialetto del capoluogo di provincia
• Dialetto locale

La lingua è stratificata quindi in diversi registri linguistici che i parlanti possono usare e cambiare dall’uno all’altro.
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Capitolo 3: le lingue del mondo

La classificazione delle lingue


La classificazione in base al numero di parlanti non è basata su criteri linguistici interni
- classificazione genealogica
- classificazione tipologica
- classificazione areale

La classificazione genealogica: le famiglie linguistiche


Le lingue vengono confrontate per individuarne i tratti comuni . Vengono raggruppate in famiglie, gruppi e sottogruppi
Due lingue fanno parte dello stesso raggruppamento genealogico se derivano da una stessa lingua originaria (o lingua
madre). Gli elementi linguistici significativi per stabilire la parentela genetica non sono lessicali, ma morfologici e
fonologici.
Famiglia linguistica  unità genealogica massima si suddivide in - gruppi - sottogruppi

Le famiglie linguistiche più studiate sono:


1. Indoeuropea
2. afro-asiatica o camito-semitica Africa settentrionale, Medio Oriente, Africa orientale (es. arabo, ebraico, egiziano
antico)
3. uralica Europa orientale e Asia centrale e settentrionale (es. finlandese, estone, ungherese)
4. sino-tibetana cinese mandarino, tibetano e lolo-birmano
5. nigerkordofaniana nazioni africane a sud del Sahara (es. swahili)
6. altaica Asia centrale (mongolo e turco)

altre famiglie linguistiche:


- dravidica (India meridionale)
- austro-asiatica
- austronesiana
- amerindiane (famiglie linguistiche minori lingue indiane dell’America)
- lingue isolate ( basco, giapponese e coreano)

La classificazione tipologica
Due lingue sono tipologicamente correlate se manifestano una o più caratteristiche comuni. Due tipi: tipologia
morfologica (struttura delle parole) e tipologia sintattica (gruppi di parole e frasi).

Tipologia morfologica:
 isolante  mancanza quasi totale morfologia:i nomi non si distinguono né per caso né per genere né per numero; i
verbi non presentano differenze di persona, di numero, di tempo e di modo ma la forma verbale è unica (es. Cinese)
 agglutinanteogni parola contiene tanti affissi quante sono le relazioni grammaticali (es. Turco)
 flessivo flessione molto ricca; le diverse relazioni grammaticali sono espresse da un unico suffisso che esprime più
relazioni grammaticali (es. Italiano, Greco, Latino); il sottotipi analitico può realizzare le relazioni grammaticali anche
mediante più parole, mentre il sottotipo sintetico concentra tale espressione in una sola parola
 polisintetico o incorporante una sola parola può esprimere tutte le relazioni che ad esempio in italiano sono espresse
da una frase intera.
Non esistono tipi linguistici puri
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Tipologia sintattica:
si basa sull’osservazione che esistono correlazioni sistematiche tra l’ordine delle parole in una frase e altre
combinazioni sintattiche; per tale motivo è chiamata anche tipologia dell’ordine delle parole. Le combinazioni
sintattiche analizzate sono:
 la presenza in una lingua di preposizioni o di posposizioni
 la posizione del verbo rispetto al soggetto e all’oggetto nella frase dichiarativa. Sei ordini possibili:
SVO, SOV, VSO, VOS, OSV,OVS
 l’ordine dell’aggettivo rispetto al nome
 l’ordine del complemento di specificazione, genitivo rispetto al nome

- Principio di precedenza: tra i costituenti nominali il soggetto deve precedere l’oggetto per la sua priorità logica
- Principio di adiacenza: verbo e oggetto devono essere contigui, per la loro stretta relazione sintattico –semantica

Universali implicazionali mette in relazione due o più proprietà linguistiche legate tra loro in un rapporto di
implicazione del tipo se X allora Y

La tipologia areale
Lingue che sviluppano alcune caratteristiche in comune perché sono parlate in zone geografiche
contigue, anche se genealogicamente non in relazione. Queste lingue formano una lega linguistica e
presentano caratteristiche comuni.
Premesse necessarie, ma non sufficienti:
- presenza di più lingue, non tutte immediatamente imparentate;
- loro collocazione in zone geograficamente contigue;
- condivisione di tratti linguistici significativi
Occorre escludere che i tratti condivisi siano dovuti a:
- tendenze tipologiche generali;
- familiarità genetica

I sistemi di scrittura delle lingue nel mondo


ideografico – logografico ad ogni simbolo corrisponde un concetto concreto o astratto (Egizi, Sumeri)
sillabicol’utilizzazione fonetica determinò passaggio del logografico al sillabicodi conseguenza, a un segno
corrisponde un gruppo di suoni
alfabetico a ogni segno corrisponde un suono
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La famiglia linguistica indoeuropea


1. Gruppo indo – iranico

Indiano Iranico
Lingue antiche:vedico, sanscrito Lingue occidentali:persiano antico, avestico
Lingue moderne: hindi, urdu Lingue orientali:persiano moderno, curdo

2. Gruppo tocario lingue estinte “tocario A” e “tocario B”


3. Gruppo anatolico lingue estintela più documentata è ittita
4. Gruppo armeno armeno
5. Gruppo albanese albanese
6. Gruppo slavo

Slavo orientale: Slavo occidentale: Slavo meridionale:


russo polacco bulgaro macedone
bielorusso cecoslovacco serbo-croato
ucraino sloveno

7. Gruppo baltico lituano, lettone; lingue estinte: prussiano antico


8. Gruppo ellenicogreco
9. Gruppo italico

Italico occidentale
Italico orientale (Italia antica)
Latino che da origine alle lingue romanze:
Basco
portoghese, spagnolo, francese, italiano, romeno.
Umbro
Regionale galego, catalano e varietà del ladino
sannita

10. Gruppo germanico

Germanico orientale: Germanico settentrionale: Germanico occidentale:


Gotico estinto svedese, danese, norvegese,  Neerlando . tedesco: olandese, tedesco
islandese e feroico  Anglo – frisone: frisone e inglese

11. Gruppo celtico

Brittanico:
Gaelico: gallese
irlandese cornico
gaelico di Scozia bretone
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Capitolo 4: i suoni delle lingue: fonetica e fonologia

Livelli di analisi linguistica


Fonetica e fonologia
Morfologia
Sintassi
Semantica

Fonetica
Livello di analisi della linguistica che studia la produzione e la percezione dei suoni linguistici ( i foni)
- fonetica articolatoria: studia i foni in base al modo in cui vengono articolati
- fonetica acustica: studia i foni in base alla loro consistenza fisica e alle modalità di trasmissione
- fonetica uditiva (o percettiva): studia i foni in base al modo in cui vengono ricevuti, percepiti

Fonetica articolatoria
- descrive l'anatomia dell'apparato fonatorio
- studia il processo di fonazione
- fornisce criteri e termini per la classificazione dei foni

Apparato fonatorio
È l'insieme delle strutture anatomiche che l'uomo utilizza per parlare È formato da organi che, pur appartenendo
primariamente agli apparati respiratorio e digerente, svolgono anche funzioni fonatorie Produzione del suono:
Polmoni --> trachea --> laringe (corde vocali) --> faringe --> cavità orale

Cavità orale
Lingua, Palato duro, Alveoli, Denti, Labbra,Cavità nasali

Organi mobili
pliche vocali, velo palatino, lingua, labbra

Organi fissi
Faringe, palato duro, alveoli, denti

Il meccanismo della fonazione


Durante la fonazione, un flusso d'aria proveniente dai polmoni viene spinto attraverso laringe, faringe, cavità orale (o
nasale), labbra
Durante questo percorso il flusso d'aria può incontrare degli ostacoli
È proprio l'incontro tra il flusso d'aria e uno o più di questi ostacoli a generare i foni

Parametri di classificazione dei foni


Luogo di articolazione
Modo di articolazione
Sonorità

Vocali e consonanti
Vocali: foni prodotti senza frapposizioni al passaggio dell'aria
Consonanti: foni prodotti mediante frapposizioni (totali o parziali) al passaggio dell'aria

