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Universit degli Studi di Spalato

Facolt di Lettere e Filosofia


Corso di laurea in lingua e letteratura italiana

I DIALETTI ITALIANI
LA TESINA

Relatrice:
doc. dr. sc. Magdalena Nigoevi

Candidate:
Ivana Grani (Ivan)
Nina Toli

Spalato, 2013
1. Lintroduzione 2
2. Le differenze tra lingua e dialetto........ 3

3. Le variet regionali in Italia.. 4


3.1 Litaliano commune.........4
3.2 Litaliano regionale...4
3.3 I dialetti regionali..4
4. I dialetti regionali... 5
4.1 I dialetti settentrionali..........5
4.2 I dialetti centro-meridionali..6
4.3 Il ladino e il sardo...6
4.4 Linflusso tra la lingua strandard e i dialetti italiani6
5. L'evoluzione dei dialetti nei secoli trascorsi. 8
6. Ultimi sviluppi della dialettologia italiana 9
7. Conclusioni. 10
8. Riferimenti.. 11

1. Lintroduzione
Che cosa sono i dialetti e quali sono i fattori che i distinguono della lingua? Il termine
dialetto deriva dal verbo greco dialgomai, che significa parlo. Come dice Coveri ( 1998:34):
Dialetto una variet della lingua nazionale, cio un sistema linguistico autonomo rispetto
alla lingua nazionale che ha caratteri strutturali e una storia diversa a quelli della lingua
nazionale. Dal punto di vista linguistico i dialetti italiani sono sullo stesso piano che la lingua
nazionale. Entrambi hanno la stessa origine, provengono dal latino volgare. Il dialetto
fiorentino del Trecento divent la lingua nazionale grazie allo sviluppo e espansione
dominante della letteratura e arte fiorentina in Trecento. Oggi i dialetti non sono cos diversi
perch hanno passato il processo di italianizzazione. Sono ogni giorno pi assimilati.

2. Le differenze tra lingua e dialetto


Le differenze tra dialetto e lingua non sono cos grandi come si crede. Tutti i dialetti italiani
derivano dal latino e hanno una storia lunga e ricca. I loro sistemi linguistici sono ben
organizzati. Includono grammatica complessa e lessico avanzato. Anzi, sono ugualmente
funzionati nel loro uso. Ma esistono anche le differenze che non si possono ignorare. I fattori
che distinguono il dialetto e la lingua sono di carattere sociale. La lingua subisce una
codificazione. La codificazione in processo che implica la scelta tra le forme concorrenti e
propone la migliore soluzione. Piuttosto, il dialetto non sviluppa il uso scritto. Questo una
dei ragioni per cui la lingua acquisita un prestigio sociale superiore e dignit culturale che
manca ai dialetti. Tutti questi fattori hanno anche le eccezioni. Per esempio, il dialetto veneto
ha subito una codificazione e, grazie alle opere del Goldoni e del Basile, hanno il uso scritto e
dignit culturale. Finalmente, rimane un solo criterio abbastanza sicuro per distinguere gli due
idiomi. Il dialetto usato in un' area pi circoscritta, mentre la lingua difussa in un' area pi
ampia.

