3. Il linguaggio e le lingue
Con il termine linguaggio si intende la capacit comune a tutti gli esseri umani di sviluppare un sistema di comunicazione dotato delle tre caratteristiche sopra elencate. Con il termine lingua si intende la specifica forma che il sistema di comunicazione assume nelle varie comunit. Parliamo di linguaggio al singolare perch questa capacit propria della specie umana, e di lingua tanto al singolare che al plurale perch tante sono le lingue del mondo. Esistono elementi comuni a tutte le lingue e si chiamano universali linguistici; una caratteristica che invece caratterizza le diverse lingue lordine delle parole, in italiano SVO.
1. Parlato e scritto
Una lingua sia scritta che parlata, ma la linguistica privilegia la lingua come espressione orale per diversi motivi: esistono lingue che sono solo lingue parlate e non scritte; un bambino quando impara una lingua, impara prima a parlare e poi a scrivere; le lingue cambiano nel corso del tempo, ma ci che cambia la lingua parlata e solo in ritardo quella scritta.
2. Astratto e concreto
Ogni atto linguistico un fatto a s ed irripetibile e si divide su due livelli, uno astratto e uno concreto: Livello astratto: ci che conta lopposizione dei diversi elementi che distinguono le parole (mano/meno). Livello concreto: dipende da come in quel momento sono atteggiati gli organi della fonazione, cio ripetendo per quattro volte la parola mano la pronuncia sar sempre diversa.
5. Sintagmatico e paradigmatico
In un atto linguistico i suoni vengono disposti in una sequenza lineare cio uno dopo laltro; in questa operazione succede che i suoni si influenzino lun laltro. Esistono rapporti sintagmatici che si stabiliscono tra elementi in presentia, ovvero copresenti: ad esempio amico/amici: la prima parola ha un suono velare mentre la seconda un suono palatale. Esistono poi dei rapporti paradigmatici che si stabiliscono tra suoni che possono comparire in un certo contesto, sono rapporti in absentia, cio la presenza di un determinato suono esclude tutti gli altri: ad esempio si consideri la parola stolto: tra la s e la o compare la lettera t, la sua posizione il suo contesto; tra la s e la o possono comparire altri elementi c, g, p, b, d; scegliendo una combinazione si escludono le altre. stolto sto sdoganare sdo scorta sco sgombro sgo sporta spo sbobinare sbo Rapporti sintagmatici e paradigmatici non esistono solo tra suoni ma anche tra espressioni. Nell espressione <Questo mio amico.>, esiste una relazione sintagmatica tra la o di questo, di mio e di amico; nelle espressioni <Questo amico.> e <Quel amico.> esiste una relazione paradigmatica tra questoe quel.
6. Sincronia e diacronia
Nel corso del tempo le lingue possono andare incontro a dei cambiamenti. Lo studio di un cambiamento linguistico detto diacronico, lo studio di un fenomeno nel tempo. Un fenomeno sincronico un rapporto tra elementi simultanei con lesclusione dellelemento tempo.
7. Il segno linguistico
Una parola un segno, un segno ununione tra significante (rappresentazione sonora) e significato (rappresentazione mentale). Il segno ha varie propriet tra cui: Distintivit: ogni segno si distingue da un altro (notte/botte). Linearit: il segno si estende nel tempo se orale e nello spazio se scritto. Arbitrariet: non esistono regole che associano al significante il significato, esistono delle eccezioni che riguardano le forme onomatopeiche. I segni possono essere linguistici o no: la disciplina che studia i segni linguistici la linguistica, quella che studia i segni in generale la semiologia o semiotica.
funzione poetica: si realizza quando il messaggio inviato fa si che lascoltatore ritorni sul messaggio stesso per apprezzarne il modo in cui formulato; funzione fatica: quando si vuole controllare se il canale aperto funziona regolarmente; funzione metalinguistica: quando il codice viene usato per parlare del codice stesso; funzione conativa: si realizza sotto forma di comando o di esortazione rivolti allascoltatore perch modifichi il suo comportamento.