Le consonanti: Modi di articolazione


 Occlusive: il suono è prodotto tramite una occlusione momentanea dell'aria cui fa seguito una specie di 'esplosione'
 Fricative: l'aria deve passare attraverso una fessura piuttosto stretta producendo così una 'frizione'
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 Affricate: suoni che iniziano con un'articolazione di tipo occlusivo e terminano con un'articolazione di tipo fricativo
 Nasali: il velo palatino si posiziona in modo tale da lasciar passare l'aria attraverso la cavità nasale
 Laterali: la lingua si posiziona contro i denti e l'aria fuoriesce dai due lati della lingua stessa
 Vibranti: vibrazione o dell'apice della lingua o dell'ugola
 Approssimanti: gli organi articolatori vengono avvicinati, ma senza contatto. Es. it. [j] e [w]

Punti di articolazione
 Bilabiali: il suono è prodotto mediante l'occlusione di entrambe le labbra
 Labiodentali: il suono deve attraversare una fessura che si forma appoggiando gli incisivi superiori al labbro inferiore
 Dentali: la parte anteriore della lingua tocca la parte interna degli incisivi
 Alveolari: la parte anteriore della lingua tocca o si avvicina agli alveoli
 Palato-alveolari: la parte anteriore della lingua si avvicina agli alveoli ed ha il corpo arcuato Palatali: sono prodotte
con la lingua che si avvicina al palato
 Velari: sono prodotte con la lingua che tocca il velo palatino

Le vocali
Tre parametri di classificazione:
- altezza della lingua (chiusura/apertura della cavità orale)
- avanzamento/arretramento della lingua
- arrotondamento/non arrotondamento delle labbra

Le semivocali
Approssimanti: suoni con modo di articolazione intermedio tra vocali e consonanti fricative
Semivocali/semiconsonanti

I dittonghi
Approssimante + vocale in una stessa sillaba
- dittongo ascendente: approssimante + vocale accentata; [j] e [w] semiconsonanti
- dittongo discendente: vocale accentata + approssimante; [i] e [u] semivocali
- iato: combinazione di due vocali appartenenti a sillabe diverse

Sistema fonetico e sistema grafico


I grafemi
A seconda del criterio su cui si basa il sistema grafico, i grafemi possono corrispondere a morfemi, a sillabe, a singoli
fonemi
N.B. Non confondere simbolo grafico e contenuto fonico del segno
Per quanto l'italiano sia tra le lingue in cui il sistema grafico rappresenta in modo più fedele il sistema fonico, non
mancano incoerenze
es. e ['kane] cena ['ʧena] gara ['gara] giro ['ʤiro] [‘kwadro] :
chilo ['kilo] ghiro ['giro]
it. fr. (charme), ingl. (shadow), ted. (Schalter), pol. (szata)
George Bernard Shaw: la parola ingl. fish si potrebbe scrivere ghoti f come enough i come women sh come notion

LA TRASCRIZIONE FONETICA
L'IPA permette di riprodurre qualunque suono di qualunque lingua
Consonanti
occlusive bilabiali: [p] sorda pelle ['pɛlle] [b] sonora bello ['bɛllo] [bel’lino]
occlusive dentali: [t] sorda tana ['tana] [d] sonora dono ['dono]
occlusive velari: [k] sorda cava ['kava] [g] sonora gallo ['gallo]
fricative labiodentali: [f] sorda fine ['fine] [v] sonora vite ['vite]
fricative alveolari: [s] sorda sale ['sale] [z] sonora sgarro ['zgarro]
fricative palatali (postalveolari): [ʃ] sorda scena ['ʃena] [ʒ] sonora garage [ga'raʒ]
affricate dentali: [ts] sorda mazzo ['mattso] [dz] sonora zelo ['dzelo]
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affricate palatali: [ʧ] sorda cena ['ʧena] [ʤ] sonora gelato [ʤe'lato]
nasale bilabiale: [m] meno ['meno]
nasale labiodentale: [ɱ] infimo ['iɱfimo]
nasale dentale: [n] neve ['neve]
nasale palatale: [ɲ] gnomo ['ɲɔmo]
nasale velare: [ŋ] àncora ['aŋkora]
laterale dentale (alveolare): [l] luna ['luna]
laterale palatale: [ʎ] egli ['eʎi]
vibrante dentale (alveolare): [r] rana ['rana]

Vocali e semivocali:
anteriori (non arrotondate): semivocale (approssimante) [j] chiaro ['kjaro]
Vocale alta (chiusa): [i] filo ['filo]
Vocale medio-alta (semichiusa): [e] gelo ['ʤelo]
Vocale medio-bassa (semiaperta): [ɛ] aperto [a'pɛrto]
Centrale
Vocale bassa (aperta): [a] bassa ['bassa]
Posteriori (arrotondate):
semivocale (approssimante): [w] quale ['kwale]
Vocale alta (chiusa): [u] uno ['uno]
Vocale medio-alta (semichiusa): [o] colpa ['kolpa]
Vocale medio-bassa (semiaperta): [ɔ] colla ['kɔlla]

Fonologia
Mentre la fonetica si occupa dell'aspetto fisico dei suoni, la fonologia si occupa della funzione linguistica dei suoni
Fono : fonetica = fonema : fonologia
Fonologia: disciplina che ha per oggetto di studio i suoni linguistici, non considerati nel loro aspetto fisico (acustico-
articolatorio), ma in quanto elementi di un sistema
Fono --> parole Fonema --> langue
Quando due suoni ricorrono nelle medesime posizioni e non possono essere scambiati tra loro senza con ciò mutare il
significato delle parole o renderle irriconoscibili, allora questi due suoni sono realizzazioni fonetiche di due diversi
fonemi
['kane] ['pane] /k/ /p/
/'kane/ /'pane/
Coppia minima: coppia di parole uguale in tutto tranne che per la presenza di un fonema al posto di un altro in una certa
posizione
Prova di commutazione
Fonema: la più piccola unità linguistica dotata di valore distintivo
Quando due suoni della stessa lingua compaiono nelle medesime posizioni e si possono scambiare tra loro senza creare
variazione di significato nella parola, questi due suoni sono soltanto varianti fonetiche facoltative di un unico fonema
Allofoni
Es. nasali
Fonemi: unità minime di seconda articolazione
Identificati sulla base delle caratteristiche articolatorie che li contrassegnano
Es. /p/ 'occlusiva bilabiale sorda'
In ogni sistema, ogni unità si definisce in relazione a tutte le altre unità; ogni fonema viene indicato in modo univoco da
un fascio di tratti distintivi
Le caratteristiche articolatorie diventano, sul piano della fonologia, proprietà astratte, tratti distintivi o pertinenti
Due fonemi sono differenziati da almeno un tratto fonetico pertinente

I fonemi dell'italiano
Non tutte le lingue hanno gli stessi fonemi, né tutte hanno lo stesso numero di fonemi
L'italiano standard ha 30 fonemi
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La sillaba
Sillaba minima in italiano: vocale (nucleo sillabico)
Struttura sillabica canonica in italiano: CV ['kane]
V ['amo]
VC ['ente]
CCV ['grano]
CVC ['manto]
CCCV ['spremo]
(attacco) nucleo (coda)
Sillabe con coda si dicono chiuse, sillabe senza coda si dicono aperte

Fatti prosodici (o soprasegmentali)


Relazioni tra foni sull'asse sintagmatico
Accento: forza o intensità di pronuncia di una sillaba rispetto ad altre sillabe
La posizione dell'accento può essere fissa (es. francese) o libera ( es. italiano)
Accento con valore distintivo /'ankora/ /an'kora/
Tono: altezza relativa di pronuncia di una sillaba, dipendente dalla velocità e frequenza delle vibrazioni delle corde
vocali
Lingue tonali (es. cinese): il tono ha valore distintivo
Intonazione: andamento melodico con cui è pronunciata una frase o un intero gruppo tonale (es. frasi interrogative in
italiano)
Lunghezza: estensione temporale relativa con cui i foni e le sillabe sono prodotti
La quantità delle vocali o delle consonanti può avere valore distintivo
Lunghezza consonantica in italiano
Lunghezza vocalica in italiano