3. Le variet regionali in Italia


La maggiore parte dei italiani che parlano un dialetto hanno la competenza di passare alla
lingua e parlare senza difficolt. Tale capacit si chiama bilinguismo. (Dardano e Trifone
1995: 171) Se parlono il dialetto o la lingua dipende dalla situazione in cui si trovano. Il
dialetto si usa, in generale, nelle conversazioni informali, in famiglia, per parlare delle teme
quotidiane. La lingua si usa nelle situazioni di carattere ufficiale, per parlare dei problemmi
contemporanei come technologia o medicina e per comunicare con i stranieri. In Italia
abbiamo quattro variet linguistiche: italiano comune, italiano regionale, dialetto regionale e
dialetto.
3.1. Litaliano commune
Litaliano comune e un sinonimo per la lingua nazionale. La lingua nazionale il sistema
linguistico adottato da una comunit, che costituisce una nazione, come contrassegno del
proprio carattere etnico e come strumento dell' amministrazione, della scuola, degli usi
ufficiali e scritti.
3.2 Litaliano regionale
L' italiano regionale una variet di italiano che possiede delle particolarit regionali,
avvertibili sopratutto nella pronuncia e nelle scelte lessicali. Gli italiani che provengono da
diverse regioni possono comunicare senza difficolt. Esistono quattro variet regionali
principali: settentrionale, toscana, romana, meridionale. Ci sono anche le variet meno
divulgate, come quella sarda. Si dice che le variet di questo tipo sono la realt linguistica pi
evidente e pi radicata in Italia, perch la maggioranza gli usa quotidianamente e cos avanza
la sua grammatica e lessico.
3.3. I dialetti regionali
Il dialetto regionale, cio una variet del dialetto che ha subito l'influsso dell' italiano
regionale. L'influsso pu essere sul livello fonologico, lessicale, morfologico o sintattico.
(Dardano e Trifone 1995: 172)

4. I dialetti italiani
I dialetti italiani, in poche parole, sono le lingue particolari delle diverse zone della
Penisola. Nei secoli trascorsi erano parlati da la maggioranza degli abitanti, ma oggi il numero
dei parlanti diminuisce. importantissimo dire che non sono n rozzi n primitivi, che hanno
lo stesso valore come la lingua standard. La lingua standard semplicemente un'altro dialetto,
il fiorentino. Lui era il pi afortunato e divent la lingua nazionale. Dividere le aree dialettali
non un lavoro semplice. Tutti i linguisti gli commentano differentemente e non si pu
stabilire una separazione delle zone dialettali. In generale, i dialetti italiani sono suddivisi in
due subaree grandi: i dialetti settentrionali e i dialetti centro-meridionali. Anche loro sono
ripartiti nei gruppi pi piccoli. Tra i dialetti settentrionali e centro-meridionali le differenze
sono notevole. Si possono dividere con la linea, un fascio di isoglosse, speciale che va da La
Spezia a Rimini. La linea rappresenta il confine pi forte tra i dialetti italiani. Il trattamento
speciale hanno il ladino e il sardo. Sono idiomi romanzi, molto vicini all' italiano. In Corsica,
che si trova in Francia dal 1768, si parlano altri dialetti italiani, cosidetti i dialetti corsi. Nel
Canton Ticino si parlano i dialetti lombardi, mente il romancio, una variet del ladino, si parla
in Catone dei Grigioni, in Svizzera. Reciprocamente, in Italia esistono i luoghi dove non si
parla n italiano comune n i dialetti. Sono i luoghi dove vivono le minoranze etniche. Loro
parlano provenzale, franco-provenzale, tedesco, sloveno, serbo, croato, catalano, albanese o
greco.
4.1. I dialetti settentrionali
I dialetti settentrionali comprendono tutti i dialetti parlati a Nord della linea La SpeziaRimini. Nel quel gruppo si trovano dialetti gallo-italici, dialetti veneti e i dialetti istriani. I
dialetti gallo-italici rappresentano un nome comune per i dialetti piemontesi, lombardi, liguri
e emigliano-romagnioli, mente i dialetti veneti sono: veneziano, veronese, padovanovicentino-polesano, trevigiano-feltrino-bellunese e veneto-giuliano. Bench i dialetti galloitalici sono molto simili ai dialetti veneti, si considera che i veneti hanno conservato meglio i
suoi tratti latini. I dialetti istriani sono istrioto e istroveneto. L'istrioto copriva una grande
parte da quella penisola, ma allora parlata da pochi cittadini nella costa occidentale, in
Rovigna, Dignano, Valle, Gallesano, Fasana e Sissano. L'istroveneto era molto popolare nei
tempi della Repubblica Veneta. Dopo si mescl con il croato, dal gruppo delle lingue slave, e,
poco a poco, si ha perso.
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4.2 I dialetti centro-meridionali