9. Lingue e dialetti
Un parlante denuncia sempre la sua provenienza: si dice che esistono italiani regionali che corrispondono approssimativamente alle tre principali aree geografiche dellItalia. 1^ divisione: italiano standard; italiano regionale; italiano locale. Attraverso litaliano regionale passano allitaliano molte forme locali, ogni lingua stratificata. 2^ divisione: italiano scritto (forma pi austera della lingua); italiano parlato formale; italiano parlato informale; italiano regionale; dialetto di koin (regione dialettale); dialetto del capoluogo di provincia; dialetto locale. Dato che anche il dialetto costituito da suoni, parole, frasi e significati, la differenza tra questo e una lingua non linguistica, ma semmai socio-culturale.
Areale: lingue che hanno sviluppato caratteristiche strutturali comuni perch appartengono alla stessa area geografica. Le lingue in questione formano una lega linguistica
3. Classificazione tipologica
Due lingue sono tipologicamente correlate se manifestano una o pi caratteristiche comuni e possono essere classificate in due modi: per tipologia morfologica o per tipologia sintattica.
variazione della vocale radicale della parola. Le lingue flessive si dividono in analitiche (si possono realizzare relazioni grammaticali mediante pi parole) e sintetiche (le relazioni grammaticali sono espresse in ununica parola). Polisintetico (o incorporante): una sola parola pu esprimere tutte le relazioni che in italiano si esprimerebbero con una frase. Es horseriding
4. Sistemi di scrittura
I primi sistemi di scrittura sono del tipo cosiddetto ideografico o per meglio dire logografico. Un tipo di scrittura ideografico utilizzato tuttora in diverse lingue tra le quali il cinese. Gli altri tipi di scrittura sono il tipo sillabico e il tipo alfabetico. Tipo ideografico: ogni simbolo (ideogramma) corrisponde ad un concetto. Lutilizzazione fonetica del simbolo determin l passaggio da un sistema di scrittura ideografico ad un sistema sillabico. Tipo sillabico: in questi sistemi determinati segni passarono ad indicare determinati gruppi di suoni. Lad ozione di un sistema sillabico riduce il numero dei simboli rispetto al sistema ideografico. Tipo alfabetico: si basano sul principio che ad ogni suono corrisponde un segno, restringendo ancora di pi il numero dei simboli.
1. Fonetica
La disciplina che studia la produzione dei suoni la fonetica articolatoria, vi poi la fonetica acustica che si occupa della natura fisica del suono e sulla sua propagazione, infine esiste una fonetica uditiva che studia gli aspetti della ricezione del suono da parte dellascoltatore.
2. I suoni dellitaliano
P occlusiva,bilabiale, sorda Pane, taPPo, stoP B occlusiva, bilabiale, sonora Bene, aBBastanza T occlusiva, dentale,sorda Tana, oTTo, alT D occlusiva, dentale, sonora Dente, aDorare K occlusiva, velare, sorda Caro, Che, aCCanto G occlusiva, velare, sonora Gara, Ghiro, alGHe M nasale, bilabiale (sonora) Mano, aMare, uhM nasale, labiodentale (sonora) aNfora, iNvidia, iNverno N nasale, alveolare (sonora) Naso, laNa, daNNo nasale, palatale (sonora) Gnocco, oGNi nasale, velare (sonora) aNcora, aNguria Llaterale, alveolare (sonora) Lana, paLLa laterale, palatale (sonora) aGLio, eGLi Rpolivibrante, alveolare (sonora) Rana, caRRO, peR Ffricativa, labiodentale sorda Fame, aFa Vfricativa, labiodentale sonora Vento, aVViso, VoV S fricativa, alveolare sorda Sano, caSSa, Z fricativa, alveolare, sonora Smodato, caSa fricativa, palato-alveolare sorda Scemo, aSCesa, slaSH fricativa, palato-alveolare sonora garaGe, abat-Jour TSaffricata,alveolare, sorda staZione, paZZo DZaffricata, alveolare, sonora Zero, aZZimato affricata,palato-alveolare sorda Cenare, aCido, aCCento affricata,palato-alveolare sonora Gente, aGire, aGGiornare Jsemiconsonante palatale sonora Ieri, pIede W semiconsonante, velare, (sonora) Uovo, dUomo
3. Suoni e grafia
Un sistema coerente quando ad un suono corrisponde un segno e viceversa. In italiano si incontrano le seguenti incoerenze del sistema grafico: -due simboli diversi per un suono solo : Cuore, Quando [K] -due suoni diversi scritti con lo stesso simbolo : Sera, roSa [s] [z] -due simboli per un solo suono e tre simboli per un solo suono : maGHe [g] SCIocco [ ]
4. Trascrizione fonetica
I suoni possono essere semplici o geminati. Il simbolo per laccento *+ si colloca prima della sillaba accentata. A partire dai simboli IPA si pu trascrivere qsi enunciato di qsi lingua.