che cos’è IPA alfabeto fonetico internazionale


apparato fonatorio insieme delle strutture anatomiche che l’uomo utilizza per parlare, polmoni, laringe - corde vocali,
cavità orale
come si classifica un suono? modo di articolazione, punto di articolazione, sonorità
classi di suoni consonanti, vocali, semiconsonanti o approssimanti
cos’è una coppia minima?  coppie di parole che si differenziano per un suono nella stessa posizione
c’è differenza tra fono e fonema?
fono = suono, aspetto fisico dei suoni - fonetica
fonema = si individua con la prova di commutazione se crea almeno una coppia minima il fono è fonema
due foni che hanno valore distintivo sono detti fonemi
fonema = astratto - langue - competenza
fono = concreto - parole - esecuzione
che cos’è un allofono?  allofono è un fono che non ha carattere distintivo, per esempio sono allofoni n naso, ɱ
anfora, ŋ anguria.
allofoni non possono formare coppie minime
suoni semplici o geminati  geminati sono le doppie
dittongo combinazione di vocali e approssimanti
iatodue vocali appartenenti a sillabe diverse
sillabeunità prosodica di organizzazione dei suoni
sillaba = attacco (consonante) + rima (nucleo + coda) coda (consonante)
sillaba chiusa = finisce con consonante
sillaba aperta = finisce con vocale
accentoproprietà delle sillabe
prosodia intonazione, ritmo, durata, accento del linguaggio parlato
segmentidivisione della parola per fonemi
tratti distintivi lunghezza, accento, intonazione, tono
Capitolo 5: la struttura delle parole: morfologia
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Morfologia
Studio della struttura interna delle parole
Definizione di parola Unità del linguaggio umano istintivamente presente alla consapevolezza dei parlanti
cosa significa analizzare una parola dal punto di vista morfologico?  riconoscere i confini tra gli elementi che li
compongono
come si può definire la parola? unità che non può essere interrotta, al cui interno non può essere inserito altro
materiale linguistico
come si può definire il morfema più piccola unità linguistica dotata di significato, unità minima di prima
articolazione
che differenza c’è tra morfema e parola? la parola è un morfema libero o legato in modo completo dotato di senso
compiuto

Morfema, morfo, allomorfo


morfo = ogni elemento di significante segmentabile all’interno di una parola
morfema = ogni elemento di significato segmentabile all’interno di una parola
allomorfo = due o più morfi con lo stesso significato es. plurale lup+”i” uom+”ini”
allomorfia = affinità fonetica tra diversi morfi che realizzano lo stesso morfema es. inutile, illogico, irrilevante,
impossibile

Tipi di morfemi
morfemi
liberi es. mai
legati radici es. can +il+e
Classificazione funzionale
- morfemi lessicali radice = informazione lessicale
- morfemi derivazioni affisso = suffisso, prefisso (ogni morfema che si combina con una radice)
- morfemi flessionali del nome: genere/numero del verbo: modo/tempo
Classificazione posizionale
- morfemi lessicali legati: radici
- morfemi grammaticali (derivazionali e flessionali) legati: affissi
Affisso: ogni morfema che si combina con una radice
Affissi  prefissi, infissi, suffissi, circonfissi, transfissi

Morfemi sostitutivi: morfemi i cui morfi non sono isolabili segmentalmente; sostituzione di un fono ad un altro fono
Es. ingl. tooth/teeth
Morfo zero: Es. russo
Morfemi cumulativi: morfemi flessionali che recano contemporaneamente più di un significato o valore : Es. snelli
Caso particolare: amalgama  fusione di due morfemi non più distinguibili nel morfema risultante nel = in + il

Derivazione
come funziona la derivazione? parola derivata  un solo morfema con prefisso o suffisso
suffissazione? -zion- -ment- -ier- -tor- -bil- -os -ezz- -ist- -al- -tiv- -il
suffissi :
valutativi
diminutivi -in- -ell- -ucci
accrescitivi –on
peggiorativi-acci

prefissazione? ge- in- irr- ill- ri

che cos’è la derivazione zero?  processo di formazione di parola da una categoria all’altra
es. agg. vicino - n. vicino

Composizione
La composizione combina due forme libere, la derivazione una forma libera e una legata
Classificazione dei composti
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- composti subordinati (portalettere)


- composti coordinati (nave traghetto)
- composti attributivi (cassaforte)

Le parole composte
• Composti endocentrici: Uno dei due elementi funziona da 'testa', l'altro da modificatore; Capostazione 'capo della
stazione'
• Composti esocentrici: Nessuno dei due elementi funziona come testa; Lavastoviglie
• Composti dvandva (scr. 'coppia') (o coordinativi): Costituiti da due teste; Cassapanca

N+N capostazione
Agg+Agg dolceamaro
V+V saliscendi
Avv+Avv sottosopra
V+N lavastoviglie
V+ Avv buttafuori
N+Agg cassaforte
N+V manomettere
Prep+N sottopassaggio
Prep+V sottomettere

Derivazione e composizione
Parola derivata --> un solo morfema lessicale
Parola composta --> più morfemi lessicali
Composti neoclassici --> intermedi tra parole derivate e parole composte; due morfemi lessicali di cui uno o entrambi
non compaiono come parole autonome (semiparole, affissoidi) Es. psicologia

Unità lessicali polilessematiche


Espressioni composte da più parole che veicolano insieme un significato unitario, non desumibile da quello delle
singole parole che lo compongono:
Es. presa di posizione, sala da pranzo

Le parole macedonia
Cantautore (cantante + autore)
Smog (smoke + fog)
Semplogica (semplice + logica)

Cos’è il suppletivismo?
quando in una serie morfologicamente omogenea si trovano radicali diversi che intrattengono
rapporti semantici senza evidenti rapporti formali
p.e. acqua - idrico, fegato – epatico

La suffissazione
Processo più produttivo e importante dei procedimenti di formazione di parola dell'italiano
-zion- -ment- -ier- -tor- -bil- -os-

La prefissazione
Non muta, in italiano e altre lingue europee, la classe grammaticale della parola
Gestibile/ingestibile Realizzabile/irrealizzabile Logico/illogico
L'alterazione
Suffissi valutativi:
Diminutivo (-in-, -ell-, -ucci-, ecc.)
Accrescitivo (-on-, ecc.)
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Peggiorativo (-acci-, ecc.)

La conversione
(O 'suffissazione zero' o 'derivazione zero')
Processo di formazione di parola con il quale si opera la trasposizione di un lessema da una categoria lessicale a un'altra
Es. vicino Agg V

La flessione
Le parole che troviamo in un enunciato sono forme flesse di parola, cioè forme che esprimono, oltre ad un significato
lessicale, anche uno o più significati grammaticali. I morfemi flessivi (o flessionali) non modificano il significato della
radice lessicale su cui operano. I morfemi flessionali realizzano valori delle categorie grammaticali. La flessione del
nome: in italiano genere e numero

La flessione nominale
Numero
It. singolare/plurale

Caso
Mette in relazione la forma nominale con la funzione sintattica che ricopre nella frase

La flessione del verbo


Tempo: mette in relazione l'evento di cui l'enunciato parla con il momento in cui l'enunciato stesso viene proferito
Aspetto: categoria che non si manifesta in modo evidente in tutte le lingue, ma i cui valori possono essere riportati a due
fenomeni diversi:
- la completezza dell'evento espresso dalla forma verbale ;
- la cosiddetta Aktionsart o azionalità verbale
- perfettivo/imperfettivo: possibilità che la forma verbale esprima la completezza/conclusione dell'azione (forma
perfettiva) oppure esprima la sua incompletezza (forma imperfettiva)
- codifica delle fasi del processo che il verbo indica (stativo/non stativo)
• Stativi (es. sapere)
• Non stativi
- incoativi: nel significato verbale è lessicalizzata la fase iniziale del processo (es. invecchiare)
- durativi: nel significato verbale è lessicalizzata la fase di durata di un processo già instaurato (es. guardare)
- risultativi: il verbo sottolinea il tratto conclusivo del processo (es. raggiungere)
- puntuali: l'azione indicata dal verbo è priva di durata (es. scoppiare)
- frequentativi: indicano la ripetizione dell'azione (es. riascoltare)
Modo: esprime i valori della modalità, cioè del l'atteggiamento che si esprime rispetto a ciò che si dice Diatesi: esprime
il rapporto in cui viene rappresentata l'azione o l'evento rispetto ai partecipanti e in particolare rispetto al soggetto
(attivo vs. passivo, eventualmente medio)
Persona: indica chi compie l'azione, riferisce la forma verbale al suo soggetto; implica di solito anche una marcatura di
numero)

Le parti del discorso


Classificazione delle parole in base alla natura del loro significato, del loro comportamento nel discorso e delle loro
caratteristiche flessionali
Nome, aggettivo, verbo, pronome, articolo, preposizione, congiunzione, avverbio, interiezione

Capitolo 6: lessico e lessicologia

Lessico:
1. Lessico mentale dei parlanti
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2. Lessico del dizionario / vocabolario