I dialetti centro-meridionali implicano i dialetti toscani, mediani, meridionali intermedi e
meridionali estremi. I dialetti toscani frequentemente sono considerati come il terzo gruppo
dei dialetti, giunto ai settentrionali e centro-meridionali. Si dividono nei dialetti centrali
(fiorentino, senese), i dialetti occidentali (pisano, lucchese, pistoiese, livornese), i dialetti
orinetali (arentino-chianaiolo) e i dialetti meridionali (amiato). I dialetti marchigiani, umbri e
laziali sono i mediani. Meridionali intermedi sono i abruzzesi, pugliesi settentrionali,
molisani, campani e lucani, mentre i meridionali estremi sono i calabresi, pugliesi meridionali
e siciliani. Tutti questi sono parlati nel Sud e nella Sicilia, escludendo la Toscana. Loro hanno
le divergenze molto forte e notevole, sia perch coprano un' area grandissima, sia per gli altri
fattori storici o culturali.
4.3 Il ladino e il sardo
Il ladino si estende nella zona dai confini del Comlico alla periferia di Trieste. Si deve
aggiungere che il ladino parlato in una piccola parte della Svizzera. Si divide nelle tre
sezioni: occidentale, centrale e orientale. Il primo quel cui si parla in Svizerra e il terzo si
diventato un dialetto urbano, punto di riferimento delle variet minore in quest' area.
Il sardo nel quel settore delle lingue romanze che si chiamano italo-romanzi, grazie alla sua
ripartizione geografica. Lui ha quattro variet: il logudorese, il campidanese, il sasserese e il
gallurese. Il logurdese la variet pi caratteristica perch piena dei tratti arcaici ed stata
usata molto come la lingua scritta.

4.4 Linflusso tra la lingua strandard e i dialetti italiani


I numerosi influssi tra la lingua lingua strandard e i dialetti italiani evidente. Le
interferenze dal dialetto sulla lingua standard hanno la nascita delle variet regionali come il
risultato. Reciprocamente, le interferenze dalla lingua standard sui dialetti hanno come
conseguenza la crescente italianizzazione dei dialetti. L' acquisizione della lingua standard
uno dei motori pi poterosi della promozione sociale. Quel fenomeno in sociologia si chiama
mobilit verticale. Esiste anche la mobilit orizzontale uno dei fattori che sono il prodotto
del sviluppo della societ industriale. Implica lo spostameno dalla campagna alla citt e il
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numero crescente dei diplomanti chi sono considerati come la media principale in promozione
della lingua standard. Questo trend influenza molto anche la opera dei dialettologi. Loro non
sono in ricerca delle abbondanze dei dialetti. Allora loro progredono dell' inovazione
linguistica, cosidetti italianismi dialettali. In una ovvia situazione del plurilinguismo molto
difficile decidere chi parla standard e chi parla dialetto. La variet che si usa dipende delle
funizioni pragmatiche e pu essere interpretata secondo la situazione in cui si usa. Si pu
commentare come variet principale del repertorio, come il simbolo dell' identit socioculturale o soltanto come semplice relitto linguistico. Giusto come la conoscenza della lingua
standard pu essere passiva e attiva, anche la conoscenza della variet pu essere passiva o
attiva.