4.1 Confini
Il morfema lunit pi piccola dotata di significato, quindi parole come veloce -mente o bar-istasono composte da due morfemi. Il confine di sillaba viene normalmente rappresentato da un punto (.)es. ve.lo.ce.men.te, il confine di morfema con il simbolo (+)es. veloce+mente, mentre il confine di parola con il simbolo (#)#velocemente#.
5. Fonetica e fonologia
La fonetica si occupa dellaspetto fisico dei suoni (la sua unit il fono) mentre la fonologia si occupa della funzione linguistica dei suoni (la sua unit il fonema). Nella linguistica innanzitutto si cerca di scoprire: quali sono i fonemi di una data lingua; si ricorre alla nozione di distribuzione e di coppie minime come i suoni si combinano insieme; vengono descritte dalle regole fonologiche come i suoni si modificano in combinazione; vengono descritte dalle regole fonologiche
5.1 Il contesto
Ogni suono ha una sua distribuzione, ovvero contesti o posizioni in cui pu comparire, la posizione della parola.
5.4 allofoni
Sono la variante di un fonema
6. Tratti distintivi
Le opposizioni privative hanno costituito una teoria fonologica nota con il nome binarismo, dovuta a Roman Jakobson. Secondo questa teoria ogni elemento linguistico si differenzia dagli altri per una scelta binarie (di tipo s, no) analizzato in un insieme di tratti distintivi che definiscono il fonema.
7.1 Parentesi
Serve a unificare fatti formalmente diversi tra loro, quelle tonde indicano la facoltativa
8.1 Assimilazione
Le assimilazioni sono un fenomeno molto rilevante in tutte le lingue del mondo. Le assimilazioni possono essere totali o parziali, progressive o regressive. Totali quando il segmento che causa l assimilazioni rende talmente uguale primo. Parziali se il segmento che causa lassimilazione cambia laltro parzialmente Progressive quando il segmento che causa lassimilazione a sinistra Regressive quando il segmento che causa lassimilazione a destra
9. La sillaba
il mattone minimo dellenunciato, lunit di combinazione di fonemi funzionanti come unit pronunciabile In italiano la sillaba minima costituita da una vocale, il nucleo sillabico. Il nucleo pu essere preceduto da un attacco o seguito da una coda; nucleo pi coda costituiscono la rima. Laplologia la cancellazione della sillaba finale di parola in composizione.
1. La nozione di parola
Le parole sono unit della lingua e non sempre ci che conta come parola in una lingua vale anche per le altre. Si possono distinguere varie accezioni di parola: la parola fonologica non coincide con quella morfologica o sintattica. Un criterio operativo abbastanza efficace di considerare parola quelle unit che non possono essere interrotte, o meglio al cui interno non si pu inserire altro materiale linguistico.