Le frasi sono costruite tramite regole e non memorizzate; invece una parola semplice va:
- Memorizzata
- Ricordata
- Ripescata quando serve
 morfema - parola da memorizzare
 sintagma - frase costruiti tramite regole

Lessico o dizionario mentale


Dove sono immagazzinate tutte le informazioni fonologiche, morfologiche, semantiche, sintattiche e
quelle relative al funzionamento delle parole. Il lessico implica conoscenze da parte dei parlanti che coinvolgono:
- attività cognitive dovute alla scolarizzazione
- conoscenze che riguardano il funzionamento delle parole una volta estratte dal lessico e collocate all’interno delle frasi

Dizionario
Corrisponde al livello di langue
Sono contenuti i lemmi  entrate lessicali (non parole flesse)
Enciclopedia contiene informazioni su tutte le conoscenze del mondo
Dizionario definisce conoscenze di tipo linguistico, lessicale

Calchi e prestiti
Sono forme di interferenza tra sistemi linguistici diversi
Calchi skyscraper

Prestiti
⁃ adatti parole italiane a tutti gli effetti entrate a far parte del lessico italiano es. algebra
⁃ non adatti conservano forma estranea alle regole fonologiche italiane es. leader, film, sport

Sigle e abbreviazioni
Le sigle sono il risultato dei procedimenti di formazione di parola non prevedibili. Si tratta di processi di morfologia
minore che non sono descritti ne come derivazione ne come composizione; si tratta di cancellazione (prof. tv).
Un acronimo si forma a partire dalle lettere iniziali di ogni parola (CGIL); altre formazioni sono chiamate parole –
macedonia che sono incroci che derivano dall’abbreviazione di parti di parole

Capitolo 7: la combinazione delle parole: sintassi


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Sintassi
si occupa di come si compone una frase
struttura gerarchica - rappresentazione ad albero
parole contenuto e parole funzione?
parole piene contenuto (lessicale)
parole vuote funzione (grammaticale)

La sintassi
Livello di analisi della linguistica che studia la struttura delle frasi
Si occupa delle modalità di combinazione delle parole in unità di livello superiore
Unità di analisi: sintagma, frase
Frase: unità comunicativa autonoma

Il sintagma
La minima combinazione di parole che funziona come un'unità sintattica (della struttura frasale)

La sintassi: frasi e enunciati


La frase intesa come modulo di un testo è chiamata enunciato, per differenziarla dalla frase intesa come costruzione
grammaticale

Il significato delle frasi


In una frase della forma più tipica, il verbo rappresenta il canovaccio che contiene le caratteristiche essenziali del
processo, fornendo un'indicazione sul numero e sulla natura dei personaggi richiesti, chiamati argomenti

La struttura sintattica della frase e il suo significato


Al centro della frase semplice troviamo un nucleo di relazioni grammaticali (soggetto e complementi del verbo) la cui
architettura sintattica è rigida e non negoziabile
Tutte le espressioni che si collocano alla periferia del nucleo, e che chiameremo 'margini', hanno la funzione di
esprimere relazioni concettuali accessibili indipendentemente: per esempio le coordinate spaziali e temporali del
processo, lo strumento o il beneficiario di un'azione

Funzioni sintattiche
In una costruzione, parti diverse hanno funzioni diverse
Ruolo che i sintagmi assumono nella struttura sintattica della frase
Tradizionalmente
Soggetto 'colui che compie l'azione'
Predicato verbale 'l'azione'
Oggetto 'chi subisce l'azione'
Complementi
Specificazione, termine, mezzo o strumento, modo o maniera, argomento, tempo, stato in luogo, moto a luogo, moto da
luogo, moto per luogo, secondo termine di paragone, ecc.
In alcune lingue le funzioni grammaticali non sono segnalate da nulla, se non dall'ordine degli elementi; in altre lingue
possono esistere marche formali esplicite per indicare la funzione dei diversi elementi Morfologia di caso

La valenza verbi hanno bisogno di essere accompagnati da altri elementi


Verbi zerovalenti: verbi che denotano fenomeni atmosferici (es.piovere, nevicare, grandinare, ecc.)
Verbi monovalenti: richiedono un solo argomento (es.dormire, correre, ecc.)
Verbi bivalenti: richiedono due argomenti (es. guardare, mangiare, ecc.)
Verbi trivalenti: richiedono tre argomenti (es.regalare, mandare, ecc.)
Verbi tetravalenti: richiedono quattro argomenti (es.tradurre, ecc.)

I circostanziali
Non rientrano nello schema valenziale del verbo
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Tempo, luogo, modo, ecc.


Frasi semplici --> soggetto, oggetto
Frasi complesse --> completive soggettive, oggettive
Frasi semplici --> circostanziali
Frasi complesse --> subordinate avverbiali o circostanziali

Sintagmi o gruppi di parole


Sintagma  minima combinazione di parole che funziona come unità sintattica - costituenti della frase
SN sintagmi nominali
SV sintagmi verbali
SA sintagmi aggettivali
SP sintagmi preposizionali

Frase o enunciato
è un gruppo di parole (sintagmi) che esprime un senso compiuto; composta da:
Testa
Verbo
Argomenti (obbligatori)
Circostanziali (non obbligatori)

Tipi di frase
Complessità
 Semplice
 Complessa (+ frasi)
⁃ coordinate (e)
⁃ subordinate

Rapporto dipendenza
 Principali
 Subordinate
 Argomentali
⁃ soggettive
⁃ completive
⁃ interrogative ind.
 Circostanziali
 Relative
 Restrittive
 Appositive

Modalità
⁃ dichiarative
⁃ interrogative -si/no -who/what/which/where/when
⁃ imperative
⁃ esclamative

Polarità
⁃ affermative
⁃ negative

Diatesi
⁃ attive
⁃ passive
Segmentazione o marcatura
⁃ frasi non marcate sono di uso comune;soggetto e tema (ciò di cui si parla) coincidono
il bambino rincorre la palla
⁃ frasi marcate soggetto e tema non coincidono
⁃ dislocate sx es. la palla (tema ciò di cui si parla compl. oggetto), la rincorre il bambino (rema ciò che predico
del tema)
⁃ dx es. la prendi una fetta di torta
⁃ a tema sospeso questo Signore, Dio gli ha toccato il cuore
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⁃ passive la palla è rincorsa dal bambino


⁃ scisse è il bambino che rincorre la palla
⁃ focalizzate Gianni ho visto ieri non Paolo (fuoco è punto di maggiore salienza comunicativa della frase)

Frasi complesse
La sintassi del periodo
Coordinazione --> frasi allo stesso livello gerarchico (asindetica/polisindetica)
La docente spiega la coordinazione e gli studenti prendono appunti
Subordinazione --> rapporto di dipendenza tra proposizioni
Mentre la docente spiega la subordinazione, gli studenti prendono appunti connettivi

Le frasi subordinate
Subordinate avverbiali (o circostanziali) --> causali, temporali, concessive, ipotetiche, finali
Implicite vs. esplicite
Subordinate completive (o argomentali)--> sostituiscono un costituente nominale maggiore della frase; saturano una
valenza del predicato verbale: soggettive, oggettive, interrogative indirette
Subordinate relative --> modificano un costituente nominale della frase
Subordinate avverbiali:la docente partirà quando la lezione sarà finita
Frasi relative: il gatto che avevo trovato è scappato

Il testo
Testo: combinazione di frasi insieme al contesto in cui rappresenta un’unità comunicativa
Contesto extralinguistico
Cotesto linguistico

La deissi
Contesto extralinguistico, riferimenti alla realtà esterna
Deissi personale, Deissi spaziale, Deissi temporale, Deissi sociale, Deissi testuale
La deissi spaziale“La deissi spaziale è rappresentata da espressioni la cui interpretazione richiede il riferimento alle
coordinate spaziali dell’enunciazione. Ne sono membri avverbi deittici di luogo come qui/qua, lì/ là, verbi deittici di
movimento, come andare/ venire, determinanti e pronomi dimostrativi come questo e quello, presentativi come voici/
voilà”

Cotesto linguistico, riprende qualcosa di cui si è già parlato


Anaforaqualcosa nel testo detto prima
Catafora qualcosa nel testo detto dopo

Categorie flessionali parti:


variabili, flessionali, genere, numero, caso, tempo, persona, modo
invariabili

Tra categorie flessionali:


Accordo tra nome e aggettivo
Reggenza tra nome e verbo

Capitolo 8: il significato e l’uso delle parole e delle frasi: semantica e pragmatica

Semantica e pragmatica:
Semantica  studio del significato delle espressioni linguistiche
Pragmatica  studio del modo in cui il linguaggio influisce sul significato, uso delle frasi letterale e non letterale

Semantica
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Livello di analisi linguistica che studia il significato Ma che cos’è il significato? “Chiedersi quale sia la natura del
significato significa interrogarsi sul modo in cui l’individuo e il suo pensiero, la realtà esterna e la lingua sono in
relazione” (Jezek)
Segno linguistico: significante/significato “il segno linguistico unisce non una cosa e un nome, ma un concetto e
un’immagine acustica” (Saussure)
Il significato
Concezione referenziale (o concettuale): concetto, immagine mentale
Concezione operazionale (o contestuale): legata all’uso linguistico; ciò che accomuna i contesti d’impiego di un segno,
la totalità dei contesti in cui può comparire
- Significato denotativo : costituisce la parte ‘oggettiva’ del significato di una parola, condivisa dai membri di una
comunità linguistica
- Significato connotativo : aspetti del significato che hanno carattere di ‘attributo’, le proprietà che possono aggiungersi
al significato di base (denotativo) es. ‘fegato’, ‘volpe’, ecc.
- Significato linguistico
- Significato sociale es. marche di prima e seconda persona nelle lingue del sud-est asiatico
- Significato lessicale (insieme aperto)
- Significato grammaticale (insieme chiuso)

Il lessico
Unità minima di analisi della semantica: lessema
Parola considerata dal punto di vista del significato
Lessema ǂ lemma
Lessico:lessema = dizionario:lemma
Lessico: astratto, insieme di parole e di informazioni associate a queste parole, immagazzinato nella nostra mente,
descritto dal dizionario, oggetto concreto (tentativo di descrizione)
Lessico = insieme dei lessemi di una lingua
Lessicologia ǂ lessicografia
Il lessico è la componente della lingua più esposta all’influenza di altre lingue (prestiti, calchi)

Semantica lessicale

Ambiguità
Un’espressione è ambigua quando può prendere convenzionalmente due o più significati
Es. Bea ha una vecchia credenza
L’ha fatta restaurare di recente
Su di essa basa tutta la sua esistenza
Ambiguità
Polisemialessema con stesso significante con significati connessi tra loro, parola che ha più
significati tutti collegati es. esecuzione (artistica, pena) collo (corpo umano, bottiglia) mano (corpo
umano, vernice).
Omonimialessemi con stesso significante ma significato diverso, parola che si riferisce a entità
diverse es. vite (pianta, utensile) spesso (aggettivo, avverbio).

Spostamenti di significato
Metafora il significato di una parola si estende per una similitudine che viene istituita tra due situazioni
Metonimia  il significato di una parola si estende per contiguità concettuale (es. contenente/contenuto)
Estensione
Metafora uso traslato di una parola
Metonimiaestendere il significato di una parola a un altro significato connesso per contiguità
es. mano, arto - vernice - gioco cart
e

Relazioni di significato
Sinonimia più lessemi diversi con stesso significato
Antinomia significati opposti espressi da due lessemi es. bianco/nero o CONTRARI
Contradditori vero/falso
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Iponimia sottocategoria es. airone è iponimo di uccello


Iperonimia macrocategoria uccello è iperonimo di airone

La grammaticalizzazione
Fenomeno per cui forme linguistiche libere perdono a poco a poco la loro autonomia fonologica e il loro significato
lessicale, fino a diventare forme legate con valore grammaticale
Lessico e grammatica -> continuum
Es. suffisso -mente

Semantica frasale
Enunciato --> livello della parole
Frase --> livello della langue
Condizioni di verità: ambito della logica
Connettivi (o connettori)
Congiunzioni coordinanti e subordinanti
E, o, ma se, benché, poiché

Tra semantica e pragmatica


La teoria degli atti linguistici
Ogni atto linguistico è composto da:
- atto locutivo: la frase dal punto di vista strettamente linguistico
- atto illocutivo: intenzione con la quale la frase viene enunciata
- atto perlocutivo: effetto che si vuol provocare nel destinatario
I verbi performativi: es. prometto, dichiaro, nomino…
Atti locutivi diversi, stesso atto illocutivo: Potresti spegnere la sigaretta? Spegneresti la sigaretta? Spegni la sigaretta!
La sigaretta!

Gli atti linguistici indiretti


Es. non fa freddo qui?
Politeness, cortesia
Le presupposizioni Presupposizioni: legate alla forma linguistica; ciò che in un enunciato il parlante presuppone come
noto all’ascoltatore
Attualmente il re di Francia ha un re
L’attuale re di Francia è calvo Presupposizione di esistenza

Le massime di Grice
Il principio di cooperazione
- massima di quantità: dare un contributo tanto informativo (non di più e non di meno) quanto è richiesto
- massima di qualità: non dire ciò che si sa essere falso; non dire cose per cui non si hanno prove adeguate o di cui non
si è certi
- massima di modo: evitare espressioni ambigue o oscure; essere brevi; essere ordinati nell’esposizione
- massima di relazione (o pertinenza): attenersi alle indicazioni date dagli altri parlanti e dal contesto (non andare fuori
tema)

Capitolo 9: sociolinguistica e dialettologia

La variazione linguistica
Sociolinguisticasettore della linguistica che studia le relazioni tra la lingua e la società
Variabile sociolinguisticainsieme dei modi coi quali i parlanti possono realizzare una data unità di un sistema
linguistico in funzione di una data variazione di tipo sociale; ciascuno dei modi è detto variante. La sociolinguistica
studia le diverse modalità di realizzazione della lingua a seconda delle diverse tipologie di parlanti.
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La linguistica teorica ha invece come oggetto principale di studio il linguaggio umano come capacità.

Linguistica teorica Sociolinguistica


Parlante nativo idealizzato Parlanti reali
Competenza linguistica Competenza comunicativa
Comunità linguistica omogenea Comunità linguistica stratificata
Identità Diversità
Strutture Usi

Assi di variazione linguistica


- Variazione diatopica sull’asse orizzontale nelle differenze dialettali
- Variazione diastratica sull’asse verticale per stratificazione sociale
- Variazione diafasica variazioni che dipendono dal livello di formalità
- Variazione diamesica variazioni che dipendono dal mezzo di comunicazione
Le quattro dimensioni di variazione suddette costituiscono degli assi di riferimento lungo i quali si possono ordinare le
varietà compresenti nello spazio di variazione di ciascuna lingua. Ciascun asse si può concepire come un continuum.

Competenza comunicativacapacità dei parlanti di utilizzare la lingua nei modi appropriati alle varie situazioni. È un
fatto individuale
Il neo-standard varietà di lingua comunemente usata dalle persone colte che ammette come pienamente corretti
alcune forme e costrutti fino a tempi non lontani ritenuti non facenti parte della ‘buona’ lingua
Comunità linguisticainsieme delle persone che parlano una determinata lingua e ne condividono le norme d’uso; la
comunità è stratificata, non omogenea
Repertorio linguisticoinsieme dei codici e delle varietà che un parlante è in grado di padroneggiare all’interno del
repertorio linguistico più ampio della comunità cui appartiene. Quando un parlante dispone di più varietà è facile che
passi dall’una all’altra passaggi chiamati “code switching”

Funzione di rappresentazione intenzione di comunicare


Funzione di presentazione presentare noi stessi, rivelando informazioni su se stessi

Le lingue possono esprimere relazioni con i pronomi di cortesia (Lei/Voi) di contro ai pronomi della solidarietà (tu)

Dialettologia studio dei dialetti e ha avuto due aspetti:la dialettologia diacronica e la geografia linguistica.
Dialettologia diacronica studio dell’evoluzione di una lingua ad un determinato dialetto;
Geografia linguistica ha prodotto gli atlantici linguistici (atlante Gilleron)

In una stessa area possono essere presenti due varietà linguistiche


Bilinguismoquando tutti i parlanti padroneggiano le due varietà
Diglossiaquando le due varietà sono usate in modo complementare e una varietà ha uno statuto socio – culturale più
alto dell’altra

Lingue pidgin e lingue creole


Pidgin lingua occasionale che nasce quando due gruppi devono comunicare e non hanno lingua
in comune: finalità strumentale, codici semplificati, lessico ridotto; non ha parlanti nativi (es. tok pisin - Papua Nuova
Guinea)
Creoloquando nasce nuova generazione che ha come madre lingua il pidgin: risponde a necessità comunicative, base
francese, presentano affinità strutturali; lingua materna di una comunità (es. giamaicano)