5. L'evoluzione dei dialetti nei secoli trascorsi


Nel passato, i dialetti italiano non si propagavano cos facile. Erano soltanto i rari
privilegiati chi avevano la opportunit di apprendere le parlate diverse da quella propria. In
Medioevo viaggiavano soldati e commercianti, dopo solamente i podest, i nobili, gli
ambasciatori. Erano tantissime le difficolt, ma i dialetti sono evoluiti e si hanno custodito
bene. C' un paio dei fattori dinamici dei dialetti da ricordare. Il primo il fatto che gli parlati
cittadini hanno influito sulle variet rustiche, che era causata anche da vari grandi spostamenti
nella storia. Per esempio, gli spostamenti dei rustichi nelle citt nei tempi del Primo
Rivoluzione Industriale e gli spostamenti dei cittadini nella campagna quando era la
pestinenza in Firenze e tutti cercavano il rifugiamento nella aria fresca di campagna.
Determinante era pure la comunicazione lungo le grandi vie, dove si scontrava ogni tipo di
gente. Poi, il cambiamento dei confini tra secoli era seguita con i cambiamento nell' idioma.
Tutti i dialetti erano ugualmente prestigiosi, ma in Trecento si appaiono i grandi scrittori,
Dante, Boccaccio e Petrarca, cui scrivevano in dialetto fiorentino. I tre scrittori sono diventati
i sinonimi della cultura e dell' arte, e, giunto al suo prestigio, ha cresciuto anche il prestigio
dalla loro lingua, cio dal dialetto fiorentino. Anche tutte le elites da quel tempo accetavano il
fiorentino nelle suoe cancellerie. Poco a poco, il fiorentino divent la lingua pi conosciuta e
riconosciuta in Italia. Tutta la storia finisce cos che dopo la unit d' Italia lui era accetato
come la lingua nazionale. La lingua nazionale, dopo 1870, si inizi a insegnare nelle scuole.
La gente della campagna si spostava nelle citt e adottavano la lingua della maggioranza. Si
usava nel servizio militare e nelle disposizioni impartite dal nouvo Stato. Cos la lingua ha
toccato tutte le et, tutte le classe e copriva tutti gli interesi umani. Quest fenomeno era
accompagnato dall' arretramento dei dialetti. Loro si hanno italianizzaziato. L'italianizzazione
un processo lento, ma irrestibile. Grazie alla televisione e il radio, il turismo interno e il
grande progresso technico e scientifico, arrivato nei paesi pi lontani e isolati. Il dialetto non
possa coprire tutte le novit e perde la battaglia con l'italianizzazione.

6. Ultimi sviluppi della dialettologia italiana


Nei ultimi venti anni, la dialettologia ha sviluppato i nuovi metodi di analisi. Non si
ocuppa solo per i dialetti e loro caratteristiche, ma copre anche i le variet miste che si sono
affermate in italiano. Le nuovi met hanno alleato la dialettologia con la sociolinguistica e
l'antropologia. Dunque, si analizano tutte le variet della lingua parlata, i loro rapporti e tutte
le comunit linguistiche. Ogni giorno cresce l' interesse per le variet miste e quei fenomeni
che riguardano i dialetti e li trasformano nelle variet regionali. Specialmente si studia il
dialetto urbano. L'idea del dialetto urbano venuta d'America, introdotta da Labov. Finora lo
studio dei dialetti urbani hanno confirmato che le differenze connesse a variazioni geografice
(diatopiche) prevalgono sulle variazioni dipendenti da differenze di strato sociale
(diastratiche) e di registri espressivi (diafasiche). Ma non si pu generalizzare, tutto dipende
della situazione e fattori specifici. Qualche anno fa, il gergo era una variet linguistica
convenzionale, parlata da determinati gruppi sociali con l'intenzione di non farsi
comprendere. Ma lo statuto di gergo si cambiato. Oggi non una variet segreta. Oggi una
parlata da certi gruppi sociali, che non nasconde niente. Tante parole provenute da gergo sono
conosciute a tutti e sono i elementi connotativi della nostra lingua. Oggi la dialettologia copre
diversi temi dalla clasificazione dei dialetti e la loro riconstruzione, dai problemi riguardanti
il rapporto oralit-scrittura alla possibilt di applicare alla dialettologia italiana strumenti di
analisi spermentati di recente nello studio dell' italiano popolare e del parlato.

7. Conclusioni
I dialetti italiani sono gli indicatori di una storia ricca e turbulente, cultura e arte avanzata,
ma anche i testimoni di separazione e diversit in Italia. Innegabilmente, loro sono la fonte
inesauribile dei tesori linguistichi. Sempre attivi, sempre variabili, sempre in interazzione,
fanno la dialettologia una scienza contemporanea e infinita.

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8. Riferimenti
a) Bibliografia
Coveri, Lorenzo (1998.). Manuale di sociolinguistica italiana. Universit per
Stranieri di Siena
Dardano, Maurizio e Trifone, Pietro (1995.) La nuova grammatica della
lingua italiana. Bologna
b) Sitografia
http://www.atlantelinguistico.it/immagini/DialettiItalia.jpg (14/11/2013).
http://www.treccani.it/enciclopedia (12/11/2013).

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