2. Classi di parole
Le parole di un lingua sono raggruppate in categorie lessicali che sono: nome, verbo, pronome, articolo, aggettivo, preposizione, avverbio, congiunzione e interiezione. Le classi di nomi che assumono forme diverse sono dette variabili, mentre le altre sono dette invariabili. Unaltra distinzione quella tra parole aperte e chiuse: alle prime si possono aggiungere sempre nuovi membri, le altre sono formate da un numero finito di membri. Le categorie lessicali cui le parole appartengono limitano le combinazioni possibili delle parole.
3. Morfema
Un morfema la pi piccola parte della lingua dotata di significato; un segno linguistico costituito da significante e significato. I morfemi si dividono in lessicali e grammaticali: i primi hanno significato che non dipende dal contrasto mentre i secondi ricevono significato dal contesto in cui si trovano. Ad esempio la parola libri si divide in libr (morfema lessicale) e i (morfema grammaticale). Un morfema pu essere cos piccolo da essere costituito da un solo fonema. I morfemi possono essere liberi o legati: sono liberi quando possono ricorrere da soli in una frase e sono legati quando per poter esistere in una frase bisogna aggiungere altre unit. Le parole composte da un solo morfema sono monomorfemiche, quelle composte da due morfemi sono bimorfemiche. Il termine morfema designa ununit astratta che rappresentata a livello concreto dallallomorfo. Ad esempio in inglese il plurale viene indicato con la s di cui si possono avere tre realizzazioni [s], [z] e [ z]: queste tre rappresentazioni del morfema sono i suoi allomorfi. Es. rock [S] toy [z] dish [iz]
6. Allomorfia e suppletivismo
Lallomorfia il livello concreto dei morfemi. Si parla di suppletivismo quando in una serie omogenea si trovano radicali diversi che intrattengono evidenti rapporti semantici ma non altrettanto evidenti rapporti formali. Ad esempio vado/andiamo, acqua/idrico... Il suppletivismo pu essere sia forte che debole: forte quando vi alternanza dellintera radice, debole quando tra i membri della coppia vi una base comune.
8. Parole suffissate
Postino = posta+ ino Giornalaio= giornale+ aio
9. Parole prefissate
Disabile= dis+abile Retrobottega= retro+ bottega
composti incorporati: sono formati da un sintagma costituito da un verbo seguito da un SNO, ad esempio horseride; composti sintagmatici: sono pi di origine sintattica che morfologica; composti reduplicati: formati dalla stessa parola ripetuta; hanno in genere un significato intensivo; composti troncati: formati per troncamento del primo costituente o di entrambi.
1. Lessico mentale
Con lessico mentale si intende non solo la conoscenza delle parole, ma anche le conoscenze relative al funzionamento delle parole e dei rapporti tra le parole. Questo significa che ogni parlante in grado di estrarre dal proprio lessico mentale delle liste di parole con certe caratteristiche. I parlanti sanno anche come tradurre i suoni di una parola nella grafia del proprio alfabeto. Per quanto riguarda laccesso al lessico si suppone che alle parole si acceda tramite i primi suoni delle parole stesse.
2. Dizionari
Un dizionario si pone a livello della langue nel senso che linsieme delle parole usate da tutta una comunit linguistica; nei dizionari vi anche molta diacronia, cio vi si conservano parole che appartengono al passato. Un dizionario costituito da lemmi e non da forme flesse. La differenza tra dizionario e enciclopedia che il primo una lista di parole che contiene informazioni sulla natura e sulluso delle parole, mentre la seconda contiene informazione su tutto lo scibile umano.
2.2 Lessicalizzazioni
Sono esempi di lessicalizzazioni tagliare la corda, nontiscordardim, il cui significato non desumibile dalla somma dei significati delle parti. Si ha lessicalizzazione quando un gruppo di parole si trasforma in ununita lessicale che si comport a come una parola sola. Esiste poi un processo di grammaticalizzazione per cui ununit perde il suo significato lessicale per assumerne uno grammaticale, come ad esempio il suffisso mente.