Capitolo 10: la trasformazione delle lingue: linguistica storica

Metodo comparativoconfronto tra le lingue per scoprire se sono genealogicamente apparentate


 Individuare serie di corrispondenze sistematiche tra fonemi
 Ripercorrere la storia linguistica storico- comparativa
 Stabilire un antenato comune più vicino, nonché quelli più remoti

Albero genealogico gerarchia, dipendenza e i rami del’albero non hanno punti di contatto; ciò è sbagliato perché le
lingue sono in continuo contatto
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Teoria delle onde  estensione, incrocio

Lingue in contatto
Prestito

Il mutamento linguistico
Variazione linguistica in diacronia
Oggetto di indagine della linguistica storica

Il mutamento fonetico
Assimilazione Processo per cui un fono assume uno o più tratti di un altro fono che gli è contiguo
Dissimilazione Differenziazione tra foni quando due foni simili o uguali non contigui diventano diversi
Metatesi Spostamento dell’ordine dei foni all’interno di una parola
Aferesi Caduta di foni in posizione iniziale di parola
Sincope Caduta di foni in posizione interna di parola
Apocope Caduta di foni in posizione finale di parola
Epentesi Aggiunta di foni all’interno di parola
Protesi Aggiunta di foni all’inizio di parola
Epitesi Aggiunta di foni alla fine di parola

Il mutamento morfologico
grammaticalizzazione di -mente
es. con mente serenaserenamente
percepito ormai come suffisso aggiunto

Dal latino all’italiano


- Perdita della categoria flessiva del caso
- Perdita del neutro nella categoria del genere

Il mutamento sintattico
Lat. SOV > it. SVO

Il mutamento lessicale e semantico


⁃ restringimento
⁃ ampliamento
⁃ metafora
⁃ metonimia
⁃ sineddoche
⁃ iperbole

Capitolo 11: l’acquisizione del linguaggio

L’acquisizione del linguaggio


Come viene appreso il linguaggio dei bambini? Gli studiosi si interessano da sempre a questo quesito.

Bambini:
⁃ povertà dello stimolo
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⁃ acquisizione L1 vs apprendimento L2
⁃ esiste predisposizione innata
-Acquisizione vs apprendimento (diversi)
-Non è un processo di ripetizione passiva

Raccolta dei dati


Basati sull’osservazione:
⁃ diari genitoriali  2 limiti: non sono dati puri ma solo dati analizzati e trascritti; rappresentatività
⁃ studi longitudinali (CHILDES) lungo arco di tempo registrazioni

Basati sull'elicitazione:
- studio trasversale
- la comprensione precede la produzione
- apprendimento per dimenticanza
- Sistema di trascrizione omogeneo
- bambini di pochi giorni e settimane hanno già una competenza fonologica sviluppatissima
Test di wug per capire se bambini hanno appreso “regole astratte”; si chiede di fare il plurale di una parola inventata

La percezione: come scoprire cosa sa il bambino


Procedure per indagare la competenza linguistica
-Paradigma della suzione non nutritiva (neonati) la forza con cui il bambino succhia è funzione della sua attenzione,
vengono fissati sensori al succhiotto per rilevare variazioni durante l’ascolto di B di un input linguistico
-Paradigma della preferenza nell’orientamento della testa (dal sesto mese)se il bambino rivolge lo sguardo verso
direzione da cui proviene lo stimolo sonoro che gli è più familiare
-L’uso di vignette con soggetti e oggetti, si è scoperto che frasi sul soggetto sono comprese prima di quelle sull’oggetto
(età prescolare)

Lo sviluppo della prima lingua


Sviluppo della fonologia
 'apprendimento per dimenticanza': sottili differenze tra suoni che sono percepite dai neonati cominciano a non esserlo
più intorno ai dieci mesi di vita, se non sono distintive nella lingua che il bambino sta apprendendo
 Lallazione  6 mesi. Prime sillabe (CV), ripetizione di sequenze sillabiche senza significato.

Sviluppo del lessico


 Segmentazione  riconoscere le parole
 Gesto dell'indicare (pointing) (nove mesi – dodici mesi)
 Protoparole  associazioni stabili tra suono e significato ma personali e comprese solo dalle persone a stretto contato
con il bambino
 Esplosione del vocabolario (19-21 mesi)
 Sovra estensione semantiche parole utilizzate senza contesto

Sviluppo della morfosintassi


 Fase olofrastica
 Fase telegrafica
 Sequenza invariabile di acquisizione di desinenze e parole funzionali

Sviluppo della pragmatica


 Patina sociale
 Pragmatica e le convenzioni vengono esplicitamente insegnate

Fasi di acquisizione lingua


vocalizzazioni
lallazione
pointing
proto parola
olofrastica
telegrafica
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La seconda lingua
Periodo critico per lo sviluppo del linguaggio senza uno stimolo appropriato durante questo periodo diventa difficile
o addirittura impossibile sviluppare il linguaggio;  Il caso dei bambini selvaggi

Periodo critico:
L1 < 5 anni
L2 < pubertà per apprendere come madre lingua, accento

Punto di partenza
L1 L2
povertà dello stimolo L1
istinto del linguaggio grammatica universale
grammatica universale grammatica universale mediata da L1
- errori di interferenza
- errori di sviluppo

L'interlingua
Introdotto da Selinker (1972) : ‘sistema linguistico a sé stante […] che risulta dal tentativo di produzione da parte
dell’apprendente di una norma della lingua obiettivo.
Le interlingue
- ordine naturale di acquisizione
- differenze individuali
Processo di acquisizione L2
interlingua = lingue provvisorie
comprensione > produzione
fossilizzazione nell’interlingua = raggiunto scopo, mancanza di motivazione
Imparare due lingue
i bambini non fanno confusione; apprendimento parallelo; facilità nella commutazione di codice

Fasi di sviluppo di L2
fase prebasica : organizzazione nominale dell’enunciato, dettata da criteri pragmatici ; struttura topic-comment; gli
elementi lessicali sono accostati fra loro senza esplicitare nessi sintattici e logici; confusione tra classi di parole;
apprendimento formulaico
fase basica : apprendente più autonomo dal punto di vista comunicativo; verbo come nucleo della frase, anche se in una
forma non finita; scarsità o assenza di parole-funzione; forme non marcate; principio focus-last; enunciati giustapposti o
coordinati
fase postbasica : struttura più vicina a quella prevista nella varietà d’arrivo; morfologia più ricca e complessa; accordo
sintattico; prime subordinate stadi intermedi: morfologia e subordinazione compaiono in modo più sistematico, ma con
‘zone di fragilità’
varietà avanzate: morfosintassi solitamente corretta, ma con sporadiche deviazioni rispetto alla varietà d’arrivo, nella
pronuncia, nella prosodia, o ad altri livelli
varietà quasi-native: lessico e grammatica sono senza errori, ma le intuizioni grammaticali e l’articolazione del discorso
sono talvolta difformi rispetto al modello nativo di L2
Capitolo: Cervello e linguaggio

Neuropsicologia e linguaggio
Neuropsicologia: studio della relazione tra fenomenologia e basi nervose delle funzioni cognitive.
Associazione di certo numero di sintomi costituisce la sindrome
Sistema nervoso centrale
Specializzazione dell’emisfero sinistro nei processi linguistici
⁃ Area di Broca scoperta nel 1861, scoperta a seguito di autopsie a pazienti deceduti affetti da afasia
⁃ Area di Wernike nel 1874, teoria in base alla quale la corteccia cerebrale è organizzata in mosaico di aree collegate tra
loro dedicate a specifiche funzioni. Quando due strutture del cervello vengono attivate congiuntamente tendono a
restare regolarmente associate. Linguaggio è organizzato in diversi centri collegati tra loro.
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Cervello e linguaggio
Paul Broca (1861) → basi neurologiche del linguaggio; neuroscienze cognitive del linguaggio
Afasie: disturbi acquisiti del linguaggio conseguenti a lesioni acute dell'encefalo
Specializzazione dell'emisfero sinistro per il linguaggio
Oggi: tomografia computerizzata, risonanza magnetica, neuro- immagini
- tomografia a emissione di positroni (PET)
- risonanza magnetica funzionale (RMf)

Sistemi per produrre segnale vocale


⁃ polmoni (energia)
⁃ laringe (sorgente)
⁃ tratto vocale sopra-laringeo (filtro)

Le sonorità del linguaggio


Dal punto di vista fisico, i suoni del linguaggio sono identici ai suoni complessi non linguistici: onde che si propagano
in un mezzo, nella maggior parte dei casi l'aria, provocandone la periodica compressione e rarefazione. La stragrande
maggioranza delle lingue umane utilizza come modalità primaria di comunicazione linguistica il canale vocale –
uditivo. Le manifestazioni sonore che non presentano una struttura a doppia articolazione sono definite vocalizzazioni.
Una delle più semplici e antiche classificazioni dei suoni del linguaggio distingue innanzitutto le vocali dalle
consonanti: le vocali sono prodotte mantenendo aperta la cavità orale e durano più delle consonanti; le consonanti sono
prodotte mediante una rapida occlusione in qualche punto del tratto vocale sopralaringeo.
Le vocalizzazioni si distinguono in innate (es. il pianto dell'uomo, il miagolìo del gatto) e acquisite (es. il linguaggio
dell'uomo, il canto dei canarini). I centri nervosi responsabili delle vocalizzazioni acquisite sono situati nelle porzioni
più alte del cervello; strutture più basse del cervello controllano le vocalizzazioni innate.
- grigio periacqueduttale mesencefalico: la distruzione di questa struttura nervosa abolisce tutte le vocalizzazioni specie-
specifiche dalla rana all'uomo. Nell'uomo, una lesione di origine vascolare o traumatica di questa struttura nervosa è
causa di mutismo È in stretto rapporto con altre strutture nervose che intervengono nel controllo della sensibilità
dolorifica.
- centro ventrolaterale pontino: la distruzione di questo nucleo altera notevolmente la capacità di vocalizzare, mentre la
stimolazione elettrica di quest'area produce vocalizzazioni in tutte le specie studiate
- corteccia anteriore del cingolo: pazienti con lesione bilaterale alla corteccia del cingolo perdono completamente la
parola, pur riuscendo ancora a comprendere adeguatamente il linguaggio
- area corticale laringea
- ipotalamo
- area motoria supplementare

Il sistema nervoso periferico è importante nelle vocalizzazioni sia perché invia al cervello informazioni sensoriali sulla
posizione degli organi articolatori, sia perché veicola i comandi provenienti dai centri corticali per il controllo motorio
fine delle strutture laringee e sopralaringee coinvolte nella produzione linguistica

Filogenesi e ontogenesi del linguaggio


Corballis: la prima forma di comunicazione era costituita da componenti manuali e da espressioni facciali.
Nel corso del tempo si sono aggiunti i suoni e l’articolazione vocale è stata usata per rinforzare i gesti manuali, non per
sostituirli. Solo con homo sapiens (circa 50000 anni fa) la lingua vocale si è stabilizzata, scoprendo di poter fare a meno
dei gesti. La sintassi sarebbe nata con i gesti per poi trasferirsi alla lingua vocale.
Linguaggio gestuale > linguaggio vocale: non transizione improvvisa, ma co-evoluzione lunga e complessa

Inizialmente, gli elementi gestuali della comunicazione del bambino sono più comprensibili di quelli vocali
Dai 9 mesi, gesti usati intenzionalmente:
- tendere verso oggetti con gesto di apertura chiusura del palmo della mano per RICHIEDERE, guardando
contemporaneamente l’adulto
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- mostrare o dare un oggetto sul quale il bambino vuole richiamare l’attenzione


Gesto e parola portatori di due significati diversi --> combinazioni supplementari
A 2 anni circa: la modalità vocale prevale su quella gestuale, che però non scompare

Entro il primo anno di vita gli esseri umani sono potenzialmente pronti a discriminare e ad apprendere tutte le lingue
umane. L'uomo possiede un apparato uditivo preprogrammato geneticamente alla discriminazione di caratteristiche
distintive dei suoni del linguaggio, ma l'esperienza è decisiva per lo sviluppo e la messa in atto delle potenzialità
linguistiche. A livello filogenetico l'abbassamento della laringe è stato determinante per la capacità di produrre e
modulare i complessi suoni necessari al linguaggio. A livello ontogenetico questo processo ha luogo entro i primi 11-18
mesi. Dai 6 ai 9 mesi il bambino può produrre un repertorio di suoni che comprende tutta la gamma posseduta
dall'uomo ed è teoricamente in grado di usare tutte le lingue del mondo. Da 9 mesi a 1 anno la gamma dei suoni si
restringe. Discriminazione e produzione dei suoni del linguaggio sono capacità tra loro interdipendenti.
Nascita del linguaggio articolato: 30-50 mila anni fa

Acquisizione e apprendimento del linguaggio


il linguaggio è tipico della specie umana
⁃ nell’acquisizione interagiscono fattori genetici e ambientali
⁃ processo automatico, innato, trasmesso per via ereditaria
⁃ voce umana percepita, riconosciuta e memorizzata già dal feto
⁃ feto reagisce ai nuovi suoni linguistici
⁃ già poco tempo dopo la nascita capacità di discriminare piccole differenze (studio fatto attraverso l’osservazione della
variazione di frequenza nella suzione )
⁃ fino ai 6 mesi capacità di discriminare i contrasti fonetici di tutte le lingue naturali
⁃ entro 1 anno di vita potenziale capacità di apprendere tutte le lingue umane
⁃ la comprensione precede la produzione
⁃ > 50 parole per comporre prime frasi

Meccanismo di apprendimento del linguaggio


 contagio: capacità innata di imitare espressioni facciali complesse, subito dopo nascita, attività inconsapevole non
volontari
 imitazione motoria: durante ascolto il soggetto ripete internamente a livello motorio ciò che ascolta
 comportamento ecolalico: ripetizioni di parole senza che necessariamente siano comprese
 accomodazione vocale: rendere propria espressione vocale simile a quella dell’interlocutore
 sensibilità al ritmo

I processi di lettura, scrittura e calcolo


Lettura traduzione di codice visivo (ortografico) - in codice uditivo (fonologico) che diventa
semanticamente significante. Come avviene? Doppia via
 via semantico-lessicale (relazione tra sistema semantico, accesso ortografico, uscita fonologica)
 via non lessicale (conversione grafema-fonema)
Dislessia E’ un disturbo di apprendimento della lettura che colpisce bambini con intelligenza normale,
frequentemente si associa a difficoltà nella scrittura. Cause sconosciute

Classificazione:
 dislessia profonda (nomi letti più facilmente dei verbi, errori visivi, incapacità di leggere le non-parole, entrambi
sistemi -doppia via- danneggiati)
 dislessia superficiale (leggono correttamente le non-parole e quelle con ortografia regolare)
 dislessia fonologica (deficit nella lettura delle non-parole e parole sconosciute)
 dislessia linguistica (lettura normale, numerosi errori, sostituzione o omissione di lettere/parole)
 dislessia percettiva (lettura lenta, non molti errori)
 dislessia mista (lettura lenta, numerosi errori

Scritturacapacità di organizzare in sequenza, movimenti fini, controllo motorio


Disgrafia disturbi della scrittura conseguenti a lesioni cerebrali
Classificazione:
 disgrafia profonda (difficoltà scrittura delle non parole)
 disgrafia superficiale (danno alla via lessicale)
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 disgrafia fonologica (danno alla via non lessicale)

Calcolo capacità che include, linguaggio, memoria, percezione, rappresentazione dello spazio, del corpo e funzioni
esecutive
⁃ utilizzo di sistema di simboli
⁃ logografico numeri arabi
⁃ fonografico
Acalculiadisturbi del calcolo conseguenti a lesioni cerebrali
Classificazione:
 anaritmetia difficoltà nelle fondamentali operazioni aritmetiche
 alessia incapacità di scrivere e leggere i numeri presentati nell’emicampo sinistro, possono scrivere spontaneamente e
sotto dettatura
 acalculia spaziale allinemanto delle cifre in modo sbagliato
Discalculia

I disturbi del linguaggio nel bambino


Lo sviluppo normale o patologico del linguaggio nel bambino viene misurato mediante specifiche batterie di test che
valutano le abilità di comprensione, ripetizione e produzione di sillabe, parole e frasi