Ottenere le forme flesse con lindicazione degli ausiliari per i verbi Trovare sinonimi e contrari
Arrivare ad un lemma a partire da una forma flessa Ascoltare la pronuncia delle parole
2. I gruppi di parole
Un gruppo di parole detto sintagma. Esistono dei criteri che ci permettono di individuare gruppi di parole: Movimento: le parole che fanno parte di uno stesso gruppo si muovono insieme. Enunciabilit in isolamento: le parole che fanno parte dello stesso gruppo possono essere pronunciate da sole. Coordinabilit: le parole che fanno parte dello stesso gruppo possono essere unite ad un altro gruppo. La parola intorno alla quale costruito un gruppo di parole chiamata testa del gruppo di parole, gli altri elementi del gruppo sono detti modificatori; a seconda del tipo di parola otterremo diversi gruppi di parole: Sintagmi preposizionali: testa=preposizione; Sintagmi nominali: testa=nome; Sintagmi verbali: testa=verbo; Sintagmi aggettivali: testa=aggettivo. Una rappresentazione della struttura dei sintagmi costituita di diagrammi ad albero (indicatori sintagmatici), tramite lo schema X-barra, oppure tramite parentesi. I sintagmi sono i costituenti della frase mentre le parole sono i costituenti ultimi della sintassi. I sintagmi pi semplici sono quelli costituiti dalla sola testa che lunico elemento la cui presenza necessaria.
3. Le frasi
3.1 Frasi e gruppi di parole
Una frase un gruppo di parole che esprime un senso compiuto, ma anche vero che una sola parola pu esprimere senso compiuto: se grido: <Gianni!> questa sola parola sufficiente ad esprimere senso compiuto, cio a richiamare lattenzione di Gianni. Esiste una differenza essenziale tra i gruppi di parole chiamate frasi e gli altri gruppi di parole, cio che le frasi sono composte di soggetto e predicato (con struttura predicativa). Il rapporto soggetto/predicato di dipendenza reciproca, ossia luno dei due elementi esiste solo perch esiste laltro. Con il termine proposizione si intende un frase con struttura predicativa di senso compiuto o meno. Esistono tre tipi di entit che possono essere chiamati frasi: proposizioni di senso compiuto; espressioni di senso compiuto che non sono gruppi di parole (struttura non predicativa); proposizioni senza senso compiuto.
Dichiarative. Interrogative, che si dividono in s\no e wh- (di specificazione). Imperative. Esclamative. Dal punto di vista della polarit le frasi si distinguono in affermative e negative esempio (Gianni partito/ Gianni non partito); dal punto di vista della diatesi si distinguono frasi attive da frasi passive (Gianni ama maria/ maria amata da Gianni), il punto di vista della segmentazione oppone frasi segmentate a quelle non segmentate (questo libro, non lo avevo mai letto /non avevo mai letto questo libro).
4. Soggetto e predicato
A livello sintattico si definisce soggetto largomento che ha la stessa persona e lo stesso numero del verbo; a livello semantico il soggetto colui che compie lazione, a livello della comunicazione il soggetto ci di cui si parla. E meglio per limitarsi ad usare i termini soggetto e predicato per r iferirsi alle nozioni di livello sintattico. A livello semantico si parler di agente e azione, mentre a livello della comunicazione si parler di tema per indicare il soggetto e di rema per indicare il predicato.
5. Categorie flessionali
Le desinenze delle parti del discorso variabili esprimono le diverse categorie flessionali: ad esempio il genere, il numero, il caso, il tempo, la persona e il modo. Se due parole hanno le stesse categorie flessionali si parla di accordo; se invece una parola ha una data categoria flessionale perch le assegnata da unaltra parola con categorie flessionali diverse si parla di reggenza.
5.2 Caso
Il caso indica la relazione che un dato elemento nominale ha con le altre parole della frase, in cui si trova. In italiano, le relazioni tra verbo e argomenti sono espresse mediante 1) lordine delle parole e 2) luso di un morfema grammaticale libero. In latino la diversa relazione degli argomenti con il verbo espressa dalla loro desinenza: nominativo, accusativo, dativo, genitivo, vocativo e ablativo.