Le afasie
Quadri clinici di alterazione più o meno grave della comprensione e della produzione del linguaggio conseguente a
lesioni cerebrali , in genere localizzate nell'emisfero sinistro, successive all'acquisizione del linguaggio
Approccio classificatorio
Lesioni anteriori (in genere frontali) : prevalenza di disturbi sintattici
Lesioni posteriori (in genere temporali): prevalenza di problemi lessicali
Alterazioni quantitative dell'eloquio: Aumento o riduzione del ritmo di produzione nell'unità tempo rispetto a valori
medi, tipici di una data lingua
Alterazioni qualitative:
 parafasia fonemica: sostituzione, trasposizione, omissione di uno o più fonemi all'interno della parola che il paziente
intende produrre
 neologismo: produzione di parole impossibili da riconoscere; la sequenza di queste 'non parole' rispetta tuttavia la
struttura sillabica della lingua nella quale il parlante si sta esprimendo
 parafasia semantica: una parola inappropriata nel contesto, ma semanticamente collegata alla parola target
 parafasia verbale: una parola inappropriata nel contesto del discorso e che non ha alcuna somiglianza fonemica o
relazione semantica con la parola target
 anomia: incapacità di reperire una parola durante compiti di denominazione o durante l'espressione verbale spontanea
 circonlocuzione (uso di frase per sostituire parola mancante)
 conduite d’approches (autocorrezione fino ad arrivare a parola corretta)
 ecolalia: involontaria e incontrollabile tendenza a ripetere quanto immediatamente espresso dall'interlocutore
 perseverazione: ripetizione involontaria di sillabe, parole o sintagmi
 stereotipia: uso ripetuto di parole o frasi
 agrammatismo: impoverimento della struttura sintattica della frase
 paragrammatismo: uso errato di morfemi grammaticali che non comporta riduzione di eloquio
 gergo fonemico o verbale: alterazione dell'eloquio che comporta l'impossibilità di riconoscere molte delle parole per
alterazioni a livello sia fonemico, sia lessicale o sintattico
 difficoltà articolatorie (o aprassia verbale)

Sintomi che insorgono spesso in concomitanza con quelli afasici:


● Aprassia gestuale: incapacità o difficoltà di eseguire su imitazione o su comando verbale gesti
● Aprassia costruttiva: deficit nel disegnare o copiare figure, deficit comunemente associato con lesioni delle regioni
posteriori dell'emisfero sinistro o destro
● Agnosia digitale: il paziente è incapace di collegare alle dita della propria mano il loro nome

Una precisa diagnosi di afasia deve basarsi su test standardizzati che prendano in considerazione i molteplici piani delle
lingue storico-naturali
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● Livello fonologico: esplorato in uscita (output) in particolare tramite analisi della generazione dei suoni e delle
sillabe, e in entrata (input) tramite la discriminazione e l'identificazione di questi suoni e delle parole formate a partire
da essi
● Livello semantico: è esplorato tramite analisi dell'abilità di comprendere, scegliere e produrre parole con 'funzione
semantica'; l'accesso al lessico viene valutato tramite prove di denominazione su confronto visivo ma anche tramite
eloquio spontaneo

Classificazione delle afasie:


● Afasia globale: forma clinica più grave. Eloquio molto stentato, soprattutto frammenti sillabici e/o stereotipie; la
lesione generalmente coinvolge la maggior parte delle aree del linguaggio dell'emisfero sinistro
● Afasia di Broca: l'espressione verbale è molto stentata; notevole difficoltà a passare dall'articolazione di un fonema al
successivo nella produzione delle parole (aprassia verbale); agrammatismo. Lesione circoscritta nell'area di Broca
● Afasia transcorticale motoria: l'eloquio spontaneo è ridotto, non fluente, caratterizzato da difficoltà di inizio del
discorso; il paziente non presenta difficoltà di denominazione e comprensione. La lesione interrompe le connessioni tra
l'area di Broca e le altre strutture frontali
● Afasia transcorticale mista: forma clinica molto rara e grave; il paziente non presenta eloquio spontaneo, non
comprende ma è in grado di ripetere
● Afasia di Wernicke: espressione fluente ma con numerose parafasie fonemiche, neologismi e gravi alterazioni della
produzione. Lesione che colpisce l'area di Wernicke
● Afasia di conduzione: eloquio fluente con parafasie fonemiche; comprensione uditiva buona, mentre la ripetizione è
particolarmente compromessa. La lesione interessa le fibre del fascicolo arcuato, che mettono in comunicazione le aree
frontali del linguaggio con quelle temporali
● Afasia transcorticale sensoriale: eloquio fluente, con deficit fonemici e semantici, e gravi deficit di denominazione
(anomie). Lesioni estese che coinvolgono le aree associative temporoparieto-occipitali
● Afasia anomica (o amnestica): eloquio spontaneo fluente, l'espressione è ostacolata dalla frequente incapacità di
reperire le parole (anomia)

Afasia e bilinguismo
Rilevante per la neurolinguistica è conoscere se le diverse lingue che un soggetto bilingue utilizza sono rappresentate
nelle stesse strutture cerebrali o sono invece rappresentate in strutture cerebrali differenti
Il recupero parallelo dell'afasia in soggetti afasici bilingui farebbe supporre una comunanza dei substrati
rappresentazionali delle lingue
Altre modalità di recupero:
● Selettivo: soltanto una lingua recupera, mentre l'altra non presenta alcun miglioramento
● Successivo: si assiste al miglioramento di una lingua e soltanto successivamente delle altre
● Antagonistico: al miglioramento delle prestazioni in una lingua corrisponde il peggioramento delle prestazioni in
un'altra
'reazioni afasiche nei poliglotti'
● Switching: passaggio (o commutazione) più o meno frequente da una lingua all'altra
● Mixing: mescolamento di due o più lingue all'interno della stessa frase

La pragmatica e i suoi disturbi


La grande maggioranza degli studi afasiologici ha riguardato le alterazioni strettamente linguistiche. Lesioni
all’emisfero destro possono compromettere in maniera rilevante alcune componenti ‘non linguistiche’ della
comunicazione verbale. Disfunzioni comunicative simili a quelle dei cerebrolesi destri sono state riscontrate in
patologie che non necessariamente comportano ritardo mentale né disturbi del linguaggio letterale (es. autismo,
schizofrenia)
Pragmaticacodice linguistico deve essere integrato con informazioni del contesto
comunicazione costituita da
⁃ parte grammaticale
⁃ parte contestuale
esempi
⁃ metafora
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⁃ inferenza
⁃ ironia e sarcarsmo
⁃ presupposizione
⁃ cambiamento codice linguistico
⁃ formule di cortesia

Lingue dei segni (LIS lingua italiana dei segni)


⁃ organizzate secondo stesse regole del linguaggio parlato, doppia articolazione
⁃ luoghi - configurazioni mano - orientamenti - tipi di movimento
⁃ cheremi - paragonabili ai fonemi

La lingua dei segni


Bambino esposto a lingua dei segni: bambino udente o sordo con almeno un genitore sordo segnante. Bambino in grado
di combinare due gesti rappresentativi o due segni. Tempi di acquisizione analoghi per lingua vocale e lingua dei segni
In passato: in famiglia o in istituto
Dagli inizi dell’Ottocento, in Italia istituti per sordi retti da ordini religiosi
Congresso di Milano e metodo ‘oralista’
Anni sessanta del Novecento: classi speciali per sordi in scuole ordinarie
Legge 517/1977: inserimento dei bambini con handicap nella scuola dell’obbligo
Minore possibilità per i bambini sordi di apprendere la lingua dei segni
Oggi: Genitori non udenti ≠ genitori udenti
Metodo bimodale (introdotto in Italia agli inizi degli anni ottanta da logopedisti): italiano accompagnato da segni per le
parole di contenuto (italiano segnato, IS) e dattilogia (alfabeto manuale) per articoli, preposizioni, desinenze (Italiano
segnato esatto, ISE)
Legge 5 febbraio 1992 n.104: le famiglie possono richiedere, dal nido alla scuola superiore, un assistente alla
comunicazione per il proprio figlio sordo che usa la LIS
Esistono poche scuole in Italia dove si adotta esplicitamente un modello di educazione bilingue italiano-LIS
coinvolgente udenti e sordi
Lingue vocali: prima articolazione → morfemi
Seconda articolazione → fonemi
Lingue dei segni: i) luoghi; ii) configurazioni della mano; iii) orientamenti della mano; iv) tipi di movimento
Cheremi: paragonabili alle unità di seconda articolazione (fonemi) delle lingue vocali

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